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PORTOGALLO A cura di: Ambasciata d'Italia - PORTOGALLO Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese dgsp1@esteri.it Con la collaborazione di: Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE Camere di Commercio italiane all'estero ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo www.infomercatiesteri.it
INDICE PERCHE' Perchè PORTOGALLO Dati generali Dove investire Cosa vendere OUTLOOK POLITICO Politica interna Relazioni internazionali OUTLOOK ECONOMICO Quadro macroeconomico Politica economica Indicatori macroeconomici Tasso di cambio Bilancia commerciale Saldi e riserve internazionali Investimenti - Stock Investimenti - Flussi Materie prime Barriere tariffarie e non tariffarie COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica Indici di Apertura al commercio internazionale Fattori maggiormente problematici per fare business Business Cost Indice Doing Business ACCESSO AL CREDITO Accesso al credito RISCHI Rischi politici Rischi economici Rischi operativi RAPPORTI CON L'ITALIA Overview Scambi commerciali Investimenti con l'Italia - Stock Investimenti con l'Italia - Flussi TURISMO SCHEDA TURISMO PORTOGALLO FLUSSI TURISTICI: ITALIA VERSO PORTOGALLO FLUSSI TURISTICI: PORTOGALLO VERSO L'ITALIA PORTOGALLO
PERCHE' PERCHÈ PORTOGALLO Il Portogallo come piattaforma privilegiata per la penetrazione nei mercati lusofoni Appetibilità e vantaggi competitivi del brand Italia Effetti legati alla razionalizzazione del mercato e collaborazioni industriali in settori ad elevato contenuto tecnologico Ripresa economica Business climate favorevole Il Portogallo come piattaforma I legami storici, linguistici, economici e socioculturali tra il Portogallo ed i Paesi dell'Africa privilegiata per la penetrazione lusofona possono in concreto rendere questo Paese una piattaforma privilegiata anche per le nei mercati lusofoni PMI italiane che intendano affacciarsi su mercati emergenti verso cui l'export portoghese sta registrando notevoli tassi di crescita su base annua ed un volume di dieci volte superiore alla performance esportativa dell'Italia verso gli stessi mercati. Appetibilità e vantaggi L'aumento della clientela internazionale (grazie in particolare ai flussi turistici provenienti da competitivi del brand Italia Brasile, Russia, Angola e Cina) e la costante propensione al consumo della classe più agiata della società portoghese, finora intaccata solo marginalmente dalla crisi finanziaria, hanno favorito l'insediamento di punti vendita dei principali brand nazionali nel settore della moda e del design. Da sottolineare, inoltre, il contributo che la crescente presenza della ristorazione italiana sta offrendo per la diffusione dei prodotti enogastronomici 'made in Italy'. Effetti legati alla La razionalizzazione del mercato determinata dalla crisi economica sta aprendo opportunità razionalizzazione del mercato e di espansione delle quote di mercato alle aziende con maggiore esperienza internazionale, collaborazioni industriali in come pure all'acquisizione di quote di partecipazione o di controllo di imprese locali o settori ad elevato contenuto all'avvio di collaborazioni industriali in settori tecnologicamente avanzati in cui il Portogallo ha tecnologico sviluppato un elevato grado di know how, come nel caso delle energie rinnovabili. Ripresa economica Dopo la conclusione nel 2014 del programma di assistenza finanziaria del Fondo Monetario Internazionale, il Portogallo ha potuto beneficiare di termini favorevoli nei mercati finanziari che hanno permesso la stabilizzazione dell'economia. La ripresa economica del Portogallo appare consolidata nel 2016, sostenuta principalmente dalle esportazioni e dal turismo in arrivo che continua a registrare un ottimo andamento. Business climate favorevole Pressione fiscale moderata rispetto alla media europea, presenza di incentivi fiscali per le imprese e creazione di start up. Programma di incentivi per la riabilitazione urbana. Buona diffusione della conoscenza di almeno una lingua straniera (prevalentemente inglese) negli ambienti imprenditoriali e nelle strutture statali dedicate alle imprese. Ultimo aggiornamento: 12/05/2017 ^Top^ DATI GENERALI Forma di stato REPUBBLICA PARLAMENTARE Superficie 92152 KMQ Lingua PORTOGHESE Religione CATTOLICA Moneta EURO Ultimo aggiornamento: 09/01/2014 ^Top^ PORTOGALLO 1
DOVE INVESTIRE Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) Servizi di informazione e comunicazione Prodotti tessili Articoli in gomma e materie plastiche Prodotti delle miniere e delle cave Energia elettrica, gas, vapore e Il Portogallo è un Paese attualmente privo di risorse energetiche di origine fossile (petrolio, aria condizionata (anche da fonti carbone e gas naturale); la sua struttura economica è pertanto condizionata dalla rinnovabili) dipendenza dall’importazione di energia primaria dall’estero, che, nel 2011, ha rappresentato l’80% delle risorse energetiche globali. La scarsa diversificazione delle fonti di approvvigionamento, associata alla scarsezza di risorse proprie ha determinato una vulnerabilità del sistema energetico nazionale rispetto alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime, determinando la necessità di una diversificazione energetica accentuata e tempestiva. Sotto questo profilo, anche in virtù delle particolari condizioni geomorfologiche del Paese iberico, nell’ultima legislatura il Governo ha puntato con decisione sulla diversificazione delle fonti di produzione, attraverso lo sviluppo ed il rafforzamento dello sfruttamento delle energie rinnovabili (eolico, solare, biomassa, geotermico, onde, microgenerazione fotovoltaica). Negli ultimi anni il Portogallo sta si è particolarmente impegnato nello sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Grazie ad un efficace piano di adeguamento alle Direttive Comunitarie adottate in materia, nel 2011 ben il 43,5% dell’energia elettrica consumata nel Paese lusitano proveniva da fonti rinnovabili. Il Portogallo continua dunque ad essere il terzo Paese della Unione Europea con la maggior incorporazione di energie rinnovabili nella produzione e nel consumo di energia elettrica. Alla fine del 2011 la potenza eolica installata raggiungeva i 4.410 MW, suddivisa per 222 parchi eolici e 2300 generatori distribuiti nel territorio continentale. A seguito del potenziamento avvenuto negli ultimi anni, nel 2011 le infrastrutture per la produzione di energia idroelettrica presenti nel Paese hanno raggiunto una capacità installata di 5.280 MW. Nel 2011 sono inoltre stati superati i 105 MW di potenza installata per la produzione di energia elettrica dall'utilizzo della biomassa, ampliando del 36% la capacità installata rispetto all'anno precedente e promuovendo un’articolazione tra risorse e potenziale forestale di ogni regione del Paese; alla fine del 2011 sono stati poi raggiunti i 155MW di potenza installata per la