Gender health in Italy in a capability approach

Pagina creata da Greta Grassi
 
CONTINUA A LEGGERE
Gender health in Italy in a capability approach
Gender health in Italy in a capability approach
                            (Anita Chiarolanza^*, Antonella Picchio*, Silvia Storchi°)1

                             *Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Economia, Modena, Italia
                                               ^ Azienda Usl di Modena, Staff Direzione, Modena, Italia
                                      ° Università di Bath, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Bath, UK

Introduzione.
In questo lavoro viene presentata un'analisi multivariata che tenta di spiegare la salute di uomini
donne utilizzando, a livello teorico, l’approccio delle capacità e, a livello empirico, un modello ad
equazioni strutturali; a tal fine analizza i dati dell’indagine Istat sulle Condizioni di salute e accesso
ai servizi in Italia condotta nel 2005. La salute, come si è detto, viene qui considerata, ampliando
l’approccio dei determinanti sociali, come una dimensione di benessere basilare in cui l'esperienza
delle donne rappresenta il punto di vista attraverso cui osservare il risultato di un processo di
conversione di beni e servizi in effettivi stati di salute di donne e uomini. Questo processo
comprende il contesto, dato dalla qualità dei servizi, non solo sanitari, del territorio in cui vive una
popolazione composta da persone in carne ed ossa e, quindi, mente ed emozioni, inserite in reti di
relazioni sociali e personali e diverse per storie individuali e familiari. In questo processo, anche il
lavoro domestico e di cura non pagato costituisce un fattore di conversione fondamentale che
contribuisce a trasformare i mezzi distribuiti al nucleo familiari in uno standard di vita maggiore e
migliore: perché i cibi si mangiano cotti, gli ambienti devono essere tenuti in condizioni di igiene e
pulizia e, soprattutto, le relazioni di cura consentono di formare e sostenere le capacità individuali
dei membri della famiglia, di essere, ad esempio, sani, socievoli, responsabili, verso sè stessi e
verso gli altri. Questo lavoro, essenziale per mettere i bambini in grado di svilupparsi in modo
armonioso e gli adulti in grado fisico e psicologico di lavorare e reggere lo stress quotidiano, ha una
distribuzione di genere marcatamente ineguale che risulta, come si vedrà dai dati, un determinante
delle differenze di salute tra donne e uomini in quanto sono le donne a darne di più (caretakers) e a
riceverne di meno (receivers) (Picchio, 2003; Chiappero-Martinetti, 2003; UNSRID, 2010;
GenderCAPP, 2012). Nel sistema della salute, il lavoro di cura non pagato si integra con altro
lavoro di cura pagato (privato e pubblico) in quello che è definito generalmente "il diamante della
cura" (UNSRID, 2010) e costituisce un fattore importante di espansione della salute di uomini e
donne che, come si evince anche dalla definizione della OMS, richiede oltre ai mezzi anche attività
materiali e immateriali che sostengano, come diceva già Adam Smith, "l'agio del corpo e la pace
della mente" (Smith, 1976).
Nell'approccio delle capacità di Amartya Sen, la ricerca empirica risulta complessa per il
significato multidimensionale dato al ben-essere e potenziale dato al termine capacità, più evidente
nel termine inglese capabilities. A livello empirico è più facile misurare funzionamenti effettivi, ciò
che effettivamente si fa e si è (sani, istruiti, etc.) piuttosto che ciò che si può fare, e anche non fare,
per libera decisione e esercizio di libertà di comporre la propria vita secondo funzionamenti di
valore. Nel modello che segue si cercherà di catturare sia alcuni aspetti latenti e, quindi, non
direttamente misurabili che definiscono lo spazio delle potenzialità, che gli effettivi funzionamenti
riportabili come effetto di determinanti specifici. In tal modo si intende compiere un passo avanti
nella ricerca di misure adeguate a cogliere nei fatti alcuni aspetti della complessità del processo
individuale e sociale che porta ad effettivi stati di salute estendendolo anche a dimensioni e attività
relazionali domestiche. I risultati di tale sforzo analitico e empirico potrebbero contribuire a

1
 Questo lavoro richiama alcune analisi e risultati del Rapporto di ricerca finale “Salute e genere nell’approccio delle
capacità. Analisi teorica, evidenze empiriche e implicazioni di policies” dell’Unità operativa Università degli Studi di
Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Economia Politica, Facoltà Marco Biagi, all’interno del progetto strategico
“La medicina di genere come obiettivo strategico per la sanità pubblica: l’appropriatezza della cura per la tutela della
salute della donna” (gennaio 2012), e si riferisce, in particolare, ai capitoli Introduzione,1,2,5 e Conclusioni.
http://www.capp.unimo.it/ricerche/gender/salutedonna_report.html
Gender health in Italy in a capability approach
migliorare il disegno e la valutazione delle politiche pubbliche. Come sempre nelle misurazioni si
procede pragmaticamente riflettendo su ciò che effettivamente si può fare con i dati a disposizione e
su ciò che rimane dicibile dal punto di vista teorico ma non misurabile in termini quantitativi in
modo corretto e fruibile da altri ricercatori.
Introduzione a parte, il paper è strutturato in 5 sezioni: 1) schemi analitici, 2) modello empirico, 3)
metodo e dati, 4) risultati, 5) conclusioni

1. Schemi analitici.
Nel passato, la letteratura sulla salute e le diseguaglianze della salute si sono in larga parte
concentrate su due cause: le cure svolte all'interno di strutture sanitarie e la biologia. Le
diseguaglianze della salute erano, infatti, perlopiù spiegate in termini di qualità dei servizi sanitari o
patologie biologiche. Il concetto di salute era ridotto a quello di cura della malattia e l’obiettivo, da
perseguire, si limitava a quello di migliorare il sistema sanitario di cura. In questo contesto i
pazienti venivano considerati per lo più neutri, e le differenze biologiche tra donne e uomini
venivano ridotte all'apparato genitale e riproduttivo esteso a comprendere la menopausa. Solo
recentemente si è aperto un nuovo campo di studi che coglie le differenze biologiche rispetto ad
aspetti cellulari, cardio-circolatori, neurologici, etc..Questa nuova 'biologia di genere' è stato
oggetto del progetto strategico 2009-2012 “La medicina di genere come obiettivo strategico per la
sanità pubblica: l’appropriatezza della cura per la tutela della salute della donna” coordinato
dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute2 Le autrici del presente paper
e il gruppo di lavoro invece nel progetto si sono occupate della parte economico-sociale3.
Dall’inizio degli anni novanta, del secolo scorso, tuttavia, gli studi sulla salute hanno iniziato ad
allargare la prospettiva e, soprattutto grazie all’opera di Michael Marmot, si è assistito allo sviluppo
della teoria dei determinanti sociali della salute (Marmot, 2004)4. Negli ultimi anni il dibattito
scientifico si è aperto inoltre anche ad un nuovo approccio teorico, più complesso e focalizzato
sulle differenze tra individui, in cui la salute viene vista come la capacità di essere sani, all'interno
di uno spazio definito da un insieme di molteplici dimensioni del fare e dell'essere che compongono
uno stato di ben-essere individuale (Ruger, 2010).
In questo nostro lavoro, basato sugli aspetti economico e sociale della 'salute di genere'
introduciamo un ulteriore spostamento, rilevante per l'analisi delle condizioni di salute e per
l'implementazione delle politiche pubbliche. In particolare nella ricerca abbiamo adottato una
prospettiva che metodologicamente riconosce e valorizza l'esperienza delle donne come soggetto di
cura (di corpi e menti) e non solo come oggetto di cura, ridotto a categoria socialmente svantaggiata
e diseguale, rispetto agli uomini, negli accessi ai servizi sanitari. Ciò significa che, pur considerando
molto importante, per capire i risultati dei servizi sanitari, la contestualizzazione degli individui nei
gruppi sociali di appartenenza e pur adottando il nuovo approccio delle capacità come più idoneo a
cogliere la complessità dei processi di vita, riteniamo fondamentale precisare anche un ulteriore
spostamento richiesto dalla specificità di un'analisi di genere. Questo nuovo spostamento si rende
necessario per meglio cogliere le differenze e le diseguaglianze tra uomini e donne, oggetto della
ricerca. Le donne non costituiscono un gruppo a parte, ma un soggetto diverso che interagisce
all'interno di ogni gruppo sociale con gli uomini in una complicata relazione che segna

