RASSEGNA STAMPA 17 LUGLIO 2015 - Associazione Agenti Allianz

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RASSEGNA STAMPA 17 LUGLIO 2015 - Associazione Agenti Allianz
RASSEGNA STAMPA
                                             17 LUGLIO 2015

Sede di Milano - C.so Italia 23

Sede di Trieste – Via Fabio Filzi, 21/1
DAL MERCATO ASSICURATIVO

ALLIANZ CEDE IMMOBILI PER 120 MLN
Vale 118 milioni il portafoglio di immobili che Allianz Real Estate ha ceduto
a Cerberus Capital Management, noto fondo di investimento americano. Si
tratta di un pacchetto di 141 asset (1.420 unità) situati prevalentemente
a Trieste, Torino e Milano e costituiti in egual misura da asset residenziali
e uffici, in parte locati.

Per il gruppo assicurativo l'operazione rientra nel piano di pulizia e
riposizionamento strategico del portafoglio in gestione. «Il tutto da
realizzarsi attraverso un'opera di semplif icazione, ottenuta mediante
l'incremento del valore medio degli asset gestiti, la concentrazione in città
e settori di maggior interesse e il miglioramento dei parametri locativi»,
ha spiegato Mauro Montagner, ceo di Allianz Real Estate per il Sud Europa.
A favorire il processo hanno contribuito i cenni di miglioramento del
mercato immobiliare italiano dopo i lunghi anni della crisi, che hanno già
portato a un'intensificazione delle transazioni, specie da parte degli
investitori internazionali.

Nessun alleggerimento comunque della presenza di Allianz né a Trieste
(dove detiene gli ex patrimoni edilizi della Ras e del Lloyd Adriatico) né nel
mattone italiano, che anzi pesa per l'8% nel portafoglio immobiliare
globale del gruppo assicurativo, del valore di 33 miliardi e costituito per lo
più da uffici (33%), immobili commerciali (18%) e residenziali (15%).

Se infatti da un lato vende, Allianz in Italia sta anche comprando, ma
preferibilmente asset cielo-terra. Oltre alla famosa Torre Isozaki a CityLife,
cuore del patrimonio immobiliare in Italia, grattacielo la cui acquisizione è
stata perfezionata lo scorso anno e che Allianzandrà a occupare
direttamente, il gruppo guarda anche con interesse al settore retail, come
testimonia l'acquisto del centro commerciale F iumara a Genova. Nel
frattempo però ha anche deciso di avviare la riqualificazione della sede di
Trieste in largo Irneri, affacciata sul Porto Nuovo, operazione da 40 milioni
di investimento.

Tornando agli immobili ceduti a Cerberus, questi confluiranno ne l fondo
Alloro, gestito da Bnp Paribas sgr, la società di gestione che fa capo a
Cesare Ferrero. Come accennato gli immobili si concentrano a Milano,
Torino e soprattutto Trieste dove sono oltre 400 gli appartamenti ceduti
più uffici, attività commerciali, box, per un ammontare di circa 50 milioni,
il 40% del valore dell'intero portafoglio. Nella transazione Allianz è stata
assistita dallo studio legale Chiomenti e Reag.

MF
AL VIA L'ARCHIVIO                     ANTIFRODI            RCAUTO          GESTITO
DALL'IVASS

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento del ministero dello Sviluppo
economico che dà ufficialmente il via all'archivio informatico integrato. Si tratta
dello strumento, di cui si avvale l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass)
per l'individuazione e il contrasto delle frodi assicurative nel settore Rc Auto.
L'archivio, incrociando le informazioni presenti nelle varie banche dati disponibili,
dovrà fornire alle compagnie indicazioni sul livello di anomalia di ogni sinistro
comunicato alla banca dati, con l'obiettivo appunto di ridurre le frodi. Ieri, intanto,
come anticipato da MF-MilanoFinanza, si è tenuto presso l'Ivass il primo tavolo
tecnico che ha l'obiettivo di semplificare la normativa precontrattuale da
consegnare al cliente che acquista una polizza danni. Assicurazioni, intermediari e
associazioni dei consumatori hanno cominciato a confrontarsi e a discutere sul
tema. L'intenzione dell'Ivass sarà quella di mettere a punto un documento da
diffondere successivamente in pubblica consultazione.

