P.A.I. Piano Annuale per l'Inclusione Anno scolastico 2016/17 - LA REFERENTE
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P.A.I. Piano Annuale per l’Inclusione Anno scolastico 2016/17 LA REFERENTE Prof.ssa Rosa Eleonora P
Introduzione Partendo dal presupposto che oggi la scuola tutta è chiamata a dare un contributo significativo alla cultura dell’inclusione, creando le condizioni necessarie per l’accoglienza dei ragazzi e per la buona riuscita dell’integrazione, occorre la necessità di garantire il diritto di tutti gli studenti all’istruzione e all’educazione, nonché soluzioni organizzative rispettose di tutte le esigenze. È fondamentale ascoltare le esigenze di un tessuto sociale sempre più complesso e variegato per attivare opportune e concrete pratiche educative che tengano conto delle nuove indicazioni psico-pedagogiche e delle recenti legislazioni regionali, nazionali e comunitarie, riguardanti l’inclusione. Tutto ciò sarà possibile rimuovendo gli ostacoli all'apprendimento e alla partecipazione, attraverso l'attivazione di facilitatori e la rimozione di barriere, come suggerito dal sistema ICF (International Classification of Funtioning, Disabilityes and Handicap) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tale sistema classifica lo stato di salute e disabilità attraverso quattro categorie (funzioni corporee; strutture corporee, partecipazione e attività, condizioni ambientali), variabili che se considerate nel loro insieme, ci danno un quadro più ricco della persona che va oltre la semplice distinzione abile /disabile e che tiene conto del fatto che ogni studente, in uno specifico momento della sua vita, può avere bisogni educativi speciali intesi anche nel senso delle eccellenze. Secondo l'ICF il bisogno educativo speciale (BES) rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o di apprendimento, indipendentemente dall'eziologia, che necessita di educazione speciale individualizzata. Per ottenere una buona prassi nella cultura dell’inclusione occorre sottolineare: • La necessità di attenzione per il benessere dei ragazzi, per la loro crescita mediante l’apprendimento, la comunicazione e il confronto. • Le finalità educative dell’attività scolastica, anche facendo scelte di tipo culturale e metodologico-organizzative meno tradizionali e utili alla promozione dell’inclusione. • L’uso di linguaggi molteplici, la scuola deve valorizzare e promuovere i linguaggi non verbali, attraverso i laboratori di teatro, musica, psicomotricità. I laboratori sono occasione di interazione tra i ragazzi e di scoperta di modalità comunicative insolite per la scuola. • I laboratori, la classe e la scuola devono essere concepiti come piccole comunità nelle quali gli alunni sperimentano situazioni simili a quelle che avvengono nella vita.
• È tutta la scuola che accoglie gli alunni con bisogni educativi speciali. Nella scuola vi sono molte risorse formative che possono arricchire il percorso di questi alunni, occorre individuarle e adattarle. • La famiglia ed i Servizi socio-sanitari sono interlocutori indispensabili che aiutano la scuola per la conoscenza, per la comunicazione, per la definizione degli obiettivi comuni, nell’interesse dell’alunno. L’ambiente extrascolastico può incrementare le risorse dell’alunno con attività e relazioni diverse. L’inclusione si può, quindi, realizzare laddove le funzioni del coordinamento e la professionalità dei docenti, avvalendosi della normativa, si possono tradurre in una reale e organizzata operatività in cui tutto il contesto scolastico cresce grazie al confronto tra i docenti e alla disponibilità ad affrontare i conflitti e le novità. Occorre un’organizzazione del lavoro flessibile e disponibile al cambiamento. Il docente coordinatore è quindi una figura di sistema che collabora con il Dirigente, i Consigli di classe, gli insegnanti di sostegno e gli assistenti, i docenti e gli esperti dei laboratori, i genitori degli alunni con bisogni educativi speciali e gli operatori dei Servizi, per: • l’organizzazione complessiva del servizio: risorse umane, procedure, continuità educativa; • la valorizzazione delle relazioni: per il successo scolastico e per il benessere degli studenti, per la soddisfazione delle famiglie, degli insegnanti, degli operatori; • promuovere e suggerire la personalizzazione degli interventi: dall’analisi dei bisogni formativi e delle aspettative, alle indicazioni meno standardizzate degli interventi per l’organizzazione della didattica e delle azioni specifiche di orientamento; • gestire le procedure e la documentazione, sulla base della normativa specifica per l’handicap e i bisogni educativi speciali in genere; • contribuire al potenziamento dell’offerta formativa della scuola per i disabili mediante l’attivazione di progetti, di laboratori, di tirocini e di stages;