2
  Il progetto ha coinvolto 25 Unità Operative disseminate sul territorio nazionale che hanno studiato 5 aree prioritarie:
Malattie dismetaboliche e cardiovascolari, Immunità ed endocrinologia, Ambiente di lavoro, Malattie iatrogene e
reazioni avverse, Determinanti della salute della donna. I coordinatori scientifici del progetto sono la prof.ssa Flavia
Franconi e il dott.Stefano Vella.
3
  Gruppo di lavoro dell’Unità Operativa “Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Dipartimento di Economia
Politica Facoltà di Economia Marco Biagi” e GenderCAPP: Antonella Picchio (coordinatrice scientifica), Tindara
Addabbo (coordinatrice scientifica), Paolo Bosi, Enza Caruso, Anita Chiarolanza, Anna Maccagnan, Sara Colombini
(supporto tecnico), Gisella Facchinetti, Marco Fuscaldo, Tommaso Pirotti, Roberta Pompili, Giovanni Solinas, Silvia
Storchi, Erica Villa, Silvana Borsari, Cristina Florini, Marisa Rossetti.
http://www.capp.unimo.it/ricerche/gender/salutedonna.html
4
  riferimento a anni 70: Medicina Democratica e Statuto dei lavoratori
Gender health in Italy in a capability approach
profondamente i modi del vivere e quindi della salute dei corpi, nella loro complessità fisica-
mentale-emozionale. Il problema non è usare il 'genere' come un determinante sociale separato,
come fa l'approccio proposto da Marmot, ma di disaggregare ogni determinante, e modello di
salute, per sesso. In un'ottica di genere non basta neppure concentrarsi sugli stati di ben-essere ma
diventa necessario anche cogliere gli spessori analitici più profondi legati ai processi reali e normali
che mettono effettivamente in grado di formare le capacità individuali e del gruppo sociale e le
condizioni necessarie a mettere effettivamente in grado di vivere, convivere e lavorare, uomini e
donne nel loro ciclo di vita, possibilmente lunga, sana, dignitosa, buona e liberamente vissuta.
Gli studi sui determinanti sociali della salute hanno allargato la prospettive sulle diseguaglianze
della salute e introdotto il concetto di diseguaglianze sociali della salute. Le diseguaglianze di salute
non provengono solo da differenze biologiche o da diversi livelli qualitativi di cure sanitarie.
Diseguaglianze della salute ‘sono sistematiche, socialmente prodotte (e di conseguenza
modificabili) e ingiuste’ (Whitehead e Dahlgren, 2006, p.2). Queste diseguaglianze sono
sistematiche poiché non sono distribuite casualmente attraverso la popolazione. Diversi studi
confermano l’esistenza di un gradiente sociale per cui ad un livello socio-economico più prospero
corrisponde un migliore stato di salute (e.g. Marmot, 2002; Furher et al., 2002, Marmot, 2006). In
secondo luogo, queste diseguaglianze sono socialmente prodotte invece di essere un prodotto
biologico. Marmot ha dimostrato che tra il 1981 e il 1985 c’era una differenza nell’aspettativa di
vita tra i più ricchi e i più poveri abitanti di Glasgow di 7 anni. Vent’anni dopo, questa differenza
aveva raggiunto i 12 anni (Marmot, 2006). Questa differenza nell’aspettativa di vita è socialmente
prodotta e molti determinanti della salute, come la disoccupazione, l’esclusione sociale e l’attività
fisica giocano un ruolo nella creazione di questa differenza.
Lo spostamento di prospettiva che è seguito agli studi sui determinanti sociali della salute ha
influenzato numerosi studiosi nel campo della salute. L’attenzione si è spostata a considerare
diverse caratteristiche sociali che ora vengono considerate importanti per lo stato di salute delle
persone. Inoltre, l’analisi è cambiata da un unico focus sul reddito come maggiore determinante
della salute (Morris et al., 2000; Morris et al., 2007) a includere temi come il controllo e la
partecipazione (Marmot, 2004; Marmot, 2006). L’idea di un gradiente sociale e la considerazione
dei molteplici determinanti della salute ha portato a diverse implicazioni per le politiche pubbliche:
i cambiamenti del gradiente sociale della salute stanno a dimostrare che una tale realtà non è
immodificabile. Conseguentemente le politiche pubbliche diventano responsabili per affrontare le
diseguaglianze della salute da diversi punti di vista e la riforma del sistema sanitario istituzionale
non è più considerata come una strategia sufficiente e unica (Marmot, 2004). Nonostante ciò, la
studiosa Ruger afferma che l’approccio dei determinanti sociali della salute rileva che tali fattori
‘funzionano attraverso un’unica direzione causale’ (Ruger, 2010, p.99) mentre l’uso della
prospettiva delle capacità permetterebbe di prendere in considerazione ‘molteplici fattori e politiche
che hanno un impatto sulla salute e le diseguaglianze nei diversi campi della salute’ (Ibid.).
In questo contesto, l’utilizzo dell’approccio delle capacità di Sen al campo della salute permette
diversi cambiamenti. Innanzitutto, l’attenzione si sposta sulle capacità individuali, ovvero ciò che
persone sono in grado di essere e fare (Sen, 1992). Lo scopo delle politiche quindi non è più la
massimizzazione dell’utilità o del reddito ma la qualità della vita delle persone – la loro capacità di
perseguire ciò che ritengono importante nella loro vita. La salute può essere considerate come una
di queste capacità, una capacità cruciale nel sostenere le altre capacità che le persone considerano di
valore (Sen, 2002; Proochista e Arif, 2010; Ruger, 2010). Inoltre, non c’è nessun trade-off tra le
capacità individuali e esse non sono considerate in modo gerarchico. Inoltre, la salute è considerata
come una capacità centrale per l’espansione delle capacità umane e della libertà individuale (Sen,
2010). In secondo luogo, l’approccio delle capacità riconosce le caratteristiche di eterogeneità e
diversità: individui possono differire tra di loro per differenze individuali così come per diverse
situazioni ambientali e sociali o situazioni familiari (Sen, 1999). In termini di salute, questa
prospettiva può aiutare a concettualizzare la salute individuale come dipendente da biologia e
contesto sociale (Ruger, 2010) e entrambi i fattori, individuali e sociali, devono essere tenuti in
Gender health in Italy in a capability approach
considerazione per rappresentare quello che la Ruger intende per capacità della salute – ‘l’abilità
degli individui di raggiungere certi funzionamenti di salute e la libertà di raggiungere tali
funzionamenti ‘ (Ruger, 2010a). Secondo questa prospettiva, la salute è concepita come
multidimensionale (Proochista e Arif, 2010) poiché si basa sull’assunzione che gli individui sono
formati da corpo, mente e relazioni. In terzo luogo, l’approccio delle capacità di Sen tramite l’idea
di agency concepisce le persone come agenti attivi della loro vita invece di passive recipienti di
politiche pubbliche (Sen, 1992). Secondo Ruger, ‘l’agency di salute....costituisce l’abilità
individuale e di gruppo di perseguire obiettivi di valore e di partecipare in prima persona nella
costituzione della salute’ (2010, p.146) e ‘include non solo la conoscenza della salute ma anche
l’effettiva capacità di prendere decisioni relative alla salute, capacità di auto controllo e auto
regolazione, e l’abilità di controllare situazioni personali e professionali per conseguire una
situazione di salute, tra altre importanti qualità’ (Ibid., p.147). Sen sostiene che uno stato di salute
implica una maggiore libertà personale (2010). Inoltre, l’approccio delle capacità di Sen riconosce
che ci sono altri fattori al di là della cura della salute che hanno un impatto sulla salute delle persone
(Sen, 2002; Ruger, 2004). Di conseguenza il reddito, la ricchezza e la cura sanitaria non sono visti
come standard finale per la valutazione delle politiche pubbliche ma l’attenzione necessita di essere
spostata direttamente sullo stato di salute stesso (Ruger, 2010).

