Progetto Pavia e Ansaldo Studio la

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Progetto Pavia e Ansaldo Studio
Legale e Uniafrica per la
divulgazione e la formazione sul
diritto OHADA
Abbiamo avviato con Uniafrica (http://www.uniafrica.org/), quale rappresentante
permanente per l’informazione e la formazione sul diritto OHADA nei territori di
lingua italiana, una collaborazione per la divulgazione e la formazione sul diritto
OHADA (l’Organisation pour l’harmonisation en Afrique du droit des affaires –
l’Organizzazione per l’armonizzazione del diritto commerciale in Africa).

L’OHADA è un’organizzazione internazionale composta attualmente da 17
Stati africani, che, mediante l’adozione di atti uniformi, ha armonizzato e
uniformato il diritto commerciale degli Stati aderenti, per facilitare e promuovere
le attività e gli investimenti degli operatori locali e internazionali.

Le disposizioni contenute negli atti uniformi adottati dalle istituzioni dell’OHADA
sono direttamente applicabili ed obbligatorie negli Stati membri, a prescindere da
ogni disposizione contraria della legislazione interna.

Per il coordinamento e lo sviluppo delle attività correlate è stato recentemente
costituito il Comitato CEOUI (Comitato Esecutivo OHADA-Uniafrica Italia) e
sono stati nominati:

       Dott. Andrea Romano, vicepresidente di Uniafrica, Presidente
       Avv. Mario Di Giulio, responsabile del nostro Desk Africa, Vice
       Presidente con delega alla divulgazione scientifica e alla formazione
       professionale.

Il Comitato vede quale Presidente Onorario il Segretario Generale dell’OHADA
in carica, attualmente il Prof. Dorothé SOSSA, ed è integrato, per ciascuna
materia oggetto degli atti uniformi, da un esperto delegato dalla medesima
OHADA.

I settori di applicazione degli atti uniformi sono i seguenti:

        arbitrato
        diritto commerciale
        contabilità societaria
        società commerciali
        società cooperative
        diritto contabile e informazione finanziaria
        garanzie
        procedure collettive
        recupero crediti
        trasporti

Saranno quindi pubblicati sul sito di Uniafrica e sul nostro sito informazioni e
approfondimenti sull’OHADA e sulla relativa normativa, nonché sulle
decisioni assunte dalla Corte Comune di Giustizia e di Arbitrato, l’organo
giurisdizionale dell’OHADA.

APPROFONDIMENTI

“Con troppa insistenza e troppo a lungo, abbiamo abdicato all’eccellenza
personale e ai valori della comunità per un mero accumulo di beni materiali. […]
[Il PIL] mette nel conto serrature speciali per le nostre porte e le carceri per
coloro che tentano di forzarle. [Il PIL] mette nel conto la distruzione delle sequoie
e la perdita del nostro naturale stupore nell’espansione caotica. […] Eppure il
prodotto interno lordo non misura la salute dei nostri figli, la qualità della loro
istruzione o la gioia dei loro giochi”
-Robert Kennedy, “Discorso sul PIL”, Università del Kansas, 18 marzo 1968
Nel 1968, nel discorso rivolto agli studenti dell’Università del Kansas, Robert
Kennedy delineò un modo innovativo di pensare all’economia globale. Il PIL, usato
storicamente come parametro perfetto del benessere nazionale è mostrato
all’interno della sua limitata dimensione: in grado di cogliere le necessità
materiali del genere umano, ma assolutamente incapace di esprimere quei valori
che rendono la vita veramente degna di essere vissuta.
Per lungo tempo le attività commerciali e il profitto sono stati considerati come se
viaggiassero su un unico binario, parallelo e senza un punto di incontro con i
valori sociali e la finanza, unitamente ad essi, una scienza spinta unicamente dal
ritmo del consumismo.
I tempi, tuttavia, sono cambiati. Il diffondersi di una maggiore consapevolezza nei
confronti dei diritti umani e civili ha alterato la regola del mercato della domanda
e dell’offerta. I clienti sono diventati più attenti riguardo gli standard di qualità
dei prodotti che acquistano. Le attività commerciali inoltre, colpite negativamente
dai cambiamenti climatici e dalle crisi sociali, hanno cominciato a mettere in
pratica delle politiche a lungo termine risultanti dalla fusione dei fini di lucro e di
fini non lucrativi.
Nell’ambito di tale contesto, il concetto di sostenibilità finanziaria muove i suoi
passi nel gioco del business! Esso riguarda tutti gli investimenti utilizzati come
strumento di cambiamento sociale e sviluppo sostenibile, e che scaturiscono
dall’integrazione fra logica economica e impegno civile.
Linee guida utili per delle azioni finanziarie sostenibili sono rappresentate
dall’Agenda 2030, un programma adottato dalle Nazioni Unite, che identifica i 17
obiettivi che la comunità internazionale si è impegnata a conseguire entro il 2030,
allo scopo di porre fine alla povertà, combattere la diseguaglianza e fermare il
cambiamento climatico: i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable
Development Goals, SDG).
In questa prospettiva, la sostenibilità finanziaria svolge un ruolo cruciale nel
sostegno alla sicurezza alimentare. La FAO ha stimato che entro il 2050, a causa
del previsto incremento considerevole nella popolazione, la produzione agricola
aumenterà del 70%, ma soltanto il 10% di tale cifra sarà coperto dalla
disponibilità di nuovi terreni. Di conseguenza, il 90% della crescente richiesta di
alimenti sarà compensata da un’intensificazione produttiva, che richiederà un
sostanziale investimento responsabile a lungo termine nel settore agroalimentare
e della sicurezza alimentare.

