Cambiamo strade, cambiamo futuro - giugno 2021 - Fondazione Unipolis
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
giugno 2021 mobilità Cambiamo strade, cambiamo futuro
Indice Introduzione 4 Quale futuro 6 L’Italia longeva 10 L’Italia va in auto, 14 confronto con l’Europa Mortalità stradale, oggi e domani 17 Passato e presente dell’utenza 22 vulnerabile Scenari 2060 28 Le buone pratiche della mobilità 31 sostenibile Giovani appunti di futuro 34
La Fondazione Cesar, antenato della Fondazione Unipolis, già Introduzione nel 1990 iniziò ad occuparsi di sicurezza stradale, in coerenza con l’attivit à assicurativa dell’al- Con questo approfondimento “ proseguono i percorsi elabo- lora Unipol Assicurazioni. rativi della Fondazione volti a comprendere, grazie ai numeri e Dal 2008 Unipolis ha avviato il È stata pensata e sviluppata alla statistica, le implicazioni nel progetto sicurstrada, con cui proprio in quest’ottica la secon- futuro di scelte strategiche e si promuovono cultura e azioni da edizione della ricerca, che comportamenti agiti oggi in ma- concrete per la sicurezza stra- chiama i ragazzi ad un ruolo at- teria di mobilità, con particolare dale e la mobilità sostenibile, tivo da protagonisti per la mo- attenzione ai soggetti fragili. Se in coerenza con la strategia di bilità del futuro, facendo teso- nella prima edizione di Cambia- Questa seconda sostenibilità del Gruppo. Attra- verso studi, progetti e attività mo strade l’interlocutore erano gli anziani, portatori di espe- ro anche delle riflessioni e degli stimoli prodotti dai ragazzi che edizione della ricerca sul territorio italiano, sicurstra- da è portavoce di un’idea di mo- rienze sul campo delle difficoltà che si possono riscontrare a vi- hanno partecipato al percor- so del progetto O.R.A. - Open chiama i ragazzi ad bilità sicura, che sia compatibile Road Alliance realizzato nelle vere in città la mobilità insoste- con l’ambiente e accessibile a scuole delle città metropolitane nibile, in questa sono i giovani tutti, con la convinzione che la un ruolo attivo da mobilità sostenibile possa por- a dover mettersi in discussione, per mettere a disposizione del- per la stesura del primo Manife- sto della mobilità sostenibile tare benefici all’intera comunità, protagonisti per la la comunità pensiero critico e della scuola italiana. a partire dagli utenti più vulne- creativo. rabili della strada. Per questo, mobilità del futuro ogni giorno, in partnership con altri soggetti attivi nella pro- Infatti, orientare la propria atti- vità agli Obiettivi di Sviluppo Marisa Parmigiani mozione della mobilità sicura, Sostenibile dell’Agenda 2030 sicurstrada promuove nuovi dell’ONU significa per una Fon- stili di vita sostenibili, inter- dazione non solo trattare mag- Direttrice di cettando con azioni mirate tutti giormente di temi inerenti la Fondazione Unipolis i target, con l’obiettivo di favo- sostenibilità nei suoi progetti rire il dialogo tra gli stakehol- ma soprattutto farlo in un modo der attorno alle tematiche più nuovo, ponendo la partnership e rilevanti. Prima fra tutte quella quindi il fare-insieme, il co-pro- delle aree urbane dove, oltre al gettare, il co-operare alla base rispetto delle regole e alla con- della programmazione e della sapevolezza della strada come progettazione. E, altresì, basare bene comune, servono nuovi la propria progettualità sull’atti- assetti urbani. vismo civico, la responsabilità ed il concorso individuale. In altre parole, significa, prima di tutti gli altri sedici Obiettivi, far- si carico dell’Obiettivo 17, inter- venendo per creare un humus culturale adatto a sviluppare ed implementare politiche ed azio- ni di sviluppo sostenibile. 4 Introduzione Introduzione 5
capitolo 1 Se vogliamo ragionare su che tipo di futuro avre- mo, allora bisogna cominciare senza timidezze ad ascoltare la voce di chi quel futuro lo vivrà più a lungo di altri. Non solo ascoltare la loro voce, ma far sì che questa diventi sempre più forte e intensa. Non si tratta di garantire spazi ristretti o riserve indiane a fasce d’età che già di per sé sono porta- trici di valori e stili di vita adottati come modelli per rappresentare una società che deve sempre di più Quale essere dinamica, attiva, smart. Come qualche anno Con la ricerca che qui presentiamo abbiamo cerca- fa ha rilevato l’Istat: “Invecchiamo sempre di più, to di dare seguito a questa convinzione con un con- eppure restiamo sempre più giovani”. Si tratta al tributo di analisi che – seppur parziale – riteniamo contrario di prendere coscienza del fatto che i gio- possa stimolare una riflessione più ampia. Magari vani di oggi possono determinare il loro futuro fra i giovani. avendo a disposizione strumenti di conoscenza e di cambiamento sempre più avanzati. Perché è proprio ai giovani che abbiamo pensato futuro quando abbiamo deciso di aggiornare lo studio Pensiamo ad esempio a cosa significa l’Agenda Cambiamo strade, fatto nel 2018, che trattava dei 2030 dell’ONU con i suoi 17 Goal via via declina- rischi della strada per le persone anziane con proie- ti con target specifici, che rappresenta al tempo zioni dei dati al 2050. stesso un’analisi e una proposta fattiva di cosa serva fare per invertire un modello di sviluppo che Nel momento in cui abbiamo ragionato su quale sta compromettendo il benessere e in certi casi la contributo avremmo potuto dare alla riflessio- sopravvivenza della biodiversità del nostro Piane- ne sempre più ampia e ricca sul futuro e sui ma- Quale futuro ci ta. Quindi, che sta minacciando seriamente il fu- cro-trend, abbiamo condiviso quanto ha scritto re- turo delle prossime generazioni, che potrebbero centemente lo studioso Enrico Sassoon nel volume rischiare di vivere gran parte della loro vita in una da lui curato I nostri futuri possibili. Gli scenari a condizione di fragilità e di rischio non solo per il medio e lungo termine per tecnologia, economia, aspetta? Quali scenari naturale invecchiamento, ma perché vivrebbero la finanza e imprese (2018): “Siamo entrati in una loro longevità – tipica dell’Italia – all’interno di un nuova era di cambiamento continuo, caratterizza- ecosistema sociale, ambientale, economico meno ta da formidabili scoperte scientifiche e innovazio- sicuro. E quindi meno sostenibile. ni tecnologiche quasi quotidiane, con impatti pro- abbiamo davanti come fondissimi sulla vita di ciascuno di noi, sul mondo dell’economia e della finanza e sulla totalità delle imprese. Restare informati di queste trasforma- opzione da scegliere? zioni continue, e soprattutto comprenderle nella loro specificità e nelle interrelazioni reciproche, è un compito difficile per chiunque ed è ancora più arduo intravedere gli sviluppi futuri per anticiparli e prendere le decisioni migliori per farvi fronte”. 6 Quale futuro Quale futuro 7
