PROGETTO PREVENZIONE DIPENDENZE - Anno 2009-2010 - IC Chiuduno

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PROGETTO PREVENZIONE DIPENDENZE
                                       Anno 2009-2010

          PERCORSI DI PREVENZIONE DEL CONSUMO E DELL’ABUSO
            DI SOSTANZE LECITE ED ILLECITE IN PREADOLESCENZA

Premessa

Nel corso dell’anno scolastico 2008-2009, è stato proposto in tutte le Scuole Medie dei 4 Istituti
Comprensivi dell’Ambito Territoriale di Grumello un percorso, articolato su più livelli, che ha
coinvolto tutti i ragazzi delle classi III, i loro docenti, i genitori e altre agenzie educative del
territorio.
Tale percorso era centrato sulla proposta di 3 incontri formativi realizzati nelle singole classi ed
accompagnati dalla doppia somministrazione di un questionario sulla percezione dei rischi di uso e
abuso di sostanze lecite (alcol e sigarette) ed illecite (LSD, ecstasy, hashish, marijuana, eroina,
cocaina).
Parallelamente, è stato proposto un percorso formativo che ha coinvolto una ventina di docenti
dei 4 Istituti Comprensivi finalizzato ad approfondire la conoscenza del fenomeno ed esplorare le
possibilità di realizzare azioni e percorsi di prevenzione all’interno della Scuola stessa centrate sul
ruolo e sulle azioni dei docenti e coerenti con i principi di efficacia e scientificità riconosciuti dalla
comunità scientifica internazionale.
Il lavoro coi docenti è proseguito con un gruppo ristretto che ha ulteriormente approfondito le
ipotesi di lavoro per l’anno scolastico 2009-2010 e ha abbozzato una proposta che coinvolge il
triennio delle scuole medie.
Il presente documento raccoglie tutti gli elementi teorici e pratici e emersi da questo lavoro e
ritenuti utili al fine di dare continuità al percorso ed è proposto come riferimento per la
programmazione che i singoli Istituti Comprensivi svilupperanno con il supporto tecnico messo a
disposizione dall’Ambito Territoriale.

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Stili di vita e stili di consumo

Prima di entrare nel merito della questione prevenzione, si ritiene importante proporre una
riflessione preliminare sul tema del consumo.

Quella dell’uso e abuso di sostanze è una questione particolarmente sensibile per quanti si
occupano dell’educazione di preadolescenti e adolescenti.
Di fronte a questi problemi, il mondo adulto reagisce con modalità contraddittorie: a volte si
dimostra disarmato, rinunciatario o indifferente, altre sembra spaventato o addirittura
terrorizzato, altre volte ancora chiuso, oppure diventa direttivo o medicalizzante.

Quando parliamo di consumi di sostanze in età preadolescenziale e adolescenziale, le dimensioni
in gioco sono diverse e correlate: culturali (cultura del consumo, cultura del bere), sociali
(percezione di normalità associata ad un determinato comportamento, modelli prevalenti,
influenza dei media, impatto dei nuovi mezzi di comunicazione), personali (lo stile di vita proprio e
della propria famiglia, la propria storia), psicologiche (la transizione dall’età dell’infanzia a quella
adulta, il percorso di costruzione dell’autonomia, il livello della stima di se), relazionali
(l’importanza e il ruolo del gruppo dei pari, la qualità del rapporto con gli adulti e il conflitto
intergenerazionale), economiche (gli interessi che muovono il mercato delle sostanze lecite ed
illecite, la maggiore disponibilità di risorse economiche)

Consumare, peraltro, non è una questione problematica solo per adolescenti e giovani: sempre più
adulti (molti genitori) convivono con situazioni di uso, abuso e dipendenza patologica da sostanze
e non solo.

A partire da questo quadro generale e per affrontare adeguatamente una riflessione sul tema
dell’abuso di sostanze, ci sembra importante allargare l’analisi al tema del consumo ed in
particolare dell’uso “problematico” e/o patologico di qualsiasi prodotto/oggetto/relazione.
È un buon metodo quello di analizzare quelle abitudini di consumo che riteniamo problematiche e
che creano tensioni, fatiche e conflitti a livello educativo.
Questa operazione è necessaria perché il problema dell’abuso di sostanze e della dipendenza non
nascono improvvisamente e in maniera avulsa dal resto della vita (e delle abitudini di consumo) di
un adolescente.

L’attuale assetto socio-culturale è portatore di cambiamento e innovazione continui. Questo
comporta una varietà di possibilità di scelta molto ampia non è riconducibile ad una logica causa-
effetto, alimentando così l’incertezza e la superficialità delle decisioni .
Per un giovane costruirsi una personalità all’insegna dell’innovazione e dell’originalità non è più
una via facilmente percorribile.
Le ideologie oramai sono cadute dai loro piedistalli e non concorrono più ad essere paletti
identificatori della propria personalità.
Così pure la via “valoriale” per trovare la propria identità è difficile da percorrere: se dal punto di
vista teorico i giovani sono tutti d’accordo su famiglia, affetto, amicizia, nella pratica del
comportamento quotidiano pesa fare i conti con l’aspetto conformistico del consumismo,
l’influenza della cultura della dipendenza, la paura dell’originalità perché vissuta come differenza
emarginante e non come ricchezza, risorsa.

