PRIME TEST Test delle intolleranze alimentari
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Indice • Il Prime Test . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 1 • Differenze tra allergie e intolleranze alimentari . . . . . . . .pag. 2 • Sintomi legati alle intolleranze alimentari . . . . . . . . .. . .pag. 3 • Informazioni importanti riguardo il Prime Test . . . . . . . pag. 4 • Alimenti a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 5 • Confronto tra Prime Test e Test Citotossici . . . . . . . . . . .pag. 6 • Reazioni delle cellule ematiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 7 • Schede per la refertazione dei diversi Prime Test . . . . .pa g.8/11 • Come si presenta il kit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 12 • Reintroduzione degli alimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 13 • Esempio di dieta rotazionale . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . .pag. 14 • Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15 • Informazioni sui corsi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 16 • La storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 17 • Il Mineralogramma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 18 • Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 19
IL PRIME TEST Il Prime Test (messo a punto negli Stati Uniti dal Preventive Care Center) è un esame completo per le incompatibilità alimentari nascoste, che valuta 60, 110 o 180 elementi, tra alimenti e sostanze chimiche. Consiste in un semplice prelievo di sangue da cui se ne estrae il siero con i leucociti; il mix leucocitario messo a contatto con gli aller- geni, può reagire o meno ed in caso di positività, a seconda della gra- vità citotossica a carico dei globuli bianchi, vengono valutati da 1 a 4 livelli di reazione. Tali reazioni dette “incompatibilità alimentari ritardate o nas coste” sono più comunemente note come “intolleranze alimentari” tipiche del “metabolismo ritardato”. Per ogni individuo esistono determinate sostanze, talvolta assoluta- mente insospettabili, che lo intossicano (spesso proprio i cibi preferi- ti) e che sono incompatibili con il sistema immunitario. Ingerendo tali alimenti, si verifica un fenomeno di reazione citotos- sica che distrugge parte dei globuli bianchi; gli enzimi liberati entrano in circolo, attaccano i tessuti e provocano irritazione in intere aree del corpo, con conseguenti reazioni a catena. Con sintomi diversi da soggetto a soggetto, le intolleranze alimentari producono disturbi che si manifestano anche a distanza di 15/72 ore dall’ingestione dell’alimento responsabile (sono diverse dalle allergie classiche che, invece, si manifestano immediatamente con l’assunzio- ne del cibo incriminato, questo considerato come allergene dal sistema immunitario, scatena una reazione immediata IgE dipendente) Gli antigeni del Prime Test sono stati formulati in modo tale d a dare risultati simili a quelli che avvengono realmente nell’organismo. I vetrini sono standardizzati e preparati affinchè la quantità d’anti- gene sia uniforme e non solo in superficie. Questo fa sì che il tecnico sia facilitato nella lettura, riducendo quin- di il margine d’ errore umano, a vantaggio di una maggiore attendibi- lità del test. Si ritiene fondamentale avere un’ampia gamma d’alimenti testati sia per il quadro generale delle intolleranze sia per facilitare la scelta ali- mentare in vista di una mirata ed equilibrata dieta di eliminazione. 1
Differenze tra allergie ed Intolleranze alimentari Il medico viennese Clemens Von Pirquet, nel 1906 definì per la prima volta il termine “allergia” come “un’alterata capacità acquisita e specifica che reagisce a sostanze estranee alle cellule dell’organismo.” Meccanismo di scatenamento Il meccanismo che causa lo scatenamento si deve ricercare nell’al- terata reazione del sistema immunitario, che in presenza di alcuni ali- menti li riconosce come dannosi e di conseguenza reagisce. Allergie alimentari Intolleranze alimentari Reazione IgE mediata Reazione cellulomediata Reazione immediata Reazione ritardata Reazione acuta (Fino a 72 ore dopo) Dose dipendente Reazione cronica Alimenti assunti No dose dipendente sporadicamente Alimenti quotidiani No cross - reattività Cross - reattività Organi bersaglio definiti Qualsiasi organo e apparato Solo in caso di risposta, anomala o eccessiva, di tipo immunologico ad uno specifico allergene alimentare, mediata dalle immunoglobuli- ne IgE (cioè sono presenti anticorpi nei confronti dei componenti di alcuni alimenti) si può parlare di Allergia Alimentare. Si deve parlare d’Intolleranza Alimentare tutte le volte che la risposta anomala ad un alimento o ad un additivo non coinvolge solo il sistema immunitario. 2
