RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - martedì 18 giugno 2019

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – martedì 18 giugno 2019
(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Per sanità, lavoro, sconto carburanti sul piatto 155 milioni (Gazzettino)
Energia, Ascopiave fa un colosso con Hera (Gazzettino)
La riforma sanitaria parte da Gemona. In ospedale il centro di riabilitazione (M. Veneto, 3 articoli)
Patto Fincantieri-Naval promosso dai mercati (Piccolo)
«Illegittimo il requisito di 5 anni di residenza per il bonus assunzioni» (M. Veneto)
La nuova geografia dem tra "zingarettiani", dialoganti e oppositori (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 7)
Primi bandi Ater con i nuovi paletti "frena stranieri". Migliaia in corsa (Piccolo Trieste, 2 articoli)
Ortofrutticolo all'ex Duke, in tre bussano in Comune per costruirlo e poi gestirlo (Piccolo Ts)
Dall'Ater di Gorizia 140 alloggi popolari grazie al recupero di edifici esistenti (Piccolo Go-Monf.)
Ballaben ai vertici del sindacato dell'Ugl (Piccolo Go-Monf.)
Ospedale, c'è preoccupazione per il taglio del personale (Mv Udine, 2 articoli)
Legacoop: «Proteggere il nostro mercato dalle infiltrazioni mafiose» (Gazzettino Pordenone)
Maxi cantiere aperto tutta l'estate per finire il nuovo ospedale in 2 anni (Mv Pordenone)
Acc, la procura insiste per assolvere Ramella (Gazzettino Pordenone)
L'Auser dà i numeri del suo volontariato (Gazzettino Pordenone)
Atap, gli utili verranno ridistribuiti (Gazzettino Pordenone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Per sanità, lavoro, sconto carburanti sul piatto 155 milioni (Gazzettino)
Sanità, lavoro, attività produttive, agricoltura, infrastrutture, benzina agevolata, scuolabus nuovi: sono
alcune delle voci importanti che si divideranno i 155 milioni dell'assestamento di bilancio che la Regione
porterà in Consiglio a luglio, come di consueto, e che ieri la Giunta regionale, su proposta dell'assessore al
Bilancio Barbara Zilli, ha approvato in via preliminare. Lunedì prossimo la norma sarà sottoposta all'esame
del Consiglio delle autonomie, poi tornerà in Giunta per l'approvazione definitiva e quindi approderà in
Consiglio, prima nelle Commissioni e poi in Aula per l'approvazione verso fine luglio. La prima informativa
della Giunta regionale dà conto della destinazione di 68,5 milioni, lasciando per ora ancora
nell'indeterminatezza il punto di caduta degli altri 86,5 milioni. Quel che è certo è che non sono a
disposizione del Consiglio per eventuali poste puntuali, come assicura l'assessore Zilli, che evidenzia invece
come vi siano ancora delle «poste aperte». Queste andranno compiutamente definendosi nel prosieguo
dell'iter della legge, fino ad arrivare in Consiglio, dove «verranno sicuramente introdotti ulteriori
miglioramenti». Complessivamente, ha proseguito Zilli, è «un provvedimento che punta a dare risposte
concrete a settori strategici per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia, in particolare conferma sanità, lavoro,
attività produttive, agricoltura e infrastrutture, proseguendo l'azione di valorizzazione delle risorse a
disposizione delle Direzioni regionali. Nel particolare, ha illustrato l'assessore, «la Giunta ha stanziato oltre
9 milioni di euro a favore della sanità, grazie ai quali saranno effettuati gli attesi adeguamenti contrattuali,
ma ha previsto anche il rifinanziamento dello sconto per l'acquisto di carburanti».
Altro capitolo cui il Governo guidato da Massimiliano Fedriga ha deciso di porre un'attenzione particolare è
il lavoro, per il quale è previsto «lo stanziamento di un milione di euro per i cantieri-lavoro, che
rappresentano una risorsa importante per i Comuni e le persone in difficoltà che necessitano di un impiego
temporaneo, e 4,5 milioni per le politiche di sostegno attivo al lavoro». Non sono precisate le cifre, ma è
sicuramente destinataria di risorse, ha assicurato Zilli, «il rifinanziamento della norma che ha già consentito
a numerosi Comuni di migliorare il servizio di scuolabus e aumentare il livello di sicurezza dei bambini
trasportati con l'acquisto di nuovi mezzi». C'è poi il capitolo investimenti, con 11 milioni a supporto del
rilancio delle strutture turistiche della regione che, come ha più volte evidenziato l'assessore regionale al
Turismo Sergio Bini, rappresentano in alcune aree il tallone d'Achille per continuare a essere attrattivi
rispetto a un turismo sempre più in cerca di accoglienza di qualità. In questo ambito annunciato anche
l'apertura di un nuovo bando per le manifestazioni e gli eventi di rilevanza turistica per il territorio
regionale, che avrà una copertura di circa 1,5 milioni. I danni provocati dall'uragano Vaia nel mondo
dell'agricoltura sono stati significativi e perciò nell'assestamento di Bilancio un'attenzione particolare sarà
riservata a questa situazione, con lo stanziamento di 17 milioni riservati al ristoro dei danni causati
dall'uragano lo scorso ottobre e al Fondo di rotazione per le emergenze. Infine, ha concluso l'assessore Zilli,
«abbiamo deciso di investire 12 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture regionali, a partire
dagli scali portuali, che giocano un ruolo fondamentale nell'economia del Friuli Venezia Giulia, e 15 milioni
di euro nelle strutture sanitarie». (Antonella Lanfrit)