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Un tempo esibire oggetti, i cosiddetti status symbol, era sinonimo di appartenenza ad una certa
posizione sociale. Oggi, si è perso lo status e ciò che conta è solo il symbol: l’oggetto in sé che ti
normalizza, ma anche il comportamento che ti fa “stare dentro” la società, al passo con le esigenze
di buone performance sociali.
Inoltre, la parcellizzazione dell’offerta dei prodotti e la frenetica obsolescenza alla quale sono
soggetti li rende sempre più inadatti e velocemente superati.
Un oggetto appena comprato è già stato superato da un nuovo modello, soprattutto nel campo
dell’elettronica dove i giovani sono i maggiori consumatori (telefonia, videogiochi, lettori
multimediali): non basta più possederne uno ma deve essere l’”ultimo modello”.

È sempre il “next buy”, il prossimo acquisto quello che sembra definitivo ed appagante la sete di
identificazione: questa propensione al consumo è sintomo di della ricerca di una soddisfazione
immediata di un bisogno, di una gratificazione del subito, eterodiretta. Ma diventa un
trabocchetto che porta ad un apparente benessere materiale caratterizzato però da una “non
quiete” soggettiva di fondo.

Questi oggetti non sono più simboli di appartenenza distintiva o di superiorità ma sono diventati
tag (etichette) che aiutano i giovani a sentirsi normali, anche se omologati, e che vengono subito
superati da altri “più evoluti”. Quindi, anche la normalità è diventata faticosa da raggiungere e
mantenere, normalità non è più sinonimo di tranquillo essere sé, ma è divenuta una pressante
lotta quotidiana verso qualcosa di “irraggiungibile”: l’energia psichica che viene assorbita per
simulare l’essere uguale agli altri, per rientrare nella norma, per somigliare ai modelli prevalenti, è
molto alta rispetto al passato.
L’irraggiungibile e, per questo, insopportabile normalità alimenta la ricerca di scorciatoie per
allentare la pressione. Scorciatoie di gratificazione immediata e risoluzione del problema
contingente con il conseguente modellamento di uno stile di vita definibile “cultura della
dipendenza” (moda, oggetti, gioco, sostanze) o nelle sempre più diffuse de-pressioni.

Occorre però prestare attenzione al fatto che, nel condurre questa riflessione, è importante non
concentrare l’attenzione solo sugli aspetti particolarmente problematici per non assecondare
un’immagine negativa e problematica dell’adolescente e dell’adolescenza in sé che spesso fa da
cornice alle notizie e alle informazioni che su questa età vengono date ed enfatizzate: occorre
rivolgere lo sguardo sulle potenzialità e non solo sui “mali da guarire”, si acquista così il gusto di
promuovere condizioni favorenti un pieno sviluppo personale.
La crescita e la formazione di un’identità, con tutti i conflitti, le difficoltà, le gioie e i dolori che la
caratterizzano, deve ri-acquisire quel sapore di avventura, sfida evolutiva, “chiamata diretta”, sia
per chi la sta vivendo sia per chi la sta riconoscendo nell’altro.
Diverrà allora un momento di cambiamento condiviso e con-vissuto.

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Principi di fondo per promuovere interventi di prevenzione efficace

I Programmi di Prevenzione dovrebbero avere come obiettivo di fondo quello di accrescere i
fattori di protezione ed eliminare o ridurre quelli di rischio.
Il potenziale impatto dei rischi specifici e dei fattori protettivi cambia con l’età.
Un intervento precoce sui fattori di rischio (per es., comportamenti aggressivi ed autocontrollo
insufficiente) spesso ha un impatto maggiore che non un intervento operato successivamente,
modificando il percorso di vita di un ragazzo per portarlo dai problemi verso comportamenti
positivi.
I più significativi tra questi fattori sono stati presentati e discussi durante il percorso rivolto ai
docenti:

                  Fattori Protettivi:

-       legami familiari forti e positivi;
-       monitoraggio da parte dei genitori dei comportamenti dei figli e delle attività che conducono
        con i pari;
-       regole di condotta chiare che la famiglia fa rispettare;
-       coinvolgimento dei genitori nella vita dei loro figli;
-       successo scolastico; forte legame con le istituzioni, come ad esempio la scuola e le
        organizzazioni religiose;
-       ricorso a norme convenzionali sull’uso di sostanze.

                  Fattori di rischio:

-       ambiente familiare disordinato, in particolare i familiari che abusano di sostanze o soffrono
        di disturbi mentali;
-       genitorialità inefficace, in particolare nei confronti di bambini con difficoltà caratteriali e
        problemi comportamentali;
-       mancanza del legame di attaccamento fra genitore e figlio;
-       comportamento in classe inappropriato in quanto timido o aggressivo;
-       fallimento scolastico;
-       scarse abilità sociali;
-       affiliazione con pari caratterizzati da comportamenti devianti;
-       percezione che in ambito familiare, scolastico, dei pari e della comunità vi sia approvazione
        nei confronti del consumo di sostanze psicoattive.

