Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara

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Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
Nuovi muri a Berlino tra
ecologia e distopia per il Il
ciclo dei giovedì letterari
Biblioteca Negroni Novara
Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia:

giovedì dibattito in Biblioteca con Anna Cardano

Il ciclo dei giovedì letterari dedicati a “sconfinamenti di
storia e letteratura” propone un incontro a cura di Anna
Cardano partire dal romanzo “Turbine” di Juli Zeh

Giovedì 14 novembre i giovedì letterari dedicati a “Pagine di
valore” continuano con “Muri tra città e campagna e tra
generazioni” per il ciclo a cura di Anna Maria Cardano
“Sconfinamenti di storia e letteratura” che a partire dal
romanzo di Juli Zeh “Turbine”, edito da Fazi Editore.

Hulu Zeh

Sembra proprio che Gerhard e Jule abbiano trovato un angolo di
Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
paradiso. È il villaggio di Unterleuten, poco lontano da
Berlino. Romantici cottage, aperta campagna, aria pulita: un
luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si
percepisce un’atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete,
qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere…
Quando una ditta decide d’impiantare un gruppo di turbine
eoliche nelle immediate vicinanze del paesino, si delinea un
conflitto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si
tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna,
tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post-muro.
Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, in cui dietro
alle ideologie si nascondono gli istinti più bassi mentre le
dinamiche spietate della provincia non fanno che esasperare il
bisogno quasi carnale di appropriarsi di un pezzo di terra. Un
crescendo di tensione che sfocia nella nevrosi collettiva e in
cui la certezza è una sola: non si salva nessuno. Turbine,
specchio perfetto della società contemporanea, racconta tutta
la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad
affrontare il cambiamento. Un romanzo brillante, intelligente
come la migliore satira politica, avvincente come un giallo e
umano come una confessione, che in Germania è stato un
clamoroso caso letterario.

Juli Zeh, nata nel 1974, vive e lavora come scrittrice e
avvocato a Lipsia. Autrice pluripremiata e tradotta in 35
lingue, ha scritto una decina di romanzi, tra cui
ricordiamo Gioco da ragazzi (Fazi, 2007); Un semplice caso
crudele (Dalai Editore, 2009); Turbine (Fazi, 2018), L’anno
nuovo (Fazi, 2019).

I “Giovedì letterari in biblioteca” sono organizzati dal
Centro Novarese di Studi Letterari in collaborazione con
l’Istituto Storico Fornara con il patrocinio del Comune di
Novara e della Regione Piemonte con il supporto della
Fondazione Comunità Novarese Onlus, all’interno del progetto
“La comunità dei libri”.

GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE ORE 18
Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
Muri tra città e campagna e tra generazioni

“Sconfinamenti di storia e letteratura” a cura di Anna Cardano

a partire da Turbine (Fazi) di Juli Zeh

GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE

ORE 16

Libroforum

a cura di Maria Adele Garavaglia

su Il gatto di Holmes (Kimerik) di Giovanni Obezzi

ORE 18

I retroscena dei premi letterari

Presentazione di Visto si premi (Edizioni santa Caterina)

con testimonianza del libraio e autore Alessandro Barbaglia

e mostra Le copertine più premiate

GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE ORE 18

Le frontiere della libertà

Antonia Arslan e e Siobhan Nash-Marshall a partire dai loro
libri

Lettera a una ragazza in turchia (Rizzoli) e I peccati dei
padri (Guerini e associati),

a colloquio con Anna Cardano e Silvia Benatti.
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Napoli : Vayu House Theater
15 nov- 21:30, con “L’Eco”
Al Vayu in scena.   L’eco Venerdì 15 novembre – ore 21:30

Dopo 10 anni di vita, di musica e di intensi concerti in
acustico, il Vayu House Concerts fa un regalo al suo pubblico
e accoglie il teatro. Per questa nuova e decima stagione,
Stefano Morelli ha affidato la direzione artistica per il
programma teatrale al giovane attore Daniele Marino.

