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Progetto Pavia e Ansaldo Studio Legale e Uniafrica per la divulgazione e la formazione sul diritto OHADA Abbiamo avviato con Uniafrica (http://www.uniafrica.org/), quale rappresentante permanente per l’informazione e la formazione sul diritto OHADA nei territori di lingua italiana, una collaborazione per la divulgazione e la formazione sul diritto OHADA (l’Organisation pour l’harmonisation en Afrique du droit des affaires – l’Organizzazione per l’armonizzazione del diritto commerciale in Africa). L’OHADA è un’organizzazione internazionale composta attualmente da 17 Stati africani, che, mediante l’adozione di atti uniformi, ha armonizzato e uniformato il diritto commerciale degli Stati aderenti, per facilitare e promuovere le attività e gli investimenti degli operatori locali e internazionali. Le disposizioni contenute negli atti uniformi adottati dalle istituzioni dell’OHADA sono direttamente applicabili ed obbligatorie negli Stati membri, a prescindere da ogni disposizione contraria della legislazione interna. Per il coordinamento e lo sviluppo delle attività correlate è stato recentemente costituito il Comitato CEOUI (Comitato Esecutivo OHADA-Uniafrica Italia) e sono stati nominati: Dott. Andrea Romano, vicepresidente di Uniafrica, Presidente Avv. Mario Di Giulio, responsabile del nostro Desk Africa, Vice Presidente con delega alla divulgazione scientifica e alla formazione professionale. Il Comitato vede quale Presidente Onorario il Segretario Generale dell’OHADA in carica, attualmente il Prof. Dorothé SOSSA, ed è integrato, per ciascuna materia oggetto degli atti uniformi, da un esperto delegato dalla medesima
OHADA. I settori di applicazione degli atti uniformi sono i seguenti: arbitrato diritto commerciale contabilità societaria società commerciali società cooperative diritto contabile e informazione finanziaria garanzie procedure collettive recupero crediti trasporti Saranno quindi pubblicati sul sito di Uniafrica e sul nostro sito informazioni e approfondimenti sull’OHADA e sulla relativa normativa, nonché sulle decisioni assunte dalla Corte Comune di Giustizia e di Arbitrato, l’organo giurisdizionale dell’OHADA. APPROFONDIMENTI “Con troppa insistenza e troppo a lungo, abbiamo abdicato all’eccellenza personale e ai valori della comunità per un mero accumulo di beni materiali. […] [Il PIL] mette nel conto serrature speciali per le nostre porte e le carceri per coloro che tentano di forzarle. [Il PIL] mette nel conto la distruzione delle sequoie e la perdita del nostro naturale stupore nell’espansione caotica. […] Eppure il prodotto interno lordo non misura la salute dei nostri figli, la qualità della loro istruzione o la gioia dei loro giochi” -Robert Kennedy, “Discorso sul PIL”, Università del Kansas, 18 marzo 1968
Nel 1968, nel discorso rivolto agli studenti dell’Università del Kansas, Robert Kennedy delineò un modo innovativo di pensare all’economia globale. Il PIL, usato storicamente come parametro perfetto del benessere nazionale è mostrato all’interno della sua limitata dimensione: in grado di cogliere le necessità materiali del genere umano, ma assolutamente incapace di esprimere quei valori che rendono la vita veramente degna di essere vissuta. Per lungo tempo le attività commerciali e il profitto sono stati considerati come se viaggiassero su un unico binario, parallelo e senza un punto di incontro con i valori sociali e la finanza, unitamente ad essi, una scienza spinta unicamente dal ritmo del consumismo. I tempi, tuttavia, sono cambiati. Il diffondersi di una maggiore consapevolezza nei confronti dei diritti umani e civili ha alterato la regola del mercato della domanda e dell’offerta. I clienti sono diventati più attenti riguardo gli standard di qualità dei prodotti che acquistano. Le attività commerciali inoltre, colpite negativamente dai cambiamenti climatici e dalle crisi sociali, hanno cominciato a mettere in pratica delle politiche a lungo termine risultanti dalla fusione dei fini di lucro e di fini non