RASSEGNA STAMPA 17 LUGLIO 2015 - Associazione Agenti Allianz
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RASSEGNA STAMPA 17 LUGLIO 2015 Sede di Milano - C.so Italia 23 Sede di Trieste – Via Fabio Filzi, 21/1
DAL MERCATO ASSICURATIVO ALLIANZ CEDE IMMOBILI PER 120 MLN Vale 118 milioni il portafoglio di immobili che Allianz Real Estate ha ceduto a Cerberus Capital Management, noto fondo di investimento americano. Si tratta di un pacchetto di 141 asset (1.420 unità) situati prevalentemente a Trieste, Torino e Milano e costituiti in egual misura da asset residenziali e uffici, in parte locati. Per il gruppo assicurativo l'operazione rientra nel piano di pulizia e riposizionamento strategico del portafoglio in gestione. «Il tutto da realizzarsi attraverso un'opera di semplif icazione, ottenuta mediante l'incremento del valore medio degli asset gestiti, la concentrazione in città e settori di maggior interesse e il miglioramento dei parametri locativi», ha spiegato Mauro Montagner, ceo di Allianz Real Estate per il Sud Europa. A favorire il processo hanno contribuito i cenni di miglioramento del mercato immobiliare italiano dopo i lunghi anni della crisi, che hanno già portato a un'intensificazione delle transazioni, specie da parte degli investitori internazionali. Nessun alleggerimento comunque della presenza di Allianz né a Trieste (dove detiene gli ex patrimoni edilizi della Ras e del Lloyd Adriatico) né nel mattone italiano, che anzi pesa per l'8% nel portafoglio immobiliare globale del gruppo assicurativo, del valore di 33 miliardi e costituito per lo più da uffici (33%), immobili commerciali (18%) e residenziali (15%). Se infatti da un lato vende, Allianz in Italia sta anche comprando, ma preferibilmente asset cielo-terra. Oltre alla famosa Torre Isozaki a CityLife, cuore del patrimonio immobiliare in Italia, grattacielo la cui acquisizione è stata perfezionata lo scorso anno e che Allianzandrà a occupare direttamente, il gruppo guarda anche con interesse al settore retail, come testimonia l'acquisto del centro commerciale F iumara a Genova. Nel frattempo però ha anche deciso di avviare la riqualificazione della sede di Trieste in largo Irneri, affacciata sul Porto Nuovo, operazione da 40 milioni di investimento. Tornando agli immobili ceduti a Cerberus, questi confluiranno ne l fondo Alloro, gestito da Bnp Paribas sgr, la società di gestione che fa capo a Cesare Ferrero. Come accennato gli immobili si concentrano a Milano, Torino e soprattutto Trieste dove sono oltre 400 gli appartamenti ceduti più uffici, attività commerciali, box, per un ammontare di circa 50 milioni, il 40% del valore dell'intero portafoglio. Nella transazione Allianz è stata assistita dallo studio legale Chiomenti e Reag. MF
AL VIA L'ARCHIVIO ANTIFRODI RCAUTO GESTITO DALL'IVASS Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento del ministero dello Sviluppo economico che dà ufficialmente il via all'archivio informatico integrato. Si tratta dello strumento, di cui si avvale l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) per l'individuazione e il contrasto delle frodi assicurative nel settore Rc Auto. L'archivio, incrociando le informazioni presenti nelle varie banche dati disponibili, dovrà fornire alle compagnie indicazioni sul livello di anomalia di ogni sinistro comunicato alla banca dati, con l'obiettivo appunto di ridurre le frodi. Ieri, intanto, come anticipato da MF-MilanoFinanza, si è tenuto presso l'Ivass il primo tavolo tecnico che ha l'obiettivo di semplificare la normativa precontrattuale da consegnare al cliente che acquista una polizza danni. Assicurazioni, intermediari e associazioni dei consumatori hanno cominciato a confrontarsi e a discutere sul tema. L'intenzione dell'Ivass sarà quella di mettere a punto un documento da diffondere successivamente in pubblica consultazione. MF STRETTA SULLE FRODI ASSICURATIVE Stretta sulle frodi assicurative. Dal 30 luglio entrerà in vigore l'archivio informatico integrato istituito presso l'Ivass contro le frodi assicurative. Fornirà le coordinate per scoprire sinistri simulati, attribuendo una specie di bollino nero sul sinistro sospetto e mettendo, così, sul chi va là le compagnie. Sara, infatti, costituito da un database unico, in cui confluiranno i vari