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Energia, Ascopiave fa un colosso con Hera (Gazzettino)
Ascopiave sceglie Hera. Sottoscritta ieri l'alleanza commerciale attraverso la joint venture EstEnergy da
oltre 1 milione di clienti con un valore complessivo della nuova realtà di 864,5 milioni ed Ebitda di 69
milioni. Con questa operazione il gruppo Hera, che nel Nordest controlla già AcegasApsAmga, supera i 3
milioni di clienti tra gas ed elettricità. Ascopiave in contropartita si prende la rete di distribuzione di Hera in
Veneto e Friuli Venezia Giulia, diventando il primo operatore nel Nordest con 775.000 punti di riconsegna,
12mila chilometri di rete e un ebitda aggiunto di 15,9 milioni. Battute Edison, Italgas e la cordata A2a-Aim-
Agsm.
La lettera d'intenti sottoscritta ieri tra i cda di Hera e Ascopiave (foto sede centrale) che verrà finalizzata in
un accordo quadro entro il 31 Luglio 2019 definisce i perimetri coinvolti, i termini economici dell'accordo,
nonché i relativi elementi di governance. L'accordo nell'area commercializzazione clienti gas e energia
elettrica prevede la creazione di un unico operatore per le rispettive attività commerciali nelle regioni del
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, attraverso EstEnergy, già oggi società controllata
congiuntamente da Ascopiave e Hera Comm, veicolo commerciale del gruppo Hera. EstEnergy vedrà un
allargamento deciso delle sua attività andando a ricomprendere il business commerciale del gruppo
Ascopiave relativo alle società controllate Ascotrade, Ascopiave Energie, Blue Meta e alle joint venture Asm
Set (49%), Etra Energia (51%) e Sinergie Italiane in liquidazione (30,94%) nonché la società Energia Base
Trieste (92.000 contratti gestiti) e i clienti del Veneto e Friuli di Hera Comm (96.000 contratti gas e 68.000
contratti elettrici), dando così luogo a un operatore primario radicato nel territorio del Nordest con un
portafoglio di oltre 795.000 contratti gas e 265.000 contratti elettrici totali a fine 2018. EstEnergy, sede a
Trieste, vecchio veicolo che era stato varato proprio per un'alleanza tra Acegas e Ascopiave, quando
pienamente operativa, avrà un sbitda consolidato pari a circa 69 milioni di euro, escludendo il contributo
delle società detenute con quote di minoranza. Il capitale sociale di EstEnergy sarà detenuto per il 52% da
Hera e per il 48% da Ascopiave (era al 49%). Le parti hanno condiviso che il valore patrimoniale della nuova
EstEnergy sia di 864,5 milioni e sia oggetto degli eventuali successivi aggiustamenti di prassi rispetto alla
data del closing. Per 601 milioni sono riconducibili alle attività commerciali di provenienza Ascopiave e per
263 milioni alle attività di Hera Comm. Verrà sottoscritto un patto parasociale che prevederà un cda della
nuova EstEnergy composto da 5 membri: 3 nominati da Hera, a cui spetterà la nomina dell'Ad, e 2 da
Ascopiave, a cui spetterà la nomina del presidente, così come del presidente del collegio sindacale. Per 7
anni Ascopaive avrà diritto a cedere fino all'intera partecipazione detenuta in EstEnergy ad un prezzo
prefissato.
Amgas Blu, società commerciale integralmente detenuta da Ascopiave attiva nella provincia di Foggia con
circa 50.000 clienti, verrà acquisita direttamente da Hera Comm per circa 44 milioni. Ascopiave alla data
della chiusura dell'intesa acquisirà una partecipazione di circa il 3,6% di Hera Comm al prezzo di 65 milioni,
col diritto alla nomina di un consigliere di amministrazione all'interno del cda. Anche per questa quota è
previsto un meccanismo a favore di Ascopiave della cessione della partecipazione detenuta in Hera Comm,
da esercitarsi nello stesso periodo di 7 anni. Il riassetto delle attività della distribuzione gas prevede, invece,
l'acquisto da parte di Ascopiave da Hera di un perimetro di concessioni ricomprendente 188.000 punti di
riconsegna distribuiti in Veneto e Friuli-Venezia Giulia ad un valore di investimento pari a 171 milioni e un
ebitda pro forma di 15,9 milioni. Con questa operazione Ascopiave gestirà alla fine circa 775.000 utenti e
oltre 12.000 chilometri di rete, diventando così il primo operatore del Triveneto per dimensioni e
consolidando la sua posizione a livello nazionale. L'operazione, oltre alla definizione degli accordi finali
entro il termine del 31 luglio 2019, dovrà chiudersi entro fine anno. Ascopiave oggi detiene concessioni e
affidamenti diretti per la gestione dell'attività di distribuzione in oltre 228 Comuni, fornendo il servizio a 1,5
milioni di abitanti, attraverso una rete di distribuzione che si estende per oltre 10.000 chilometri. Le società
del gruppo nel 2018 hanno venduto ai clienti finali oltre 1 miliardo di metri cubi di gas. Hera è una delle
maggiori multiutility italiane con quasi 9.000 dipendenti e serve già 4,4 milioni di cittadini. Oltre 350 i
Comuni già serviti. (Maurizio Crema)

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La riforma sanitaria parte da Gemona. In ospedale il centro di riabilitazione (M. Veneto)
Mattia Pertoldi - Trasformatosi in una sorta di casus belli sanitario - metaforicamente parlando - nella
passata legislatura con la nascita dei comitati a difesa del nosocomio e contro la giunta di Debora
Serracchiani, l'ospedale di Gemona si appresta, da qui ai prossimi mesi, a vestire i panni di un nuovo
simbolo, questa volta ampiamente positivo almeno a sentire i commenti, della riforma del centrodestra,
anzi della seconda parte della stessa dopo la ridefinizione dei perimetri delle Aziende decisa a fine 2018.La
giunta, infatti, ha deciso di presentare un emendamento alla legge "omnibus" che arriva oggi in Aula in cui
Gemona, in estrema sintesi, affiancherà il Gervasutta di Udine come centro di riferimento regionale per la
riabilitazione avviando, perciò, quel percorso di specializzazione dei nosocomi "spoke" che l'attuale governo
regionale ha intenzione di mettere a punto da qui a fine legislatura. «Dimostriamo con i fatti - ha detto il
presidente Massimiliano Fedriga - il cambio di passo che vogliamo innestare rispetto al passato e, in questo
mondo, rispondiamo anche alle bugie di quanti ci accusano di voler chiudere gli ospedali. Da Gemona si
avvia quel processo di specializzazione e di valorizzazione dei territori e del sistema sanitario regionale,
effettuato senza alcun taglio, ma attraverso un programma di efficientamento e di rinuncia agli sprechi.
Perché la nostra stella polare, da sempre, è quella che salvaguarda le esigenze di ogni singolo territorio
inserendole, però, all'interno di uno schema complessivo che tiene conto dell'intero sistema regionale».La
scelta del "matrimonio" tra Gervasutta e Gemona nasce dalla considerazione di come l'istituto udinese sia,
attualmente, il punto di riferimento regionale per la riabilitazione avanzata. All'interno della struttura, nel
corso del tempo, sono state sviluppate alcune linee di lavoro dedicate alla casistica più complessa, ma la
capacità di ricovero è quasi esaurita dalle gravi cerebro-lesioni e dai danni vertebro-midollari: dai casi di
pazienti, cioè, che necessitano di lunghi periodi di recupero e, inevitabilmente, esauriscono i posti lett. A
Gemona, quindi, da diversi anni è attiva una funzione di riabilitazione cardiologica che, però, al momento
può affrontare una casistica meno complessa di quella che potrebbe trattare con la conseguenza che, pur in
presenza della maggior parte delle competenze richieste, diversi pazienti continuano a essere inviati fuori
regione per i ricoveri. In Friuli Venezia Giulia, infatti, tale tipologia di struttura non c'è. L'attività si configura
come una funzione di alta specialità nel campo della riabilitazione e l'idea, dunque, è stata quella di
agganciarla al Gervasutta che così potrà operare in una sorta di sede staccata che, tra l'altro, consentirà
quelle espansioni di attività che la sede di Udine non è in grado di sostenere per dimensioni.Rispetto ad
altre strutture, inoltre, la sede di Gemona è stata valutata come idonea ad assicurare l'espansione del
Gervasutta, sia per collocazione geografica sia per presenza di servizi interni a supporto di tale attività, non
ultimo il presidio del punto di primo intervento da parte di medici esperti in emergenza. Il tutto senza
dimenticare come la prossima appartenenza alla stessa Azienda del Gervasutta faciliterà di molto le
integrazioni inevitabilmente necessarie che potranno essere assicurate senza il ricorso a convenzioni fra
enti diversi.A partire da queste valutazioni, quindi, è partita nei mesi una trattativa tra assessorato, Comuni,
Comitati locali, con lo sguardo interessato anche dell'assessore gemonese Barbara Zilli, per arrivare al
risultato finale. «Questo è il primo vero colpo innestato alla riforma Serracchiani - spiega il vicepresidente
Riccardo Riccardi - grazie alla realizzazione di una strategia di rapporto vero tra ospedale "hub" e "spoke"
grazie al quale portare fuori dai grandi ospedali attività di eccellenza, ma programmabili. Le strutture
devono sempre specializzarsi per consentire la qualità delle equipe di professionisti con i conseguenti
investimenti. È stato un lavoro portato avanti in silenzio, con la collaborazione dei sindaci con i quali siamo
arrivati a una soluzione responsabile e compatibile con il nuovo modello di sistema sanitario». Pollice alto,
infine, dal sindaco di Gemona Roberto Revelant. «Sono felicissimo - sostiene - perché il percorso è stato
rapido, con risposte veloci dalla Regione che ci hanno permesso di raggiungere un risultato importante per
tutto il territorio».
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I dirigenti medici: solo Palmanova garantisce qualità
Lettera di 6 primari della Bassa friulana «Latisana è sicura»
testi non disponibili

