Primo maggio tutti a Stabio
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Anno LXXXVI N. 3-4 Marzo-Aprile 2007 G.A.B. 6932 Breganzona in cruce gloriantes MENSILE DELL’AZIONE CATTOLICA TICINESE IN QUESTO NUMERO: 2 La parola dell’assistente 3 Sposarsi è bello ma non si vede Primo maggio 6 8 Vacanzina giovani Carnevale tutti a Stabio alla Montanina 10 Il vescovo sulla famiglia
Parola dell’assistente «La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta» Giochi di parole e doppi sensi È una delle frasi più acqua, aria e terra: è il soffio divino, interiorità, nella sua spiritualità, pur belle di tutta la Bib- è l’immagine di Dio, è l’impronta notandone sui piani fisico, interiore bia che riguardano il divina. e spirituale anche tutta la differenza rapporto fra l’uomo Proprio per questo, per questa sua e la complementarietà. e la donna. Siamo unicità interiore e spirituale, quando Egli esclama: “La si chiamerà donna, nel racconto della Adamo guarda gli esseri viventi, perché dall’uomo è stata tolta”. Creazione, dopo che quelli di mare, quelli di terra, quelli Gioco di parole intraducibile in Dio ha portato al del cielo, non riesce a riconoscervisi: italiano, basato sul termine ebraico primo uomo tutti gli in effetti, “non gli riusciva di trovare che esprime l’essere umano maschile animali e le altre creature “per vedere un aiuto che gli fosse simile” (Gen (ish) e la sua variante femminile che come l’uomo li avrebbe chiamati” 2,20). Riusciva, sì, a trovare aiuto, grammaticalmente e lessicalmente (Gen 2,19). sostentamento, compagnia negli esprime l’essere umano donna Il primo uomo porta il nome di animali, nelle piante, nei pesci, ma (ishshah): “La si chiamerà ishshah, “Adamo”, che è – come di consueto non gli riusciva di trovare un aiuto perché dall’ish è stata tolta”. O se per i nomi di origine ebraica – tutto che “gli fosse simile”, ossia che fosse volete (perdonate le forzature lin- un programma e che dice qualcosa in tutto simile a lui, Adamo, vale guistiche): la si chiamerà “uoma”, della persona che lo porta. “Adam” a dire tratto dalla terra e portatore perché creata a partire dal progetto significa in ebraico “tratto dalla dello stesso spirito di vita divina. “uomo”. Oppure, se ancora volete, la terra”: con questo il testo sacro ci Quando Dio, finalmente, condurrà ad si chiamerà “donna”, perché creata vuole dire qualcosa di estremamente Adamo la donna, l’uomo (maschio) come altra variante del progetto importante, e cioè che l’essere u- riconoscerà in lei un essere diverso “donno”. mano è, sì, composto di materia e complementare, certamente, ma Un unico progetto umano con due (ossia è “tratto dalla terra”), ma ha anche un essere che gli sarebbe stato varianti, maschio e femmina: varianti come caratteristica quello di essere simile, in quanto essere vivente che sono diverse pur non trattandosi “vivente”, ossia di aver ricevuto e di divinizzato. Di qui l’esclamazione di due esseri completamente diversi; portare in sé un “respiro di vita”, un gioiosa: “La si chiamerà donna, due varianti che sono simili, pur respiro che è di origine divina. Ed perché dall’uomo è stata tolta”. non essendo del tutto identiche. Un è un soffio che non si può trovare Adamo in Eva si riconosce come in unico progetto di complementarietà, in nessun altro essere vivente, né uno specchio: contempla se stesso nei di unione nella differenza. nelle piante, né negli animali di suoi occhi, nella sua fisicità, nella sua Don Massimo Gaia Il libro del mese La speranza cristiana trasfigura l'attesa e promette un Regno alla comunità dei testi- moni. Ci sono molti modi di incontrarsi sulla via della speranza. Il libro ne suggerisce alcuni, sulla base di tre approcci, dentro i quali affiorano tracce di un futuro diverso: l'analisi culturale, l'impegno pastorale, il racconto di esperienze di vita quotidiana. Sperare è riconoscere che il cielo e la terra si toccano; e il cielo è credibile quando illumina, promuove e riscatta la terra, non quando la demonizza, la dimentica o l'ab- bandona a se stessa. Luigi Alici è un amico. Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, insegna filosofia morale all’Università di Macerata, nelle Marche. In questo libro – non di facile lettura per tutti, ma bellissimo! – si riflette anche del compito dell’Azione Cattolica (e quindi anche nostro) nel cantiere della speranza. Luigi Alici, La via della speranza – Tracce di futuro possibile, Editrice AVE, Roma, 2006, pag. 256, 11 €. Spighe Marzo-Aprile 2007
Dal presidente Battaglie contro le unioni di fatto o per difendere il matrimonio? Sposarsi è bello, ma non si vede In Italia, l’ultima battaglia in corso quella che difende il bambino non da cerimonia di fronte al segretario è quella sul riconoscimento delle nato…) potremmo ritrovarci un comunale. coppie di fatto. Le coppie di fatto giorno a dover votare una legge che Il cardinale Carlo Maria Martini sono unioni civili composte da per- prevede l’istituzione di unioni civili – forse proprio riferendosi all’atteg- sone, non necessariamente di sesso tra me e il mio cane o il mio gattino, giamento durissimo che la Chiesa diverso, che tra loro convivono e per i quali provo così tanto affetto. cattolica italiana ha avuto di fronte al quale lo Stato laico e libertario a questa proposta di legge – ha intende generosamente offrire un Ma torniamo in Italia e ai “Dico”. recentemente invitato la Chiesa riconoscimento giuridico, seppure – La proposta di legge probabilmente stessa ad «ascoltare la gente»: «È nella maggioranza dei casi – neppure non passerà, perché si tratta di un un grande compito che dobbiamo richiesto