Rassegna stampa 14 novembre 2016 - Anica
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Rassegna stampa 14 novembre 2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANICA - ANICA SCENARIO 14/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale 6 Rowling, magie al cinema 13/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale 8 La spia che ha sedotto Pitt 14/11/2016 Brescia Oggi 10 Film e romanzi invadono la tv «La serie è il format vincente» 14/11/2016 Gazzetta del Sud - Cosenza 11 La serialità diventa una " guida " Il cinema italiano cerca nuove vie 14/11/2016 La Repubblica - Nazionale 13 Ron Howard "Vi porto su Marte così la scienza è un kolossal tv" 14/11/2016 Il Giornale di Vicenza 15 Film e romanzi invadono la tv «La serie è il format vincente» 13/11/2016 La Repubblica - Nazionale 16 Peter Greenaway 12/11/2016 Il Roma 19 Tante anteprime alle Giornate Professionali 13/11/2016 L'Espresso 21 Quella tata di nome Belfagor 13/11/2016 L'Espresso 22 Ken loach contro i fantasmi populisti 14/11/2016 La Stampa - Nazionale 24 "Donne, scriviamo storie che ci raccontino I ruoli belli esistono" 14/11/2016 La Stampa - Nazionale 26 Con Riccardo nella "Classe degli asini" 13/11/2016 La Stampa - Nazionale 27 "Poliziotto o bandito purché sia un noir" 14/11/2016 Il Messaggero - Nazionale 29 La sfida della scuola nell'Italia del boom
14/11/2016 Il Fatto Quotidiano 30 " Pure da piccolo venivo trattato da delinquente " 14/11/2016 Il Tempo - Nazionale 32 Mick Jackson: «Il mio film su chi ha respinto l'esistenza dell'Olocausto» 13/11/2016 La Gazzetta dello Sport - Nazionale 33 La vita secondo Valerio «Si vince a centrocampo» ANICA - MULTIMEDIALITA 14/11/2016 La Repubblica - Affari Finanza 36 Cnn, Fox, Nbc e tutte le cable-tv: soldi a pioggia per le elezioni Usa 14/11/2016 Il Giornale - Nazionale 38 Rai, la proposta di azzurri e Lega: canone a 50 euro 13/11/2016 Il Giornale - Nazionale 39 Campo Dall'Orto in caduta libera 13/11/2016 Libero - Nazionale 40 LA NOSTRA TV DA MUSEO 13/11/2016 Il Fatto Quotidiano 41 Crisi al " Sole " , tutti i segreti e i ricatti in Confindustria 14/11/2016 QN - Il Giorno - Nazionale 44 LARGO AL CORAGGIO DELL'INNOVAZIONE 14/11/2016 Wall Street Journal 45 'Mars': A New Frontier for TV 13/11/2016 New York Times 47 Why Netflix Is Letting Movie Lovers Down 14/11/2016 Libero - Nazionale 49 Claudio Brachino «Ho 15 programmi ma me li copiano Resisto per Freud» 14/11/2016 Libero - Nazionale 52 Cairo, l'uomo del momento giusto 14/11/2016 DailyMedia 55 La classifica del prime time 14/11/2016 DailyMedia 56 Film Su Sky Atlantic ogni domenica appuntamento con "Il racconto del reale", per raccontare l'attualità senza mediazioni con un linguaggio nuovo e contemporaneo
14/11/2016 DailyMedia 58 Possibile ingresso di Nbc nel capitale di Euronews: obiettivo l'accordo entro la fine dell'anno 13/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale 59 PayPal si allea con Siri I pagamenti diventano «vocali» 13/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale 60 «Le Monde» elogia la fiction «I Medici» 14/11/2016 Corriere Economia 61 Se finisce la love story Casa Bianca-Silicon Valley 14/11/2016 Corriere Economia 62 Web «Serve aiuto?» Risponde il robot 14/11/2016 Il Sole 24 Ore 64 Serve un patto tra pubblico e privato 13/11/2016 Il Sole 24 Ore 66 Essere editori «artificiali» con Facebook 13/11/2016 La Stampa - Nazionale 67 Il paradosso di una polemica inutile 12/11/2016 La Stampa - Nazionale 68 Il poliziotto della fiction fuma spinelli Caso politico ANICA WEB - ANICA WEB 11/11/2016 primissima.it 70 Torna cinema 2 euro il 9 novembre 11/11/2016 www.agopress.info 16:14 71 Sorrento. Presentato "M'Illumino d'inverno", il programma degli eventi natalizi 13/11/2016 corrieredinovara.com 09:53 75 Anche le sale di Novara stanno con SIA 11/11/2016 milanoonline.com 76 Io faccio film: la masterclass
ANICA - ANICA SCENARIO 17 articoli
14/11/2016 diffusione:254805 Pag. 36 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista L'autrice di «Harry Potter» ha sceneggiato e prodotto «Animali fantastici e dove trovarli» Rowling, magie al cinema La scrittrice: «Mi ispiro allo stile della vecchia Hollywood Intrighi politici nella nuova saga , non ignoro mai la realtà» L'infanzia I film hanno acceso la mia immaginazione meno dei romanzi. A 6 anni mi nutrivo di libri Giovanna Grassi Esperta in pozioni magiche, pietre filosofali e scuole di stregoneria, J.K.Rowling, classe 1965,considerata una delle donne più influenti e ricche del Regno Unito grazie alla saga dei suoi libri su Harry Potter, sorseggia un calice di vino bianco in una galleria d'arte newyorkese trasformata, con finti alberi e arredamenti stile anni Venti, nel set del film Animali fantastici e dove trovarli , da lei anche co-prodotto. Nonché sceneggiato e tratto dal suo libro (2001), ambientato a New York nel 1926 - anche se il film è stato girato quasi per intero in teatri di posa inglesi. La «mamma» di Harry Potter (nella vita reale due matrimoni e tre figli) dice di aver spostato dall'Inghilterra all'America l'ambientazione del suo romanzo, che poco ha a che fare con Harry Potter tranne il fatto che era un testo obbligato per il maghetto e gli studenti di Hogwarts, «perché volevo una nuova energia e strade non già percorse per questo mio libro scritto a scopi benefici». Impegnata in opere sociali come la ricerca sulla sclerosi multipla (malattia che le ha portato via la madre), attiva in ogni battaglia a favore dei diritti delle donne e delle minoranze, Joanne o Jo, come la chiamano suoi amici fa una premessa. Dice: «Da quando avevo sei anni, i libri sono stati il mio nutrimento. Lo schermo ha acceso la mia immaginazione meno della letteratura e di tanti libri che amo». Ad esempio, quali? «La saga de Il signore degli anelli di Tolkien, soprattutto le opere di Roald Dahl, alcuni libri di Stephen King, E.A. Poe sempre, tutti autori usati dal cinema. Sono tanti gli scrittori che prediligo mentre non ho una grande cultura cinematografica, ma chiedo allo schermo capacità formative per i giovani e fantasia collegata alla realtà per gli adulti. Ciò che cerco nel cinema e in letteratura è sempre la possibilità di portare la fantasia, ossia la magia, nel mondo e nelle relazioni tra gli individui». Tuttavia, quali sono i film che le piacciono e che, forse, l'hanno anche aiutata nel