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Patto Fincantieri-Naval promosso dai mercati (Piccolo)
Luigi Dell'Olio - La firma dell'accordo con Naval Group e l'avvicinarsi del via libera dell'Antitrust Ue
all'acquisizione di Stx France portano una nuova ondata di ottimismo sul titolo Fincantieri. Ieri la società
cantieristica triestina ha chiuso la seduta di Piazza Affari in progresso dell'1,07% (dopo aver anche superato
il 2% di progresso nel corso della giornata) a quota 0,99 euro, a fronte del +0,01% messo a segno dal Ftse
All Share. Una performance che si spiega con la firma, annunciata venerdì sera (quindi a Borse chiuse) della
partnership con Naval Group. L'alleanza italo-francese, la cui formalizzazione è prevista entro fine anno,
punta a rafforzare la cooperazione (dalle attività di ricerca e sviluppo a offerte congiunte per programmi
binazionali) nel segmento delle navi militari tra i due gruppi, con la previsione di ordinativi fino a 5 miliardi
di dollari nel prossimo decennio attraverso commesse per 10-15 navi da guerra sulle quali realizzare
sinergie stimabili intorno al 10-15%. La notizia ha ricevuto una promozione da Equita Sim, che in un report
pubblicato ieri spiega: «Nel breve non vediamo impatti significativi sul titolo ma nel medio termine
l'operazione potrebbe aprire nuove opportunità commerciali sfruttando una dimensione più competitiva
nel settore militare». Gli analisti esprimono la raccomandazione "hold" (cioè conservare in portafoglio) sul
titolo, con un prezzo obiettivo di 1,30 euro, a indicare quindi un potenziale di rivalutazione intorno al 30%,
che riporterebbe le quotazioni sui livelli di un anno. Lo stesso target price viene indicato da Kepler
Cheuvreux, con gli analisti che spiegano: «La joint potrebbe avere un impatto positivo sia sui costi sia sui
ricavi, ma non sono stati resi noti target quantitativi». Secondo i dati raccolti da Bloomberg, le
raccomandazioni sul titolo si suddividono in cinque "buy" (cioè comprare) e due "hold" con target price
medio a 12 mesi a 1,34 euro, Anche Mediobanca Securities promuove l'accordo e sottolinea che ora
l'attenzione si sposta sulla pronuncia dell'Antitrust Ue sull'operazione Stx, decisione in grado di rafforzare
ulteriormente la posizione di Fincantieri nella crocieristica. Il disco verde appare scontato e potrebbe
arrivare a breve, ponendo così la parola fine su un percorso durato due anni, con lunghe trattative che
hanno coinvolto non solo gli aspetti di business, ma soprattutto quelli politici. L'accordo iniziale era stato
siglato a valle dell'intesa raggiunta dagli allora presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e presidente
francese Francois Hollande. Tuttavia fu messo in discussione pochi mesi dopo dall'elezione all'Eliseo di
Emmanuel Macron, con l'attivazione della clausola di nazionalizzazione prevista dal contratto. L'attività
diplomatica sull'asse Roma-Parigi ha consentito poi di limare le distanze, fino ad arrivare all'annuncio del
febbraio scorso, in virtù del quale il gruppo triestino - tramite la controllata Fincantieri Europe - ha rilevato
il 50% (più l'1% in prestito dallo Stato transalpino) dell'allora Stx France, fatto salvo il via libera delle
autorità Antistrust dei vari Paesi in cui operano le due società, nonché di quella comunitaria.

«Illegittimo il requisito di 5 anni di residenza per il bonus assunzioni» (M. Veneto)
È illegittimo introdurre il requisito dell'anzianità di residenza di 5 anni di un lavoratore affinché il datore di
lavoro possa concorrere agli incentivi occupazionali regionali previsti dalla legge, come deciso dalla giunta
di Massimiliano Fedriga. A sostenerlo è l'associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che ha inviato
ai consiglieri regionali una lettera per chiedere che vengano modificati quei criteri.L'associazione sostiene
che quei paletti siano in contrasto con Costituzione, normative comunitarie e internazionali. «La nuova
normativa - scrive l'Asgi - finirebbe per sfavorire il reinserimento di lavoratori di altri Paesi Ue residenti in
regione o dei lavoratori frontalieri» e creerebbe uno «svantaggio al reinserimento dei lavoratori italiani
provenienti da altre regioni o che hanno vissuto dei periodi di residenza all'estero, violando l'articolo 120
della Costituzione, che vieta misure regionali di tipo "protezionistico" sul mercato del lavoro». Per l'Asgi
«verrebbe inoltre meno la parità di trattamento nell'accesso all'impiego per i lavoratori stranieri extra
Ue».L'associazione esprime inoltre perplessità sulla norma proposta nel disegno di legge che intende
modificare la legislazione regionale in materia di immigrazione, consentendo l'assegnazione di
finanziamenti regionali per sostenere le spese destinate ai rimpatri di immigrati colpiti da provvedimenti
espulsivi. «Quella norma potrebbe avere profili di incostituzionalità: la materia è riservata alla competenza
esclusiva dello Stato». Se approvate, quindi, le norme per l'Asgi esporrebbero la Regione a possibili
contenziosi dinanzi alla Corte Costituzionale.