dai diretti interessati. compromesso tra la cultura cattoli- portare avanti, per il quale io prego Questa battaglia da noi è già stata in ca che vuole garantire l’unicità del nella mia intercessione quotidiana: parte noiosamente combattuta (nel matrimonio e quella libertaria che che ci sia dato, anche come Chiesa senso che non ha risvegliato molto intende chiamare matrimonio tutto, italiana, di dire quello che la gente gli animi). E tanti neppure se ne ma proprio tutto. capisce: non un comando dall’alto sono accorti. Naturalmente è stata Personalmente capisco bene che che bisogna accettare perché è lì, una battaglia persa da parte di coloro l’introduzione dei “Dico” è come il viene ordinato, ma come qualcosa che ancora credono nell’istituzio- piede del venditore di spazzole che si che ha una ragione, un senso, che ne plurimillenaria del matrimonio insinua in casa del potenziale cliente dice qualcosa a qualcuno... ». fondato su un uomo e una donna. E tenendo aperta una porta che vor- Il biblista Martini commenta la let- così, da quest’anno anche in Svizzera rebbe essere sbattuta in faccia all’in- tera di San Paolo a Tito, l’invito abbiamo una Legge federale sull’unio- truso. E che l’obiettivo di una parte a «vivere con sobrietà, giustizia e ne domestica registrata che riguarda di coloro che la vogliono è proprio pietà», e sillaba: «Sono parole lai- esclusivamente le coppie omosessuali. quella di fare il primo piccolo passo che, questo mi colpisce». Ecco il In Italia, le unioni civili sono state per giungere poi un giorno al matri- punto, spiega più tardi: «Bisogna farsi denominate “Dico”, sintetico acroni- monio di tutto ciò che si muove. comprendere ascoltando anzitutto la mo di “Diritti e doveri delle persone Però non me la sentirei di innalzare gente, le loro necessità, problemi, stabilmente conviventi”, mentre in barricate per combatterla a spada sofferenze, lasciando che rimbalzino Francia le hanno chiamate “Pacs”, tratta o scatenare guerre ideologiche nel cuore e poi risuonino in ciò che da “Patti civili di solidarietà”. La per affossarla. Credo piuttosto che se diciamo, così che le nostre parole non sostanza non cambia molto e, al di là ci fosse una legge così in Svizzera e in cadano come dall’alto, da una teoria, della forma, indica un cambiamento Ticino, ci sarebbe da leccarsi i baffi. ma siano prese da quello che la gente culturale di notevole portata. Due i motivi fondamentali: da una sente e vive, la verità dell’esperien- Una volta esistevano infatti un parte il fatto che con quel generico za, e portino la luce del Vangelo». uomo e una donna che – per amore, “vincoli affettivi” possono registrare Niente discorsi «strani o incompren- e con lo scopo di procreare dando la loro unione anche due persone sibili», ma «parole che tutti possono nuova linfa alla società – si univa- che si ritrovano a vivere insieme per intendere: anche chi non pratica una no in matrimonio. Oggi il secondo motivi di solidarietà e mutuo ser- religione o chi ne ha un’altra, perché motivo (procreare) non è più con- vizio. Quindi non necessariamente sono il primo passo». siderato fondamentale, così come insieme perché vogliono dividere Forse il cardinale Martini ha ragio- l’essere uomo e donna è diventato pure il letto oltre al tetto e al ban- ne. Se il Vangelo ha ragione (e ha superfluo. chetto. ragione!) non c’è bisogno di impor- Prevale un solo diritto: l’amore. Il secondo motivo è la modalità di lo: basta proporlo. Anche se, piano piano (e nella pro- registrazione: per effettuarla di fron- Se battaglie dobbiamo fare, facciamo- posta di legge italiana è esplicitato), te allo stato civile è sufficiente una le in positivo. Rendiamo la famiglia all’amore si preferisce il più generico comunicazione scritta da parte di fondata sul matrimonio affascinante, termine “affetto”. Quindi due perso- ciascuno dei due componenti. Cioè attraente, credibile. Chiediamo ai ne, anche dello stesso sesso, se legate ciascuno manda per conto suo una governanti politiche familiari che da “vincoli affettivi” possono unirsi raccomandata e la cosa è fatta. facciano comprendere ai giovani che in una cosiddetta unione civile. In questo modo ci risparmiamo quel- sposarsi è un vantaggio. E testimo- Non è escluso che il futuro ci riservi le penose e tristissime cerimonie che niamo che sposarsi davanti a Cristo altre sorprese: visto il proliferare del scimmiottano il matrimonio, con è pure bello! Facciamolo vedere per- potere di lobby animaliste (vedi la due persone vestite della festa che si ché non sempre chi ci guarda se ne legge sulla protezione degli animali fanno immortalare mentre si bacia- accorge! in Svizzera, che è più garantista di no dopo quattro minuti di squalli- Luigi Maffezzoli Marzo-Aprile 2007 Spighe
Vita della Chiesa La Chiesa in dialogo con la società: perché condannare chi ci circonda? Pietre. Da lasciar cadere a terra La primavera anticipata nella vici- na Penisola è stata surriscaldata dai dibattiti e dalle polemiche sui cosiddetti “DICO”. Non entrando nel merito della complessa proble- matica (per la quale la CEI in una recente nota ha espresso chiare e precise opinioni), desidero soffer- marmi piuttosto su un punto non secondario di questa e di altre que- stioni: come sa parlare oggi la Chiesa alla società? Come si pone di fronte a chi vive lontano dal Vangelo, dai comandamenti, dall’insegnamento del magistero? Il dibattito è piuttosto caldo. A il termine di “clericalismo” per defi- parole. In questo modo le nostre inizio marzo sul Corriere del Ticino nire l’attitudine certi ambienti che parole non sembreranno cadute dal- sono