Il primo appuntamento con il Vayu House Theater è venerdì 15
novembre, alle ore 21:30, con “L’Eco”, scritto e diretto da
Mauro Palumbo. La voce off è di Sara Missaglia e il
protagonista è Antonio Buonanno. “L’eco” nasce da racconti di
padri divorziati, che perdono molto di più che un rapporto di
coppia: sono uomini che smarriscono il loro diritto alla
paternità.

Per partecipare e ricevere l’indirizzo del Vayu, scrivere
a vayuhousetheater@gmail.com

I posti sono limitati e l’ingresso: 15€ (Spettacolo + Buffet)

TEATRO              NUOVO          GIOVANNI                 DA
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UDINE 15 nov. -20.45 DIO RIDE
Nish Koshe
Una zattera in forma di piccola scena approdava in teatro
ventisei anni fa. Trasportava sei vagabondi, cinque musicanti
e un narratore di nome Simkha Rabinovich. A chi sentiva il
desiderio di ascoltare, Simkha raccontava storie di una gente
esiliata, cantava le canzoni di quel popolo che illuminò e
diede gloria alla diaspora. I musicanti lo accompagnavano con
i loro strumenti e con lui rievocavano le melodie che quel
mondo – fatto di comunità grandi, piccole e piccolissime –
aveva creato per vivere le feste, le celebrazioni e i riti di
passaggio.

Dopo aver toccato tante destinazioni e aver riscosso un
successo straordinario, Moni Ovadia e i suoi compagni di
avventura saranno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine venerdì 15
novembre con Dio ride. Nish koshe, un nuovo spettacolo
ispirato alla tradizione del cabaret yiddish fatto di canzoni,
musiche, piccole letture e tanto umorismo, dove l’ebraicità è
raccontata in modo originalissimo attraverso il paradosso e
soprattutto il sorriso.

Dopo lo storico spettacolo Oylem Goylem che proprio lo scorso
anno ha toccato il 25mo anniversario, con Dio ride. Nish
koshe (il sottotitolo significa in yiddish “così così”), Moni
Ovadia intraprende dunque un nuovo viaggio umoristico -
paradossale nei grandi temi della spiritualità ebraica che ci
permette di guardare in modo nuovo la realtà, le sue
contraddizioni e anche di arginare le sue derive: perché, come
ha detto lo stesso Ovadia, “L’umorismo è uno strumento
poderoso per spiazzare il potere, le regole rigide,
l’ossificazione del pensiero”. Dio ride. Nish Koshe è uno
spettacolo lirico e civile, dove l’umorismo e la saggia
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leggerezza si rivelano essere le uniche possibili risposte
dell’intelligenza alle avversità e al male del mondo.
Conflitti, intolleranza, nuovi muri come quello che divide
Israele da Gaza allontanano gli uomini oggi più che mai e oggi
più che mai è necessario dare voce al bisogno di memoria, di
giustizia e di pace. Come scrive il Talmud, “Dio ride per
essersi intromesso nelle cose degli uomini”. Ma può ancora
farlo di fronte a tanta stoltezza? Così così.

Salomone “Moni” Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946,
da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari
e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua
carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di
musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il
suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in
collaborazione con artisti della scena internazionale, come
Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via
proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e
capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in
cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di
straordinario intrattenitore, oratore e       umorista. Filo
conduttore dei suoi spettacoli e della        sua vastissima
produzione discografica e libraria è la tradizione composita e
sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del
popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante,
quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati
da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del
Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria
per il futuro.

Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal
martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. L’acquisto dei
biglietti       è      possibile        anche      online
su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti
vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via
Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00.    La
Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
biglietteria di via Trento venerdì 15 novembre sarà attiva
anche a partire da un’ora e mezza prima dell’inizio degli
spettacoli.       Per     info:     tel.      0432     248418
e biglietteria@teatroudine.it. Previste speciali riduzioni per
i possessori della G-Teatrocard.

TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE

venerdì 15 novembre 2019 – ore 20.45

DIO RIDE

Nish Koshe

di e con Moni Ovadia

con   le   musiche     dal   vivo   della   Moni   Ovadia   Stage
Orchestra: Maurizio Dehò, Luca Garlaschelli, Albert Florian
Mihai, Paolo Rocca, Marian Serban

luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli

scene, costumi ed elaborazione immagini Elisa Savi

progetto audio Mauro Pagiaro

regia Moni Ovadia

produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Corvino Produzioni

Si chiude VRE Virtual Reality
Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
Experience: I Vincitori della
prima edizione di VRE
Si è chiusa la prima edizione del VRE Virtual Reality
Experience, il festival, ma soprattutto l’osservatorio pensato
da Mariangela Matarozzoe prodotto da Iconialabper raccontare
il vasto mondo della rivoluzione dei contenuti e del
linguaggio offerto da VR/ AR/ XR. Al centro di una cinque
giorni che ha spaziato dalle arti alla medicina, dal sociale
al business, una selezione di 21 opere – realizzate tra il
2017 e il 2019 – provenienti dai maggiori festival
internazionali.
Il Premio VRE è andato a Haenyeodi Jaehee Cho (USA/ South
Corea, 2019), Il Premio Young fro Vre a The 7th night of
Thelema: A Virtual Ritualdi Gianluigi Perrone (Cina, 2017).
Una menzione speciale VRE19 è andata a Crow: The Legend di
Eric Darnell (USA, 2018). Infine, il Premio Rai Cinema Channel
VR è andato a Being an Astronaut 1-2 di Jürgen Hansen &
Pierre-Emmanuel Le Goff (Francia, 2019).
I premi in palio sono stati decretati soppesando
l’originalità, la qualità e la capacità immersiva delle opere
in gara.

VRE è inserito all’interno di Videocittà– il Festival della
visione ideato da Francesco Rutelli giunto alla seconda
edizione e in programma fino a dicembre a Roma- ed è parte del
programma di Contemporaneamente Roma 2019 promosso da Roma
Capitale-Assessorato alla Crescita culturale e realizzato in
collaborazione con SIAE.
Premio VRE
Decretato dalla Giuria Internazionale composta da Andrey
Drobitko (Founder CEO at SketchAR, Lituania), Kädi Lokk
(Produttrice e regista, Estonia), Antonino Muro (Founder &
Account Manager di Giffoni Innovation Hub, Italia), Carlo
Rodomonti (Responsabile Marketing strategico e digital Rai
Cinema, Italia), Urlich Schrauth (Fondatore e direttore
artistico del VRHAM! Realtà Virtuale e Festival delle
Arti, Amburgo), viene assegnato a Haenyeodi Jaehee Cho (USA/
South Corea), 2019.
L’opera di Jaehee Cho racconta l’affascinante storia della
comunità di pescatrici coreane dell’isola di Jeju, le Haenyeo,
da cui prende il nome il documentario. La loro è una comunità
riconosciuta dal 2016 patrimonio intangibile dell’umanità
UNESCO, che merita di preservare la propria storia e la
propria identità. Il documentario riesce a coinvolgere lo
spettatore immergendolo nelle acque profonde insieme a queste
“sirene” asiatiche, la cui specialità è l’immersione subacquea
in apnea. La Giuria chiamata ad esprimere il proprio parere
sulle opere in gara ha riconosciuto in Haenyeo un valore
aggiunto legato all’importanza di riconoscere una realtà così
ricca di storia che lotta per non essere spazzata via dalla
modernità.Premio Young For VRE
Assegnato dalla Giuria Giovani composta da Eugenio Piazza,
Bianca Gagliardi, Antonella Stelitano, Francesco Minniti,
Giulio Lattanzi, Salwa Malouk e Angela Ranieri: tutti
provenienti dal mondo dell’istruzione e dell’Università e che
sono stati coinvolti nel doppio ruolo di Giuria e di
Ambassador assegnato a: The 7th night of Thelema: A Virtual
Ritualdi Gianluigi Perrone (Cina), 2017.
Questa la motivazione: la macabra danza delle streghe e il
ballo forsennato di Ecate hanno sedotto il pubblico Under 25
che grazie alla realtà virtuale ha preso parte al rituale
lasciandosi rapire dalle atmosfere esoteriche in un vortice di
corpi di forme e di musiche. Basato sulla storia di Thelema
una religione esoterica basata sulla filosofia dell’occultista
Aleister Crowley il corto sfrutta la tecnologia immersiva per
ricreare la coreografia e l’ambientazione del vero rituale
trascinando lo spettatore in un viaggio spirituale e artistico
fuori dal comune.