produzione di energia fotovoltaica. Negli ultimi anni è incrementata in maniera sensibile anche la produzione di biogas (40 MW nel 2011), mentre si è mantenuta costante la produzione di energia dalla valorizzazione dei rifiuti solidi urbani (88MW) Al largo delle coste portoghesi sono recentemente stati avviati alcuni progetti pilota per la produzione di energia elettrica attraverso lo sfruttamento del moto ondoso. Complessivamente, al termine del 2012 in Portogallo la potenza complessivamente installata per la produzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabili (FRE) è stata pari a 10900 MW. Servizi di informazione e Il buon livello delle Università tecniche portoghesi, la capacità di reprire tecnici specializzati a comunicazione costi relativamente contenuti e l'ottimo livello di infrastrutturazione tecnologica raggiunto dai principali centri del Paese hanno reso il Portogallo un target interessante per le PMI che intendano sviluppare servizi nel comparto delle telecomunicazioni. Lo testimonia, del resto, la circostanza che un numero crescente di piccole e medie imprese portoghesi ad alta specializzazione sviluppa soluzioni telematiche e servizi software che si stanno rivelando particolarmente competitive nei mercati internazionali. Gli incentivi economici all'innovazione ed all'installazione di imprese che integrano un elevata componente tecnologica rendono ulteriormente attrattiva l'installazione in territorio portoghese. Prodotti tessili Il Portogallo ha una lunga tradizione nel settore tessile e calzaturiero e dispone di manodopera altamente specializzata con costi tra i più bassi nell'ambito dell'Eurozona. Pur avendo ridotto il proprio peso nell'industria manifatturiera (nel 1977 il settore rappresentava da solo circa 1/3 del totale delle esportazioni portoghesi), il settore continua ad essere uno tra i più importanti nel panorama manifatturiero nazionale. In Portogallo hanno sede più di 7.000 imprese che operano direttamente o indirettamente nella lavorazione del tessile e nella produzione di abbigliamento, la stragrande maggioranza delle quali con una struttura piccola o media. Le imprese operanti in tale settore si localizzano prevalentemente nelle aree industriali del nord del Paese (Oporto, Braga, Guimaraes e Famaliçao), sebbene non manchino insediamenti industriali anche nella regione centrale (ad esempio il distretto industriale della lavorazione della lana insediato a Covilha). Recentemente, nel municipio di Famalição è stato inaugurato il Centro Tecnologico delle industrie tessili e dell'abbigliamento con l'obiettivo di favorire la diversificazione, l'innovazione tecnologica e l'affermazione del "Made in Portugal" nei mercati internazionali. Negli ultimi anni, il Portogallo ha consolidato la propria posizione di Paese produttore di calzature di qualità, registrando nel periodo 2005-2011 un tasso di crescita accumulata delle esportazioni superiori al 10% e dimostrando una buona capacita' di adattamento alle nuove condizioni di un mercato che soffre, in particolare, la concorrenza del 'made in China' e del made in Vietnam oltre che di altri Paesi con bassi costi di produzione (in particolare, India e Malesia). Articoli in gomma e materie L'industria portoghese degli stampi industriali ha raggiunto nell'ultimo decennio plastiche un'importanza di livello globale. La sua crescita è stata favortia dalla domanda internazionale PORTOGALLO 2
e dalla capacità di innovazione e di adattamento dei produttori nazionali, associata alla competitività economica e tecnologica delle produzioni. Nonostante l’economia del Portogallo sia relativamente piccola, il paese lusitano è uno dei più specializzati fabbricanti di stampi per materie plastiche al mondo, esportando il 90% della sua produzione. L’analisi della bilancia commerciale del settore dagli anni ’90 ad oggi mostra una forte vocazione esportatrice: nel 2008 il valore delle esportazioni ha raggiunto infatti i 343 milioni di Euro, ove la produzione totale è stata di 377 milioni di Euro, con vendite in 90 mercati paesi differenti. Prodotti delle miniere e delle Il Portogallo presenta una struttura geologica favorevole all’estrazione mineraria e una cave discreta tradizione industriale che attualmente garantisce circa 15.000 posti di lavoro. Sotto il profilo geologico, il territorio può essere suddiviso in due macro aree: il nord, con la regione Tras os Montes e del Minho, e la regione dell’Alentejo (Aljustrel, Grandola, Castro Verde) entrambe ricche di materie prime (rame, stagno, tungsteno e ferro). Nel quadro delle liberalizzazioni avviate durante gli anni ’90 è stata introdotta una legislazione favorevole all’espansione del settore minerario. Come diretta conseguenza, si è assistito a un boom delle esplorazioni alle quali presero parte numerose imprese europee, canadesi e australiane. Per quanto riguarda il settore delle cave, nel quale includiamo le rocce ornamentali e quelle industriali, si è assistito ad una rilevante crescita nell’ultimo ventennio collegata ad un incremento della domanda interna ed internazionale associata ad elevati standard di qualità delle materie prime ed all’incremento della produttività delle imprese. La regione dell’Alentejo è, ad oggi, il maggior centro di produzione delle rocce ornamentali in quanto vi si trovano le zone maggiormente estese di roccia marmorea e granitica. Ultimo aggiornamento: 09/01/2014 ^Top^ PORTOGALLO 3
COSA VENDERE Macchinari e apparecchiature Prodotti tessili Prodotti alimentari Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici Prodotti delle altre industrie manufatturiere Macchinari e apparecchiature Nel settore meccanico, che da solo ha rappresentato nel 2011 quasi il 20% del totale dell'export italiano verso il Portogallo, è possibile individuare i seguenti comparti di particolare interesse: Macchine Enologiche – Nel 2011 l'Italia, con una quota di mercato del 30,8%, rimane il principale fornitore del Portogallo di macchine enologiche. Al secondo posto si trova la Germania (quota del 21,5%), seguita al terzo posto dalla Spagna, con una quota del 18,1%. Segue la Francia con una quota del 10,9%. Macchine Lavorazione Legno - Le macchine lavorazione legno maggiormente importate in Portogallo sono quelle che effettuano la seconda lavorazione, in particolare la produzione di mobili (il 75% delle aziende del settore producono mobili in legno). Nel 2011, le importazioni di questi macchinari hanno registrato un calo (-2,3%) rispetto al 2010. La Germania rimane al primo posto come fornitore del Portogallo con una quota del 43,1%, seguita dall'Italia che si trova al secondo posto (quota del 25,4%), mentre nel 2010 era del 24,9%. Il terzo fornitore del Portogallo è la Spagna con una quota dell'11,9%, Al quarto e quinto posto si trovano rispettivamente l'Olanda (4,7%) e l'Austria (4,6%). Macchine per Conceria, Calzature e Pelletteria – Anche in questo settore dinamico dell'economia portoghese