Primo maggio tutti a Stabio

Pagina creata da Margherita Romano
 
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Anno LXXXVI
     N. 3-4
Marzo-Aprile 2007

      G.A.B.
 6932 Breganzona                                             in cruce gloriantes

                    MENSILE DELL’AZIONE CATTOLICA TICINESE

                                                              IN QUESTO
                                                              NUMERO:

                                                              2   La parola
                                                                  dell’assistente

                                                              3    Sposarsi è bello
                                                                   ma non si vede

                   Primo maggio                               6

                                                              8
                                                                  Vacanzina
                                                                  giovani

                                                                  Carnevale

                   tutti a Stabio                                 alla Montanina

                                                              10 Il vescovo
                                                                 sulla famiglia
Parola dell’assistente

                    «La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta»

     Giochi di parole e doppi sensi
                  È una delle frasi più    acqua, aria e terra: è il soffio divino,    interiorità, nella sua spiritualità, pur
                  belle di tutta la Bib-   è l’immagine di Dio, è l’impronta           notandone sui piani fisico, interiore
                  bia che riguardano il    divina.                                     e spirituale anche tutta la differenza
                  rapporto fra l’uomo      Proprio per questo, per questa sua          e la complementarietà.
                  e la donna. Siamo        unicità interiore e spirituale, quando      Egli esclama: “La si chiamerà donna,
                  nel racconto della       Adamo guarda gli esseri viventi,            perché dall’uomo è stata tolta”.
                  Creazione, dopo che      quelli di mare, quelli di terra, quelli     Gioco di parole intraducibile in
                  Dio ha portato al        del cielo, non riesce a riconoscervisi:     italiano, basato sul termine ebraico
                  primo uomo tutti gli     in effetti, “non gli riusciva di trovare    che esprime l’essere umano maschile
animali e le altre creature “per vedere    un aiuto che gli fosse simile” (Gen         (ish) e la sua variante femminile che
come l’uomo li avrebbe chiamati”           2,20). Riusciva, sì, a trovare aiuto,       grammaticalmente e lessicalmente
(Gen 2,19).                                sostentamento, compagnia negli              esprime l’essere umano donna
Il primo uomo porta il nome di             animali, nelle piante, nei pesci, ma        (ishshah): “La si chiamerà ishshah,
“Adamo”, che è – come di consueto          non gli riusciva di trovare un aiuto        perché dall’ish è stata tolta”. O se
per i nomi di origine ebraica – tutto      che “gli fosse simile”, ossia che fosse     volete (perdonate le forzature lin-
un programma e che dice qualcosa           in tutto simile a lui, Adamo, vale          guistiche): la si chiamerà “uoma”,
della persona che lo porta. “Adam”         a dire tratto dalla terra e portatore       perché creata a partire dal progetto
significa in ebraico “tratto dalla         dello stesso spirito di vita divina.        “uomo”. Oppure, se ancora volete, la
terra”: con questo il testo sacro ci       Quando Dio, finalmente, condurrà ad         si chiamerà “donna”, perché creata
vuole dire qualcosa di estremamente        Adamo la donna, l’uomo (maschio)            come altra variante del progetto
importante, e cioè che l’essere u-         riconoscerà in lei un essere diverso        “donno”.
mano è, sì, composto di materia            e complementare, certamente, ma             Un unico progetto umano con due
(ossia è “tratto dalla terra”), ma ha      anche un essere che gli sarebbe stato       varianti, maschio e femmina: varianti
come caratteristica quello di essere       simile, in quanto essere vivente            che sono diverse pur non trattandosi
“vivente”, ossia di aver ricevuto e di     divinizzato. Di qui l’esclamazione          di due esseri completamente diversi;
portare in sé un “respiro di vita”, un     gioiosa: “La si chiamerà donna,             due varianti che sono simili, pur
respiro che è di origine divina. Ed        perché dall’uomo è stata tolta”.            non essendo del tutto identiche. Un
è un soffio che non si può trovare         Adamo in Eva si riconosce come in           unico progetto di complementarietà,
in nessun altro essere vivente, né         uno specchio: contempla se stesso nei       di unione nella differenza.
nelle piante, né negli animali di          suoi occhi, nella sua fisicità, nella sua                    Don Massimo Gaia

                                                 Il libro del mese
                         La speranza cristiana trasfigura l'attesa e promette un Regno alla comunità dei testi-
                         moni. Ci sono molti modi di incontrarsi sulla via della speranza. Il libro ne suggerisce
                         alcuni, sulla base di tre approcci, dentro i quali affiorano tracce di un futuro diverso:
                         l'analisi culturale, l'impegno pastorale, il racconto di esperienze di vita quotidiana.
                         Sperare è riconoscere che il cielo e la terra si toccano; e il cielo è credibile quando
                         illumina, promuove e riscatta la terra, non quando la demonizza, la dimentica o l'ab-
                         bandona a se stessa.
                         Luigi Alici è un amico. Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, insegna filosofia
                         morale all’Università di Macerata, nelle Marche.
   In questo libro – non di facile lettura per tutti, ma bellissimo! – si riflette anche del compito dell’Azione
   Cattolica (e quindi anche nostro) nel cantiere della speranza.
   Luigi Alici, La via della speranza – Tracce di futuro possibile, Editrice AVE, Roma, 2006, pag. 256, 11 €.

  Spighe Marzo-Aprile 2007
Dal presidente

            Battaglie contro le unioni di fatto o per difendere il matrimonio?