lucrativi. Nell’ambito di tale contesto, il concetto di sostenibilità finanziaria muove i suoi passi nel gioco del business! Esso riguarda tutti gli investimenti utilizzati come strumento di cambiamento sociale e sviluppo sostenibile, e che scaturiscono dall’integrazione fra logica economica e impegno civile. Linee guida utili per delle azioni finanziarie sostenibili sono rappresentate dall’Agenda 2030, un programma adottato dalle Nazioni Unite, che identifica i 17 obiettivi che la comunità internazionale si è impegnata a conseguire entro il 2030, allo scopo di porre fine alla povertà, combattere la diseguaglianza e fermare il cambiamento climatico: i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG). In questa prospettiva, la sostenibilità finanziaria svolge un ruolo cruciale nel sostegno alla sicurezza alimentare. La FAO ha stimato che entro il 2050, a causa del previsto incremento considerevole nella popolazione, la produzione agricola aumenterà del 70%, ma soltanto il 10% di tale cifra sarà coperto dalla disponibilità di nuovi terreni. Di conseguenza, il 90% della crescente richiesta di
alimenti sarà compensata da un’intensificazione produttiva, che richiederà un sostanziale investimento responsabile a lungo termine nel settore agroalimentare e della sicurezza alimentare. Investimenti responsabili Le fondamenta della sostenibilità finanziaria sono costituite da investimenti responsabili. Ciò significa incanalare capitale nell’economia reale nell’attuazione di una strategia a lungo termine in grado di generare dei profitti sostenibili. Degli investimenti responsabili integrano l’analisi dei parametri finanziari con i fattori Ambientali, Sociali e di Governance (Environmental, Social and Governance, ESG), che guidano l’intero l’approccio agli investimenti responsabili. I “fattori ambientali” riguardano tutte le decisioni in campo energetico, l’impegno contro il cambiamento climatico e l’uso di risorse naturali. I “fattori sociali” includono delle condizioni lavorative dignitose e dei buoni rapporti con la popolazione locale. Alla voce “governance” vi sono delle pratiche societarie ispirate alla trasparenza e all’uguaglianza. Numerosi sono i benefici che spingono le società verso gli investimenti responsabili. In primo luogo, essi contribuiscono a migliorare l’immagine e la reputazione della società. Ciò attirerà più investitori e consumatori, innalzando il livello di fiducia nei confronti delle attività commerciali della società. In particolare, la trasparenza può rivelarsi particolarmente soddisfacente se si considera che i beneficiari tendono ad essere sempre più attenti riguardo al modo in cui viene investito il
loro capitale. In secondo luogo, essi assicurano alla società dei vantaggi competitivi. Al giorno d’oggi la diversificazione è un elemento chiave per avere successo. Inoltre, degli investimenti responsabili svolgono un ruolo efficace nella gestione del rischio. Prestare maggiore attenzione alle implicazioni ambientali e sociali delle loro attività aiutano le società a prevenire i problemi, mentre una valida governance societaria stimola un’attività commerciale equa. Non tutti gli investimenti responsabili seguono lo stesso approccio. A questo riguardo l’Eurosif (European Sustainable Investment Forum) ha identificato le sette strategie di investimento responsabile più comuni: il migliore della classe, a sostegno delle società con il livello più elevato di conformità con i fattori ESG; impegno e voto, la partecipazione attiva alle decisioni di gestione della società sull’ambiente, la società e la governance; integrazione dei fattori ESG nell’analisi finanziaria; esclusione dal portafoglio degli investimenti di settori di minore livello etico come ad esempio le armi o il tabacco (si tratta della strategia più utilizzata); attività di investimento che generano impatto, ovvero investimenti che puntano a generare simultaneamente profitto e impatti ambientali e sociali positivi; selezione su base normativa a sostegno delle società con il livello più elevato di conformità