suo lavoro di sceneggiatrice? «I grandi film della vecchia Hollywood, il cinema inglese detto free cinema, che stato un movimento culturale, sociale e politico: penso a registi come Lindsay Anderson,Tony Richardson, Joseph Losey». Come vuole raccontare questo suo film diretto da David Yates. prequel e spin-off di «Harry Potter»? «Il mio magizoologo Newt Scamander mi assomiglia, è introverso ed estroverso al tempo stesso e percorre il mondo con la sua valigetta magica, che ovviamente lo accompagna quando arriva a New York, per il Magico Congresso degli Stati Uniti d'America. Eddie Redmayne è stato un interprete perfetto per questa storia dove qualcuno vuole anche uccidere tutte le persone in qualche modo legate al mondo dei maghi. Colin Farrell ha precisi connotati diciamo politici nella parte del direttore della sicurezza del Magico Congresso degli Stati Uniti». Si è trovata a New York proprio nei giorni della vittoria di Trump. Come ha vissuto queste elezioni,lei che è da sempre una sostenitrice del partito laburista britannico? «Occorre tempo per dare giudizi,occorre tempo per costruire una struttura narrativa, altrettanto per avere uno sguardo sulla complessa società di oggi. Sono contro ogni intolleranza e non penso che mel mondo di oggi tutto debba fare spettacolo». Con questa sua nuova saga ritiene di entrare in una nuova fase del suo lavoro di scrittrice e ora anche di produttrice? ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 6
14/11/2016 diffusione:254805 Pag. 36 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «C'è sempre un "next stage" nella vita e io ho attraversato anche fase ardue, di depressione e ricerca. Sono una persona fortunata, che ha il dovere di dare a chi non ha nulla molto di ciò che ho conquistato. Come Newt Scamander, sono certa che ci siano sempre sorprese dietro l'angolo di una strada e nelle nostre valigette. Resto legata non solo ai personaggi dei miei libri di Harry Potter , ma anche agli attori che li hanno interpretati: Emma Watson, Daniel Radcliffe. Sono cresciuti sui e con i miei libri, mi auguro che accada lo stesso ai protagonisti e agli spettatori di questa nuova saga, che è solo all'inizio». Hermione aveva un ruolo importante nelle vicende di Potter. Le donne hanno personalità ben definite anche nella nuova saga? «Certo: dall'impiegata del Congresso Magico alla leader del gruppo estremista che dà la caccia a chi rappresenta la magia, ossia ciò che la spaventa. I film, però, vanno visti, scoperti e fatti propri. Come i libri». © RIPRODUZIONE RISERVATA La parola spin-off Con spin-off si intende una serie televisiva, un film o un fumetto che mantiene l'ambientazione dell'opera originale ma narra storie parallele focalizzando l'attenzione su personaggi diversi, spesso marginali nell'opera di riferimento. Con prequel invece si intende un'opera che presenta dei personaggi e degli eventi di un'opera precedentemente alla prima, ma fatta uscire dopo. Animali fantastici e dove trovarli è un prequel di Harry Potter, ma anche spin-off (gli animali della saga) Foto: Otto capitoli I personaggi di Harry Potter (a sinistra il protagonista, Daniel Radcliffe): sono otto i film che compongono la saga Foto: Origini Una scena di «Animali fantastici e dove trovarli», protagonista un magizoologo (Eddie Redmayne, in primo piano) Foto: L'ombra La scrittrice J. K. Rowling (51 anni), autrice dei bestseller dedicati a «Harry Potter», alla première mondiale a New York di «Animali fantastici e dove trovarli», il film spinoff dalla saga del maghetto ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 7
13/11/2016 diffusione:254805 Pag. 34 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La spia che ha sedotto Pitt Il thriller del gossip La diva francese e le allusioni alla separazione tra Brad e Angelina Marion Cotillard, passioni travolgenti in «Allied»: «Ma l'alchimia tra noi due resta sullo schermo » Giovanna Grassi LOS ANGELES Alla sua prima apparizione pubblica dopo la separazione da Angelina Jolie, Brad Pitt è apparso totalmente coinvolto dal film che ha anche coprodotto con la sua società: Allied - Un'ombra nascosta diretto da Robert Zemeckis. Al fianco del regista e della sua partner sul set, l'attrice premio Oscar Marion Cotillard (la Édith Piaf in La vie en rose del 2007), Brad ha partecipato alla prima mondiale senza negarsi sul tappeto rosso ad alcun fotografo o fan. Ci pensa Marion a suggerire quello che lui non dice: «Non abbiamo mai pensato che i tanti gossip degli ultimi tempi potessero impedirci di sostenere insieme questo nostro film, che a mio parere ha, tra i tanti, un altro tema per me importante». Spiega: «I protagonisti, malgrado tutte le ombre soprattutto del mio personaggio, hanno anche un codice d'onore, una sorta di amore, al di là della guerra, per la vita, per la società che li circonda. Come attrice, ho sempre un obiettivo primario. Dare emozioni alla platea e suggerire domande. Che in questo caso sono: quanto possiamo fidarci di chi ci è al fianco; quanto conosciamo veramente il nostro partner, i nostri amici? Ci vuole poco a sbriciolare ciò che noi individui costruiamo. Anche questo racconta Allied ed è, in verità, ciò che tutti noi esseri umani viviamo nel tempo che ci è concesso». Marion è in attesa del secondo figlio dal suo compagno, il 43enne attore e regista Guillaume Canet. Ha fatto sorridere Brad - con il quale sul set vive una torrida e drammatica storia d'amore nei panni di una spia durante la Seconda guerra mondiale - dicendo: «Quando ero ragazzina non sognavo di essere una principessa come nelle fiabe Disney. Volevo diventare una attrice e conquistare l'Europa e Hollywood. Dunque, questo film, un thriller romantico e anche segnato dalla disperazione, mi ha offerto una grande occasione perché è simile, a mio parere, a capolavori con Greta Garbo o Audrey Hepburn». Prosegue: «È una storia che affronta i sentimenti, le loro fratture, i tradimenti verso se stessi che si fanno per cementare una unione e ha, poi, un glamour che mi ha affascinata sin dalla prima lettura del copione». Brad dice che il film gli ha dato «con pienezza il piacere e l'impegno come attore di analizzare e suggerire i guasti di ogni conflitto». Molte sono le sequenze appassionate tra i due attori, che si innamorano a Casablanca e che, poi, andranno a vivere con la figlia nata dalla loro unione