archivi sui sinistri stradali, sui veicoli e sui dati dei conducenti. L'archivio unico ha lo scopo di consentire, alle imp rese di assicurazione, di verificare il livello di anomalia di ogni sinistro, anche prima di corrispondere l'indennizzo per la loro liquidazione. L'archivio servirà anche all'autorità giudiziaria e forze di polizia (per finalità antifrode) e consentirà controlli incrociati, rigidi e precisi, per controllare, ad esempio, la dinamica dei sinistri automobilistici e alle persone , alla luce degli indici di sospetto (per esempio, quando la persona fisica o giuridica compare, come proprietario, contraente, conduc ente di un veicolo coinvolto, danneggiato o testimone, in almeno 3 sinistri, accaduti negli ultimi 18 mesi o quando la persona fisica o giuridica compare, come proprietario, contraente o conducente di un veicolo coinvolto, danneggiato, testimone o medico incaricato, in almeno 1 sinistro, accaduto negli ultimi 5 anni, nel quale una persona ha riportato, a titolo di danno biologico
permanente, postumi da lesioni superiori al 9% di invalidità e per il quale non ci sia stato intervento delle autorità giudiziario). Tutto questo lo prevede il decreto Mise 11 maggio 2015, n. 108 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2015 n. 162. Il funzionamento e la tipologia di sinistro L'archivio integrato a regime raccoglierà, in un unico database, le informazioni provenienti dalla banca dati dei sinistri, dall'anagrafe testimoni e dall'anagrafe danneggiati (già istituite presso l'Ivass), dalla banca dati dei contrassegni assicurativi, dall'archivio nazionale dei veicoli, dall'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e dal Pra (pubblico registro automobilistico), dalla banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. Saranno conservate, nell'archivio integrato, anche le informazioni sull'installazione e attivazione delle «scatole n ere» sui veicoli, raccolte a fini antifrode. Tutto al fine di calcolare, per ogni sinistro, un indicatore di anomalia. E infatti, dopo la raccolta e l'incrocio dei dati, si comunicherà alle imprese di assicurazione, coinvolte nel sinistro, un primo valore, detto «di sintesi», dell'indicatore di anomalia. Se il livello di anomalia sara superiore a quello fissato con regolamento dell'Ivass, detti indicatori saranno comunicati alle imprese di assicurazione coinvolte. Spetterà, poi, alle assicurazioni, adoperare questi indici nelle procedure di liquidazione degli indennizzi. Sono considerate frodi assicurative ITALIA OGGI ALLIANZ CEDE A BNP PARIBAS UN PORTAFOGLIO IMMOBILIARE IN ITALIA
Allianz Real Estate, centro di competenza del Gruppo Allianz ne l settore immobiliare, ha concluso la cessione di un portafoglio immobiliare di Allianz S.p.A. al Fondo Alloro, gestito da BNP Paribas SGR e avente come investitore una entità collegata al fondo d’investimento statunitense Cerberus Capital Management, L.P. (“Cerberus”). Il portafoglio immobiliare è composto da 141 asset (1.420 unità) situate prevalentemente a Trieste, Torino e Milano e composto in egual misura da asset residenziali e uffici in parte locati. La transazione è stata assistita dagli advisors Studio Legale Chiomenti e Reag per Allianz. "L’operazione ha dato ottimi risultati sia economici sia dal punto di vista del riposizionamento strategico del portafoglio in gestione. Allianz ha raggiunto gli obiettivi di semplificazione del portafoglio attraverso l’incremento del valore medio degli asset gestiti, la concentrazione in città e settori di maggior interesse e il miglioramento dei parametri locativi”, ha detto Mauro Montagner, CEO di Allianz Real Estate Southern Europe. ASSINEWS ASSICURAZIONI POCO «SOCIAL» Nonostante gli italiani si stiano dimostrando sempre di più un popolo di santi poeti e soprattutto di navigatori (virtuali), sui social media le compagnie assicurative stanno procedendo ancora con i piedi di p iombo. Tra gli addetti ai lavori c’è consapevolezza del profondo cambiamento innescato dalla rivoluzione digitale e dalla diffusione dei social network, che stanno modificando il paradigma della comunicazione e il modo di fare business. Ma il settore assicurativo esplora questo nuovo mondo con una certa cautela. È quanto emerge dalla fotografia scattata da Kpmg con la ricerca «Assicurazioni e social media» che ha coinvolto 15 tra i principali operatori assicurativi attivi sul mercato italiano, pari al 60% d ei premi da lavoro diretto raccolti in Italia. La piattaforma di riferimento è Facebook (69%) seguita da YouTube (62%),Linkedin (46%), Twitter e Google+ (38%). La maggior parte delle compagnie presidia più di un canale social (in media 3–5) fino ad un massimo di 6 social network. Facebook si conferma il social ma è sui Twitter che si genera il maggior numero di conversazioni da parte dei follower. Ad aprile 2015, nel complesso erano circa 470 mila i fan e quasi 40 mila i follower attivi sui profili delle compagnie assicurative prese in considerazione. Su Facebook è UnipolSai la compagnia con il maggior numero di fan (circa 92 mila), a grande distanza da Allianz che invece ne ha circa 52mila. Mentre su Twitter il primato spetta a Generali, con la sua compagnia diretta Genertel, con circa 17.500 follower. Dallo studio emerge inoltre che le compagnie assicurative sono attive si social network quasi esclusivamente in orario lavorativo (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18), mentre i fan e follower interagiscono sui social
sempre. I principali temi di discussione riguardano le caratteristiche e le condizioni dei prodotti e servizi (73%), la promozione di iniziative ed eventi connessi con il business (64%), ma anche alcuni contenuti di educazione finanziaria (36%) relativi al settore (coperture assicurative, composizione dei premi, prevenzione frodi). Il ricorso ai social network da parte delle compagnie assicurative del campione ha principalmente finalità di comunicazione e marketing (91%) e ingaggio della clientel a attuale e potenziale (73%). Quanto all’evoluzione naturale della presenza social nelle compagnie, lo studio evidenzia come il prossimo passo potrebbe essere l’introduzione del servizio dicustomer care su queste piattaforme: la pensa così il 92% degli operatori. Il 77% si attende, in secondo luogo, un’evoluzione della presenza social fondata principalmente sulla valorizzazione dei dati ricavati dalla rete attraverso la creazione di un Crm ( customer relationship management) avanzato, che integri le informaz ioni derivanti dai canali social con le altre a disposizione degli agenti e della compagnia. PLUS 24 TAVOLO IVASS SULLA SEMPLIFICAZIONE L’obiettivo semplificazione è condiviso da tutti i protagonisti del settore assicurativo. Firmare decine e decine di fogli quando si acquista una polizza confonde le idee ai clienti e fa aumentare i costi alle imprese. Ma quando si entra nel concreto, per decidere come ridurre le carte e rendere l’assicurato più consapevole di quello che sta acquistando le visioni divergono. Così l’Ivass, l’istituto di vigilanza assicurativa, ha deciso di riunire tutti intorno ad un tavolo per raccogliere le opinioni e tent are di arrivare ad una sintesi e soprattutto ad un documento condiviso. La riunione si terrà oggi negli uffici dell’Ivass e vedrà la partecipazione dell’Ania, ma anche dei tre sindacati agenti e dei broker, oltre che dei consumatori e l’obiettivo della discussione sarà appunto la semplificazione nel settore Danni. Non tanto nel ramo Rc Auto, quanto soprattutto in altri prodotti, come per esempio l’assicurazione per l’abitazione della casa o per gli infortuni. Una riunione che appare ancora preliminare anche se la giornata si preannuncia proficua. Perché l’Ivass, nelle scorse settimane, ha già chiesto ai soggetti contattati di preparare una presentazione per esporre i proprio punti di vista e le proprie proposte sull’argomento. Alla fine di questo appuntamento l’istituto potrà quindi preparare un documento di sintesi che, probabilmente subito dopo la pausa estiva, sarà diffuso per l’avvio di una pubblica consultazione formale. Del resto Rossi, già durante la relazione dell’Ivass dello scorso 23 giugno aveva de lineato il progetto. «Pochi mesi fa abbiamo preso prime misure di semplificazione delle procedure e degli adempimenti nei rapporti contrattuali tra imprese di assicurazioni, intermediari e clientela. Intendiamo andare oltre», aveva