 Sposarsi è bello, ma non si vede
In Italia, l’ultima battaglia in corso     quella che difende il bambino non          da cerimonia di fronte al segretario
è quella sul riconoscimento delle          nato…) potremmo ritrovarci un              comunale.
coppie di fatto. Le coppie di fatto        giorno a dover votare una legge che        Il cardinale Carlo Maria Martini
sono unioni civili composte da per-        prevede l’istituzione di unioni civili     – forse proprio riferendosi all’atteg-
sone, non necessariamente di sesso         tra me e il mio cane o il mio gattino,     giamento durissimo che la Chiesa
diverso, che tra loro convivono e          per i quali provo così tanto affetto.      cattolica italiana ha avuto di fronte
al quale lo Stato laico e libertario                                                  a questa proposta di legge – ha
intende generosamente offrire un           Ma torniamo in Italia e ai “Dico”.         recentemente invitato la Chiesa
riconoscimento giuridico, seppure –        La proposta di legge probabilmente         stessa ad «ascoltare la gente»: «È
nella maggioranza dei casi – neppure       non passerà, perché si tratta di un        un grande compito che dobbiamo
richiesto dai diretti interessati.         compromesso tra la cultura cattoli-        portare avanti, per il quale io prego
Questa battaglia da noi è già stata in     ca che vuole garantire l’unicità del       nella mia intercessione quotidiana:
parte noiosamente combattuta (nel          matrimonio e quella libertaria che         che ci sia dato, anche come Chiesa
senso che non ha risvegliato molto         intende chiamare matrimonio tutto,         italiana, di dire quello che la gente
gli animi). E tanti neppure se ne          ma proprio tutto.                          capisce: non un comando dall’alto
sono accorti. Naturalmente è stata         Personalmente capisco bene che             che bisogna accettare perché è lì,
una battaglia persa da parte di coloro     l’introduzione dei “Dico” è  come il       viene ordinato, ma come qualcosa
che ancora credono nell’istituzio-         piede del venditore di spazzole che si     che ha una ragione, un senso, che
ne plurimillenaria del matrimonio          insinua in casa del potenziale cliente     dice qualcosa a qualcuno... ».
fondato su un uomo e una donna. E          tenendo aperta una porta che vor-          Il biblista Martini commenta la let-
così, da quest’anno anche in Svizzera      rebbe essere sbattuta in faccia all’in-    tera di San Paolo a Tito, l’invito
abbiamo una Legge federale sull’unio-      truso. E che l’obiettivo di una parte      a «vivere con sobrietà, giustizia e
ne domestica registrata che riguarda       di coloro che la vogliono è proprio        pietà», e sillaba: «Sono parole lai-
esclusivamente le coppie omosessuali.      quella di fare il primo piccolo passo      che, questo mi colpisce». Ecco il
In Italia, le unioni civili sono state     per giungere poi un giorno al matri-       punto, spiega più tardi: «Bisogna farsi
denominate “Dico”, sintetico acroni-       monio di tutto ciò che si muove.           comprendere ascoltando anzitutto la
mo di “Diritti e doveri delle persone      Però non me la sentirei di innalzare       gente, le loro necessità, problemi,
stabilmente conviventi”, mentre in         barricate per combatterla a spada          sofferenze, lasciando che rimbalzino
Francia le hanno chiamate “Pacs”,          tratta o scatenare guerre ideologiche      nel cuore e poi risuonino in ciò che
da “Patti civili di solidarietà”. La       per affossarla. Credo piuttosto che se     diciamo, così che le nostre parole non
sostanza non cambia molto e, al di là      ci fosse una legge così in Svizzera e in   cadano come dall’alto, da una teoria,
della forma, indica un cambiamento         Ticino, ci sarebbe da leccarsi i baffi.    ma siano prese da quello che la gente
culturale di notevole portata.             Due i motivi fondamentali: da una          sente e vive, la verità dell’esperien-
Una volta esistevano infatti un            parte il fatto che con quel generico       za, e portino la luce del Vangelo».
uomo e una donna che – per amore,          “vincoli affettivi” possono registrare     Niente discorsi «strani o incompren-
e con lo scopo di procreare dando          la loro unione anche due persone           sibili», ma «parole che tutti possono
nuova linfa alla società – si univa-       che si ritrovano a vivere insieme per      intendere: anche chi non pratica una
no in matrimonio. Oggi il secondo          motivi di solidarietà e mutuo ser-         religione o chi ne ha un’altra, perché
motivo (procreare) non è più con-          vizio. Quindi non necessariamente          sono il primo passo».
siderato fondamentale, così come           insieme perché vogliono dividere           Forse il cardinale Martini ha ragio-
l’essere uomo e donna è diventato          pure il letto oltre al tetto e al ban-     ne. Se il Vangelo ha ragione (e ha
superfluo.                                 chetto.                                    ragione!) non c’è bisogno di impor-
Prevale un solo diritto: l’amore.          Il secondo motivo è la modalità di         lo: basta proporlo.
Anche se, piano piano (e nella pro-        registrazione: per effettuarla di fron-    Se battaglie dobbiamo fare, facciamo-
posta di legge italiana è esplicitato),    te allo stato civile è sufficiente una     le in positivo. Rendiamo la famiglia
all’amore si preferisce il più generico    comunicazione scritta da parte di          fondata sul matrimonio affascinante,
termine “affetto”. Quindi due perso-       ciascuno dei due componenti. Cioè          attraente, credibile. Chiediamo ai
ne, anche dello stesso sesso, se legate    ciascuno manda per conto suo una           governanti politiche familiari che
da “vincoli affettivi” possono unirsi      raccomandata e la cosa è fatta.            facciano comprendere ai giovani che
in una cosiddetta unione civile.           In questo modo ci risparmiamo quel-        sposarsi è un vantaggio. E testimo-
Non è escluso che il futuro ci riservi     le penose e tristissime cerimonie che      niamo che sposarsi davanti a Cristo
altre sorprese: visto il proliferare del   scimmiottano il matrimonio, con            è pure bello! Facciamolo vedere per-
potere di lobby animaliste (vedi la        due persone vestite della festa che si     ché non sempre chi ci guarda se ne
legge sulla protezione degli animali       fanno immortalare mentre si bacia-         accorge!
in Svizzera, che è più garantista di       no dopo quattro minuti di squalli-                              Luigi Maffezzoli

                                                                                      Marzo-Aprile 2007 Spighe 
Vita della Chiesa

      La Chiesa in dialogo con la società: perché condannare chi ci circonda?

