PETRAE: LE MADRI DEI SUOLI SIMONA CAFARO - FONDAZIONE MIDA
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Comune di Pertosa Comune di Auletta Testi: Editor in chief: Dott. Simona Cafaro2 Prof. Mariana Amato 1, 2, 3 Editor: Editorial board: Prof. Mariana Amato 1, 2, 3 Prof. Mariana Amato 1, 2, 3 Sig. Antonietta Cafaro 2 Grafica: Prof. Domenico Calcaterra 3 Romano Siniscalchi Dott. Daniela Casorelli 1, 4 Dott. Anna De Mauro 2 Prof. Gaetano Di Pasquale 5 Dott. Giuseppe Landi 1 Prof. Michele Perniola 6 Dott. Roberta Rossi 7 ISBN 9788894502008 1. Università degli Studi della Basilicata - Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali Collana MIdA A Agricoltura e Ambiente 2. MIdA - Musei Integrati dell’Ambiente © 2020 Riproduzione vietata, tutti i diritti 3. Università di Napoli Federico II - Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse riservati dalla legge sui diritti d’autore 4. MIdA Junior Scienti c Council 5. Università di Napoli Federico II - Dipartimento di Agraria 6. Università degli Studi della Basilicata – Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: FONDAZIONE MIdA architettura, ambiente, patrimoni culturali Località Muraglione 18/20 7. Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura del Ministero per le Politiche Agrarie 84030 Pertosa (SA) e Forestali. CRA-SCA www.fondazionemida.it
Petrae: Le Madri Dei Suoli Simona Cafaro 1. Il Pianeta Terra INTRODUZIONE 2. L’impronta Genetica Inorganica La nostra percezione della trasformazione lenta e costante del Dei Suoli Pianeta che abitiamo è alquanto labile. Riconosciamo i cambia- menti dettati dalle stagioni, dalle calamità naturali, dalla continua 2.1 Le Rocce antropizzazione ma è difficile concepire le innumerevoli modifiche 2.2 Alterazione Fisica che il nostro territorio ha subito nel corso delle ere geologiche. Proprio perché il tempo di osservazione, da umani, è talmente 2.3 Alterazione Chimica piccolo, che la nostra mente non può elaborare in pieno queste 2.4 Gli Elementi Inorganici informazioni, un’interazione di molteplici processi che si intrec- 3. Dalla Roccia Ai Suoli ciano e che portano alla formazione di ciò che oggi osserviamo. Questa nota divulgativa è stata redatta per coinvolgere il lettore 4. Il Vallo Di Diano nella relazione tra rocce e suolo, una relazione quasi genitoriale. 4.1 Geologia I tratti che ci rendono unici, come figli - come uomini - sono af- fascinanti, ereditati in parte dai nostri genitori. Anche il carattere 5. Petrae: Le Madri Dei Suoli è determinato dall’eredità ma viene poi influenzato dall’ambiente Esposizione in cui cresciamo e dall’istruzione che ci viene data. La linea di demarcazione è molto sottile e non è possibile prevedere dove inizia l’influenza della genetica e dove finisce quella dell’ambiente. Petrae, così come una madre, mette a disposizione il proprio cor- redo genetico, fatto di elementi inorganici minerali: preambolo per la nascita di un suolo. Gli altri fattori al contorno, come l’am- biente naturale che li accoglie, con lo scorrere del tempo, faranno in modo che il suolo possa crescere, si alteri e diventi maturo.
1. Il Pianeta Terra Figura 1: Struttura interna della Terra Quello che oggi conosciamo come Pianeta Immediatamente sotto si trova il mantello, Terra non è altro che il risultato di molte- costituito per la maggior parte da magmi, plici eventi che hanno avuto luogo in esso comunemente suddiviso in uno strato so- dalla sua formazione e che gli hanno donato lido (mantello superiore) spesso circa 650 la veste fisica odierna. La terra sotto i nostri chilometri, in continuo movimento che dà piedi può sembrare solida, ma la scienza ha origine a violenti fenomeni terrestri, detti dimostrato che il suo interno è molto più endogeni, terremoti ed eruzioni vulcani- dinamico di quanto si possa pensare. Sotto che. Al di sotto si trova il mantello inferiore, il sottile guscio chiamato crosta, il pianeta ri- spesso circa 2.200 chilometri e composto bolle come una densa zuppa. di rocce fuse. Le temperature al suo interno L’interno del nostro pianeta (fig. 1) non è variano da 500 °C a 900 °C al confine su- omogeneo ma ha una struttura che possia- periore con la crosta, fino ad oltre 4.000 °C mo definire a cipolla: lo strato roccioso più al confine con il nucleo. esterno, la crosta terrestre, ha uno spesso- La porzione centrale, infine, è costituita re variabile da 5 a 70 km circa; è più sottile da un nucleo denso, suddiviso anch’esso in corrispondenza degli oceani e più spessa mantello superiore e crosta terrestre, è il in esterno (formato da materiali allo stato al di sotto delle grandi catene montuose. Essa luogo in cui avvengono quasi la totalità dei liquido, proprio per le temperature mol- costituisce un complesso sistema con scam- processi geologici, può essere paragonato to elevate) ed interno (formato da mate- bi di energia e di materia, essendo a diretto ad un guscio d’uovo rotto, formato da 7 riale allo stato solido, a causa delle enor- contatto con atmosfera, idrosfera e biosfera, gigantesche placche ed una dozzina molto mi pressioni a cui il nucleo è sottoposto); ma soprattutto, è il luogo dove si formano più piccole che si muovono le une rispetto la sua temperatura varia da 3.000 a 5.000 e si smantellano le rocce. È formata princi- alle altre su di un mare di magma denso e °C; ed è ricco di nichel e ferro. L’involu- palmente da silicati ed ossidi di alluminio, di viscoso. Nei loro moti si scontrano, si infila- cro superficiale, la litosfera, composta da ferro, di calcio, magnesio, potassio e di sodio. no l’una sotto l’altra, scorrono lungo i loro 4
Figura. 2 Deriva dei continenti e loro configurazione da 500 milioni di anni fa (Ma) ad oggi margini, si rompono e si riformano in modo impercettibilmente lento per l’uomo, ma geologicamente significativo. Grazie al loro movimento solo negli ultimi 200 milioni di anni la Terra (fig. 2) ha subito la sua più gran- de trasformazione passando da un unico grande super continente, la Pangea, ai 5 che abbiamo imparato sin dalle scuole primarie: Africa, America, Antartide, Asia ed Europa. 5