a Londra. « Allied - afferma Marion ribadendo la sua amicizia profonda e senza altre implicazioni con Brad - ha un segreto che riguarda la mia identità. Non va svelato. La passione tra la mia Marianne, un membro della Resistenza francese, e Max, un agente dei servizi segreti canadesi e statunitensi, diventa via via travolgente... Non è stato facile in età matura dare vita a momenti di desiderio, ad esempio, in una automobile, mentre a Casablanca c'è una sorta di tempesta, pari a quella che per tutto il film agita la relazione tra i due protagonisti. Mentre sempre più s'insinua il dubbio che io sappia mentire anche all'uomo che amo e sia una realtà una spia tedesca». Puntualizza con schiettezza Marion: «Spero soltanto che nessuno speculi con illazioni fuorvianti per l'alchimia che c'è, indiscutibilmente, tra i due personaggi del film. La capacità di coinvolgere il pubblico di Max e Marianne e il loro reciproco, diciamo, magnetismo si fermano allo schermo». Brad ammette di essere entrato nella pelle e nel cuore di Max e che gli sono particolarmente piaciute tutte le riprese della vita della coppia di protagonisti a Londra, nel quartiere di Hampstead: «Il mio interesse per l'architettura ha trovato molti stimoli nelle riprese a Hampstead, popolato durante la guerra da rifugiati dell'Est europeo, etnie di diverse razze e culture e spie in incognito di opposte fazioni. Come produttore partecipo a ogni aspetto della creazione di un film». ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 8
13/11/2016 diffusione:254805 Pag. 34 tiratura:382356 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Sguardi Marion Cotillard (41 anni) e Brad Pitt (52) in una scena di «Allied - Un'ombra nascosta», film diretto da Robert Zemeckis e ambientato durante la Seconda guerra mondiale, in cui interpretano due spie in missione segreta per uccidere un ufficiale tedesco. Nei cinema Usa dal 23 novembre, «Allied» uscirà nelle nostre sale il 17 gennaio Foto: Quando ero ragazzina non sognavo di essere una principessa da fiaba Volevo diventare un'attrice e conquistareHollywood Foto: Incinta I due divi durante la sfilata sul red carpet alla première del film al Regency Village Theatre di Los Angeles ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 9
14/11/2016 diffusione:16000 Pag. 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TELEVISIONE. Registi e sceneggiatori si ispirano a pellicole del passato e a romanzi per costruire sceneggiati attuali Film e romanzi invadono la tv «La serie è il format vincente» «Romanzo criminale» e «Gomorra» hanno fatto scuola: dal 21 su Rai1 «La mafia uccide solo d'estate», che è ispirato alla pellicola di Pif Dai film alle serie: dopo gli esempi vincenti di «Romanzo criminale» e «Gomorra» la strada sembra segnata, attirando sulla serialità grandi talenti del cinema (su tutti il premio Oscar Paolo Sorrentino, con «The Young Pope») mentre il linguaggio libero della nuova fiction televisiva condiziona persino i generi cinematografici. «Le serie sono riuscite a trasferire dal cinema alla tv il talento storytelling tutto italiano e a sapere parlare alla gente di cose di cui vuole sentir parlare, essendo capaci più del cinema drammatico italiano degli ultimi anni di dialogare con il nostro profondo», dice il produttore di Cattleya, Riccardo Tozzi. Ispirata all'omonimo film di Pif e con la sua voce fuori campo, da lunedì 21 novembre su Rai1 arriva «La Mafia uccide solo d'estate» con Claudio Gioè, Anna Foglietta, Francesco Scianna, Valentina D'Agostino e con Nino Frassica (coproduzione Rai Fiction - Wildside), storia di una famiglia nella Palermo degli anni '70, tra tragedia e commedia, per raccontare persino con sorriso ironico la mafia. Dario Argento sta lavorando ad una serie ispirata al romanzo «Suspiria De Profundis» di Thomas de Quincey mentre il 30 gennaio, dopo 40 anni arriva il film restaurato in 4K. Anche «Django» diventerà una serie, così come «Suburra», che dal film di Stefano Sollima (che invece lavora a «Zero Zero Zero» dal romanzo di Saviano prodotta da Sky e Cattleya in coproduzione con Canal+) si trasforma in una delle serie più attese della prossima stagione (la prima tutta italiana per Netflix) con la regia di Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. Basata sull'acclamato romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, è ambientata qualche anno prima dello scandalo politico realmente accaduto a Roma al quale si ispira, intrecciando politica, Vaticano, mafia, riciclaggio di denaro ed è interpretata da Alessandro Borghi, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Acquaroli (coproduzione Rai Fiction - Cattleya). Il film «Smetto quando voglio», grande successo di pubblico e critica, si serializza ma per la sala con due sequel, una saga comedy dice il regista Sydney Sibilia, che riporta sul set tra Roma, Lagos e Bangkok, la banda dei sette laureati composta da Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia e Pietro Sermonti (insieme a Neri Marcorè e Valeria Solarino). «Nessun autore oggi può fare del buon cinema se non si cala nel linguaggio seriale né le imprese possono sopravvivere più solo con il cinema». Del resto non è un caso che più del cinema italiano ad attirare i gruppi internazionali sono le partnership produttive sulla serialità italiana. «Il dramma è stato investito dalla nuova serialità televisiva, spazzato via. È un problema italiano ma non solo. Le serie su Sky, Netflix, Amazon hanno portato il pubblico lì ed è complicato riportarlo al cinema, e quando ci si prova bisogna fare i conti con quel nuovo linguaggio. Restano le commedie, la roccaforte del cinema italiano», osserva Riccardo Tozzi, ex presidente Anica, tra i più positivi sulla nuova legge audiovisivo appena approvata perché, sostiene, è adeguata alla situazione in quanto integra il settore dell'audiovisivo e così si può guardare avanti. ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 10