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La nuova geografia dem tra "zingarettiani", dialoganti e oppositori (Piccolo)
Marco Ballico - Zingarettiani, dialoganti, oppositori. Se non li si vuole chiamare con i nomi delle correnti,
anche perché in pochi vi appartengono dichiaratamente, i dem del Friuli Venezia Giulia sono divisi in tre
aree. C'è chi sta con il nuovo segretario, senza averne il culto. Chi ha sospeso il giudizio e attende di vedere
all'opera la segreteria appena nominata dal presidente della Regione Lazio, ma non approva la fase
dell'esclusione. Come per esempio Debora Serracchiani: «Un partito non dovrebbe ripetere due volte
l'errore di tener fuori pezzi della sua minoranza». E chi infine, proprio per l'epurazione del vecchio corso
renziano, pur non appartenendo a nessuna corrente, e senza manifestare aperta nostalgia per l'ex premier,
ha già sentenziato: così non va. La fine della pace - oggi i primi, importanti riflessi in direzione nazionale - è
certificata da Ettore Rosato che dice: «Non vedo una leadership». Dichiarazione che traduce la convinzione
di più di un democratico sulla carenza di carisma di Zingaretti (e pure di Maurizio Martina, in tanti dicono
che non sarebbe cambiato un granché). Il vicepresidente della Camera, che con Renzi fu capogruppo a
Montecitorio, membro influente del cerchio magico e "papà" della legge elettorale, non fa passi indietro,
ma precisa: «Non è un commento contro Zingaretti. E non ho obiezioni sulla segreteria: l'ha scelta lui a
immagine del partito che desidera». Un partito a filiera Pci-Pds-Ds, senza provenienze della Margherita, con
i renziani banditi. Rosato non ha il timore di collocarsi tra chi non condivide. Né si è entusiasmato per un
risultato del voto europeo che fa segnare solo tre punti percentuali in più rispetto alle politiche del 2018
pur avendo sul carro delle europee anche i D'Alema, i Bersani, i Prodi, i Pisapia, i Tabacci, le Lorenzin.
Troppo poco dopo un anno di opposizione a un governo marcatamente di destra. Altri esponenti Fvg, dopo
aver sostenuto Martina, preferiscono invece una posizione d'attesa. Sono quelli di "Fianco a fianco", dal
nome della mozione congressuale dell'ex ministro delle Politiche agricole. Li chiamano «dialoganti» perché
vicini alla segreteria, con lo stesso Martina indicato per la revisione dello statuto. Ci sono tra questi
Serracchiani, i consiglieri regionali Franco Iacop e Diego Moretti, l'ex parlamentare pordenonese Giorgio
Zanin. L'ex presidente della Regione, che è stata vicesegretaria di Renzi e responsabile dei trasporti, e ora,
insieme ad Anna Ascani, è vicepresidente del partito, non fa mancare il suo richiamo. «I segretari, una volta
eletti, vanno aiutati a lavorare al meglio. Ma Zingaretti e il presidente Gentiloni diano a loro volta un
segnale inclusivo - incalza Serracchiani -. E se qualcuno vuole uscire dal partito, lo faccia subito, non stia a
scrutare il momento più utile. Il Paese è in tale stato di pericolo che c'è bisogno di tutti. Anzi, c'è bisogno di
aprirsi e fare entrare forze nuove. Di certo va evitato il ritorno delle lotte intestine».Anche Sergio
Bolzonello, capogruppo in regione tuona contro balletti e litigi quotidiani: «Sono fuori da ogni logica. Non a
caso, grazie all'unità e a una prospettiva data al paese, la gente, seppure con prudenza, è tornata a credere
nelle proposte del Pd. Chi non ci si ritrova, faccia un altro partito. Diversamente, si lavori per la produzione
di idee in un'unità non solo di facciata». Con Zingaretti, senza tentennamenti, si confermano invece i
sostenitori della prima ora. Ci sono il più votato in Consiglio regionale Francesco Russo, l'ex sindaco di
Trieste Roberto Cosolini, la giovane indicata in direzione nazionale direttamente dal segretario Caterina
Conti, gli udinesi Vincenzo Martines e Alessandro Venanzi. Russo ha parole decise contro chi alimenta una
nuova stagione di veleni: «Non capire in questo momento che c'è bisogno di unità per risolvere i problemi e
fronteggiare una destra come mai abbiamo visto prima significa voler perdere tempo in beghe che agli
elettori non interessano. La segreteria Zingaretti? I giudizi si danno quando le persone iniziano ad agire. Le
critiche di questi giorni sono inutili e pretestuose».Una raccomandazione arriva anche dall'ex segretario
regionale Salvatore Spitaleri, che crede sia però necessario rimettere mano alla segreteria, «che segna un
passo indietro rispetto al modello delle liste europee, quello di una progettualità più aperta e inclusiva. La
penso esattamente come in un fresco post di Calenda: basta con gli inutili conflitti mentre il paese fa ogni
giorno un passo verso il baratro. Si deve costruire un governo ombra e lavorare alla coalizione e al
programma».

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CRONACHE LOCALI

Primi bandi Ater con i nuovi paletti "frena stranieri". Migliaia in corsa (Piccolo Trieste)
Laura Tonero - Gli attuali inquilini Ater, e quelli che aspirano a diventarlo, faranno bene ad attrezzarsi,
preparando per tempo carte, documenti e modelli Isee. Entro dicembre infatti andranno presentate le
domande per partecipare ai nuovi bandi emessi dell'Agenzia per l'edilizia residenziale. I primi stilati sulla
base dei criteri fissati di recente dalla giunta regionale, che porteranno all'elaborazione della futura
graduatoria, da cui si attingerà per assegnare i prossimi alloggi freschi di cantiere. Nel caso di Trieste 25
appartamenti in via Flavia e 86 in via Gradisca e via Gemona, in quello di Muggia di 12 alloggi in via
Mocenico.I nuovi bandi - pubblicati da ieri sull'albo pretorio delle singole amministrazioni comunali, della
Regione e sul sito dell'Ater - come detto sono i primi a tener conto dei nuovi parametri voluti dall'esecutivo
Fedriga per agevolare l'assegnazione ai residenti, mettendo invece un freno agli stranieri. Le graduatorie
che ne deriveranno entreranno in vigore, come detto, dalla prossima primavera e sostituiranno quelle
risultanti dai bandi del 2017 che, per legge, scadono dopo due anni, questa volta senza proroghe.Per molti
cittadini che non avevano mai presentato richiesta per un appartamento di edilizia popolare, si apre così
una possibilità. Dal 2017 ad oggi molte famiglie possono aver visto cambiare la loro situazione economica,
tanto da aver maturato i requisiti utili ad entrare in graduatoria. Inoltre i paletti fissati all'accesso dei
cittadini stranieri potrebbero agevolare i triestini.I 3.873 cittadini che attualmente sono inseriti nelle
graduatorie dei diversi comuni della nostra provincia, «riceveranno una lettera che li informerà della
necessità di ripresentare la domanda - spiega il direttore dell'Ater, Antonio Ius -. Non c'è alcun
automatismo che preveda il passaggio da una graduatoria a quella successiva. Ricordo che presentare la
domanda non ha costi».Per essere ammessi al bando, bisogna essere anagraficamente residenti sul
territorio regionale non più da 2 anni bensì da almeno 5 anni, anche non continuativi negli 8 anni
precedenti. Serve inoltre essere anagraficamente residenti, ovvero prestare attività lavorativa prevalente,
nel Comune per il cui territorio è indetto il bando. È obbligatorio poi non essere proprietari, nudi proprietari
o usufruttuari di altri alloggi anche per quote all'interno del territorio nazionale o all'estero. A questo
scopo, - e questa è la seconda novità che contraddistingue l'accesso alle nuove graduatorie - i cittadini
extracomunitari (con esclusione dei rifugiati e dei titoli della protezione sussidiaria) per entrare nelle nuove
graduatorie devono presentare la documentazione attestante che tutti i componenti del nucleo familiare
non sono proprietari di altri alloggi nel paese di origine e nel paese di provenienza. Serve infine avere un
Isee non superiore a 20 mila euro. La commissione per l'accertamento dei requisiti, entro 120 giorni dal
termine di presentazione delle domande, formulerà la graduatoria provvisoria che verrà affissa e pubblicata
nei successivi 30 giorni successivi. I titolari delle domande, a quel punto, avranno tempo 10 giorni per
presentare delle osservazioni sui punteggi attribuitigli. Successivamente verrà pubblicata la graduatoria
definitiva. Per il ritiro della modulistica, e un supporto nella presentazione delle domande gli interessati
possono rivolgersi agli uffici Ater di piazza Foraggi.
Nei rioni di Gretta e Valmaura i prossimi alloggi da assegnare
testo non disponibile