esiste una preferenza per i prodotti Made in Italy. Nel 2011, con un valore di circa 5,37 mln di euro (5,22 mln nel 2011), l'Italia si conferma leader del settore con una quota del 69,5%, mentre nel 2009 era del 64,1%. Segue a distanza la Germania (19,4%) e, con una quota decisamente più bassa, la Spagna (6%). Prodotti tessili Le importazioni portoghesi di materie tessili (fibre, filati, tessuti per abbigliamento e tessuti tecnici) hanno registrato un trend positivo negli ultimi anni, attestandosi nel 2011 sui 1.362 milioni di euro (+3,4% rispetto al 2010). L’Italia, secondo paese fornitore, ha ridotto le distanze dal suo principale concorrente, la Spagna. Infatti, la maggiore dinamicità dell’export italiano, che è cresciuto del 9,3% nel 2011 contro il 4,3% della Spagna, ha posizionato la nostra quota sul totale import al 17,5%, solo quattro decimi in meno rispetto a quella del paese iberico. Al terzo posto nella graduatoria dei fornitori si trova la Germania con 145 milioni di euro (+4,8% rispetto al 2010), seguita dall’India. L’analisi disaggregata per prodotti evidenzia che l’export italiano di materie tessili nel 2011 ha registrato andamenti positivi per tutti i sottosettori, segnando crescite a due cifre nelle esportazioni di fibre (24 mln €/+32,7%), filati (60 mln €/+22%) e tessuti tecnici (14,2 mln €/+19,3%). Soltanto, i tessuti per abbigliamento hanno limitato la loro crescita allo 0,7%, attestandosi sui 140 milioni di euro. L’andamento delle importazioni complessive portoghesi di materie tessili nel primo semestre del 2012 è stato negativo, segnando una flessione del 13,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale trend ha colpito tutti i principali fornitori ed, in particolare, l’India che ha registrato un calo del 41,7%. Prodotti alimentari Le importazioni portoghesi di prodotti agroalimentari e bevande hanno mantenuto negli ultimi anni un trend positivo con incrementi del 3,1% nel 2010 e del 10,6% nel 2011. I dati relativi al primo semestre del 2012 riflettono, invece, una flessione del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel ranking dei fornitori la Spagna mantiene una posizione di netto predominio con valori prossimi ai 3,7 miliardi di euro nel 2011. Da evidenziare, comunque, che la quota spagnola sul totale degli acquisti portoghesi in questo specifico settore è passata da circa il 45% del 2009 al 42,5% del 2011. Segue nella graduatoria la Francia con valori molto più ridotti ed un andamento leggermente declinante nel periodo 2009/2011. Al terzo posto si trovano i Paesi Bassi che, nel 2011, hanno superato la Germania segnando un aumento del 16% rispetto al 2010, trend che è stato mantenuto nel primo semestre del 2012. Per quanto riguarda le importazioni portoghesi di prodotti agroalimentari e bevande italiane è evidente che il peso dell’Italia tra i fornitori del mercato lusitano è ancora piuttosto ridotto e la performance delle vendite italiane, sebbene in costante crescita negli ultimi anni, rimane ridotta. La presenza di prodotti alimentari italiani in Portogallo dispone sicuramente di ottime potenzialità, nonostante la situazione economica del Paese lusitano e le prospettive macroeconomiche per il prossimo biennio suggeriscano margini di crescita molto limitati. Prodotti farmaceutici di base e Le importazioni portoghesi di prodotti farmaceutici hanno mantenuto un trend di crescita preparati farmaceutici medio di oltre il 5% nel periodo 2005-2010, registrando tuttavia una battuta d'arresto nel 2011, quando gli acquisti di prodotti dall'estero sono diminuiti del 2,5% rispetto all'anno PORTOGALLO 4
precedente, attestandosi su un valore prossimo ai 2,1 miliardi di Euro. Nel ranking dei principali Paesi fornitori, la Germania mantiene una posizione leader con volumi prossimi ai 400 milioni di Euro ed una quota pari al 20% sul totale dell'import lusitano. Al secondo posto si colloca la Spagna con 232 milioni di Euro. Seguono nella graduatoria la Francia e l'Irlanda con volumi di poco superiori ai 200 milioni di Euro, il Regno Unito (195 milioni) ed il Belgio (192 milioni). L'Italia, con un volume di esportazioni pari a 175 milioni di Euro, ha mantenuto il settimo posto tra i fornitori portoghesi. Negli ultimi anni il peso complessivo dei prodotti farmaceutici italiani è costantemente incrementato, raggiungendo, nel 2011, un tasso di crescita del 20%. Nello stesso anno, la quota di mercato detenuta dall'italia è salita dal 4,5% al 5%. Diverse anche le imprese farmaceutiche italiane che dispongono di una succursale in territorio portoghese. Tra le principali ricordiamo la Rottapharm, la Angelini, la Italfarmaco, la Zambon e la Menarini. Prodotti delle altre industrie Le importazioni portoghesi di gioielleria hanno subito nell’ultimo anno una contrazione (- manufatturiere 23,8%) passando dai 64,4 milioni di euro del 2010 ai 49,1 milioni di euro del 2011 a causa dell'acuirsi della crisi economica nel Paese. Nel ranking dei paesi fornitori del 2011, l'Italia ha recuperato la sua posizione di leader che era stato occupata dalla Danimarca nel 2010. Le vendite di gioielleria italiana nel mercato portoghese hanno mantenuto un trend decrescente negli ultimi anni che è stato particolarmente negativo nei primi sei mesi del 2012, periodo in cui le nostre esportazioni hanno registrato un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, i maggiori decrementi subiti dall’import totale hanno permesso al nostro Paese di incrementare la sua quota sul totale degli dell'import che, nel primo semestre del 2012, si è avvicinata al 36%. I principali concorrenti sono rappresentati dalla Spagna e dalla Danimarca seguite dalla Francia. Moderate prospettive di consolidamento delle posizioni sono tuttavia da ricollegarsi all'incremento della clientela straniera (specie proveniente dalle economie emergenti di lingua lusofona) nelle boutiques delle principali città portoghesi. Ultimo aggiornamento: 27/01/2013 ^Top^ PORTOGALLO 5