2. L’impronta genetica inorganica dei suoli 2.1 Le rocce Le Rocce riescono a raccontare la loro lun- Le rocce costituiscono la superficie solida tico sul paesaggio. L’attività vulcanica pro- ga e stravagante storia, fatta di creazione, del nostro pianeta e vengono classificate, segue anche sotto la superficie. Dal vulca- modellamento trasporto e modificazione. in base ai processi che hanno portato alla nesimo, o meglio, dal raffreddamento dei Ci appaiono resistenti ed immutabili, ma loro formazione, in tre grandi famiglie: rocce magmi, si generano le rocce ignee. Il magma è solo un’illusione, causata da un tempo magmatiche (o ignee), rocce sedimentarie, e è una massa fusa che si origina nella pro- d’osservazione troppo piccolo. Ed anche rocce metamorfiche. fondità della terra, di composizione silicatica quando vengono ridotte ai minimi termini Tra le rocce quelle magmatiche spesso e contenente elementi sia liquidi che gas- dall’alterazione chimica e fisica, sono ancora si originano da visioni stupefacenti come sosi come acqua, acidi, anidride carbonica, in grado di produrre ricchezza, impostando quelle di un vulcano che erutta con grandi idrogeno, che rendono la massa fluida e le la propria impronta genetica nella creazione esplosioni di gas, cenere e lava, producendo permettono di muoversi e a volte anche dei suoli. Grazie a questi cicli di trasforma- un effetto immediato e, alle volte, dramma- di venire in superficie (eruzione vulcanica). zione, di rigenerazione della superficie terre- stre, è possibile infatti ottenere gli elementi che determinano suoli capaci di svolgere il loro ruolo nell’ecosistema. Ruolo, che non è solamente quello di supporto alla vege- tazione naturale o all’agricoltura, ma anche quello di regolatore di sostanze inquinanti, di purificatore delle acque, e di sistema in grado di preservare la biodiversità. 6
In base alla velocità e al luogo di raffred- damento del magma, le rocce magmatiche possono essere suddivise in intrusive (o plutoniche) ed effusive (o vulcaniche). Le rocce intrusive (fig. 3), si sono originate all’interno della crosta terrestre o nella par- te più alta del mantello, sono caratterizzate da un lento raffreddamento che favorisce la crescita dei cristalli al loro interno. I gas re- stano catturati al loro interno in fase di cri- stallizzazione, essendo le rocce sottoposte a pressione molto elevata. La loro struttura è cristallina ed è ben riconoscibile ad oc- chio nudo, rendendo possibile anche la di- in atmosfera, distinguerle è possibile sia per ortoclasio, plagioclasio, miche, anfiboli, pi- stinzione tra i minerali che la compongono. la presenza di una matrice di fondo nella rosseni, olivina e feldspatoidi. Tipiche rocce di questo tipo sono i graniti, i quale sono immersi dei fenocristalli anco- Le rocce sedimentarie (fig. 5) sono le rocce gabbri e le dioriti. ra visibili ad occhio nudo, altre volte invece generate per sedimentazione di detriti il raffreddamento è stato talmente rapido Le rocce effusive (fig.4) si formano in se- inorganici, organici e sali minerali, consolidati che ha solidificato la massa fluida in una guito ad un’eruzione o a una colata lavica dalla successiva o contemporanea struttura vetrosa. Esempi sono il porfido, il e pertanto subiscono un raffreddamen- deposizione di una sostanza cementante. Si basalto, l’ossidiana, la riolite, la pomice. Le to molto rapido che “congela” parte della tratta, in sostanza, di antichi sedimenti che, rocce magmatiche costituiscono la quasi roccia in uno stato amorfo dando luogo a seguito di fasi di degradazione meteorica, totalità della crosta e del mantello terrestre, ad una struttura vetrosa. I gas sfuggono al erosione, trasporto e sedimentazione, han- e sono costituite in gran parte da: quarzo, processo di solidificazione e si disperdono no avuto modo di litificarsi e divenire rocce. 7
Sono quelle più diffuse sulla superficie ter- restre in quanto coprono oltre l’80% delle terre emerse. Sono costituite da quasi tutti i minerali presenti nelle rocce magmatiche (come il quarzo e feldspati) con aggiunta di calcite, dolomite e gesso. Alcuni esempi sono le arenarie, i calcari, le marne. menti, oppure in forma singola (fig. 7). Tutto processi inorganici, ma ci sono casi in cui Le rocce metamorfiche (fig. 6) sono roc- dipende da dove e come si sono formati. derivano da precipitazione di elementi or- ce magmatiche o sedimentarie che sono Possiedono una formula chimica definita, e ganici, ad esempio l’apatite Ca5(PO4)3(OH) state portate in condizioni - di pressione si originano, nella maggior parte dei casi, in è il principale costituente di ossa e denti. Il e temperatura - diverse da quelle presenti al momento della litificazione della roccia. In seguito a questi cambiamenti la roccia subisce trasformazioni chimiche e fisiche che ne alterano spesso la composizione mi- neralogica, infatti sono costituite da tutti i precedenti minerali con aggiunta di altri mi- nerali caratteristici quali granato, serpentino, olivina, pirosseni ecc… Alcuni esempi sono i marmi, i micascisti, metapeliti. I minerali sono gli elementi più piccoli che costituiscono le rocce, si possono trovare al loro interno come aggregati di più ele- 8
nostro corpo può produrre calcoli che non come la forma cristallina (chiamata anche delle analisi più approfondite (analisi chimi- sono altro che piccoli minerali di idrossila- abito), le geminazioni e le striature, lucen- ca, diffrazione ai raggi x) per determinare patite (fig. 8), carbonato-apatite etc. I mine- tezza, colore e tante altre che portano ad l’elemento in maniera certa. rali presentano delle proprietà intrinseche un’identificazione sicura del minerale stesso. che sono osservabili a scala macroscopica In alcuni casi però è necessario effettuare 9