MF

STRETTA SULLE FRODI ASSICURATIVE
Stretta sulle frodi assicurative. Dal 30 luglio entrerà in vigore l'archivio
informatico integrato istituito presso l'Ivass contro le frodi assicurative.
Fornirà le coordinate per scoprire sinistri simulati, attribuendo una specie
di bollino nero sul sinistro sospetto e mettendo, così, sul chi va là le
compagnie. Sara, infatti, costituito da un database unico, in cui
confluiranno i vari archivi sui sinistri stradali, sui veicoli e sui dati dei
conducenti. L'archivio unico ha lo scopo di consentire, alle imp rese di
assicurazione, di verificare il livello di anomalia di ogni sinistro, anche
prima di corrispondere l'indennizzo per la loro liquidazione. L'archivio
servirà anche all'autorità giudiziaria e forze di polizia (per finalità
antifrode) e consentirà controlli incrociati, rigidi e precisi, per controllare,
ad esempio, la dinamica dei sinistri automobilistici e alle persone , alla
luce degli indici di sospetto (per esempio, quando la persona fisica o
giuridica compare, come proprietario, contraente, conduc ente di un veicolo
coinvolto, danneggiato o testimone, in almeno 3 sinistri, accaduti negli
ultimi 18 mesi o quando la persona fisica o giuridica compare, come
proprietario, contraente o conducente di un veicolo coinvolto, danneggiato,
testimone o medico incaricato, in almeno 1 sinistro, accaduto negli ultimi
5 anni, nel quale una persona ha riportato, a titolo di danno biologico
permanente, postumi da lesioni superiori al 9% di invalidità e per il quale
    non ci sia stato intervento delle autorità giudiziario). Tutto questo lo
    prevede il decreto Mise 11 maggio 2015, n. 108 pubblicato sulla Gazzetta
    Ufficiale del 15 luglio 2015 n. 162.

Il funzionamento e la tipologia di sinistro

    L'archivio integrato a regime raccoglierà, in un unico database, le
    informazioni provenienti dalla banca dati dei sinistri, dall'anagrafe
    testimoni e dall'anagrafe danneggiati (già istituite presso l'Ivass), dalla
    banca dati dei contrassegni assicurativi, dall'archivio nazionale dei veicoli,
    dall'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e dal Pra (pubblico registro
    automobilistico), dalla banca dati contenente le informazioni relative al
    ruolo dei periti assicurativi. Saranno conservate, nell'archivio integrato,
    anche le informazioni sull'installazione e attivazione delle «scatole n ere»
    sui veicoli, raccolte a fini antifrode. Tutto al fine di calcolare, per ogni
    sinistro, un indicatore di anomalia.

    E infatti, dopo la raccolta e l'incrocio dei dati, si comunicherà alle imprese
    di assicurazione, coinvolte nel sinistro, un primo valore, detto «di sintesi»,
    dell'indicatore di anomalia. Se il livello di anomalia sara superiore a quello
    fissato con regolamento dell'Ivass, detti indicatori saranno comunicati alle
    imprese di assicurazione coinvolte. Spetterà, poi, alle assicurazioni,
    adoperare questi indici nelle procedure di liquidazione degli indennizzi.
    Sono considerate frodi assicurative

    ITALIA OGGI

    ALLIANZ CEDE A BNP PARIBAS UN PORTAFOGLIO
    IMMOBILIARE IN ITALIA
Allianz Real Estate, centro di competenza del Gruppo Allianz ne l settore
immobiliare, ha concluso la cessione di un portafoglio immobiliare di
Allianz S.p.A. al Fondo Alloro, gestito da BNP Paribas SGR e avente come
investitore    una    entità     collegata     al    fondo    d’investimento
statunitense Cerberus Capital Management, L.P. (“Cerberus”). Il
portafoglio immobiliare è composto da 141 asset (1.420 unità) situate
prevalentemente a Trieste, Torino e Milano e composto in egual misura da
asset residenziali e uffici in parte locati. La transazione è stata assistita
dagli advisors Studio Legale Chiomenti e Reag per Allianz.