L’elenco sopra riportato, in particolare i fattori sottolineati, evidenzia il fatto che la scuola, di ogni
ordine e grado, agisce in senso preventivo ogni qual volta intraprende azioni, sviluppa percorsi,
utilizza strumenti didattici, implementa stili educativi e relazionali in grado di aumentare i fattori
protettivi e diminuire quelli di rischio.
È, di conseguenza, importante e imprescindibile rilanciare il compito, il ruolo e le potenzialità della
scuola e dei docenti in campo preventivo.
Un’ulteriore riflessione di fondo riguarda il fatto che quanto più i ragazzi/alunni sono coinvolti in
maniera attiva, hanno occasioni per essere protagonisti dentro i percorsi di apprendimento,
incontrano adulti capaci di ascoltare, tanto più migliorerà il loro ben-essere a scuola, il legame con
gli insegnanti e le probabilità di successo scolastico e relazionale.

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È utile richiamare una serie di “assunti” che evidenziano ciò che è ritenuto più efficace e tracciano
alcune linee di fondo su ciò che è possibile/opportuno sviluppare nel mondo della scuola.

•    Possono essere messi a punto Programmi di Prevenzione per intervenire già in età
     prescolare, indirizzandoli verso fattori di rischio per l’abuso delle droghe quali:
     comportamento aggressivo, scarse abilità sociali, difficoltà di apprendimento.

•    Dovrebbero essere posti come obiettivo Programmi di Prevenzione per i bambini della
     scuola elementare che perfezionino l’apprendimento scolastico e socio-emotivo, indirizzati
     verso fattori di rischio quali: aggressività precoce, fallimenti scolastici e abbandono
     scolastico.
     In questa fase, l’educazione dovrebbe focalizzarsi sulle seguenti capacità:

                        autocontrollo;
                        consapevolezza emotiva;
                        comunicazione;
                        soluzione di problemi sociali;
                        supporto scolastico, specialmente nella lettura.

•    I Programmi di Prevenzione per studenti della scuola media e superiore dovrebbero mirare
     ad aumentare le competenze scolastiche e sociali, per mezzo delle seguenti capacità:

                        attitudine allo studio e supporto scolastico;
                        comunicazione;
                        relazioni con i pari;
                        auto-efficacia e affermazione di sé;
                        capacità di resistere all’uso di droghe (lecite ed illecite);
                        rafforzamento delle attitudini antidroga;
                        potenziamento dell’impegno personale contro l’abuso di droga.

•    I programmi di prevenzione mirati ai momenti di transizione, come il passaggio tra i vari
     ordini di scuola, possono produrre effetti vantaggiosi anche in famiglie e ragazzi ad alto
     rischio.
     Tali interventi non separano i gruppi a rischio dalla popolazione generale e, quindi, riducono
     l’etichettamento e promuovono il legame con la scuola e la comunità.

•    A livello scolastico, la strategia ritenuta più efficace è definita educativo-promozionale.
     I programmi di prevenzione universale basati su tale strategia sono quelli maggiormente
     studiati e valutati nel campo dell’educazione all’uso di sostanze.
     Per essere efficaci devono essere collocati all’interno di una azione a lungo termine (3-4
     anni) e ripetuti nel tempo, all’interno di un più ampio curriculum di educazione alla salute
     che coinvolge tutta la scuola.
     Ciascun insegnante dovrebbe implementare azioni specifiche nella propria materia di studio
     in collegamento con gli altri insegnati e le altre materie. In altre parole, gli interventi di
     prevenzione delle dipendenze devono essere inseriti all’interno di un percorso curriculare e
     avere come formatori privilegiati gli insegnanti stessi.
     Il ruolo degli esperti dovrebbe essere prevalentemente quello di consulenza agli insegnanti.

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Dovrebbero essere incorporate nei programmi quelle che vengono definite “variabili
    mediatrici”, cioè fattori che si connettono a cambiamenti nei comportamenti di consumo
    delle sostanze (es. un atteggiamento contrario all’uso di sostanze, conoscenze connesse alle
    modalità di consumo, correzione di giudizi erronei circa la normalità e l’accettabilità di tale
    comportamento).
    Ciò anche perché un intervento di prevenzione delle dipendenze dovrebbe sviluppare la
    capacita di resistere alle pressioni sociali, al conformismo, ai messaggi pubblicitari, ecc.
    L’efficacia di un intervento aumenta se viene coinvolto tutto il contesto scolastico nelle sue
    varie componenti (docenti e non docenti, genitori e studenti) che devono conoscerlo,
    sostenerlo, co-realizzarlo.
    Sono da evitare interventi a forte impatto emotivo, o allarmistici, o che utilizzino testimonial,
    perché si sono dimostrati inefficaci se non addirittura controproducenti a causa del rischio di
    produrre reazioni di allontanamento da sé, rifiuto o, al contrario, di imitazione proprio nelle
    persone maggiormente a rischio. Si dovrebbe inoltre sviluppare la capacità di assunzione di
    un ruolo consapevole, attivo e propositivo all’interno del gruppo per contrastare l’uso di
    sostanze, anche attraverso una riflessione sui significati e sulle funzioni che l’uso di sostanze
    ha in adolescenza.