2.2 Alterazione fisica delle rocce Come qualsiasi oggetto esposto all’atmo- sfera, anche le rocce subiscono delle tra- sformazioni fisiche e chimiche da parte dei processi naturali. Gli agenti esogeni (vento, acqua, ghiaccio, sbalzi termici, ma anche l’azione di organismi viventi) sono la cau- sa dell’erosione e del modellamento della superficie terrestre. Sono detti esogeni per- Figura 10. Frantumazione della roccia a causa del gelo e disgelo ché operano dall’esterno. Il loro processo inizia dal momento in cui una roccia, per cause naturali o artificiali, si ritrova a contatto con l’atmosfera, e si svol- ge in tempi notevolmente lunghi (fig. 9). Il grado di alterazione dipende, non tanto dal tipo di roccia, ma dalla differenza che intercorre tra l’ambiente e le condizioni chimico-fisiche dell’ambiente sub-aereo. Se pensiamo alle famiglie di rocce, appare ovvio dire che sono molto più alterabili le rocce metamorfiche e magmatiche che non quelle sedimentarie. In base alle condizioni ambientali al contorno, nonché della natura delle rocce, possono assumere maggiore importanza i processi fisici o quelli chimici. Figura 9. diagramma di alterazione fisica e chimica delle rocce esistenti in natura e loro prodotto minerale 10
L’alterazione fisica delle rocce non è altro 2.3 Alterazione loro struttura le molecole d’acqua (H2O o che una disgregazione meccanica che porta ione OH-), come conseguenza diretta c’è a ridurre le proprie dimensioni, producen- chimica delle rocce un aumento di volume, un vero e proprio do detriti a diversa granulometria. I princi- rigonfiamento. Il fenomeno, però, è rever- pali responsabili della frantumazione fisica L’alterazione chimica è molto più comples- sibile. Infatti, le argille nei periodi piovosi si sono: sa: in essa non si esplica solo un disfacimen- idratano e si espandono, mentre nei periodi to della roccia ma avvengono importanti di siccità, rilasciano l’acqua (si deidratano) e Il termoclastismo: fenomeno per cui una trasformazioni all’interno dei singoli minerali riducono il proprio volume. Un altro impor- roccia si dilata e si contrae in funzione della di cui essa è composta. L’azione principale è tante esempio è rappresentato dagli ossidi temperatura esterna. Con il susseguirsi di quella di trasformare uno o più minerali in di ferro che possono, assorbendo ossidrili, dilatazioni-contrazioni si instaurano delle specie mineralogiche differenti o in sostan- dare idrossidi di ferro. Un comune esempio tensioni all’interno della massa rocciosa che ze inorganiche amorfe (colloidi), che spesso d’idratazione è la trasformazione dell’anidri- le portano a lungo andare a rompersi. Si sono più facilmente solubili, e di rimuove- te, solfato di calcio anidro (CaSO4), in ges- manifesta in luoghi in cui è forte l’oscilla- re dalla roccia, grazie all’azione dissolvente so, solfato di calcio diidrato (CaSO4 ·2H2O): zione termica giornaliera, come ad esempio dell’acqua, cationi metallici (come Na+, K+ CaSO4 + 2H2O › CaSO4 · 2H2O negli ambienti desertici. e Ca2+). Così come per le rocce, anche per Idrolisi. In taluni casi l’acqua (H2O), pos- Il crioclastismo (azione di gelo e disgelo) i minerali vale la regola che più il loro am- siede una tendenza a spezzare la sua mole- provoca la frantumazione delle rocce che biente di origine è differente da quello in cui perdono consistenza e si sgretolano a cau- cola, dissociandola in due varietà di ioni: lo vanno a trovarsi in superficie tanto più sono sa dell’acqua che penetra all’interno delle instabili e soggetti a trasformazione. ione idrogeno (idrogenione) H+ e lo ione fratture o dei pori presenti sulla superficie ossidrile (ossidrilione} OH-. L’acqua, in que- I principali processi di alterazione chimi- sto modo, agisce come acido semplice in della roccia. Quando la temperatura scende ca comprendono l’idratazione, l’idrolisi, la grado di operare la scissione (lisi) dei lega- al di sotto dello zero e avviene il cambio di dissoluzione, dove è determinante l’azione mi di certi composti minerali, che sono così stato dell’acqua da liquido a solido, forman- dell’acqua (pura o contenente gas dissolti), decomposti in sostanze più semplici. L’idro- do ghiaccio, l’aumento di volume provoca la l’ossidazione (causata dall’ossigeno) e la car- lisi riguarda in particolare i silicati, come oli- rottura della roccia stessa (fig.10). Questo si bonatazione. vina, pirosseni e feldspati, che sono trasfor- verifica nelle regioni in cui lo sbalzo termico è estremamente frequente: zone tempera- Idratazione/deidratazione. Alcune rocce mati prevalentemente in minerali argillosi te umide-fredde, zone montuose, o in pros- sedimentarie, come ad esempio le argille (fig.11). L’alterazione idrolitica dei silicati si simità del limite delle nevi perenni. e le anidriti, hanno come proprietà quella realizza gradualmente attraverso diversi sta- di riuscire ad incorporare all’interno della di e non sempre si raggiunge quello finale. 11
L’attività chimica esercitata dall›acqua deter- Carbonatazione. È un processo chimico, mina una precisa e caratteristica tipologia naturale o artificiale, per cui una sostanza, di paesaggio detto carsico. Esso è caratteriz- in presenza di anidride carbonica, dà luogo zato, da forme superficiali (fig.13) doline, in- alla formazione di carbonati. Tale fenomeno ghiottitoi, e da forme ipogee, sotterranee, è frequente nei materiali edili come i legan- come le grotte. Attraverso gli inghiottito, ad ti (cemento, calce, ecc.). Questi processi esempio, l’acqua si infiltra in profondità nel hanno una grande importanza per quanto sottosuolo, muovendosi attraverso strati e riguarda il ciclo del carbonio. È infatti ipotiz- fratture. Qui continua a ‘scavare’ chimica- zato che, i processi di carbonatazione, po- mente (dissoluzione carsica), dando quindi trebbero contribuire in maniera consistente origine alle cavità ipogee. Questo processo nella segregazione della CO2. Figura 