con le norme e gli standard internazionali; e investimenti sostenibili, ovvero investire esclusivamente in settori specifici, come ad esempio le energie rinnovabili, le eco-efficienze o la salute. Rating etico Un altro argomento che rientra all’interno della sostenibilità finanziaria è il rating etico. L’Agenzia di Rating della Sostenibilità valuta la capacità delle società nel gestire le questioni ambientali, sociali e di governance. In tale prospettiva, si ottiene un “buon rating” quando una società è conforme alle agende dell’OCSE, dell’ONU e della UE sulla sostenibilità e la governance societaria. La procedura di valutazione prende in considerazione vari criteri. Ogni agenzia di rating può scegliere di utilizzare degli standard diversi o dare un peso diverso allo stesso parametro. Considerando le difficoltà di valutazione dei comportamenti etici, le agenzie di rating tendono a concentrarsi sulle azioni delle società che rientrano all’interno di aree specifiche, come ad esempio l’ambiente, le relazioni con la comunità, i diritti umani e il ruolo degli azionisti nelle società. Le procedure di rating possono prendere in considerazione anche la capacità delle
società a reagire ad uno shock reputazionale, o di prevenirlo, ad esempio quando le società tentano di porre rimedio ai danni di un disastro ambientale o quando adottano delle misure adeguate per evitare un danno alla comunità locale. Le agenzie di rating di solito tentano di tenere in conto un considerevole numero di fattori nell’ambito dello stesso processo di valutazione, ma attribuiscono un peso diverso a ciascuno di essi: ambiente 15%, relazione con la comunità 10 %, ecc. Tuttavia, alcune agenzie di rating possono concentrarsi su fattori specifici, come ad esempio il rispetto dell’ambiente, e attribuiscono un punteggio più elevato alle società che mostrano una migliore sostenibilità ambientale della loro produzione. Le società con un migliore rating etico reagiscono più velocemente ai cambiamenti del mercato legati all’introduzione di un nuovo quadro legislativo. Tali società attirano anche delle risorse umane altamente qualificate perché sono in grado di offrire delle condizioni di lavoro migliori rispetto ad altre società. Le società che rispettano l’ambiente e utilizzano metodi produttivi a basse emissioni di carbonio traggono beneficio dai vantaggi tecnologici che contribuiscono all’aumento degli utili a lungo termine. Allo stesso tempo, delle buone condizioni lavorative e delle buone relazioni con le comunità possono essere degli ottimi indicatori della resa e della produttività a lungo termine. É per tutti questi motivi che l’etica e la sostenibilità possono rappresentare un importante fattore nel valutare l’opportunità di investire in una società. Fonti: https://www.unpri.org/ http://www.eurosif.org/ http://www.fao.org/ https://sustainabledevelopment.un.org/ http://www.worldbank.org/ http://finanzasostenibile.it/ http://www.standardethics.eu/ Per informazioni, contributi scritti o chiarimenti contattate il nostro partner Mario Di Giulio
_________ DISCLAIMER Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore dell’informazione giuridica. Non costituisce un parere e non può essere utilizzato come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza legale specifica. Il team ambientale di Pavia e Ansaldo nel dissequestro dello stabilimento industriale del gruppo Roullier Roma, 29 marzo 2019 – Pavia e Ansaldo, con i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi, ha ottenuto il dissequestro della società del gruppo Roullier Timac Agro S.p.A. sottoposto dalla Procura di Trani a misure cautelari per presunti reati ambientali, con il riconoscimento della assenza di responsabilità della Società per inquinamento atmosferico e della efficacia delle attività di integrazione e implementazione della messa in sicurezza operativa (MISO) per le contaminazioni suolo e falda. Si sono in tal modo garantiti sviluppo economico, tutela degli ecosistemi e livelli occupazionali di un importante sito industriale del sud Italia.