•   I Programmi di Prevenzione dovrebbero includere la formazione degli insegnanti sulle prassi
    per una buona gestione della classe, come premiare comportamenti appropriati dello
    studente.
    Tali tecniche aiutano ad incoraggiare il comportamento positivo degli studenti, i risultati, le
    motivazioni scolastiche e il collegamento con la scuola.
    Inoltre, i Programmi di Prevenzione sono molto efficaci quando impiegano tecniche
    interattive, quali ad esempio i gruppi di discussione fra pari, o situazioni nelle quali i ragazzi
    interpretano genitori/coetanei/insegnanti in giochi di ruolo che consentono un
    coinvolgimento attivo nell’apprendimento sull’abuso di droghe. Occorre prevedere una forte
    interazione fra pari piuttosto che metodi basati sulla lezione frontale.

•   I Programmi di Prevenzione dovrebbero essere indirizzati a tutte le forme di abuso di
    droghe, singole o in associazione, incluso l’utilizzo di sostanze legali da parte di minorenni
    (per es. tabacco o alcol), l’uso di droghe illegali (per es. marijuana o eroina), l’uso
    inappropriato di sostanze ottenute legalmente (per es. prodotti da inalare), prescrizione di
    medicamenti o farmaci da banco.

•   I programmi di prevenzione di comunità che combinano due o più programmi efficaci, come
    i programmi per le famiglie e i programmi in ambito scolastico, possono essere più efficaci di
    un singolo programma.
    I programmi di prevenzione di comunità che raggiungono i destinatari in ambienti multipli,
    ad esempio scuole, club, organizzazioni religiose, media, sono molto più efficaci quando
    sono coerenti tra loro e viene mandato lo stesso messaggio.
    Ciò significa che, se la scuola promuove percorsi di prevenzione, è importante il
    collegamento e lo scambio con le famiglie e con le altre agenzie educative territoriali.

•   I Programmi per la Prevenzione dovrebbero essere a lungo termine, con interventi ripetuti
    (per es.: momenti di richiamo) per rinforzare gli scopi preventivi originali.
    La ricerca scientifica mostra che i benefici ottenuti dai programmi di prevenzione per la
    scuola media diminuiscono in mancanza di programmi di follow-up nella scuola superiore.
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A partire dagli assunti teorici appena esposti e prima di entrare nel merito della proposta
operativa per il nuovo anno scolastico, vale la pena sottolineare che, evidentemente, i 4 Istituti
Comprensivi realizzano già numerose azioni ed iniziative a forte carattere preventivo.
Ciò avviene nelle singole scuole, di diverso ordine e grado, in modo più o meno sistematico e
continuativo, con risultati diversi e non sempre con un’adeguata consapevolezza della valenza
preventiva di tali interventi.

Ecco allora che una prima semplice ma importante proposta a dirigenti, collegi docenti e singoli
consigli di classe riguarda la necessità di rileggere, confermare e sviluppare tutte quelle esperienze
ed iniziative scolastiche già in atto che rientrano a pieno titolo nell’area degli interventi di
prevenzione delle dipendenze, sin dalla scuola dell’infanzia.

Un tema chiave è quello della cura delle “transizioni”: quali meccanismi/progetti accompagnano i
passaggi da una scuola dell’infanzia alla scuola primaria, dalla primaria alla secondaria di primo
grado e da questa a quella di secondo grado?

Una seconda questione è la valutazione di cosa si fa rispetto ai fattori di protezione e di rischio e
quindi alle abilità e competenze specifiche che, per ciascuna età, sono più significative:
fondamentalmente si tratta di ragionare sulle azioni che mirano al ben-essere individuale e di
gruppo dei ragazzi che frequentano la scuola e alla qualità delle relazioni tra loro e con il mondo
degli adulti.

Un terzo tema riguarda l’analisi di quanto i progetti della scuola abbiano ricadute e collegamenti
con i genitori e con le altre agenzie educative e, quindi, come e dove sia possibile migliorare
l’interazione tra scuola e territorio.

Un argomento forse non ancora sufficientemente considerato nella letteratura internazionale ma
emergente, anche per ragioni economiche contingenti, riguarda gli stili di consumo e, più in
generale, gli stili di vita. Ci sono diverse iniziative, soprattutto nella scuola primaria, legate
all’educazione alla salute che mirano a modificare gli stili di alimentazione (per esempio
promuovendo l’utilizzo di merende sane e naturali, frutta, ecc.) o gli stili di mobilità (per esempio
promuovendo il piedibus). Tali iniziative, che solitamente mirano ad incidere anche sui
comportamenti degli adulti, possono assumere una valenza crescente anche in merito alla
prevenzione dell’utilizzo di sostanze nella misura in cui cercano di sviluppare uno spirito critico in
tema di consumi.