14/11/2016 diffusione:27885 Pag. 9 Ed. Cosenza tiratura:42482 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il linguaggio " libero " della fiction attrae anche i grandi registi La serialità diventa una " guida " Il cinema italiano cerca nuove vie In arrivo un " Django " televisivo e Michele Placido lavora al primo film italiano di Netflix L ' ex presidente Anica Riccardo Tozzi: «Il dramma è stato spazzato via Resta la commedia» Alessandra Magliaro ROMA Dai film alle serie: dopo gli esempi vincenti di " Romanzo Criminale " e " Gomorra " , la strada sembra essere stata segnata, attirando sulla serialità grandi talenti del cinema (su tutti il premio Oscar Paolo Sorrentino, " The Young Pope " , ma non è l ' unico) mentre il linguaggio " libe ro " della nuova fiction televisiva condiziona persino i generi cinematografici. «Le serie sono riuscite a trasferire dal cinema alla tv il talento storytelling tutto italiano e a sapere parlare alla gente di cose di cui vuole sentir parlare, essendo capaci più del cinema drammatico italiano degli ultimi anni di dialogare con il nostro profondo», dice il produttore di Cattleya Riccardo Tozzi. Ispirata all ' omonimo film di Pif e con la sua voce fuori campo, dal 21 novembre su Rai1 arriva " La Mafia uccide solo d ' estate " con Claudio Gioè, Anna Foglietta, Francesco Scianna, Valentina D ' Agostino e con Nino Frassica (coproduzione Rai Fiction Wildside): la storia di una famiglia nella Palermo degli anni ' 70, tra tragedia e commedia, per raccontare persino con sorriso ironico la mafia. Dario Argento sta lavorando ad una serie ispirata al romanzo " Suspiria De Profundis " di Thomas De Quincey. Anche Django diventerà una serie, così come " Suburra " che dal film di Stefano Sollima (che invece lavora a " Zero Zero Zero " tratto dal romanzo di Roberto Saviano prodotta da Sky e Cattleya in coproduzione con Canal+) si trasforma in una delle serie più attese della prossima stagione (la prima tutta italiana per Netflix) con la regia affidata a Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. Basata sull ' acclamato romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, è ambientata qualche anno prima dello scandalo politico realmente accaduto a Roma al quale si ispira, intrecciando politica, Vaticano, mafia, riciclaggio di denaro ed è interpretata da Alessandro Borghi, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Acquaroli (coproduzione Rai Fiction - Cattleya). Il film " Smetto quando voglio " si serializza ma per la sala con due sequel, una saga comedy dice il regista Sydney Sibilia, che riporta sul set la banda dei sette laureati composta da Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia e Pietro Sermonti (insieme a Neri Marcorè e Valeria Solarino) ( produzione Rai Cinema, Fandango, Matteo Rovere). «Nessun autore oggi può fare del buon cinema se non si cala nel linguaggio seriale, né le imprese possono sopravvivere più solo con il cinema». Del resto non è un caso che più del cinema italiano ad attirare i gruppi internazionali sono le partnership produttive sulla serialità italiana. Intanto, in attesa dei dati dell ' anno sull ' andamento cinematografico, quelli sulle quote di mercato parlano chiaro: la fetta relativa al cinema italiano è in erosione da tempo, dal 33% del 2013, al 27 del 2014 è scesa al 20 nel 2015, rispetto ad una quota Usa che lo scorso anno ha toccato il 60,97%. «Il dramma è stato investito dalla nuova serialità televisiva, spazzato via. È un problema italiano, ma non solo. Le serie su Sky, Netflix, Amazon hanno portato il pubblico lì ed è complicato riportarlo al cinema. Restano le commedie, la roccaforte del cinema italiano», osserva Riccardo Tozzi, ex presidente Anica, tra i più positivi sulla nuova legge audiovisivo appena approvata perché, sostiene, è adeguata alla situazione in quanto integra l ' intero settore dell ' au diovisivo e solo in questo modo si può guardare avanti. 3 Nelle sale Negli Usa domina " Doctor Strange " l Doctor Strange, il titolo Disney-Marvel con Benedict Cumberbatch protagonista, resta primo al botteghino Usa per il secondo weekend consecutivo incassando 43 milioni di dollari per un totale domestico di 153 milioni (492 in tutto il mondo). Al secondo posto l ' anima zione Dreamworks Trolls con 35 milioni di dollari per la seconda settimana e 94 in totale (200 milioni nel mondo). Questo weekend ha esordito uno dei film considerati da Oscar: Arrival di Denis Villeneuve con Amy Adams e Jeremy Renner, in sala in Italia il 12 gennaio. Terzo posto nonostante le 2317 copie: 24 milioni di dollari al box office. ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 11
14/11/2016 diffusione:27885 Pag. 9 Ed. Cosenza tiratura:42482 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Dalla sala alla televisione. " Suburra " diventa una serie televisiva ed è tra le più attese del 2017. Il regista Stefano Sollima lavora a " Zero Zero Zero " tratto dal libro di Roberto Saviano ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 12
14/11/2016 diffusione:248077 Pag. 31 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 Ron Howard "Vi porto su Marte così la scienza è un kolossal tv " Da domani su National Geographic la serie prodotta dal regista Usa SILVIA FUMAROLA DICE Ron Howard che «l'ultima frontiera per sperimentare sono i documentari, ROMA perché puoi inventare un nuovo linguaggio, fare grande cinema con la divulgazione. Puoi mescolare fiction e realtà, un modo per parlare ai giovani». Il regista Premio Oscar ha prodotto con Brian Grazer Marte, serie kolossal in sei episodi in onda domani in 171 paesi su National Geographic (canale 403 di Sky)che si sviluppano tra presente e un ipotetico futuro, il 2033. Il cinema sposa la realtà scientifica. Alle immagini mozzafiato si alternano le interviste a scienziati e astronauti coinvolti nella ricerca spaziale: da Elon Musk, fondatore di SpaceX, l'azienda aerospaziale statunitense che sta lavorando allo sviluppo di tecnologie per ridurre i costi dell'accesso allo spazio, a Charles Bolden, amministratore della Nasa e ex astronauta, a James Lovell comandante dell'Apollo 13, a Jennifer Trosper, mission manager di Mars2020, e Andy Weir autore di The Martian, da cui è stato tratto il film di Ridley Scott con Matt Damon. Il mese scorso è fallito il tentativo della sonda Schiaparelli di approdare su Marte; nella serie siamo nel 2033 e lo sbarco dell'uomo su Marte sta per diventare realtà. Mancano 90 secondi all'ammartaggio quando l'equipaggio della navicella Daedalus, dopo 209 giorni di viaggio, ha un problema. La storia parte da qui, con l'equipaggio internazionale - sei astronauti - in difficoltà: il comandante Ben Sawyer (Ben Cotton), la pilota coreana Hana Seung (Jihae), l'idrologo e geochimico