  "L’operazione ha dato ottimi risultati sia economici sia dal punto di vista
del riposizionamento strategico del portafoglio in gestione. Allianz ha
raggiunto        gli       obiettivi       di      semplificazione        del
portafoglio attraverso l’incremento del valore medio degli asset gestiti,
la concentrazione in città e settori di maggior interesse e il miglioramento
dei parametri locativi”, ha detto Mauro Montagner, CEO di Allianz Real
Estate Southern Europe.

ASSINEWS

ASSICURAZIONI POCO «SOCIAL»
Nonostante gli italiani si stiano dimostrando sempre di più un popolo di
santi poeti e soprattutto di navigatori (virtuali), sui social media le
compagnie assicurative stanno procedendo ancora con i piedi di p iombo.
Tra gli addetti ai lavori c’è consapevolezza del profondo cambiamento
innescato dalla rivoluzione digitale e dalla diffusione dei social network,
che stanno modificando il paradigma della comunicazione e il modo di fare
business. Ma il settore assicurativo esplora questo nuovo mondo con una
certa cautela. È quanto emerge dalla fotografia scattata da Kpmg con la
ricerca «Assicurazioni e social media» che ha coinvolto 15 tra i principali
operatori assicurativi attivi sul mercato italiano, pari al 60% d ei premi da
lavoro diretto raccolti in Italia. La piattaforma di riferimento è Facebook
(69%) seguita da YouTube (62%),Linkedin (46%), Twitter e Google+
(38%). La maggior parte delle compagnie presidia più di un canale social
(in media 3–5) fino ad un massimo di 6 social network. Facebook si
conferma il social ma è sui Twitter che si genera il maggior numero di
conversazioni            da            parte           dei           follower.
Ad aprile 2015, nel complesso erano circa 470 mila i fan e quasi 40 mila i
follower attivi sui profili delle compagnie assicurative prese in
considerazione. Su Facebook è UnipolSai la compagnia con il maggior
numero di fan (circa 92 mila), a grande distanza da Allianz che invece ne
ha circa 52mila. Mentre su Twitter il primato spetta a Generali, con la sua
compagnia      diretta     Genertel,     con     circa    17.500     follower.
Dallo studio emerge inoltre che le compagnie assicurative sono attive si
social network quasi esclusivamente in orario lavorativo (dal lunedì al
venerdì dalle 8 alle 18), mentre i fan e follower interagiscono sui social
sempre. I principali temi di discussione riguardano le caratteristiche e le
condizioni dei prodotti e servizi (73%), la promozione di iniziative ed eventi
connessi con il business (64%), ma anche alcuni contenuti di educazione
finanziaria (36%) relativi al settore (coperture assicurative, composizione
dei premi, prevenzione frodi). Il ricorso ai social network da parte delle
compagnie assicurative del campione ha principalmente finalità di
comunicazione e marketing (91%) e ingaggio della clientel a attuale e
potenziale                                                             (73%).
Quanto all’evoluzione naturale della presenza social nelle compagnie, lo
studio evidenzia come il prossimo passo potrebbe essere l’introduzione del
servizio dicustomer care su queste piattaforme: la pensa così il 92% degli
operatori. Il 77% si attende, in secondo luogo, un’evoluzione della
presenza social fondata principalmente sulla valorizzazione dei dati ricavati
dalla rete attraverso la creazione di un Crm ( customer relationship
management) avanzato, che integri le informaz ioni derivanti dai canali
social con le altre a disposizione degli agenti e della compagnia.

PLUS 24

TAVOLO IVASS SULLA SEMPLIFICAZIONE

L’obiettivo semplificazione è condiviso da tutti i protagonisti del settore
assicurativo. Firmare decine e decine di fogli quando si acquista una
polizza confonde le idee ai clienti e fa aumentare i costi alle imprese. Ma
quando si entra nel concreto, per decidere come ridurre le carte e rendere
l’assicurato più consapevole di quello che sta acquistando le visioni
divergono.