   Pietre. Da lasciar cadere a terra
La primavera anticipata nella vici-
na Penisola è stata surriscaldata
dai dibattiti e dalle polemiche sui
cosiddetti “DICO”. Non entrando
nel merito della complessa proble-
matica (per la quale la CEI in una
recente nota ha espresso chiare e
precise opinioni), desidero soffer-
marmi piuttosto su un punto non
secondario di questa e di altre que-
stioni: come sa parlare oggi la Chiesa
alla società? Come si pone di fronte
a chi vive lontano dal Vangelo, dai
comandamenti, dall’insegnamento del
magistero?
Il dibattito è piuttosto caldo. A          il termine di “clericalismo” per defi-   parole. In questo modo le nostre
inizio marzo sul Corriere del Ticino       nire l’attitudine certi ambienti che     parole non sembreranno cadute dal-
sono apparsi due articoli molto            non “tollerano il dissenso, nemmeno      l’alto, o da una teoria, ma saranno
duri del famoso scrittore (ormai           su problemi e questioni discusse e       prese per quel quello che la gente vive.
ticinese) don Alessandro Pronzato,         discutibili”: un clericalismo che pre-   E porteranno la luce del Vangelo,
nei quali l’autore denunciava l’at-        ferisce lo “scontro frontale” con gli    che non porta parole strane, incom-
teggiamento di certi ambienti della        avversari, che influenza la politica     prensibili, ma parla in modo che
gerarchia ecclesiale, troppo sicuri        e ama mostrarsi potente e trion-         tutti possono intendere”. (da  www.
di “detenere l’esclusiva del divino e di   fante.                                   giovaniemissione.it)
amministrarlo come proprio possesso        Qualche giorno dopo gli ha fatto         È poi arrivata l’esortazione apo-
monopolistico”.   Don Pronzato usa         eco da Gerusalemme il cardina-           stolica Sacramentum caritiatis di
                                           le Carlo Maria Martini, che ha           Benedetto XVI, che al pubblico è
                                           auspicato una Chiesa che prima           stata presentata dai media essen-
                                           di giudicare sia sempre aperta al        zialmente non tanto come un testo
                                           dialogo con tutti e su ogni que-         sull’Eucaristia, ma soprattutto
                                           stione: “Credo che la chiesa italiana    come un compendio di disposizio-
                                           debba dire cose che la gente capi-       ni, tra il rigore nelle celebrazioni
                                           sce, non tanto come un comando           liturgiche, i ruoli chiari e distinti
                                           ricevuto dall’alto, al quale bisogna     dei presbiteri e dei laici, la promo-
                                           obbedire perché si è comandati. Ma       zione del latino, ecc…
                                           cose che si capiscono perché hanno       Se è in corso questo dibattito (e altri
                                           una ragione, un senso. Prego molto       ancora) nelle alte sfere della gerar-
                                           per questo. [...]”Credo che la chiesa    chia, cosa succede tra le nostre fila
                                           debba farsi comprendere, innanzi-        (i cattolici “militanti”) e in quelle
                                           tutto ascoltando la gente, le sue sof-   dei cattolici non praticanti? Ciò
                                           ferenze, le sue necessità, i problemi,   che colpisce è che ormai in chiesa
                                           lasciando che le parole rimbalzino nel   ci va una minima parte dei bat-
                                           cuore, lasciando che queste sofferenze   tezzati: le prediche dei nostri bravi
                                           della gente risuonino nelle nostre       preti riecheggiano nelle loro orec-

  Spighe Marzo-Aprile 2007
Vita dell’associazione

chie solo per Natale e Pasqua o per
qualche funerale – quando va bene.
A volte capita che i volonterosi
che vanno regolarmente a messa si
sentono spesso raccontare una sfilza
di mali, peccati e quant’altro della
nostra società. Ciò che è allarmante
è che come Chiesa facciamo fatica
a parlare agli uomini e alle donne
di buona volontà, ma che quando
si parla, lo si fa principalmente per
giudicare, per “misurare”, per “bron-
tolare”, dimenticandosi di dire che
il cristianesimo non è una dottri-
na da seguire ma è l’incontro con
l’amore e la misericordia di Dio.
Certe volte come cristiani ci atteg-
giamo da gente che la sa lunga, che
è perfetta. Ma alla prova dei fatti     Settimana Santa abbiamo trovato        fila ma non ha capito un tubo
in cosa consiste il nostro cristia-     sul nostro cammino due splen-          dell’amore del Padre? O come i
nesimo? Nell’andare a messa? Nel        didi momenti in cui la Parola di       giudici dell’adultera, che vogliono
sentirci con la coscienza a posto?      Dio ha lanciato un segnale forte:      la giustizia sulla pelle degli altri?
Nell’indicare agli altri quello che     con i Vangeli del “figliol prodigo     La nostra gente “lontana”, quella
dovrebbero fare?                        e del padre misericordioso” e della    che incontriamo sul lavoro, quella
Nelle domeniche precedenti la           “donna adultera” abbiamo sentito       che cerca una strada, è ogni giorno
                                                       come agisce Dio: è      in cima alle preoccupazioni di Dio.
                                                       Uno che ti lascia       È gente che ha nostalgia di una
                                                       partire se vuoi         casa che non ha mai conosciuto,
                                                       ma è il primo ad        è gente magari ferita dalla vita,
                                                       abbracciarti quan-      gente che ha sbagliato e paga già
                                                       do ritorni; è Uno       sin d’ora: hanno bisogno anche
                                                       che aspetta, che ha     della nostra condanna?
                                                       pazienza, Uno che       Come cattolici dobbiamo abban-
                                                       ama indistintamen-      donare la presunzione di essere
                                                       te, Uno che per-        i “buoni” e gli altri i ”cattivi”:
                                                       dona e non giudi-       Gesù ha perdonato i peccatori che
                                                       ca, Uno che scrive      incontrava, come ha perdonato gli
                                                       parole di perdono       apostoli (i suoi amici!) dopo che
                                                       e misericordia nei      se la sono svignata all’orto degli
                                                       cuori delle perso-      Ulivi… perché noi dovremmo
                                                       ne, Uno che scrive      condannare (a volte con grande
                                                       sulla sabbia mentre     cattiveria) chi ci circonda?
                                                       gli altri con le dure   È tempo di lasciare cadere a terra
                                                       pietre      vogliono    le nostre pietre e di prendere in
                                                       scrivere parole di      mano i nostri cuori. Ancorati alla
                                                       sangue.                 verità, fermi nella fede, ma sovrab-
                                                       E noi? Non è che a      bondanti di accoglienza, compren-
                                                       volte siamo i “bron-    sione, carità: Dio è venuto per
                                                       toloni”, come il fra-   tutti, per salvare tutti, è la “buona
                                                       tello maggiore che      notizia” di Gesù Cristo.
                                                       è sempre in prima                        Davide De Lorenzi

                                                                               Marzo-Aprile 2007 Spighe 
Così si sono espressi alcuni dei nostri eroi...

Vacanzina… per stare nel suo amore
Durante le scorse vacanze di Car-
nevale, un gruppo di giovani di Azione
Cattolica ha trascorso insieme alcuni
giorni in valle Leventina. Ecco il reso-
conto fatto per noi dall’assistente don
Rolando Leo.