SINTOMI LEGATI ALLE INTOLLERANZE ALIMENTARI SINTOMI GENERALI Stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandia- le, alitosi, aumento della sudorazione. SISTEMA NERVOSO Cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini, vampate di calore. APPARATO RESPIRATORIO Difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite. APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO Alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli, aumen- to della coagulabilità del sangue. APPARATO GASTRO-ENTERICO Gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, gastrite colite, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), eruttazione, aerofagia, prurito anale, emorroidi. APPARATO UROGENITALE Cistiti, infiammazioni urogenitali, sindrome premestruale. APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO Crampi, spasmi, tremori muscolari, debolezza muscolare, dolori arti- colari, tunnel carpale, artrite, infiammazioni muscolo-tendinee. EPIDERMIDE Prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti, vari tipi di lesioni dermatologiche, psoriasi. INESTETISMI Cellulite, sovrappeso, obesità. Avvertire un forte desiderio per un cibo particolare, senza potersi saziare, è quel tipo d’intolleranza o sensibilità alimentare che si può definire: “stato di dipendenza alimentare”. 3
COME PREPARARSI AL PRIME TEST Il prelievo deve essere effettuato a digiuno, a circa otto–diec i ore dal pasto serale, si può bere acqua, ma si consiglia di non usare dentifri- ci la mattina del test. Con l’aiuto del medico sospendere qualsiasi farmaco che contenga cortisone o steroidi, almeno 48 ore prima del test (comprese le creme). Evitare di fumare o la vicinanza di persone che fumano e qualsiasi esposizione che possa dare una reazione, dalla sera prima. Si consi- glia di rimandare l’appuntamento per il test in caso di raffreddore, influenza o altre malattie di tipo infiammatorio. INFORMAZIONI IMPORTANTI RIGUARDO IL PRIME TEST Il Prime Test evidenzia gli alimenti, elementi chimici ed altri agenti che danneggiano l’organismo, il danno è valutato mettendo a contatto i glo- buli bianchi, le piastrine, i globuli rossi ed il plasma del sangue con una microscopica quantità dell’elemento da testare; quindi un tecnico di labo- ratorio studia il comportamento utilizzando un microscopio ottico. Nel caso in cui le cellule non subiscono alcun danno, l'elemento non è reattivo e nessuna casella in corrispondenza dell’elemento sarà anneri- ta; se invece risulta un danno citotossico (lisi, rigonfiamento, aggregazio- ne piastrinica) e le cellule reagiscono al contatto sarà necessario evita- re quell’elemento ed un quadratino sarà annerito in corrispondenza del- l’elemento, indicando il livello ed il tipo di reazione. Il Prime Test è un ottimo screening per la diagnosi delle intol leranze nascoste. Evidenziando reazioni che altri tipi di test non valutano. I livelli di reazione sono quattro, comunque anche un basso livello, ad esempio livello 1, può causare sintomi gravi nell’organismo, allo stesso modo di una più alta; quindi con qualsiasi livello di reazione ènecessario evitare quell’elemento. Livello 1 l’elemento reagisce con un’aggressione delle piastrine e deve essere eliminato dalla dieta per uno-due mesi. Livello 2 l’elemento ha causato un danno a circa il 25% dei globuli bian- chi e deve essere eliminato dalla dieta per due-tre mesi. Livello 3 l’elemento ha causato un danno a circa il 50% dei globuli bian- chi e deve essere eliminato dalla dieta per tre-quattro mesi. Livello 4 l’elemento ha causato un danno a circa il 90% dei globuli bianchi ed un danno parziale ai globuli rossi e deve esse- re eliminato dalla dieta per sei mesi. Il test di solito non evidenzia reazioni immediate di tipo IgE. In ogni caso non assumere nessun tipo d’alimento conosciuto come “causa di problemi”. Talvolta, durante i primi giorni di sospensione degli alimenti aggressivi, si può avere un relativo peggioramento dei disturbi, giacché, analogamente a quanto avviene con le sostanze tossiche, interviene una sorta di “crisi di astinenza” (dipendenza alimentare). 4