Così l’Ivass, l’istituto di vigilanza assicurativa, ha deciso di riunire tutti
intorno ad un tavolo per raccogliere le opinioni e tent are di arrivare ad una
sintesi e soprattutto ad un documento condiviso. La riunione si terrà oggi
negli uffici dell’Ivass e vedrà la partecipazione dell’Ania, ma anche dei tre
sindacati agenti e dei broker, oltre che dei consumatori e l’obiettivo della
discussione sarà appunto la semplificazione nel settore Danni. Non tanto
nel ramo Rc Auto, quanto soprattutto in altri prodotti, come per esempio
l’assicurazione per l’abitazione della casa o per gli infortuni. Una riunione
che appare ancora preliminare anche se la giornata si preannuncia
proficua. Perché l’Ivass, nelle scorse settimane, ha già chiesto ai soggetti
contattati di preparare una presentazione per esporre i proprio punti di
vista e le proprie proposte sull’argomento. Alla fine di questo
appuntamento l’istituto potrà quindi preparare un documento di sintesi
che, probabilmente subito dopo la pausa estiva, sarà diffuso per l’avvio di
una pubblica consultazione formale. Del resto Rossi, già durante la
relazione dell’Ivass dello scorso 23 giugno aveva de lineato il progetto.
«Pochi mesi fa abbiamo preso prime misure di semplificazione delle
procedure e degli adempimenti nei rapporti contrattuali tra imprese di
assicurazioni, intermediari e clientela. Intendiamo andare oltre», aveva
annunciato il presidente dell’istituto di controllo che è anche direttore
generale della Banca d’Italia. «Rivisiteremo radicalmente, anticipando
future iniziative europee, il set informativo da sottoporre al consumatore
di prodotti assicurativi Danni, dopo un confronto con i sogg etti coinvolti»,
aveva aggiunto e il processo è stato avviato.

Le potenzialità di intervento dell’Ivass, del resto, sono molto ampie in
materia di informativa precontrattuale lasciando all’istituto possibilità di
manovra. Già a marzo di quest’anno l’istitu to aveva avviato un importante
processo semplificativo, dando attuazione a quanto previsto dal decreto
del governo di Mario Monti, «Ulteriori misure urgenti per la crescita del
paese», il cosiddetto Sviluppo Bis.

L’obiettivo è stato quello di favorire le relazioni digitali tra assicurati e
imprese, l’utilizzo della posta elettronica certificata, la firma digitale e i
pagamenti elettronici online. Ora è arrivato il momento di una seconda
ondata semplificativa e l’Ivass, per avviarla, ha scelto ancora una vol ta di
ascoltare prima il mercato. Era stata così anche il 5 giugno scorso, quando
sul tavolo c’era le assicurazioni legate ai mutui e ai prestiti con l’Ivass che,
insieme a Banca d’Italia, aveva posto l’accento su alcune criticità del
settore chiedendo in particolare all’Ania proposte concrete per sciogliere i
nodi.

MF

                       RISPARMIO GESTITO

DDL CONCORRENZA, LUNEDÌ GLI EMENDAMENTI DEI RELATORI

Sono 142 su un totale di 1.316 gli emendamenti al disegno di legge sulla
concorrenza dichiarati inammissibili dai presidenti delle commissioni Attività
produttive e Finanze della Camera. Lunedì prossimo sono attese le proposte
di modifica da parte dei relatori Andrea Martella (Pd) e Silvia Fregolent (Pd),
mentre le Commissioni inizieranno a votare dal giovedì successivo, 24
luglio, con l'obiettivo di licenziare il testo prima della pausa estiva. Il
provvedimento dovrebbe quindi arrivare in aula a settembre. Tanti, come
anticipato da MF-MilanoFinanza, gli emendamenti che riguardano la riforma
dell'RcAuto che tra le oltre cose prevede sconti per gli assicurati che
utilizzando la scatola nera o che scelgono di rivolgersi a carrozzerie
convenzionate con la compagnia, per il risarcimento del danno in forma
specifica. Novità che erano però finite nel mirino della commissione Giustizia
della Camera che aveva dato un parere positivo al ddl chiedendo però una
serie di modifiche che rischiano di snaturarne i contenuti.
QUOTE BANKITALIA, VIA ALLA PARTITA