Gli spostamenti di prospettiva dovuti all’approccio delle capacità di Sen sono estremamente
importanti se si vuole focalizzare l’attenzione sulla salute delle donne. Infatti la prospettiva delle
capacità permette di considerare gli individui come unità di analisi singole non identificabili e
riducibili alla famiglia o al gruppo sociale di appartenenza. In secondo luogo, permette di prendere
in considerazione l’eterogeneità umana e infine, permette di considerare contesti non di mercato
(Robeyns, 2003). Quest’ultimo aspetto è estremamente importante: molti studi riconoscono che le
differenze di salute tra uomini e donne dipendono dai ruoli e le norme di genere che caratterizzano
le loro vite. Secondo Doyal, ‘una considerevole quantità di malattie che [le donne] affrontano
possono essere in qualche modo ricollegate alle loro vite quotidiane, alla rete di relazioni e alla
catena di responsabilità in cui si collocano (2000, p.934). Di conseguenza, una prospettiva di genere
sulla salute delle donne dovrebbe riconoscere il carico di lavoro non pagato che le donne svolgono
quotidianamente. Secondo il Rapporto dello Sviluppo Umano del 1995, le donne sono sempre state
e sono tuttora le principali responsabili della cura degli spazi e delle persone e gran parte del loro
tempo e delle loro energie è utilizzato nello svolgimento di lavoro di cura (UNDP, 1995). Inoltre,
dato molto rilevante per cogliere la dimensione del problema, il totale del lavoro non pagato
domestico e di cura di donne e uomini risulta per lo più, anche nei paesi industrializzati, maggiore
del totale del lavoro pagato e secondo le statistiche costituisce il maggior aggregato dei processi
lavorativi. Il lavoro di cura di solito implica più di una mansione allo stesso tempo e senza scelta
(Bittman, 2004; Addabbo e Picchio, 2004) e implica motivazione, responsabilità e relazioni in
quanto non riguarda solo cura fisica, ma anche emozionale (Himmelweit, 1999).
Una prospettiva di genere sulla salute delle donne guarda alle relazioni di potere tra uomini e donne
come centrali nella formazione delle loro vite quotidiane e del loro benessere (Kickbush, 2007). Per
poter includere ciò, uno strumento per l’analisi della salute delle donne deve considerare elementi
che vanno al di là del reddito e del sistema di cura sanitaria per includere quelle diseguaglianze di
genere che sono inerenti alla relazione strutturale che lega il processo di produzione di merci a al
processo di riproduzione sociale della popolazione (Picchio, 1992; Moss, 2002). Quantificare
l’ammontare di lavoro di cura intrapreso dalle donne e coglierne gli aspetti qualitativi legati
all'assunzione di una responsabilità diretta e finale rispetto alla qualità delle vite, è pertanto cruciale
non solo per capire la qualità della vita e della salute delle donne ma anche, e soprattutto, le
condizioni del sistema di riproduzione sociale che mette in condizioni di vivere, convivere e
lavorare nella produzione dei beni necessari e comodi alla vita. Tuttavia è importante notare che una
misura prettamente economica del lavoro domestico e di cura non pagato non ne coglierebbe
l’aspetto etico-relazionale (Picchio, 1999; Folbre, 1995) che costituisce il valore umano di coloro
Gender health in Italy in a capability approach
che sono destinatari di cura e di coloro che si prendono cura degli altri. Il lavoro di cura ha un
doppio peso sulla salute delle donne. Da un lato, l'espressione delle proprie capacità relazionali è un
aspetto essenziale del loro benessere, dall’altro lato, il carico rappresentato da tale lavoro e il
comando ad esso storicamente inerente, che di solito al carico e comando inerenti al lavoro pagato,
può causare una perdita in termini di salute e benessere. Per esempio, le donne possono trovare più
difficile prendersi cura di se stesse (Forssén et al., 2001), potrebbero avere livelli più alti di stress
(MacDonald, 2005) così come una deprivazione in termini di tempo e libertà per fare attività
ricreative (Bittman and Wajcman, 2004).
In conclusione, l'utilizzo congiunto dell’approccio delle capacità e di una prospettiva definita dalla
particolare esperienza delle donne nei processi di riproduzione delle capacità individuali e delle
condizioni che rendono effettivamente sostenibili vite di uomini e donne definite dalla vulnerabilità
dei corpi e dalla complessità degli intrecci fisici, emotivi e relazionali si dimostra particolarmente
fruttuoso per un'analisi della salute delle donne e degli uomini. In primo luogo, permette di
focalizzare l’analisi sulle donne comprendendo anche l'obiettivo del loro ben-essere e la loro libertà
che ne costituisce la componente fondamentale 5 . In secondo luogo, permette di prendere in
considerazione la peculiarità e complessità della loro esperienza di riproduzione sociale per non
chiudere le questioni di genere solo all'entrata delle donne nel mercato del lavoro ma, piuttosto, per
usarla per cambiare radicalmente i fondamenti analitici con cui analizzare il mercato del lavoro
stesso. Infatti, diseguaglianze di salute tra uomini e donne sono già state spiegate in termini di
diseguaglianze di genere nella divisione del lavoro (Östlin, 2002), rimane tuttavia ancora da svelare
la relazione strutturale che esiste tra salute, come capitale sociale necessario alla sostenibilità del
sistema produttivo, e sistema sociale nel suo complesso definito storicamente dalla qualità della
relazione tra produzione di beni e servizi per il mercato e riproduzione sociale della popolazione. In
terzo luogo, entrambe le prospettive permettono all’analisi di essere multidimensionale, così da
considerare la salute delle donne come un insieme di molteplici capacità di essere e fare che sono
allo stesso tempo intrinsecamente e strumentalmente importanti (Nussbaum, 2000; Robeyns, 2003).
Infine, questa ottica considera le donne come agenti della loro salute e di quella dei membri della
famiglia, maschi adulti compresi, e permette di considerare il processo di creazione della salute,
tenendo conto anche delle relazioni di potere, invece di focalizzarsi solo sui risultati di salute
(Doyal, 2000; Picchio, 2002; Proochista and Arif, 2009).