Non ci siamo voluti accontenta- I dati di oggi ci mostrano una Considerando che da dieci anni Certamente esistono buone re semplicemente di spostare situazione preoccupante del- a questa parte, aumenta l’età pratiche in giro per l’Italia e l’Eu- in avanti l’asticella dal 2050 al la mobilità italiana non molto media delle vittime della stra- ropa, come illustra lo studioso 2060. Al contrario, abbiamo dissimile da quella degli anni da, e intrecciando questo feno- Stefano Maggi, docente dell’U- voluto capovolgere il nostro precedenti. È come se ogni anno meno con i dati di longevità del niversità di Siena, nel suo ricco punto di vista e provare a di- venisse scattata la stessa fo- nostro Paese, non sorprendono intervento in questa ricerca, ma Siamo persuasi che sia questo segnare il futuro possibile della tografia: i colori sono un po’ più le proiezioni che riguardano l’in- …c’è ancora un “ma” di troppo: lo spirito giusto che le nuove mobilità in Italia, guardando ne- brillanti ma il protagonista della cidentalità che potrebbe verifi- ma i dati ci dicono che le strate- generazioni dovrebbero assu- gli occhi quella che sarà l’utenza foto rimane sempre nella stessa carsi nel 2060. gie fin qui seguite hanno fallito mere. più fragile della strada (anche) posizione. Non si tratta di dare gli obiettivi e che queste stra- nel 2060. Provando ad avviare una interpretazione pessimi- Infatti, come si vede, nel 2060 tegie se non cambiano ci porte- Per non accontentarsi e per un dialogo con la nuova genera- stica dei passi avanti fatti da rischiamo di avere una forte le- ranno ad avere un futuro con gli imprimere quella svolta che po- zione che oggi indicativamente quando è stato adottato il pri- sività dell’utenza vulnerabile, in stessi problemi, moltiplicati dal trebbe segnare la fase di ripresa si trova nella fascia d’età 15 – 29 mo Piano Nazionale Sicurezza particolare fra gli over 65 e in fattore età. e resilienza che anche il Governo anni. Stradale (PNSS) nel 2001, fino generale un aumento a doppia nazionale sta avviando con in- ai più recenti e importanti inter- cifra delle donne e degli uomini Prendere coscienza di questi vestimenti di portata inedita e Abbiamo cercato di uscire da venti legislativi adottati, come che nel 2060 entreranno nelle limiti può aiutarci ad agire diver- con un nuovo approccio al tema una involontaria comfort zone ad esempio il Piano Strategico due fasce d’età 65 – 79 e over 80. samente, nei modi e nei tempi. della mobilità sintetizzato nella dove si racconta alla terza età Nazionale della Mobilità So- nuova denominazione del Mini- quanti rischi corrono oggi quan- stenibile del 2019, al quale si Non si tratta certo di essere La stessa Commissione Euro- stero delle Infrastrutture e della do si trovano ad essere utenti aggiungono numerose attività provocatori o perentori nei pea nella sua Strategia per una Mobilità Sostenibili. della strada e come sarà sempre di promozione della mobilità confronti delle giovani genera- mobilità sostenibile e intelli- peggio fra 30 o 40 anni. E abbia- ciclistica sviluppatesi nel corso zioni, quanto piuttosto tentare gente: mettere i trasporti eu- “Le parole sono fatti”, come dice mo cominciato a porre delle do- della legislatura attuale come in di fornire loro alcuni strumen- ropei nella buona strada per l’illustre linguista John L. Au- mande. In fondo questa ricerca quella precedente, ma di cerca- ti di riflessione e di azione. il futuro fa alcuni passaggi che stin. E a volte possono cambiare non fa altro – questa è la nostra re di reagire ad un fenomeno di Come, ad esempio, richiamare vale la pena riportare: “Il suc- il futuro. ambizione – che porre domande. insicurezza stradale evidente l’attenzione sul fatto che molti cesso del Green Deal europeo Lo fa mettendo a disposizione che si ripete uguale a se stesso. dei rischi che oggi corrono sul- dipende dalla nostra capacità alcuni dati, che non pretendono Perché di questo si tratta: da un la strada potrebbero essere di rendere sostenibile il sistema di essere esaustivi ma che incro- lato, i giovani con un’età com- verosimilmente gli stessi che dei trasporti nel suo insieme […] ciati fra loro possono diventare presa fra i 15 e i 29 anni pagano si ritroverebbero ad avere da Nel complesso dobbiamo modi- un grimaldello per avviare rifles- un prezzo altissimo alla inciden- anziani. Nel loro futuro, nel lon- ficare l’attuale mentalità fatta sioni e proposte. talità stradale (per loro è la pri- tano ma non lontanissimo 2060, di piccoli cambiamenti in favore Ma soprattutto lo fa rivolgendo- ma causa di morte) dall’altro, le persone che hanno 65 anni e ol- i ventenni e le ventenni di oggi potrebbero ritrovarsi a vivere in di una trasformazione radicale […] serve avere il giusto livello Fausto si ai giovani. Le domande sono per loro. Sono per chi nel 2060 tre hanno tassi di mortalità che potremmo definire sproporzio- città ancora insicure a causa di una mobilità non sostenibile. di ambizione necessaria per le nostre politiche”. Sacchelli varcherà la soglia di quella che è nati rispetto alla media: numeri Per questa ragione crediamo sia Project Manager di definita la Terza Età. che aumentano con l’aumentare decisivo chiedere loro di pren- Fondazione Unipolis dell’età. dere in mano questo futuro e cambiarlo, di adottare un nuovo paradigma per una nuova mo- bilità e quindi per comunità più sostenibili e sicure. 8 Quale futuro Quale futuro 9
capitolo 2 Scrive Istat nel Rapporto quan- dente. Nel caso specifico degli zione tanto gli individui in età do parla del 2021: “La popolazio- ultraottantenni, più colpiti dalla attiva quanto i più giovani: i 15 ne ultrasessantacinquenne, 13 super-mortalità, si riscontra co- - 64enni scendono dal 63,8% al milioni 923 mila individui a inizio munque un incremento (+ 6.000) 63,7% mentre i ragazzi fino a 14 2021 (+ 64 mila), costituisce il che li porta a rappresentare il anni passano dal 13% al 12,8% 23,5% della popolazione totale 7,6% della popolazione totale. del totale”. L’Italia contro il 23,2% dell’anno prece- Viceversa, risultano in diminu- Fig. 1 | L’Italia nel 2019 longeva Focus sulla popolazione con 15 – 29 anni, con 65 – 79 anni, con 80 anni e oltre Uomini 29.050.096 Donne totale 30.591.392 Totale 59.641.488 Situazione nel 2019 e proiezione al 2060 4.639.929 15-29 anni 4.315.509 8.955.438 4.389.279 65 - 79 anni 5.050.108 I dati Istat del 2019 (Fig. 1) sono cabile: “La pandemia ha effetti Non solo, ma un altro passaggio 9.439.387 il nostro benchmark, consape- limitati sull’invecchiamento e ci aiuta a capire meglio il valore voli che la pandemia provocata soltanto a livello locale […] l’ec- dei dati che abbiamo elaborato dal Covid-19 ha segnato un pri- cesso di mortalità rispetto al nella proiezione al 2060 (Fig. 2), ma e un dopo anche nella rileva- livello atteso non è di per sé in che conferma come la longevità zione statistica, in molti settori grado di rallentare la crescita nel nostro paese sia un tratto 1.655.199 della società. dell’invecchiamento, che infatti caratteristico e costante, ormai prosegue portando l’età media acquisito dalla statistica. 80 anni e oltre 2.764.504 Nel suo Rapporto sugli indica- della popolazione da 45,7 a 46 4.419.703 tori demografici (2020) Istat anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio chiarisce in maniera inequivo- del 2021”. Fonte: Istat 10 L’Italia longeva L’Italia longeva 11