Cominciano a muoversi gli azionisti della Banca d'Italia. Non si tratta
ancora dei grandi gruppi bancari che hanno in pancia la maggioranza del
capitale di Via Nazionale. Ma già si registra qualche passaggio di mano che
promette di aprire le danze al riassetto delle quote e di far partire quel
mercato delle partecipazione che il governo aveva in mente a fine 2013,
quando decise di rivalutare il capitale a 7,5 miliardi, per sospendere l'Imu
grazie alla tassazione straordinaria delle plusvalenze.

Tra gli azionisti interessati ad allentare la presa c'è infatti il colosso
assicurativo tedesco Allianz, che detiene oggi 4 mila quote di Banca d'Italia
corrispondenti all'1,3%. Una percentuale che non supera quindi la soglia
del 3% che tutti i partecipanti al capitale dovranno rispettare entro il 2016.
Evidentemente, però, la compagnia tedesca ha deciso di monetizzare parte
della sua quota e, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, avrebbe già
individuato un gruppetto di società interessate a subentrare
nell'azionariato. Ora però la parola è passata all'istituto presieduto da
Ignazio Visco che dovrà esprimere il suo consenso al passaggio di
proprietà. «È una normale operazione di capitale, resteremo azionisti»,
dicono da Allianz, dove aggiungono di voler dimostrare che le azioni sono
negoziabili e che esiste un prezzo di mercato, «in linea con le transazioni
che altri investitori istituzionali stanno preparando. Avere e sviluppare un
mercato per queste azioni è un elemento comune ad altri Paesi come la
Svizzera», aggiungono.

Gli altri azionisti di peso, in particolare Intesa Sanpaolo, Unicredit e
Generali Assicurazioni e che complessivamente detengono più del 60%,
cominceranno invece a muoversi a fine anno. In attesa probabilmente di
capire anche quale sarà la piattaforma tecnica di scambio utilizzata per
rendere le quote più liquide in conseguenza dell'aumento degli azionisti.
La discussione è aperta e tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe quella di
negoziare le partecipazioni Bankitalia sul segmento e-mid, il mercato
interbancario dei depositi, che potrà essere utilizzato dopo avere
dematerializzato le quote. Un passaggio che renderebbe ancora più
appetibile l'investimento in Via Nazionale agli occhi degli investitori
istituzionali, che possono probabilmente già dirsi soddisfatti per quanto
riguarda le cedole incassate. Quest'anno il consiglio superiore dell'istituto
ha proposto un dividendo complessivo di 340 milioni a valere su un utile
di 6 miliardi, contro i 6,9 miliardi del 2013.

MF
AZIMUT CONQUISTA L’AUSTRALIANA LFPS

Azimut ha firmato un accordo vincolante per acquistare l’intero capitale di
Lifestyle Financial Planning Services tramite la controllata australiana Az
Next Generation Advisory Pty. Il controvalore dell’operazione (il cui
completamento è previsto per il prossimo agosto), includendo sia la parte
in denaro sia il concambio, è di circa 2,8 milioni di euro. L’intesa prevede
infatti, per il 49%, un concambio di azioni Lfps con azioni Az Nga ed in
progressivo riacquisto di tali titoli nei prossimi 10 anni. Il rimanente 51%
sarà corrisposto ai soci fondatori in denaro in un periodo di due anni.
Questa terza operazione segue l'annuncio dell'acquisto di Eureka Whittaker
Macnaught e Pride Group e conferma, secondo una nota, l’obiettivo di Az
Nga di consolidare realtà di consulenza finanziaria che offrono servizi di
asset allocation a clienti retail, Hnw e istituzionali locali. «Il nostro modello
di partnership australiano - afferma Pietro Giuliani, presidente e ceo di
Azimut Holding - sta crescendo in modo rapido sia in termini di dimensione
sia per quanto riguarda i professionisti coinvolti, e siamo molto soddisfatti
di aver gia' raggiunto una solida base di masse e clienti». «Il primo
semestre 2015 - aggiunge - è stato il migliore nella storia di Azimut».

