I determinanti della salute in gravidanza nell'area vicentina

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_____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina

    I determinanti della salute in gravidanza nell’area
                         vicentina

Dott.ssa M Pacchin                                            IVG, abitudine al fumo, numero di visite e di ecografie,
Unità di Valutazione Epidemiologica, Azienda ULSS 6           indagini prenatali, condizioni morbose insorte durante
Vicenza                                                       la gravidanza, modalità del parto, familiari presenti,
                                                              peso del neonato, Apgar inferiore a 7 a 5 minuti.
                                                              Si tratta di uno studio trasversale, con il calcolo di
                                                              frequenze e percentuali di incidenza; è stata effettuata
Introduzione                                                  un’analisi comparativa per gli indicatori individuati con
È documentata la correlazione tra le disuguaglianze           la valutazione della significatività delle differenze tra
sociali ed economiche e le differenze di salute.              donne italiane e straniere utilizzando il test chi-
Nel Piano Sanitario Nazionale è posta in evidenza la          quadrato di Pearson (p=0,001).
necessità di promuovere iniziative per migliorare             L’Ulss di Vicenza è costituita da 300.000 abitanti, le
l’assistenza delle donne in stato di gravidanza, in           donne in età fertile sono 71.000 (64.851 in età 18-49
particolare delle donne immigrate, e di sviluppare            anni); le straniere, che costituiscono il 45% della
interventi sistematici di sorveglianza.                       popolazione immigrata, sono 6.480 (3.659 in età 18-49
La situazione sanitaria delle donne straniere dipende         anni); i Paesi di provenienza più rappresentati sono la
anche dalle politiche di integrazione realizzate, dalla       ex-Jugoslavia, il Marocco, il Ghana e l’Albania.
qualità di accoglienza, dalle condizioni abitative, di
lavoro, di disagio sociale, di marginalità culturale.         Risultati
É noto che le disuguaglianze sociali sono un                  L’indagine ha interessato 1.216 donne, di cui 963
determinante degli esiti di salute riproduttiva e la          italiane e 253 (20,8%) straniere; i nati sono stati 1.281;
popolazione immigrata, specie quella di recente               i parti plurimi 32. Le donne straniere provenivano per
immigrazione, è considerata a rischio più elevato per         l’88% dai Paesi in via di sviluppo: il 32% (81) dall’Est
alcuni eventi perinatali. Le leggi vigenti garantiscono la    Europa, il 28% (71) dall’Africa, il 21% (54) dall’Asia e il
tutela sanitaria per tutti i soggetti immigrati, anche per    7% (18) dal Sud America; il 5% (13) dagli Stati Uniti e il
quelli presenti in condizioni di irregolarità giuridica:      2% (5) dai Paesi dell’Unione Europea.
barriere culturali e di comunicazione possono talvolta        L’età media al parto era di 32,9 anni per le italiane e
non garantire una reale fruibilità dei servizi.               27,3 per le straniere.
                                                              Si nota una maggior frequenza di gravidanze in età
Obiettivi dello studio                                        superiore ai 30 anni (684, 71%) tra le italiane rispetto
Il lavoro si è proposto di valutare le differenze tra         alle straniere (81, 32%) con differenze significative
italiane e straniere, secondo le variabili rilevate dal       (p
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di gravidanza (1 o più nell’8,2% vs 9,2%). Non si             gravidanza (il 38% delle gravidanze patologiche si
notano differenze inoltre in relazione agli esiti di          conclude con un taglio cesareo contro il 24% delle
precedenti concepimenti: il 74% delle gravidanze si è         gravidanze fisiologiche), (p< 0,001).
concluso con un parto; il 15% con aborto spontaneo e          Il 66% dei tagli cesarei sono programmati e il 34%
il 12% con interruzione volontaria di gravidanza.             urgenti; le differenze tra italiane e straniere non sono
Un indicatore di qualità dell’assistenza prenatale è il       significative.