Esempi di Intelligenza Artificiale nei Financial Services: i pagamenti L’Intelligenza Artificiale nei Financial Services: i pagamenti Stefano Stinchi Director Financial Sector Microsoft Italia. Stefano Stinchi lavora nel settore IT da più di 29 anni. Nella sua carriera ha lavorato presso due multinazionali (IBM e Microsoft), unendo sempre clienti importanti con la tecnologia avanzata in Italia e nel resto del mondo. Nella sua esperienza lavorativa si è occupato di Sviluppo, IA e Cloud in diverse aree geografiche imparando ad applicare la tecnologia dall’esperienza interculturale. Al momento Stefano Stinchi lavora presso la Microsoft in qualità di responsabile del settore dei Servizi Finanziari. ————————————————————
VIDEO: Esempi di Intelligenza Artificiale nei Financial Services: i pagamenti – 26/03/2019 FINTECH – Esempi di applicazione dell’intelligenza artificiale nell’ambito del financial service si trovano in moltissime categorie, ma sicuramente un’area di estremo interesse attualmente è tutta l’area dei pagamenti. L’area dei pagamenti è sicuramente un’area in estrema trasformazione ed evoluzione all’intero delle banche e rappresenta, molto probabilmente, la sfida del futuro, che tutte le entità finanziarie devono affrontare. La sfida è quella se la banca si trasformerà in un banale canale di soldi, quindi una commodity che dovrà avere come obbiettivo quella di avere transazioni ad un costo più basso possibile, o se riuscirà a monetizzare il vantaggio competitivo che oggi si ritrova ad avere, che è quello di poter essere l’azienda che trasferisce soldi al di sopra dei propri canali in un’azienda che fornisce valori aggiunti, che sono proprio il mercato dei pagamenti. Questi valori aggiunti, naturalmente sono sempre maggiori via via che noi riusciamo ad arricchire i servizi che attualmente la banca fornisce con l’intelligenza artificiale. Abbiamo esempi, per esempio, di banche che permettono, soprattutto nell’ambito dell’istant payment, di assicurarsi che il trasferimento di denaro avvenga con certezza e con sicurezza, che siano in grado di fare controlli, per esempio, biometrici sui i clienti per avere la certezza che la loro identità corrisponda effettivamente alla persona che sta effettuando l’operazione, e ci sono moltissime attività all’interno dell’intelligenza artificiale che si stanno oggi sviluppando per garantire che il mercato dei pagamenti abbia dei servizi molto estesi e particolarmente utili per i clienti. Alcuni esempi che noi oggi stiamo sviluppando con diversi clienti sono la possibilità di gestire il mercato dei pagamenti tutto sul cloud, perché naturalmente nel momento in cui portiamo i pagamenti sul cloud siamo in grado di aggiungere tutte le funzionalità dell’intelligenza artificiale che sono necessarie; apportiamo moltissime funzionalità di machine learning e di conversazione con il cliente che consentono, per esempio, nel caso della gestione del trading di fornire i suggerimenti e le consultazioni necessarie per effettuare le
operazioni più importanti e più efficaci, e, in parallelo, siamo anche in grado di offrire soluzioni che garantiscono agli utenti di avere a disposizione, nel momento opportuno, la migliore piattaforma di pagamenti con le migliori condizioni. LIFE SCIENCES PRACTICE GROUP – INCONTRO ANNUALE 25 e 26 marzo 2019 Podcast: Life Scliences Practice Group – Annual Meeting Incontro di lavoro annuale del Life Sciences Practice Group, gruppo di Avvocati (e Studi) con esperienza nell’ambito regolatorio del diritto farmaceutico e della ricerca clinica nell’Unione Europea ed alcuni Stati limitrofi. Nell’incontro annuale vengono approfonditi temi regolatori di interesse comune, con la partecipazione di persone esperte nei diversi ambiti. Il tema scelto quest’anno è quello della sperimentazione clinica, per i medicinali come per i dispositivi, tema di particolare importanza nell’attuale fase di veloce innovazione nelle tecnologie e di più … faticosi cambiamenti normativi a livello comunitario e delle singole legislazioni nazionali (l’iter di attuazione delle previsioni e della delega contenute nella “Legge Lorenzin” 3/2018 è come noto in corso e in parallelo si sono attivati altri procedimenti di rilevante interesse per il settore, come ad es. la consultazione pubblica di AIFA sulle bozze di contratto sia per la conduzione della sperimentazione clinica sui medicinali, sia per la conduzione di indagine clinica su dispositivi medici, o il decreto ministeriale istitutivo del gruppo di lavoro sulle tecnologie antitumorali CAR-T).