Fig. 2 | L’italia nel 2060 Fig. 3 | Confronto percentuale calcolato sul totale (uomini + donne) 2019 - 2060 Focus sulla popolazione con 15 – 29 anni, con 65 – 79 anni, con 80 anni e oltre Uomini 27.399.805 2019 2060 Donne totale 27.761.763 Totale 55.161.568 La fascia dei 15 – 29 anni del 3.987.283 2019 che nel 2060 andranno a popolare le fasce over 65, rap- totale 15-29 anni 3.675.770 presentano oggi il 15% e nel 59.641.488 55.161.568 7.663.053 2060 diminuiranno fino a rag- giungere il 13,9%. Una prospettiva rosea di lon- 4.963.410 gevità per le nuove generazioni 15-29 anni 15% 13,9% che avranno davanti a sé una 65 - 79 anni 5.132.755 società con esigenze e proble- 10.096.165 matiche maggiori, fra queste potrebbero ritrovarsi il tema di una mobilità non ancora sicura. E non ancora sostenibile. 65 - 79 anni 15,8% 18,3% 3.385.510 80 anni e oltre 5.052.060 8.437.570 80 anni e oltre 7,4% 15,3% Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat Tutto questo per sottolineare E, soprattutto, dove il numero (Fig. 3) come l’Italia nel 2060 – delle persone che hanno 80 anni senza sorprese – sarà ancora e oltre aumenta in numeri as- più vecchia di oggi. Con una po- soluti di quasi il 100%, andando polazione di 65 anni e oltre pari a rappresentare il 15,3% della al 33,6% del totale. E dove la fa- popolazione totale a fronte del scia 65 -79 anni passa dal 15,8% 7,4% stimato nel 2019. al 18,3%. 12 L’Italia longeva L’Italia longeva 13
capitolo 3 Fig. 4 | La motorizzazione in Italia e nei maggiori Paesi d’Europa Passenger cars per ogni 1.000 abitanti (2019) Media europea (EU28) L’Italia Regno Unito Numero assoluto di autovetture Spagna Italia 39.545.232 Francia va in auto, Germania 47.715.977 Francia 38.215.000 Spagna 25.008.216 Germania Regno Unito 35.168.259 Italia EU 28 279.895.501** confronto Tasso medio di motorizzazione (solo autovetture)* 655 con l’Europa 575 Per quanto riguarda i quattro Paesi presi in esame (Fig. 4), la 570 variazione percentuale indica una crescita costante del nume- 533 ro dei passenger cars (tendenza comune a tutti i Paesi europei) con dati quali + 0,8% per il Re- 528 gno Unito, + 1,3% per la Germa- 569 nia e + 2% per la Spagna. Unica Sembra essere una certezza Stiamo parlando di 39.545.232 Al tempo stesso, molto distante eccezione la Francia che regi- granitica, anzi lo è. Con 653 pas- mezzi circolanti sulle nostre dalla Romania o dall’Estonia che stra un calo dello 0,3% rispetto senger cars ogni 1.000 abitanti, strade. Una cifra che è cresciuta hanno avuto incrementi rispetti- all’anno precedente, così come l’Italia si conferma saldamente nel 2019 dell’1,4% rispetto all’an- vamente pari al 7% e al 6,5%. era in calo nel 2017: in totale con- al secondo posto – dopo il Lus- no precedente: una crescita trotendenza a livello europeo. * Passenger cars per ogni 1.000 abitanti (2019) semburgo che ne conta 694 media di poco inferiore a quella ** Dato non definitivo – nella classifica della moto- dell’Europa – dove hanno circo- rizzazione in Europa, che a sua lato circa 280 milioni di passen- Fonte: Report ACEA (gennaio 2021) volta registra una media di 569 ger cars - che è stata dell’1,8%. passenger cars. 14 L’Italia va in auto, confronto con l’Europa L’Italia va in auto, confronto con l’Europa 15
capitolo 4 Rispetto al tasso di motoriz- zazione, prendendo in esame il quinquennio 2015 – 2019, questi quattro Paesi – rispetto alla sal- da posizione tenuta dall’Italia – si spostano tra il 3° e l’11° posto. Mortalità Se a questo dato dei passenger cars associamo la graduatoria dei mezzi commerciali a mo- tore in giro sulle nostre strade vediamo come l’Italia sia terza con oltre quattro milioni di vei- stradale, coli, dopo Franca e Regno Unito rispettivamente con sei milioni e quattro milioni e mezzo. Con un tasso di motorizzazione che dal 2015 al 2019 è passato da 80 a 86 veicoli ogni mille abitanti, a fronte di una media europea che oggi e oscilla fra i 70 e i 75. domani Rispetto al 2001 (7.096 morti e bilis del 2017 con una risalita del quel salto di qualità necessario 373.286 feriti) con un tasso di numero delle vittime – che arri- per uscire da una posizione di mortalità di 124,5 vittime ogni va al 2019 quando si registra un limbo che oscilla tra il 13esimo milione di abitanti, nel 2010 – tasso di 52,6 che corrispondono e il 16esimo posto fra i 28 Paesi anno di benchmark per la sicu- a 3.173 vittime e 241.384 feriti. dell’Unione (Fig. 5). Con un tasso rezza stradale – i decessi erano di mortalità che dal 2010 al 2019 calati a 4.114 e i feriti a 304.720 Nonostante le numerose stra- ha oscillato tra 69,4 e 52,6, a con un tasso pari a 69,4. Un’on- tegie nazionali ed europee, che fronte di una media europea che da lunga non sempre costante dal 2001 prevedono obiettivi de- nel 2019 ha raggiunto quota 48,1. – basti pensare all’annus horri- cennali, l’Italia non riesce a fare 16 L’Italia va in auto, confronto con l’Europa Mortalità stradale, oggi e domani 17
Fig. 5 | Tasso di mortalità stradale nei Paesi UE Numero di morti per ogni milione di abitanti (2019)* Come si vede gli obiettivi di di- mezzamento del numero delle 37,2 vittime della strada che prevede 21,6 anche il Nuovo piano Nazionale Finlanidia della sicurezza per il 2030, ha Svezia alle spalle risultati modesti che non hanno mai centrato né avvi- 39,3 cinato gli obiettivi prefissati. In sintesi: nel 2010 si è registrato Estonia un calo fra le vittime del 42% 68,8 rispetto al 2001; mentre solo nel 35,3 Lettonia 2013 si è raggiunto un vero e pro- 29,0 Danimarca prio dimezzamento. Nel 2019 Irlanda 65,9 rispetto al 2010 si è registrato 28,9 un - 22,9% dei decessi, appena ** Lituania Regno Unito sopra la media europea. Risulta- 38,2 ti positivi ma assai lontani dagli obiettivi. 54,1 Paesi Bassi Belgio 36,8 76,6 Germania Polonia 35,8 57,9 Lussemburgo Repubblica Ceca 45,0 Media europea 48,1 Media italiana 52,6 46,3 Slovacchia 49,9 Austria Francia 61,6 49,0 Ungheria 96,0 * Stime preliminari per Austria, Belgio, Slovenia Romania Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Fran- cia, Germania, Grecia, Irlanda, Porto- 72,9 gallo, Regno Unito, Spagna. 62,8 Croazia 52,6 89,7 ** Per l’anno di riferimento il Regno Portogallo Unito è stato ancora incluso tra i Pae- Italia si dell’Unione Europea poiché l’uscita 36,7 Bulgaria formale è avvenuta il 31/1/2020. Spagna 65,2 Grecia Fonti: ACI, Istat, ETSC, European Commission 32,4 59,4 Malta Cipro 18 Mortalità stradale, oggi e domani Mortalità stradale, oggi e domani 19