Infine, e nasce qui la proposta operativa per il prossimo futuro, è importante ridefinire il percorso
triennale della scuola secondaria di primo grado con l’obiettivo, a partire dalle singole azioni che
già si realizzano ma che non sempre sono collegate tra loro, di costruire una proposta curriculare
che coinvolga tutti i docenti e promuova, sia a livello contenutistico che metodologico, un azione
specifica di prevenzione dell’uso e abuso di sostanze lecite e illecite.

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PROPOSTA DI PROGETTAZIONE TRIENNALE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
GRADO

Obiettivi generali del progetto sono:

   •   Rinforzare le abilità personali utilizzando metodologie che richiedono partecipazione attiva
       degli studenti. In particolare si intende stimolare:
       o Il senso di autoefficacia e l’autostima.
       o La capacità di gestire le relazioni nel gruppo.
       o La capacità di analisi e senso critico.
       o La capacità di resistere alle pressioni.
   •   Conoscere e comprendere gli effetti sui comportamenti dei miti dei modelli culturali di
       riferimento.
   •   Conoscere e comprendere il modo in cui i nostri comportamenti e stili di vita sono
       influenzati da condizionamenti e pressioni esterne.
   •   Conoscere e comprendere i rischi legati all’assunzione di sostanze lecite ed illecite che
       hanno effetti sul piano psicofisico.

La proposta ha valenza triennale e dal punto di vista operativo prevede che i singoli Consigli delle
Classi prime, seconde e terze, o eventualmente i docenti nei Consigli di fascia, considerando i
curricoli delle singole discipline, condividano relativamente al tema della prevenzione:

   •   OBIETTIVI
   •   TEMPI E RUOLI
   •   CONTENUTI E MATERIALI
   •   METODOLOGIE

finalizzandoli alla costruzione di Progetti Interdisciplinari in cui far confluire e riorganizzare i
contenuti curricolari e le attività spesso svolte in modo non unitario con conseguente dispersione
di risorse e tempi e non sempre efficaci rispetto alla promozione dei fattori di protezione.
Tali progetti permetterebbero di rivedere il curricolo locale dell’Istituto (i progetti esterni).

È opportuno che per ciascun Progetto Interdisciplinare sia individuata la figura di un docente
coordinatore referente del progetto che dovrà essere individuato da ciascun consiglio di classe.

Il ruolo degli esperti esterni sarà quello di offrire sostegno alla progettazione dei docenti e
supervisione della stessa, ad esempio relativamente alla relazione educativa, alla metodologia e ad
eventuali strumenti operativi.
Inoltre, è prevista la realizzazione di un intervento specifico nelle classi III (3 incontri di due ore)
strettamente collegato al lavoro svolto dai docenti e sul modello degli interventi già realizzati negli
anni precedenti.

I Progetti Interdisciplinari o la modalità di progettazione potrebbero essere poi proposti al Collegio
Docenti per essere approvati ed inseriti nel Piano dell’Offerta Formativa e quindi presenti ai
genitori.

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POSSIBILI CONTENUTI/TEMATICHE ARTICOLATI PER ANNO

In maniera correlata agli obiettivi generali, l’ipotesi è che a livello contenutistico siano sviluppate
le seguenti tematiche:

   • Classi Prime: MITI E MODELLI
   • Classi Seconde: DAI MODELLI AI CONSUMI: I MESSAGGI PUBBLICITARI (alimentazione,
     alcool, fumo, abbigliamento, cellulari, dispositivi elettronici, ecc.).
   • Classi Terze: LA COSTRUZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’ (gli effetti delle sostanze
     psicoattive, i consumi di sostanze che creano dipendenza).

Il progetto propone quindi la realizzazione di un percorso triennale finalizzato all’analisi dei
meccanismi che sottendono i consumi e allo sviluppo di un atteggiamento più consapevole e
critico nei confronti degli stessi.
Partendo dallo studio dei miti e dei modelli di riferimento e del loro modo di influire sui
comportamenti in genere e su quelli di consumo in particolare, si passerà ad analizzare le pressioni
esercitate dalla pubblicità e dalla cultura, per arrivare a considerare il consumo specifico di
sostanze con effetti sul piano psicofisico.
Il lavoro prevede l’utilizzo di metodologie interattive e del gruppo di lavoro, in modo da favorire la
messa in gioco dei ragazzi, il confronto e il rinforzo delle loro abilità.
È importante che sia esplicitato agli studenti il collegamento tra le attività realizzate nelle diverse
materie.
Sarà altresì importante individuare modalità di interazione/restituzione/presentazione dei percorsi
realizzati all’interno delle singole classi che coinvolgano la scuola stessa, i genitori ed il territorio.

Nella costruzione del Progetto Interdisciplinare viene lasciata ampia facoltà al gruppo dei docenti
di decidere le modalità operative specifiche (docente coordinatore, modalità di lavoro in equipe,
modalità di verifica del percorso, metodologie da utilizzare,ecc.) e tempi (in che periodo dell’anno
scolastico inserire la proposta, quanto tempo farla durare, quando proporre momenti di
restituzione/presentazione, ecc.) a partire dalla presente proposta e in modo coordinato col
referente tecnico dell’Ambito Territoriale.