Parteciperanno una trentina di avvocati in rappresentanza degli Studi aderenti al gruppo, diffusi in numerosi Paesi europei: Danimarca Spagna Svezia Austria Belgio Inghilterra Francia Irlanda Polonia Portogallo Svizzera Ucraina Ungheria Germania Olanda Paesi Baltici e Bielorussia Bulgaria Grecia Lussemburgo Israele Rep. Ceca – Slovacchia – Romania Turchia Programma Lunedì 25 marzo 15,00 Inizio lavori 18,30 visita guidata in inglese alla Pietà Rondanini 19,30 Social Dinner Martedì 26 marzo
Panel 1 Status of EU and national legislation in view of the application (if and when) of Regulation 536/2014; impact of related Regulations, particularly GDPR Speakers: Dr. Liliana Burzilleri (Regione Lombardia) Dr. Felice Lopane (Assolombarda) Avv. Deborah Bolco (Pavia e Ansaldo) on GDPR aspects Panel 2 Pprofit and non-profit approach in clinical trials in the new (Regulation or not) European environment, in the context of a continuing technological innovation (e.g. genetic “side” studies, innovative therapies such as e.g. CAR-T, reimbursement issues and compassionate use): the specific Italian situation of a public, taxpayer-funded, universalistic National/regional Healthcare Service Speakers: Prof. Andrea Biondi (Università Milano-Bicocca) Avv. Fausto Massimino (Roche) Dr. Michele Tedeschi (Humanitas) Panel 3 “Co-existence of medicines and devices in trials” (MDR and differences in legislation at the EU and national level), in the context of a continuing technological innovation (e.g. Big Data – the new oil! – issues and application of AI; predictive and companion diagnostics; ethic considerations as guideline in situations becoming extremely complex – for technological as well as economic reasons (including public/social costs) Speakers: Avv. Riccardo Jerinò, Gilead Sciences 12,30 Conclusione lavori e wrap-up a cura dei coordinatori del gruppo, Cathérine Longeval e Agostino Migone De Amicis 13,00 Light lunch
PAVIA E ANSALDO NELL’ISTITUZIONE DEL NUOVO PREMIO “VALENTINO GARAVANI E GIANCARLO GIAMMETTI INTERNATIONAL AWARD” ALL’INTERNO DEI COUNCIL OF FASHION DESIGNERS OF AMERICA FASHION AWARDS 2019, GLI “OSCAR DELLA MODA” Milano, 22 marzo 2019 – Lo Studio legale Pavia e Ansaldo ha assistito la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti nella negoziazione e stesura dell’accordo finalizzato all’istituzione del premio Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti International Award, che quest’anno sarà assegnato a Sarah Burton per Alexander McQueen. Il premio, alla sua prima edizione, si inserisce nella cornice dei Council of Fashion Designers of America Fashion Awards 2019, definiti per la loro importanza nel settore gli “Oscar della moda” e che saranno consegnati durante la cerimonia di premiazione che si terrà il prossimo il 3 giugno presso il Brooklyn Museum di New York. La Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, da sempre impegnata in attività di beneficenza e promozione della cultura e delle arti, è stata assistita dallo Studio legale Pavia e Ansaldo dall’Of Counsel Mario J. Abate, già consigliere della Fondazione e legale di Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, insieme al partner Agostino Migone de Amicis e all’associate Giovanni Gila.
PeA FinTech Sillabo – Intelligenza Artificiale Milano, 22 marzo 2019 – L’intelligenza artificiale (con acronimo “IA” o “AI”, dall’inglese Artificial Intelligence), secondo una definizione del Politecnico di Milano, è “il ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di capacità tipiche dell’essere umano ed in grado di perseguire autonomamente una finalità definita prendendo delle decisioni che, fino a quel momento, erano solitamente affidate agli esseri umani”.[1] Il termine fu coniato negli anni cinquanta dal matematico ed informatico John McCarty, che ne divenne uno dei pionieri. Nonostante la parola “Intelligenza Artificiale” sia ormai sulla bocca di tutti, è tutt’altro che pacifico l’arrivare a circoscrivere cosa essa sia di preciso, tenendo conto anche dei problemi di carattere filosofico che sorgono nell’attribuire la più tipica qualità dell’uomo- quella del pensiero- a delle macchine. Gli stessi vocabolari tendono ad assumere un approccio eclettico, introducendo definizioni che, almeno nella gran parte dei casi, afferiscono ad una serie di profili comuni: la creazione di macchine i cui ragionamenti siano riconducibili al pensiero umano fino ad imitarlo completamente, la capacità di espandere l’intelligenza umana tramite l’uso dei computer, l’uso e lo sviluppo di programmi che rendano i computer più performanti, e la scienza che studia tutto ciò e lo rende possibile[2]. La conseguenza di questo carattere “poliforme” dell’IA, in parte oggetto “raziocinante” in sé e in parte scienza e tecnica, si riverbera anche sui i pochissimi approcci normativi relativi all’intelligenza artificiale, che tendono ad inquadrare il termine in formule molto complesse e ricche di sfumature. Un esempio importante è la definizione data da una legge statunitense, il John S. McCain National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2019 (o NDAA 2019), alle Sezioni 238, lett. g) e 1051, lett. f), che recita: “(f) Definizione di Intelligenza Artificiale. — In questa sezione, il termine” intelligenza artificiale “include ciascuno dei seguenti elementi:
(1) Qualsiasi sistema artificiale che esegue attività in circostanze variabili e imprevedibili senza una rilevante supervisione umana o che può imparare dall’esperienza e migliorare le proprie prestazioni quando esposto ad un set di dati. (2) Un sistema artificiale sviluppato in software per computer, hardware fisici o in ogni altro contesto che risolve compiti che richiedono percezione, cognizione, pianificazione, apprendimento, comunicazione o azioni fisiche simili a quelle umane. (3) Un sistema artificiale progettato per pensare o agire come un essere umano, comprese le architetture cognitive e le reti neurali. (4) Un insieme di tecniche, incluso l’apprendimento automatico, progettate per approssimare un compito cognitivo. (5) Un sistema artificiale progettato per agire razionalmente, compreso un agente software intelligente o un robot “embodied” che raggiunge gli obiettivi utilizzando la percezione, la pianificazione, il ragionamento, l’apprendimento, la comunicazione, il processo decisionale e l’azione.”[3]. Guardando alla normativa, l’NDAA 2019 individua l’intelligenza artificiale sulla base di cinque elementi, quattro dei quali si riferiscono alle caratteristiche dei sistemi IA (quali machine learning, machine reasoning, la presenza di reti neurali etc.) ed il quinto concerne le tecniche implementate allo scopo di svolgere attività intellettuali. Anche la Commissione Europea, seppure per scopi molto diversi, ha adottato una definizione d’intelligenza artificiale, nel Draft of Ethic Guidelines for trustworthy AI, a pagina iv: “L’intelligenza artificiale (IA) si riferisce a sistemi progettati dall’uomo che, dato un obiettivo complesso, agiscono nel mondo fisico o digitale percependo il loro ambiente, interpretando i dati raccolti strutturati o non strutturati, ragionando sulla conoscenza derivata da questi dati e decidendo il miglior percorso (o i migliori percorsi) da intraprendere (in base a parametri predefiniti) per raggiungere l’obiettivo indicato. I sistemi AI possono anche essere progettati per imparare ad adattare il loro comportamento analizzando il modo in cui l’ambiente è influenzato dalle loro azioni precedenti”).
Come disciplina scientifica, l’IA comprende diversi approcci e tecniche, come l’apprendimento automatico (di cui il deep learning e il reinforcement learning sono esempi specifici), il machine reasoning (che include pianificazione, programmazione, rappresentazione della conoscenza e ragionamento, ricerca e ottimizzazione), e la robotica (che include controllo, percezione, sensori e attuatori, nonché l’integrazione di tutte le altre tecniche nei sistemi cyber-fisici)”. Come possiamo notare, questa definizione ricalca il binomio oggetto-scienza già presente nel NDAA 2019. Vi è anche un allegato alle suddette linee guida che offre una versione molto più ampia di questa nozione, sviscerandone gli aspetti principali ed inquadrando le branche che formano l’IA come disciplina (Reasoning and Decision Making, Machine Learning, Robotics). In ogni caso, la definizione contenuta nel draft è ancora provvisoria, in quanto le Linee Guida sono ancora aperte a consultazioni e dovrebbe esserne pubblicata una versione definitiva solamente a marzo 2019. Sempre nel 2018, il Consiglio d’Europa ha adottato una propria definizione d’intelligenza artificiale, relativamente nell’ambito della Carta etica europea sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari, all’Appendice III: Glossario, vale a dire: “Intelligenza Artificiale: un insieme di metodi, teorie e tecniche scientifiche il cui scopo è di riprodurre, tramite una macchina, le capacità cognitive degli esseri umani. Gli sviluppi attuali mirano a macchine che eseguono compiti complessi precedentemente svolti dagli umani”. A differenza delle definizioni adottate dal legislatore statunitense e dalla Commissione Europea, qui manca un riferimento all’IA come macchina o software capace di ragionamento e apprendimento, concentrandosi sul suo carattere di disciplina scientifica. Guardando all’Italia, nessun atto legislativo ha ancora adottato una definizione univoca d’intelligenza artificiale, sebbene l’IA sia sempre più oggetto d’attenzione da parte delle autorità[4]. Il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino, pubblicato dall’Agenzia Italiana per il Digitale, riconoscendo che esistono molti modi per definire l’IA, ne adotta quella elaborata dall’Università di Stanford (“una scienza e un insieme di tecniche computazionali che vengono ispirate – pur operando tipicamente in maniera diversa – dal modo in cui gli esseri