Investimenti responsabili
Le fondamenta della sostenibilità finanziaria sono costituite da investimenti
responsabili. Ciò significa incanalare capitale nell’economia reale nell’attuazione
di una strategia a lungo termine in grado di generare dei profitti sostenibili.
Degli investimenti responsabili integrano l’analisi dei parametri finanziari con i
fattori Ambientali, Sociali e di Governance (Environmental, Social and
Governance, ESG), che guidano l’intero l’approccio agli investimenti responsabili.
I “fattori ambientali” riguardano tutte le decisioni in campo energetico, l’impegno
contro il cambiamento climatico e l’uso di risorse naturali. I “fattori sociali”
includono delle condizioni lavorative dignitose e dei buoni rapporti con la
popolazione locale. Alla voce “governance” vi sono delle pratiche societarie
ispirate alla trasparenza e all’uguaglianza.
Numerosi sono i benefici che spingono le società verso gli investimenti
responsabili.
In primo luogo, essi contribuiscono a migliorare l’immagine e la reputazione della
società. Ciò attirerà più investitori e consumatori, innalzando il livello di fiducia
nei confronti delle attività commerciali della società. In particolare, la trasparenza
può rivelarsi particolarmente soddisfacente se si considera che i beneficiari
tendono ad essere sempre più attenti riguardo al modo in cui viene investito il
loro capitale. In secondo luogo, essi assicurano alla società dei vantaggi
competitivi. Al giorno d’oggi la diversificazione è un elemento chiave per avere
successo. Inoltre, degli investimenti responsabili svolgono un ruolo efficace nella
gestione del rischio. Prestare maggiore attenzione alle implicazioni ambientali e
sociali delle loro attività aiutano le società a prevenire i problemi, mentre una
valida governance societaria stimola un’attività commerciale equa.
Non tutti gli investimenti responsabili seguono lo stesso approccio. A questo
riguardo l’Eurosif (European Sustainable Investment Forum) ha identificato le
sette strategie di investimento responsabile più comuni: il migliore della classe, a
sostegno delle società con il livello più elevato di conformità con i fattori ESG;
impegno e voto, la partecipazione attiva alle decisioni di gestione della società
sull’ambiente, la società e la governance; integrazione dei fattori ESG nell’analisi
finanziaria; esclusione dal portafoglio degli investimenti di settori di minore livello
etico come ad esempio le armi o il tabacco (si tratta della strategia più utilizzata);
attività di investimento che generano impatto, ovvero investimenti che puntano a
generare simultaneamente profitto e impatti ambientali e sociali positivi;
selezione su base normativa a sostegno delle società con il livello più elevato di
conformità con le norme e gli standard internazionali; e investimenti sostenibili,
ovvero investire esclusivamente in settori specifici, come ad esempio le energie
rinnovabili, le eco-efficienze o la salute.