Menzione speciale VRE19
Una menzione speciale è andata a Crow: The Legend     di Eric
Darnell, USA, 2018: il nuovo cortometraggio animato di Baobab
Studios, diretto da Eric Darnell, regista della saga di
Madagascar, permette di vivere il passato in un modo nuovo e
audace, grazie alla realtà virtuale.
Crow: The Legend unisce con meravigliosa alchimia narrazione
e musica alla VR. La realtà virtuale è un mezzo incredibile
che può aiutare ad affrontare un viaggio alla scoperta di sé
stessi. Un messaggio importante che persone di ogni estrazione
sociale possono far proprio.

Premio Rai Cinema Channel VR
Il Premio, offerto dalla Rai consiste nell’acquisto dei
diritti WEB e FREE VOD per un valore di euro 3.00000 in
esclusiva per il territorio italiano per tre anni dalla data
di stipula del contratto e nella diffusione del corto sulla
nuova APP Rai Cinema Channel VR, è andato aBeing an Astronaut
1-2 di Jürgen Hansen & Pierre-Emmanuel Le Goff (Francia),
2019. Queste le motivazioni: “Per aver esplorato con
precisione e profondità mondi inaccessibili che da sempre
accendono la fantasia dell’immaginario collettivo. Per avere
accompagnato lo spettatore in un’esperienza totalmente
immersiva: un viaggio di scoperta e conoscenza in cui la
realtà virtuale è uno strumento utile ed efficace a supporto
dell’universo raccontato”.

“E’ stato     festival – ci spiega la Direttrice Artistica
Mariangela   Matarozzo – affollato di idee e di un pubblico di
ogni età.    Quando due anni fa, forte di una lunga esperienza
nel cinema   sperimentale e nel mashup, ho cominciato a pensare
a un festival dedicato alle nuove frontiere che le tecnologie
immersive avrebbero raggiunto, ancora non immaginavo quanto
vasto è il mondo in cui trova spazio la VR è più in generale
le Extended Reality: dalle arti, alla comunicazione, dalla
medicina al Business e alla Valorizzazione del Patrimonio
Culturale, ma anche forma di comunicazione più empatica ed
immediata utilizzata dalla Cooperazione internazionale.
Abbiamo aperto una finestra su questo mondo ed abbiamo visto
che c’è tanto, tantissimo. Ma sappiamo che è da qui che
dobbiamo e possiamo partire.”

ABOUT VIDEOCITTA’

Ideato da Francesco Rutelli, Presidente dell’ANICA
(Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive
Multimediali) e diretto da Francesco Dobrovich, VIDEOCITTÀ è
realizzato con il supporto di Regione Lazio e Lazio Creativo,
in collaborazione con CDP e Roma Capitale Assessorato alla
Crescita Culturale.
Main partner di Videocittà sono Eni, Intesa Sanpaolo e TIM.
Main Media & Content Partner di Videocittà è la Rai che
partecipa all’evento con una serie di progetti specifici di
RAI STORIA, RAI TECHE, RAI FICTION, RAI RAGAZZI, RAI CINEMA.
Videocittà è realizzato in partnership con il MAXXI, con il
sostegno di ANICA e si avvale della media partnership di
IGPDecaux.