Idealmente, tutte le discipline sono coinvolgibili: lettere, storia, geografia, arte, musica, scienze
motorie, lingue straniere, informatica, religione (con attenzione però alla questione di chi,
straniero o italiano, sceglie di non fare l’ora di religione), ecc.
Il coinvolgimento delle singole discipline può riguardare il livello dei contenuti e delle tematiche
specifiche (es. i miti nella storia, testi specifici di antologia, ecc.) e/o modalità operative e tecniche
di rielaborazione (es. realizzazione CD-ROM o presentazioni multimediali, rielaborazione statistica
di questionari, traduzione di testi inglesi o francesi, realizzazione di cartelloni, ecc.).
È comunque importante che tutti i docenti siano coinvolti e informati sul percorso.

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CLASSI PRIME: MITI E MODELLI

Il tema di fondo è riflettere su come i miti e i modelli influiscono e condizionano i nostri
comportamenti e quali valori o disvalori si celano dietro ai modelli e ai miti.

Questo prima tappa del percorso si colloca nelle classi prime della scuola secondaria di primo
grado, in classi che si stanno quindi formando, con un gruppo di ragazzi che sta imparando a
conoscersi e convivere.
Per questo, Il lavoro previsto deve tenere conto della dimensione relazionale e sociale maturata
dal gruppo classe, formato da persone diverse, in grado di interagire tra loro grazie all’affettività e
all’accettazione della diversità.
In questo senso, il tipo di percorso potrebbe prevedere, collegarsi e/o seguire percorsi paralleli
finalizzati a costituire il gruppo classe e attenti alle problematiche dell’inserimento nel nuovo
contesto scolastico.

Metodologia:

Per dare l’avvio al percorso si ritiene utile un lavoro finalizzato a favorire l’emersione delle
rappresentazioni dei ragazzi sul tema, questa parte del percorso potrebbe essere condotto
dall’insegnate di lettere (o da altro insegnate se il gruppo dei docenti ritiene opportuno,
prevedendo un ruolo dell’insegnate di matematica per eventuali rielaborazioni statistiche).
Proponiamo poi una fase di approfondimento e di confronto, condotta a livello multidisciplinare e
privilegiando il lavoro in piccoli gruppi.
A ciò farà seguito un momento di confronto tra le cose emerse nella fase iniziale e quelle
evidenziate nella fase di approfondimento (teoricamente sempre a cura dell’insegnante di lettere).
Infine, l’idea è di produrre del materiale di sintesi che presenti il percorso realizzato (sempre a
livello multidisciplinare e in base alle modalità e tecniche utilizzate).

1) Le rappresentazioni

Il lavoro iniziale prevede una fase in cui si chiede ai ragazzi (possibilmente con momenti in piccoli
gruppi) di esprimersi sul loro modo di intendere il mito e sui loro modelli di riferimento.
Per esempio, si potrebbe utilizzare una sagoma umana su cui appiccicare dei post-it con le loro
descrizioni oppure realizzare una piccola indagine preliminare, il “totomiti”, tramite
un’intervista/questionario da somministrare ai propri coetanei (ma anche agli adulti volendo) e
rielaborare statisticamente.
In un caso o nell’altro, potrebbe essere stimolante realizzare delle interviste video da visionare e
discutere insieme.
Questo consentirà di costruire una rappresentazione dei modelli e dei personaggi per loro “mitici”.
Il materiale raccolto potrebbe essere sintetizzato su cartelloni.

Domande stimolo:
  • Cosa è un mito?
  • Cosa consente che un personaggio diventi mito?
  • Quali sono miti e modelli di riferimento dei ragazzi di oggi?
  • Cosa rappresentano per loro?
  • Cosa trovano in loro?
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•   Che genere di messaggi passano a loro questi modelli?
   •   I modelli di riferimento tendono ad influenzare i consumi e i comportamenti delle persone?
       Come?

2) L’approfondimento

Nelle diverse discipline verranno realizzati lavori di ricerca attiva in gruppo sul tema.
Le indicazioni per orientare il lavoro possono essere:
    • Cosa consente che un personaggio diventi mito?
    • Che caratteristiche ha un mito?
    • Quali aspetti positivi e negativi dell’essere mito?
    • Quali elementi ricorrenti caratterizzano il mito?
    • Come cambiano i miti nel tempo?

A titolo esemplificativo e non esaustivo, i lavori di gruppo potranno coinvolgere le seguenti
discipline:
    • Lettere e storia: miti e modelli nella storia, nella letteratura, nei film
    • Arte: miti e modelli nei cartoons (Es.: Cars, Hercules, …)
    • Musica: miti e modelli nella musica
    • Lingua straniera e geografia: miti e modelli nelle diverse culture del mondo
    • Scienze motorie: miti e modelli nello sport

3) Il confronto

Sempre attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva, che stimoli l’espressione dei ragazzi
attraverso lavori di gruppo, verranno confrontate le rappresentazione iniziali con i risultati del
lavoro di approfondimento, analizzando analogie e differenze. Uno degli obiettivi è quello di
restituire ai miti e ai modelli dei ragazzi la loro dimensione reale, stimolando un’azione di critica
nei loro confronti.