ALIMENTI A RISCHIO La ricerca indica che la maggior parte delle sensibilità possono essere eliminate, semplicemente isolando i cibi verso i quali risulta una tossicità ed è necessario evitare tali cibi (riconosciuti dal PRIME TEST) per un periodo da uno a sei mesi, secondo il livello di reazio- ne, prima di passare alla reintroduzione. Dai risultati dei PRIME TEST fin qui eseguiti (già sono migliaia in Italia), gli alimenti a rischio, sono: FRUMENTO, UOVA, LATTE, LIEVITO, CIOC- COLATO, CAFFE’, CAVOLO, POMODORO, PATATE, FRAGOLE, BANANE, ORZO, MAIS, CARNE, BOVINA, TABACCO, ARACHIDI; come rappresentato nel seguente istogramma con le relative incidenze. Nel quadro inferiore si può notare un istogramma rappresentante la regressione dell’incidenza dei sintomi nell’arco di tre mesi, su un cam- pione di 50 pazienti. 5
Confronto tra Prime Test e Test Citotossici Con il Prime Test si ha uno strato uniforme d’antigeni poiché l a solu- zione è iniettata lateralmente e non dall’alto. Questa fase controllata, fa in modo che lo strato d’antigeni sia uniforme, non sottile da un lato e troppo spesso da un altro; con questo miglioramento si ottengono dei risultati più precisi. Un altro miglioramento, reso possibile con il nuovo tipo di vet rino, è che lo strato d’antigeni si deposita sia sul vetrino d’appoggio sia su quello di copertura. Con l’inter-spazio di soltanto 0.025mm., i globuli bianchi sono sempre vicini allo strato d’antigeni. L’immagine riportata sopra illustra il vetrino del test citotossico origi- nale; quando il liquido con gli antigeni è iniettato dall’alto e si asciuga su una superficie piatta, il composto si deposita irregolarmente; con il test citotossico è possibile che il tecnico di laboratorio legga dei falsi negativi e dei falsi positivi secondo l’area osservata. 6
REAZIONE DELLE CELLULE EMATICHE GLOBULI BIANCHI La figura a sinistra, mostra un leucocita normale (entro il cerchio) ed alcuni globuli rossi in assenza di reazione (alimento compatibile con il sistema immunitario). La figura al centro mostra un leucocita che ha subito delle alterazio- ni: è rigonfio con la membrana non integra. Questa reazione rivela che l’alimento è incompatibile. La figura a destra mostra quello che è rimasto di un leucocita aper- to in disgregazione per una reazione dovuta ad un alimento altamen- te incompatibile: rimane solo la membrana esterna (ghost cell). GLOBULI ROSSI La figura a sinistra mostra i globuli intatti e sani. Sono ben distribuiti e hanno la possibilità di attraversare i capillari, per portare ossigeno alle cellule. La figura a destra mostra cosa succede spesso durante una reazio- ne ritardata o quando vi è un’assunzione troppo alta di lipidi: i globuli rossi risultano agglutinati e non riescono a penetrare i capillari. 7
Di seguito sono riportate le schede dei Prime Test disponibili. In questa pagina è visibile la scheda della versione P corrispondente al kit da 110 elementi. 8
Sopra è illustrata la scheda versione O del kit da 60 elementi, sotto la scheda versione H del pannello singolo (da 9 alimenti e controllo negativo), da utilizzare per una corretta reintroduzi one di alcuni alimenti. 9
In questa pagina e nella seguente è riportata la scheda versione Q del kit da 180 elementi, utile per avere un più ampio spettro di alimen- ti da analizzare. 10
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Come si presenta il kit da 110 elementi Sopra si può vedere il vassoio contenente i vetrini di plastica ottica o pannelli, mentre sotto il pannello da dieci pozzetti per i relativi dieci tipi d’antigeni. Nella foto è stato evidenziato il profilo superiore dell’apertura della camera, la freccia indica il punto d’iniezione del mix leucocit ario che penetra per capillarità, senza alterare l’uniforme distribu zione dell’antigene, inoltre si evita una possibile contaminazione tr a i pozzetti per trasporto, da contatto, con l’antigene. 12