annunciato il presidente dell’istituto di controllo che è anche direttore generale della Banca d’Italia. «Rivisiteremo radicalmente, anticipando future iniziative europee, il set informativo da sottoporre al consumatore di prodotti assicurativi Danni, dopo un confronto con i sogg etti coinvolti», aveva aggiunto e il processo è stato avviato. Le potenzialità di intervento dell’Ivass, del resto, sono molto ampie in materia di informativa precontrattuale lasciando all’istituto possibilità di manovra. Già a marzo di quest’anno l’istitu to aveva avviato un importante processo semplificativo, dando attuazione a quanto previsto dal decreto del governo di Mario Monti, «Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese», il cosiddetto Sviluppo Bis. L’obiettivo è stato quello di favorire le relazioni digitali tra assicurati e imprese, l’utilizzo della posta elettronica certificata, la firma digitale e i pagamenti elettronici online. Ora è arrivato il momento di una seconda ondata semplificativa e l’Ivass, per avviarla, ha scelto ancora una vol ta di ascoltare prima il mercato. Era stata così anche il 5 giugno scorso, quando sul tavolo c’era le assicurazioni legate ai mutui e ai prestiti con l’Ivass che, insieme a Banca d’Italia, aveva posto l’accento su alcune criticità del settore chiedendo in particolare all’Ania proposte concrete per sciogliere i nodi. MF RISPARMIO GESTITO DDL CONCORRENZA, LUNEDÌ GLI EMENDAMENTI DEI RELATORI Sono 142 su un totale di 1.316 gli emendamenti al disegno di legge sulla concorrenza dichiarati inammissibili dai presidenti delle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera. Lunedì prossimo sono attese le proposte di modifica da parte dei relatori Andrea Martella (Pd) e Silvia Fregolent (Pd), mentre le Commissioni inizieranno a votare dal giovedì successivo, 24 luglio, con l'obiettivo di licenziare il testo prima della pausa estiva. Il provvedimento dovrebbe quindi arrivare in aula a settembre. Tanti, come anticipato da MF-MilanoFinanza, gli emendamenti che riguardano la riforma dell'RcAuto che tra le oltre cose prevede sconti per gli assicurati che utilizzando la scatola nera o che scelgono di rivolgersi a carrozzerie convenzionate con la compagnia, per il risarcimento del danno in forma specifica. Novità che erano però finite nel mirino della commissione Giustizia della Camera che aveva dato un parere positivo al ddl chiedendo però una serie di modifiche che rischiano di snaturarne i contenuti.
QUOTE BANKITALIA, VIA ALLA PARTITA Cominciano a muoversi gli azionisti della Banca d'Italia. Non si tratta ancora dei grandi gruppi bancari che hanno in pancia la maggioranza del capitale di Via Nazionale. Ma già si registra qualche passaggio di mano che promette di aprire le danze al riassetto delle quote e di far partire quel mercato delle partecipazione che il governo aveva in mente a fine 2013, quando decise di rivalutare il capitale a 7,5 miliardi, per sospendere l'Imu grazie alla tassazione straordinaria delle plusvalenze. Tra gli azionisti interessati ad allentare la presa c'è infatti il colosso assicurativo tedesco Allianz, che detiene oggi 4 mila quote di Banca d'Italia corrispondenti all'1,3%. Una percentuale che non supera quindi la soglia del 3% che tutti i partecipanti al capitale dovranno rispettare entro il 2016. Evidentemente, però, la compagnia tedesca ha deciso di monetizzare parte della sua quota e, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, avrebbe già individuato un gruppetto di società interessate a subentrare nell'azionariato. Ora però la parola è passata all'istituto presieduto da Ignazio Visco che dovrà esprimere il suo consenso al passaggio di proprietà. «È una normale operazione di capitale, resteremo azionisti», dicono da Allianz, dove aggiungono di voler dimostrare che le azioni sono negoziabili e che esiste un prezzo di mercato, «in linea con le transazioni che altri investitori istituzionali stanno preparando. Avere e sviluppare un mercato per queste azioni è un elemento comune ad altri Paesi come la Svizzera», aggiungono. Gli altri azionisti di peso, in particolare Intesa Sanpaolo, Unicredit e Generali Assicurazioni e che complessivamente detengono più del 60%, cominceranno invece a muoversi a fine anno. In attesa probabilmente di capire anche quale sarà la piattaforma tecnica di scambio utilizzata per rendere le quote più liquide in conseguenza dell'aumento degli azionisti. La discussione è aperta e tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe quella di negoziare le partecipazioni Bankitalia sul segmento e-mid, il mercato interbancario dei depositi, che potrà essere utilizzato dopo avere dematerializzato le quote. Un passaggio che renderebbe ancora più appetibile l'investimento in Via Nazionale agli occhi degli investitori istituzionali, che possono probabilmente già dirsi soddisfatti per quanto riguarda le cedole incassate. Quest'anno il consiglio superiore dell'istituto ha proposto un dividendo complessivo di 340 milioni a valere su un utile di 6 miliardi, contro i 6,9 miliardi del 2013. MF