Fig. 6 | Mortalità stradale in Italia: confronto tra fasce d’età Vale la pena di fare un’incur- 2019 2060 sione, anche se rapida e non ancora definitiva, nel 2020, in un contesto di crisi sanitaria ed economica esplosa a cau- 15-29 65-79 80 anni 15-29 65-79 80 anni sa del Covid-19. Come atteso, anni anni e oltre anni anni e oltre nel periodo gennaio-settembre 2020 in Italia si rileva un decre- tasso di mento, mai registrato prima, di 2020 si registra in Italia una 70 61 95 70 63 100 mortalità incidenti stradali e infortunati forte riduzione del numero di stradale* coinvolti. Il periodo di lockdown incidenti stradali con lesioni a 840 imposto dai decreti governativi persone (90.821, pari a -29,5%), per contenere la diffusione dei del numero dei feriti (123.061, contagi ha determinato il bloc- -32,0%) e del totale delle vitti- numero 634 624 co quasi totale della mobilità me entro il trentesimo giorno di morti 572 e della circolazione da marzo (1.788, -26,3%). Se si limita l’os- 536 a maggio inoltrato, influendo in servazione al periodo genna- Con riferimento agli obiettivi 422 maniera determinante sul feno- io-giugno 2020 le diminuzioni italiani ed europei 2010-2020 meno dell’incidentalità stradale. sono più accentuate, pari a circa per la sicurezza stradale, sebbe- Secondo le stime preliminari, il 34% per le vittime e a qua- ne la drastica diminuzione delle nel periodo gennaio-settembre si il 40% per incidenti e feriti. vittime nel 2020 avvicini l’Italia Nel trimestre luglio-settembre al target del -50% prefissato, 2020 l’incidentalità è in ripresa, ciò non consente di leggere con con cali più contenuti rispetto accezione positiva i traguardi numero 8.955.438 9.439. 387 4.419.703 7.663.053 10.096.165 8.437.570 allo stesso periodo nel 2019. raggiunti. Il radicale calo della di abitanti mortalità nei periodi di confi- La diminuzione delle vittime namento della popolazione e riguarda tutti gli ambiti stradali: blocco della circolazione hanno nei primi nove mesi dell’anno è condotto a una diminuzione for- * numero di morti per ogni milione di abitanti stimata pari a circa il 50% sulle zata di incidenti e vittime, non autostrade, tra il 40 e il 44% su legata a comportamenti virtuo- Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat strade urbane ed extraurbane. si e al miglioramento della sicu- rezza stradale. In termini per- centuali, nei primi nove mesi del 2020 il numero di morti scende del 43,1% rispetto al 2010 e del Per quanto riguarda il focus In secondo luogo, tale polariz- Allo stesso tempo, per la fascia 66,4% nel confronto con lo sulle fasce d’età (Fig. 6) che ab- zazione se viene intrecciata alla 65 – 79 anni il tasso passa da 61 stesso periodo del 2001. biamo preso in considerazione curva demografica italiana ci a 63 con un aumento del 10,8% in questa ricerca, risulta signifi- mostra come in realtà il tasso di fra le vittime. Infine, anche in cativo sottolineare due aspetti mortalità di 70 vittime per ogni questo caso salta agli occhi il della tabella. milione di abitanti riguardante dato riguardante chi nel 2060 la fascia 15 – 29 anni resta fisso avrà più di 80 anni, che registra Prima di tutto, la polarizzazione anche nella proiezione al 2060, una crescita di 5 punti pari ad un fra le fasce 15 – 29 anni e over 65 ma rappresenta concretamente aumento del numero delle vitti- permane e si accentua nel 2060. una diminuzione del 14,6% del me del 99%. numero delle vittime. 20 Mortalità stradale, oggi e domani Mortalità stradale, oggi e domani 21
capitolo 5 Nel 2019 la metà delle vittime Per meglio rendersi conto del Nel decennio 2010 – 2019 cala- della strada è rappresentata significato di questi dati vale la no i valori assoluti del numero dall’utenza vulnerabile: pedoni, pena di raffrontarli da un lato delle vittime e dei feriti, ma ciclisti, conducenti e passeg- con il 2010 – considerato l’anno nonostante questo fenomeno, geri di ciclomotori e motocicli. di benchmark per la sicurezza l’incidenza percentuale sul to- Tradotto in numeri assoluti 1.573 stradale – e dall’altro con la pro- tale aumenta fino a sfiorare il Passato e vittime su 3.173, pari al 49,57% iezione che è possibile fare al 50% per le vittime e il 40% per del totale. 2060 (Fig. 7). i feriti. E questo non può non es- sere considerato un campanello Mentre per i feriti la cifra è di In pratica, per capire cosa è suc- d’allarme per le politiche pubbli- 93.448 persone ovvero il 38,71% cesso mentre le ragazze e i ra- che, poiché indica con chiarezza del numero complessivo. gazzi nati alla fine del XX secolo che se da un lato è aumentata la presente diventavano adulti, e quello che sicurezza stradale – con meno succederà quando varcheranno i morti e meno feriti – questo mi- confini della cosiddetta Terza Età. glioramento non riguarda tutti i fruitori di quel bene comune che è la strada. dell’utenza Fig. 7 | Confronto tra 2010 - 2019 - 2060 Utenza vulnerabile: pedoni, ciclisti, conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli 2010 2019 2060 vulnerabile Morti Feriti Morti Feriti Morti Feriti incidenza 48,04% 33,89% 49,57% 38,71% 48,39% 39,36% percentuale sul totale Pedoni, ciclisti, conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli totale 1.965 102.592 1.573 93.448 1.531 82.428 Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat 22 Passato e presente dell’utenza vulnerabile Passato e presente dell’utenza vulnerabile 23
Conducenti e passeggeri Fig. 8 | Confronto tra pedoni, ciclisti, conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli al 2019 Pedoni di ciclomotori e motocicli Morti Feriti 11 1.987 Morti 15-29 15-29 198 anni 32 11.435 anni 3.697 Feriti 534 21 21.430 1.710 6 2.454 336 9.995 22 15-29 203 15-29 16.248 6.212 anni anni 122 3.693 761 197 47.219 13.794 65 anni 65 anni 739 41.007 e oltre 316 e oltre 6.775 194 3.082 4 176 65 anni 65 anni e oltre 78 e oltre 3.273 74 3.097 Ciclisti Ciclisti Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat Morti Feriti 2 801 15-29 17 15-29 36 4.419 3.365 anni anni È utile ricordare che anche nel A fronte di tali differenze, non ci 253 15 16.171 2.564 Rapporto Istat pubblicato nel deve stupire l’andamento della 217 11.752 luglio 2020, e riferito ai dati ri- sicurezza stradale dell’utenza levati nel 2019, sono evidenzia- vulnerabile dal 2001 al 2019: un te le notevoli differenze fra gli andamento con molte ombre, 18 959 65 anni 65 anni indici di lesività degli occupanti nonostante gli ambiziosi obiet- e oltre 128 e oltre 3.442 di autovetture (0,7 morti o feriti tivi dei Piani Nazionali della 110 2.483 ogni 100 incidenti) e quelli fra i Sicurezza Stradale (PNSS) che pedoni (2,7), ciclisti (1,5) e moto- si sono succeduti in questo arco ciclisti (1,6). di tempo. 24 Passato e presente dell’utenza vulnerabile Passato e presente dell’utenza vulnerabile 25