11. l’effetto dell’acqua acida sulle rocce con la si arresta solo al contatto con rocce costitu- comparsa di aree di alterazione ite da minerali non solubili. Ossidazione. È l’alterazione provocata Dissoluzione. È il processo attraverso cui dall’azione dell’ossigeno presente nell’aria o l’acqua porta in soluzione una sostanza solu- nelle acque su alcuni tipi di minerali presen- bile. Solo alcuni minerali sono molto solubili ti nelle rocce. Questo processo interessa in in acqua, come per esempio il salgemma particolare i silicati femici che contengono (NaCl), il nostro sale da cucina ed il ges- ferro (come ione ferroso, Fe2+), quali piros- so. Questo è vero se consideriamo l’acqua seni, anfiboli e biotite. L’ossigeno, agendo pura. Nella realtà (fig. 12) l’acqua è in grado spesso in combinazione con l’acqua, ossida di assorbire anidride carbonica, CO2, pre- lo ione ferroso a ione ferrico (Fe3+) forman- sente sia in atmosfera, sia quella presente do composti stabili come l’ematite (ossido di nel suolo, prodotta dagli organismi viventi. ferro, Fe2O3) o la limonite (miscela di ossidi di L’interazione di questi due composti for- ferro idrati). Questi prodotti di disfacimento ma l’acido carbonico, (HCO3) che esercita chimico impartiscono alle rocce alterate tipi- un’efficace azione solvente nei confronti di che colorazioni rossastre o giallastre (fig. 14). rocce altrimenti insolubili. In particolare, l’acido carbonico, può dissolvere le rocce calcaree costituite da carbonato di calcio Figura 12. dissociazione della molecola (CaCO3). d’acqua e formazione di acido carbonico 12
Figura 13. Fenomeni di dissoluzione carsica. Forme superficiali prodotte da un corso d'acqua (sx). Differenti forme carsiche: (a) punto idrovoro (b,c) inghiottitoi (d) dolina (e) dolina da crollo (f) solchi (g) stalattite (h) stalagmite (i) calcare (l-m) cavità carsiche/vuoti ipogei. Figura 14. tipiche colorazioni rossastre causate da ossidazione. Su roccia (sx) e su interni paesaggi (ds) 13
2.4 Gli elementi inorganici La frazione minerale proveniente dai pro- cessi di alterazione delle rocce va a costitui- re oltre il 95% della parte solida di un suolo. I corpi rocciosi rappresentativi dello strato superficiale della crosta terrestre sono co- stituiti da otto elementi chimici che sono ossigeno, silicio, alluminio, ferro, calcio, sodio, potassio e magnesio. La frazione inorganica è molto importante poiché va a determi- nare alcune delle proprietà intrinseche del Figura 15. dimensioni delle particelle e loro nomenclatura (sx). Diagramma triangolare della tessitura del suolo secondo USDA - United States Department of Agriculture (ds) suolo, come tessitura, struttura, porosità e grazie agli elementi chimici in esso presente sono possibili gli scambi cationici che ser- vono, ad esempio, al nutrimento degli or- superfici, la lavorabilità, l’erodibilità del suolo. particelle, i cui colloidi elettronegativi o col- ganismi. loidi elettropositivi, attraggono cationi con La struttura, invece, ci dice come queste In base alla loro granulometria possono es- carica positiva o anioni con carica negativa, particelle (sabbia, limo ed argilla) sono posi- sere stabilite 4 differenti classi, grazie all’uti- importanti per la nutrizione minerale del- zionate tra di loro nello spazio (fig. 16). Essa lizzo della scala di Udden-Wentworth (fig. le piante. Esistono alcuni elementi ritenuti influenza alcuni importanti fattori come: 15): essenziali per la vita delle piante, in quanto l’areazione; la permeabilità e la conducibilità sono implicati nei processi metabolici fon- La tessitura del suolo sta ad indicare la per- idraulica, i regimi di temperatura e umidità damentali di tutte le piante. Ad esempio, il centuale in peso delle diverse granulome- del terreno; la crescita delle radici; l’attività calcio, che serve a regolare la permeabili- trie. Caratterizza il profilo termico, la per- biologica; la lisciviazione delle basi e dell’argil- tà delle membrane cellulari, è considerato meabilità all’aria ed all’acqua, il potenziale di la; la resistenza dei suoli all’erosione. un elemento essenziale, in quanto nessuna ossido riduzione (redox), la reattività delle Il suolo è composto da un’aggregazione di pianta potrebbe vivere senza. 14
I fattori che incidono sulla struttura del suo- questi terreni il sodio prevale sul complesso mentre i grani a dimensione molto fine rie- lo sono numerosi.Tra questi i più importanti di scambio e, conseguentemente, la carenza scono a generare spazi molto stretti. La po- sono il contenuto d’argilla, sostanza organi- di calcio, potassio, magnesio determina una rosità è molto importante perché permette ca, ossidi di ferro e di alluminio, il tipo di dispersione dell’argilla e quindi la distruzio- all’acqua di inserirsi all’interno degli spazi, basi di scambio, il carbonato di calcio e le ne della struttura. di portare con se sostanze nutritive verso lavorazioni. il basso, e inoltre favorisce l’accrescimento Le lavorazioni del terreno sono efficaci per delle radici delle piante in profondità. L’argilla, da sola o legata agli ossidi di ferro e dare al suolo il giusto grado di aggregazione di alluminio, dà origine ad una struttura non al fine di ospitare le colture. È necessario, molto stabile che tende nel periodo umi- tuttavia, tenere conto della tessitura del ter- do a scomparire. Quando invece l’argilla si reno. Ad esempio, su suoli limosi o sabbiosi combina con la sostanza organica si forma- fini, carenti di sostanze colloidali, lavorazioni no dei complessi argillosi che costituiscono ripetute o troppo spinte, come le fresature, un elemento di aggregazione molto stabile distruggono la struttura. e duraturo. Gli ossidi di ferro e di alluminio, La porosità viene determinata dalla presen- quando sono abbondanti, formano aggrega- za di vuoti all’interno della struttura del ter- ti molto stabili, anche in un ambiente acido reno e dipende da come i grani sono dispo- e povero di basi. La stabilità della struttura sti tra di loro. È intuibile che clasti di grandi è favorita inoltre dalla presenza di ioni cal- dimensioni formano grandi spazi tra di loro, cio che, combinandosi con l’humus, formano pellicole intorno agli aggregati. Una struttura instabile è invece determina- ta dall’acidità o da un eccesso di ioni so- dio presenti nel terreno. Nel primo caso, soprattutto in presenza di un’attività biolo- gica scarsa, con presenza di sostanza orga- nica solubile, l’argilla si disperde e si separa dall’humus, mentre gli ioni ferro ed allumi- nio sono complessati e lisciviati. L’instabilità strutturale dovuta ad un eccesso di ioni so- dio è invece frequente nelle zone aride. In Figura 16. Composizione del suolo. con i vuoti riempiti da diversi elementi (sx). Granuli di diverse dimensioni che creano spazi, e alle volte aggregati (ds) 15