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Ortofrutticolo all'ex Duke, in tre bussano in Comune per costruirlo e poi gestirlo (Piccolo Ts)
Fabio Dorigo - «Sono molto felice. Un grosso risultato. Avevo visto giusto». Lorenzo Giorgi, assessore al
Patrimonio, manifesta la soddisfazione per le tre manifestazioni d'interesse arrivate entro la scadenza del
15 giugno per la realizzazione e la gestione del nuovo Mercato ortofrutticolo all'ex Duke di San Dorligo. Le
tre manifestazioni d'interesse sono praticamente un via libera a un nuovo project financing del Comune di
Trieste (un "pallino" del direttore d'area Enrico Conte) dopo quello in corso per il Centro congressi in Porto
vecchio. Un affare da circa due milioni di euro per far traslocare l'attuale Mercato ortofrutticolo e liberare
l'area di Campo Marzio dove, nelle intenzioni del sindaco Roberto Dipiazza, dovrebbe sorgere una
gigantesca "spa" con albergo e terme per un'ipotesi di investimento da 90 milioni di euro.Le tre
manifestazioni d'interesse, di cui non si conoscono i nomi, sono «interessanti», assicura l'assessore, e si
aggiunge alle due richieste giunte in Comune nei mesi scorsi di importanti imprenditori a livello nazionale
per un sopralluogo nell'area dell'ex Duke di San Dorligo, in via Ressel 4. L'area da 14 mila metri quadrati con
relativo immobile industriale (2.515 metri quadrati coperti) è stata acquistata nell'estate dello scorso anno
dal Comune di Trieste per un valore di un milione e 190 mila euro.Un primo intervento da 190 mila euro è
stato a portato a termine nel mese di aprile con i necessari lavori di demolizione delle pareti interne e non
portanti del fabbricato, che hanno portato anche a rimozione e smaltimento dei vecchi impianti. E così
stato emesso un "Avviso di consultazione preliminare di mercato" al fine della preparazione, per l'appunto,
di una procedura di finanza di progetto. Non si tratta di una vera e propria gara d'appalto, che avverrà in un
secondo momento. Ora, dopo la ricezione delle tre manifestazioni di interesse, il Comune aprirà una
trattativa informale con gli stessi soggetti proprio per arrivare alla definizione di un progetto.La novità
"epocale" è la gestione del mercato, che si aggiunge alla sua realizzazione. Una formula già sperimenta con
il Park San Giusto e più recentemente con il futuro Centro congressi in Porto vecchio o con l'impianto
sportivo Giorgio Ferrini di Ponziana. «Il nuovo Mercato ortofrutticolo resterà comunale, ma non sarà più
gestito dal Comune», spiega Giorgii. Il nuovo mercato dovrà avere una superficie coperta di cinquemila
metri quadrati. Nell'avviso si fa anche riferimento alla realizzazione dei magazzini ausiliari di stoccaggio
merci che nell'attuale sede di Campo Marzio occupano un'area di soli 850 metri quadrati. »La gestione dei
mercati comunali deve essere affidata a privati nel nome anche dell'efficienza e della qualità», ribadisce
Giorgi, che a malincuore parla da ex assessore al Commercio (la delega è ora nella mani di Serena Tonel):
«Vogliamo un nuovo mercato snello gestito dagli imprenditori, attrattivo per chi arriva da fuori confine e
capace di fare concorrenza a Udine». Infatti, la nuova locazione nell'area di via Ressel risulterebbe ben
collegata alla Grande viabilità e potenzialmente adatta ad attrarre anche nuovi clienti dalla Slovenia e
Croazia che oggi si dirigono proprio verso Udine.

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Dall'Ater di Gorizia 140 alloggi popolari grazie al recupero di edifici esistenti (Piccolo Go-Monf.)
Francesco Fain - L'imperativo categorico? Recuperare l'esistente. Rimettendo in sesto i palazzi (e gli alloggi)
che già ci sono, evitando nuove colate di cemento e salvaguardando il verde pubblico.È la nuova strategia
dell'Ater di Gorizia che ha in piedi lavori e progetti per la realizzazione complessiva di 140 alloggi popolari,
sia in città, sia nei centri della Destra Isonzo. L'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale sta, dunque,
imprimendo l'accelerazione da tanti auspicata ai vari progetti in saccoccia che metteranno a disposizione
delle famiglie bisognose e che non hanno la possibilità di rivolgersi al libero mercato una serie di nuovi (o
ristrutturati) appartamenti. Ed è una notizia molto attesa nell'Isontino che non è immune, ahinoi, dal
fenomeno della tensione abitativa.A fare il punto dei lavori è il direttore Alessandra Gargiulo. Che ricorda
come la ristrutturazione dello stabile in via Ascoli 16/interno (il corpo prospiciente via Ascoli era stato
oggetto di intervento di ristrutturazione negli anni Ottanta) porterà in dote complessivamente 6 alloggi.
«L'intervento - spiega - è completamente assistito da finanziamento regionale per 835.000 euro. I lavori
sono stati appaltati all'impresa "Monticolo&Foti" di Sgonico per un importo di contratto di 516.755,65
euro. La chiusura del cantiere è prevista per la fine del 2019».Via libera anche all'intervento di recupero
della ex scuola media di San Lorenzo Isontino concessa dal Comune all'Ater in "diritto di superficie". Tale
progetto consentirà la realizzazione di quattro alloggi. Potrebbero sembrare pochi di primo acchitto, ma è
tanta roba per un paese piccolo come San Lorenzo Isontino, in cui la richiesta di appartamenti a canone non
di mercato è in costante crescita. L'intervento è integralmente coperto da finanziamenti regionali derivanti
dalla legge 1/2016 per complessivi 600 mila euro. «L'appalto dei lavori - annota Gargiulo - è previsto entro
quest'anno».Altro intervento importante e atteso riguarda la manutenzione straordinaria di un edificio a
Gradisca d'Isonzo, in via Dante 37, di proprietà del Comune e in gestione all'Ater. Anche in questo caso, si
tratta di un progetto che è interamente coperto da finanziamento regionale (legge 1 del 2016) per 165.000
euro. L'intervento riguarda quattro alloggi. L'impresa esecutrice è la "Edilimpianti" di Trieste e la fine
dell'intervento dovrebbe avvenire a settembre 2019.Prossimo l'avvio dell'intervento (anche contestato) di
Cormòns sull'ex catasto e l'ex pretura: 13 alloggi per un quadro economico di 2.250.000 euro. «È in attesa
di definizione il "Programma periferie" (Dpcm 25 maggio 2016), proposto dal Comune di Gorizia, in cui Ater
- spiega ancora Gargiulo - partecipa con i due interventi di via Pola 1 (10 alloggi per 2,4 milioni) e via
Campagnuzza (18 alloggi finanziati con 4 milioni) nonché con l'intervento sull'ex collegio Filzi che vede
interessati sia il Comune sia la nostra azienda. Recentemente, è stato firmato l'aggiornamento della
convenzione tra Ministero e Comune».In corso di progettazione l'intervento di completamento dell'ambito
dei "Contratti di quartiere 2" per la realizzazione di dieci appartamenti nel lotto ancora disponibile. Importo
stimato di circa 2 milioni. «Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria degli alloggi sfitti nell'ambito
dei Comuni del Tavolo territoriale 3 Collio-Alto Isontino, allo stato attuale ci sono circa 30 alloggi in fase
esecuzione e 45 alloggi in progettazione. Inoltre, sono in continua lavorazione gli appartamenti che
necessitano di interventi di manutenzione ordinaria, per i quali è di prossima pubblicazione il bando per un
ulteriore accordo-quadro. Gli interventi sugli alloggi sfitti sono realizzati con fondi statali (legge 80 del 2014)
con fondi regionali (legge 1/2016) e con fondi propri».