Rating etico
Un altro argomento che rientra all’interno della sostenibilità finanziaria è il rating
etico.
L’Agenzia di Rating della Sostenibilità valuta la capacità delle società nel gestire
le questioni ambientali, sociali e di governance. In tale prospettiva, si ottiene un
“buon rating” quando una società è conforme alle agende dell’OCSE, dell’ONU e
della UE sulla sostenibilità e la governance societaria.
La procedura di valutazione prende in considerazione vari criteri. Ogni agenzia di
rating può scegliere di utilizzare degli standard diversi o dare un peso diverso allo
stesso parametro. Considerando le difficoltà di valutazione dei comportamenti
etici, le agenzie di rating tendono a concentrarsi sulle azioni delle società che
rientrano all’interno di aree specifiche, come ad esempio l’ambiente, le relazioni
con la comunità, i diritti umani e il ruolo degli azionisti nelle società. Le
procedure di rating possono prendere in considerazione anche la capacità delle
società a reagire ad uno shock reputazionale, o di prevenirlo, ad esempio quando
le società tentano di porre rimedio ai danni di un disastro ambientale o quando
adottano delle misure adeguate per evitare un danno alla comunità locale.
Le agenzie di rating di solito tentano di tenere in conto un considerevole numero
di fattori nell’ambito dello stesso processo di valutazione, ma attribuiscono un
peso diverso a ciascuno di essi: ambiente 15%, relazione con la comunità 10 %,
ecc.
Tuttavia, alcune agenzie di rating possono concentrarsi su fattori specifici, come
ad esempio il rispetto dell’ambiente, e attribuiscono un punteggio più elevato alle
società che mostrano una migliore sostenibilità ambientale della loro produzione.
Le società con un migliore rating etico reagiscono più velocemente ai
cambiamenti del mercato legati all’introduzione di un nuovo quadro legislativo.
Tali società attirano anche delle risorse umane altamente qualificate perché sono
in grado di offrire delle condizioni di lavoro migliori rispetto ad altre società.
Le società che rispettano l’ambiente e utilizzano metodi produttivi a basse
emissioni di carbonio traggono beneficio dai vantaggi tecnologici che
contribuiscono all’aumento degli utili a lungo termine. Allo stesso tempo, delle
buone condizioni lavorative e delle buone relazioni con le comunità possono
essere degli ottimi indicatori della resa e della produttività a lungo termine. É per
tutti questi motivi che l’etica e la sostenibilità possono rappresentare un
importante fattore nel valutare l’opportunità di investire in una società.

Fonti:
https://www.unpri.org/
http://www.eurosif.org/
http://www.fao.org/
https://sustainabledevelopment.un.org/
http://www.worldbank.org/
http://finanzasostenibile.it/
http://www.standardethics.eu/

Per informazioni, contributi scritti o chiarimenti contattate il nostro partner Mario
Di Giulio
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DISCLAIMER
Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore
dell’informazione giuridica. Non costituisce un parere e non può essere utilizzato
come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza
legale specifica.

Il team ambientale di Pavia e
Ansaldo nel dissequestro dello
stabilimento industriale del
gruppo Roullier

Roma, 29 marzo 2019 – Pavia e Ansaldo, con i professori Matteo
Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi, ha ottenuto il
dissequestro della società del gruppo Roullier Timac Agro S.p.A. sottoposto dalla
Procura di Trani a misure cautelari per presunti reati ambientali, con il
riconoscimento della assenza di responsabilità della Società per inquinamento
atmosferico e della efficacia delle attività di integrazione e implementazione della
messa in sicurezza operativa (MISO) per le contaminazioni suolo e falda. Si sono
in tal modo garantiti sviluppo economico, tutela degli ecosistemi e livelli
occupazionali di un importante sito industriale del sud Italia.
Esempi di Intelligenza Artificiale
nei Financial Services: i pagamenti

L’Intelligenza Artificiale nei
Financial Services: i pagamenti
                                  Stefano Stinchi

Director Financial Sector Microsoft Italia.

Stefano Stinchi lavora nel settore IT da più di 29 anni. Nella sua carriera ha
lavorato presso due multinazionali (IBM e Microsoft), unendo sempre clienti
importanti con la tecnologia avanzata in Italia e nel resto del mondo. Nella sua
esperienza lavorativa si è occupato di Sviluppo, IA e Cloud in diverse aree
geografiche imparando ad applicare la tecnologia dall’esperienza interculturale.
Al momento Stefano Stinchi lavora presso la Microsoft in qualità di responsabile
del settore dei Servizi Finanziari.