Certamente la breve esperienza,
“tra morti, feriti ed ammalati”, è
stata intima ed all’insegna dello
stare insieme in libertà e sponta-
neità, ognuno portando se stesso
come ha potuto: stanco, preoccu-
pato per gli esami, reduce dall’in-
fluenza, in fase di covo influenzale
e potremmo continuare.
Ma è così che deve essere: siamo
noi stessi, senza illusione di dipin-
gere sempre di rosa la realtà, ma
affrontandola insieme, soprattutto
condividendo la medesima stella,
la medesima luce, la Luce.                 • Sono una persona semplice, che           re e prova ad aiutare tutti…ma
Bello, tonificante, stimolante è             cerca di amare le persone…do             non riesce ad aiutare se stes-
stato per me, uomo, prete, assi-             un senso a ciò che faccio facen-         sa; non sempre riesco a capi-
stente “principiante” dei giovani            dolo con amore, gioia, fede e            re perché esisto…forse per gli
di Azione Cattolica, vedere questi           coraggio. Se la mia vita sarà            altri. Vorrei dare senso alla mia
ragazzi pregare, cantare, adorare,           piena di ostacoli, sarà comun-           vita amando Gesù nel prossimo
volersi bene!                                que bella perché circondata da           e offrendo i nostri dolori e le
Lo stimolo è stato dato da un film           tanta gente.                             nostre angosce a Lui.
che parla di crescita, di dramma           • Esisto perché qualcuno mi ha
familiare per un adolescente, di             creato ed ha un progetto per           Grazie carissimi Amedeo, Donata,
scoperta della fede, dell’amore di           me; cerco di dare senso a ciò che      Sabrina, Rachel, Arianna, Anna,
Dio, della propria vocazione.                faccio facendolo bene minuto           Barbara, Andrea, Alessandro,
Abbiamo riflettuto sulle domande             per minuto.                            Luca, Davide, Carlo ed Elena!
chi sono?, perché esisto?, come dare       • Cerco di rendere il mondo              Continuiamo questa avventura
un senso a ciò che faccio?, quale sarà       migliore rispetto a come l’ho          insieme, sostenendoci a vicenda,
il mio futuro?, il mio rapporto con          trovato; offro ciò che faccio a        insieme agli amici che non sono
Dio. Alcuni dei nostri eroi così si          chi ne ha bisogno. In futuro           potuti venire e che inviteremo
sono espressi:                               cercherò di fare il bene agli altri,   anche la prossima volta…dato che
                                             di imparare dagli altri e di amare     qualcuno ha già chiesto di andare
• Non finisci mai di stupirmi, Dio;          veramente…e quando morirò              ancora a slittare e di proporre altri
  non vedo futuro, singhiozzo al             spero di essere felice di aver vis-    momenti del genere.
  passato. Ma dove tu vuoi, io               suto così.                             Sarà fatto…ogni promessa è debito!
  vado e vivo per te, ci provo…            • Sono una ragazza che sa ascolta-                              don Rolando

  Spighe Marzo-Aprile 2007
Marzo-Aprile 2007 Spighe 
Azione Cattolica Famiglie

    Vacanze di carnevale alla Montanina: un’esperienza sempre entusiasmante

       Neve, clown e divertimento!
Neve, sole, compagnia, riposo.
Queste sono le parole chiave che
hanno caratterizzato la nostra set-
timana di vacanza dal 18 al 26
febbraio in val di Blenio in quel di
Camperio, dove è situata la casa la
Montanina.
In questo luogo da qualche anno vi
è l’opportunità di stare insieme ad
altre persone in buona compagnia
alcuni giorni, anche grazie ad un
prezzo accessibile alle famiglie.
Eravamo circa 40 adulti e 30 bam-
bini, riempiendo così tutte le stan-
ze disponibili. Domenica mattina
abbiamo caricato l’auto con ogni
genere di cosa che ci sarebbe ser-
vita: sci, scarponi, bob, passeggino,
pattini,…e in fretta,  senza perdere
tempo, siamo saliti in auto pronti
a vivere una nuova avventura in
compagnia di Gesù.
Alla Montanina ci attendevano
le signore che ogni anno met-
tono volentieri a disposizione il
loro tempo libero per garantirci un
buon soggiorno.
Il sole l’ha fatta da padrone quasi
tutti i giorni; un po’ meno lo è stata
la neve in quanto poca a causa del
caldo. Siamo comunque riusciti a
fare delle simpatiche discese, inter-
calate da altre attività disponibili
come: pattinaggio, piscina, …
La terza parola chiave: compagnia;
quella che per prima ha reso la
nostra settimana unica e bellissi-
ma. Diverse sono state le famiglie
di Azione Cattolica che hanno
condiviso queste giornate insieme
a noi, è stata un’occasione preziosa
di dialogo, scambi di opinioni sui
figli e sulla società,…ciò che quan-
do ci si vede per periodi più corti

  Spighe Marzo-Aprile 2007
Vita della

(ritiri) si fa davvero fatica a fare.
Inoltre hanno partecipato per la
prima volta mamme con i loro
figli che hanno visto l’annuncio
sul giornale, persone che abbiamo
avuto occasione di conoscere ed
apprezzare.

Che risate di giorno
sulla neve!
E poi la sera si organizzavano
momenti di svago: sono arrivati
clown e artisti dal Malcantone e
dal Luganese che ci hanno deli-
ziato con la loro bravura, abbiamo
giocato a tombola e il ricavato
l’abbiamo devoluto a un’associa-
zione che sostiene madri e bambini
in difficoltà.
I bambini hanno imparato a cono-
scersi, a giocare insieme, hanno
ascoltato delle storie, grazie anche
al grande salone accogliente della
casa.
Quarta parola: riposo. Alcune volte
grazie a questi momenti di gruppo i
genitori un po’ stanchi ne approfit-
tavano per farsi un sonnellino.
Prima di ogni pasto si cantava una
preghiera e un sacerdote è venuto
a celebrare per noi la santa Messa.
Che dire; davvero una bella vacan-
za all’insegna dell’amicizia!
Certo non sono mancati i momen-
ti di fatica che subentrano anche
nelle migliori famiglie: non sono
mancati neppure gli ammalati…
ma tutto si è risolto.
Signore ti ringrazio per la preziosa
settimana vissuta con la mia fami-
glia, per gli amici ritrovati come
per quelli appena conosciuti.
Un grazie speciale alla cuoca, alle
signore e a tutti coloro che hanno
reso possibile questa vacanza.
Grazie di cuore a tutti coloro che
ci sono stati, che hanno parteci-
pato con gioia e se Dio vorrà…
all’anno prossimo!
Pace e Bene.
                     Simona Milani

Marzo-Aprile 2007 Spighe 
Vita dell’associazione

                     Il vescovo all’Azione Cattolica riunita a Giubiasco

      Famiglia: la Trinità incarnata
Pubblichiamo il testo integrale del
bellissimo intervento che il vescovo
Pier Giacomo ha proposto all’Azione
Cattolica riunitasi unitariamente a
Giubiasco il 12 febbraio scorso. In
questo numero proponiamo la prima
parte della relazione, dedicata alla
coppia. Nel prossimo numero di mag-
gio pubblicheremo la seconda parte
dedicata all’educazione dei figli.