REINTRODUZIONE DEGLI ALIMENTI Spesso si diventa ipersensibili ad alcuni alimenti per averne abusa- to, pertanto isolando temporaneamente i cibi molesti diamo la possi- bilità all’intricato sistema immunitario di ristabilirsi, quindi dopo aver seguito le sole indicazioni d’eliminazione (ove non fosse necessario seguire un trattamento specifico per qualche patologia), i cibi reattivi possono essere reintrodotti nell’alimentazione. La reintroduzione va fatta per un cibo alla volta, a distanza di 3-4 giorni uno dall’altro ed almeno due volte in occasioni diverse. Reinserire per primo l’alimento più semplice di una possibile catena alimentare. Esempio: latte - prendere come prima volta lo yogurt magro, più digeribile, quindi latte da bere, poi nel tempo formaggi, gelati etc.; fru- mento- assumere come prima volta la pasta, perché contiene solo un tipo d’alimento e in seguito il pane (frumento + lievito). Al momento della reintroduzione degli alimenti è bene essere con- sapevoli della possibile riapparizione d’alcuni sintomi. E’ importante annotarli, verificare la frequenza ed in caso persistano è bene privar- si di quel cibo per un tempo maggiore. In presenza di molte intolleranze gravi (reazione 3-4), si consiglia di ripetere il PRIME TEST dopo 6/8 mesi. Il test è in ogni modo ripetibile al minimo disturbo alimentare o per un semplice controllo della normalità. DIETA ROTAZIONALE Una volta superato il periodo “rigido” ed aver reintrodotto via via gli alimenti, si può riprendere un’alimentazione regolare. E’ bene però osservare alcune semplici norme per non perdere tutti i benefici. Solitamente, dopo un certo periodo di tempo si acquisisce una tec- nica di alimentazione che perdura nel tempo, cioè mangiare questo piuttosto che quello, diversificare; comunque per i cibi ad alta ipersen- sibilità si consiglia di adottare una dieta rotazionale. La dieta rotazionale consiste nel distanziare, di quattro giorni, l’assunzio- ne dello stesso cibo. Ciò consentirà all’organismo di eliminare qualsiasi traccia d’allergene prima di una nuova reintroduzione; In modo tale da impedire un accumulo nell’organismo, condizione che predispone l’insor- genza dei soliti sintomi. 13
Esempio di DIETA ROTAZIONALE per la reintroduzione degli alimenti dopo aver eseguito, per il periodo consigliato, la dieta prescritta dal Prime Test. 1° Giorno Colazione: caffè decaffeinato con dolcificante e 3 crackers ESSERE o pane azzimo Pranzo: pasta al pomodoro o con verdure (a scelta) minestrone di verdure con pasta Cena: arrosto di maiale magro (a scelta) fettina o lombata di maiale ai ferri, coniglio al tegame prosciutto crudo o affettato di maiale a piacere 2° Giorno Colazione: tè con dolcificante con 3 gallette di riso Pranzo: riso al pomodoro o con verdure (a scelta) minestra di verdure con riso insalata di riso con tonno e verdure Cena: pesce bollito o arrosto (a scelta) polpi o calamari arrosto o in insalata 3° Giorno Colazione: caffè d’orzo con gallette ai cereali al mais ESSERE Pranzo: polenta o pasta di mais al pomodoro o con verdure Cena: pollo arrosto (senza pelle) (a scelta) uova a piacere con verdure o patate, petto di pollo o tac- chino ai ferri, arrosto o hamburger di tacchino 4° Giorno Colazione: tisana o succo di frutta con crackers integrali (di segale) WASA Pranzo: zuppa di legumi vari (a scelta) legumi ad insalata (lenticchie, fagioli, piselli, ceci) Cena: formaggio di pecora o capra, magro (a scelta) ricotta di pecora, carne di agnello, arrosto o alla griglia N.B.: Ad ogni pasto aggiungere insalata o verdura a volontà; Si con- siglia di condire con olio vergine d’oliva; Ad ogni pasto è possibile aggiungere gli stessi crackers della colazione; la frutta deve essere assunta lontano dai pasti; si può sostituire il pranzo con la cena. 14
CONCLUSIONI Nel 1984, la Dr. Rita Marchetti, responsabile del Nutrition Center Italia, ha introdotto in Italia il Food Sensitivity Test, un test citotoss ico tradizionale, messo a punto dal Dott. Dough Kaufmann, autore del libro “The Fo od Sensitivity Diet”. Nel corso della sua ricerca nel campo nutrizionale ha incontrato Mark Lovendale, collaboratore e consulente del Dott. Theron Randolph, fondatore dell’American Academy of Enviromental Medicine, Ecologia Clinica, Lovendale dopo numerosi tentativi, ha sviluppato ilPrime Test, una nuova metodica più avan- zata del test citotossico; standardizzando la metodica e preparando gli antigeni in modo tale da dare reazioni simili a quelle che avvengono nell’organismo. I vetrini, sono preparati in modo tale che la quantità d’antigene sia uniforme e non rimanga solo in superficie, come succede con altri test. Questo sistema brevettato fa sì