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VIDEO: Esempi di Intelligenza Artificiale nei Financial Services: i
pagamenti – 26/03/2019

FINTECH – Esempi di applicazione dell’intelligenza artificiale nell’ambito
del financial service si trovano in moltissime categorie, ma sicuramente un’area
di estremo interesse attualmente è tutta l’area dei pagamenti. L’area dei
pagamenti è sicuramente un’area in estrema trasformazione ed evoluzione
all’intero delle banche e rappresenta, molto probabilmente, la sfida del futuro,
che tutte le entità finanziarie devono affrontare. La sfida è quella se la banca si
trasformerà in un banale canale di soldi, quindi una commodity che dovrà avere
come obbiettivo quella di avere transazioni ad un costo più basso possibile, o se
riuscirà a monetizzare il vantaggio competitivo che oggi si ritrova ad avere, che è
quello di poter essere l’azienda che trasferisce soldi al di sopra dei propri canali
in un’azienda che fornisce valori aggiunti, che sono proprio il mercato dei
pagamenti. Questi valori aggiunti, naturalmente sono sempre maggiori via via che
noi riusciamo ad arricchire i servizi che attualmente la banca fornisce con
l’intelligenza artificiale.

Abbiamo esempi, per esempio, di banche che permettono, soprattutto nell’ambito
dell’istant payment, di assicurarsi che il trasferimento di denaro avvenga con
certezza e con sicurezza, che siano in grado di fare controlli, per esempio,
biometrici sui i clienti per avere la certezza che la loro identità corrisponda
effettivamente alla persona che sta effettuando l’operazione, e ci sono moltissime
attività all’interno dell’intelligenza artificiale che si stanno oggi sviluppando per
garantire che il mercato dei pagamenti abbia dei servizi molto estesi e
particolarmente utili per i clienti. Alcuni esempi che noi oggi stiamo sviluppando
con diversi clienti sono la possibilità di gestire il mercato dei pagamenti tutto sul
cloud, perché naturalmente nel momento in cui portiamo i pagamenti sul cloud
siamo in grado di aggiungere tutte le funzionalità dell’intelligenza artificiale che
sono necessarie; apportiamo moltissime funzionalità di machine learning e di
conversazione con il cliente che consentono, per esempio, nel caso della gestione
del trading di fornire i suggerimenti e le consultazioni necessarie per effettuare le
operazioni più importanti e più efficaci, e, in parallelo, siamo anche in grado di
offrire soluzioni che garantiscono agli utenti di avere a disposizione, nel momento
opportuno, la migliore piattaforma di pagamenti con le migliori condizioni.

LIFE SCIENCES PRACTICE GROUP
– INCONTRO ANNUALE
25 e 26 marzo 2019

Podcast: Life Scliences Practice Group – Annual Meeting

Incontro di lavoro annuale del Life Sciences Practice Group, gruppo di Avvocati (e
Studi) con esperienza nell’ambito regolatorio del diritto farmaceutico e della
ricerca clinica nell’Unione Europea ed alcuni Stati limitrofi.

Nell’incontro annuale vengono approfonditi temi regolatori di interesse comune,
con la partecipazione di persone esperte nei diversi ambiti.

Il tema scelto quest’anno è quello della sperimentazione clinica, per i medicinali
come per i dispositivi, tema di particolare importanza nell’attuale fase di veloce
innovazione nelle tecnologie e di più … faticosi cambiamenti normativi a livello
comunitario e delle singole legislazioni nazionali (l’iter di attuazione delle
previsioni e della delega contenute nella “Legge Lorenzin” 3/2018 è come noto in
corso e in parallelo si sono attivati altri procedimenti di rilevante interesse per il
settore, come ad es. la consultazione pubblica di AIFA sulle bozze di contratto sia
per la conduzione della sperimentazione clinica sui medicinali, sia per la
conduzione di indagine clinica su dispositivi medici, o il decreto ministeriale
istitutivo del gruppo di lavoro sulle tecnologie antitumorali CAR-T).
Parteciperanno una trentina di avvocati in rappresentanza degli Studi aderenti al
gruppo, diffusi in numerosi Paesi europei:

        Danimarca
        Spagna
        Svezia
        Austria
        Belgio
        Inghilterra
        Francia
        Irlanda
        Polonia
        Portogallo
        Svizzera
        Ucraina
        Ungheria
        Germania
        Olanda
        Paesi Baltici e Bielorussia
        Bulgaria
        Grecia
        Lussemburgo
        Israele
        Rep. Ceca – Slovacchia – Romania
        Turchia

Programma

Lunedì 25 marzo

15,00 Inizio lavori
18,30 visita guidata in inglese alla Pietà Rondanini
19,30 Social Dinner