    Secondo la visione cristiana:
“Dio creò l’uomo, maschio e fem-
mina li creò, a sua immagine e
somiglianza”.
L’uomo ha questa caratteristica
rispetto a tutti gli altri esseri: è
stato voluto ad immagine e somi-
glianza di Dio. E’ l’unica creatura
esistente che può vantare questo
riferimento costitutivo.               vivono tre vite, ma un’unica vita,        se stessa e non è per nulla confusa
Se vogliamo capire il nostro essere,   per cui sono un Dio solo, anche se        con le altre.
il nostro essere insieme dobbiamo      ognuna delle persone vive la vita         Il nostro Dio non è un Dio uno
guardare al Dio dal quale siamo        divina in modo diverso.                   indistinto, motore immobile, primo
venuti e che ci ha creati   a sua      Il Padre vive la vita divina come colui   principio, sommo bene.
immagine e somiglianza.                che la dona, è l’eterno Amante; il        È questo Dio uno e trino. Anche
“E Dio creò l’uomo, maschio   e        Figlio vive la vita divina come colui     nella vita familiare dobbiamo
femmina li creò a sua immagine e       che la riceve, è l’eterno Amato; lo       accettare questo principio della
somiglianza”.                          Spirito Santo vive la vita divina         distinzione.
L’uomo che non risale a questa         come colui che la riceve dal Padre e      Distinzione significa che ogni
origine non trova la sua vera iden-    dal Figlio, è l’eterno Amore.             membro della famiglia deve diven-
tità, non pone il fondamento ulti-     La famiglia in prospettiva cristiana      tare se stesso, anzi il meglio di se
mo, valido, vero, autentico del suo    è l’immagine più viva ed espressiva       stesso:
essere.                                della Trinità. Nella famiglia è la        • bisogna vivere la diversità, non
Se vogliamo comprenderci dobbia-       Trinità stessa che si riproduce.             come competitività, ma come
mo guardare al nostro Dio, che è          Allora la prima caratteristica            complementarietà;
un Dio trinità, un Dio comunione,      deve essere questa: accettarsi nella      • bisogna aiutare l’altro   a matu-
un Dio amicizia di più persone; un     diversità che rende complementari.           rare, perché soltanto maturando
Dio famiglia.                          Le tre persone divine sono distinte:         l’altro diventa se stesso;
Il nostro Dio sono tre persone: il     il Padre non è il Figlio, il Figlio       • non si deve costringere l’altro ad
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo,   non è il Padre, lo Spirito Santo             essere secondo le nostre aspet-
che si amano così da vivere un’uni-    non è né il Padre, né il Figlio.             tative, ma bisogna rispettarlo
ca vita.                               Nel Dio trinitario c’è il massimo di         nella sua identità, accettarlo e
Il Padre, il Figlio e lo Spirito non   distinzione; ogni persona divina è           amarlo così com’è, pur aiutan-

 10 Spighe Marzo-Aprile 2007
dolo a camminare perché diven-
     ti sempre migliore.
Quante famiglie si sfaldano perché
le persone non si accettano; si
vorrebbe continuamente adattare
gli altri alle proprie aspettative o
pretese.
L’entità di ciascuno non devono
essere i propri difetti.
I difetti, cioè ciò che manca, non
possono costituire la mia iden-
tità. D’altra pare non dobbiamo
pretendere di correggere i difetti
degli altri; ciascuno deve impe-         ca, confidenza reciproca, donazio-        dedicarlo al Signore, per fare spazio
gnarsi  correggere seriamente i pro-     ne reciproca, accoglienza recipro-        all’ascolto, per entrare in relazione
pri, perché ognuno può gestire la        ca, aiuto reciproco.                      con il Vangelo, con l’annuncio
propria libertà, ma non può e non        Per fare questo occorre uscire da         che ci viene fatto della presenza
deve gestire la libertà dell’altro. È    se stessi, dal proprio egoismo, dal       del Signore che è una presenza di
possibile soltanto aiutare l’altro a     proprio io e sapersi donare agli          cambiamento, di novità di fronte
gestire meglio la propria libertà.       altri; anche quando non si è capiti,      alle idee dissolutrici del mondo. La
Questo vale nei rapporti tra i           anche quando costa fatica. Per rea-       mentalità corrente, quando non è
coniugi, ma anche nei rapporti dei       lizzare questo dono, questa parteci-      in consonanza col Vangelo, deve
genitori verso i figli; capire come      pazione  occorre dialogo, compren-        essere rifiutata; per fare questo
intervenire perché ciascuno vinca,       sione, aiuto, sostegno reciproco.         occorre mettersi all’ascolto del-
superi i propri difetti e favorisca lo   Perché possiamo arrivare a costruire      l’unico maestro di vita, di colui che
stare assieme, la comunione.             questa civiltà dell’amore, connota-       è verità e vita.
     Le tre persone divine, pur essen-   ta dalla gioia, occorre che la fami-      Ecco perché c’è bisogno che la
do distintissime, vivono in un’infi-     glia si renda consapevole di essere       famiglia preghi, cioè risponda al
nita ed eterna comunione, in una         la comunità di coloro che vivono          dialogo.
infinita ed eterna amicizia.             l’alleanza col Signore, e quindi i        “Pregare è pensare al senso della
La stessa cosa deve realizzarsi tra      suoi membri debbono avvertire la          vita”, dice un filosofo tede-
i membri di una famiglia; deve           presenza di Dio, quel Dio che si è        sco contemporaneo, Ludwig
nascere un rapporto tra le perso-        fatto parola umana, che si è fatto        Wittgenstein.
ne che tendano all’accettazione          carne, che si è fatto storia ed è         E un altro filosofo contemporaneo,
nella diversità, per cui è necessario    venuto ad abitare in mezzo a noi.         Kirkegaard, nel suo diario annota:
rispetto reciproco, fiducia recipro-     Ecco perché la famiglia ha bisogno        “Giustamente gli antichi dicevano
                                         della religione per esplicare con         che pregare è respirare. Qui si vede
                                         pienezza la sua identità.                 quanto sia sciocco voler parlare
                                         La Bibbia ci parla di tantissime pre-     di un perché. Perché io respiro?
                                         senze di Dio nella nostra vita: Dio       Perché altrimenti morrei! Così con
                                         è presente nella creazione, nella         la preghiera”.
                                         storia, nella coscienza, nella parola,    E un filosofo mistico ebreo, J. A.
                                         nei segni, nell’altro. Occorre avere      Heschel, scrive che: “Pregare è
                                         tempo per rendersi conto di questa        la grande ricompensa dell’essere
                                         presenza di Dio. Abbiamo bisogno          uomini”.
                                         di momenti di pausa, di riposo, di        La famiglia ha bisogno di pregare
                                         tempo da dedicare al Signore; la          se vuole trovare se stessa, se vuole
                                         festa è indispensabile se la famiglia     realizzare sempre più il suo essere
                                         non vuole distruggersi nella frene-       vero.
                                         sia, nel ritmo, nell’esteriorità.                   + Pier Giacomo Grampa
                                         Abbiamo bisogno di tempo per                                     (1 – continua)