spagnolo Javier Delgado (Alberto Ammann), la fisica francese Amelie Durand (Clementine Poidatz), l'ingegnere meccanico nigeriano Robert Foucault (Sammi Rotibi) e la geologa russa Marta Kamen (Anamaria Marinca, Fury). Se per il documentario sulla storia dei Beatles Howard aveva curato anche la regia, qui l'ha affidata al regista messicano Everardo Gout: «La sceneggiatura» racconta Howard «è basata su ricerche approfondite fatte dalla nostra squadra, abbiamo intervistato scienziati e ricercatori, curando tutti i dettagli. È tutto ispirato alla realtà, la scienza guida lo sviluppo del racconto, e questo rende la serie ancora più emozionante». «Oggi la sfida» continua il regista «è fare divulgazione in modo spettacolare. Non ci limitiamo all'idea di raggiungere Marte, ma immaginiamo di andare oltre: colonizzarlo, provare a vedere se si può sopravvivere sul Pianeta rosso e poi fondare una città». Nella serie Marte gli astronauti riescono nell'impresa: nel 2037 sono trascorsi quattro anni da quando l'equipaggio di Daedalus è atterrato e ha stabilito il primo insediamento, Olympus Town. È il momento di far arrivare nuove forze per eseguire i piani di espansione ma una tempesta di sabbia minaccia l'avamposto. Nella realtà un esempio del genere è rappresentato dalla stazione McMurdo in Antartide, creata nonostante le tremende condizioni climatiche. «Marte può offrirci molto, anche se ci sono ancora grandi misteri» dice il regista «abbiamo seguito Sean Kelly che ha trascorso un anno nella stazione spaziale per capire come si resiste psicologicamente e fisicamente. So che con l'obiettivo di raggiungere Marte stanno facendo esperimenti su tutto, a parte salire sul missile e partire. Ricordo da ragazzino l'emozione per la missione Apollo. Vent'anni fa ho avuto la fortuna di dirigere il film Apollo13, facemmo un lavoro incredibile di ricerca che ha cambiato la mia vita in termini di approccio alle storie basate su eventi realmente accaduti. Se lo spazio mi aveva affascinato da ragazzo, da adulto mi sono convinto che l'uomo deve esplorare. Spero che il progetto Marte possa stimolare l'immaginazione, colonizzare un pianeta e costruire nuove città sembra incredibile ma forse non è così lontano dalla realtà. Quello di cui la gente ha bisogno è di credere in un sogno, di sognare in grande. Io lo faccio». ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 13
14/11/2016 diffusione:248077 Pag. 31 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Curioso, innamorato del mondo in cui vive, Howard - che ha diretto per Nat Geo Genius: Einstein, dieci episodi che racconteranno lo scienziato come non è mai stato raccontato - confessa che non partirebbe. «Non ho l'età. Amo l'avventura e rispetto le persone che partiranno ma non sono al loro livello. Quelli sono reali atti di eroismo e coraggio... Mi piace pensarmi eroico e coraggioso, ma non lo sono così tanto. Però è eccitante anche stare sulla linea laterale, per catturare l'emozione e condividerla». Foto: ESPLORAZIONI Tre momenti di "Marte" in onda da domani su National Geographic Foto: FOTO: © NATIONAL GEOGRAPHIC Foto: La fiction si basa sulla realtà: ci ispiriamo alla ultime ricerche ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 14
14/11/2016 diffusione:31113 Pag. 51 tiratura:42517 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TELEVISIONE. Registi e sceneggiatori si ispirano a pellicole del passato e a romanzi per costruire sceneggiati attuali Film e romanzi invadono la tv «La serie è il format vincente» «Romanzo criminale» e «Gomorra» hanno fatto scuola: dal 21 su Rai1 «La mafia uccide solo d'estate», che è ispirato alla pellicola di Pif Dai film alle serie: dopo gli esempi vincenti di «Romanzo criminale» e «Gomorra» la strada sembra segnata, attirando sulla serialità grandi talenti del cinema (su tutti il premio Oscar Paolo Sorrentino, con «The Young Pope») mentre il linguaggio libero della nuova fiction televisiva condiziona persino i generi cinematografici. «Le serie sono riuscite a trasferire dal cinema alla tv il talento storytelling tutto italiano e a sapere parlare alla gente di cose di cui vuole sentir parlare, essendo capaci più del cinema drammatico italiano degli ultimi anni di dialogare con il nostro profondo», dice il produttore di Cattleya, Riccardo Tozzi. Ispirata all'omonimo film di Pif e con la sua voce fuori campo, da lunedì 21 novembre su Rai1 arriva «La Mafia uccide solo d'estate» con Claudio Gioè, Anna Foglietta, Francesco Scianna, Valentina D'Agostino e con Nino Frassica (coproduzione Rai Fiction - Wildside), storia di una famiglia nella Palermo degli anni '70, tra tragedia e commedia, per raccontare persino con sorriso ironico la mafia. Dario Argento sta lavorando ad una serie ispirata al romanzo «Suspiria De Profundis» di Thomas de Quincey mentre il 30 gennaio, dopo 40 anni arriva il film restaurato in 4K. Anche «Django» diventerà una serie, così come «Suburra», che dal film di Stefano Sollima (che invece lavora a «Zero Zero Zero» dal romanzo di Saviano prodotta da Sky e Cattleya in coproduzione con Canal+) si trasforma in una delle serie più attese della prossima stagione (la prima tutta italiana per Netflix) con la regia di Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. Basata sull'acclamato romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, è ambientata qualche anno prima dello scandalo politico realmente accaduto a Roma al quale si ispira, intrecciando politica, Vaticano, mafia, riciclaggio di denaro ed è interpretata da Alessandro Borghi, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Acquaroli (coproduzione Rai Fiction - Cattleya). Il film «Smetto quando voglio», grande successo di pubblico e critica, si serializza ma per la sala con due sequel, una saga comedy dice il regista Sydney Sibilia, che riporta sul set tra Roma, Lagos e Bangkok, la banda dei sette laureati composta da Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia e Pietro Sermonti (insieme a Neri Marcorè e Valeria Solarino). «Nessun autore oggi può fare del buon cinema se non si cala nel linguaggio seriale né le imprese possono sopravvivere più solo con il cinema». Del resto non è un caso che più del cinema italiano ad attirare i gruppi internazionali sono le partnership produttive sulla serialità italiana. «Il dramma è stato investito dalla nuova serialità televisiva, spazzato via. È un problema italiano ma non solo. Le serie su Sky, Netflix, Amazon hanno portato il pubblico lì ed è complicato riportarlo al cinema, e quando ci si prova bisogna fare i conti con quel nuovo linguaggio. Restano le commedie, la roccaforte del cinema italiano», osserva Riccardo Tozzi, ex presidente Anica, tra i più positivi sulla nuova legge audiovisivo appena approvata perché, sostiene, è adeguata alla situazione in quanto integra il settore dell'audiovisivo e così si può guardare avanti. ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 15