Martedì 26 marzo
Panel 1
Status of EU and national legislation in view of the application (if and when) of
Regulation 536/2014; impact of related Regulations, particularly GDPR
Speakers:
Dr. Liliana Burzilleri (Regione Lombardia)
Dr. Felice Lopane (Assolombarda)
Avv. Deborah Bolco (Pavia e Ansaldo) on GDPR aspects

Panel 2
Pprofit and non-profit approach in clinical trials in the new (Regulation or not)
European environment, in the context of a continuing technological innovation
(e.g. genetic “side” studies, innovative therapies such as e.g. CAR-T,
reimbursement issues and compassionate use): the specific Italian situation of a
public, taxpayer-funded, universalistic National/regional Healthcare Service
Speakers:
Prof. Andrea Biondi (Università Milano-Bicocca)
Avv. Fausto Massimino (Roche)
Dr. Michele Tedeschi (Humanitas)

Panel 3
“Co-existence of medicines and devices in trials” (MDR and differences in
legislation at the EU and national level), in the context of a continuing
technological innovation (e.g. Big Data – the new oil! – issues and application of
AI; predictive and companion diagnostics; ethic considerations as guideline in
situations becoming extremely complex – for technological as well as economic
reasons (including public/social costs)
Speakers:
Avv. Riccardo Jerinò, Gilead Sciences

12,30 Conclusione lavori e wrap-up a cura dei coordinatori del gruppo, Cathérine
Longeval e Agostino Migone De Amicis
13,00 Light lunch
PAVIA        E       ANSALDO
NELL’ISTITUZIONE DEL NUOVO
PREMIO “VALENTINO GARAVANI
E   GIANCARLO      GIAMMETTI
INTERNATIONAL         AWARD”
ALL’INTERNO DEI COUNCIL OF
FASHION      DESIGNERS    OF
AMERICA FASHION AWARDS
2019, GLI “OSCAR DELLA MODA”
Milano, 22 marzo 2019 – Lo Studio legale Pavia e Ansaldo ha assistito la
Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti nella negoziazione e
stesura dell’accordo finalizzato all’istituzione del premio Valentino Garavani e
Giancarlo Giammetti International Award, che quest’anno sarà assegnato a Sarah
Burton per Alexander McQueen. Il premio, alla sua prima edizione, si inserisce
nella cornice dei Council of Fashion Designers of America Fashion Awards 2019,
definiti per la loro importanza nel settore gli “Oscar della moda” e che saranno
consegnati durante la cerimonia di premiazione che si terrà il prossimo il 3
giugno presso il Brooklyn Museum di New York.

La Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, da sempre impegnata
in attività di beneficenza e promozione della cultura e delle arti, è stata assistita
dallo Studio legale Pavia e Ansaldo dall’Of Counsel Mario J. Abate, già
consigliere della Fondazione e legale di Valentino Garavani e Giancarlo
Giammetti, insieme al partner Agostino Migone de Amicis e
all’associate Giovanni Gila.
PeA FinTech Sillabo – Intelligenza
Artificiale
Milano, 22 marzo 2019 – L’intelligenza artificiale (con acronimo “IA” o “AI”,
dall’inglese Artificial Intelligence), secondo una definizione del Politecnico
di Milano, è “il ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi
hardware e software dotati di capacità tipiche dell’essere umano ed in grado di
perseguire autonomamente una finalità definita prendendo delle decisioni che,
fino a quel momento, erano solitamente affidate agli esseri umani”.[1] Il termine
fu coniato negli anni cinquanta dal matematico ed informatico John McCarty, che
ne divenne uno dei pionieri. Nonostante la parola “Intelligenza Artificiale” sia
ormai sulla bocca di tutti, è tutt’altro che pacifico l’arrivare a circoscrivere cosa
essa sia di preciso, tenendo conto anche dei problemi di carattere filosofico che
sorgono nell’attribuire la più tipica qualità dell’uomo- quella del pensiero- a delle
macchine. Gli stessi vocabolari tendono ad assumere un approccio eclettico,
introducendo definizioni che, almeno nella gran parte dei casi, afferiscono ad una
serie di profili comuni: la creazione di macchine i cui ragionamenti siano
riconducibili al pensiero umano fino ad imitarlo completamente, la capacità di
espandere l’intelligenza umana tramite l’uso dei computer, l’uso e lo sviluppo di
programmi che rendano i computer più performanti, e la scienza che studia tutto
ciò e lo rende possibile[2].