OUTLOOK POLITICO POLITICA INTERNA Il Portogallo è una democrazia parlamentare unicamerale. Il Presidente della Repubblica è Marcelo Rebelo de Sousa, ex primo ministro e ex leader del Partito Socialdemocratico (PSD), eletto per un quinquennio a gennaio 2016. L'attuale Governo di minoranza, entrato al potere dopo le elezioni generali dell'ottobre 2015, è guidato dal Partito socialista (PS) e sostenuto da una coalizione di sinistra senza precedenti: il Bloco de Esquerda (BE), il Partito Comunista portoghese (PCP) e i Verdi (PEV). Il partito di opposizione principale è il Partito Socialdemocratico (PSD), che è stato in carica dal 2011 al 2014, periodo caratterizzato da una grave recessione economica e da una severa politica di austerity. L’attuale Esecutivo, con a capo il socialista António Costa, ha consolidato il favore dell'elettorato con il suo programma "anti-austerità" che, pur nel rispetto degli impegni internazionali assunti per il risanamento del bilancio pubblico, ha focalizzato le sue priorità nel sostegno dei redditi dei cittadini, prevedendo il graduale ripristino degli stipendi ai livelli precedenti ai tagli, la rivalutazione delle pensioni e l’incremento degli aiuti a favore delle persone a rischio povertà, in un'azione di sostegno della ripresa della domanda interna e dell’occupazione. Il Governo, grazie ad una ripresa dell’economia nazionale ha guadagnato una maggiore stabilità politica e si prevede che concluderà il mandato nel 2019. Per il rilancio dell'economia il Governo ha puntato su esportazioni e turismo, che stanno dando entrambi ottimi risultati. La priorità del Paese resta quella di consolidare la ripresa, continuando a ridurre il deficit e proseguendo nel consolidamento di bilancio e nella riduzione del debito senza generare nuovi effetti recessivi. La prossima sfida del Governo prevede anche l'attuazione di politiche di decentralizzazione dei poteri politici e amministrativi, con l'obiettivo di ridurre lo sviluppo asimmetrico tra le aree urbane sviluppate e gli interni rurali. Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ RELAZIONI INTERNAZIONALI Il Portogallo e' membro della UE e di tutte le principali organizzazioni internazionali di carattere economico alle quali partecipa anche l'Italia (OMC, OCSE, FMI, OIL, ecc.). La politica estera portoghese poggia tradizionalmente su tre pilastri: atlantico, europeo e lusofono, con una particolare enfasi sulla diplomazia economica. I governi che si sono succeduti, sia di centro destra che socialisti hanno sempre sostenuto il processo di integrazione europea e nonostante qualche frangia della compagine di sinistra, la politica di Lisbona è lontana da una visione minimalista di euroscetticismo che nei momenti di debolezza e di crisi prende piede in ambito europeo. A livello regionale, si segnala l’interesse preminente del Portogallo per la sponda Sud del Mediterraneo, sia nel formato “Dialogo 5 + 5”, sia nel ruolo di sostegno all’Unione per il Mediterraneo. Essenziali sono poi i rapporti con gli USA, anche nell’ambito della difesa. Va ricordato in proposito la partecipazione portoghese alla missione internazionale di addestramento delle forze armate afgane cui si affianca il contributo di Lisbona all’adozione di sanzioni europee contro la Siria e l’Iran e il sostegno diplomatico offerto all’azione NATO in Libia. Per quanto riguarda i rapporti con l’Africa, predominante è l’interesse per i Paesi lusofoni. Con l’Angola, il Portogallo ha sviluppato una vera e propria “partnership strategica” che ha accompagnato il processo di pace, conclusosi sotto la sua mediazione nel 1991. Oggi il Paese, pur nell'alternarsi di fasi piú o meno favorevoli, rappresenta per il Portogallo un partner commerciale importante. Con il Mozambico, il Portogallo si è dedicato a progetti di cooperazione, accompagnati dalla creazione della banca di sviluppo luso-mozambicana. Sempre al fine di consolidare i rapporti con l’Africa lusofona, è stata inaugurata la nuova sede della CPLP (Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese) a Lisbona, e il riconoscimento della lingua portoghese, a livello internazionale, costituisce uno degli obiettivi prioritari della CPLP. Lisbona si muove con agilità anche sul fronte latino-americano. Con il Brasile condivide legami storici e culturali dovuti ad una lunga tradizione migratoria reciproca. Il Portogallo mira ad un maggiore interscambio economico e ad un rilancio degli investimenti brasiliani nel paese. Nell'ottica di una diversificazione dei mercati di sbocco per le proprie esportazioni, negli ultimi anni il Portogallo ha approfondito le relazioni economico-commerciali anche con la Colombia. Quanto all’Asia, notevole è lo sviluppo delle relazioni con la Cina. Dopo la visita di Stato da parte del Presidente Hu Jintao, nel novembre del 2010, sono stati firmati ben 13 accordi commerciali, e importanti sono gli investimenti cinesi realizzati ad oggi in Portogallo nei settori energia, assicurazioni e banche. Infine Lisbona mantiene una costante visibilità nell’ambito delle operazioni internazionali di pace sui vari scacchieri di crisi, dove è in favore dell'attivismo europeo nel campo della difesa. PORTOGALLO 6
Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ PORTOGALLO 7
OUTLOOK ECONOMICO QUADRO MACROECONOMICO Il 2017 è stato per il Portogallo un anno decisivo per il consolidamento della crescita economica, segnato dall’uscita ufficiale dalla procedura di deficit eccessivo. Nel 2017 la crescita del PIL ѐ stata del 2,7% e, secondo le previsioni della Banca Centrale del Portogallo in linea con quelle della BCE, il PIL continuerà a crescere nel prossimo triennio, anche se a ritmi meno sostenuti (2,3% nel 2018, 1,9% nel 2019 e 1,7% nel 2020). I motivi di questo rallentamento sono da ricondurre alla prevista contrazione del settore turistico, rispetto al notevole sviluppo dell’ultimo biennio, e delle esportazioni di beni e servizi, che, secondo le previsioni della Banca del Portogallo, registreranno negli anni 2018, 2019, 2020 un tasso di crescita rispettivamente del 7,2%, 4,8% e 4,2%. Sulla crescita registrata nel 2017 hanno influito l’aumento dei consumi privati (2,2%) e una contenuta ripresa della fiducia dei consumatori (0,5%), dopo il drastico calo registrato nel quarto trimestre del 2016 (-8,2%). Esportazioni ed importazioni hanno fornito un contributo rilevante, con un aumento rispettivamente dell’11,2% e del 10,9%. L’Unione Europea si conferma il maggiore mercato per l’interscambio commerciale con una quota sull’import del 76,2%, e del 74,1% sull’export. Il Portogallo ha anche registrato una ripresa nel commercio con i Paesi extra UE (export +14,8%; import +20,3%): i principali partner sono Cina, Russia e Brasile per le importazioni e Stati Uniti, Angola e Brasile per le esportazioni. L'Italia ѐ stabile al quarto posto tra i maggiori esportatori verso il Portogallo, con un incremento su base annuale dell’11,9%, preceduta da Spagna, Germania e Francia, mentre rappresenta il settimo partner come mercato di sbocco (preceduto da Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, USA, Paesi Bassi), con un aumento, sempre su base annuale, del 12,7%. Da segnalare anche la ripresa degli investimenti con un incremento del 9,1% nel 2017, e una previsione in positivo per i prossimi anni, seppur con andamento decrescente (6,5% nel 2018, 5,6% nel 2019 e 5,4% nel 2020). I flussi IDE in Portogallo hanno registrato un aumento pari al 3,2% del PIL, mentre gli investimenti diretti portoghesi all’estero sono diminuiti dell’1,1%. Un altro importante risultato riguarda il tasso di disoccupazione, attestatosi nel 2017 all’8,9%, al di sotto della media dell’area Euro (9,1%). Lo scorso anno il tasso di inflazione registrato ѐ stato dell’1,6%: per il futuro, è prevista una diminuzione nel 2018 (1,2%) e un nuovo aumento nel 2019 e 2020 (rispettivamente 1,4% e 1,5%). Il debito pubblico ѐ diminuito