AZIMUT CONQUISTA L’AUSTRALIANA LFPS Azimut ha firmato un accordo vincolante per acquistare l’intero capitale di Lifestyle Financial Planning Services tramite la controllata australiana Az Next Generation Advisory Pty. Il controvalore dell’operazione (il cui completamento è previsto per il prossimo agosto), includendo sia la parte in denaro sia il concambio, è di circa 2,8 milioni di euro. L’intesa prevede infatti, per il 49%, un concambio di azioni Lfps con azioni Az Nga ed in progressivo riacquisto di tali titoli nei prossimi 10 anni. Il rimanente 51% sarà corrisposto ai soci fondatori in denaro in un periodo di due anni. Questa terza operazione segue l'annuncio dell'acquisto di Eureka Whittaker Macnaught e Pride Group e conferma, secondo una nota, l’obiettivo di Az Nga di consolidare realtà di consulenza finanziaria che offrono servizi di asset allocation a clienti retail, Hnw e istituzionali locali. «Il nostro modello di partnership australiano - afferma Pietro Giuliani, presidente e ceo di Azimut Holding - sta crescendo in modo rapido sia in termini di dimensione sia per quanto riguarda i professionisti coinvolti, e siamo molto soddisfatti di aver gia' raggiunto una solida base di masse e clienti». «Il primo semestre 2015 - aggiunge - è stato il migliore nella storia di Azimut». MF PREVIDENZA E DINTORNI PENSIONI, TUTTI I CONTI DEI RIMBORSI D’AGOSTO Restituzione parziale degli arretrati sotto forma di “una tantum” che sarà liquidata il primo agosto e un adeguamento dei vitalizi all’inflazione leggermente più generoso di quello riconosciuto negli anni scorsi. E’ divenuto legge (è stato licenziato ieri dal Senato) il decreto adottato nelle settimane scorse dal Governo per attuare la sentenza della Corte costituzionale, che ha bocciato il blocco della rivalutazione dei vitalizi deciso dalla riforma Monti-Fornero. La rata di agosto. Con la rata di agosto, (che sarà versata il primo del mese, come avverrà da ora in poi) a 3,7 milioni di pensionati sarà versato il “Bonus Poletti”, come l’ha definito il premier Matteo Renzi. La restituzione degli arretrati sarà decrescente in base all’aumentare del vitalizio. Il rimborso va da 750 euro netti per una pensione fra tre e quattro volte il
minimo, 1.700 lordi, (poco meno a chi ha un assegno di 1.500 euro) a 295 euro nett, per chi ha 2.700 euro e quindi è nella fascia tra cinque e sei volte il minimo Inps (ancora meno chi è a ridosso dì tremila euro). A nessuno sarà rimborsato più del 40% del dovuto, mentre al di sopra dei tremila euro lordi al mese non vi sarà alcuna restituzione. Qualche esempio. Il primo si riferisce a un vitalizio di 1.500 euro lordi, poco sopra la soglia di sbarramento (1.403 euro, sempre al lordo dell’Irpef) che le ha negato l’adeguamento Istat per gli anni 2012 e 2013. A gennaio 2012 la pensione sarebbe dovuta salire a 1.541 euro. Questo il calcolo per “fasce”: 1.406 per 2,7% (100% Istat) uguale 38 euro, più il 2,43% (90% dell’indice Istat) di 94 euro (differenza tra 3 e 5 volte il minimo), uguale a 3 euro. Pertanto, per l’anno 2012 avrebbe diritto a un rimborso di 533 euro (41 euro per 13 mensilità). Per l’anno 2013 la pensione sarebbe dovuta salire a 1.588 euro e, seguendo lo stesso ragionamento, avrebbe dovuto ottenere un rimborso di 1.144 euro (differenza tra 1.500 e 1588 per 13 mensilità). In tutto, il risarcimento per il biennio di negata indicizzazione si traduce in 1.677 euro lordi, pari 1.376 euro netti in tasca. Con la rata di agosto verranno rimborsati 708 euro. Per una pensione di 1.700 euro, il risarcimento per il biennio di negata indicizzazione risulta pari a 1.846 euro lordi (1.477 euro al netto dell’Irpef): ad agosto