3. Rocce diverse tato è formato da sostanze organiche poco decomposte. L’orizzonte A è uno strato di profondo del suolo, è costituito da roccia in via di alterazione. L’orizzonte R indica la per suoli differenti superficie ricco sia di frazione minerale che di sostanza organica decomposta (humus) roccia-madre inalterata sottostante il suolo. Non tutti i suoli contengono gli stessi com- ad opera di microorganismi, vermi, piccoli ponenti e nelle stesse quantità, può capitare animali. È anche lo strato più sottoposto che un suolo presenti una grande quantità all’asportazione, da parte dell’acqua, dei di granuli di sabbia e poca argilla o che sia Il suolo è il prodotto ultimo dell’alterazione componenti solubili sia organici che inorga- ricco di humus e poga ghiaia e così via. La superficiale delle rocce. La composizione nici. Nell’orizzonte B, più povero di humus variabilità dei fattori pedogenetici è talmen- chimica e mineralogica della roccia influen- rispetto all’orizzonte A, si concentrano i te vasta che porta a fare osservazioni molto zano notevolmente i processi della pedoge- materiali asportati dalle acque dall’orizzon- diverse anche in luoghi molto vicini tra loro. nesi da cui avranno origine i suoli; quindi, da te superiore. L’orizzonte C, lo strato più Si può dire che il numero di suoli, a livello rocce madri diverse si imposteranno suoli diversi. L’intensità e la tipologia dei processi pedo- genetici sono determinate dall’interazione di diverse componenti ambientali: la roc- cia madre, la morfologia e il clima dell'area, gli organismi viventi (incluso l'uomo) e il trascorrere del tempo; tali componenti ven- gono chiamate fattori pedogenetici e, ad ogni istante, determinano le caratteristiche del suolo. Il suolo si compone di diversi livelli, gli oriz- zonti, distinguibili anche ad occhio nudo per le diverse gradazioni di colore (fig. 17). Ven- gono indicati attraverso le lettere O, A, B, C e R. Con la profondità cambiano le caratte- ristiche del terreno. L’orizzonte O, o lettiera, è lo strato più superficiale, di spessore limi- Figura 17. Il suolo e la sua suddivisione in orizzonti 16
mondiale, può essere praticamente infinito. Il loro elevato numero fa si che essi possa- 4. Il Vallo di Diano da materiale alluvionale trasportato dagli immissari, i quali, in diverse fasi, anche con- no essere distinti, se non singolarmente, al- meno per gruppi che presentano una o più e la bassa Valle nesse con quelle glaciali, depositarono sedi- menti argillosi e ciottolosi, costituiti da uno caratteristiche comuni. Questo può essere del Tanagro spessore più superficiale in cui prevale la fatto attraverso la classificazione dei suoli. frazione limosa mista a detrito eterogeneo Varie sono le modalità di classificazione: il seguito, in profondità, da livelli intercalati e sistema naturale raggruppa i suoli secondo Il Vallo di Diano è una estesa conca pianeg- ripetuti di argille e sabbie. le loro proprietà intrinseche, il comporta- giante, un vero e proprio corridoio mor- Con il termine Valle del Tanagro si intende, mento o la pedogenesi, e dà come risultato fologico posto tra due catene montuose invece, la depressione nella quale si sviluppa delle classi che possono essere interpretate carbonatiche. In passato è stato un bacino il basso corso del Fiume Tanagro, compreso per molti usi diversi. Invece in una classifi- lacustre isolato, originatosi dal generale tra la soglia dell’ex bacino lacustre del Vallo cazione tecnica (come la classificazione a sollevamento avvenuto durante la fase ne- di Diano (dette le Crive di Polla) e la sua seconda della capacità di fertilizzazione), otettonica della genesi appenninica, ovvero finale confluenza nel Fiume Sele (Ascione et i suoli sono raggruppati in funzione della quando sono avvenuti i movimenti della al.,1992) mantenendo inalterata la direzione loro adattabilità ad un uso specifico e delle crosta terrestre durante il tardo Terziario di allungamento delle strutture. A differen- caratteristiche dello strato superiore del (Neogene, cioè Miocene e Pliocene) ed il za del Vallo di Diano, questa depressione è suolo. I sistemi naturali, come il Référentiel Quaternario e che hanno giocato un ruolo molto più articolata e non ha l’aspetto di pédologique français, si basano sulla pedo- decisivo nella formazione della topografia piana; il suo margine sudoccidentale è mar- genesi presunta dei suoli, mentre sistemi attuale (fig. 18) cato dalla presenta del Massiccio dei Mon- “gerarchici” moderni come la tassonomia Il periodo in cui avvengono questi movi- ti Alburni, mentre sul versante opposto è del suolo secondo USDA, la World Referen- menti segna, nell’evoluzione della terra, un limitato dal Massiccio del Monte Marzano, ce Base for Soil Resources e la FAO usano vero e proprio “stadio neotettonico”, con- dove viene a contatto con la depressione criteri tassonomici che coinvolgono la mor- nesso con l’evoluzione morfologica odierna. della Valle del Bianco, tributario di destra del fologia e i test di laboratorio (peraltro utiliz- Il suddetto bacino, cosi come il Bacino del Tanagro. zati anche dai sistemi naturali) per definire Noce, il Bacino del Mercure ed il Bacino di la classificazione gerarchica delle classi. Campotenese, della medesima origine, ini- zialmente salmastri, divennero in seguito di acqua dolce, andando a costituire i grandi laghi pleistocenici dell’Italia meridionale. Tali aree depresse furono man mano colmate 17