oltre le aspettative degli organismi internazionali, raggiungendo nello scorso anno il 126,2% del PIL. Fonte: Ambasciata d’Italia su dati INE, BdP, Eurostat, FMI Ultimo aggiornamento: 07/06/2018 ^Top^ POLITICA ECONOMICA Il Primo Ministro António Costa ha presentato il suo Programma di Governo come un’alternativa all'austerità che ha caratterizzato la precedente legislatura e ha al contempo assicurato che il suo esecutivo intende rispettare pienamente gli impegni assunti a livello internazionale, in particolare in ambito UE, dal Portogallo. A fine marzo, Costa ha illustrato il Programma Nazionale di Riforme, documento strategico che presenta le principali linee di azione dell’esecutivo per conseguire l’obiettivo delle riforme strutturali considerate necessarie per il Paese. Il Governo intende attuare un programma basato su sei pilastri strategici: 1. Sostegno alla qualificazione e alla formazione accademica e professionale nel mercato del lavoro; 2. Promozione dell’innovazione nell’economia; 3. Valorizzazione del territorio; 4. Modernizzazione dello Stato; 5. Capitalizzazione delle imprese; 6. Rafforzamento della coesione e dell’eguaglianza sociale. In merito al primo punto, l’esecutivo mira a ridurre i tassi di insuccesso e abbandono scolastico, innovare il sistema di istruzione e garantire una formazione continua anche alle persone già inserite nel mercato del lavoro. In tema di innovazione dell’economia le direttive riguardano investimenti in Ricerca e Sviluppo, diversificazioni delle esportazioni e PORTOGALLO 8
promozione dell’imprenditorialità, sostenendo, anche attraverso agevolazioni fiscali, le nuove forme imprenditoriali che si stanno sviluppando nel Paese (start-up). In tema di valorizzazione del territorio e delle risorse naturali Costa ha sottolineato il ruolo dell’economia del mare come risorsa di primaria importanza, la mobilità sostenibile, da conseguire mediante l’ampliamento e la riqualificazione della rete ferroviaria e portuale, nonché la promozione di città “sostenibili e intelligenti” attraverso interventi di riabilitazione urbana e di risparmio energetico a livello privato e pubblico. In tal senso un altro impegno è quello di ridurre del 25% il consumo di energia primaria in ogni settore economico. Per quanto riguarda la modernizzazione dello Stato, il Primo Ministro ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione in ambito legislativo e amministrativo, al fine di creare condizioni più favorevoli per le imprese. Si attribuisce importanza, inoltre, alla riduzione delle cause pendenti nel settore civile. L’intervento a sostegno della capitalizzazione delle imprese è stato presentato come una delle strategie principali per il rilancio della crescita economica del Paese. I problemi di capitalizzazione costituiscono, infatti, uno dei maggiori ostacoli agli investimenti. L’esecutivo si propone quindi di utilizzare 2,78 mld di Euro a favore delle imprese, nel quadro dell’Accordo Portugal 2020 concluso con la Commissione Europea, e di avvalersi dei finanziamenti previsti dal piano Juncker per gli investimenti (2 mld di Euro). Il Governo aveva già annunciato, inoltre, la creazione di una task force, con la partecipazione delle parti sociali, con lo scopo di proporre misure concrete quali la creazione di un fondo per la capitalizzazione ed il sostegno agli investimenti delle imprese, il rafforzamento del ruolo del mercato dei capitali nel finanziamento delle piccole e medie imprese, lo sviluppo di meccanismi di conversione del debito in titoli azionari o di riduzione del debito per le imprese considerate economicamente sane. Infine, il premier ha riaffermato la volontà del governo di rafforzare la coesione e l’uguaglianza sociale, aumentando gradualmente i redditi a partire dalle fasce di popolazione a rischio povertà e promuovendo l’inclusione e l’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie. Ultimo aggiornamento: 17/05/2016 ^Top^ PORTOGALLO 9
INDICATORI MACROECONOMICI 2012 2013 2014 2015 2016 2017 PIL Nominale (mln €) 165 170 173,4 179,8 185 193 Variazione del PIL reale (%) -3 -1,1 0,9 1,8 1,6 2,7 Popolazione (mln) 10,5 10,5 10,4 10,4 10,3 10,3 PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $) 25,36 27,82 28,76 29,48 30,6 32,15 Disoccupazione (%) 15,7 16,2 13,9 12,4 11 8,9 Debito pubblico (% PIL) 124 129 130,2 128,8 130,1 126,2 Inflazione (%) 2,8 0,4 -0,2 0,5 0,6 1,6 Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%) -11,32 1,9 6,4 3,2 1,3 10,9 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati GEE e EIU. Ultimo aggiornamento: 07/06/2018 ^Top^ TASSO DI CAMBIO Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia PORTOGALLO 10
BILANCIA COMMERCIALE EXPORT Export 2015 2016 2017 Previsioni di crescita 2018 Previsioni di crescita 2019 Totale 49.842,04 mln. € nd mln. € nd mln. € nd % nd % PRINCIPALI DESTINATARI 2015 (mln. €) 2016 (mln. €) 2017 (mln. €) SPAGNA 12.466,14 nd nd nd nd FRANCIA 6.045,02 nd nd nd nd GERMANIA 5.887,02 nd nd nd nd Italia Position:8 1.592,03 Italia Position:nd nd Italia Position:nd nd Merci (mln. €) 2015 2016 2017 Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 1.327,08 Prodotti delle miniere e delle cave 567,67 Prodotti alimentari 3.353,86 Bevande 1.064,11 Tabacco 645,84 Prodotti tessili 1.777,44 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 2.932,12 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 2.118,99 Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 1.457,65 Carta e prodotti in carta 2.395,67 Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati 6,82 Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 3.512,19 Prodotti chimici 2.823,05 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 944,12 Articoli in gomma e materie plastiche 2.846,07 Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 1.890,48 Prodotti della metallurgia 1.861,34 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 2.629,36 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 1.981,56 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 2.705,88 Macchinari e apparecchiature 2.246,06 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 5.429,17 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) 1.109,57 Mobili 972,66 Prodotti delle altre industrie manufatturiere 518,76 Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) 110,83 Altri prodotti e attività 613,7 Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i totali, nonché per i dati relativi ai principali partner. PORTOGALLO 11