La conseguenza di questo carattere “poliforme” dell’IA, in parte oggetto
“raziocinante” in sé e in parte scienza e tecnica, si riverbera anche sui i
pochissimi approcci normativi relativi all’intelligenza artificiale, che tendono ad
inquadrare il termine in formule molto complesse e ricche di sfumature.

Un esempio importante è la definizione data da una legge statunitense, il John S.
McCain National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2019 (o NDAA
2019), alle Sezioni 238, lett. g) e 1051, lett. f), che recita:

“(f) Definizione di Intelligenza Artificiale. — In questa sezione, il termine”
intelligenza artificiale “include ciascuno dei seguenti elementi:
(1) Qualsiasi sistema artificiale che esegue attività in circostanze variabili e
imprevedibili senza una rilevante supervisione umana o che può imparare
dall’esperienza e migliorare le proprie prestazioni quando esposto ad un set di
dati.

(2) Un sistema artificiale sviluppato in software per computer, hardware fisici o in
ogni altro contesto che risolve compiti che richiedono percezione, cognizione,
pianificazione, apprendimento, comunicazione o azioni fisiche simili a quelle
umane.

(3) Un sistema artificiale progettato per pensare o agire come un essere umano,
comprese le architetture cognitive e le reti neurali.

(4) Un insieme di tecniche, incluso l’apprendimento automatico, progettate per
approssimare un compito cognitivo.

(5) Un sistema artificiale progettato per agire razionalmente, compreso un agente
software intelligente o un robot “embodied” che raggiunge gli obiettivi utilizzando
la percezione, la pianificazione, il ragionamento, l’apprendimento, la

comunicazione, il processo decisionale e l’azione.”[3].

Guardando alla normativa, l’NDAA 2019 individua l’intelligenza artificiale sulla
base di cinque elementi, quattro dei quali si riferiscono alle caratteristiche dei
sistemi IA (quali machine learning, machine reasoning, la presenza di reti
neurali etc.) ed il quinto concerne le tecniche implementate allo scopo di svolgere
attività intellettuali.

Anche la Commissione Europea, seppure per scopi molto diversi, ha adottato una
definizione d’intelligenza artificiale, nel Draft of Ethic Guidelines for
trustworthy AI, a pagina iv:

“L’intelligenza artificiale (IA) si riferisce a sistemi progettati dall’uomo che, dato
un obiettivo complesso, agiscono nel mondo fisico o digitale percependo il loro
ambiente, interpretando i dati raccolti strutturati o non strutturati, ragionando
sulla conoscenza derivata da questi dati e decidendo il miglior percorso (o i
migliori percorsi) da intraprendere (in base a parametri predefiniti) per
raggiungere l’obiettivo indicato. I sistemi AI possono anche essere progettati per
imparare ad adattare il loro comportamento analizzando il modo in cui l’ambiente
è influenzato dalle loro azioni precedenti”).
Come disciplina scientifica, l’IA comprende diversi approcci e tecniche, come
l’apprendimento automatico (di cui il deep learning e il reinforcement learning
sono esempi specifici), il machine reasoning (che include pianificazione,
programmazione, rappresentazione della conoscenza e ragionamento, ricerca e
ottimizzazione), e la robotica (che include controllo, percezione, sensori e
attuatori, nonché l’integrazione di tutte le altre tecniche nei sistemi cyber-fisici)”.

Come possiamo notare, questa definizione ricalca il binomio oggetto-scienza già
presente nel NDAA 2019.

Vi è anche un allegato alle suddette linee guida che offre una versione molto più
ampia di questa nozione, sviscerandone gli aspetti principali ed inquadrando le
branche che formano l’IA come disciplina (Reasoning and Decision Making,
Machine Learning, Robotics). In ogni caso, la definizione contenuta nel draft è
ancora provvisoria, in quanto le Linee Guida sono ancora aperte a consultazioni e
dovrebbe esserne pubblicata una versione definitiva solamente a marzo 2019.

Sempre nel 2018, il Consiglio d’Europa ha adottato una propria definizione
d’intelligenza artificiale, relativamente nell’ambito della Carta etica europea
sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari, all’Appendice III:
Glossario, vale a dire:

“Intelligenza Artificiale: un insieme di metodi, teorie e tecniche scientifiche il
cui scopo è di riprodurre, tramite una macchina, le capacità cognitive degli esseri
umani. Gli sviluppi attuali mirano a macchine che eseguono compiti complessi
precedentemente svolti dagli umani”.