apparsi due articoli molto non “tollerano il dissenso, nemmeno l’alto, o da una teoria, ma saranno duri del famoso scrittore (ormai su problemi e questioni discusse e prese per quel quello che la gente vive. ticinese) don Alessandro Pronzato, discutibili”: un clericalismo che pre- E porteranno la luce del Vangelo, nei quali l’autore denunciava l’at- ferisce lo “scontro frontale” con gli che non porta parole strane, incom- teggiamento di certi ambienti della avversari, che influenza la politica prensibili, ma parla in modo che gerarchia ecclesiale, troppo sicuri e ama mostrarsi potente e trion- tutti possono intendere”. (da www. di “detenere l’esclusiva del divino e di fante. giovaniemissione.it) amministrarlo come proprio possesso Qualche giorno dopo gli ha fatto È poi arrivata l’esortazione apo- monopolistico”. Don Pronzato usa eco da Gerusalemme il cardina- stolica Sacramentum caritiatis di le Carlo Maria Martini, che ha Benedetto XVI, che al pubblico è auspicato una Chiesa che prima stata presentata dai media essen- di giudicare sia sempre aperta al zialmente non tanto come un testo dialogo con tutti e su ogni que- sull’Eucaristia, ma soprattutto stione: “Credo che la chiesa italiana come un compendio di disposizio- debba dire cose che la gente capi- ni, tra il rigore nelle celebrazioni sce, non tanto come un comando liturgiche, i ruoli chiari e distinti ricevuto dall’alto, al quale bisogna dei presbiteri e dei laici, la promo- obbedire perché si è comandati. Ma zione del latino, ecc… cose che si capiscono perché hanno Se è in corso questo dibattito (e altri una ragione, un senso. Prego molto ancora) nelle alte sfere della gerar- per questo. [...]”Credo che la chiesa chia, cosa succede tra le nostre fila debba farsi comprendere, innanzi- (i cattolici “militanti”) e in quelle tutto ascoltando la gente, le sue sof- dei cattolici non praticanti? Ciò ferenze, le sue necessità, i problemi, che colpisce è che ormai in chiesa lasciando che le parole rimbalzino nel ci va una minima parte dei bat- cuore, lasciando che queste sofferenze tezzati: le prediche dei nostri bravi della gente risuonino nelle nostre preti riecheggiano nelle loro orec- Spighe Marzo-Aprile 2007
Vita dell’associazione chie solo per Natale e Pasqua o per qualche funerale – quando va bene. A volte capita che i volonterosi che vanno regolarmente a messa si sentono spesso raccontare una sfilza di mali, peccati e quant’altro della nostra società. Ciò che è allarmante è che come Chiesa facciamo fatica a parlare agli uomini e alle donne di buona volontà, ma che quando si parla, lo si fa principalmente per giudicare, per “misurare”, per “bron- tolare”, dimenticandosi di dire che il cristianesimo non è una dottri- na da seguire ma è l’incontro con l’amore e la misericordia di Dio. Certe volte come cristiani ci atteg- giamo da gente che la sa lunga, che è perfetta. Ma alla prova dei fatti Settimana Santa abbiamo trovato fila ma non ha capito un tubo in cosa consiste il nostro cristia- sul nostro cammino due splen- dell’amore del Padre? O come i nesimo? Nell’andare a messa? Nel didi momenti in cui la Parola di giudici dell’adultera, che vogliono sentirci con la coscienza a posto? Dio ha lanciato un segnale forte: la giustizia sulla pelle degli altri? Nell’indicare agli altri quello che con i Vangeli del “figliol prodigo La nostra gente “lontana”, quella dovrebbero fare? e del padre misericordioso” e della che incontriamo sul lavoro, quella Nelle domeniche precedenti la “donna adultera” abbiamo sentito che cerca una strada, è ogni giorno come agisce Dio: è in cima alle preoccupazioni di Dio. Uno che ti lascia È gente che ha nostalgia di una partire se vuoi casa che non ha mai conosciuto, ma è il primo ad è gente magari ferita dalla vita, abbracciarti quan- gente che ha sbagliato e paga già do ritorni; è Uno sin d’ora: hanno bisogno anche che aspetta, che ha della nostra condanna? pazienza, Uno che Come cattolici dobbiamo abban- ama indistintamen- donare la presunzione di essere te, Uno che per- i “buoni” e gli altri i ”cattivi”: dona e non giudi- Gesù ha perdonato i peccatori che ca, Uno che scrive incontrava, come ha perdonato gli parole di perdono apostoli (i suoi amici!) dopo che e misericordia nei se la sono svignata all’orto degli cuori delle perso- Ulivi… perché noi dovremmo ne, Uno che scrive condannare (a volte con grande sulla sabbia mentre cattiveria) chi ci circonda? gli altri con le dure È tempo di lasciare cadere a terra pietre vogliono le nostre pietre e di prendere in scrivere parole di mano i nostri cuori. Ancorati alla sangue. verità, fermi nella fede, ma sovrab- E noi? Non è che a bondanti di accoglienza, compren- volte siamo i “bron- sione, carità: Dio è venuto per toloni”, come il fra- tutti, per salvare tutti, è la “buona tello maggiore che notizia” di Gesù Cristo. è sempre in prima Davide De Lorenzi Marzo-Aprile 2007 Spighe