2. Modello empirico
I modelli ad equazioni strutturali, (SEM) basati sul concetto di variabili latenti, cercano di fornire
un modello di spiegazione delle capacità attraverso un sistema coerente di cause, effetti ed
interazioni, considerando fattori sociali, istituzionali ed individuali (Krishnakumar and Ballon,
2008) che agiscono sullo spazio delle potenzialità da un lato e altri che operano come determinanti
dei funzionamenti rilevanti per la salute.
Un SEM permette di superare il limite che presentano altre tecniche e modelli statistici, come
l’analisi delle componenti principali o l’analisi fattoriale, nell’operazionalizzazione dell’approccio
delle capacità. L’analisi delle componenti principali riduce il numero di variabili senza spiegare le
relazioni tra di esse, questa tecnica individua combinazioni lineari delle variabili osservate col fine
di riprodurre la varianza del sistema originale con il minor numero di componenti. Il modello che
utilizza l’analisi fattoriale è la metodologia a variabili latenti più semplice e permette di spiegare i
funzionamenti usando le capacità come variabili latenti. Dall’altro lato l’analisi fattoriale non è in
grado di mostrare quali siano le cause o fattori 6 delle capacità ma solo le variabili osservate
(funzionamenti) definite come funzioni lineari di un certo numero di variabili latenti (capacità).

5
  A tale riguardo si ricorda che il movimento femminista internazionale dagli anni '70 in poi ha posto la libertà sul
proprio corpo come centro delle lotte delle donne. Su questa ripresa di un movimento per una maggiore libertà delle
donne si sono costruiti, nei decenni seguenti, anche importanti spostamenti epistemologici in tutte le scienze sociali.
6
  Nel testo verranno utilizzati con lo stesso significato il termine fattore e causa facendo riferimento alla capacità di
salute e ai funzionamenti
Gender health in Italy in a capability approach
Si adotta quindi un’ottica di cambiamento di prospettiva sulla salute e sulle sue diseguaglianze di
genere che mira a indicare nuove possibilità di intervento da parte dei decisori pubblici ai quali
spetta il compito di agire in sostegno di una qualificazione dello spazio delle capacità invece di
focalizzarsi solo sulle “realizzazioni” espresse in termini di funzionamenti di uomini e donne reali,
multidimensionali e ineguali rispetto all'accesso alle risorse, tempo compreso, e ai servizi di cura.
Questa possibilità permette di mostrare l’ampiezza della visione offerta alla riflessione sugli
obiettivi dell'azione pubblica dall’approccio delle capacità in relazione al miglioramento delle
condizioni del vivere individuale e sociale.7
Restringere l’analisi ad una mera valutazione dei funzionamenti significa sottoutilizzare l’approccio
delle capacità di Sen. Ad esempio, il possesso di beni e lavorare non rappresentano condizioni di
benessere in se stesse.; Le questioni 'Cosa ha e fa un individuo?' e 'cosa è in grado di fare e essere?'
sono considerate con un sistema di valori differenti, la prima risponde al problema di accedere ai
mezzi e di fare effettivamente, anche se costretti, la seconda si riferisce all'agency di definire e
raggiungere gli obiettivi normativi considerati di valore per il proprio buon vivere, agendo in libertà
sulla base del proprio contesto, biografia e ordine di valori. E’ importante sottolineare come le
interazioni fra le “dimensioni” del benessere, sia potenziali che effettivamente agite, e le cause
esogene che le determinano sono date da un insieme di relazioni dinamiche che agiscono nel tempo
in cui le condizioni esogene, considerate date nel tempo ma non costanti, possono cambiare proprio
per l'esercizio effettivo di capacità che espande e innova l'insieme delle capacità individuali e
sociali. Ad esempio, la capacità di agire in libertà nella composizione delle dimensioni della
propria vita, che Sen considera la capacità principe che qualifica il ben-essere, può portare, se
esercitata anche socialmente e in partecipazione con altri/e, a modificazioni del contesto e dei
fattori di conversione in modo da facilitare lo sviluppo umano, individuale e sociale ed una
maggiore equità nella distribuzione delle risorse e nei processi di accesso al reddito e ai servizi.
Come sostiene Sen, lo standard di vita definito nello spazio delle merci si limita alla capacità della
persona (mai impersonale) di comprare un certo ammontare di beni, il set di funzionamenti nello
spazio più ampio delle capacità riflette, invece, la libertà dell’individuo (mai neutro) di scegliere tra
“vite possibili”. In altri termini, focalizzando l’analisi solo sui funzionamenti sarebbe come
considerare le merci e le azioni in se stesse escludendo dall’analisi i differenti usi e significati che
assumono per persone diverse in una molteplicità di biografie e di vite possibili in relazione con
altri/e in un dato contesto sociale (Sen, 1986; Parisi, 2007). I significati dati a beni e azioni
dipendono da sistemi culturali ed etici che presuppongono una riflessione su cosa si intende per una
vita buona e degna di essere vissuta che, secondo la tradizione aristotelica e smithiana di Sen,
comprende anche il bene degli altri. Questa differenza di approccio, nel corso della ricerca si è
dimostrata particolarmente importante per l'analisi della salute, perché si è visto che una cosa sono i
beni e l'accesso ai servizi, un'altra è la riflessione sulla definizione di salute nel suo significato
multidimensionale e culturale legato ad un contesto di relazioni e modelli simbolici. Come si è detto
e i dati dimostrano è ance importante tenere conto del lavoro domestico e di cura non pagato,
generalmente invisibile nelle analisi economiche e assolutamente centrale nel processo di
conversione dei beni in effettivo stato di salute, di chi lo fa e di chi lo riceve, sia per i suoi aspetti
materiali che per quelli relazionali.8
Definendo lo sviluppo umano come un ampliamento della scelta individuale di vita, l’essere umano
è posto al centro di una riflessione che va oltre lo spazio di ciò che effettivamente si raggiunge
(Krishnakumar and Ballon, 2008) e, potremmo dire, indica uno spazio dinamico di arricchimento
sul piano delle possibilità fisiche, intellettuali, relazionali, morali che porta a considerare le
interazioni personali e il processo sociale di formazione e sostegno delle capacità.