A differenza delle definizioni adottate dal legislatore statunitense e dalla
Commissione Europea, qui manca un riferimento all’IA come macchina o software
capace di ragionamento e apprendimento, concentrandosi sul suo carattere di
disciplina scientifica.

Guardando all’Italia, nessun atto legislativo ha ancora adottato una definizione
univoca d’intelligenza artificiale, sebbene l’IA sia sempre più oggetto d’attenzione
da parte delle autorità[4]. Il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio
del cittadino, pubblicato dall’Agenzia Italiana per il Digitale, riconoscendo che
esistono molti modi per definire l’IA, ne adotta quella elaborata dall’Università di
Stanford (“una scienza e un insieme di tecniche computazionali che vengono
ispirate – pur operando tipicamente in maniera diversa – dal modo in cui gli esseri
umani utilizzano il proprio sistema nervoso e il proprio corpo per sentire,
imparare, ragionare e agire[5]”) a titolo meramente esplicativo.

[1] Basandosi sul modello di reti neurali che caratterizza il cervello umano, l’IA
mira a sviluppare l’architettura necessaria affinché le macchine possano arrivare
a possedere le funzioni cognitive tipiche dell’uomo: tra queste, la capacità di
comprendere ed elaborare il linguaggio naturale (natural language processing) e
le immagini (image processing), la capacità di apprendere e di interagire con
l’ambiente ed elaborare strategie in modo efficace, l’intelligenza sociale ed
emotiva fino ad arrivare, virtualmente, all’autocoscienza. Le IA vengono spesso
suddivise tra “forti” e “deboli”: le prime possono svolgere solo alcuni e precisi
processi cognitivi propri dell’uomo, mentre le seconde possono arrivare a carpire
l’intero spettro del ragionamento umano.

Per poter arrivare a questi obbiettivi, l’intelligenza artificiale elabora e si avvale
di processi di machine learning, algoritmi in grado di permettere alle macchine di
apprendere e migliorarsi più o meno autonomamente attraverso i dati che
vengono loro forniti direttamente dall’ambiente esterno, senza bisogno di essere
state programmate preventivamente per tale scopo. Dal machine learning si è
arrivati, nel 2011, al deep learning, una simulazione dell’apprendimento umano
basata sull’incasellamento dei concetti appresi in una scala gerarchica, che
richiede alla base algoritmi e strutture hardware estremamente sofisticati.

Sebbene siamo ancora lontani dal creare sistemi capaci di replicare in modo
pedissequo l’intelligenza umana, l’intelligenza artificiale ha raggiunto livelli tali
da permetterci di costruire macchine in grado di svolgere certe funzioni cognitive
con estrema efficacia ed efficienza. Gli esempi già in funzione o prossimi ad
entrare nel mercato sono innumerevoli, dai nuovi software riconoscimento vocale
(come Siri), all’uso di droni per il trasporto di merci o per servizi d’assistenza e
domestici, i nuovi war games, e le smart cars. In pratica, è quasi impossibile
delimitare gli effetti che l’intelligenza artificiale sta avendo e/o avrà sulle nostre
vite.

[2] ARTIFICIAL INTELLIGENCE – Artificial Intelligence: Definition, Trends,
Techniques and Cases – Joost N. Kok, Egbert J. W. Boers, Walter A. Kosters, Peter
van der Putten and Mannes Poel. Secondo il Black’s Law Dictionary, per
intelligenza artificiale si intende un “software utilizzato per far funzionare
computer e robot meglio degli umani. I sistemi sono basati su regole o reti
neurali. L’intelligenza artificiale è usata per aiutare a realizzare nuovi prodotti e
nuove tecnologie robotiche, per la comprensione del linguaggio umano e per la
visione artificiale”.

[3]La Sezione 1051 del NDDA 2019 istituisce una commissione indipendente con
il compito di valutare “gli avanzamenti dell’intelligenza artificiale, sviluppi relativi
ai processi di machine learning, e tecnologie associate” in modo di garantire la
competitività degli USA nel settore. La Sezione 238 dell’atto, invece, riguarda una
serie di attività che devono svolgere i membri del Dipartimento della Difesa al fine
di adottare e sviluppare soluzioni e processi IA.