Così si sono espressi alcuni dei nostri eroi... Vacanzina… per stare nel suo amore Durante le scorse vacanze di Car- nevale, un gruppo di giovani di Azione Cattolica ha trascorso insieme alcuni giorni in valle Leventina. Ecco il reso- conto fatto per noi dall’assistente don Rolando Leo. Certamente la breve esperienza, “tra morti, feriti ed ammalati”, è stata intima ed all’insegna dello stare insieme in libertà e sponta- neità, ognuno portando se stesso come ha potuto: stanco, preoccu- pato per gli esami, reduce dall’in- fluenza, in fase di covo influenzale e potremmo continuare. Ma è così che deve essere: siamo noi stessi, senza illusione di dipin- gere sempre di rosa la realtà, ma affrontandola insieme, soprattutto condividendo la medesima stella, la medesima luce, la Luce. • Sono una persona semplice, che re e prova ad aiutare tutti…ma Bello, tonificante, stimolante è cerca di amare le persone…do non riesce ad aiutare se stes- stato per me, uomo, prete, assi- un senso a ciò che faccio facen- sa; non sempre riesco a capi- stente “principiante” dei giovani dolo con amore, gioia, fede e re perché esisto…forse per gli di Azione Cattolica, vedere questi coraggio. Se la mia vita sarà altri. Vorrei dare senso alla mia ragazzi pregare, cantare, adorare, piena di ostacoli, sarà comun- vita amando Gesù nel prossimo volersi bene! que bella perché circondata da e offrendo i nostri dolori e le Lo stimolo è stato dato da un film tanta gente. nostre angosce a Lui. che parla di crescita, di dramma • Esisto perché qualcuno mi ha familiare per un adolescente, di creato ed ha un progetto per Grazie carissimi Amedeo, Donata, scoperta della fede, dell’amore di me; cerco di dare senso a ciò che Sabrina, Rachel, Arianna, Anna, Dio, della propria vocazione. faccio facendolo bene minuto Barbara, Andrea, Alessandro, Abbiamo riflettuto sulle domande per minuto. Luca, Davide, Carlo ed Elena! chi sono?, perché esisto?, come dare • Cerco di rendere il mondo Continuiamo questa avventura un senso a ciò che faccio?, quale sarà migliore rispetto a come l’ho insieme, sostenendoci a vicenda, il mio futuro?, il mio rapporto con trovato; offro ciò che faccio a insieme agli amici che non sono Dio. Alcuni dei nostri eroi così si chi ne ha bisogno. In futuro potuti venire e che inviteremo sono espressi: cercherò di fare il bene agli altri, anche la prossima volta…dato che di imparare dagli altri e di amare qualcuno ha già chiesto di andare • Non finisci mai di stupirmi, Dio; veramente…e quando morirò ancora a slittare e di proporre altri non vedo futuro, singhiozzo al spero di essere felice di aver vis- momenti del genere. passato. Ma dove tu vuoi, io suto così. Sarà fatto…ogni promessa è debito! vado e vivo per te, ci provo… • Sono una ragazza che sa ascolta- don Rolando Spighe Marzo-Aprile 2007
Marzo-Aprile 2007 Spighe
Azione Cattolica Famiglie Vacanze di carnevale alla Montanina: un’esperienza sempre entusiasmante Neve, clown e divertimento! Neve, sole, compagnia, riposo. Queste sono le parole chiave che hanno caratterizzato la nostra set- timana di vacanza dal 18 al 26 febbraio in val di Blenio in quel di Camperio, dove è situata la casa la Montanina. In questo luogo da qualche anno vi è l’opportunità di stare insieme ad altre persone in buona compagnia alcuni giorni, anche grazie ad un prezzo accessibile alle famiglie. Eravamo circa 40 adulti e 30 bam- bini, riempiendo così tutte le stan- ze disponibili. Domenica mattina abbiamo caricato l’auto con ogni genere di cosa che ci sarebbe ser- vita: sci, scarponi, bob, passeggino, pattini,…e in fretta, senza perdere tempo, siamo saliti in auto pronti a vivere una nuova avventura in compagnia di Gesù. Alla Montanina ci attendevano le signore che ogni anno met- tono volentieri a disposizione il loro tempo libero per garantirci un buon soggiorno. Il sole l’ha fatta da padrone quasi tutti i giorni; un po’ meno lo è stata la neve in quanto poca a causa del caldo. Siamo comunque riusciti a fare delle simpatiche discese, inter- calate da altre attività disponibili come: pattinaggio, piscina, … La terza parola chiave: compagnia; quella che per prima ha reso la nostra settimana unica e bellissi- ma. Diverse sono state le famiglie di Azione Cattolica che hanno condiviso queste giornate insieme a noi, è stata un’occasione preziosa di dialogo, scambi di opinioni sui figli e sulla società,…ciò che quan- do ci si vede per periodi più corti Spighe Marzo-Aprile 2007
Vita della (ritiri) si fa davvero fatica a fare. Inoltre hanno partecipato per la prima volta mamme con i loro figli che hanno visto l’annuncio sul giornale, persone che abbiamo avuto occasione di conoscere ed apprezzare. Che risate di giorno sulla neve! E poi la sera si organizzavano momenti di svago: sono arrivati clown e artisti dal Malcantone e dal Luganese che ci hanno deli- ziato con la loro bravura, abbiamo giocato a tombola e il ricavato l’abbiamo devoluto a un’associa- zione che sostiene madri e bambini in difficoltà. I bambini hanno imparato a cono- scersi, a giocare insieme, hanno ascoltato delle storie, grazie anche al grande salone accogliente della casa. Quarta parola: riposo. Alcune volte grazie a questi momenti di gruppo i genitori un po’ stanchi ne approfit- tavano per farsi un sonnellino. Prima di ogni pasto si cantava una preghiera e un sacerdote è venuto a celebrare per noi la santa Messa. Che dire; davvero una bella vacan- za all’insegna dell’amicizia! Certo non sono mancati i momen- ti di fatica che subentrano anche nelle migliori famiglie: non sono mancati neppure gli ammalati… ma tutto si è risolto. Signore ti ringrazio per la preziosa settimana vissuta con la mia fami- glia, per gli amici ritrovati come per quelli appena conosciuti. Un grazie speciale alla cuoca, alle signore e a tutti coloro che hanno reso possibile questa vacanza. Grazie di cuore a tutti coloro che ci sono stati, che hanno parteci- pato con gioia e se Dio vorrà… all’anno prossimo! Pace e Bene. Simona Milani Marzo-Aprile 2007 Spighe