che il tecnico sia facilitato nella preparazio- ne e nella lettura, riducendo il margine d’errore umano, a vantaggio di una maggiore attendibilità del test. Negli anni sono stati preparati dei pannelli speciali con alimenti più frequente- mente assunti dai pazienti italiani. E’ possibile richiedere pannelli da 60, 110 e 180 alimenti, sempre per un ampio e più appropriato quadro diagnostico. Dai primi d’ottobre è disponibile anche un kit standard di controllo (9 ali- menti ed un controllo negativo) da consigliare al paziente, prima della reintro- duzione dei principali alimenti. Si ritiene fondamentale avere un’ampia gamma di alimenti da testare, sia per un quadro generale delle intolleranze alimentari, sia per non costringere il paziente a dover seguire una dieta troppo restrittiva, che comprenda solo gli ali- menti testati (gli alimenti non testati potrebbero essere quelli incriminati). Il Nutrition Center Italia in collaborazione con alcuni laboratori, sta conducen- do uno studio sulle intolleranze alimentari, che sarà pubblicato a breve; è impor- tante quindi avere dei parametri uniformi per garantire la qualità stessa del test. • Abbiamo 20 anni di casistica ed esperienza. • Siamo gli unici ad avere una metodica standardizzata, atta a ridurre al mini- mo il margine d’errore. • 50000 sono i pazienti che hanno scelto il Prime Test negli ultimi sette anni in Italia. • Siamo stati i primi ad includere il controllo negativo e quello positivo, per garan- tire la validità del test. • Organizziamo ogni mese corsi teorico-pratici di preparazione all’uso del Prime Test (corsi intensivi e corsi estesi). • Forniamo ai laboratori una consulenza continua e gratutita. • Lavoriamo a stretto contatto con i laboratori d’analisi e quindi siamo in grado di fornire, per primi, un numero di servizi sempre in crescita (es.Guida al Prime Test, un valido aiuto per il paziente; un programma di ref ertazione e gestione delle visite, il tutto ed altro completamente gratuito). • Spesso è commercializzato materiale informativo che imita il Prime Test. 15
INFORMAZIONI SUI CORSI Il personale specializzato del Nutrition Center organizza, per i labo- ratori interessati, corsi teorico-pratici sulla metodica del Prime Test; i corsi possono essere di due tipi: 1. CORSO INTENSIVO (durata di un giorno) comprende una giornata di esercitazioni pratiche del test, per inse- gnare una corretta interpretazione; inoltre un addestramento nutri- zionale per essere in grado di dare al paziente un utile supporto. 2. CORSO ESTESO (durata di due giorni) comprende due giornate di esercitazioni pratiche del test ed un addestramento nutrizionale approfondito; inoltre verranno offerti un kit da 60 elementi e due pannelli da esercitazione. Entrambi i corsi comprendono un addestramento all’uso del pro- gramma computerizzato per la refertazione, consegnato a fine corso, una guida al Prime Test ed altro materiale teorico-divulgativo. Verrà rilasciata un’autorizzazione all’esecuzione della metodica del test ed un attestato di “Member of American Accademy of Preventive Care ”. Attrezzatura necessaria per l’esecuzione del Test: • Microscopio con risoluzione 40X (indispensabile) • Centrifuga (facoltativa se si lascia sedimentare il prelievo da solo) • Termostato (facoltativo) • Dosatore Eppendorf da almeno 10µl Insieme al kit viene fornito: • provetta per il prelievo con sodio citrato (anticoagulante) • guida al Prime Test (per il paziente) • due depliants • Scheda per la refertazione • Locandine 16
LA STORIA Il NUTRITION CENTER è nato nel 1992 ed è diretto dalla Dr. Rita Marchetti, da 25 anni esperta nel campo della nutrizione. E’ un centro all’avanguardia nello studio e nella terapia dei disturbi legati alla nutrizione e all’inquinamen- to ambientale. La Dr. Marchetti ha conseguito il Ph.d in Nutrition and Health negli U.S.A. è si è dedicata allo studio delle intolleranze alimentari sin dal 1982. Si è specia- lizzata presso il Food Allergy Center di Los Angeles (CA), dire tto dal Dr. Dough Kaufman che ha messo a punto il “Food Sensitivity Test”. N el 1984, riconoscendo l’importanza del test si è dedicata alla sua divulgazione in Italia, con splendidi risultati. Nel 1988, in seguito alla sua esperienza nel settore, è stata scelta da Mark Lovendale, ricercatore ed ideatore di una metodica innovativa n el campo delle intolleranze