Fig. 9 | Totale (uomini + donne) al 2060 Rispetto al 2001 e al 2010, fra le vittime della strada i ciclisti sono diminuiti rispettivamente del 30,9% e del 4,5%; i pedoni Morti Feriti del 48,3% e del 14%; i motoci- clisti del 17,7% e del 26,5%. In Pedoni Ciclisti Ciclomotoristi Pedoni Ciclisti Ciclomotoristi controtendenza, sono i dati di e motociclisti e motociclisti miglioramento che riguardano i ciclomotoristi che contano Se poi guardiamo a cosa si tro- una diminuzione delle vittime veranno davanti i giovani che dell’84,8% rispetto al 2001 e del nel 2060 fanno parte dell’uten- 57,3% rispetto al 2010. za vulnerabile nella fascia degli over 65, vediamo come rispetto Fatta salva quest’ultima ecce- al 2019 saranno in diminuzione i zione, l’occupante delle autovet- valori numerici assoluti di morti ture si trova in una situazione più e feriti mentre l’incidenza per- favorevole con una diminuzione centuale sul totale si conferma delle vittime del 63,3% rispetto più alta rispetto al 2010, mentre al 2001 e del 22,6% rispetto al rispetto al 2019 sarà uguale e più totale 2010. alta. Il che significa che il tema tutte le età 591 267 647 20.672 14.703 39.424 della protezione sulla strada per l’utenza vulnerabile resterà all’ordine del giorno in una so- cietà ancora più anziana e quindi più fragile rispetto ad oggi. Infatti, il grafico con le fasce d’età (Fig. 9) ci mostra che com- plessivamente rispetto al 2019 nel 2060 aumenteranno i morti 15-29 anni 27 15 174 3.165 2.880 13.908 fra i pedoni e i ciclisti, mentre caleranno fra i motociclisti (si può immaginare il motivo). E soprattutto che questo anda- mento sarà determinato dal peggioramento della sicurezza della fascia degli aventi diù di 65 anni: che conteranno più vittime e più feriti fra i pedoni, i ciclisti e i motociclisti. 65 anni e oltre 423 171 104 9.058 4.602 4.376 Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat 26 Passato e presente dell’utenza vulnerabile Passato e presente dell’utenza vulnerabile 27
capitolo 6 Fig. 10 | Situazione nel 2019 e proiezione al 2060 Focus sulla popolazione con 15 – 29 anni, con 65 – 79 anni, con 80 anni e oltre Scenari Morti Feriti 2019 2060 2019 2060 2060 -14,8% +0,1% totale 3.173 3.176 241.384 205.576 Cosa succederà sulle -14,1% -14,3% strade nel 2060 in Italia 15-29 anni 624 536 67.674 57.969 +10,8% +8,7% 65 - 79 anni Per il 2050 la Commissione Eu- del numero delle vittime con un Bisogna cambiare la cosiddetta ropa ha elaborato il progetto Vi- meno 42%, mentre dal 2010 al cassetta degli attrezzi. 572 634 23.189 25.197 sion Zero, pensato nel lontano 2020 c’è stato un calo inferiore 1997 in Svezia e poi diventato pa- pari al 23%. Si tratta di un valore Se analizziamo questi dati ve- trimonio comune delle strategie più alto della media europea del diamo come si corra il rischio di per la sicurezza stradale che pe- 22%, ma con questo andamen- vedere confermato nel prossi- +99,1% riodicamente vengono adottate. to non si riuscirà a raggiungere mo futuro quanto si è verificato +100,2% Nel terzo pacchetto 2020-2030, i l’obiettivo di dimezzamento né nei dieci anni appena trascorsi: vari obiettivi sono considerati nel nel 2030 né nel 2050. Anzi le l’aumento dell’età delle vittime. 80 anni e oltre loro insieme come dei veri e pro- proiezioni al 2060 ci dicono che 422 840 7.987 15.690 pri step verso l’azzeramento di aumenteranno le persone over Come hanno messo in evidenza morti e feriti in incidenti stradali. 65 vittime della strada. tutti i più recenti rapporti annua- li di ACI – Istat: sono sempre più Facendo un po’ di calcoli con È evidente che non si tratta anziane le vittime della strada, quanto si è verificato fino ad oggi, di cambiare gli obiettivi ma un fenomeno legato all’invec- Fonte: Rielaborazione Unipolis su dati Istat vediamo che nel decennio prece- di cambiare gli strumenti per chiamento della popolazione dente 2001 – 2010 si era verifi- dare concretezza alla strategia italiana. cata una riduzione consistente di mobilità sicura e sostenibile. 28 Scenari 2060 Scenari 2060 29
capitolo 7 Nella Fig. 10 salta agli occhi in feriti. Al contrario, aumentano di In sintesi, le due fasce d’età 65 tutta la sua evidenza il fallimen- circa il 10% i morti e i feriti delle -79 e over 80 aumentano sia nei to delle strategie nazionali (ed persone che hanno tra i 65 e i 79 numeri assoluti sia nelle percen- europee). Infatti il numero dei anni. Per poi arrivare al raddop- tuali di incidenza sul totale delle morti in incidenti stradali nel pio dei decessi e delle persone vittime e dei feriti. 2060 è simile a quello del 2019, con lesioni fra chi ha 80 anni e Mentre, all’opposto, la fascia dei Le buone con un incremento di tre unità. oltre. In particolare quest’ulti- 15 – 29 anni presenta una dimi- Unico dato positivo la diminu- ma fascia d’età dal 2019 al 2060 nuzione delle vittime e dei feriti. zione del numero dei feriti. passa dal 13,5% al 26,4% come incidenza sul numero totale Le proiezioni del 2060 rappre- Per quel che riguarda le tre fa- delle vittime della strada. Un sentano un campanello d’allarme sce d’età considerate, vediamo fenomeno che coinvolge anche che oggi fa sentire forte il suo ru- pratiche un miglioramento dei giovani i feriti la cui incidenza sul totale more: qualcuno vuole ascoltarlo? tra i 15 e i 29 anni: diminuiscono passa dal 3,4% al 7,6%. circa del 14% sia i decessi che i Fausto Sacchelli della Project Manager di Fondazione Unipolis mobilità sostenibile 30 Scenari 2060 Le buone pratiche della mobilità sostenibile 31