momento della prima visita di controllo: i dati               Il padre del nascituro è presente al momento del parto
evidenziano che, nel complesso, il 90% effettua la            nel 57% dei casi (nel 65,8% dei parti delle italiane e nel
prima visita entro il primo trimestre, con differenze         54% di quelli delle straniere, p
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10% delle nascite (nel 2000 sono 37.129, +20%                   donna) colloca il nostro paese al penultimo posto in
rispetto al 1999) .                                             Europa per tasso di accrescimento della popolazione
Il tasso di fecondità in Italia si colloca a un livello tra i   (+1,4‰ abitanti, con un saldo naturale di –0,5‰ e un
più bassi del mondo (1,26 figli per donna: la media             saldo migratorio di 1,9‰), molto al di sotto della
europea è di 1,47). Determinanti del basso indice di            media europea (+3,4‰).
fecondità sono le trasformazioni dei comportamenti              Uno studio dell’Ufficio di Valutazione Epidemiologica
familiari caratterizzati dalla posticipazione degli eventi      sulla proiezione al 2023 della popolazione femminile in
della vita individuale: “sindrome del ritardo alla              età fertile nella provincia di Vicenza (7), ha evidenziato
transizione alla vita adulta” (Ilvo Diamanti) e quindi dei      che le donne italiane diminuiranno del 27% (-48.416),
comportamenti riproduttivi. I lunghi iter formativi e la        le straniere aumenteranno del 186% (+29.416) e
difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro (nel 2002          complessivamente le donne in età feconda subiranno
solo il 38% dei neolaureati aveva un lavoro stabile a un        una contrazione del 10% (-19.000): l’immigrazione cioè
anno dalla laurea (VI             Indagine Nazionale di         potrà contribuire ad attenuare alcuni squilibri
AlmaLaurea) determinano una prolungata presenza dei             demografici, ma non sarà in grado di incidere sul
giovani in famiglia (il 60% in età 25-29 anni; il 30% in        processo di invecchiamento della popolazione
età 30-34): diminuisce il tasso di nuzialità (da 5,7‰           vicentina, né sulla bassa natalità.
abitanti nel 1980 a 4,6‰ nel 2002), aumenta l’età               Il numero di bambini italiani in età 0-4 anni diminuirà
media al matrimonio (da 27 anni nel 1980 a 31 nel               del 37,4% (-14.545), gli stranieri aumenteranno del
2002 per gli sposi e da 24 a 28 per le spose); aumenta          464% (+12.120) e complessivamente i bambini
l’età media al parto . Il tasso di fecondità delle donne        diminuiranno del 5,8% (-2.425) .
nella fascia d’età 30-35 anni (84‰) ha superato quello          Elevato è il numero di nati da genitori stranieri (20%)
nella fascia 20-24 (34‰); diminuiscono le coppie con            nell’Ospedale di Vicenza; 17% nel 2000 (5), sia per la
figli (dal 52% al 44% sul totale delle famiglie);               stabilizzazione dei nuclei familiari e sia per la
diminuisce il numero medio dei componenti del nucleo            distribuzione degli immigrati nel territorio nazionale
familiare (nel 2002 è pari a 2,7).                              (55% al Nord) dove più forti sono le potenzialità
Il passaggio dal primo figlio a quelli di ordine superiore      occupazionali.
è diventato nel tempo un evento sempre meno                     Superiore è l’età media al parto (32,9 anni) delle
frequente e il figlio unico si configura sempre più come        donne italiane rispetto al dato nazionale (30,4 anni) e a
modello familiare prevalente nel nostro paese . Il tasso        quello del Nord Italia (31 anni); l’età media al parto
di sostituzione delle generazioni, nella previsione di          delle straniere, 27,3 anni, è sovrapponibile alla media
fecondità per il 2050 sarà conseguito da 5 Paesi                nazionale.
europei: Francia, Irlanda, Finlandia, Svezia, Regno             Il fenomeno della posticipazione delle nascite, che è un
Unito.                                                          determinante della bassa fecondità, si evidenzia anche
Si ritiene esista un rapporto tra le politiche attuate per      tra le donne italiane dell’area vicentina. La popolazione
il sostegno della famiglia e il tasso di fecondità: Italia e    immigrata invece è una popolazione giovane e il 70%
Spagna occupano in Europa gli ultimi posti per indice di        delle donne è in età riproduttiva: il tasso di fecondità
fecondità e per percentuale di PIL destinato alle               totale (1,88 vs 1,26) e il tasso di natalità (17,7‰ vs
politiche familiari (0,9% e 0,4%; media europea 2,3%).          9,4‰) sono nel complesso più elevati nelle donne
Flessibilità nei tempi di lavoro, servizi per la prima          straniere rispetto alle italiane.