alimentari, il Prime Test, per promuoverne la diffusione nella Comunità Europea. Il Nutrition Center diventa così distributore esclusivo in Italia ed altri paesi Europei. La Dr. Marchetti ha addestrato e tuttora addestra, il personale dei più impor- tanti laboratori di analisi e centri di ricerca, alla corretta esecuzione del test. Oggi il Prime Test viene eseguito presso i laboratori ed alcuni ospedali delle maggiori città italiane. Mark Lovendale ha sviluppato il programma QUALITY LONGEVITY “ Come essere in perfetta salute e sentirsi sempre giovani” Il Programma mette insieme per la prima volta i benefici dei migliori “Programmi Benessere” e dà la possibilità di rimuovere le cause della maggior parte dei problemi di salute, eliminando i sintomi ed allo stes- so tempo innalzando i livelli di salute ed energia. Abbiamo “oggi” il futuro della medicina preventiva. 17
IL MINERALOGRAMMA La nutrizione, a differenza della dietologia tradizionale che tende ad un’ali- mentazione equilibrata dal punto di vista calorico, del contenuto in carboidra- ti, grassi e proteine, pone particolare attenzione ai “componenti di minoran- za” della nostra dieta, cioè a vitamine, minerali, enzimi. Questi nutrienti pur rappresentando una quota minima in peso, nella nostra com- posizione corporea, sono i controllori delle reazioni biochimiche, che trasformano gli alimenti in energia o in componenti delle strutture dei vari organi ed apparati. Per la valutazione nell’organismo di questi “microcomponenti”, non ci sono purtroppo molto d’aiuto gli esami del sangue abituali. Ciò per la difficoltà di dosare le quantità a volte bassissime di minerali nel sangue, sia per il fatto che gli elettroliti, come ad esempio il potassio che controlla il ritmo cardiaco, devono essere mantenuti entro livelli molto ristretti nel sangue, per non sca- tenare scompensi gravissimi; sia perché i metalli tossici vengono rapidamen- te rimossi dal sangue per essere eliminati o depositati nei tessuti. Il MINERALOGRAMMA è invece un tipo di analisi preziosissimo per i fini che si propone la nutrizione; consiste nel dosaggio dei minerali presenti in un campione di un grammo di capelli, facilmente prelevabili ed utilizzabili, che rispecchia il contenuto in minerali dell’interno dell’organismo. Si tratta quindi di un’analisi dei minerali tessutali, cioè contenuti nelle cellu- le dell’organismo, con valori che non sono influenzati dalle fluttuazioni giorna- liere, dai fattori di compensazione del sangue e dai meccanismi di rimozione dei metalli tossici; il tessuto del capello è da considerarsi un registratore di informazioni protratte nel tempo, che incamera durante la crescita, il susse- guirsi di elementi assimilati. Il livello dei singoli minerali ci svela eventuali carenze o eccessi, oltre alla presenza di metalli tossici che possono provocare danni diretti da intossica- zione ed indiretti per la sostituzione o il blocco metabolico di minerali utili. L’analisi del rapporto tra minerali, può inoltre fornire dati i mportanti per quanto riguarda: • Il metabolismo - come processo di produzione ed utilizzazione dell’ener- gia, controllato dalle ghiandole tiroide e surrenali. • La situazione della resistenza allo stress • Il metabolismo dello zucchero- con eventuale tendenza al diabete o alla ipoglicemia. • La tendenza verso una ventina di situazioni patologiche, che vanno dalla osteoporosi alle anemie, alla diminuizione delle difese immunitarie fino ai disturbi del comportamento. Il punto fondamentale è proprio questo: il MINERALOGRAMMA può eviden- ziare delle tendenze, spesso molto tempo prima che possano tradursi in patolo- gie, tendenze che una volta svelate possono essere modificate,utilizzando oltre- tutto il metodo più naturale: L’ALIMENTAZIONE, attraverso l’indicazione di ali- menti più o meno utili ed l’integrazione con vitamine ed i minerali più adatti. Il MINERALOGRAMMA è uno strumento veramente prezioso per attuare in pratica un concetto: la PREVENZIONE di cui tanto si parla e che tanto poco tende ad essere attuato. Il Test viene offerto in service ai laboratori interessati. 18
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“Noi mangiamo e beviamo il 90% delle nostre malattie” (Pasteur) a cura della Dr.ssa Rita Marchetti e del Dr. Giulio Sonzio Nutrition center Italia S.r.l.
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