ATTIVITÀ DI INTEGRAZIONE Settembre/Ottobre 1. Incontro gruppo GLHO/GLI per: - assegnazione dei casi - organizzazione dell’accoglienza - individuazione docenti tutor all’interno del C.d. c. per tutti gli alunni BES 2. Incontro con i consigli delle classi prime per presentazione dei casi, prevedendo anche la presenza degli insegnanti di sostegno o di altri referenti della S.M.I. (dove è possibile) e programmare insieme al Consiglio di classe, l’accoglienza e l’integrazione in classe degli alunni con bisogni educativi speciali. 3. Incontri con i Consigli di classe dove è inserito l’alunno BES, per coordinare il passaggio delle informazioni sull’alunno e per collaborare alla redazione del PDP, alla progettazione e individuazione di docenti responsabili di laboratori e attività per classi parallele. 4. Invito ai docenti di sostegno e i genitori degli alunni h nuovi iscritti per conoscere esigenze (es. necessità ausili, supporti tecnologici, etc ) e aspettative; 5. Invio all’Unità Multidisciplinare elenco alunni frequentanti, rinnovo documentazione e aggiornamento documenti in scadenza Novembre 1. Incontro del coordinatore con i docenti di sostegno, genitori, assistenti e il C. d C. per la definizione della programmazione per la costruzione dei rispettivi P.E.I. (modalità di archiviazione di PEI e PDF) 2. Presentazione e approvazione dei P.E.I. ai Consigli di classe.
3. Programmare orientamento in entrata Dicembre/ Gennaio/Febbraio 1. verifica in itinere del lavoro svolto nell’ambito del gruppo operativo sostegno/inclusione, evidenziando i punti di forza e le criticità, valutazione laboratori; 2. verifica ed eventuale revisione del PEI dei singoli alunni Marzo/aprile 1. Verifica iscrizioni alunni H e alunni con certificazione BES in entrata 2. Predisposizione dell’organico di diritto docenti specializzati Maggio 1. Riunione GLHO per criteri di valutazione finale ed esami, certificazione crediti e obbligo scolastico 2. Nella commissione delle classi prime si esaminano i dati degli alunni disabili. 3. I docenti di sostegno predispongono le relazioni finali e la richiesta ore per l’A.S. successivo. Giugno 1. Incontro gruppo GLH per verifica finale PEI eventuale revisione Progetto Educativo e analisi situazione nuovi alunni. 2. Compilazione schede di presentazione alunni nuovi iscritti 3. Segnalazione alla commissione formazione classi prime della presenza di alunni H; accordi per l’abbinamento degli alunni alle classi, previsione di ausili indispensabili per bisogni particolari.
Gli strumenti per l’integrazione, l’osservazione e la raccolta dati sono: - la valutazione/diagnosi funzionale - la pianificazione (PDF e PEI) - la realizzazione degli interventi - la verifica periodica dei risultati Il Gruppo di lavoro operativo sul singolo alunno (G.L.H. Operativo): 104/1992, art. 12 comma 5) è presieduto dal Dirigente Scolastico o suo delegato ed è composto dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare della A.S.L. (D.P.R. 24.02.1994, art. 3), dagli insegnanti curriculari e di sostegno dell’alunno con disabilità, dai suoi familiari, da un esperto di loro fiducia e/o dell’Associazione di cui fanno parte e dagli eventuali assistenti per l’autonomia e la comunicazione. Il G.L.H. Operativo deve: programmare gli interventi per l’integrazione scolastica, formulare collegialmente il P.D.F. ed il P.E.I., verificare periodicamente gli effetti individuali dei vari interventi e l’influenza esercitata dall’ambiente scolastico. Il G.L.H. Operativo valuta, inoltre, l’opportunità di assegnare all’alunno il servizio di Assistenza per l’autonomia e la comunicazione, suggerendone le modalità di erogazione (ore settimanali necessarie – L.122/2010, art.10 DL 78/2010), proporre eventuali modifiche all’erogazione del sostegno didattico. Il Dirigente Scolastico programma nel mese di Settembre in accordo con l’unità multidisciplinare della A.S.L., il calendario degli incontri in orario extrascolastico, di norma con cadenza tri-quadrimestrale; tuttavia i genitori dell’alunno con disabilità e gli stessi specialisti della A.S.L., in caso di necessità, possono fare richiesta di ulteriori incontri occasionali del G.L.H. Operativo.