umani utilizzano il proprio sistema nervoso e il proprio corpo per sentire, imparare, ragionare e agire[5]”) a titolo meramente esplicativo. [1] Basandosi sul modello di reti neurali che caratterizza il cervello umano, l’IA mira a sviluppare l’architettura necessaria affinché le macchine possano arrivare a possedere le funzioni cognitive tipiche dell’uomo: tra queste, la capacità di comprendere ed elaborare il linguaggio naturale (natural language processing) e le immagini (image processing), la capacità di apprendere e di interagire con l’ambiente ed elaborare strategie in modo efficace, l’intelligenza sociale ed emotiva fino ad arrivare, virtualmente, all’autocoscienza. Le IA vengono spesso suddivise tra “forti” e “deboli”: le prime possono svolgere solo alcuni e precisi processi cognitivi propri dell’uomo, mentre le seconde possono arrivare a carpire l’intero spettro del ragionamento umano. Per poter arrivare a questi obbiettivi, l’intelligenza artificiale elabora e si avvale di processi di machine learning, algoritmi in grado di permettere alle macchine di apprendere e migliorarsi più o meno autonomamente attraverso i dati che vengono loro forniti direttamente dall’ambiente esterno, senza bisogno di essere state programmate preventivamente per tale scopo. Dal machine learning si è arrivati, nel 2011, al deep learning, una simulazione dell’apprendimento umano basata sull’incasellamento dei concetti appresi in una scala gerarchica, che richiede alla base algoritmi e strutture hardware estremamente sofisticati. Sebbene siamo ancora lontani dal creare sistemi capaci di replicare in modo pedissequo l’intelligenza umana, l’intelligenza artificiale ha raggiunto livelli tali da permetterci di costruire macchine in grado di svolgere certe funzioni cognitive con estrema efficacia ed efficienza. Gli esempi già in funzione o prossimi ad entrare nel mercato sono innumerevoli, dai nuovi software riconoscimento vocale (come Siri), all’uso di droni per il trasporto di merci o per servizi d’assistenza e domestici, i nuovi war games, e le smart cars. In pratica, è quasi impossibile delimitare gli effetti che l’intelligenza artificiale sta avendo e/o avrà sulle nostre vite. [2] ARTIFICIAL INTELLIGENCE – Artificial Intelligence: Definition, Trends, Techniques and Cases – Joost N. Kok, Egbert J. W. Boers, Walter A. Kosters, Peter van der Putten and Mannes Poel. Secondo il Black’s Law Dictionary, per intelligenza artificiale si intende un “software utilizzato per far funzionare computer e robot meglio degli umani. I sistemi sono basati su regole o reti
neurali. L’intelligenza artificiale è usata per aiutare a realizzare nuovi prodotti e nuove tecnologie robotiche, per la comprensione del linguaggio umano e per la visione artificiale”. [3]La Sezione 1051 del NDDA 2019 istituisce una commissione indipendente con il compito di valutare “gli avanzamenti dell’intelligenza artificiale, sviluppi relativi ai processi di machine learning, e tecnologie associate” in modo di garantire la competitività degli USA nel settore. La Sezione 238 dell’atto, invece, riguarda una serie di attività che devono svolgere i membri del Dipartimento della Difesa al fine di adottare e sviluppare soluzioni e processi IA. [4] Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino- Versione 1.0 Marzo 2018, pubblicato dalla task force AGID, pp. 24 e seguenti. All’intelligenza artificiale si rivolge anche l’ultima legge di bilancio, (legge 145/2018), la quale istituisce all’art. 1, comma 216, un “Fondo per favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things”, con dotazione di 15 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021. Il Fondo, vigilato dal Ministero dello sviluppo economico, è inquadrato nel Programma Industria 4.0, con l’obbiettivo di finanziare progetti all’avanguardia e incoraggiare la competitività dell’Italia in questo settore. [5] Cfr.“Artificial Intelligence and life in 2030, One hundred year study on Artificial Intelligence, Stanford University, 2016, p. 5. _________ DISCLAIMER Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore dell’informazione giuridica. Non costituisce un parere e non può essere utilizzato come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza legale specifica.