                                                                                  Marzo-Aprile 2007 Spighe 11
Vita della diocesi

                             In ricordo di Monsignor Valerio Crivelli

«Il teologo più grande? Mia madre!»
Il dono di una spiritualità profonda
legata al tempo liturgico forte della
Quaresima: ecco il dono che ogni
anno ci ha regalato il nostro don
Valerio Crivelli. Grazie alla sua
sensibilità di vero maestro della
liturgia e all’attenzione ai poveri
e agli emarginati, inseriva brani
biblici in ogni campagna del sacri-
ficio quaresimale riflettendo sulle
tematiche più attuali. Si poteva
ascoltarlo per ore, certo si può dire
che era un vero artista nel comuni-
care i contrasti e i parallelismi tra
il Nuovo e il Vecchio Testamento
e il tempo di oggi. Don Valerio è
stato per me un po’ padre e un po’
maestro, grazie a lui sono entrata
nella grande ricchezza liturgica e
spirituale della Diocesi di Lugano
Due anni fa (proprio per la Giornata
della donna) ebbi una conversazio-
ne telefonica con don Valerio e
facendomi gli auguri mi disse: “Il
teologo più grande che mi ha insegna-
to a essere cristiano è stato…MIA
MAMMA…Voi donne avete delle

                                        doti così speciali cui noi uomini – nem-    mi hanno portato ad accettare la
                                        meno noi sacerdoti – raggiungiamo. Il       proposta: quest’anno per la terza
                                        Signore già dalla culla vi ha dato una      volta porteremo avanti l’iniziativa
                                        spiritualità e un’amore sociale”. Fu        delle rose in favore del Sacrificio qua-
                                        così che mi chiese di impegnarmi            resimale e di Pane per tutti e lo fare-
                                        per l’animazione delle rose durante         mo anche nei prossimi anni, come
                                        il Sacrificio quaresimale: un lavoro        promesso a don Valerio. Porterò
                                        che comporta anche la conoscenza            le rose più belle sulla sua tomba
                                        della situazione della chiesa svizzera      dove riposa con i suoi cari fami-
                                        e della realtà locale. Alla fine mi         gliari defunti, ringraziando il Padre
                                        disse: “E poi a voi donne… se vendete       Eterno che mi ha dato di conoscere
                                        o regalate fiori, in particolare le rose…   e di collaborare per tanti anni con
                                        non si può dire di no!”                     il Sacerdote, Professore e Maestro
                                        Queste parole semplici e profonde           di Vita don Valerio Crivelli.
                                        sono state per me un forte segno e                         Brigitte Suozzi - Ihle

 12 Spighe Marzo-Aprile 2007
Riflessioni

                    La Pasqua ci fa sognare la trasfigurazione e la bellezza

Aprire la porta e riconoscersi fratelli
Gesù risorto è un dan-                                                                         misericordia dell’Uni-
zatore pieno di grazia e                                                                       co, che accompagna i
forza. Acrobata che si                                                                         nostri cammini spesso
muove sicuro, punta i                                                                          tortuosi ed incerti, ma
piedi trafitti sui sepol-                                                                      che vorrebbero andare
cri divelti. Con le mani                                                                       proprio nella direzione
ferite, eppure piene di                                                                        dell’essere trasfigurati
forza, il Salvatore di                                                                         nell’amore, dall’Amore.
tutti gli uomini affer-                                                                        Vanno certo annunciati
ra le braccia inerti di                                                                        anche l’etica e la mora-
Adamo ed Eva e li                                                                              le, inscindibili dal-la
strappa dalle tenebre                                                                          prospettiva della trasfi-
della morte.                                                                                   gurazione: funzionano
Il Crocifisso Risorto                                                                          come i canoni della bel-
irradia la luce del volto                                                                      lezza, ne garantiscono la
e delle vesti sul buio del                                                                     custodia. La sfolgorante
regno dei morti, così                                                                          bellezza del Risorto non
anche il nero infernale                                                                        cancellerà mai le ferite
rimanda ormai riflessi                                                                         ricevute nella passio-
di rosso e di blu.                                                                             ne, né il prezzo morta-
La risurrezione del                                                                            le pagato per rimanere
Crocifisso è un’esplo-                                                                         fedeli alla Verità. Senza
sione di grazia e di                                                                           croce non si arriva alla
forza. Dono della vita nuova che        un augurio che è la memoria di una        risurrezione.
non muore più: il Salvatore chi-        sorpresa: la Vita è più forte della       La Pasqua di Gesù autorizza a
nato ad afferrare i progenitori è       Morte, l’Amore vince ogni morte.          sognare ancora una Chiesa dei
l’immagine viva dell’Amore senza        Il volto pieno di luce del Cristo rac-    volti, dove ognuno si sente accolto
limiti. La morte è un limite ormai      coglie lo stupore per la sconfinata       e interpellato nella sua singolarità,
infranto dal Risorto e, grazie a Dio,   speranza che si apre davanti a noi.       anche in mezzo alla folla. Ogni
non è più un limite nemmeno per         La risurrezione di Gesù consente          volto e ogni storia è importante,
chi crede nell’Unico.                   di respirare a pieni polmoni: c’è un      unica, irrepetibile e non può essere
Neppure il male ed il peccato sono      futuro di luce e di pace per ogni         assorbita in una regola, in una
più insormontabili da quando l’A-       uomo e per tutte le creature.             legge. Tantomeno in un’anagrafe
more si è curvato per raccogliere       Non più solo uomini intorno a             parrocchiale.
chi rimane a terra e sotto terra.       noi, ma sorelle e fratelli. L’Amore       Penso a tutti i volti, ad ogni volto,
Nel buio e nella tenebra è arrivata,    che vince ogni morte – compresa           agli amici, ai volti della mia par-
una volta per tutte e per sempre,       la diffidenza e la paura del proprio      rocchia, all’Azione Cattolica, ai
la luce del Crocifisso Risorto. È       simile – ridona la fiducia intorno        vari movimenti, ai vari incontri.
una luce amica. Risveglia i colori      alla possibilità di rapporti ricon-       Nella luce del Risorto è più facile
della vita.                             ciliati.                                  ogni colloquio ed ogni apparte-
Gioia mia, Cristo è risorto!            La Pasqua di Gesù autorizza a sogna-      nenza; è più facile bussare ad una
A Pasqua, i nostri fratelli cri-        re ancora una Chiesa che annuncia         porta, o aprirla dall’interno, e rico-
stiani d’Oriente si salutano così.      la trasfigurazione e la bellezza che      noscersi come fratelli.
Avvertono il bisogno di scambiarsi      vengono dal Vangelo. E la luminosa                          Giuseppe Pesenti