PIANO ANNUALE per l’INCLUSIONE (C.M. n. 8 del 6 marzo 2013) Finalità Il P.A.I. intende raccogliere in un quadro organico gli interventi intrapresi per affrontare le problematiche relative all’inclusività degli alunni con difficoltà di apprendimento, disagio comportamentale, disturbi specifici dell'apprendimento e alunni diversamente abili. Tali interventi coinvolgono soggetti diversi, insegnanti, famiglie, operatori socio sanitari, esperti esterni e a livello di Istituzione Scolastica, devono essere gestiti integrando al meglio i contributi delle diverse professionalità coinvolte Modalità operative Le modalità operative saranno necessariamente diverse a secondo i differenti Bisogni Educativi Speciali. Sono comprese tre grandi sotto-categorie di BES: 1) della disabilità fisica, psichica o sensoriale certificate (legge 104/92) 2) dei disturbi evolutivi specifici; 3) dello svantaggio socioeconomico, linguistico (studenti stranieri ), culturale. Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività ( A.D.H.D.), mentre il funzionamento intellettivo limite (FIL) può essere considerato un caso di confine tra la disabilità e il disturbo specifico.
Soggetti coinvolti - Studenti A tutti gli studenti in difficoltà è esteso il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamando espressamente i principi enunciati dalla Legge n. 53/2003. - Le Famiglie La famiglia dell’alunno fornisce notizie sull’alunno, gestisce con la scuola le situazioni problematiche e condivide con la scuola il processo di apprendimento dell’alunno. - Dirigente Scolastico Il Dirigente Scolastico è garante del processo di integrazione del ragazzo bes. A tal fine assicura al proprio Istituto: il reperimento di tutti gli ausili e/o attrezzature necessarie nel caso di precise esigenze dell’alunno, la richiesta di organico di docenti di sostegno, la collaborazione anche con Enti e Associazioni per assicurare l’inclusione dell’alunno. - Consiglio di classe Il primo passo per l’inclusione dell’alunno è la stretta collaborazione tra gli insegnanti del consiglio di classe, per facilitare l’appartenenza dell’alunno in difficoltà al contesto socio educativo del gruppo classe. - Gruppo di Lavoro sull’Handicap d’Istituto Il GLHI si occupa prevalentemente di formulare progetti per la continuità fra ordini di scuola ed elaborare progetti specifici per gli allievi con disabilità certificate assicurando i docenti di sostegno e gli assistenti alle classi/alunni. - Docenti referenti: Docente referente per il sostegno Docenti referenti per gli allievi con DSA e BES - Gruppo di lavoro per l’Inclusione Al GLI competono le problematiche relative a tutti gli allievi BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola in modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento
capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. - Operatori Sanitari Collaborano con la scuola e la famiglia ed elaborano con la scuola strategie di intervento. - Il Territorio Il territorio è una risorsa importante per il soggetto BES come in generale per tutti gli alunni. Il territorio dà senso alle attività della scuola, integra e definisce il Progetto di Vita dell’alunno. - Personale non docente I compiti del personale non docente sono relativi all’ambito dell’assistenza di base al disabile nonché di vigilanza in ambiente scolastico e durante le attività didattiche che si svolgono all’esterno della scuola in collaborazione con i docenti. Indicazioni normative La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà. La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 “L'inclusione scolastica: a) riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialita' di ciascuno nel rispetto del diritto all'autodeterminazione e all'accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualita' di vita; b) si realizza nell'identita' culturale, educativa, progettuale, nell'organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonche' attraverso la definizione e la condivisione del progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio; c) e' impegno fondamentale di tutte le componenti della comunita' scolastica le quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilita', concorrono ad assicurare il successo formativo delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti. 2. Il presente decreto promuove la partecipazione della famiglia, nonche' delle associazioni di riferimento, quali interlocutori dei processi di inclusione scolastica e sociale. “ Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole indicare in quali altri casi sia
opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche condivise con le famiglie. In tal caso si avrà cura, per il periodo strettamente necessario, di monitorare l’efficacia degli interventi. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative. Adempimenti della scuola L’Istituto, tramite l’attività di insegnamento dei Docenti e la collaborazione di tutte le componenti delle istituzioni scolastiche, pone attenzione ad un apprendimento degli studenti fortemente improntato al valore formativo dell’istruzione sia professionale sia tecnica. Promuove la piena inclusione degli studenti con disabilità, favorendo lo sviluppo di una comunità accogliente, nella quale realizzare esperienze di crescita individuale e sociale. L’Istituto si impegna: 1) a non perdere di vista il profilo culturale e sociale dello studente e a personalizzare gli interventi educativo-didattici; 2) ad adottare una progressiva mediazione metodologico-didattica al fine di favorire il superamento delle difficoltà nello studio; 3) ad intensificare e a valorizzare l’interazione scuola-famiglia attraverso un dialogo costante per sostenere l’impegno dello studente; 4) a favorire i processi di accoglienza, inserimento e integrazione degli studenti disabili nella didattica quotidiana.
Nel pieno rispetto delle leggi che regolano il diritto allo studio delle persone con bisogni educativi speciali, il nostro Istituto è in grado di organizzare le attività, in modo che il corso di studi possa offrire una efficiente e valida occasione di realizzazione personale. Analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n° disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 9 minorati vista minorati udito Psicofisici 9 disturbi evolutivi specifici DSA 2 ADHD/DOP Borderline cognitivo Altro svantaggio (indicare il disagio prevalente) Socio-economico Linguistico-culturale Disagio comportamentale/relazionale Altro Totali 11 % su popolazione scolastica N° PEI redatti dai GLHI
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione 2 sanitaria N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria B. Risorse professionali Prevalentemente utilizzate in… specifiche Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di sì piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate sì (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) AEC Attività individualizzate e di sì piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate sì (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di no piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate no (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Funzioni strumentali / sì coordinamento Referenti di Istituto (disabilità, sì DSA, BES) Psicopedagogisti e affini no esterni/interni Docenti tutor/mentor no Altro: Altro:
C. Coinvolgimento docenti Attraverso… curricolari Partecipazione a GLI sì Rapporti con famiglie sì Tutoraggio alunni NO Coordinatori di classe e simili Progetti didattico-educativi a NO prevalente tematica inclusiva Altro: Partecipazione a GLI NO Rapporti con famiglie Sì Tutoraggio alunni NO Docenti con specifica formazione Progetti didattico-educativi a NO prevalente tematica inclusiva Altro: Partecipazione a GLI NO Rapporti con famiglie NO Tutoraggio alunni NO Altri docenti Progetti didattico-educativi a NO prevalente tematica inclusiva Altro: Assistenza alunni disabili SI D. Coinvolgimento personale Progetti di inclusione / laboratori No ATA integrati Altro: Informazione /formazione su no E. Coinvolgimento famiglie genitorialità e psicopedagogia
dell’età evolutiva Coinvolgimento in progetti di no inclusione Coinvolgimento in attività di promozione della comunità No educante Altro: Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati NO sulla disabilità Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su NO disagio e simili F. Rapporti con servizi socio - Procedure condivise di intervento No sanitari territoriali e istituzioni sulla disabilità deputate alla sicurezza. Procedure condivise di intervento No Rapporti con CTS/CTI su disagio e simili Progetti territoriali integrati NO Progetti integrati a livello di Sì singola scuola Rapporti con CTS / CTI NO Altro: Progetti territoriali integrati No G. Rapporti con privato sociale e Progetti integrati a livello di No volontariato singola scuola Progetti a livello di reti di scuole NO Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione Sì H. Formazione docenti della classe Didattica speciale e progetti sì educativo-didattici a prevalente