La Cassazione, con sentenza n. 6319/2019, si pronuncia sulle polizze unit linked Milano, 20 marzo 2019 – La Suprema Corte ha affrontato la materia delle polizze unit linked – le cui prestazioni dipendono integralmente dall’andamento degli attivi sottostanti – nella recentissima sentenza n. 6319/2019, pubblicata lo scorso 5 marzo e probabilmente destinata a suscitare un vivo dibattito dottrinale nel prossimo futuro. Per un verso, infatti, la sentenza pare riconoscere che simili polizze vanno comunque trattate alla stregua di veri e propri contratti di assicurazione “anche ove sia prevalente la causa finanziaria”, dal momento che esse devono “comunque rispondere ai principi dettati dal codice civile” appunto in materia di contratto di assicurazione in generale. Per l’altro (e proprio in considerazione di tale premessa), per la Cassazione il giudice di merito ha il compito di valutare la congruità “della copertura assicurativa … con riferimento all’ammontare del premio versato dal contraente, all’orizzonte temporale ed alla tipologia di investimento”. In altri termini, se le polizze in parola sono “caratterizzate dalla componente causale mista (finanziaria ed assicurativa sulla vita)” e in parte qua riconducibili allo schema degli artt. 1882 e seguenti del codice civile, è perché anch’esse si caratterizzano per il trasferimento dall’assicurato all’assicuratore del c.d. rischio demografico, legato al verificarsi di un evento della vita umana. Proprio a tale proposito, per la Cassazione, il giudice di merito dovrà verificare che “l’entità della copertura assicurativa” non sia “talmente irrisoria da vanificare completamente l’equilibrio delle prestazioni”. In attesa di vedere come la sentenza in commento sarà accolta dagli interpreti, pare possibile affermare che la nozione di polizze unit linked assunta dalla giurisprudenza di legittimità è quest’oggi un po’ più vicina – almeno per certi tratti – a quella fatta propria dalla Corte di Giustizia europea, secondo cui anche tali polizze rientrano nella definizione di “operazione di assicurazione”, nella quale “l’assicuratore s’impegna, dietro previo versamento di un premio, a procurare all’assicurato, in caso di realizzazione del rischio assicurato, la prestazione convenuta all’atto della stipula del contratto” (sentenza 31 maggio 2018, causa C-542/2016).
_________ DISCLAIMER Il presente comunicato è divulgato a scopo conoscitivo per promuovere il valore dell’informazione giuridica. Non costituisce un parere e non può essere utilizzato come sostitutivo di una consulenza, né per sopperire all’assenza di assistenza legale specifica. Studio Legale RCCD e Pavia e Ansaldo nel finanziamento al fondo Diamond Other Sectors Italia. L’operazione ha un valore di 30 milioni di euro Milano, 19 marzo 2019 – Lo studio legale RCCD ha assistito Crédit Agricole Italia S.p.A. che ha agito in qualità di banca finanziatrice nell’ambito dell’operazione di finanziamento di un importo complessivo pari a 30 milioni di euro, messo a disposizione del fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati, denominato “Fondo Diamond Other Sectors Italia”, che ha agito per il tramite di Investire SGR, la quale è stata assistita da Pavia e Ansaldo. Lo studio legale RCCD ha assistito la banca con un team guidato dalla partner Morena Bontorin, coadiuvata dalla junior associate Deborah De Rosa. Pavia e Ansaldo ha assistito Investire SGR, con un team composto dai partner Mario Di Giulio e Caterina Luciani. L’importo è stato reso disponibile per finanziare o per rifinanziare – a seconda del
caso – l’acquisto di immobili da parte del fondo e di cinque immobili, già di proprietà del fondo, secondo il business plan del fondo, approvato dal C.d.A. di Investire SGR e consegnato alla banca finanziatrice.
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