MF

                   PREVIDENZA E DINTORNI

PENSIONI, TUTTI I CONTI DEI RIMBORSI D’AGOSTO

Restituzione parziale degli arretrati sotto forma di “una tantum” che sarà
liquidata il primo agosto e un adeguamento dei vitalizi all’inflazione
leggermente più generoso di quello riconosciuto negli anni scorsi. E’
divenuto legge (è stato licenziato ieri dal Senato) il decreto adottato nelle
settimane scorse dal Governo per attuare la sentenza della Corte
costituzionale, che ha bocciato il blocco della rivalutazione dei vitalizi
deciso                dalla                riforma             Monti-Fornero.
La rata di agosto. Con la rata di agosto, (che sarà versata il primo del
mese, come avverrà da ora in poi) a 3,7 milioni di pensionati sarà versato
il “Bonus Poletti”, come l’ha definito il premier Matteo Renzi. La restituzione
degli arretrati sarà decrescente in base all’aumentare del vitalizio. Il
rimborso va da 750 euro netti per una pensione fra tre e quattro volte il
minimo, 1.700 lordi, (poco meno a chi ha un assegno di 1.500 euro) a 295
euro nett, per chi ha 2.700 euro e quindi è nella fascia tra cinque e sei
volte il minimo Inps (ancora meno chi è a ridosso dì tremila euro). A
nessuno sarà rimborsato più del 40% del dovuto, mentre al di sopra dei
tremila euro lordi al mese non vi sarà alcuna restituzione.
Qualche esempio. Il primo si riferisce a un vitalizio di 1.500 euro lordi,
poco sopra la soglia di sbarramento (1.403 euro, sempre al lordo dell’Irpef)
che le ha negato l’adeguamento Istat per gli anni 2012 e 2013. A gennaio
2012 la pensione sarebbe dovuta salire a 1.541 euro. Questo il calcolo per
“fasce”: 1.406 per 2,7% (100% Istat) uguale 38 euro, più il 2,43% (90%
dell’indice Istat) di 94 euro (differenza tra 3 e 5 volte il minimo), uguale a
3 euro. Pertanto, per l’anno 2012 avrebbe diritto a un rimborso di 533 euro
(41 euro per 13 mensilità). Per l’anno 2013 la pensione sarebbe dovuta
salire a 1.588 euro e, seguendo lo stesso ragionamento, avrebbe dovuto
ottenere un rimborso di 1.144 euro (differenza tra 1.500 e 1588 per 13
mensilità). In tutto, il risarcimento per il biennio di negata indicizzazione
si traduce in 1.677 euro lordi, pari 1.376 euro netti in tasca. Con la rata di
agosto verranno rimborsati 708 euro. Per una pensione di 1.700 euro, il
risarcimento per il biennio di negata indicizzazione risulta pari a 1.846 euro
lordi (1.477 euro al netto dell’Irpef): ad agosto saranno restituiti solo 802
euro. Pensione di 2.000 euro. Anche in questo caso, il credito ammonta a
2.173 euro lordi (1.739 euro netti), ma ad agosto vi sarà un rimborso solo
di              504               euro,             sempre                lordi.
Nuova indicizzazione. Il decreto tradotto in legge ha completamente
ridisegnato     le    regole    dell’indicizzazione   2012-2013,     lasciando
l’adeguamento all’inflazione nella misura del 100% alle sole rendite sino a
tre volte il minimo (481 euro nel 2012 e 485 nel 2013) e confermando
l’esclusione totale per quelle oltre sei volte il minimo. Invece, tra le tre e
quattro volte (1.924 euro) il ricalcolo è stato fatto per il 40% (dell’indice
Istat), tra le quattro e le volte (2.405 euro) per il 20% e tra le 5 e 6 volte
(2.886 euro) per il 10%. Per le rivalutazioni sul 2014 e 2015 la nuova legge
ha limitato al 20% le fasce interessate al trascinamento del ricalcolo
previsto per il biennio precedente.