Uno dei temi fondamentali per il futuro è quello Un altro esempio di buona pra- Non mancano le esperienze po- coltà per il bisogno di distanzia- dell’accessibilità, che riguarda prima di tutto bam- tica è quello di Amsterdam, che sitive anche in Italia, ne citiamo mento dei viaggiatori. bini e anziani, cioè le fasce più deboli che si trovano mezzo secolo fa aveva gli stessi solo alcune come esempio dei sulle strade. Purtroppo siamo tutti abituati a pen- problemi di traffico delle altre vari settori della mobilità so- C’è però un problema di base: sare con una mentalità autocentrica, per noi sono città europee, con gravi inciden- stenibile: dal tram di Firenze, mentre, per fare un solo esem- normali le strade e le piazze invase dalle automobili. ti stradali. Furono proprio questi che ha avuto un successo ben pio, nei Paesi Bassi il modello di Non era così al tempo dei nostri nonni, fino almeno a far nascere forti movimenti di superiore alle aspettative, al Amsterdam non è il solo e tutto agli anni ’50 del Novecento. E non è normale che sia protesta, con la richiesta di limi- progetto Metromare a Rimini, il paese risulta “amico” delle così oggi. Intervenire sulla strada è possibile, per ti di velocità urbani per le auto, un corridoio dedicato soltanto biciclette e adatto agli sposta- garantire una maggiore sicurezza a tutti in parti- di piste ciclabili e più attenzione al trasporto pubblico con filo- menti su piste apposite, in altri colare a ragazzi e anziani, per dare spazio ai pedoni, verso ciclisti e pedoni. bus elettrici, in modo che sia più Stati, fra cui l’Italia, non esi- per rendere ciclabili le città. veloce e competitivo rispetto stono politiche della mobilità Quando arrivò la crisi petrolife- alle auto, oltre che molto meno sostenibile a livello nazionale. Esistono alcuni esempi che ci introducono in uno ra del 1973, si comprese che era inquinante. A Pesaro si è svilup- Le buone pratiche sono il frutto scenario diverso, che sarebbe applicabile ovunque indispensabile un ritorno alla pata la “bicipolitana”, una se- di buone amministrazioni locali, se si ragionasse in modo tale da mettere al centro bicicletta. Furono dunque co- rie di linee di accesso alla città ma basta che cambi un sindaco il pedone e non il veicolo a motore. struite corsie per bici separate percorribili in bicicletta e non per tornare indietro nei provve- dal traffico motorizzato, che in auto; a Palermo sono molto dimenti per la mobilità. Qualche esempio chiarisce cosa si può fare e cosa è In fondo, i Piani urbani della mobilità servono a sono divenute con il tempo vere cresciute le pedonalizzazioni, stato fatto. Intanto si può ricordare la “demotoriz- poco, sono cose tecniche, quello che serve sono i e proprie reti di piste ciclabili. Il a partire da via Maqueda, la cui Occorre un governo nazionale, zazione” di Zermatt, dove si arriva soltanto in tre- progetti politici coraggiosi. A Pontevedra non c’è numero di biciclette e il loro uso chiusura al traffico nelle ore meglio ancora europeo, che pos- no. Qui, sulle pendici svizzere del monte Cervino, a più inquinamento acustico, le emissioni di inquinan- sono sempre aumentati, gli inci- diurne è cominciata nel 2014. In- sa dare input concreti, con nor- 1.620 metri sul livello del mare, la chiusura al traffi- ti e gas serra sono scese del 70% e la città con il suo denti mortali sono diminuiti. fine, si può citare un’innovativa mative e finanziamenti, tali da co del paese risale addirittura al 1961. Le automobili Comune stanno ben al di sotto di tutti i limiti pre- esperienza ferroviaria, quella cambiare lo scenario della mobi- private devono essere posteggiate a Täsch, 6 km a visti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Non Negli ultimi anni, Amsterdam dell’Alto Adige, dove è stata lità e migliorare la vita cittadina valle, dove si trova un parcheggio coperto da 2.100 lontana da Santiago de Compostela, Pontevedra è ha poi cominciato a rendere creata una rete di trasporto con azzeramento degli incidenti, posti; da qui un treno pendolare porta a Zermatt una città di 84.000 abitanti non turistica, ma gra- pedonale il centro della città, mettendo insieme orari e tarif- modo di muoversi più sostenibi- con una frequenza di 20 minuti. L’accessibilità in pa- zie a questo progetto urbano, che è andato avanti togliendo parcheggi, così come fe di treni, bus urbani, pullman le, aria migliore da respirare. ese è assicurata tramite piccoli veicoli elettrici, per gradualmente in due decenni, ha sviluppato nell’ul- hanno fatto Oslo e Stoccolma, e extraurbani e persino funivie e persone e merci. timo periodo il turismo familiare, perché i genitori diverse altre città dei paesi del cabinovie, nonché piste ciclabili possono lasciare liberi i bambini nelle strade e nelle nord. Ma non solo, anche Bar- parallele a tutte le ferrovie. Atlro esempio di rilievo è la città spagnola di Pon- cellona è andata molto avanti, Stefano piazze, mentre gli anziani si possono spostare in tevedra, in Galizia, dove a partire dal 2000 sono completa sicurezza. creando blocchi in cui ha tolto Altre iniziative si sono concre- state attuate costanti misure per l’eliminazione il traffico di attraversamento, tizzate durante il periodo di mo- delle barriere architettoniche, per la riduzione del Ma come hanno fatto? Semplice, hanno creato cor- consentendo l’accesso motoriz- bilità di emergenza dovuta alla Maggi traffico e della velocità, per le pedonalizzazioni, per sie per auto strette, marciapiedi larghi, strade con zato ai soli residenti, ma a velo- pandemia da Covid-19, esten- i percorsi sicuri casa-scuola. In pratica, la città è sensi unici a labirinto, circa 850 attraversamenti cità di 10 km/h, riqualificando dendo le piste ciclabili e incenti- Docente stata riconvertita, mettendo in primo piano le per- pedonali rialzati, semafori che fanno scattare il ver- inoltre lo spazio per renderlo vando la mobilità con piccoli vei- Università di Siena sone e non le automobili. Quello di Pontevedra non de pedonale dopo pochi secondi da quando si pre- vivibile dalle persone, con inse- coli elettrici come i monopattini, è stato un progetto di mobilità, è stato un progetto mono, il tempo di far vedere il giallo e il rosso alle rimento di alberi e arredo urba- anche per sopperire ai problemi di città. automobili. no, con colorazione dell’asfalto. del trasporto pubblico, in diffi- L’amministrazione comunale è rimasta in carica per venti anni, poiché la popolazione è contenta della vivibilità, dei grandi spazi verdi, delle piazze e dei marciapiedi con panchine per socializzare. 32 Le buone pratiche della mobilità sostenibile Le buone pratiche della mobilità sostenibile 33