Ballaben ai vertici del sindacato dell'Ugl (Piccolo Go-Monf.)
«È con piacere e con orgoglio che rendo nota la mia nomina alla guida della Federazione provinciale Ugl-
Metalmeccanici della provincia di Gorizia».A comunicarlo Alessandro Ballaben che ringrazia, in una breve
nota, «per la fiducia che mi è stata accordata in particolare il segretario nazionale Antonio Spera, il
segretario generale Ugl Gorizia Giovanni Falanga e tutti i componenti del direttivo provinciale della
Federazione metalmeccanici che mi hanno sostenuto».«La mia - spiega Ballaben - sarà una segreteria volta
al pieno dialogo tra le parti, in maniera tale da ottenere un miglioramento delle condizioni generali dei
lavoratori».

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Ospedale, c'è preoccupazione per il taglio del personale (Mv Udine)
Fare chiarezza sul taglio di personale e sulla riduzione di posti letto al Santa Maria della Misericordia
annunciati nel Pal, il Piano attuativo locale dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine. Con
questo obiettivo si è riunita, ieri, la Commissione consiliare "Politiche sociali e diritti di cittadinanza"
presieduta da Marco Valentini.A intervenire è stato Giuseppe Tonutti, il commissario dell'Asiud e
dell'Azienda sanitaria 3, realtà che secondo la riforma sanitaria si fonderanno per divenire l'Azienda del
Friuli centrale. È toccato a lui, vista l'assenza dell'ultimo istante dell'assessore regionale Riccardo Riccardi,
rispondere alle perplessità dei consiglieri intervenuti, e in particolare di Simona Liguori, prima firmataria di
una mozione sul tema. Tonutti, facendo riferimento alla riduzione di personale (137 i posti che verranno
meno nel 2019 come indicato nel Pal), ha precisato come in molti casi l'obiettivo perseguito sia quello di
eliminare le inefficienze del sistema. «Ci sono, ad esempio, due realtà omologhe che svolgono le stesse
attività». Non sono previsti solo tagli, però, come ha rimarcato lo stesso commissario: «Nel corso dell'anno
saranno a disposizione 20 tecnici in più per la radioterapia: abbiamo macchine che costano 4 milioni l'una e
dopo le 15 sono inutilizzate. Da settembre due di queste macchine lavoreranno dalle 7 alle 21, e dal
prossimo anno contiamo di farle funzionare tutte e quattro con gli stessi orari».Per quanto riguarda i posti
letto, la riduzione sarà di 26 unità, con alcuni posti destinati a essere ridistribuiti sul territorio. «A Udine - ha
aggiunto Tonutti - ci sono troppi reparti troppo piccoli. L'obiettivo è razionalizzare senza però razionare i
servizi». Davanti alle perplessità di alcuni consiglieri, preoccupati per i disservizi a cui rischia di andare
incontro il Santa Maria della Misericordia, Tonutti ha messo in evidenza come a oggi, la riduzione di
personale sia ferma a 38 unità. Chiedendo la riconvocazione della Commissione e contando sulla presenza
dell'assessore Riccardi, Giovanni Barillari ha auspicato che, al di là dei numeri, si approfondisca il tema degli
indicatori di qualità: «È ciò che preme davvero ai cittadini e a noi amministratori». --A.C.
Apre lo sportello dei pazienti gestito dalle associazioni di volontariato
testo non disponibile

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Legacoop: «Proteggere il nostro mercato dalle infiltrazioni mafiose» (Gazzettino Pordenone)
La cooperazione chiede un mercato protetto dall'infiltrazione mafiosa e malavitosa. Non solo. Dobbiamo
rimboccarci le maniche per costruire reti di impresa e tavoli intersettoriali con protagoniste le cooperative,
far progredire l'Alleanza delle cooperative italiane (Aci) oltre a rafforzare le relazioni con il territorio e le
istituzioni. Sono questi alcuni degli obiettivi strategici di Legacoop Fvg espressi dal neo presidente Livio
Nanino, alla sua prima uscita ufficiale in occasione dell'assemblea delle cooperative aderenti a Legacoop
Fvg che si tenuta al teatro Pasolini di Casarsa. Nella sua relazione, Nanino ha sottolineato l'esigenza di
condividere gli indirizzi strategici della politica regionale per poter adeguare e innovare le linee di sviluppo
della centrale cooperative. Un'interlocuzione continua porta beneficio al territorio - ha detto il presidente
Nanino - e alla comunità regionale. Diversi i temi messi sul tavolo fra cui quelli attinenti alle politiche
dell'inclusione sociale e lavorativa, delle politiche di contrasto alla povertà e della legalità. La cooperazione
non chiede un mercato protetto dalla concorrenza - ha specificato - ma un mercato protetto
dall'infiltrazione mafiosa, malavitosa. Per questo è necessario alzare l'impegno contro chi sceglie la forma
giuridica della cooperativa per eludere le regole della leale concorrenza e dell'agire nella legalità. Sul punto,
il presidente ha sottolineato come una delle possibili azioni di contrasto sia il rafforzamento delle revisioni
oltre ad un'attenzione alla centrale di committenza, alla costruzione dei capitolati. E poi - ha proseguito
Nanino - andrebbe abbandonato il massimo ribasso che non ha dimostrato efficacia nel contenimento dei
costi e permeabilità nei confronti del malaffare.
Il presidente è passato quindi a snocciolare i dati riferiti allo stato di salute di Legacoop Fvg: è una realtà
che conta 188 cooperative aderenti (sono 6 i nuovi ingressi), 210.327 soci cooperatori, 15.893 addetti e un
fatturato di 1,5 miliardi di euro. La cooperativa più longeva conta 113 anni di vita mentre anche la presenza
femminile è molto incisiva, con il 52,5% di socie e il 65,8% di lavoratrici. C'è da dire che leggendo i dati, si
nota che in generale i conti hanno tenuto, ma con alcune differenze nei diversi macro settori: le costruzioni
hanno diminuito il fatturato, l'impiantistica è sui livelli dell'anno precedente, mentre i settori dei servizi,
quello sociale e l'agroalimentare hanno registrato un lieve aumento. L'occupazione ha tenuto in tutti i
settori, in lieve calo il fatturato dei consumi. L'apertura dei lavori assembleari è stata preceduta dagli
interventi del sindaco Lavinia Clarotto, del presidente di Alleanza Cooperative Italiane Fvg Giuseppe Graffi
Brunoro e dell'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen che ha evidenziato come l'identità e il rapporto
con la comunità siano i due elementi che hanno permesso alla cooperazione di distinguersi rispetto alle
altre forme di impresa assieme all'attenzione alla formazione continua di lavoratori. Nell'occasione è stata
consegnata una targa per i cento anni di fondazione di Coop Casarsa al suo presidente Mauro Praturlon.
Dopo un secolo - ha spiegato Praturlon - siamo oltre 16 mila soci e, da un unico spaccio in piazza a Casarsa,
siamo arrivati a 14 tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, da due dipendenti a 120, garantendo occupazione
nelle stesse comunità che serviamo. La giornata è stata aperta dalla tavola rotonda Dalla tavola al campo,
ripensiamo le nostre filiere, moderata dal giornalista Rossano Cattivello con la partecipazione tra gli altri del
presidente di Coop Italia Marco Pedroni. (Emanuele Minca)