tematica inclusiva Didattica interculturale / italiano No L2 Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, NO ADHD, ecc.) Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, NO ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) Altro: Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel X cambiamento inclusivo Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e X aggiornamento degli insegnanti Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi X inclusive; Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti X all’interno della scuola Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi X esistenti; Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano X l’organizzazione delle attività educative; Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla X promozione di percorsi formativi inclusivi; Valorizzazione delle risorse esistenti X Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili X per la realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi X ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA Valorizzazione tempo scuola/organici. Attenzione alla formazione delle classi. Rispetto della continuità didattica. Progettazione personalizzata per gli alunni con Disabilità/BES/DSA previa autorizzazione ed accordo con la famiglia. Integrazione attività curricolari-extracurricolari TERRITORIO Rapporti costanti e collaborativi con servizi socio-sanitari-assistenziali. FAMIGLIA Corresponsabilità e condivisione di intenti. Necessità di collaborazione. STRATEGIE METODOLOGICHE DIDATTICHE Metodologie didattiche attive, centrate sull’ascolto, sul coinvolgimento, sulla partecipazione, sul lavoro di gruppo e sulle attività laboratoriali. Utilizzo di misure dispensative e/o strumenti compensativi. Scelte metodologiche inclusive: cooperative- learning, tutoring, peer tutoring, didattiche plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi. Rispetto dei tempi di apprendimento. MODALITA‟ DI INTERVENTO
A classe intera. A piccolo gruppo. Individuale. Potenziamento. Recupero. Tutoring. Percorso personalizzato. Utilizzo inclusivo delle tecnologie. PDP (piano di studio personalizzato): i vari PDP elaborati dal Consiglio di classe, dovranno raccordarsi con una progettazione inclusiva della classe. Riconoscimento e valorizzazione delle differenze. Ogni progetto di arricchimento formativo avrà una sezione specifica di connessione con il Piano d’Inclusione d’Istituto. Attivazione per tutti i docenti di corsi di formazione su strategie didattiche digitali e innovative. PROCEDURA SEGNALAZIONE CASI COMPLESSI 1) In presenza di alunni problematici i docenti coordinatori, dopo una fase di osservazione, segnalano il caso alla F.S. o in mancanza ai Referenti: DSA, BES e Dispersione Scolastica, se del caso al D.S., 2) Si attivano le procedure adeguate: PROCEDURA FREQUENZA SALTUARIA (solo per gli alunni che non hanno ancora assolto l’obbligo scolastico) Si acquisiscono tutte la notizie (formali, come i registri delle frequenze, schede di valutazione, e informali, come informazioni ricevute dai docenti) disponibili sulla storia scolastica dell’alunno Invio lettera “frequenza scolastica” Convocazione dei genitori per informarli della situazione scolastica dell’alunno, delle conseguenze di assenze prolungate sul suo percorso di crescita e di apprendimento, e chiedendo un impegno immediato ad assicurare la sua frequenza scolastica per l’assolvimento dell’obbligo scolastico.
Se persiste tale situazione il D.S. invia: segnalazione servizi sociali segnalazione carabinieri PROCEDURA DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO Il Consiglio di Classe e i Referenti valutano la situazione e la inquadrano nella relativa gravità, mettendo in pratica le modalità di gestione suggerite; 1) incontrano la famiglia per avere informazioni sul vissuto scolastico dell’alunno e la richiesta di eventuale documentazione clinica 2) acquisizione della documentazione o in mancanza si invita la famiglia a farne richiesta all’ASL di competenza 3) Pianificano e Condividono il PDP PROCEDURA SVANTAGGIO SOCIO-CULTURALE - DISAGIO COMPORTAMENTALE E/O RELAZIONALE Il Consiglio di Classe e i Referenti valutano la situazione e la inquadrano nella relativa gravità, mettendo in pratica le modalità di gestione suggerite: Si contatta la famiglia e si cerca di concordare atteggiamenti educativi comuni Se necessario si richiede l’apporto dell’esperto dello sportello ascolto della scuola Il Consiglio di Classe prende in carico la gestione della situazione predisponendo il PDP Se necessario, interventi a sostegno della genitorialità richiesti ai servizi sociali
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