4.1. Geologia In Italia meridionale, una delle aree geolo- Le cime più alte si attestano intorno ai 2000 Monti della Maddalena ospitano alcuni ba- gicamente più interne, appartenente alla m s.l.m., mentre l’elevazione media della ca- cini chiusi a fondo piatto (Mandrano e Man- catena appenninica, è rappresentata dalla tena è di circa 650 m s.l.m. (Amato et al., dranello) che svolgono un ruolo rilevante sub-regione del Cilento (fig. 19), delimitato 1995; Amato & Cinque, 1999). Anche il re- nell’idrogeologia complessiva dell’area. a Nord dal Fiume Sele ed i Monti Alburni, ticolo idrografico presenta caratteristiche La rete idrografica superficiale è rappresen- ad Ovest dal Mar Tirreno, ad Est dal Vallo di nettamente differenti sui due versanti della tata dal Fiume Tanagro, che nel suo tratto Diano e a Sud dal golfo di Policastro e dai catena; il fianco tirrenico è caratterizzato, in iniziale, fortemente tortuoso, è denominato monti Volturino e Serino, con un’estensione particolare, da valli a controllo strutturale che Fiume Calore e che, lungo il suo percorso, di circa 2400 kmq. seguono i principali lineamenti tettonici ad è alimentato da una serie di tributari che alto angolo e attraversano longitudinalmente La morfologia molto varia di questo ampio le principali conche. territorio è determinata dalla duplice natura geologica delle rocce: il “Flysch del Cilento” Il Vallo di Diano si estende per ben 37 km (una successione di rocce sedimentarie cla- fin quasi a Lagonegro, ospita un’ampia pia- stiche, di origine sin-orogenetica, costituita nura larga tra 2 e 6 Km, che si sviluppa a tipicamente da alternanze cicliche di livelli quota di 450 m s.l.m. La piana è delimitata di arenaria, e di argilla o marna) che ha la ad est dalla catena montuosa dei Monti del- sua massima diffusione in corrispondenza la Maddalena, caratterizzata da rilievi carbo- del bacino idrografico del Fiume Alento e natici che raggiungono quote comprese tra dei principali monti del Cilento occidentale, 1200 ed i 1400 m, e ad ovest dal gruppo quali il Monte Centaurino (1433 m s.l.m.), montuoso del Cilento, costituito dai mas- e le rocce carbonatiche che costituiscono i sicci carbonatici dell’Unità Alburno-Cervati, complessi montuosi interni (Alburno-Cer- le cui cime, notevolmente appiattite, sono vati) e meridionali (Monte Bulgheria, Monte state interessate, in passato, da fenomeni di Figura 18. Localizzazione area Valle del Tanagro Cocuzzo). glacialismo e, di recente, da eventi carsici. I e Vallo di Diano 18
partecipano ad alimentarne la portata idri- ticolare richiamo sono poi quelle che il fiu- corso del tempo. Queste faglie hanno dislo- ca. I rilievi montuosi che lo delimitano pre- me Bussento ha prodotto nel tratto Caselle cato i massicci carbonatici e le relative co- sentano una successione carbonatica tipo, in Pittari–Morigerati, con il suo lungo cor- perture flyschoidi provocando lo sprofon- descritta da D’Argenio (1974), con le do- so sotterraneo e ancora le gole profonde damento per gradini successivi del graben vute variazioni locali. Sui carbonati mesozoici prodotte dal fiume Mingardo nel tratto di costituente il Vallo di Diano, successivamen- affiorano lembi di successioni paleogeniche attraversamento del Monte Bulgheria. Tagli (formazione di Trentinara, in Selli, 1962) e profondi, che incidono il «morbido» calca- calcari ittiolitici dell’Eocene medio (Bravi, re bianco, sono quelli prodotti dal Torrente Schiattarella, 1986; Bravi, Schiattarella, 1988), Sammaro, dal fiume Calore e dal Bussenti- a cui seguono terreni clastici di età mioce- no; le loro acque impetuose sono spesso nica. artefici di cascate e rapide di raro spettaco- lo naturale che si susseguono all’interno di Caratteristica di queste rocce sono le for- forre mozzafiato. me carsiche, dovute alla dissoluzione del carbonato di calcio che produce forme L’orografia in quest’area presenta un gro- superficiali (epigee) come i solchi dei cam- viglio di dorsali a prima vista disordinate. I pi carreggiati, le doline, e gli inghiottitoi o fianchi delle montagne sono incisi da lunghi forme ipogee (sotterranee) quali grotte, valloni e canaloni spesso profondi; i cor- gallerie, presenti nel territorio, alcune delle si d’acqua, che li attraversano, sono per la quali ancora inesplorate. Il fenomeno carsi- maggior parte brevi e trasportano duran- co è particolarmente spinto nei Monti Al- te le piene grandi quantità di materiale che burni con le magnifiche testimonianze della formano a valle larghe pianure alluvionali. grotta di Castelcivita, della grotta di Pertosa L’attuale forma del Vallo di Diano è legata – Auletta, e della grotta dell’Auso presso S. alle fasi tettoniche che si sono susseguite nel Figura19. Schema geologico del Cilento, Campania Angelo a Fasanella. Forme carsiche di par- (da Putignano & Schiattarella, 2008). 19