Vita dell’associazione Il vescovo all’Azione Cattolica riunita a Giubiasco Famiglia: la Trinità incarnata Pubblichiamo il testo integrale del bellissimo intervento che il vescovo Pier Giacomo ha proposto all’Azione Cattolica riunitasi unitariamente a Giubiasco il 12 febbraio scorso. In questo numero proponiamo la prima parte della relazione, dedicata alla coppia. Nel prossimo numero di mag- gio pubblicheremo la seconda parte dedicata all’educazione dei figli. Secondo la visione cristiana: “Dio creò l’uomo, maschio e fem- mina li creò, a sua immagine e somiglianza”. L’uomo ha questa caratteristica rispetto a tutti gli altri esseri: è stato voluto ad immagine e somi- glianza di Dio. E’ l’unica creatura esistente che può vantare questo riferimento costitutivo. vivono tre vite, ma un’unica vita, se stessa e non è per nulla confusa Se vogliamo capire il nostro essere, per cui sono un Dio solo, anche se con le altre. il nostro essere insieme dobbiamo ognuna delle persone vive la vita Il nostro Dio non è un Dio uno guardare al Dio dal quale siamo divina in modo diverso. indistinto, motore immobile, primo venuti e che ci ha creati a sua Il Padre vive la vita divina come colui principio, sommo bene. immagine e somiglianza. che la dona, è l’eterno Amante; il È questo Dio uno e trino. Anche “E Dio creò l’uomo, maschio e Figlio vive la vita divina come colui nella vita familiare dobbiamo femmina li creò a sua immagine e che la riceve, è l’eterno Amato; lo accettare questo principio della somiglianza”. Spirito Santo vive la vita divina distinzione. L’uomo che non risale a questa come colui che la riceve dal Padre e Distinzione significa che ogni origine non trova la sua vera iden- dal Figlio, è l’eterno Amore. membro della famiglia deve diven- tità, non pone il fondamento ulti- La famiglia in prospettiva cristiana tare se stesso, anzi il meglio di se mo, valido, vero, autentico del suo è l’immagine più viva ed espressiva stesso: essere. della Trinità. Nella famiglia è la • bisogna vivere la diversità, non Se vogliamo comprenderci dobbia- Trinità stessa che si riproduce. come competitività, ma come mo guardare al nostro Dio, che è Allora la prima caratteristica complementarietà; un Dio trinità, un Dio comunione, deve essere questa: accettarsi nella • bisogna aiutare l’altro a matu- un Dio amicizia di più persone; un diversità che rende complementari. rare, perché soltanto maturando Dio famiglia. Le tre persone divine sono distinte: l’altro diventa se stesso; Il nostro Dio sono tre persone: il il Padre non è il Figlio, il Figlio • non si deve costringere l’altro ad Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, non è il Padre, lo Spirito Santo essere secondo le nostre aspet- che si amano così da vivere un’uni- non è né il Padre, né il Figlio. tative, ma bisogna rispettarlo ca vita. Nel Dio trinitario c’è il massimo di nella sua identità, accettarlo e Il Padre, il Figlio e lo Spirito non distinzione; ogni persona divina è amarlo così com’è, pur aiutan- 10 Spighe Marzo-Aprile 2007
dolo a camminare perché diven- ti sempre migliore. Quante famiglie si sfaldano perché le persone non si accettano; si vorrebbe continuamente adattare gli altri alle proprie aspettative o pretese. L’entità di ciascuno non devono essere i propri difetti. I difetti, cioè ciò che manca, non possono costituire la mia iden- tità. D’altra pare non dobbiamo pretendere di correggere i difetti degli altri; ciascuno deve impe- ca, confidenza reciproca, donazio- dedicarlo al Signore, per fare spazio gnarsi correggere seriamente i pro- ne reciproca, accoglienza recipro- all’ascolto, per entrare in relazione pri, perché ognuno può gestire la ca, aiuto reciproco. con il Vangelo, con l’annuncio propria libertà, ma non può e non Per fare questo occorre uscire da che ci viene fatto della presenza deve gestire la libertà dell’altro. È se stessi, dal proprio egoismo, dal del Signore che è una presenza di possibile soltanto aiutare l’altro a proprio io e sapersi donare agli cambiamento, di novità di fronte gestire meglio la propria libertà. altri; anche quando non si è capiti, alle idee dissolutrici del mondo. La Questo vale nei rapporti tra i anche quando costa fatica. Per rea- mentalità corrente, quando non è coniugi, ma anche nei rapporti dei lizzare questo dono, questa parteci- in consonanza col Vangelo, deve genitori verso i figli; capire come pazione occorre dialogo, compren- essere rifiutata; per fare questo intervenire perché ciascuno vinca, sione, aiuto, sostegno reciproco. occorre mettersi all’ascolto del- superi i propri difetti e favorisca lo Perché possiamo arrivare a costruire l’unico maestro di vita, di colui che stare assieme, la comunione. questa civiltà dell’amore, connota- è verità e vita. Le tre persone divine, pur essen- ta dalla gioia, occorre che la fami- Ecco perché c’è bisogno che la do distintissime, vivono in un’infi- glia si renda consapevole di essere famiglia preghi, cioè risponda al nita ed eterna comunione, in una la comunità di coloro che vivono dialogo. infinita ed eterna amicizia. l’alleanza col Signore, e quindi i “Pregare è pensare al senso della La stessa cosa deve realizzarsi tra suoi membri debbono avvertire la vita”, dice un filosofo tede- i membri di una famiglia; deve presenza di Dio, quel Dio che si è sco contemporaneo, Ludwig nascere un rapporto tra le perso- fatto parola umana, che si è fatto Wittgenstein. ne che tendano all’accettazione carne, che si è fatto storia ed è E un altro filosofo contemporaneo, nella diversità, per cui è necessario venuto ad abitare in mezzo a noi. Kirkegaard, nel suo diario annota: rispetto reciproco, fiducia recipro- Ecco perché la famiglia ha bisogno “Giustamente gli antichi dicevano della religione per esplicare con che pregare è respirare. Qui si vede pienezza la sua identità. quanto sia sciocco voler parlare La Bibbia ci parla di tantissime pre- di un perché. Perché io respiro? senze di Dio nella nostra vita: Dio Perché altrimenti morrei! Così con è presente nella creazione, nella la preghiera”. storia, nella coscienza, nella parola, E un filosofo mistico ebreo, J. A. nei segni, nell’altro. Occorre avere Heschel, scrive che: “Pregare è tempo per rendersi conto di questa la grande ricompensa dell’essere presenza di Dio. Abbiamo bisogno uomini”. di momenti di pausa, di riposo, di La famiglia ha bisogno di pregare tempo da dedicare al Signore; la se vuole trovare se stessa, se vuole festa è indispensabile se la famiglia realizzare sempre più il suo essere non vuole distruggersi nella frene- vero. sia, nel ritmo, nell’esteriorità. + Pier Giacomo Grampa Abbiamo bisogno di tempo per (1 – continua) Marzo-Aprile 2007 Spighe 11
