Orientarsi in cielo Due Carrare, 19/03/2013 - dott. Andrea Fasson
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Prima di procedere con le osservazioni vere e proprie, è opportuno dare alcune semplici definizioni di base relative ai sistemi di coordinate usate in astronomia (e, pertanto, importanti per puntare i telescopi). I primi dati da conoscere sono le proprie coordinate geografiche, e quindi quelle degli oggetti che si vogliono osservare. Conviene però iniziare da alcune definizioni fondamentali, stabilite in base ai moti della Terra…
La sfera celeste e le coordinate Nonostante siano oggetti estesi e posti a distanze ben definite dalla Terra, le stelle ci appaiono come puntini luminosi posti all’interno di una sfera immaginaria di grandi dimensioni, detta appunto “sfera celeste”. Per motivi di semplicità, ipotizziamo che questo modello sia valido, e che il diametro della sfera celeste sia tale che da poter considerare la distanza Terra-Sole trascurabile (quest’ultimo fatto è reale: la distanza Sole-alfa Cen è oltre 300.000 volte quella Terra-Sole). Similmente a quanto visto sulla Terra, per poter determinare la posizione di un punto sulla sfera celeste servono dei sistemi di riferimento; quelli più diffusi sono l’altazimutale e l’equatoriale.
Definiamo “asse del mondo” l’asse di rotazione della Terra: proiettandolo sulla sfera celeste, otterremo il Polo Nord Celeste ed il Polo Sud Celeste. La proiezione dell’equatore terrestre sulla sfera celeste definisce l’Equatore Celeste. Vengono inoltre definiti lo Zenit come il punto posto sulla verticale dell’osservatore, ed il Nadir, opposto allo zenit. Il Meridiano di un luogo corrisponde alla proiezione della circonferenza passante per Polo Nord Celeste – Zenit – Polo Sud Celeste.
I moti della Terra Sappiamo che la Terra compie - un moto di rotazione attorno al proprio asse in circa 24h - un moto di rivoluzione attorno al Sole in circa 365d ¼ La combinazione dei due moti dà origine allo spostamento apparente (in senso contrario) dei corpi celesti. Il moto di rotazione avviene da ovest verso est (quindi gli astri ci appaiono muoversi da est verso ovest), ed avviene in circa 24h.
Alle latitudini intermedie, i corpi celesti appariranno sorgere, raggiungere un’altezza massima e poi declinare. Nell’emisfero nord, gli astri compresi tra il polo nord celeste e l’orizzonte non tramontano, e vengono definiti “circumpolari”. Quelli compresi tra il polo sud celeste e l’orizzonte sono ancora circumpolari, ma non sono mai visibili. Infine, quelli posti nella fascia intermedia sorgono, culminano e tramontano, rendendosi visibili per un determinato intervallo di tempo.
Ai poli, tutti gli astri sono circumpolari:
al contrario, all’equatore non vi sono astri circumpolari
L’asse di rotazione terrestre non è “verticale”, perpendicolare al piano della propria orbita, ma inclinato: questo determina la presenza delle stagioni.
Il Sole appare muoversi su di un piano (detto “eclittica”) inclinato rispetto all’equatore. Tale piano è più alto di giorno e più basso di notte durante l’estate, viceversa d’inverno. Le costellazioni poste lungo l’eclittica costituiscono lo zodiaco. Eclittica ed Equatore celeste si intersecano in 2 punti, detti “punto gamma” o “d’Ariete” e “punto omega” o “della Bilancia”; il Sole vi si trova agli equinozi, rispettivamente di primavera e d’autunno.
Il moto di rivoluzione attorno al Sole avviene secondo le leggi di Keplero. Ogni giorno la Terra percorre circa 1° della propria orbita: di conseguenza, l’intervallo tra due passaggi al meridiano è di 23h56’ per una data stella, e di 24h per il Sole (la Terra deve compensare lo spostamento lungo l’orbita).
Il fatto di avere un’orbita ellittica, unita all’inclinazione dell’asse terrestre, fa sì che il moto apparente del Sole non sia uniforme: fotografandolo tutti i giorni (o quasi…) alla stessa ora, se ne ricava una caratteristica forma ad “8”, detta “analemma”; la stessa curva, riportata sugli orologi solari, prende il nome di “lemniscata”, e rappresenta graficamente l’equazione del tempo.
Va ricordato anche un altro moto della Terra: la precessione. L’asse di rotazione terrestre non punta sempre nella stessa direzione, ma descrive un cono, con un periodo di circa 26000 anni. Di conseguenza, varieranno sia la posizione del punto gamma, che tende ad arretrare (è passato dall’Ariete dell’antichità classica ai Pesci del periodo attuale), sia la stella polare.
Le coordinate terrestri Per definire la posizione di un punto sulla Terra, servono 2 coordinate, la latitudine e la longitudine; entrambe sono misurate in gradi. Latitudine: rappresenta la distanza angolare del punto in questione rispetto all’equatore (= “sopra”/”sotto”), e può variare da 0° (Equatore) a +/- 90° (rispettivamente, Polo Nord e Polo Sud). Longitudine: rappresenta la distanza del meridiano passante per il punto in questione rispetto ad un meridiano di riferimento (= “lateralmente”), e può variare da 0° (= stesso meridiano del riferimento) a +/- 180° (= dalla parte opposta). Il meridiano di riferimento è ARBITRARIO: quello più usato passa per Greenwich, comunque ne possono essere impiegati altri (es. Roma – M. Mario), previa opportuna indicazione!!