infanzia (in Italia i bambini che frequentano l’asilo nido      È da considerare comunque che il comportamento
sono il 6%, in Francia il 30%, il 40% in Irlanda e il 64%       riproduttivo varia a seconda della cittadinanza: sono le
in Danimarca), misure di conciliazione tra lavoro e             comunità Nord-Africane (3,4 figli per donna) e albanesi
famiglia sono fattori determinanti nel migliorare               ad avere sia nei Paesi d’origine che in Italia i più alti
l’indice di fecondità del Paese.                                livelli di fecondità; le donne filippine hanno un alto
La società italiana è caratterizzata da una scarsa              tasso di fecondità nel Paese d’origine (3,4) mentre in
flessibilità nei tempi di lavoro: le lavoratrici part-time      Italia l’indice è inferiore a quello della popolazione
sono nel complesso il 17% (71% nei Paesi Bassi, 44%             residente .
nel Regno Unito, 30% in Francia: 33% la media                   Nel complesso il livello di istruzione delle madri è
europea) e le madri che lavorano part-time il 30%               medio-alto ed elevato è il tasso di occupazione al
(50% nei paesi del Nord-Europa). In Italia il tasso di          momento della gravidanza, anche se esistono evidenti
occupazione delle madri con figli in età inferiore ai 6         differenze tra italiane e straniere. In Italia nel 2001
anni è del 45%, significativo è il confronto con il 77%         l’86% delle giovani risultava iscritto alle scuole
della Svezia e il 60% della Finlandia .                         superiori e il 35% all’Università , e nel Nordest la
In una indagine ISTAT risulta che il 20% delle madri            quota di donne occupate nella fascia d’età 25-34 anni
occupate all’inizio della gravidanza ha dovuto lasciare il      era del 75,6% .
lavoro alla nascita del figlio, mentre il 36% di quelle         Più marcata risulta la percentuale di donne nubili tra le
che hanno continuato a lavorare ha dichiarato di avere          straniere (15% vs 9%): nell’Unione europea i nati fuori
problemi molto seri nel conciliare l’attività lavorativa        dal matrimonio sono il 30% (6% nel 1960), con
con gli impegni familiari.                                      differenze tra i vari Paesi (9% dell’Italia, 55% della
La coesistenza di un alto indice di vecchiaia e di un           Svezia, 42% della Francia e 17% della Spagna) che
livello particolarmente basso di fecondità (1,26 figli per      evidenziano modelli culturali e stili di vita diversi.

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Indagini condotte a livello nazionale, orientate a            La frequenza del parto cesareo in Italia è passata
valutare la qualità dell’assistenza in gravidanza e al        dall’11% del 1980 al 34% del 2001; esiste inoltre una
momento del parto, mettono in luce aspetti di non             notevole differenza tra le regioni: dal 14% della
adeguata assistenza sanitaria. Benché l’obiettivo             provincia di Bolzano al 54% della Campania, al 26% del
principale di ogni intervento di sanità pubblica sia          Veneto.
quello di garantire un’assistenza non invasiva alla           Le variazioni osservate sono molto più ampie di quelle
maggior parte delle gravidanze fisiologiche e                 attese in base alla frequenza dei fattori di rischio clinici
un’adeguata identificazione e monitoraggio delle              o delle caratteristiche della popolazione .
gravidanze a rischio, “in quasi tutti i Paesi con sistemi     In sintonia con altri studi non esistono differenze
sanitari sviluppati si è assistito a un progressivo           significative nella modalità del parto tra italiane e
incremento della frequenza di procedure diagnostiche          straniere; all’aumentare dell’età materna e nel decorso
e terapeutiche complesse ed invasive con aumento dei          patologico della gravidanza il rischio di partorire
costi ed eccesso di medicalizzazione” .                       mediante taglio cesareo è maggiore per ambedue i
Un eccesso di medicalizzazione dell’evento nascita è          gruppi di donne.