                                                                                 Marzo-Aprile 2007 Spighe 13
Riflessioni

Dalla sua morte, nel 1030, la luce di Sant’Olav non si è mai spenta (seconda parte)

          Un Santo venuto dal Nord
                                                                                Il ritorno in Norvegia
                                                                                e la battaglia di Stiklestad
                                                                                Nel 1030 Olav salpa per la Norvegia
                                                                                con un esercito di 240 uomini.
                                                                                Raggiunta la Svezia incontra un
                                                                                amico di antica data, il re Onund
                                                                                Jakob, che gli fornisce circa 500
                                                                                soldati ben equipaggiati. Ottenuti
                                                                                questi rinforzi Olav penetra la
                                                                                Norvegia attraverso la foresta del
                                                                                Dalarna, dove un certo numero
                                                                                di familiari e nobili si aggregano
                                                                                al suo esercito così che il Re può
                                                                                contare su un contingente di circa
                                                                                3'500 uomini. A questo punto i
                                                                                signori e i capi clan norvegesi che
                                                                                gli erano ostili si alleano formando
                                                                                un esercito composto da piccoli
                                                                                e grandi coltivatori, da pagani e
                                                                                da mercenari stranieri. L’esercito
                                                                                così formato si trova ad essere
                                                                                numericamente superiore a quello
                                                                                di Olav, e le due fazioni opposte
                                                                                si scontrano il 29 luglio 1030 a
                                                                                Stiklestad, 900 chilometri a nord
Nella prima parte dell’articolo         L’esilio a Novgorod                     di Nidarov (oggi Trondheim). La
apparso sul numero di febbraio si       Una volta usurpato il trono a Olav      battaglia si conclude non solo con
era descritto il   processo di   con-   II, Canuto di Danimarca delega il       la disfatta dell’esercito di Olav ma
versione di Re Olav II di Norvegia      potere al potente jarl (capo locale)    anche con l’uccisione dello stesso
(995-1030) che, da intrepido e          Hakon il Giovane. Olav, nel suo         Re.
valoroso vichingo, si trasformò         forzato esilio, contempla la possibi-
in un appassionato seguace del          lità di ritirarsi completamente dal     I fatti miracolosi successi-
Cristo. Il Re, dando avvio ad una       mondo, abbandonando così tutti          vi alla morte del Re
fase di profonde e radicali riforme     i suoi privilegi terreni. Ma anche      Successivamente alla morte di Re
religiose, legislative e sociali fon-   questa volta, come già in passato,      Olav fatti apparentemente inspie-
date sui principi cristiani, suscitò    sarà uno dei suoi sogni premoni-        gabili iniziano ad occorrere: il viso
il malcontento dei potenti clan         tori a decidere diversamente per        del Re, disteso sul campo di bat-
locali, al punto da dover lasciare il   la sua vita; nel corso di un viaggio    taglia, appare intatto e vivente,
trono. Nel 1028 Olav lascia il suo      il naviro di Haakon affonda e il        mentre la mano ferita dell’uomo
Paese diretto a Novgorod (Russia),      reggente muore. È a questo punto        che aveva inferto il colpo mortale
mentre Canuto, re di Danimarca          che Olav II, confermato nei suoi        ad Olav è  miracolosamente guari-
appoggiato dai capi locali norve-       progetti da un sogno, decide di far     ta dal contatto con una goccia del
gesi, si impossessa con la forza del    ritorno nel suo Paese per riconqui-     sangue del Re. Questo soldato, Tore
trono norvegese.                        stare il trono perduto.                 Hund, colpito da questa guarigione

 14 Spighe Marzo-Aprile 2007
nuovi dazi. Il malcontento nel Paese      La canonizzazione
                                          inizia a crescere e sono in molti a       Il 3 agosto 1031 Olav II è canoniz-
                                          compiangere ora il defunto Re, tanto      zato come apostolo della cristia-
                                          più che i ripetuti fatti miracolosi       nizzazione in Norvegia e martire
                                          convincono il popolo della santità        morto per la sua fede sotto il segno
                                          di Olav II. È in questo quadro di         della croce. Migliaia di pellegri-
                                          malcontento generale che Torgils          ni visiteranno la sua tomba fino
                                          e suo figlio trovano il coraggio di       al 1537, anno in cui la Riforma
                                          incontrare il vescovo Grimkjell, sve-     in Norvegia proibisce il culto dei
                                          landogli il luogo dove si trovano         Santi e i pellegrinaggi. Tuttavia la
                                          le spoglie di Olav II. È venuto per       luce del Santo non si è mai spenta,
miracolosa, partirà alla volta di         Olav II il momento di ricevere una        e a partire dal 1970 i pellegrinaggi
Gerusalemme. Le spoglie di Olav           sepoltura degna non solamente del         alla sua tomba hanno ripreso forza e
sono successivamente ritirate da          suo rango ma anche e soprattutto          vigore sempre più crescenti. Con la
un coltivatore, Torgils Halmasson,        della sua santità.                        sua morte Sant’Olav è riuscito non
e da suo figlio Grim, che avvol-          Un anno dopo la sua morte la bara         solo nel disegno di unificare sotto
gono il corpo in un manto di lino         nella quale giace il corpo di Olav        il vessillo del Cristo il suo Paese,
e lo depongono in una capanna             II viene aperta e il corpo di Olav        ma soprattutto di mostrare che ci
non lontana dalla loro abitazione.        è ritrovato intatto. Le sue guance        sono battaglie più importanti di
Un giorno un cieco che si trova a         sono rosa, i capelli e le unghie sono     quelle umane e vittorie ben più
chiedere rifugio ai due coltivatori,      cresciuti, proprio come se il Re          durature da ricercare. Pochi istanti
entrato in contatto con il corpo di       si fosse solamente addormentato.          prima di lanciarsi nella sua ultima
Olav, riacquista immediatamente           Tagliata una ciocca dei capelli del       e decisiva battaglia, Olav dice ai
la vista. I due coltivatori poi, a        Re, il vescovo Grimkjell la espone        suoi uomini che se perderanno
varie riprese, scorgono una strana        al contatto diretto con il fuoco,         tutto nella battaglia, il Signore li
luce venire dalla capanna in cui è        ma essa non brucia. A quel punto          compenserà con un premio ben più
deposto il corpo del Re. La luce è        la santità di Olav è confermata. Il       prezioso dei beni terreni.
tanto intensa da far temere ai due        suo corpo viene allora trasportato                          Barbara Trentini
che il corpo del Re potrebbe essere       nella Chiesa di Klemens a Nidaros,
scoperto. Torgils e Grim decidono         dove è sepolto sopra l’altare mag-
allora di preparare due bare, una         giore con una dignitosa cerimonia.
destinata al loro Re, un’altra piena      Molti altri segni da quel momento
di sassi e sabbia. Quella contenen-       occorrono, e dal banco di sabbia
te le spoglie di Olav II è sotterrata     dove era stato precedentemente
in un banco di sabbia lungo il            sepellito una fonte d’acqua fresca
fiume Nid. Molti altri miracoli           vede improvvisamente la luce. Le
sono riportati dopo la morte del          sue acque curano molti malati,
Re, e riguardano in particolare il        convertono molti cuori, e la gente
suo potere di guarigione.                 comincia ad accorrere a Nidaros da
                                          varie parti del paese. Malati, ciechi
La Norvegia dopo Olav II                  e zoppi si avvicinano alla tomba
Le vicende politiche e sociali nor-       del Re e ne ripartono guariti.
vegesi sotto il regno di Canuto di        Pieni di scrupoli e rimorsi i
Danimarca sono intanto caratteriz-        Norvegesi decidono di impugnare
zate da un esito diverso da quello        le armi e, dopo solo cinque anni
che era stato auspicato dai nemici di     dalla battaglia di Stiklestad, re Sven
Olav. Dopo la battaglia di Stiklestad     e sua madre Alifa sono costretti ad
Canuto cede il trono di Norvegia e il     abbandonare il Paese per rifugiar-
titolo di re a suo figlio Sven il quale   si in Inghilterra, dove a distanza
dà avvio ad una serie di riforme fisca-   di pochi anni Sven e suo padre
li caratterizzate da nuove imposte e      muoiono.