IMPORT Import 2015 2016 2017 Previsioni di crescita 2018 Previsioni di crescita 2019 Totale 60.201,55 mln. € nd mln. € nd mln. € nd % nd % PRINCIPALI FORNITORI 2015 (mln. €) 2016 (mln. €) 2017 (mln. €) SPAGNA 19.791,73 nd nd nd nd GERMANIA 7.746,49 nd nd nd nd FRANCIA 4.443,68 nd nd nd nd Italia Posizione: 4 3.248,57 Italia Posizione: nd nd Italia Posizione: nd nd Merci (mln. €) 2015 2016 2017 Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 3.349,65 Prodotti delle miniere e delle cave 6.463,15 Prodotti alimentari 5.737,45 Bevande 398,8 Tabacco 154,05 Prodotti tessili 1.609,03 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 1.975,54 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 1.444,55 Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 549,11 Carta e prodotti in carta 1.237,81 Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati 8,83 Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 1.346,85 Prodotti chimici 6.019,7 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 2.549,48 Articoli in gomma e materie plastiche 1.905,84 Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 716,2 Prodotti della metallurgia 3.102,59 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 1.471,25 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 4.080,73 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 2.214,25 Macchinari e apparecchiature 3.544,49 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 6.918,15 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) 1.032,59 Mobili 350,37 Prodotti delle altre industrie manufatturiere 1.203,04 Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) 234,9 Altri prodotti e attività 583,12 Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i totali, nonché per i dati relativi ai principali partner. OSSERVAZIONI PORTOGALLO 12
SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI 2011 2012 2013 Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €) -13.248 -7.644 -5.070 Saldo dei Servizi (mln. €) 7.770 9.048 9.204 Saldo dei Redditi (mln. €) -8.640 -7.254 -7.566 Saldo dei Trasferimenti correnti (mln. €) 3.204 2.574 2.574 Saldo delle partite correnti (mln. €) -11.080 -3.354 -858 Riserve internazionali (mln. €) 16.490 18.650 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e Banca del Portogallo Ultimo aggiornamento: 25/01/2013 ^Top^ PORTOGALLO 13
INVESTIMENTI - STOCK STOCK DI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI DEL PAESE: PORTOGALLO (OUTWARD) Stock 2014 2015 2016 2017 Previsioni 2018 Previsioni 2019 di investimenti diretti esteri del paese: PORTOGALLO (Outward) Totale (mln € e var. %) 50.050,96 mln. € 58.385,84 mln. € mln. € mln. € nd % nd % PRINCIPALI DESTINATARI 2014 (mln. €) 2015 (mln. €) 2016 (mln. €) 2017 (mln. €) PAESI BASSI 14.501,16 PAESI BASSI 23.076,92 SPAGNA 8.864,01 SPAGNA 9.676,4 ANGOLA 3.956,42 ANGOLA 4.052,63 Italia Position:9 1.227,36 Italia Position:8 1.241,06 Italia Position:nd nd Italia Position:nd nd Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banco de Portugal PORTOGALLO 14
STOCK DI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI NEL PAESE: PORTOGALLO (INWARD) Stock 2014 2015 2016 2017 Previsioni 2018 Previsioni 2019 di investimenti diretti esteri nel paese: PORTOGALLO (Inward) Totale (mln € e var. %) 97.947,19 mln. € 104.914,49 mln. € mln. € mln. € nd % nd % PRINCIPALI INVESTITORI 2014 2015 2016 2017 SPAGNA 24.563,32 PAESI BASSI 26.148,89 PAESI BASSI 24.005,39 SPAGNA 23.741,64 LUSSEMBURGO 13.465,36 LUSSEMBURGO 19.424,84 Italia Position:14 896,02 Italia Position:16 860,36 Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banco de Portugal OSSERVAZIONI PORTOGALLO 15
INVESTIMENTI - FLUSSI PORTOGALLO 16
OSSERVAZIONI PORTOGALLO 17
MATERIE PRIME MATERIE PRIME Materia Unità 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 RAME migliaia di tonnellate 308 310 0 0 0 ROCCE ORNAMENTALI migliaia di tonnellate 2800 3000 0 0 0 PORTOGALLO 18
BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE Market Access Database della Commissione Europea PORTOGALLO 19
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA 2015 2016 2017 Val Pos. Val Pos. Val Pos. (0 - 100) 140 paesi (0 - 100) 138 paesi (0 - 100) 137 paesi GCI 4,5 38 4,5 46 4,6 42 Sub indici Requisiti di base ( %) 4,9 41 5 43 5,1 39 Istituzioni (25%) 4,4 39 4,3 46 4,4 43 Infrastrutture (25%) 5,5 23 5,5 22 5,6 18 Ambiente macroeconomico (25%) 3,6 127 3,7 120 4 105 Salute e Istruzione Primaria (25%) 6,3 31 6,4 22 6,4 18 Fattori stimolatori dell'efficienza ( %) 4,6 37 4,5 39 4,6 39 Alta Istruzione e Formazione professionale (17%) 5,2 26 5 36 5,1 34 Efficienza del mercato dei beni (17%) 4,6 32 4,7 38 4,7 34 Efficienza del mercato del lavoro (17%) 4,3 66 4,3 64 4,4 55 Sviluppo del mercato finanziario (17%) 3,4 107 3,3 116 3,3 116 Diffusione delle tecnologie (17%) 5,5 26 5,6 26 5,7 26 Dimensione del mercato (17%) 4,3 50 4,3 52 4,3 54 Fattori di innovazione e sofisticazione ( %) 4,2 30 4,1 38 4,2 36 Sviluppo del tessuto produttivo (50%) 4,3 41 4,2 46 4,4 43 Innovazione (50%) 4 28 3,9 34 4 32 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Global Competitiveness Index. Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ 2015 2016 2017 Val Pos. Val Pos. Val Pos. (0 - 100) 186 paesi (0 - 100) 186 paesi (0 - 100) 186 paesi Indice di Liberta Economica 65,3 64 65,1 64 62,6 77 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati The Heritage Foundation – Index of Economic Freedom. Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ PORTOGALLO 20
INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE 2010 2012 Val Pos. Val Pos. (0 - 7) 132 paesi (0 - 7) 132 paesi ETI 4,6 36 4,6 35 Sub indici Accesso al mercato (25%) 3,9 77 3,9 67 Accesso al mercato interno ed esterno (100%) 3,9 77 3,9 67 Amministrazione doganale (25%) 4,8 36 4,8 36 Efficienza dell'amministrazione doganale (33%) 3,9 72 3,8 81 Efficienza delle procedure di import e export (33%) 5,6 20 5,5 21 Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%) 4,9 31 5 27 Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%) 4,9 25 5 24 Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%) 5,7 18 5,5 20 Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%) 4,6 28 4,5 25 Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%) 4,4 33 5 31 Contesto business (25%) 5 30 4,8 38 Regolamentazione (50%) 4,3 40 3,9 54 Sicurezza (50%) 5,7 28 5,7 27 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index. Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 09/01/2013 ^Top^ 2010 2012 Valore (%) Valore (%) Peso % del commercio sul PIL 53,2 57,5 Fonte: Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU Country Data Ultimo aggiornamento: 09/01/2013 ^Top^ PORTOGALLO 21
FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS 2015 / 2016 2016 / 2017 2017 / 2018 Accesso al finanziamento 13,7 9,7 10,2 Aliquote fiscali 18,7 18,2 18,7 Burocrazia statale inefficiente 17,9 15,3 19,1 Scarsa salute pubblica 0,1 0,3 0,1 Corruzione 2,9 4 3,2 Crimine e Furti 0,1 0 0 Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale 1,3 1,1 1,2 Forza lavoro non adeguatamente istruita 5 5,5 4,5 Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture 1,2 1,1 1,2 Inflazione 0,7 0,4 0,5 Instabilita delle politiche 9,9 14,3 13,1 Instabilita del governo/colpi di stato 0,1 1,6 2,8 Normative del lavoro restrittive 12,2 13,3 13,8 Normative fiscali 11,2 11,1 6,5 Regolamenti sulla valuta estera 0,3 0 0,3 Insufficiente capacita di innovare 4,7 4,1 4,8 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum - Global Competitiveness Index. Note: I fattori sono selezionati sulla base delle risposte degli imprenditori intervistati per la compilazione del Rapporto citato in Fonte. Tra una lista di 16 fattori, gli intervistati dovevano indicare i 5 fattori maggiormente problematici ( da 1: maggiormente problematico, a 5). I valori mostrati in tavola rappresentano le risposte pesate secondo la loro posizione nel ranking complessivo. Ultimo aggiornamento: 19/10/2017 ^Top^ PORTOGALLO 22