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Maxi cantiere aperto tutta l'estate per finire il nuovo ospedale in 2 anni (Mv Pordenone)
Donatella Schettini - Rimarrà aperto tutta l'estate il cantiere del nuovo ospedale e della cittadella della
salute. Il cronoprogramma per ora è rispettato, gli operai sono destinati ad aumentare e nei prossimi mesi
arriveranno i bagni per le camere da degenza, già montati, solo da "inserire" nelle stanze.LavoriOspedale e
cittadella stanno crescendo a vista d'occhio, basta passarci davanti per vedere i progressi del cantiere
dell'associazione temporanea di impresa Cmb di Carpi e Polese di Sacile. In entrambi i casi il
cronoprogramma è rispettato e non ci sono stati intoppi. Quanto all'ospedale, in questo momento le
attività sono concentrate nel completamento degli edifici Nh 3 e Nh 4, quelli più vicini all'attuale pronto
soccorso.È stata realizzata la copertura e adesso si procederà con la chiusura delle pareti e le tre facciate,
tutte diverse tra di loro. Una volta concluso anche questo lavoro gli operai proseguiranno con serramenti e
impianti. Parallelamente si andrà avanti per il completamento degli altri due edifici, Nh1 e Nh2 e per la
parte relativa agli ambulatori. Stesso discorso per la cittadella della salute, dove l'edificio centrale sta
crescendo. Sono due cantieri diversi che richiedono lavorazioni e tempi diversi. Complessivamente la spesa
è di 170 milioni di euro, l'opera più importante che la provincia di Pordenone ricordi da anni.
Rimane quello fissato a avvio dei lavori. Estate 2020 per la conclusione della cittadella della salute e
novembre del 2021 per l'ospedale. Non ci sono stati scostamenti, anche grazie a una programmazione che
prevede spostamenti di lavorazioni all'interno del programma generale per evitare tempi persi.
Attualmente sono settanta circa gli addetti che operano nel cantiere dell'ospedale e una decina quelli per la
cittadella della salute. Entrando nel vivo delle lavorazioni il loro numero è destinato ad aumentare. Un
cantiere che non si fermerà nel periodo estivo. Probabile di chiusura qualche giorno in prossimità di
Ferragosto, ma per il resto dell'estate le maestranze, a turno, continueranno a lavorare.
Centrale tecnologica È il terzo edificio del complesso del nuovo ospedale, per cui la Regione ha stanziato 9
milioni di fondi europei. Sono stati realizzati l'edificio e il tetto. Il progetto prevede di coprire al massimo gli
impianti tecnologici, per evitare il più possibile che siano a vista e che creino problemi di rumore o di
vibrazioni. Le prime apparecchiature tecnologiche del nuovo ospedale saranno inserite nella nuova centrale
sia perché andranno collegate con la distribuzione primaria della struttura sia perché si tratta di
approvvigionamenti che necessitano di tempi più lunghi.BagniLe prime dotazioni interne arriveranno nel
mese di settembre. Sono 240 i bagni per le altrettante camere di degenza del nosocomio. Arriveranno al
cantiere dei box già montati, saranno "inseriti" negli appositi spazi e collegati agli impianti. La stanza è
praticamente già pronta. Una modalità, questa, che si sta diffondendo sempre di più nel caso di costruzioni
di alberghi e grandi strutture come gli ospedali. Modalità diversa invece, per i bagni degli ambulatori e del
personale che saranno realizzati nella maniera tradizionale. Nei mesi successivi, in base al cantiere,
cominceranno ad arrivare anche le altre dotazioni che sono state scelte, dalla piastrelle ai pavimenti fino ai
letti con testiera. Oltre a bagni, letti e arredi vari, è anche tempo di pensare alla dotazione tecnologica. La
Regione ha stanziato 7 milioni 900 mila euro e ce ne vorranno probabilmente degli altri. Il programma era
anche quello di avviare uno studio per capire quale strumentazione portare nel nuovo ospedale e quale no,
tenendo anche conto che gli ultimi acquisti sono stati realizzati anche nell'ottica del trasferimento.