13/11/2016 diffusione:248077 Pag. 42 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA DOMENICA L'incontro. Visionari ROMA Peter Greenaway ELENA STANCANELLI Voleva diventare un pittore. Poi il cinema, la collaborazione con Michael Nyman e la passione per l'architettura: "Ma ho la sensazione che anche gli architetti, come tutti, ormai si dedichino all'effimero". Dopo il nuovo film ispirato alla "Ronda di notte" di Rembrandt, "che nasconde un giallo, è il mio Csi del Seicento", è tornato in Italia per un progetto su nove quadri rivisitati, da "L'ultima cena" di Leonardo al "Giudizio universale" di Michelangelo. Opere di grandi dimensioni perché "mi serve una folla, un mondo da animare". I registi più amati? "Lynch, Cronenberg e Sorrentino: 'La grande bellezza' non vi sembra un mio lavoro?" UN FILM», DICE PETER GREENAWAY nel foyer del teatro Argentina, «ha tre movimenti: l'idea iniziale, la messa in scena e il montaggio. Ogni passaggio ha bisogno di una specifica preparazione: la scrittura come punto di partenza, l'arte visiva, la tecnica che trasforma la serie di immagini in una storia. Io li conosco bene tutti e tre». Nato nel 1942 a Newport, nel Galles, Peter Greenaway è in Italia per accompagnare Nightwatching, il film ispirato al quadro di Rembrandt conservato al Rijksmuseum di Amsterdam. Che viene presentato dal distributore, "Lo Scrittoio", in maniera non tradizionale, con una mini tournée nei teatri. «Volevo diventare un pittore. Ho una formazione solida, classica, ho frequentato la scuola pubblica inglese e ho imparato quello che c'è da sapere sulle scienze umane. Poi per cinque anni ho studiato arte al college. Infine, quando ho deciso di dedicarmi al cinema, ho lavorato come montatore. Posso dirlo con cognizione di causa: il ruolo più importante, al cinema, è quello del montatore». Il suo primo film è del 1982, I misteri del giardino di Compton House: la musica di Michael Nyman (che collaborerà con lui per altri undici film), il Diciassettesimo secolo (e quelle parrucche e costumi che solo lui riesce ad affrancare dal ridicolo), l'immagine costruita come un quadro, le tavole imbandite, l'ossessione per le vite degli artisti... C'è già tutto. Nel 1987 gira Il ventre dell'architetto, storia di un Stourley Kracklite che viene a Roma per allestire, nel Complesso del Vittoriano, una mostra su Étienne-Louis Boullée, visionario architetto settecentesco del quale nessuno dei progetti fu mai realizzato. Convinto che la moglie lo tradisca e lo stia avvelenando, precipita in un delirio visivo e psichico, cullato da una attualizzata sindrome di Stendhal. «Roma», dice Greenaway, «è il nocciolo della cultura europea. È stata al centro della storia per tre secoli e mezzo, nessuna città è stata così importante e così a lungo. Atene ha avuto un momento di enorme fortuna, ma poi è scomparsa del tutto dal radar della cultura. Ho vissuto qui per un anno, quando giravo il film, ma non parlo italiano e sono solo un turista. Non posso dire niente tranne che ho settantaquattro anni, e sono venuto a Roma la prima volta quando ne avevo tredici, e ogni volta vengo sopraffatto dall'emozione». Il ventre dell'architetto parla di... «sesso e morte», mi interrompe Greenaway, «tutta l'arte parla solo di sesso o morte, di cos'altro dovrebbe parlare? Balzac suggerisce anche il denaro, ma il denaro ci serve a negoziare il sesso, ad allontanare, per quanto è possibile, la morte. Basta pensare a Shakespeare. L'orgasmo è chiamato piccola morte ed è l'unica cosa che riguarda ognuno di noi. Io non so niente di lei», dice indicandomi, «ma so che morirà e che è nata attraverso un atto sessuale. Tutto il resto è opinabile, accidentale: nazionalità, religione, razza...». L'architettura è una sua grande passione. «Lo è, credo sia il rifugio di ogni altra arte. Ma ho la sensazione che ultimamente gli architetti, penso a Frank Gehry e Libeskind, abbiano smesso di lavorare per la posterità, e si dedichino, come tutti, all'effimero». Crede che anche il cinema sia un'arte effimera, che sparirà? «Credo che stia già morendo. Se n'è accorta persino Hollywood e sta cercando qualcos'altro. Forse le serie tv sostituiranno il cinema blockbuster, forse l'hanno già fatto». Nella Grecia classica c'erano i teatri, poi sono venute le chiese, il melodramma ha imperversato per secoli e adesso è praticamente morto. Se si esclude la Lulu di Alban Berg e il lavoro di Philip Glass, il Novecento ha decretato la morte dell'opera lirica, sostituita appunto dal cinema. ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 16
13/11/2016 diffusione:248077 Pag. 42 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dopo il cinema verrà sicuramente qualcos'altro, no?». Che cos'è il cinema, secondo lei? «Non è scrittura. Gli scrittori non dovrebbero occuparsi di cinema, per nessuna ragione». Vorrei dirgli che l'autore di quello che lui dichiara essere il film più bello della storia, Hiroshima mon amour di Alain Resnais, è Marguerite Duras, ma taccio. Non è facile contraddirlo, è ironico, intelligentissimo, parla un inglese colto contro il quale non è possibile combattere. «Mio nonno», dice, «avrebbe definito il cinema come un grande schermo in fondo a una sala buia, dove siedono molte persone una accanto all'altra. Lei lo definirebbe ancora così? No di certo. Avrà in tasca uno smartphone, sul quale può vedere i miei film, io stesso posso spedire il mio lavoro agli amici a Pechino con un gesto, in pochi secondi. Si ricordi: il mezzo è il messaggio. L'arte deve prima di tutto comunicare, compito di un bravo artista è quindi saper immaginare sempre quale sia il modo migliore per comunicare quello che deve». Ma non le fa impressione sapere che si possono vedere i suoi meravigliosi film in uno schermo così piccolo, con un audio