BUSINESS COST Unita 2013 2014 2015 Remunerazione totale media per Capi Funzione/Capi Divisione di una multinazionale o € per anno 276.035,3 283.112,27 291.771,87 Chief Executive in organizzazioni medio-grandi. Remunerazione totale media per manager al di sotto dei Capi Funzione nelle € per anno 120.366,93 107.896,75 113.184,39 multinazionali, o che riportano al CEO nelle organizzazioni medio-grandi, o Chief Executive in organizzazioni piccole. Remunerazione totale media per personale vendite senior con competenze gestionali o € per anno 129.429,13 133.142,99 138.929,48 regionali. Remunerazione totale media per posizioni di supervisione e junior management con € per anno 59.802,55 60.459,22 63.360,06 predominanza della responsabilita di staff. Remunerazione totale media per account manager e staff vendite senza competenze € per anno 65.677,59 67.776,76 72.997,27 gestionali o regionali. Remunerazione totale media per personale impiegatizio, amministrativo e di segreteria € per anno 31.542,41 32.080,56 34.601,56 senza o con ridotte responsabilita di supervisione. Remunerazione totale media per operai, receptionist, centralinisti e dattilografi € per anno 14.660,6 14.800,1 16.799,91 supervisionati da posizioni senior. Affitto per ufficio centrale in uno dei principali distretti industriali. Prezzo medio per m2 € per m2 309,52 271,73 290,77 per anno. per anno Affitto di un deposito. Prezzo medio per m2 per anno. € per m2 56,03 46,45 51,69 per anno Elettricita per uso industriale/intenso con consumo annuo di 2000MWh o più. Prezzo per € per kwH 0,13 0,19 0,17 KwH. Acqua per uso industriale /commerciale. € per m3 1,5 1,53 1,63 Sottoscrizione telefonica standard mensile per uso commerciale di una linea telefonica. € per 15,57 19,08 4,56 linea/mese Aliquota fiscale corporate media. % 23 23 21 IVA o equivalente. Media o tasso prevalente applicato su beni e servizi. % 23 23 21 Aliquota fiscale massima su persona fisica. % 48 48 48 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 08/03/2017 ^Top^ PORTOGALLO 23
INDICE DOING BUSINESS 2017 2018 Val Pos. Val Pos. (0 - 7) 189 paesi (0 - 7) 190 paesi Posizione nel ranking complessivo 25 29 Avvio Attivita (Posizione nel ranking) 32 48 Procedure - numero (25%) 5 6 Tempo - giorni (25%) 4,5 5 Costo - % reddito procapite (25%) 2,1 2,1 Permessi di costruzione (Posizione nel ranking) 35 32 Procedure - numero (33,3%) 14 14 Tempo - giorni (33,3%) 113 113 Costo - % reddito procapite (33,3%) 1,3 1,2 Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking) 50 58 Procedure - numero (33,3%) 7 7 Tempo - giorni (33,3%) 41 46 Costo - % reddito procapite (33,3%) 37,3 36 Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking) 27 28 Procedure - numero (33,3%) 1 1 Tempo - giorni (33,3%) 1 1 Costo - % valore della proprieta (33,3%) 7,3 7,3 Accesso al credito (Posizione nel ranking) 101 105 Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8 2 2 max) (37,5%) Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%) 7 7 Protezione degli investitori (Posizione nel ranking) 70 57 Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%) 6 6 Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max) 5 5 (33,3%) Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria 7 7 (0 min - 10 max) (33,3%) Tasse (Posizione nel ranking) 38 38 Pagamenti annuali - numero (33,3%) 8 8 Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai 243 243 pagamenti (33,3%) Tassazione dei profitti (33,3%) 12,5 12,5 Procedure di commercio (Posizione nel ranking) 1 1 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo 1 1 (ore) Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo 1 1 (ore) Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking) 19 19 Risolvere una controversia - giorni (33,3%) 547 547 Costi - % del risarcimento (33,3%) 13,8 17,2 Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%) 12,5 12,5 Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking) 7 15 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business. Note: I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology. Ultimo aggiornamento: 25/11/2017 ^Top^ PORTOGALLO 24
ACCESSO AL CREDITO ACCESSO AL CREDITO Nell'attuale contesto di post-crisi, nonostante gli accenni di ripresa iniziati nell'ultimo trimestre del 2013, la liquidità a disposizione del sistema finanziario interno permane limitata. Sin dal 2010 le banche operanti in Portogallo hanno reso sensibilimente più restrittivi i criteri di accesso al credito per le famiglie e le imprese sia in termini di stock disponibile che di condizioni e di tassi di interesse praticati. Le difficoltà di finanziamento dell'economia sono state associate ad ulteriori fattori: 1. la necessità di riduzione dell'esposizione finanziaria ha infatti indotto gli istituti di credito a canalizzare il credito prevalentemente verso quelle imprese medio grandi o apparatenenti alla sfera pubblica che offrivano indici di rischio meno elevati; 2. le difficoltà di approvvigionamento e rifinanziamento delle banche portoghesi sul mercato interbancario europeo. Nonostante gli interventi della BCE a sostegno del rifinanziamento bancario ed alla promozione, da parte dello Stato Portoghese, di linee di credito agevolato e garantito a favore delle PMI, permane un'oggettiva situazione di difficoltà di accesso al credito per il sistema delle piccole e medie imprese operanti in Portogallo, come evidenziano anche gli indici pubblicati da enti ed organisimi internazionali. Ultimo aggiornamento: 30/01/2015 ^Top^ PORTOGALLO 25
RISCHI RISCHI POLITICI Attuazione dei programmi di riforme economiche Stabilità politica Rischio molto limitato di attacchi terroristici Attuazione dei programmi di Il Governo sta attuando una politica economica anti austeritá che nel breve termine sta riforme economiche dando risultati positivi. Tuttavia, le prospettive a lungo termine rimangono incerte. L'attuale ripresa economica è guidata principalmente dal settore del turismo e da un rilancio dei consumi privati, fattori che risultano fragili in un contesto di grave crisi del debito sovrano. Rimane ancora da consolidare e terminare l'insieme delle riforme strutturali introdotte nel programma di salvataggio concordato con la Troika e necessario per rafforzare la posizione competitiva del Portogallo e per sostenere un pieno recupero delle esportazioni e degli investimenti. Stabilità politica Nonostante il Governo sembra aver guadagnato in stabilitá sostenuto dagli effetti positivi della ripresa economica nel paese, non è da sottovalutare il rischio che, nel medio termine, la necessità di adottare nuove misure di contenimento del deficit possano mettere a rischio l'attuale coalizione di Governo. Rischio molto limitato di Nonostante il Portogallo sia membro della NATO e sia impegnato con propri Contigenti attacchi terroristici militari in missioni di pace all'estero, risulta molto limitata la possibilità che il Paese possa essere obiettivo di attacchi da parte di gruppi terroristici internazionali. Ultimo aggiornamento: 11/10/2017 ^Top^ PORTOGALLO 26