te colmato da depositi quaternari clastici e lacustri (Sgrosso et al., 2010; Santangelo N., 5. Petrae: Giano et al., 2014a e b). Nella stessa direzio- ne morfologica si è impostata la bassa Valle Le Madri Dei Suoli del Tanagro, che dopo la dissecazione di al- Esposizione cuni elementi tettonici, attualmente si ritro- va in posizione più bassa rispetto al bacino del Vallo. Lo stacco morfologico è evidente Un qualsiasi sasso, al quale magari distrat- lungo la strada che da Polla scende a Per- tamente diamo un calcio quando lo incon- tosa, le cosiddette curve di Campostrino, in triamo sul nostro cammino, merita di esse- cui i calcari dei Monti Alburni vengono inin- re esaminato più da vicino. È osservandolo terrottamente scalfiti e lavorati dalle acque con attenzione, che è possibile rendersi del Tanagro che assume a tratti morfologie conto che esso è formato da determinati da canyon. La depressione prende anche il minerali, uniti insieme in maniere definite. Il nome di Bacino di Auletta (Lippman Pro- tutto non a caso, ma come risultato di spe- vensal, 1987, Ascione et al., 1992, Gioia et cifici eventi del passato. al.,2010), in essa si ritrovano successioni Il Museo del Suolo ospita un’esposizione pelitiche e poi conglomeratiche di tipo flu- ricca di rocce presenti nel territorio del viale, prodotte da un corso d’acqua molto Parco del Cilento Vallo di Diano ed Alburni, più ampio con canali intrecciati (braided), e ma anche da luoghi lontani. Diverse sono non con unico canale come quello attua- le persone che hanno partecipato, e che le. Anche in questo caso gli studi scientifici continuano a donare rocce per ampliare la riconoscono una prima fase di sedimenta- collezione. Anche tu puoi darci una mano, zione del bacino di tipo marino seguita da porta con te quello che a te sembra un sas- una seconda fase di sedimentazione tipica so qualunque e scopriremo insieme di che di ambiente fluviale/continentale, dovuta al roccia si tratta e la sua storia. sollevamento tettonico dell’area. Di seguito alcune delle principali rocce e re- lative schede descrittive relative alla nostra collezione. 20
Schede Descrittive TRAVERTINO genere sedimentaria formazione È una roccia calcarea di origine chimica che si forma per precipi- tazione del carbonato di calcio in prossimità di sorgenti, cascate o bacini lacustri. La successiva decom- posizione e dissoluzione dei resti organici conferisce al travertino l’a- spetto poroso e spugnoso. minerali principali Carbonato di calcio utilizzo Utilizzato in edilizia ed adatto sia per usi interni, che esterni. campionato da: Museo del Suolo Pertosa (SA) 21
GRANITO OSSIDIANA POMICE GRANITO BIANCO-GRIGIO genere genere genere genere magmatica - intrusiva magmatica - effusiva magmatica - effusiva magmatica - intrusiva formazione formazione formazione formazione La formazione del granito va attri- Vetro vulcanico la cui formazione Principalmente da eruzioni di tipo Capo Vaticano che, pare, sia il punto buita al lento processo di cristal- è dovuta al rapidissimo raffredda- esplosivo, la porosità è dovuta alla più antico del bacino del mediterra- lizzazione frazionata che avviene mento della lava, sempre ricca di formazione di bolle di gas ed è simi- neo, è costituito da un grande am- all’interno della camera magmatica. ioni silicato (dal 40% a oltre il 65%), le alla schiuma nella matrice vetrosa masso granitico, associato alla classi- i quali non riescono a raggiungere la della roccia. il rapido raffreddamento ca formazione delle kinzigiti (rocce minerali principali formazione ordinata di un reticolo mantiene la struttura vescicolare e la metamorfiche) in cui è avvenuto il feldspati, quarzo e miche cristallino, ma assumono una dispo- parte solida è costituita da roccia lento processo di cristallizzazione. utilizzo sizione caotica (struttura amorfa) amorfa, raramente con una piccola come in un liquido superviscoso. componente cristallina. minerali principali Viene utilizzato in edilizia per pavi- quarzo, feldspati alcalini (ortoclasio, mentazioni e rivestimenti. minerali principali minerali principali microclino), albite), plagioclasio, bio- campionato da: plagioclasio, anfiboli, pirosseni vetro vulcanico tite, muscovite Museo del Suolo utilizzo utilizzo utilizzo Pertosa (SA) Molto ricercata nell’antichità per la Usata in campo cosmetico ed in Edilizia per pavimentazioni e rivesti- fabbricazione di strumenti taglienti quello del lavaggio industriale (stone menti. (prevalentemente coltelli), attual- wash). in edilizia viene usata per al- mente viene lavorata per elementi leggerire il calcestruzzo e come iso- provenienza decorativi. lante acustico e termico, sia in polve- Capo Vaticano re sia in blocchi o pannelli; rientra nei Ricadi (VV) campionato da: materiali approvati per la bioedilizia. Museo del Suolo campionato da: Pertosa (SA) campionato da: Andrea La Mattina Museo del Suolo Caggiano (SA) Pertosa (SA) 22
TUFO CAMPANO MARMO SERPENTINITE ARENARIA genere genere genere genere magmatica - effusiva metamorfica metamorfica sedimentaria formazione formazione formazione formazione È la più diffusa delle rocce pirocla- Attraverso un processo metamorfi- Derivano dall’idratazione di rocce È una roccia clastica, che si forma stiche. risultano formati in maggior co che avviene tra rocce sedimenta- di mantello oceanico. Il mantello in per cementazione di sabbie. Il tra- parte da lapilli di dimensioni com- rie, il calcare e la dolomia, con una ambiente oceanico si rinviene alla sporto dei sedimenti sabbiosi è prese fra i 2 mm e i 30 mm, emessi completa ricristallizzazione del car- profondità di 5-10 km, queste rocce dovuto all'azione del vento in am- durante un'eruzione vulcanica. col bonato di calcio le sue diverse colo- fanno parte delle così dette ofioliti e biente subaereo o all'azione di cor- nome di tufiti vengono indicate razioni sono invece il risultato della si formavano quando il confine cala- renti d'acqua nei fiumi, nei laghi e quelle rocce costituite da materiale presenza di impurità minerali nella bro-lucano era un oceano con una nei mari. vulcanico detritico, eventualmente roccia stessa, che donano in ultimo velocità di espansione simile all’Oce- associato anche a conchiglie mari- delle venature colorate. ano Atlantico attuale. minerali principali ne. quarzo, feldspati alcalini (ortoclasio, minerali principali minerali principali microclino), albite), plagioclasio, bio- minerali principali carbonato di calcio (CaCO3) olivina, pirosseno, anfiboli, quasi tutti tite, muscovite sanidino, clinopirosseni trasformati in serpentino utilizzo utilizzo utilizzo In linea di massima gli utilizzi del utilizzo Abbondantemente utilizzata in Materiale più usato per ogni genere marmo sono la produzione di: pa- Si prestano ad una facile lucidatura edilizia, viene spesso impiegata per di costruzione, dal muro di soste- vimenti, schienali di cucina, piani di e sono perciò utilizzate, per il loro pavimentazioni di strade ma anche gno al muretto di recinzione, dal lavorazione, rivestimenti, tavoli, og- bel colore verde, a volte variegato, per rivestimenti. tompagno alla volta etc. gettistica come vasi, camini, fontane, in edilizia, dove prendono il nome di arredo esterno. marmo verde. campionato da: campionato da: Museo del Suolo Museo del Suolo campionato da: provenienza Pertosa (SA) Pertosa (SA) Museo del Suolo San Severino Lucano (PZ) Pertosa (SA) campionato da: Simona Cafaro Caggiano (SA) 23