                                                                                   Marzo-Aprile 2007 Spighe 15
Il teologo e il catechismo

                Con la venuta del Verbo ci viene rivelato il disegno di Dio

Incarnare la santità del suo nome
A partire da questo numero, don Sandro Vitalini ci accompa-      questi anni a Spighe un contributo straordinario e per il quale
gnerà alla scoperta del catechismo, commentando di volta in      difficilmente sapremo esprime tutta la nostra gratitudine al
volta un numero tratto dal "Compendio del Catechismo della       carissimo don Sandro - continueranno ad essere pubblicate
Chiesa cattolica". Le risposte alle domande dei nostri lettori   ogni qual volta giungeranno in redazione, ma non più in
- che sotto la testata "Il teologo risponde" hanno offerto in    ultima pagina.

                                                                                       cia: se Dio ha voluto delle creature
   Qual è il disegno di Dio per l’uomo?                                                libere e fallibili, è anche perché
   Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di                 ha previsto che la sua infinita
   pura bontà ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe                      misericordia avrebbe finalmente
   della sua vita beata. Nella pienezza dei tempi, Dio Padre ha man-                   vinto ogni male ed ogni peccato,
   dato suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti nel                  e l’intero universo, dopo questa
   peccato, convocandoli nella sua Chiesa e rendendoli figli adottivi                  prima fase di storia così complessa
   per opera dello Spirito Santo ed eredi della sua eterna beatitudine.                e contraddittoria, si sarebbe total-
                    (n. 1 Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica)             mente dischiuso (non senza dolo-
                                                                                       rose purificazioni) a quella pienez-
                                                                                       za di amore di gioia, di pace per la
Come ci ricorda la lettera agli            dell’uomo, che determina per tutti
                                                                                       quale è voluto da Dio da e per tutta
Efesini, l’uomo sarebbe rimasto            uno squilibrio e una inclinazione al
                                                                                       l’eternità.
avvolto nel mistero del perché             male. Questa è la lotta cosmica che
                                                                                                           Sandro Vitalini
ultimo della sua esistenza senza la        interessa il cuore del singolo come
rivelazione di Gesù. Con la venuta         tutta la comunità umana.
del Verbo creatore, del Figlio di          Il popolo di Israele prima e la
Dio che si fa uomo, ci viene rivela-       Chiesa poi sono deputati ad incar-
to il disegno di Dio: riunire tutti gli    nare la santità del nome di Dio
uomini in una sola famiglia, nello         per rendere più facile l’accesso di
spirito dell’amore, perché vivano          tutti al banchetto eterno. Ma come
per sempre a gloria del Padre. Dio         ricorda il Vaticano II, i fermenti            Responsabile: Luigi Maffezzoli
ci ha creati per associarci alla sua       positivi di bene sono presenti in                      Redazione:
vita, rappresentata simbolicamen-          ogni persona e anche le varie reli-                 Davide De Lorenzi
                                                                                                Michele Macchi
te dal banchetto celeste.                  gioni contengono dei germi salvifi-                Chantal Montandon
Si deve sottolineare come questo           ci. La missione della Chiesa è per-                  Carmen Pronini
disegno abbia una portata uni-             tanto quella di portare l’annuncio             Redazione-Amministrazione
versale. Da quando gli ominidi             di Cristo a tutti i popoli, ma anche             via Lucino 79, c.p. 153
passano allo stadio umano (forse 4         di percepire ed evidenziare tutti                   6932 Breganzona
milioni di anni fa), l’opera di divi-      quei segni divini già presenti nelle            Telefono 091 950 84 64
                                                                                              Fax 091 968 28 32
nizzazione li tocca nel profondo.          varie religioni e culture. Quattro
                                                                                                    e-mail:
Ogni uomo è Adamo, il terroso, ed          secoli fa il grande Matteo Ricci
                                                                                           spighe@azionecattolica.ch
Eva, la vivente, e come tali vivono        riuscì ad associare messaggio cri-                   CCP 69-1067-2
nel giardino della comunione con           stiano e tradizione religiosa cinese.         Abbonamento annuo fr. 25.–
Dio. Il Verbo illumina ogni uomo           Se solo lo si fosse lasciato fare,                 Sostenitori fr. 30.–
dalla sua concezione. La solida-           forse oggi il continente asiatico              TBS, La Buona Stampa sa
rietà di tutti nel Verbo, luce del         sarebbe cristiano.                            Via Fola 11, 6963 Pregassona
mondo, viene ferita dal peccato            Abbiamo certo un’immensa fidu-

 16 Spighe Marzo-Aprile 2007
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