Vita della diocesi In ricordo di Monsignor Valerio Crivelli «Il teologo più grande? Mia madre!» Il dono di una spiritualità profonda legata al tempo liturgico forte della Quaresima: ecco il dono che ogni anno ci ha regalato il nostro don Valerio Crivelli. Grazie alla sua sensibilità di vero maestro della liturgia e all’attenzione ai poveri e agli emarginati, inseriva brani biblici in ogni campagna del sacri- ficio quaresimale riflettendo sulle tematiche più attuali. Si poteva ascoltarlo per ore, certo si può dire che era un vero artista nel comuni- care i contrasti e i parallelismi tra il Nuovo e il Vecchio Testamento e il tempo di oggi. Don Valerio è stato per me un po’ padre e un po’ maestro, grazie a lui sono entrata nella grande ricchezza liturgica e spirituale della Diocesi di Lugano Due anni fa (proprio per la Giornata della donna) ebbi una conversazio- ne telefonica con don Valerio e facendomi gli auguri mi disse: “Il teologo più grande che mi ha insegna- to a essere cristiano è stato…MIA MAMMA…Voi donne avete delle doti così speciali cui noi uomini – nem- mi hanno portato ad accettare la meno noi sacerdoti – raggiungiamo. Il proposta: quest’anno per la terza Signore già dalla culla vi ha dato una volta porteremo avanti l’iniziativa spiritualità e un’amore sociale”. Fu delle rose in favore del Sacrificio qua- così che mi chiese di impegnarmi resimale e di Pane per tutti e lo fare- per l’animazione delle rose durante mo anche nei prossimi anni, come il Sacrificio quaresimale: un lavoro promesso a don Valerio. Porterò che comporta anche la conoscenza le rose più belle sulla sua tomba della situazione della chiesa svizzera dove riposa con i suoi cari fami- e della realtà locale. Alla fine mi gliari defunti, ringraziando il Padre disse: “E poi a voi donne… se vendete Eterno che mi ha dato di conoscere o regalate fiori, in particolare le rose… e di collaborare per tanti anni con non si può dire di no!” il Sacerdote, Professore e Maestro Queste parole semplici e profonde di Vita don Valerio Crivelli. sono state per me un forte segno e Brigitte Suozzi - Ihle 12 Spighe Marzo-Aprile 2007
Riflessioni La Pasqua ci fa sognare la trasfigurazione e la bellezza Aprire la porta e riconoscersi fratelli Gesù risorto è un dan- misericordia dell’Uni- zatore pieno di grazia e co, che accompagna i forza. Acrobata che si nostri cammini spesso muove sicuro, punta i tortuosi ed incerti, ma piedi trafitti sui sepol- che vorrebbero andare cri divelti. Con le mani proprio nella direzione ferite, eppure piene di dell’essere trasfigurati forza, il Salvatore di nell’amore, dall’Amore. tutti gli uomini affer- Vanno certo annunciati ra le braccia inerti di anche l’etica e la mora- Adamo ed Eva e li le, inscindibili dal-la strappa dalle tenebre prospettiva della trasfi- della morte. gurazione: funzionano Il Crocifisso Risorto come i canoni della bel- irradia la luce del volto lezza, ne garantiscono la e delle vesti sul buio del custodia. La sfolgorante regno dei morti, così bellezza del Risorto non anche il nero infernale cancellerà mai le ferite rimanda ormai riflessi ricevute nella passio- di rosso e di blu. ne, né il prezzo morta- La risurrezione del le pagato per rimanere Crocifisso è un’esplo- fedeli alla Verità. Senza sione di grazia e di croce non si arriva alla forza. Dono della vita nuova che un augurio che è la memoria di una risurrezione. non muore più: il Salvatore chi- sorpresa: la Vita è più forte della La Pasqua di Gesù autorizza a nato ad afferrare i progenitori è Morte, l’Amore vince ogni morte. sognare ancora una Chiesa dei l’immagine viva dell’Amore senza Il volto pieno di luce del Cristo rac- volti, dove ognuno si sente accolto limiti. La morte è un limite ormai coglie lo stupore per la sconfinata e interpellato nella sua singolarità, infranto dal Risorto e, grazie a Dio, speranza che si apre davanti a noi. anche in mezzo alla folla. Ogni non è più un limite nemmeno per La risurrezione di Gesù consente volto e ogni storia è importante, chi crede nell’Unico. di respirare a pieni polmoni: c’è un unica, irrepetibile e non può essere Neppure il male ed il peccato sono futuro di luce e di pace per ogni assorbita in una regola, in una più insormontabili da quando l’A- uomo e per tutte le creature. legge. Tantomeno in un’anagrafe more si è curvato per raccogliere Non più solo uomini intorno a parrocchiale. chi rimane a terra e sotto terra. noi, ma sorelle e fratelli. L’Amore Penso a tutti i volti, ad ogni volto, Nel buio e nella tenebra è arrivata, che vince ogni morte – compresa agli amici, ai volti della mia par- una volta per tutte e per sempre, la diffidenza e la paura del proprio rocchia, all’Azione Cattolica, ai la luce del Crocifisso Risorto. È simile – ridona la fiducia intorno vari movimenti, ai vari incontri. una luce amica. Risveglia i colori alla possibilità di rapporti ricon- Nella luce del Risorto è più facile della vita. ciliati. ogni colloquio ed ogni apparte- Gioia mia, Cristo è risorto! La Pasqua di Gesù autorizza a sogna- nenza; è più facile bussare ad una A Pasqua, i nostri fratelli cri- re ancora una Chiesa che annuncia porta, o aprirla dall’interno, e rico- stiani d’Oriente si salutano così. la trasfigurazione e la bellezza che noscersi come fratelli. Avvertono il bisogno di scambiarsi vengono dal Vangelo. E la luminosa Giuseppe Pesenti Marzo-Aprile 2007 Spighe 13