7
 Per una review delle tecniche statistiche e non e alcune analisi empiriche che utilizzano l’approccio delle capacità in
generale si rinvia a Chiappero.Martinetti E. and Manuel Rochè J.2009
8
 Sulla funzione del lavoro domestico e di cura non pagato nella visione macro del sistema economico e nel processo di
conversione dei mezzi nei fini di ben-essere si rinvia a Picchio, 2003 e Picchio, ***.
Reddito e consumo sono gli indicatori di benessere maggiormente utilizzati ma non sono in grado di
tenere in considerazione le dimensioni non di mercato della vita umana e questo possibile processo
dinamico di flourishing individuale che richiede una qualificazione del contesto sociale in
riferimeno ai beni, ad una rete di relazioni responsabili e alla disponibilità adeguata di tempo per la
cura di sè e degli altri. In mancanza di una adeguata consapevolezza della complessità e specificità
dei percorsi di vita e di una responsabilizzazione condivisa tra diversi soggetti, individuali e
istituzionali, rispetto alle condizioni di vita intese come insieme di capacità effettive e potenziali, si
possono creare situazioni gravi di deprivazione non riducibili a semplice mancanza di reddito o di
strutture, situazioni destinate a restare invisibili per il riduttivismo della prospettiva di osservazione
più che per la mancanza dei dati.
Dato il contesto analitico qui specificato, assumiamo che le capacità sono variabili latenti non
osservate viste attraverso un set di indicatori e influenzate da un set di cause esogene ed endogene
(Parisi, 2007).
Nel grafico 1 viene rappresentato il modello teorico utilizzato nell’analisi.

Figura 1 - Path Diagram del modello concettuale che spiega la salute di donne e uomini
nell’approccio delle capacità

              Capacità di salute (η)                                      Funzionamenti (y)

           Cause esogene delle capacità                                Cause esogene dei
                       (x)                                           funzionamenti/fattori di
                                                                        conversione (w)

Come è prassi nelle rappresentazioni grafiche usate nei modelli a variabili latenti, le variabili
osservate vengono rinchiuse in rettangoli e le variabili latenti in ellissi. In questo modello la
capacità di salute è la variabile latente non osservata ed endogena, i funzionamenti sono variabili
osservate poste in relazione con la capacità multidimensionale della salute.
Il modello assume che la capacità di salute influenzi i risultati reali, definiti funzionamenti, mentre
entrambi sono influenzati da cause esogene. Il modello strutturale mostra la relazione tra variabile
latente e le relative cause esogene. La parte di misura del modello indica la relazione tra la variabile
latente cioè la capacità di salute e i funzionamenti. Questi ultimi sono legati anche ad altre cause
esogene che rappresentano i fattori di conversione.
Le cause esogene osservate che mettiamo in riferimento alla capacità rappresentano, a nostro
avviso, dei fattori che qualificano le dimensioni della capacità stessa indicando uno spazio, definito
da molteplici fattori, di possibilità di essere sani. In particolare nel nostro caso i fattori di influenza
sulla possibilità di essere sani sono il territorio, il sistema e lo stato dei servizi sanitari, la qualità
delle relazioni familiari, le condizioni fisiche. Gli indicatori da noi scelti, tenuto conto dei vincoli
dati dalla disponibilità dei dati, sono: per il territorio, i differenziali regionali dell'aspettativa di vita;
per la dimensione intellettuale, l'istruzione; per lo stato dei servizi sanitari, il livello di gradimento
percepito; per la qualità delle relazioni familiari, il lavoro domestico e di cura ricevuto, per le
caratteristiche fisiche, l'età. La possibilità di essere sani di donne e uomini dipende quindi, nel
nostro modello, dalle condizioni del corpo visto nel suo ciclo di vita, quelle della mente, dalla
qualità delle relazioni familiari, dal territorio, e dallo stato percepito dei servizi sanitari.
L'introduzione del lavoro domestico e di cura ricevuto viene usato non tanto come effettivo
contributo alla salute quanto come indicatore di relazioni (dis)pari tra i membri del nucleo di
convivenza. Dati questi fattori di influenza sulla possibilità di essere sani, passiamo poi a vedere i
fattori che agiscono sui funzionamenti effettivi. Ciò significa che, data la condizione potenziale di
essere sani non misurata, trattandosi di una variabile latente, ma collocata in un spazio definito da
diversi fattori di influenza che ne indicano le diverse dimensioni, cerchiamo di vedere quali fattori
incidono sugli effettivi risultati in termini di salute fisica, mental e relazionale. I fattori individuati
sono numerosi e rispondono alla prospettiva usata in questa ricerca che include, come si è visto,,
anche il lavoro domestico e di cura non pagato tra le componenti essenziali del sistema della salute.
Questi fattori o cause esogene osservate sono date da: caratteristiche individuali, attività prestate nel
nucleo familiare, attività di mercato, condizioni economiche, servizi. Anche in questo caso
costruiamo un modello esteso al lavoro non pagato, domestico e di cura, perché rispetto alla salute
costituisce un elemento, come abbiamo visto, importante, sia per chi lo riceve, come determinante
integrazione di altre componenti del sistema salute, che per chi lo compie per gli effetti dovuti al
cumulo di fatica e di stress nel ciclo di vita.

La struttura del modello utilizzato è simile a quella che Krishnakumar e Ballon (2008) applica alle
capacità di conoscenza e condizioni di vita. Le differenze principali fra il modello presentato in
questo capitolo e quello di Krishakumar sono la diversa capacità oggetto di studio (capacità di
salute) e la non inclusione di relazioni con altre capacità.
Infine, è utile ricordare che con i dati disponibili rimane impossibile misurare la libertà e l’agency
individuale.