IO MI ASSICURO.

«PENSIONI,  TAGLI            FINO      AL    34%      CON      IL    METODO
CONTRIBUTIVO»

Quanto costa lasciare il lavoro in anticipo, prima dell’età per la pensione di
vecchiaia, prendendo l’assegno col contributivo? Tra il 10 e il 34%,
secondo uno studio della Uil, che ha fatto una serie di proiezioni sulla scorta
del dibattito che si è aperto dopo che il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha
presentato una proposta per aumentare la flessibilità in uscita. Esigenza,
questa, ben presente al governo, e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti,
dopo aver incontrato i sindacati dei pensionati per discutere di anziani e
povertà, ha assicurato che «stiamo facendo un’istruttoria, appena saremo
in condizione di aprire un confronto con i sindacati su questo versante lo
faremo». Così come una riflessione, per Poletti, va fatta «sulla tenuta del
valore» dell’assegno: il riferimento è alla rivalutazione delle pensioni e a
una possibile riforma dell’adeguamento al costo della vita. La norma
introdotta dal governo Letta, dopo che la rivalutazione era stata sospesa
da quello Monti, scade infatti nel 2017, e «c’è da decidere se confermarla
o                                                              modificarla».
Il tema del potere d’acquisto si intreccia con quello del metodo di calcolo
dell’assegno. Quanto perderebbe sull’assegno una neo nonna che volesse
uscire dal mercato del lavoro in anticipo? Secondo le proiezioni del centro
studi Uil, applicando totalmente il contributivo, una lavoratrice dipendente
di 62 anni con un reddito di 34.500 euro al mese e 39 anni e mezzo di
contributi si vedrebbe l’assegno decurtato, andando in pensione ora
anziché a 66 anni e 7 mesi, del 30,82%: 682 euro in meno al mese,
considerando un assegno lordo di 2.209 euro col sistema attuale. Diverso
il caso della sessantaduenne con 36 anni di anzianità contributiva, col
regime «misto»: con un reddito di 39.800 euro avrebbe una pensione di
1.889 euro, perdendo sull’assegno di 2.163 euro il 12,67% (247 euro al
mese).
Questi dati fanno dire al segretario confederale Uil Domenico Proietti che,
pur restando il fatto che «la legge Fornero ha provocato una rigidità
eccessiva che va rimossa», l’ipotesi del numero uno dell’Inps «è
profondamente sbagliata e iniqua. Boeri ha indicato per i lavoratori che
sceglieranno tale opzione uno scostamento tra il 7% e il 10% rispetto al
calcolo attuale. Tale dato è riconducibile a un calcolo sterile effettuato
senza tenere conto della reale situazione dei singoli lavoratori. Un’analisi
sulla    situazione     reale     porta    a   ben     altre   conclusioni».
Caso limite quello di un uomo di 62 anni, con contributi già versati da 35
anni e un reddito di 33mila euro. Andando in pensione ora e non, in base
alle vecchie regole, nel 2019 (quell’anno scatta tra l’altro anche un nuovo
adeguamento all’aspettativa di vita) avrebbe un assegno di 1.549 euro e
non           2.345,           il         33,94%           in         meno.
C’è da dire che Boeri ha parlato di una piccola penalizzazione e ha più
volte, nei giorni scorsi, spiegato che una riduzione delle pensioni del 35%
non è concepibile, così come anche l’idea di un ricalcolo col metodo
contributivo degli assegni già percepiti. Bisognerà vedere se e come sarà
declinata la sua ricetta. Sul tavolo del governo c’è anche l’opzione Baretta-
Damiano, anche questa però prevede una decurtazione, benché bassa,
dell’assegno.

Corriere della Sera
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