Riflessioni Dalla sua morte, nel 1030, la luce di Sant’Olav non si è mai spenta (seconda parte) Un Santo venuto dal Nord Il ritorno in Norvegia e la battaglia di Stiklestad Nel 1030 Olav salpa per la Norvegia con un esercito di 240 uomini. Raggiunta la Svezia incontra un amico di antica data, il re Onund Jakob, che gli fornisce circa 500 soldati ben equipaggiati. Ottenuti questi rinforzi Olav penetra la Norvegia attraverso la foresta del Dalarna, dove un certo numero di familiari e nobili si aggregano al suo esercito così che il Re può contare su un contingente di circa 3'500 uomini. A questo punto i signori e i capi clan norvegesi che gli erano ostili si alleano formando un esercito composto da piccoli e grandi coltivatori, da pagani e da mercenari stranieri. L’esercito così formato si trova ad essere numericamente superiore a quello di Olav, e le due fazioni opposte si scontrano il 29 luglio 1030 a Stiklestad, 900 chilometri a nord Nella prima parte dell’articolo L’esilio a Novgorod di Nidarov (oggi Trondheim). La apparso sul numero di febbraio si Una volta usurpato il trono a Olav battaglia si conclude non solo con era descritto il processo di con- II, Canuto di Danimarca delega il la disfatta dell’esercito di Olav ma versione di Re Olav II di Norvegia potere al potente jarl (capo locale) anche con l’uccisione dello stesso (995-1030) che, da intrepido e Hakon il Giovane. Olav, nel suo Re. valoroso vichingo, si trasformò forzato esilio, contempla la possibi- in un appassionato seguace del lità di ritirarsi completamente dal I fatti miracolosi successi- Cristo. Il Re, dando avvio ad una mondo, abbandonando così tutti vi alla morte del Re fase di profonde e radicali riforme i suoi privilegi terreni. Ma anche Successivamente alla morte di Re religiose, legislative e sociali fon- questa volta, come già in passato, Olav fatti apparentemente inspie- date sui principi cristiani, suscitò sarà uno dei suoi sogni premoni- gabili iniziano ad occorrere: il viso il malcontento dei potenti clan tori a decidere diversamente per del Re, disteso sul campo di bat- locali, al punto da dover lasciare il la sua vita; nel corso di un viaggio taglia, appare intatto e vivente, trono. Nel 1028 Olav lascia il suo il naviro di Haakon affonda e il mentre la mano ferita dell’uomo Paese diretto a Novgorod (Russia), reggente muore. È a questo punto che aveva inferto il colpo mortale mentre Canuto, re di Danimarca che Olav II, confermato nei suoi ad Olav è miracolosamente guari- appoggiato dai capi locali norve- progetti da un sogno, decide di far ta dal contatto con una goccia del gesi, si impossessa con la forza del ritorno nel suo Paese per riconqui- sangue del Re. Questo soldato, Tore trono norvegese. stare il trono perduto. Hund, colpito da questa guarigione 14 Spighe Marzo-Aprile 2007
nuovi dazi. Il malcontento nel Paese La canonizzazione inizia a crescere e sono in molti a Il 3 agosto 1031 Olav II è canoniz- compiangere ora il defunto Re, tanto zato come apostolo della cristia- più che i ripetuti fatti miracolosi nizzazione in Norvegia e martire convincono il popolo della santità morto per la sua fede sotto il segno di Olav II. È in questo quadro di della croce. Migliaia di pellegri- malcontento generale che Torgils ni visiteranno la sua tomba fino e suo figlio trovano il coraggio di al 1537, anno in cui la Riforma incontrare il vescovo Grimkjell, sve- in Norvegia proibisce il culto dei landogli il luogo dove si trovano Santi e i pellegrinaggi. Tuttavia la le spoglie di Olav II. È venuto per luce del Santo non si è mai spenta, miracolosa, partirà alla volta di Olav II il momento di ricevere una e a partire dal 1970 i pellegrinaggi Gerusalemme. Le spoglie di Olav sepoltura degna non solamente del alla sua tomba hanno ripreso forza e sono successivamente ritirate da suo rango ma anche e soprattutto vigore sempre più crescenti. Con la un coltivatore, Torgils Halmasson, della sua santità. sua morte Sant’Olav è riuscito non e da suo figlio Grim, che avvol- Un anno dopo la sua morte la bara solo nel disegno di unificare sotto gono il corpo in un manto di lino nella quale giace il corpo di Olav il vessillo del Cristo il suo Paese, e lo depongono in una capanna II viene aperta e il corpo di Olav ma soprattutto di mostrare che ci non lontana dalla loro abitazione. è ritrovato intatto. Le sue guance sono battaglie più importanti di Un giorno un cieco che si trova a sono rosa, i capelli e le unghie sono quelle umane e vittorie ben più chiedere rifugio ai due coltivatori, cresciuti, proprio come se il Re durature da ricercare. Pochi istanti entrato in contatto con il corpo di si fosse solamente addormentato. prima di lanciarsi nella sua ultima Olav, riacquista immediatamente Tagliata una ciocca dei capelli del e decisiva battaglia, Olav dice ai la vista. I due coltivatori poi, a Re, il vescovo Grimkjell la espone suoi uomini che se perderanno varie riprese, scorgono una strana al contatto diretto con il fuoco, tutto nella battaglia, il Signore li luce venire dalla capanna in cui è ma essa non brucia. A quel punto compenserà con un premio ben più deposto il corpo del