capitolo 8 Un nuovo stile di vita Nel pensare alla mobilità del futuro il mio pri- mo pensiero è stato sull’impatto che questa oggi ha sul Pianeta. Alcune proposte politiche Giovani Le nuove strade sono state fatte, penso al bonus monopattini e biciclette, ma ancora la strada è lunga. A fine della tecnologia marzo 2021 si sono riuniti diversi esperti del settore per discutere e affrontare il tema del- Viviamo in un mondo che evolve costante- la mobilità urbana e come renderla migliore e mente, e la tecnologia può garantirci nuove e sostenibile e questo non può che evidenziare appunti inedite possibilità. Anche per quanto riguarda come si stia effettivamente pensando a solu- la mobilità del futuro. Basti considerare gli zioni nuove e efficaci. avanzamenti tecnologici che vogliono otti- Immagino la mobilità del futuro come qualco- mizzare la mobilità urbana al fine di renderla sa che incentivi uno stile di vita attivo, proprio più sostenibile ed efficiente. in questi giorni, infatti, sono usciti i dati che dimostrano come moltissimi italiani, soprat- Realtà aumentata, intelligenza artificiale tutto giovani, vivano una vita cronicamente di futuro che permette la guida autonoma e non solo, sedentaria. Disincentivare l’uso dei mezzi a big data che consentono di analizzare i flussi motore quindi, non solo aiuterebbe a ridurre delle persone all’interno di un ambiente per la sedentarietà, ma renderebbe migliore an- poi andare ad attuare misure che rendono la che l’ambiente, che solo per l’inquinamento mobilità più sicura e sostenibile. provoca circa 80.000 morti/anno. La spe- ranza è quindi che, mentre si pensa a come Ovviamente ci possono essere diversi pareri, rendere più sostenibile la mobilità e a come fidarsi completamente della tecnologia così sensibilizzare sulla sicurezza stradale giovani avanzata può risultare difficile. e meno giovani, al centro di ogni azione ci sia sempre la persona umana. Per quanto mi riguarda, anche se siamo agli inizi, voglio avere fiducia nelle applicazioni delle tecnologie digitali per la mobilità del Federico futuro. Purtroppo, però anche questo è solo Brignacca Dopo i dati, i commenti, le buone Cosa si aspettano e come pen- un possibile scenario e non dobbiamo affidar- Co-coordinatore GdL Organizzazioni pratiche fin qui svolte…i diretti sano possa evolvere in quanto ci solo a questo, ma sicuramente possiamo Giovanili ASviS – Alleanza Italiana per interessati, i ragazzi e le ragaz- effetto di azioni che andrebbero costruire un piano per affrontare i problemi lo Sviluppo Sostenibile ze che avranno sessant’anni e messe in atto. della mobilità, tenendo in conto le sfide e le più nel 2060…cosa pensano? opportunità del nostro mondo. Che intenzioni hanno? Abbiamo Una discussione appena aperta, chiesto ai giovani che partecipa- ma che già qui trova elementi no ai gruppi di lavoro di ASviS e stimolanti dai quali partire. Maria Vittoria agli studenti che sono coinvol- ti nel progetto O.R.A. - Open Dalla Rosa Prati Road Alliance di raccontarci New Wafe Plef, co-coordinatrice GdL Organizzazioni Giovanili ASviS – Alleanza come sarà secondo loro la mobi- Italiana per lo Sviluppo Sostenibile lità del 2060. 34 Giovani appunti di futuro Giovani appunti di futuro 35
La mobilità Nel nostro futuro del futuro più sicura Nel nostro futuro vediamo persone più responsabili e consapevoli dei pericoli che si posso- Parole e Pensieri no incontrare per le strade. Questo anche grazie all’informazione e alla sensibilizzazione che Alla luce dei dati che ho analizzato, sono sulla mobilità si sta facendo verso di noi, ragazzi di oggi. Immaginiamo un mondo green ed ecosostenibile. giunta a formulare alcune idee per rendere Immaginiamo una città con meno automobili e con la maggior parte di esse elettriche, dunque la mobilità del futuro più sicura. Le vittime di ecosostenibili e, chissà, anche alimentate da nuove fonti di energia. Noi dobbiamo impegnarci incidenti stradali, secondo questa ricerca, au- Diversi studi hanno già confermato dei cam- in prima persona per raggiungere questi obiettivi. menteranno tra gli anziani entro il 2060: per biamenti incisivi per l’Italia entro i prossimi evitare che ciò accada un semplice rinnovo dieci anni. Aumento della densità demogra- Per evitare di essere insicuri quando avremo 60 anni, pensiamo che le persone debbano poter della patente (con controllo dei riflessi ecc.) fica, mezzi di trasporto autonomi ed ecoso- guidare soltanto fino ad una certa età, che sarà stabilita per tutti (ad esempio 75 anni). Rite- non basta; secondo me sarebbe più opportu- stenibili, sono solo alcune delle dinamiche niamo che dopo questo limite di età, a causa del naturale invecchiamento, i riflessi ed alcune no indicare un’età massima per poter guidare previste. Ma sicuramente, la tematica più funzioni fisiche e mentali risultino più lenti e possano mettere in pericolo sé stessi e gli altri. (quando il livello di attenzione e i riflessi sono importante che influenzerà il futuro, è la so- Pensiamo anche che i ragazzi non debbano prendere la patente di guida e il patentino sino al ancora buoni) e promuovere l’uso dei mezzi stenibilità ambientale, e l’impatto che essa raggiungimento della maggiore età. Il patentino o la patente concessi a ragazzi troppo giova- pubblici in modo che si possa continuare a ha/avrà. Attraverso un ampio confronto con ni, potrebbero essere causa di problemi per tutti, anche per chi è più anziano. spostarsi e a mantenere la propria autono- i ragazzi della 4Ag, sono emerse proposte, mia. Chiaramente questo provvedimento do- speranze ed obiettivi per il futuro, il nostro vrebbe essere attuato solo nei confronti di futuro. Molti sono fiduciosi per i cambiamenti Classe 4^D Liceo “R. Cottini” - Torino persone che hanno una età che ricopre la fa- riguardanti le stesse auto che percorreranno scia tra i 75 e gli 80 anni. Poi sarebbe necessa- le nostre strade, che i veicoli attuali possano rio promuovere maggiormente la costruzione essere sostituiti da altri più tollerabili; sicura- di “auto intelligenti” ovvero di veicoli che sia- mente autonomi ed elettrici, limitando l’emis- no in grado di rilevare quando il conducente sione di monossido di carbonio e di ossido di ha un attacco di sonno e di emettere un suo- zolfo. Altri invece si sono concentrati sul ri- no per risvegliarlo e che nello stesso tempo spetto della strada e dell’impatto che essa ha abbiano la capacità di guidare il veicolo sulla sulla natura, evitando di deturpare la strada con rifiuti; nel miglioramento della coabita- La mobilità del futuro giusta corsia per evitare di invadere la corsia opposta. Per evitare che persone che hanno zione tra automobili, biciclette e pedoni in sin- bevuto si mettano alla guida, sarebbe op- tonia, attraverso l’incremento di piste ciclabili L’argomento riguardante la mobilità del futuro è un tema molto caro a noi ragazzi poiché sia- portuno che si aumentassero i controlli non e l’utilizzo di monopattini elettrici e trasporti mo proprio noi a doverci preoccupare del futuro e del mondo in cui viviamo, prendendocene solo sulle strade (anche con l’ausilio di nuove pubblici. L’aspetto su cui tutti sembrano esse- cura. È importante tenere in considerazione gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e, in parti- tecnologie), ma anche nei locali. Spero che re in maggior accordo però, è la conoscenza colar modo l’Obiettivo 11 “Città e comunità sostenibili”, un passo avanti per trattare e attuare lo