pessimo, nella distrazione totale? «Ovvio che sarebbe meglio schermo gigante, audio perfetto e tutta l'attenzione dello spettatore. Ma io non voglio perdere tempo a occuparmi di cose che non esistono più». Non è scrittura, non è neanche immagine visto che la si può distruggere rimpicciolendola in un quadratino da tenere in tasca, e quindi cos'è il cinema, chiedo. «Gliel'ho detto: montaggio. Nel 1931 Eisenstein, l'inventore del montaggio cinematografico e forse il più grande regista di tutti i tempi, va in Messico a girare un film sulla rivoluzione. Aveva appena diretto La corazzata Potëmkin, era un regista conosciuto anche in America ma Stalin non lo amava più, era deluso dai suoi ultimi film. Per dispetto decise che doveva tornare in Unione Sovietica e Eisenstein dovette abbandonare il film. Affidò il girato allo scrittore Upton Sinclair, col patto che lo spedisse a Mosca, dove non arrivò mai. Il film, Que viva Mexico! uscì montato dagli americani, ma il regista non lo riconobbe mai. Malgrado le immagini fossero le sue e anche l'idea iniziale». Nel 2015 Greenaway ha girato un film su di lui, Eisenstein in Messico. Adesso è impegnato in un progetto che si intitola Nine classical paintings revisited, le cui prime tappe sono state un lavoro su L'ultima Cena di Leonardo da Vinci e Le nozze di Cana di Veronese, sull'isola di San Giorgio a Venezia. Com'è stato tornare a lavorare in Italia? «Complicato, ma è complicato ovunque mettere le mani sui monumenti. La prima reazione è sempre "tieni lontane le tue macchine tecnologiche, abbi rispetto". Ma l'arte è sempre rivoluzione e sperimentazione, o non è arte. Rembrandt lavora in un periodo storico, il barocco, fatto di ori, esagerazioni, fastosità. Ma lui veste i personaggi de La ronda di notte in abiti contemporanei: è uno choc. È la prima volta che qualcuno osa fare una cosa del genere. La ronda di notte è un monumento nazionale per gli olandesi. Dopo la Seconda guerra mondiale gli americani si offrirono di cancellare i loro debiti di guerra in cambio del quadro, ma gli olandesi si opposero. Io abito ad Amsterdam da qualche anno, ma solo dopo moltissima insistenza ho ottenuto i permessi. E la prima notte - lavoravamo di notte per permettere l'accesso agli spettatori - sono stato scortato da tre guardiani, cinque poliziotti e un paio di cani, che sono rimasti tutto il tempo vicino a me. Il giorno dopo sono spariti i cani e qualche poliziotto, la terza sera mi hanno dato le chiavi e sono entrato da solo. I nove quadri su cui ho lavorato - oltre ai citati, Guernica di Picasso, Las Meninas di Velázquez, La Grande Jatte di Seurat, e poi Monet, Pollock e Il giudizio universale di Michelangelo - sono grandi abbastanza da poter essere visti da cinquanta spettatori contemporaneamente. Non avrei potuto farlo con La Gioconda. Mi serve una folla, un mondo, da animare. Immagino un sonoro, voci, musica, e degli accadimenti, pioggia, fuoco che sembrano aggredire la tela. E studiando La ronda di notte ho scoperto che è una specie di giallo, che coinvolge i protagonisti e la committenza. Nel quadro è nascosta la storia di una congiura e di un omicidio: è il mio Csi del Seicento!». Guardando il suo film mi chiedevo se sia una storia vera o se si tratti del suo romanzo. Sorride, Greenaway. «Dovrebbe saperlo: la Storia non esiste, esistono solo gli storici». È chiaro che i suoi eroi sono i pittori. Ma non c'è neanche un regista che le piace? «Certo: Resnais, come dicevo. Hiroshima mon amour e L'anno scorso a Marienbad (scritto da Bioy Casares ma anche questo evito di farlo notare..., ndr) sono capolavori. Mi piaceva Lynch e ho amato Cronenberg. Ridley Scott ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 17
13/11/2016 diffusione:248077 Pag. 42 tiratura:374273 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sarebbe un regista eccezionale, se non perdesse tempo a Hollywood. Mi è piaciuto La grande bellezza di Sorrentino, lo trovo un grandissimo film alla Greenaway, non trova anche lei?». Foto: OVVIO CHE SAREBBE MEGLIO SCHERMO GIGANTE, AUDIO PERFETTO E TUTTA L'ATTENZIONE DELLO SPETTATORE MA IO NON VOGLIO PERDERE TEMPO A OCCUPARMI DI COSE CHE NON ESISTONO PIÙ Foto: È SEMPRE COMPLICATO METTERE LE MANI SUI MONUMENTI. LA PRIMA REAZIONE È "TIENI LONTANE LE TUE MACCHINE, ABBI RISPETTO". MA L'ARTE È RIVOLUZIONE E SPERIMENTAZIONE, OPPURE NON È ARTE Foto: L'ARTISTA PARLA SOLO DI SESSO E MORTE, DI COS'ALTRO DOVREBBE PARLARE? IO NON SO NIENTE DI LEI, MA SO CHE MORIRÀ E CHE È NATA ATTRAVERSO UN ATTO SESSUALE. TUTTO IL RESTO È MATERIA OPINABILE E ACCIDENTALE: NAZIONALITÀ, RELIGIONE, RAZZA... ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 18
12/11/2016 diffusione:28000 Pag. 35 Il Roma La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CINEMA "La La Land", "Paw Patrol", "Lion" e "Sing" proiettate a Sorrento dal 28 novembre al 1 dicembre Tante anteprime alle Giornate Professionali __ DI B ARBARA C ASOLLA Isimpatici cuccioli di "Paw Patrol", il commovente "Lion" con Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham e Nicole Kidman, "La La Land"con Ryan Gosling e Emma Stone, e le incredibili avventure del koala Buster Moon, protagonista di "Sing", sono le anteprime in programma alla 39a edizione delle Giornate Professionali di Cinema che si svolgeranno a Sorrento dal 28 novembre all'1 dicembre. Prodotte e organizzate dall'Anec, in collaborazione con Anem ed Anica, le Giornate costituiscono il principale momento d'incontro dell'industria cinematografica italiana. Organizzata con il sostegno del Comune di Sorrento e della Regione Campania, la manifestazione presenta anteprime, trailer e convention nel corso delle quali le case di distribuzione presenteranno i nuovi listini e dove registi e attori annunceranno molti dei titoli italiani in uscita. "Paw Patrol", film d'animazione diretto da Jamie Whitney, porta sul grande schermo le avventure dei simpatici protagonisti dell'omonimo cartone animato, vero e proprio fenomeno televisivo degli ultimi anni, amatissimo dai bambini. Il film (in uscita il prossimo 22 dicembre distribuito da Notorious Pictures) verrà presentato lunedì 28 novembre alle 19.45, con una proiezione per il pubblico cittadino, oltre che per gli accreditati delle Giornate. Martedì 29 novembre alle ore 9.00 sarà invece la volta di "Lion", diretto da Garth Davis con Nicole Kidman e Dev Patel (in uscita il prossimo 22 dicembre distribuito da Eagle Pictures) basato sul libro di memorie "La lunga strada per tornare a casa". La vera storia di Saroo, un bambino indiano di soli 5 anni che dopo essere finito su un treno sbagliato si ritrova a Calcutta, dove poi viene adottato da una coppia australiana. Ma la sua enorme forza di volontà, molti anni dopo, lo porterà a ritornare alla stazione dalla quale era partito consentendogli di ricongiungersi con la vera famiglia. Film di apertura del concorso ufficiale all'ultima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, "La La Land" (in uscita il prossimo 26 gennaio 2017 dicembre con 01 Distribution) sarà presentato sempre martedì 29 novembre (alle 17.30). Diretto da Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Emma Stone (Coppa Volpi a Venezia per la migliore interpretazione femminile), il film racconta la storia d'amore tra un'aspirante attrice che fa la cameriera ed un pianista jazz, entrambi trasferitisi a Los Angeles per realizzare i loro sogni. Un elegante koala è invece il protagonista del film d'animazione "Sing", in programma mercoledì 30 novembre alle 17.30. Prodotto dai creatori di Cattivissimo me, Hop, Minions e Pets - vita da animali, il film (in uscita il 4 gennaio distribuito da Universal Pictures) diretto da Garth Jennings segue le vicende di Buster Moon, un simpatico koala proprietario di un teatro un tempo grandioso ma ormai caduto in disgrazia. Per evitare il fallimento economico del suo stabile, deciderà di organizzare una gara di talenti canori per racimolare il denaro necessario a salvare il suo teatro. Le anteprime, riservate agli accreditati, si svolgeranno presso l'Hilton Sorrento Palace, sede, insieme al Cinema Armida, della manifestazione. La manifestazione avrà inizio lunedì 28 novembre in piazza Tasso con i saluti del sindaco Giuseppe Cuomo e dell'Assessore agli Eventi Mario Gargiulo che avvieranno la tradizionale festa di accensione dell'albero di Natale, affidata quest'anno ai costume character di "Paw Patrol" (La squadra dei cuccioli), con animazioni e distribuzione di gadget a tutti i bambini presenti. Anche quest'anno le Giornate Professionali coinvolgeranno la Città di Sorrento con una settimana di anteprime ed eventi aperti al pubblico, in programma dal 27 novembre al 3 dicembre, realizzati nell'ambito del progetto "M'illumino d'inverno" promosso dal Comune di Sorrento (il programma completo è presentato in conferenza stampa venerdì 11 novembre, alle ore 10.30, a Villa Fiorentino, in Corso Italia 53 a Sorrento). Tra queste si segnala, in apertura, l'anteprima Microcinema del film "Dog Eat Dog" di Paul Schrader con Nicolas Cage e Willem Dafoe (domenica 27, ore 21,30 al Cinema Armida). Tra gli altri appuntamenti delle Giornate Professionali anche la consegna dei Biglietti d'Oro del cinema italiano, il premio che l'Anec attribuisce ai maggiori successi al botteghino dell'annata cinematografica, e il Magis, il mercato delle ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 19
12/11/2016 diffusione:28000 Pag. 35 Il Roma La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tecnologie e dei servizi connessi al cinema. Foto: Una scena di "La La Land" con Emma Stone e Ryan Goslin ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 20
13/11/2016 diffusione:335431 Pag. 92 N.46 - 13 novembre 2016 tiratura:472673 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Visioni / Cinema Quella tata di nome Belfagor Bellocchio affronta contromano il bestseller "Fai bei sogni". E dal mélo vira all'horror Emiliano Morreale Nulla è più lontano da Marco Bellocchio del bestseller di Massimo Gramellini, "Fai bei sogni", in cui il giornalista rievoca il lutto per la morte della madre e la scoperta di un segreto famigliare. Lo scrittore, che ama la parola "anima" («la ginnastica dell'anima predi lige le salite»), ha spesso un tono infantile o sognante, con maestre che hanno «un cervello a forma di cuore» e tate «incaricate di spolverarmi la vita». Il risultato invece, pur attraverso una fedeltà di superficie al libro, ribadisce le ossessioni di Bellocchio. Il bel finale è in fondo gemello di quello di "Buongiorno notte": il 76enne autore dei "Pugni in tasca" non invita più a uccidere padri e madri, ma a «lasciarli andare». Verrebbe da dire che l'operazione cui "Fai bei sogni" somiglia di più è un vecchio film dell'autore, "Sbatti il mostro in prima pagina", che sabotava il poliziesco per fare un film politico. Qui si prende contromano un bestseller e un certo genere di cinema (e tv) vintage, con la ricostruzione d'epoca fatta di imma gini dei media e magari vista da occhi infantili. Nel raccontare un personaggio e una storia che forse non ama, Bellocchio pare a volte scherzare, far la parodia, come nelle improbabili parrucche di Mastandrea giovane, o con la mamma che balla il twist nel classico moderna riato da fiction e con fotografia desaturata di Ciprì. Sul clou melodrammatico, Bellocchio inserisce il commento di una sfottente Piera Degli Esposti: «Cosa dovremmo fare adesso, abbracciarci?». Non sempre il gioco funziona. La storia del protagonista Massimo da adulto è poco interessante, anche se punteggiata di episodi sorprendenti, come lo pseu do-Gardini pirandelliano interpretato da Fabrizio Gifuni. Il cuore del film è la prima mezz'ora, in cui Massimo rifiuta la morte della madre: il dolore, anziché nutrire il mélo, devia verso l'horror, come in un altro adattamento conflittuale di bestseller, "La solitudine dei numeri primi" di Saverio Costanzo (anche l'ul timo film di Bellocchio, "Sangue del mio sangue", era un gotico). Il bambino, solo davanti alla tv, giura fedeltà al Belfagor dello sceneggiato, e trova nella televisio ne un sinistro sostituto della madre. La ribellione tipica dei protagonisti bellocchiani si incanala lì; la rivolta infantile, morale e metafisica, contro la morte e le bugie della famiglia borghese, si nutre di fantasmi dei media. Sullo schermo appa iono la Carrà, Klaus Di Biasi o Pippo Baudo e la sagoma di Nosferatu. Accompagna questo viaggio inquietante, che al posto dell' "anima" trova icone pop, la splendida musica di Carlo Crivelli. "Fai bei sogni" di Marco Bellocchio, Italia, 126' aaacc ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 14/11/2016 - 14/11/2016 21
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