La sfera celeste e le coordinate Similmente a quanto visto sulla Terra, per poter determinare la posizione di un punto sulla sfera celeste servono dei sistemi di riferimento; quelli più diffusi sono l’altazimutale e l’equatoriale. NOTA: per definizione, viene chiamato polo NORD di un sistema (pianeta, stella, ecc.) quello tale per cui un ipotetico osservatore in piedi su di esso lo vede ruotare in senso antiorario.
Sistema altazimutale: Vengono definite l’altezza e l’azimut. L’altezza è data dall’angolo compreso tra l’orizzonte ed il punto considerato; può variare tra 0 e +/- 90° (+90° allo zenit, -90° al nadir). L’azimut è la distanza angolare misurata in senso orario lungo l’orizzonte tra la verticale dell’oggetto ed una direzione di riferimento (generalmente il nord). Si tratta di un sistema molto intuitivo, ma dipendente sia dall’osservatore che dal tempo: pertanto, è poco usato.
Sistema equatoriale: Vengono definite la declinazione e l’ascensione retta. La declinazione è data dall’angolo compreso tra l’equatore celeste ed il punto considerato; può variare tra 0 e +/- 90° (+90° al PNC, -90° al PSC). L’ascensione retta è la distanza angolare misurata lungo l’equatore tra l’oggetto ed il punto gamma (intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste). In questo sistema il reticolo di coordinate è solidale alla sfera celeste, quindi appare muoversi con essa: di conseguenza, risulta essere indipendente sia dalla posizione dell’osservatore, che dall’istante dell’osservazione.
Va notato che, come implicitamente ammesso nella stessa definizione di sfera celeste, questi sistemi di coordinate sono entrambi tolemaici, geocentrici. Questo per ovvi motivi di semplicità: noi vediamo gli astri girare attorno alla Terra, sulla quale ci troviamo, e non attorno al Sole. Oltre a questi, sono stati definiti anche altri sistemi di coordinate, alcuni dei quali sono impiegati per scopi particolari. In astrofisica viene spesso usato il “sistema galattico”: vengono definiti l’asse di rotazione della Galassia, che determina i Poli galattici (nord e sud), e l’equatore galattico (considerato come un piano perpendicolare all’asse). La latitudine galattica è l’angolo compreso tra l’equatore galattico ed il punto considerato; può variare tra 0 e +/- 90°. La longitudine galattica viene misurata in senso antiorario lungo l’equatore galattico, partendo dalla direzione Sole-centro galattico.
Una curiosità: anche sugli altri pianeti possono essere tracciati dei sistemi di coordinate, importanti per riferirsi a particolari visibili in determinate zone, ecc.: i relativi parametri sono tabulati negli almanacchi. Nel caso dei giganti gassosi, però, non avendo questi una superficie solida, le coordinate vanno periodicamente ridisegnate di sana pianta !! Ad esempio, Giove: il periodo di rotazione attorno al suo asse è di 9h 50min all’equatore, e 9h 55min ai poli, pertanto i meridiani vengono progressivamente deformati fino ad essere inutilizzabili!
Non solo: sulla Terra, oltre al sistema “classico” lat/long già visto, sono impiegati anche altri sistemi, generalmente più adatti su scala locale, e più comodi per scopi specifici (es.: coordinate di Gauss-Boaga, ecc.). Uno dei metodi più astrusi è il “World Wide Locator”, usato nelle trasmissioni radio: una serie di 6 caratteri (2 lettere, 2 numeri, 2 lettere) di cui 1°, 3° e 5° indicano la longitudine, mentre 2°, 4° e 6° la latitudine. Ad esempio, per la Biblioteca di Due Carrare (S. Stefano), si ha: lat = 45.285803 N, long = 11.825715 E WWL = JN55VG …divertente, vero!?
Osservazione del cielo Quanto visto finora ha ripercussioni dirette sull’osservazione del cielo (anzi, è stato determinato proprio tramite essa!). La combinazione dei moti della Terra ha come conseguenza diretta lo spostamento apparente della sfera celeste: - nell’arco di alcune ore, si noterà la rotazione delle costellazioni circumpolari attorno al Polo Nord Celeste, mentre le altre costellazioni sorgeranno e tramonteranno; - nell’arco dei mesi, a parità di orario di osservazione le costellazioni circumpolari appariranno spostate, mentre le altre saranno cambiate. Di seguito sono riportati, come esempi, il cielo visto a 6 mesi di distanza (marzo – settembre) ed alcuni allineamenti tipici delle costellazioni stagionali boreali.
costellazioni circumpolari
costellazioni invernali 1
costellazioni invernali 2
costellazioni primaverili
costellazioni estive
costellazioni autunnali
E adesso, tenendo bene a mente quanto detto finora…. potete dedicarvi alle osservazioni – meteo permettendo!!
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