3. Metodi e dati
I dati utilizzati nell’analisi provengono dall’indagine multiscopo “Condizioni di salute e accesso ai
servizi sanitari”, condotta indicativamente ogni cinque anni dall’Istat nel 2005. L’indagine contiene
sia dati individuali che familiari, 52.594 famiglie e 128.040 individui, e informazioni a livello
nazionale e regionale sulle condizioni di salute e accesso dei cittadini ai servizi sanitari. I dati sono
stati raccolti attraverso interviste nel corso delle quali ai membri della famiglia è stato chiesto di
compilare il questionario.
La nostra analisi si focalizza sulle persone con più di 17 anni e senza disabilità9 per un totale di
100.036 individui. Le informazioni sui disabili sono state mantenute per costruire indicatori da
porre in relazione con i restanti individui oggetto di studio, ma le persone disabili non rappresentano
una unità di analisi in sé. Si è quindi scelto di concentrare l’attenzione, al contrario di ciò che
generalmente viene fatto negli studi di questo tipo sulla salute degli individui, su una fascia di
popolazione indicativamente più “sana”, eliminando coloro che presentano problemi di salute
maggiormente evidenti. Risulta particolarmente interessante in un’ottica di genere indagare quale
effetto il contesto e l’iniqua distribuzione delle responsabilità hanno sulle salute potenziale ed

9
  Per misurare la disabilità l’Istat utilizza un set di domande fornite dal gruppo di lavoro dell’Oecd e basato sull
classificazione Icidh dell’OMS. Una persona è definita disabile quando, escludendo una condizioni di limitazioni
temporanee, il soggetto dichiara di avere il più alto livello di difficoltà nello svolgere almeno una delle funzioni
indagate, nonostante l’utilizzo di ausili sanitari (protesi,occhiali,ecc.). In base al livello di compromissione
dell’autonomia funzionale sono state definite cinque tipologia di disabilità: confinamento, difficoltà nei movimenti,
difficoltà nello svolgimento delle funzioni quotidiane difficoltà nella comunicazione.
effettiva delle donne e le diseguaglianze di genere. L’analisi è stato condotta utilizzando il
programma statistico Mplus (Muthen, Muthen, 2010).

La tabella 5.1 mostra gli indicatori facenti parte del modello che misurano capacità e funzionamenti.
Questi indicatori sono stati selezionati in linea con il loro contenuto informativo in relazione
all’oggetto di studio cioè la salute di donne e uomini e limitati dalla disponibilità dei dati presenti
nell’indagine utilizzata.

Tab. 1 - Lista delle variabili nel modello
Capacità – Variabili endogene latenti
η1          Salute
Cause osservate esogene delle capacità
x1          Età
x2          Giudizio autoriferito sui servizi sanitari
x3          Istruzione (4 livelli)
x4          Lavoro non pagato ricevuto dagli altri componenti della famiglia (ore settimanali/numero componenti)
x5          Aspettativa di vita in buona salute/aspettativa di vita
Funzionamenti
y1          Indice di salute fisica (auto-riferito sf12)
y2          Indice di salute psicologica (auto-riferito sf12)
Cause osservate esogene dei funzionamenti
w1          Monogenitore con figli
w2          Numero di figli
w3          Numero di persone con meno di 18 anni nella famiglia
w4          Persone che necessitano di cure/adulti nella famiglia
w5          Numero dei componenti del nucleo familiare
w6          Lavoro pagato (ore settimanali)
w7          Lavoro non pagato fatto (ore settimanali)
w8          Aiuto esterno nella lavoro di cura e domestico (1 ricevuto 0 non ricevuto)
w9          Condizioni economiche familiari (autoriferito)
w10         Titolo di utilizzo dell’abitazione (1 affitto 0 altro)
w11         Problemi nell’abitazione
w12         Sovraffollamento abitativo (persona per camera)

In una prospettiva di genere il modello definito è stato stimato separatamente per gli uomini e per le
donne. Il sesso non deve essere considerato un singolo determinante di salute (come nella teoria dei
determinanti sociali della salute), ma la base attraverso cui disaggregare sistematicamente tutti gli
altri fattori, di contesto, socio demografici, di accesso ai servizi . L'esperienza di vita e di cura delle
donne è la prospettiva dalla quale osserviamo e le diseguaglianze tra uomini e donne nello spazio
del ben-essere è il focus di osservazione sul processo di conversione dei mezzi e servizi in salute.
Vengono confrontati i modelli fra uomini e donne in diverse classi di età (in anni): 18-29, 30-44,
45-59, 60-79, over 8010. Questa suddivisione delle età, particolarmente interessante adottando una
prospettiva di genere, è stata scelta per studiare e mostrare separatamente l’effetto dei fattori
considerati sulla salute delle donne e degli uomini in differenti cicli di vita caratterizzati da
dinamiche e problematicità differenti, in particolar modo in relazione con la famiglia e il lavoro di
cura.