Re. La luce è la santità di Olav è confermata. Il prezioso dei beni terreni. tanto intensa da far temere ai due suo corpo viene allora trasportato Barbara Trentini che il corpo del Re potrebbe essere nella Chiesa di Klemens a Nidaros, scoperto. Torgils e Grim decidono dove è sepolto sopra l’altare mag- allora di preparare due bare, una giore con una dignitosa cerimonia. destinata al loro Re, un’altra piena Molti altri segni da quel momento di sassi e sabbia. Quella contenen- occorrono, e dal banco di sabbia te le spoglie di Olav II è sotterrata dove era stato precedentemente in un banco di sabbia lungo il sepellito una fonte d’acqua fresca fiume Nid. Molti altri miracoli vede improvvisamente la luce. Le sono riportati dopo la morte del sue acque curano molti malati, Re, e riguardano in particolare il convertono molti cuori, e la gente suo potere di guarigione. comincia ad accorrere a Nidaros da varie parti del paese. Malati, ciechi La Norvegia dopo Olav II e zoppi si avvicinano alla tomba Le vicende politiche e sociali nor- del Re e ne ripartono guariti. vegesi sotto il regno di Canuto di Pieni di scrupoli e rimorsi i Danimarca sono intanto caratteriz- Norvegesi decidono di impugnare zate da un esito diverso da quello le armi e, dopo solo cinque anni che era stato auspicato dai nemici di dalla battaglia di Stiklestad, re Sven Olav. Dopo la battaglia di Stiklestad e sua madre Alifa sono costretti ad Canuto cede il trono di Norvegia e il abbandonare il Paese per rifugiar- titolo di re a suo figlio Sven il quale si in Inghilterra, dove a distanza dà avvio ad una serie di riforme fisca- di pochi anni Sven e suo padre li caratterizzate da nuove imposte e muoiono. Marzo-Aprile 2007 Spighe 15
Il teologo e il catechismo Con la venuta del Verbo ci viene rivelato il disegno di Dio Incarnare la santità del suo nome A partire da questo numero, don Sandro Vitalini ci accompa- questi anni a Spighe un contributo straordinario e per il quale gnerà alla scoperta del catechismo, commentando di volta in difficilmente sapremo esprime tutta la nostra gratitudine al volta un numero tratto dal "Compendio del Catechismo della carissimo don Sandro - continueranno ad essere pubblicate Chiesa cattolica". Le risposte alle domande dei nostri lettori ogni qual volta giungeranno in redazione, ma non più in - che sotto la testata "Il teologo risponde" hanno offerto in ultima pagina. cia: se Dio ha voluto delle creature Qual è il disegno di Dio per l’uomo? libere e fallibili, è anche perché Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di ha previsto che la sua infinita pura bontà ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe misericordia avrebbe finalmente della sua vita beata. Nella pienezza dei tempi, Dio Padre ha man- vinto ogni male ed ogni peccato, dato suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti nel e l’intero universo, dopo questa peccato, convocandoli nella sua Chiesa e rendendoli figli adottivi prima fase di storia così complessa per opera dello Spirito Santo ed eredi della sua eterna beatitudine. e contraddittoria, si sarebbe total- (n. 1 Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica) mente dischiuso (non senza dolo- rose purificazioni) a quella pienez- za di amore di gioia, di pace per la Come ci ricorda la lettera agli dell’uomo, che determina per tutti quale è voluto da Dio da e per tutta Efesini, l’uomo sarebbe rimasto uno squilibrio e una inclinazione al l’eternità. avvolto nel mistero del perché male. Questa è la lotta cosmica che Sandro Vitalini ultimo della sua esistenza senza la interessa il cuore del singolo come rivelazione di Gesù. Con la venuta tutta la comunità umana. del Verbo creatore, del Figlio di Il popolo di Israele prima e la Dio che si fa uomo, ci viene rivela- Chiesa poi sono deputati ad incar- to il disegno di Dio: riunire tutti gli nare la santità del nome di Dio uomini in una sola famiglia, nello per rendere più facile l’accesso di spirito dell’amore, perché vivano tutti al banchetto eterno. Ma come per sempre a gloria del Padre. Dio ricorda il Vaticano II, i fermenti Responsabile: Luigi Maffezzoli ci ha creati per associarci alla sua positivi di bene sono presenti in Redazione: vita, rappresentata simbolicamen- ogni persona e anche le varie reli- Davide De Lorenzi Michele Macchi te dal banchetto celeste. gioni contengono dei germi salvifi- Chantal Montandon Si deve sottolineare come questo ci. La missione della Chiesa è per- Carmen Pronini disegno abbia una portata uni- tanto quella di portare l’annuncio Redazione-Amministrazione versale. Da quando gli ominidi di Cristo a tutti i popoli, ma anche via Lucino 79, c.p. 153 passano allo stadio umano (forse 4 di percepire ed evidenziare tutti 6932 Breganzona milioni di anni fa), l’opera di divi- quei segni divini già presenti nelle Telefono 091 950 84 64 Fax 091 968 28 32 nizzazione li tocca nel profondo. varie religioni e culture. Quattro e-mail: Ogni uomo è Adamo, il terroso, ed secoli fa il grande Matteo Ricci spighe@azionecattolica.ch Eva, la vivente, e come tali vivono riuscì ad associare messaggio cri- CCP 69-1067-2 nel giardino della comunione con stiano e tradizione religiosa cinese. Abbonamento annuo fr. 25.– Dio. Il Verbo illumina ogni uomo Se solo lo si fosse lasciato fare, Sostenitori fr. 30.– dalla sua concezione. La solida- forse oggi il continente asiatico TBS, La Buona Stampa sa rietà di tutti nel Verbo, luce del sarebbe cristiano. Via Fola 11, 6963 Pregassona mondo, viene ferita dal peccato Abbiamo certo un’immensa fidu- 16 Spighe Marzo-Aprile 2007
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