4) La costruzione di un prodotto

Tutto il lavoro realizzato verrà raccolto in materiale da utilizzare per un evento conclusivo di
presentazione del lavoro svolto (mostra, poster, CD ROM, rappresentazione teatrale, fumetto,
video…..) che potrebbero essere presentato in occasione della festa di fine anno scolastico o
creando un evento ad hoc che coinvolga la scuola e/o i genitori.
A seconda del tipo di prodotto che si intenderà realizzare (è importante coinvolgere i ragazzi in
questa scelta), potranno essere attivate diverse discipline.
È importante individuare modalità che consentano anche il coinvolgimento della comunità
territoriale.

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CLASSI SECONDE: DAI MODELLI AI CONSUMI

Il tema di fondo è riflettere sul rapporto tra modelli e consumi e su come vari messaggi (in primis
quelli pubblicitari) e dinamiche relazionali e sociali (rapporti nel gruppo dei pari, ecc.) influenzano i
nostri stili di vita e di consumo.

Questo secondo intervento può offrire valide possibilità di aggancio con attività inerenti il
percorso sull’affettività e sull’educazione sessuale, che di norma prendono l’avvio nel secondo
anno della Scuola Media.

Metodologia:

Le fasi dell’intervento e le modalità di fondo sono le stesse proposte per la prima annualità e
prevedono 4 momenti successivi: l’emersione delle rappresentazioni dei ragazzi sul tema,
l’approfondimento condotto a livello multidisciplinare, un momento di confronto tra le cose
emerse nella fase iniziale e quelle evidenziate nella fase di approfondimento, la produzione di
materiale di sintesi che presenti il percorso realizzato.

1) Le rappresentazioni

Il lavoro iniziale prevede di stimolare i ragazzi ad esprimersi sul loro modo di intendere i consumi.
Le aree esplorabili sono diverse ed occorrerà focalizzare l’attenzione sui consumi che ci sembrano
più significativi e rappresentativi dei ragazzi: alimentazione, abbigliamento, alcool, fumo, cellulari,
computer, internet, dispositivi elettronici….
Anche in questo caso può essere utile iniziare con una fase di indagine/intervista, realizzare
statistiche e raccogliere dati.
Il materiale emerso verrà raccolto su cartelloni.

Domande stimolo:
   •   Perché comprate quello che comprate?
   •   Quali sono gli oggetti “simbolo” dei ragazzi di oggi?
   •   Di cosa non potreste fare a meno?
   •   Cosa vi evocano i messaggi pubblicitari?
   •   Che desideri e fantasie stimolano?

2) L’approfondimento

Nelle diverse discipline, in integrazione con le attività didattiche (la comunicazione, l’analisi dei
messaggi, ….), verranno realizzati lavori di ricerca in gruppo sul tema, a partire dall’analisi dei
messaggi pubblicitari.

Le diverse discipline coinvolgibili, sempre a titolo esemplificativo:

Lettere (analisi degli spot e dei messaggi pubblicitari):
    • Quali pubblicità, in quali programmi televisivi e o riviste, con quali tempi?
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•   Quali messaggi passa la pubblicità?
    •   Cosa ci porta ad acquistare un prodotto?
    •   Come vengono presentati i concetti di limite e prestazione nella pubblicità?
    •   La pubblicità di bibite, bibite stimolanti ed alcolici: analogie e differenze.
    •   La pubblicità negativa: il fumo uccide…è efficace?

Scienze:
    • Studio delle etichette e analisi delle caratteristiche e dei contenuti reali dei prodotti.
    • Bibite, bibite stimolanti ed alcolici: confronto tra come viene presentato il prodotto nel
       messaggio pubblicitario e come è realmente.
    • Effetti e rischi per la salute dell’uso di alcol, fumo, dispositivi elettronici, ecc.

Musica (gli spot pubblicitari e la musica):
  • Cosa evoca la musica utilizzata?
  • Quali sentimenti suscita?
  • La musica influenza il desiderio di acquistare il prodotto?

Arte (la comunicazione visiva negli spot pubblicitari):
   • Cosa evocano le immagini utilizzate?
   • Quali strategie comunicative sottendono?
   • Cosa ci porta ad acquistare il prodotto?

Lingua straniera: la pubblicità in altri paesi e in altre culture

Informatica: La pubblicità sul web

3) Il confronto

Sempre attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva, che stimoli l’espressione dei ragazzi
attraverso lavori di gruppo, verranno confrontate le rappresentazione iniziali con i risultati del
lavoro di approfondimento analizzando analogie e differenze. Uno degli obiettivi è quello di
rendere i ragazzi più critici nei confronti dei messaggi pubblicitari e più consapevoli dei
condizionamenti e della loro natura.

4) La costruzione di un prodotto

Tutto il lavoro realizzato verrà raccolto in materiale da utilizzare per un evento conclusivo di
presentazione del lavoro svolto (mostra, poster, CD ROM, rappresentazione teatrale, fumetto,
video…..) che potrebbero essere presentato in occasione della festa di fine anno scolastico o
creando un evento ad hoc che coinvolga la scuola e/o i genitori.
A seconda del tipo di prodotto che si intenderà realizzare (è importante coinvolgere i ragazzi in
questa scelta), potranno essere attivate diverse discipline.
È importante individuare modalità che consentano anche il coinvolgimento della comunità
territoriale.