10
  Badalassi (2007) definisce tre classi di età: l’area del lavoro e riconciliazione familiare (20-59 anni), l’area di cura e
supporto (60-79 anni) e l’area della cura delle persone anziane (over 80)
Le cause esogene delle capacità qui osservate, come già precedentemente detto, rappresentano
fattori che incrementano le dimensioni potenziali della salute entro le quali attivare liberamente
funzionamenti di valore: capacità fisica e intellettuale, contesto territoriale, relazioni familiari,
qualità servizi sanitari. Le variabili considerate nel nostro modello sono: l’età, l’istruzione, il
giudizio riportato sui servizi sanitari territoriali, il lavoro non pagato ricevuto, e l’aspettativa di vita
in buona salute. L’età degli individui è presa come indicatore della naturale vulnerabilità e
decadenza del corpo nel tempo e nel ciclo di vita, essa ci permette di individuare alcune differenze
biologiche tra uomini e donne e tenere anche conto dell’effetto di alcune differenze/diseguaglianze
di genere dovute a condizioni di lavoro, schemi culturali e al modo di usare e di vedere il corpo.
L’età è una variabile continua. Il giudizio auto-riferito sui servizi sanitari locali, in un intervallo di
possibili valori tra 0 e 10, rappresenta nel modello una misura indiretta della qualità dei servizi
sanitari territoriali. Rappresenta una misura soggettiva che mostra l’esperienza di accesso ai servizi
di uomini e donne e per questa ragione può essere distorta dalle preferenze adattive individuali che
possono risentire del genere, ma è anche vero che può rilevare quanto effettivamente i cittadini
abbiano fiducia nei servizi. Non sono stati usati nel modello indicatori “oggettivi” in quanto non
disponibili suddivisi per sesso e si è quindi preferito, visti gli obiettivi di questo studio, scegliere
una misura di qualità soggettiva riferita agli individui, disaggregata per sesso.
Il lavoro domestico e di cura ricevuto dagli altri componenti del nucleo familiare è stato calcolato
sommando le ore di lavoro domestico e di cura settimanale fatto da ogni membro della famiglia con
più di 17 anni e non disabile, escludendo il lavoro svolto dall’individuo ricevente, dividendolo per il
numero dei componenti della famiglia. Il lavoro domestico e di cura è un importante mezzo di
salute per coloro che lo ricevono, presumibilmente chi ne riceve di più aumenterà lo spazio delle
proprie possibilità di salute e chi ne riceve meno avrà meno possibilità di salute rispetto ai primi,
specialmente se chi riceve meno è la stessa persona che mediamente svolge più lavoro per gli altri,
in ogni caso, come si è detto, è qui utilizzato anche come indicatore di relazioni più o meno paritarie
tra i membri del nucleo familiare.
L’istruzione è una variabile categorica articolata in quattro livelli in relazione al titolo di studio
raggiunto: elementare, media, superiore, laurea e oltre. L’istruzione ha un importante effetto sulla
salute per diverse ragioni, si associa ad una maggiore consapevolezza dell’importanza della cura
della propria condizione di salute e delle modalità attraverso cui preservarla ponendo maggiore
attenzione agli stili di vita e al ruolo della prevenzione. Inoltre non di secondaria importanza, anche
se solitamente non reso manifesto, è il ruolo della “rete di conoscenze”, generalmente presente tra
persone con istruzione più elevata, che favorisce indirettamente un migliore accesso ai servizi,
facilitato anche da una maggiore facilità di trattare con il personale sanitario e di accedere alle
informazioni sui servizi offerti.
L’aspettativa di vita in buona salute rapportata all’aspettativa di vita media per Regione
rappresenta in questo modello una approssimazione della qualità di vita dell’area in cui le persone
vivono che deriva da servizi pubblici e privati, inquinamento, sicurezza, alimentazione, ecc. Tutti
questi fattori giocano un'influenza sulla capacità di vivere una vita sana di donne e uomini e sulla
sua articolazione su diverse dimensioni.
Le variabili che costituiscono i funzionamenti nel modello sono gli indici di salute fisica e
psicologica auto-riferiti, calcolati utilizzando la versione italiana del questionario sf12 (short form
12 health questionnaire) (Apolone et al. 2005). Sono stati scelti questi due indicatori in quanto in
linea con la definizione di salute adottata dell’OMSintesa come "stato di completo benessere fisico,
psichico e sociale e non semplice assenza di malattia" (WHO, 1946).
Le cause esogene dei funzionamenti osservate sono caratteristiche individuali e familiari che
possono influenzare la condizione fisica e psicologica dell’individuo, in particolar modo ci si è
focalizzati su quegli elementi che potenzialmente aumentano la quantità di lavoro domestico e di
cura (presenza di figli, persone con disabilità funzionali rapportata al numero di adulti nel nucleo
familiare, numero dei componenti della famiglia) o la riducono (aiuto da parte di persone esterne
nel lavoro di cura e domestico). In una prospettiva di genere vengono considerate in particolare
variabili riferite principalmente alla tipologia del nucleo familiare, con una particolare attenzione
per: i nuclei monogenitoriali con figli, il numero di figli, numero di componenti con meno di 18
anni, numero di componenti che necessitano di cura rapportati al numero di adulti nel nucleo
familiare, numero di componenti, il lavoro pagato (ore settimanali), il lavoro non pagato (ore
settimanali), aiuto da parte di persone esterne nel lavoro di cura e domestico (assistenti sociali, colf,
baby sitter, assistenza per gli anziani), condizioni economiche (auto-riferite), titolo di conduzione
dell’abitazione (affitto o non in affitto), problemi legati all’abitazione (assenza di doccia o vasca,
casa troppo piccola in relazione alla numerosità familiare, discontinuità nella fornitura d’acqua,
umidità, muffe e funghi nell’abitazione, casa in cattive condizioni), sovraffollamento abitativo
(numero di persone per stanza).
Sono stati, inoltre, inclusi indicatori relativi al benessere economico auto-riferito articolati in quattro
livelli e il titolo di occupazione dell’abitazione (variabile dicotomica 1 per l’affitto e 0 negli altri
casi). Da notare che le persone che vivono in affitto in Italia rappresentano mediamente la fascia di
popolazione più povera rispetto a coloro che vivono in una casa in proprietà.
La variabile che indica il numero di persone bisognose di assistenza rapportata al numero di adulti
nel nucleo familiare si riferisce a individui con disabilità definita come riduzione dell’autonomia
nello svolgimento delle attività quotidiane causate da una malattia tenuto conto di eventuali ausili
sanitari.
Il lavoro non pagato 'svolto' è domestico, per cose e ambienti, e di cura delle persone. Cercando di
superare la classica distinzione statistica dei due concetti, li consideriamo unitamente ribadendo che
nella realtà si curano le persone facendo lavoro domestico, vale a dire trasformando i beni (es.
cucinando) e pulendo gli ambienti e le cose. Si tratta di un lavoro che richiede un certo numero di
ore quotidiane e può avere un effetto negativo sulla salute fisica e psicologica di coloro che lo fanno
a causa della fatica, dello stress, del peso psicologico delle responsabilità e in taluni casi
dell’isolamento causato dalla mancanza di tempo e/o dal lungo tempo passato in uno spazio
domestico.
Gli indicatori riferiti all’abitazione comprendono i seguenti aspetti: assenza di doccia o vasca, casa
troppo piccola in relazione alla numerosità familiare, discontinuità nella fornitura d’acqua, umidità,
muffe e funghi nell’abitazione, casa in cattive condizioni. La letteratura ha dimostrato come i
problemi legati all’abitazione e il sovraffollamento abbiano un effetto negativo sulla salute
individuale (Braubach et al 2011) e sulla base dei nostri dati sulle in particolare.

Nella parte di misura della variabile latente riferita alla capacità di salute divisa per genere è stato
utilizzato un unconditional model, sottoponendo a test il modello constrained e uncontrained e
utilizzando la regola della differenza
La collinearità fra le variabili è stata controllata tramite il Variance Inflaction Factor test (VIF) e
non ha evidenziato criticità.