nel 2060 gli attuali 20enni siano pienamente che i cittadini hanno della strada, e dalla loro sviluppo sostenibile con maggior RESPONSABILITÀ. Per salvare la mobilità del futuro ritengo consapevoli dei danni che si possono provo- impronta ecologica sulla nostra penisola. È che sia utile introdurre un sistema di trasporti pubblici sicuri, sostenibili ed efficaci e acces- care per una scelta sbagliata o avventata; e quindi doveroso informare i cittadini dell’im- sibili per tutti, anche per coloro che sono più vulnerabili (anziani, bambini). In questo modo si si sia riusciti a far comprendere l’importanza portanza del rispetto comune e della strada, eviterebbe di effettuare brevi spostamenti con macchine che sono veicoli maggiormente in- di usare le auto soltanto quando necessario e prima di imporre cambiamenti. quinanti e incentivare maggiormente l’uso di biciclette con più piste ciclabili, un mezzo como- con responsabilità (a tal proposito si potreb- do, non inquinante e utile. Importante sarebbe sostituire le macchine a benzina e gasolio, con be pensare di far seguire periodicamente le- macchine elettriche. Tutto questo potrà davvero realizzarsi solo se ognuno di noi cambiasse zioni di educazione stradale a chiunque usi un Classe 4^AG IISS le proprie abitudini, il proprio stile di vita, guardando al mondo e al futuro con maggior respon- sabilità, coinvolgendo più settori per raggiungere gli obiettivi a cui si aspira per una vita più veicolo). “Mons. A. Bello” dignitosa, sicuramente più sostenibile e sana. Molfetta (Bari) Stefany Attila Francesca Corriero 36 Giovani appunti di futuro Giovani appunti di futuro 37
Per salvare la mobilità del futuro Per salvare la mobilità del futuro, io oggi proporrei di raggiungere alcuni miei obiettivi, che in realtà accomunano un po’ tutti. Uno fra i primi è quello di utilizzare molto meno auto o moto- veicoli personali se la meta da raggiungere è vicina: è preferibile andare in autobus, così da ridurre anche l’inquinamento atmosferico dato dalla benzina, preferibile andare in bici, a piedi La mobilità nel 2060 o anche con i nuovi monopattini elettrici, sin da ora abbastanza diffusi. Il Progetto O.R.A. mi ha fatto riflettere sugli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, e in particola- Grazie all’introduzione delle nuove tecnologie che rendono possibili numerose trasformazioni re sull’Obiettivo 11: “Città e comunità sostenibili” per trattare e attuare uno sviluppo sostenibile e innovazioni, io immagino la mobilità del futuro, in gran parte, caratterizzata da auto a energia con maggiore responsabilità. Mentre immaginavo la mobilità nel 2060 mi è tornata in mente elettrica, fatte con materiale sostenibile (ad esempio vetri in policarbonato che garantiscono la canzone di Lucio Dalla “Il Motore del 2000”. Il cantautore bolognese già immaginava nel 1976 un minor spreco di energia), semafori e lampioni capaci di autoregolarsi, biciclette fatte con un miglioramento delle condizioni ambientali dovuto ad un rivoluzionario motore “delicato” e materiale riciclato, così da essere più leggere e piacevoli a portarle… con “lo scarico calibrato ed un odore che non inquina”. La mobilità del 2060 la vedrei assicu- rata dall’uso esclusivo di veicoli elettrici, con motori a zero emissioni, così come profetizzato Io credo che la soluzione alla mobilità non sia solo individuale, ma anche collettiva, poiché bi- da Dalla. Penserei, inoltre, non ad uno sviluppo della mobilità collettiva bensì ad uno sviluppo sogna aprirsi alle nuove tecnologie e alle innovazioni, poiché la qualità dell’aria, della vita e smart della mobilità singola, dove il mezzo di locomozione sarà interconnesso alla rete, guida- della salute riguardano tutti e non solo il singolo. to da intelligenza artificiale, con un netto calo della possibilità di fare incidenti. Immagino una rete stradale piena di sensori che comunicano alle auto in transito la velocità da mantenere, gli ostacoli, come mantenere la propria corsia e la distanza dal veicolo che precede, di accele- Silvia Arberio rare e decelerare all’occorrenza a seconda delle condizioni di viabilità. E in queste auto del fu- turo i passeggeri si accomoderanno come in un salotto, potranno liberamente parlare tra loro, telefonare, leggere o ascoltare le notizie senza doversi preoccupare della strada e della guida. Infatti, a queste auto interconnesse basterà comunicare la destinazione e, loro stesse, in tutta autonomia, calcoleranno il percorso tenendo conto della viabilità, si collegheranno al sistema di gestione del traffico e ci condurranno a destinazione senza che noi ci preoccupiamo della La mobilità nel futuro sarà guida. I presupposti, per tale sviluppo oggi già sono in corso, si pensi alle auto a guida assistita e agli esperimenti in corso per la realizzazione di auto a guida autonoma. Questa tipologia di completamente diversa da quella attuale guida e di servizio offerto dalla tecnologia, oggi allo studio e in fase di prototipi, e che certa- mente fra 40 anni diventeranno una realtà, sarà certamente utile sia ai futuri giovani, che alle La mobilità nel futuro sarà completamente diversa da quella attuale a seguito di una serie di persone più attempate, ossia a noi sessantenni e, magari, con l’allungarsi della vita anche ai considerazioni: nostri genitori o fratelli maggiori che nel 2060 saranno nella fascia di età tra i 70 e gli 80 anni 1. Automazione dei mezzi di trasporto e controllo traffico e spostamenti mediante umanoidi o più. Ai giovani, permetterà di tornare dalle discoteche in tutta sicurezza il sabato sera; a noi, 2. Controllo del territorio tramite droni e possibilità individuale del loro utilizzo futuri sessantenni, permetterà di godersi un viaggio in tutta tranquillità, come su un mezzo di 3. Mobilità tramite dispositivi aerei individuali trasporto pubblico, condotti dalla nostra “smart auto”; ai futuri ottantenni, magari con qualche 4. Droni per il trasporto merci acciacco, permetterà di muoversi in autonomia, come se fossero accompagnati. Bisogna sa- 5. Necessità di regolamentare il traffico aereo mediante un nuovo codice normativo per sognare in grande e accettare ogni piccola conquista che porterà alla loro realizzazione. 6. Treni solo ad alta velocità comunque non confrontabili con gli attuali 7. Maggiore presenza di dispositivi elettrici individuali Chiara Giorgio Quindi la sicurezza personale su strada e aerea con tale premessa sarà garantita da codici stradali e aerei completamente rivisitati ed una educazione mirata al rispetto degli altri e del territorio che modifichi stili di vita attuali incompatibili con la realtà del 2060. Classe 4G ITIS “A. Volta” - Napoli 38 Giovani appunti di futuro Giovani appunti di futuro 39
Puoi anche leggere