[4] Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino-
Versione 1.0 Marzo 2018, pubblicato dalla task force AGID, pp. 24 e seguenti.
All’intelligenza artificiale si rivolge anche l’ultima legge di bilancio, (legge
145/2018), la quale istituisce all’art. 1, comma 216, un “Fondo per favorire lo
sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain
e Internet of Things”, con dotazione di 15 miliardi di euro per ciascuno degli anni
2019, 2020 e 2021. Il Fondo, vigilato dal Ministero dello sviluppo economico, è
inquadrato nel Programma Industria 4.0, con l’obbiettivo di finanziare progetti
all’avanguardia e incoraggiare la competitività dell’Italia in questo settore.

[5] Cfr.“Artificial Intelligence and life in 2030, One hundred year study on
Artificial Intelligence, Stanford University, 2016, p. 5.

_________
DISCLAIMER
Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore
dell’informazione giuridica. Non costituisce un parere e non può essere utilizzato
come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza
legale specifica.
La Cassazione, con sentenza n.
6319/2019, si pronuncia sulle
polizze unit linked
Milano, 20 marzo 2019 – La Suprema Corte ha affrontato la materia
delle polizze unit linked – le cui prestazioni dipendono integralmente
dall’andamento degli attivi sottostanti – nella recentissima sentenza n.
6319/2019, pubblicata lo scorso 5 marzo e probabilmente destinata a suscitare
un vivo dibattito dottrinale nel prossimo futuro. Per un verso, infatti, la sentenza
pare riconoscere che simili polizze vanno comunque trattate alla stregua di veri e
propri contratti di assicurazione “anche ove sia prevalente la causa finanziaria”,
dal momento che esse devono “comunque rispondere ai principi dettati dal codice
civile” appunto in materia di contratto di assicurazione in generale. Per l’altro (e
proprio in considerazione di tale premessa), per la Cassazione il giudice di merito
ha il compito di valutare la congruità “della copertura assicurativa … con
riferimento all’ammontare del premio versato dal contraente, all’orizzonte
temporale ed alla tipologia di investimento”. In altri termini, se le polizze in
parola sono “caratterizzate dalla componente causale mista (finanziaria ed
assicurativa sulla vita)” e in parte qua riconducibili allo schema degli artt. 1882 e
seguenti del codice civile, è perché anch’esse si caratterizzano per il
trasferimento dall’assicurato all’assicuratore del c.d. rischio demografico, legato
al verificarsi di un evento della vita umana. Proprio a tale proposito, per la
Cassazione, il giudice di merito dovrà verificare che “l’entità della copertura
assicurativa” non sia “talmente irrisoria da vanificare completamente l’equilibrio
delle prestazioni”.

In attesa di vedere come la sentenza in commento sarà accolta dagli interpreti,
pare possibile affermare che la nozione di polizze unit linked assunta dalla
giurisprudenza di legittimità è quest’oggi un po’ più vicina – almeno per certi
tratti – a quella fatta propria dalla Corte di Giustizia europea, secondo cui anche
tali polizze rientrano nella definizione di “operazione di assicurazione”, nella
quale “l’assicuratore s’impegna, dietro previo versamento di un premio, a
procurare all’assicurato, in caso di realizzazione del rischio assicurato, la
prestazione convenuta all’atto della stipula del contratto” (sentenza 31 maggio
2018, causa C-542/2016).
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Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore
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come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza
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Studio Legale RCCD e Pavia e
Ansaldo nel finanziamento al
fondo Diamond Other Sectors
Italia. L’operazione ha un valore di
30 milioni di euro

Milano, 19 marzo 2019 – Lo studio legale RCCD ha assistito Crédit Agricole
Italia S.p.A. che ha agito in qualità di banca finanziatrice nell’ambito
dell’operazione di finanziamento di un importo complessivo pari a 30 milioni di
euro, messo a disposizione del fondo comune di investimento immobiliare di tipo
chiuso, riservato a investitori qualificati, denominato “Fondo Diamond Other
Sectors Italia”, che ha agito per il tramite di Investire SGR, la quale è stata
assistita da Pavia e Ansaldo.

Lo studio legale RCCD ha assistito la banca con un team guidato dalla partner
Morena Bontorin, coadiuvata dalla junior associate Deborah De Rosa.

Pavia e Ansaldo ha assistito Investire SGR, con un team composto dai
partner Mario Di Giulio e Caterina Luciani.

L’importo è stato reso disponibile per finanziare o per rifinanziare – a seconda del
caso – l’acquisto di immobili da parte del fondo e di cinque immobili, già di
proprietà del fondo, secondo il business plan del fondo, approvato dal C.d.A. di
Investire SGR e consegnato alla banca finanziatrice.
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