4. Risultati
I risultati descritti di seguito fanno riferimento alle tabelle 2, 3, 4 e 5.
Il modello calcolato per il gruppo di età compreso fra i 18 e 29 anni non ha raggiunto la
convergenza, una interpretazione possibile di questo risultato può essere l’inadeguatezza delle
relazioni testate in questo particolare gruppo di età e/o differenze di salute in questa parte di
popolazione troppo contenute. Questo confermerebbe le assunzioni alla base dei gruppi di età scelti
per testare i modelli. I modelli stimato nelle altre fasce di età (29-44, 45-59, 60-79 and over 80)
risultano identificati e mostrano un buon adattamento ai dati in tutti i test utilizzati (CFI, RMSEA
and RSMR) (Tab. 2, 3, 4 e 5).
I risultati sono stati interpretati attraverso i coefficienti standardizzati (stdyx) in modo da rendere
comparabili quantità diverse. Il coefficiente standardizzato esprime quanto varia la variabile
dipendente, misurata in deviazione standard, rispetto ad un incremento o decremento di una unità di
deviazione standard nella covariata.
La parte del modello di misura che pone in relazione la variabile latente con i funzionamenti cioè
gli indici di salute fisica e psicologica mostra come il primo abbia sempre un ruolo maggiore del
secondo, probabilmente questo è dovuto alla più difficile quantificazione in modo univoco della
salute psicologica rispetto a quella fisica Questo non significa che la componente psicologica della
salute debba essere considerata di minore importanza nella definizione di salute, in linea anche con
la definizione di salute data dall'OMS come “un completo stato di benessere fisico, mentale e
sociale e non solo l’assenza di malattia o infermità" (WHO, 1946), ormai ampiamente accettata
dalla comunità scientifica.
Si sottolinea come al crescere dell’età, nel passare quindi dal modello con la fascia di età più
giovane a quella più anziana, aumenti il ruolo sia della componente fisica che mentale sulla
variabile latente di capacità di salute.
Si passa ora a descrivere i risultati della parte di modello strutturale. L’età (x1) evidenzia un effetto
negativo sulla salute (η1) come previsto sia per gli uomini che per le donne, anche se più
pronunciato per le donne nelle fasce di età tra i 29 e 59 anni.
Il giudizio auto-riferito (x2) sulla qualità dei servizi sanitari locali mostra una relazione positiva
rispetto alla variabile latente (η1), in altre parole una percezione migliore della qualità dei servizi
sanitari si associa ad una maggiore capacità di salute. Questo è vero nelle fasce di età 45-59 anni e
60-79 e in misura più evidente per gli le donne rispetto agli uomini (3 e 4). In Italia i sistemi sanitari
tendono ad evidenziare criticità progressivamente maggiori spostandosi dal Nord al Sud del Paese.
Inoltre i giudizi auto-riferiti sulla qualità dei servizi sanitari risultano correlati, da prove empiriche
effettuate dagli autori, ad indicatori di natura più “oggettiva” regionali quali quelli individuati
all’interno del progetto Siveas. 11 Cosi che la lettura del risultato ottenuto dal modello potrebbe
essere letto come un impatto maggiore tra le donne legato al differenziale di qualità dei servizi
sanitari Nord-Sud. Per quanto riguarda il giudizio maggiormente positivo delle donne rispetto agli
uomini questo risultato può essere interpretato in relazione alla differente esperienza individuale dei
servizi sanitari fra i generi influenzata quindi dai contesti di vita personali. E’ importante
sottolineare il fatto che gli individui vivono in un “sistema sanitario doppio” uno istituzionale e
l’altro domestico familiare. Questo può portare le donne a giudizi più generosi rispetto agli uomini
dovuta al fatto che nella vita quotidiana sono più portatrici di cura che riceventi (fig.3-8) e questo
influenza positivamente la loro percezione quando si trovano ad essere oggetto di cura da parte del
sistema sanitario pubblico.

11
     http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=1239
Nella fascia di età fra i 29 e 44 anni il giudizio sui servizi sanitari non sembra avere un effetto
statisticamente significativo sulla capacità di salute sia per gli uomini che per le donne.
Il livello di istruzione (x3) ha un effetto positivo sulla capacità di salute delle donne tra i 45 e 59
anni e tra i 60 e 79 anni. Tra i 29 e 44 anni la relazione è statisticamente significativa solo per gli
uomini. Ciò potrebbe significare che nella fascia di età tra i 29 e 44 anni, nella quale risulta
particolarmente critica per le donne la conciliazione fra i tempi di vita e di lavoro, fra lavoro pagato
e non pagato (come le altre variabili inserite nel modello dimostrano), i potenziali benefici derivanti
da livelli di istruzione più elevati vengono annullati e per questo motivo non si evidenziano
differenze statisticamente significative. Per gli uomini, invece, la più evidente diseguaglianza sulla
base del grado di istruzione potrebbe essere in parte spiegata dalla diversa presenza di lavoro
manuale e dalla diversità degli stili di vita.
Il lavoro non pagato domestico e di cura ricevuto (x4) dagli altri membri della famiglia con più
di 17 anni evidenzia una influenza negativa sulla salute delle donne con più di 45 anni (45-59 e 60-
79 anni). Questo risultato, apparentemente non in linea con le aspettative, trova una spiegazione
plausibile nel fatto che, come è stato già ampiamente evidenziato, le donne fanno più lavoro non
pagato (e ne ricevono meno) (fig.3-8), sono quindi probabilmente solo le donne con problemi di
salute a ricevere aiuto e cura nella famiglia. Quindi la direzione causale si inverte, non ci si ammala
di più se si riceve lavoro di cura, ma si riceve cura solo se ci si ammala. L’effetto sugli uomini del
ricevere lavoro domestico e di cura non è statisticamente significativo, questo probabilmente
potrebbe significare che è piuttosto uniforme nelle varie regioni d'Italia e che tutti gli uomini sono
destinatari di cura fatto dalle donne: mogli, compagne, ma anche madri. La non significatività è
quindi non sintomo di un mancato effetto sulla loro salute, ma di un quota elevata uniforme e
normale di lavoro non pagato ricevuto da tutti (fig.3,5).
L’aspettativa di vita in buona salute rapportata all’aspettativa di vita (x5), a livello regionale
suddivisa per uomini e donne, risulta statisticamente significativa e positiva solo per le donne nel
gruppo di età 45-59 e 60-79 anni e non per gli uomini. Questo indicatore, si ricorda, è stato incluso
nel modello come indicatore proxy di qualità di vita omnicomprensiva legata all’area di residenza
Per osservare le differenze tra uomini e donne nelle regioni italiane in termini di aspettativa di vita
in buona salute si rimanda alle figure11-14.

Si passa ora a descrivere la parte del modello che mostra i fattori che influenzano i funzionamenti di
salute misurati attraverso gli indici di salute fisica e psicologica (tab.2-5). Le statistiche descrittive
mostrano come mediamente i punteggi diminuiscano all’avanzare dell’età, in particolar modo le
donne registrino in entrambe le dimensioni valori inferiori agli uomini in ogni fascia di età (graf.9 e
10). Si evidenzia come mentre il differenziale di genere nell’indice di salute fisica tende ad
ampliarsi all’avanzare dell’età, per la salute mentale tende ad essere ampio in ogni fascia di età.
Risulta evidente una relazione negativa tra la salute fisica e psicologica delle donne e il numero di
figli (w2) tra i 29 e 44 anni. Questo risultato trova una evidente spiegazione nel fatto che sia
delegato alle donne il lavoro prevalente di cura e le relative responsabilità e che ci si aspetta che
siano loro a dover trovare una conciliazione fra il lavoro e questo ruolo all’interno della famiglia,
tutto questo diventa ancora più complesso ed oneroso in presenza di figli. Nella fascia di età tra i 45
e 59 anni il numero di figli mostra un effetto negativo solo sulla salute psicologica degli uomini,
mentre la salute psicologica e fisica delle donne è influenzata negativamente in questa età dalla
presenza di figli minori di 18 anni (w3). E’ importante sottolineare come solo le donne che hanno
avuto figli dopo i 40 anni mostrano un effetto positivo sul corpo e negativo sulla “mente”.
Tra i 60 e 79 anni si osserva una relazione negativa del numero di figli (w2) sulla salute psicologica
sia delle donne che degli uomini e solo per le donne sulla salute fisica in presenza di figli minori di
18 anni (w3). Nonostante in Italia sia considerato culturalmente una normalità la convivenza di
genitori con i figli adulti, è interessante mostrare empiricamente l’influenza negativa che questa
coabitazione ha sulla salute psicologica dei genitori. Questa convivenza è, da un lato, dovuta ad un
retaggio culturale ma, dall’altro, è forzata dalla mancanza di politiche su diversi fronti come le
Puoi anche leggere