RISCHI ECONOMICI Tenuta del sistema bancario nazionale Uscita del Portogallo dalla zona Euro ND Tenuta del sistema bancario Nonostante i progressi registrati negli ultimi mesi grazie al massiccio intervento della BCE, nazionale sussiste un moderato rischio di tenuta del sistema bancario nazionale. Qualora la BCE ritiri il proprio sostegno ed il quadro economico-finanziario del Paese non offra segnali incoraggianti, le banche portoghesi porebbero incontrare serie difficoltà ad approvvigionarsi sul mercato interbancario europeo per fare fronte ad un possibile incremento dei crediti inesigibili di famiglie ed imprese ed alla necessità di soddisfare i requisiti legali imposti a livello europeo. Uscita del Portogallo dalla zona La puntuale attuazione del programma di aggiustamento concordato con la "troika" Euro finanziaria rende molto meno probabile il rischio di un'uscita del Portogallo dalla Zona Euro, con le gravi conseguenze che ne deriverebbero per il sistema economico locale e dell'intera Zona Euro. ND ND Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ RISCHI OPERATIVI Inadempimenti contrattuali e riscossione dei crediti Appalti e rapporti con la Pubblica Amministrazione ND Inadempimenti contrattuali e Il crescente grado di indebitamento delle imprese e le relative difficoltà nella gestione del riscossione dei crediti "cash-flow" possono condurre ad un aumento del rischio nella riscossione dei crediti. I fornitori dovrebbero gestire con attenzione il portafoglio dei clienti portoghesi, optando eventualmente per l'adozione di strumenti assicurativi e di tutela preventiva, onde evitare il possibile avvio di procedure giudiziarie dall'esito e la durata incerti. Appalti e rapporti con la La difficile congiuntura che interessa gli enti e le imprese operanti nella sfera pubblica rischia Pubblica Amministrazione di determinare ritardi nel pagamento di quanto dovuto a fornitori privati. Sono altresì moderati i rischi di sospensione o interruzione delle procedure di affidamento di gare di appalto avviate dalla Pubblica Amministrazione. ND ND Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 ^Top^ PORTOGALLO 27
RAPPORTI CON L'ITALIA OVERVIEW In seguito alle riforme economiche e alle politiche di austerità applicate durante il periodo 2011-2015, sono stati registrati segnali di moderata ripresa nell’economia portoghese. La Banca Centrale del Portogallo prevede infatti un tasso di crescita del PIL dell’1,7% per il 2016 e dell’1,8% per il 2017, mentre l’FMI indica un incremento del PIL dell’1,4% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017. Nel 2015 le esportazioni portoghesi sono aumentate del 3,6% e le importazioni sono cresciute dell’1,9%. In particolare, si è registrato un incremento di scambi con i Paesi UE (+6,3% export, +4,2% import), mentre è risultato un trend opposto verso i Paesi Extra UE (-3,0% export, -4,8% import). Le relazioni economiche e commerciali con l’Italia sono contraddistinte da una moderata crescita. L’Italia, nel 2015, ha consolidato con un aumento dell’export verso il Portogallo (+5,2%) il proprio quarto posto tra i Paesi esportatori (dopo Spagna, Germania e Francia), con una quota di mercato del 5,4% pari a un totale di 3,2 mld di Euro. Nello stesso periodo le importazioni di prodotti portoghesi sono aumentate del 2,9%, confermando l’Italia all’ottavo posto come mercato di sbocco, preceduta nell’ordine da: Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Angola e Paesi Bassi, con una quota mercato del 3,2%, pari a un valore di 1,6 mld di euro. La bilancia commerciale bilaterale italo/portoghese nel 2015 si conferma quindi con un saldo positivo per l’Italia stimato a circa 1,2 mld di euro. Le statistiche testimoniano dunque come l'Italia rimanga un partner commerciale di riferimento per il Portogallo, in special modo in alcuni settori a maggiore specializzazione produttiva (meccanico, chimico, farmaceutico, automobilistico, tessile e abbigliamento). Diversa la situazione per quanto riguarda il flusso degli investimenti bilaterali. Sia pure a fasi alterne, gli IDE italiani verso il Portogallo negli ultimi anni hanno segnato un'evoluzione sostanzialmente negativa ed in ogni caso con volumi decisamente inferiori rispetto ai principali partner europei. Da anni l'Italia non figura nel ranking dei primi dieci investitori nel Paese iberico e i flussi annuali risultano in diminuzione. Nel 2014 gli investimenti italiani sono stati di 736,5 mln, mentre nel 2015 sono drasticamente scesi a 27,2 mln. Il tramonto della stagione dei grandi investimenti pubblici (specie nel settore infrastrutturale) ha senza dubbio intaccato parte dell'interesse potenziale delle nostro sistema produttivo verso questo Paese. Ancora più limitati sono gli IDE portoghesi verso l’Italia, con un totale di 7,7 mln investiti nel 2014 e 12,3 mln nel 2015. Operano in Portogallo circa 150 imprese controllate da capitale italiano, in larga prevalenza piccole e medie imprese che dispongono di una presenza di tipo commerciale (filiali, succursali, centri di distribuzione o punti vendita). Non mancano tuttavia gruppi italiani di dimensioni maggiori, che operano attraverso una stabile presenza produttiva o sotto forma di collaborazioni industriali con partner locali, tra questi la Gres-Panaria (ceramiche), OLI (sistemi idraulici), Seda Group (packaging). In Portogallo sono anche presenti le grandi multinazionali italiane, fra cui ENI, Agusta Westland, FCA, Generali, Ferrero, Gruppo Calzedonia, Benetton, GiGroup. Risulta piú contenuta la presenza stabile di imprese portoghesi in Italia. Il mercato italiano viene spesso considerato attraente ma allo stesso tempo di difficile gestione ed altamente competitivo. I più rilevanti settori di investimento portoghesi sono rappresentati da quello immobiliare (3 shopping center gestiti dal gruppo Sonae Sierra), dal settore degli imballaggi plastici (Logoplaste), dal comparto delle energie rinnovabili, eolica (EDP Renovaveis) e fotovoltaica (Martifer Solar) e nel settore farmaceutico (BIAL). Fonte dati: Banco de Portugal, IMF, Agenzia ICE, GEE Ultimo aggiornamento: 18/05/2016 ^Top^ PORTOGALLO 28
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