BAUXITE GESSO ARGILLITE CALCARI CON SELCE genere: genere genere genere sedimentaria sedimentaria sedimentaria sedimentaria formazione formazione formazione formazione Per accumulo di materiale residua- È una roccia evaporitica, si forma per È una roccia detritica che si forma Processi di formazione delle roc- le trasportato dal vento o come precipitazione diretta di acque ma- per diagenesi di sedimenti argillosi. ce calcaree con noduli di selce prodotto di alterazione delle rocce rine soprassature, per evaporazione Può contenere anche quantità va- differiscono da i calcari (s.s) per la carbonatiche. dell'acqua in vicinanza della superfi- riabili di particelle delle dimensioni profondità a cui essi si formano. La cie del suolo di acque ricche in Sali granulometriche del silt, spesso è selce, infatti da un'indicazione della minerali principali carbonato e solfati. caratterizzata da una tipica fissilità. I maggior profondità marina in cui ricca di idrossidi microcristalli- suoi clasti o granuli hanno il diame- questi sedimenti si formano e liti- ni di alluminio ed ossidi ed idros- minerali principali tro inferiore a 0,062 mm. ficano. sidi di ferro solfato di calcio biidrato minerali principali minerali principali utilizzo utilizzo fillosilicati, in particolare caolini- carbonato di calcio (caco3) e silice Estrazione di alluminio. Il gesso, macinato e disidratato, vie- te, montmorillonite-smectite e silica- ne utilizzato nell’edilizia, ma anche ti idrati d’alluminio, feldspati, clorite utilizzo provenienza nell’odotntotecnica, nella scultura, Costruzioni stradali, la produzione ferrifera Spinazzola (BT) nella cancelleria e nelle varietà nobili di calcestruzzo, nell’industria dell’ac- colorate di alabastro, come pietra utilizzo ciaio, della chimica e del cemento. campionato da: decorativa. Usata molto nella ceramica, ma Rosangela Addesso anche in molti processi industriali, provenienza Auletta (SA) provenienza come nell’industria della carta, nella Vietri di Potenza (PZ) Verzino (KR) produzione di cemento, laterizi e fil- campionato da: campionato da: tri chimici. Simona Cafaro Rosangela Addesso provenienza Caggiano (SA) Auletta (SA) Caggiano (SA) campionato da: Simona Cafaro - Caggiano (SA) 24
CALCARE MARNA ROSSO AMMONIO DOLOMIA genere genere genere genere sedimentaria sedimentaria sedimentaria sedimentaria formazione formazione formazione formazione Processi di formazione delle rocce Sono rocce derivate dalla diagenesi È una varietà di calcare, molto im- La maggior parte delle dolomie che calcaree possono derivare (calcari di fanghi a composizione mista, costi- portante, poiché formato da gusci si formano al giorno d'oggi sono organogeni) da gusci o da esosche- tuiti da frazioni variabili di carbonato di ammoniti, Molluschi cefalopodi costituite da dolomie di sostituzio- letri, cioè dagli scheletri esterni di di calcio e di minerali argillosi. estinti, comparsi nel Devoniano In- ne, ovvero il magnesio sostituisce il organismi che vivono nelle acque feriore ed estintisi intorno al limite calcio all'interno di una roccia calca- dei mari e degli oceani, ad una cer- minerali principali Cretaceo Superiore-Paleocene sen- rea preesistente. Fenomeni chiama- ta profondità. oppure si formano calcite, dolomite, argille za lasciare discendenti noti. ti di dolomitizzazione. per precipitazione chimica dei Sali utilizzo disciolti in acque sia marine sia con- minerali principali minerali principali tinentali e si chiamano. Produzione di cemento, per la pro- carbonato di calcio carbonato doppio di calcio e ma- duzione di calce idraulica,in agricol- gnesio minerali principali tura come concime. utilizzo carbonato di calcio (caco3) In edilizia per rivestimenti. utilizzo provenienza Usata come pietra ornamentale e utilizzo Felitto (SA) provenienza come materia prima per la fabbri- Costruzioni stradali, la produzio- San Severino Lucano (PZ) cazione di cemento. È inoltre una campionato da: ne di calcestruzzo, nell’industria campionato da: fonte di ossido di magnesio. dell’acciaio, della chimica e del ce- Filomena Papaleo Sala Consilina (SA) Arco di Fondarca provenienza mento. Pieia (PU) Vietri di Potenza (PZ) provenienza Caggiano (SA) campionato da: Simona Cafaro campionato da: Caggiano (SA) Simona Cafaro Caggiano (SA) 25
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La collana MIdA A Agricoltura e Ambiente È realizzata in collaborazione tra la Fondazione MIdA - Musei Integrati dell’Ambiente e la Scuola di Scienze Agrarie, Fo- restali, Alimentari e Ambientali (SAFE) dell’Università della Basilicata. Documenta e promuove fenomeni, processi e pro- dotti di agricoltura, ambiente, territorio e del relativo patri- monio culturale materiale e immateriale. Evidenzia le loro valenze scientifiche, tecniche, didattiche e storico-culturali, e lancia la sfida di inserirle in cicli sostenibili integrati con la fruizione culturale e turistica per raccoglierne il potenziale di eco-compatibilità e sviluppo. ISBN 978-88-945020-0-8 9 788894 502008 Foto: Monti Alburni, Corleto Monforte (SA) - Simona Cafaro
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