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CLASSI TERZE: IL CONSUMO DI SOSTANZE NEL PERCORSO DI COSTRUZIONE DELL’IDENTITÁ
PERSONALE (farmaci, tabacco,alcolici, sostanze dopanti, droghe)

Il tema di fondo è riflettere sulle analogie e il rapporto tra i consumi in genere e questo particolare
tipo di consumi e sul significato del consumo di sostanze nella costruzione dell’identità personale e
nelle relazioni interpersonali.

Nella terza annualità, è previsto anche l’intervento degli esperti esterni che dovrebbe essere
collocato dopo il percorso interdisciplinare anche per offrire un’occasione di verifica e
approfondimento ulteriore.
Inoltre, si dovrà tener conto della fase di transizione verso le scuole superiori per cui la
preparazione a questo passaggio (i percorsi di orientamento) deve tener conto anche dell’impatto
del nuovo ambiente e delle nuove relazioni sui comportamenti di uso di sostanze lecite e illecite.

Metodologia:

Le fasi dell’intervento e le modalità di fondo sono le stesse proposte per le precedenti annualità e
prevedono 4 momenti successivi: l’emersione delle rappresentazioni dei ragazzi sul tema,
l’approfondimento condotto a livello multidisciplinare, un momento di confronto tra le cose
emerse nella fase iniziale e quelle evidenziate nella fase di approfondimento, la produzione di
materiale di sintesi che presenti il percorso realizzato.
Inoltre, giunti al terzo anno del percorso e in considerazione dei molteplici collegamenti che si
possono instaurare tra il lavoro proposto e quello disciplinare ministeriale preventivato, si possono
creare delle vere e proprie mappe di argomenti che potranno rivelarsi utili ai fini dell’esame di
licenza, per il quale gli alunni dovranno dimostrare padronanza dei contenuti ma soprattutto
abilità nel mettere in collegamento le loro conoscenze acquisite.

1) Le rappresentazioni

Lavoro con i gruppi in cui si chiede di esprimersi sul loro modo di intendere i consumi di sostanze
lecite ed illecite.
Anche in questo caso può essere utile iniziare con una fase di indagine/intervista (che coinvolgano
anche il mondo degli adulti rispetto al fumo e all’alcol), realizzare piccole statistiche, raccogliere
dati.
Il materiale emerso verrà raccolto su cartelloni.

Domande stimolo:
  • Quali sostanze si usano e perché?
  • In quali situazioni si usano?
  • Chi le usa?
  • Che effetti hanno?
  • Le diverse sostanze sono pericolose? Creano dipendenza?
  • Che rischi fanno correre?
  • Esistono forme di pressione all’uso di queste sostanze? Quali?

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2) L’approfondimento

Nelle diverse discipline, in integrazione con le attività didattiche, verranno realizzati lavori di
ricerca e approfondimento in gruppo sul tema.
Lettere:
    • Visione di film centrati sui consumi delle differenti sostanze (alcol, doping, droghe, …) e
        lavoro in gruppi sull’analisi dei messaggi contenuti nel film e delle pressioni e dei
        condizionamenti al consumo che vi si evidenziano.
    • Role playing focalizzato su una situazione di pressione al consumo: il gioco di ruolo viene
        costruito dai gruppi, ognuno dei quali rappresenterà la scena al resto della classe.

Musica e lingua straniera: come viene presentato l’uso delle sostanze nei testi delle canzoni.
Scienze: definizione della parola droga, effetti e rischi dell’assunzione delle differenti sostanze, gli
effetti sui comportamenti e sulla guida.

Scienze motorie: il doping, effetti e rischi dell’assunzione di sostanze dopanti.
Geografia: i paesi produttori di droghe, la dimensione economica del fenomeno, le mafie.

3) Il confronto

Sempre attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva, che stimoli l’espressione dei ragazzi
attraverso lavori di gruppo, verranno confrontate le rappresentazione iniziali con i risultati del
lavoro di approfondimento analizzando analogie e differenze. Uno degli obiettivi è quello di
rendere i ragazzi più critici nei confronti dell’approccio alle sostanze e più consapevoli della
pericolosità (immediata e in prospettiva) e dei rischi ad esse connesse. Si intende incidere sulla
propensione all’uso di sostanze e far riflettere sui meccanismi della dipendenza fisica e psicologica
e sui condizionamenti sociali.

4) La costruzione di un prodotto

Tutto il lavoro realizzato verrà raccolto in materiale da utilizzare per un evento conclusivo di
presentazione del lavoro svolto (mostra, poster, CD ROM, rappresentazione teatrale, fumetto,
video…..) che potrebbero essere presentato in occasione della festa di fine anno scolastico o
creando un evento ad hoc che coinvolga la scuola e/o i genitori.
A seconda del tipo di prodotto che si intenderà realizzare (è importante coinvolgere i ragazzi in
questa scelta), potranno essere attivate diverse discipline.
È importante individuare modalità che consentano anche il coinvolgimento della comunità
territoriale.

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