saranno restituiti solo 802 euro. Pensione di 2.000 euro. Anche in questo caso, il credito ammonta a 2.173 euro lordi (1.739 euro netti), ma ad agosto vi sarà un rimborso solo di 504 euro, sempre lordi. Nuova indicizzazione. Il decreto tradotto in legge ha completamente ridisegnato le regole dell’indicizzazione 2012-2013, lasciando l’adeguamento all’inflazione nella misura del 100% alle sole rendite sino a tre volte il minimo (481 euro nel 2012 e 485 nel 2013) e confermando l’esclusione totale per quelle oltre sei volte il minimo. Invece, tra le tre e quattro volte (1.924 euro) il ricalcolo è stato fatto per il 40% (dell’indice Istat), tra le quattro e le volte (2.405 euro) per il 20% e tra le 5 e 6 volte (2.886 euro) per il 10%. Per le rivalutazioni sul 2014 e 2015 la nuova legge ha limitato al 20% le fasce interessate al trascinamento del ricalcolo previsto per il biennio precedente. IO MI ASSICURO. «PENSIONI, TAGLI FINO AL 34% CON IL METODO CONTRIBUTIVO» Quanto costa lasciare il lavoro in anticipo, prima dell’età per la pensione di vecchiaia, prendendo l’assegno col contributivo? Tra il 10 e il 34%, secondo uno studio della Uil, che ha fatto una serie di proiezioni sulla scorta del dibattito che si è aperto dopo che il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha
presentato una proposta per aumentare la flessibilità in uscita. Esigenza, questa, ben presente al governo, e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dopo aver incontrato i sindacati dei pensionati per discutere di anziani e povertà, ha assicurato che «stiamo facendo un’istruttoria, appena saremo in condizione di aprire un confronto con i sindacati su questo versante lo faremo». Così come una riflessione, per Poletti, va fatta «sulla tenuta del valore» dell’assegno: il riferimento è alla rivalutazione delle pensioni e a una possibile riforma dell’adeguamento al costo della vita. La norma introdotta dal governo Letta, dopo che la rivalutazione era stata sospesa da quello Monti, scade infatti nel 2017, e «c’è da decidere se confermarla o modificarla». Il tema del potere d’acquisto si intreccia con quello del metodo di calcolo dell’assegno. Quanto perderebbe sull’assegno una neo nonna che volesse uscire dal mercato del lavoro in anticipo? Secondo le proiezioni del centro studi Uil, applicando totalmente il contributivo, una lavoratrice dipendente di 62 anni con un reddito di 34.500 euro al mese e 39 anni e mezzo di contributi si vedrebbe l’assegno decurtato, andando in pensione ora anziché a 66 anni e 7 mesi, del 30,82%: 682 euro in meno al mese, considerando un assegno lordo di 2.209 euro col sistema attuale. Diverso il caso della sessantaduenne con 36 anni di anzianità contributiva, col regime «misto»: con un reddito di 39.800 euro avrebbe una pensione di 1.889 euro, perdendo sull’assegno di 2.163 euro il 12,67% (247 euro al mese). Questi dati fanno dire al segretario confederale Uil Domenico Proietti che, pur restando il fatto che «la legge Fornero ha provocato una rigidità eccessiva che va rimossa», l’ipotesi del numero uno dell’Inps «è profondamente sbagliata e iniqua. Boeri ha indicato per i lavoratori che sceglieranno tale opzione uno scostamento tra il 7% e il 10% rispetto al calcolo attuale. Tale dato è riconducibile a un calcolo sterile effettuato senza tenere conto della reale situazione dei singoli lavoratori. Un’analisi sulla situazione reale porta a ben altre conclusioni». Caso limite quello di un uomo di 62 anni, con contributi già versati da 35 anni e un reddito di 33mila euro. Andando in pensione ora e non, in base alle vecchie regole, nel 2019 (quell’anno scatta tra l’altro anche un nuovo adeguamento all’aspettativa di vita) avrebbe un assegno di 1.549 euro e non 2.345, il 33,94% in meno. C’è da dire che Boeri ha parlato di una piccola penalizzazione e ha più volte, nei giorni scorsi, spiegato che una riduzione delle pensioni del 35% non è concepibile, così come anche l’idea di un ricalcolo col metodo contributivo degli assegni già percepiti. Bisognerà vedere se e come sarà declinata la sua ricetta. Sul tavolo del governo c’è anche l’opzione Baretta-
Damiano, anche questa però prevede una decurtazione, benché bassa, dell’assegno. Corriere della Sera
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