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Acc, la procura insiste per assolvere Ramella (Gazzettino Pordenone)
La Procura ha confermato la sua linea sul caso Acc compressors spa. Al processo in abbreviato dinanzi al
gup Rodolfo Piccin (nato da un'imputazione coatta dopo l'intervento della Procura generale) il pm
d'udienza Andrea Del Missier ha chiesto l'assoluzione per il manager milanese Luca Amedeo Ramella, 62
anni. Al termine di una discussione durata più di sei ore il giudice ha rinviato per repliche e sentenza al 30
settembre. A Ramella, nella sua veste di ex ad e presidente del cda di Acc e managing director di Alix
partners srl vengono contestate varie ipotesi di bancarotta. Tutte le parti civili hanno chiesto la condanna
dell'imputato: il commissario Maurizio Castro per l'amministrazione straordinaria della società (il legale
Fabio Cozzi ha chiesto l'inasprimento dei capi d'accusa), i sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil e la Regione Veneto
(difesa dall'avvocato Sebastiano Tonon). Le parti civili imputano al management un buco milionario,
quantificato dal commissario in 450 milioni di euro alla fine del 2012. Secondo la difesa, invece, in
quell'anno ci sarebbe stato solo un modesto fabbisogno di cassa. All'ex ad vengono contestati:
l'aggravamento del dissesto finanziario per non aver chiesto il fallimento; un'ipotesi di bancarotta
preferenziale o distrattiva per aver percepito compensi dalle società del gruppo tramite Alix partners dal
2008 al 2012; la sovrastima del marchio (27 milioni di euro) nell'ambito di un conferimento di ramo
d'azienda per far apparire più rosei i bilanci della società.L'avvocato Luigi Panella di Roma, invece, ha
concluso per l'assoluzione. Nella sua arringa di un paio d'ore il legale ha effettuato una ricognizione a 360
gradi su tutto il materiale raccolto, confutando le affermazioni delle parti civili. La difesa dell'imputato ha
sostenuto che esisteva la continuità aziendale nel momento in cui è stato conferito il marchio; che le perizie
di stima sul valore erano state redatte da esperti indipendenti in base ai principi contabili internazionali e ai
piani industriali ritenuti sostenibili dall'attestatore e da una società terza indicata dalle banche; che gli
istituti di credito avevano dato consenso e sostegno alla ristrutturazione della società (all'epoca detentrice
secondo la difesa di una quota del 40 per cento del mercato dei compressori). L'avvocato Bruno Malattia ha
rimarcato l'insussistenza del falso in bilancio: le relazioni degli amministratori davano atto della reale
situazione. Intanto a Milano il giudice ha escluso Ramella dalla causa civile, fatto salvo l'eventuale diritto di
regresso sollevato dal collegio dei sindaci.

L'Auser dà i numeri del suo volontariato (Gazzettino Pordenone)
«Quello che voi fate ha un valore sociale inestimabile, perché è rivolto a persone che hanno bisogno e che
aiutate senza nulla chiedere in cambio; a voi vada il grazie della Amministrazione che qui rappresento
assieme all'assessore Antonella Bando». Lo ha sottolineato il sindaca Carlo Spagnol intervenendo
all'assemblea annuale dei soci dell'Auser Alto Livenza - Filo d'Argento, nel commentare le cifre del bilancio
consuntivo illustrato da Enrico Marchiò e i dati dell'attività letti dal presidente Francesco Naccari. «Una
attività, quella 2018 - ha sottolineato il presidente Naccari - in aumento rispetto al 2017, frutto
dell'impegno dei 431 iscritti di cui 44 volontari, 16 che operano in Casa di riposo, 28 impegnati nelle attività
della ginnastica antalgica, i progetti giù dal letto, nonni con noi e come autisti». Naccari ha quindi
richiamato l'attenzione sugli accompagnamenti, 1.298, dei quali 508 effettuati con i mezzi dell'associazione,
232 con il mezzo attrezzato per il trasporto delle carrozzine, 83 con il pulmino del Comune, 207 sono stati
gli accompagnamenti fuori provincia. In totale sono state impegnate 4.932 ore lavorative per un totale di
63.553 chilometri. Per quanto riguarda le attività, il presidente ha evidenziato gli accompagnamenti di
anziani dalle frazione al mercato del giovedì, per le spese personali e per utilizzare i servizi pubblici. Sono
proseguiti anche i corsi di ginnastica antalgica, sempre molto frequentati. Da non dimenticare «l'impegno di
16 volontari in Casa di riposo dove accanto alla tradizionale attività ludico, pratica, manuale, all'impegno
nell'aiutare alcuni ospiti ai pasti, nel curare la loro igiene e il giovedì nell'accompagnarli in carrozzina al
mercato, curiamo il progetto giù dal letto con l'attività di animazione con filmati. Inoltre tre volontari sono
impegnati al Centro diurno. Rinnovata la convenzione per la custodia della Fattoria sociale Il nostro fiore.
Sono aumentate le richieste del Progetto Cro che prevede gli accompagnamenti da Aviano agli aeroporti,
ma anche dal Cro in altri ospedali per visite specialistiche. È in aumento il numero dei partecipanti al
progetto Nonni con noi, che prevede attività ludo-ricreativa nella Casa del volontariato». Ed è stato lanciato
un messaggio al Comune affinché metta a disposizione uno scuolabus con autista, «noi ci impegneremo
nella parte organizzativa e per la presenza di un accompagnatore». Per quanto riguarda la parte economica
Marchiò ha informato che il bilancio ha chiuso con un utile di 1.401 euro a fronte di 34.159 entrate e
32.758 di spese. (Michelangelo Scarabellotto)

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Atap, gli utili verranno ridistribuiti (Gazzettino Pordenone)
Novità positive sono emerse dall'assemblea dei soci Atap, la società di trasporto pubblico locale con 55
milioni di euro come patrimonio netto, un utile del 2018 di 6 milioni e una situazione dunque di piena
salute. Va ricordato che il Comune di Cordenons detiene il 10,86 per cento delle quote, pari a 19mila e 828
azioni. «Grazie a un buon lavoro di Narciso Gaspardo, presidente di Atap, e all'intero consiglio di
amministrazione ha dichiarato il sindaco Andrea Delle Vedove a una razionalizzazione degli interventi
concentrati sulla mission, finalizzata al miglioramento del servizio ai cittadini, a breve verranno ridistribuiti
gli utili. Grande soddisfazione, quindi, per la giunta che avrà modo di programmare con questi fondi nuovi
servizi ascoltando i bisogni dei cittadini». Tra le note positive del 2018, uscite dal tavolo dei soci,
l'attenzione per la sostenibilità ambientale con l'incremento dei bus ecologici, a basso impatto ambientale,
che già i cittadini hanno potuto toccare con mano. Nel dettaglio, il comune di Cordenons, secondo azionista
dell'Atap, riceverà 600mila euro di dividenti dei complessivi 5 milioni e 650mila euro della società ben
patrimonializzata. Nel bilancio di previsione 2019 sono stati inseriti 300mila euro in base al trend storico, di
conseguenza si avranno maggiori risorse da impiegare. Già a luglio, pertanto, nel bilancio di assestamento si
valuterà come impiegare le risorse aggiuntive. Potrebbero essere destinate al comparto delle
manutenzioni. Da qualche tempo Atap si è concentrata prevalentemente sulla mobilità per garantire un
ottimo servizio pubblico su gomma, tralasciando le attività collaterali, come l'immobiliare e i rifiuti, che
distoglievano l'attenzione dagli obiettivi prioritari. Tuttavia, restano ancora dei nodi aperti: anche
Cordenons guarda con particolare attenzione alla sentenza del Consiglio di Stato rispetto al ricorso
promosso dalla società concorrente, BusItalia, alla gara regionale. Se verrà confermato lo status quo e
quindi l'aggiudicazione definitiva, si procederà attraverso Tpl a gestire il trasporto pubblico locale regionale.
Tornando alle principali entrate del bilancio di Cordenons, oltre a quella assicurata da Atap figurano l'Imu (2
milioni e 400mila euro), la Tarsu (un milione e 800mila euro) e l'addizionale comunale Irpef (un milione e
750mila euro). In aumento i trasferimenti dalla Regione di oltre 100mila euro rispetto all'anno precedente:
verranno impiegati per lo più per le nuove assunzioni. Altra previsione importante di entrata si riferisce a
quella relativa alla discarica prossima all'inaugurazione: 350mila euro. (Alberto Comisso)

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