evidenziato in Italia nell’indagine ISTAT , da cui risulta    L’OMS         sottolinea l’importanza del “sostegno
che il numero medio di ecografie è di 5 e che solo il         emozionale” dei familiari durante il travaglio e al
15% delle donne ha effettuato 3 ecografie, numero             momento del parto come un determinante della
raccomandato dal protocollo nazionale di assistenza           riduzione degli esiti sfavorevoli.
alla gravidanza , e oltre il 30% ne ha eseguite 7 o più.      Il padre del nascituro è presente al momento del parto
Nel presente studio invece si nota una più compiuta           nel 57% dei casi, in analogia con i risultati ISTAT .
ottemperanza alle indicazioni ministeriali: il numero         Il basso peso è un indicatore correlato alle condizioni
medio di ecografie è pari a 4, il 31% ne effettua 3 e         di vita delle donne in gravidanza e principale predittore
solo il 5%, 7.                                                di mortalità neonatale. Esistono evidenze di un eccesso
Un indicatore di qualità dell’assistenza prenatale è          di rischio di basso peso alla nascita in relazione a
rappresentato dalla percentuale di donne che hanno            situazioni di svantaggio e deprivazione sociale:
effettuato la prima visita entro la 12ª settimana di          differenze sono state riscontrate per una maggiore
gestazione: i dati indicano un buon livello di assistenza     incidenza nei nati stranieri. Nello studio, in accordo
e sono sovrapponibili ai risultati dell’indagine              peraltro con quanto riportato in altre ricerche , non
dell’Istituto Superiore di Sanità ; anche le percentuali      sono state riscontrate differenze significative tra nati
di controlli prenatali tardivi (oltre la 12ª settimana)       italiani e stranieri in relazione al basso peso e al
delle donne straniere e di assenza totale di controlli        punteggio Apgar inferiore a 7 a 5 minuti, indice di un
(3,6%) corrispondono a quelle censite dalla stessa            adeguato controllo prenatale.
indagine. Fattori di rischio correlati a controlli            L’aumento di flussi migratori e i processi di
prenatali tardivi o assenti sono risultati il basso livello   stabilizzazione degli immigrati fanno prevedere un
di istruzione e la situazione di pluripara. Si è osservato    rapido incremento di nati in Italia da genitori stranieri.
comunque in Italia un miglioramento dell’assistenza in        Una più estesa e funzionale integrazione tra ospedale e
gravidanza alle straniere: è diminuita la percentuale di      territorio, una formazione specifica degli operatori
donne con controlli tardivi: dal 25% nel 1995/96 al           socio-sanitari nei confronti dei fenomeni migratori e la
16% nel 2000/01, anche se permane ancora un 4% di             presenza di servizi di mediazione culturale nell’area
donne straniere che non ha ricevuto alcuna assistenza .       materno-infantile potranno fornire risposte adeguate a
Si nota un minor ricorso da parte delle donne                 questi nuovi bisogni di salute.
straniere in età superiore ai 35 anni, a tecniche di
diagnostica prenatale, in analogia con quanto descritto
in altri studi . Fattore di rischio è il basso livello di
istruzione.
Una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità aveva
evidenziato che il 60% delle donne immigrate non
aveva ricevuto informazioni sull’utilizzo della diagnosi
prenatale, rispetto al 30% delle italiane.
Più alta è la percentuale delle italiane con decorso
patologico della gravidanza, ma non significative le
differenze tra i 2 gruppi di donne per tipo di patologia.
Nell’Ospedale di Vicenza sono inferiori i ricoveri per
minaccia d’aborto (9,5% vs 16%) e di parto prematuro
(10,4% vs 13,7%) rispetto ai dati ISTAT .
La percentuale di parti che si verifica con taglio
cesareo è definita un indicatore di efficacia e di
appropriatezza degli interventi sanitari . L’OMS
raccomanda di non superare il 15%, il Ministero , il
20%.

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Tabella 1. Sintesi dei risultati. Differenze significative tra donne italiane e straniere.

                                                                                                      Test Chi-
                                                                          Italiane     Straniere      quadro di
                                                                                                       Pearson
                                                < 30 anni                  28,8%          68%
          Classe di età                                                                                p 30 anni                  71,2%          32%
                                               Coniugata                   87,7%         80,9%
           Stato civile                                                                                p
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