Per info: www.videocitta.com

Terminator Dark Fate e Rambo
Last    Blood:    recensione
comparata    degli    ultimi
capitoli    di   due   saghe
leggendarie
Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood hanno molto in comune.
Entrambi sono gli ultimi capitoli di due saghe che hanno
creato due personaggi che sono diventati dei miti del cinema
contemporeaneo: Terminator e Rambo. Entrambi i film sono stati
prodotti in piena guerra fredda. Il primo, indimenticabile
Rambo è uscito nel 1982, mentre l’altrettanto memorabile
Terminator viene lanciato due anni dopo, nel 1984. Il muro di
Berlino è crollato sette anni dopo, nel 1989.
I primi capitoli delle due saghe sono basati
                sul conflitto frontale tra due forze opposte.
                L’eterna lotta del bene contro il male.
                Mentre Rambo è nato come un personaggio
                connotato positivamente, in quanto incarnava
                l’ideale dell’eroico combattente accolto da
                una Patria ingrata, il primo Terminator era
                invece un robot senz’anima, votato alla
                distruzione del genere umano.

Terminator ha forse impersonato per l’ultima volta, in modo
magistrale, l’archetipo dell’odiato nemico che riesce a
infiltrarsi nella tranquilla società americana, che ha visto
nel cult movie L’invasione degli Ultracorpi, di Don Siegel,
del 1956, la sua più efficace espressione. Ma negli anni
Cinquanta negli Stati Uniti si respirava ancora un’atmosfera
da caccia alle streghe, anche se il Maccartismo era in fase
calante.

Dopo gli anni Ottanta le due saghe hanno poi preso traiettorie
differenti.

Terminator e Rambo: due miti del superuomo giunti
al capolinea
Entrambe le saghe hanno creato due miti legati alla potenza
del maschio dominante, che di fatto avanza nel mondo
schiacciando sotto i piedi qualunque cosa si frapponga tra lui
e l’obiettivo che si è posto di raggiungere. Rappresentando
una realtà nella quale le donne possono avere solo un ruolo
secondario o al massimo, come nel caso di Terminator, essere
rilevanti in quanto madri del futuro salvatore dell’umanità.

I due miti si sono poi evoluti in modo divergente. Rambo è
rimasto fedele a sé stesso, continuando a macellare i suoi
avversari, diventando in Last Blood il vendicatore di quella
che può essere considerata sua figlia adottiva, impersonando
l’archetipo del buon padre di famiglia che difende la sua casa
e i suoi affetti, armato fino ai denti e ben felice di
macellare vivi quanti turbano il suo tran tran quotidiano. E,
come un bravo eroe western, alla fine sopravvive all’ordalia e
cavalca da solo verso le sue amate montagne, pronto a
ritornare in azione se qualcun altro avesse l’ardire di
violare il perimetro della sua proprietà privata.

In Terminator Dark Fate l’inumano robot da combattimento
conosciuto negli anni Ottanta è diventato un tranquillo padre
di famiglia, che si sacrifica consapevolmente per dare una
speranza a un’umanità che procede inconsapevole verso
l’Apocalisse, vittima del suo stesso progresso tecnologico. Il
suo ruolo è importante, ma non sopravvive ai furiosi
combattimenti, lasciando il campo a delle eroine, destinate a
guidare il genere umano nella sua titanica lotta contro le
macchine. Particolare non da poco, nessuna donna partorirà il
futuro comandante della resistenza umana, ma sarà lei stessa
la leader, sia pure affiancata dalla settantenne Sarah Connor.

Va detto che entrambi i film risultano essere abbastanza
risibili, nel momento in cui rappresentano degli eroi ormai
incartapecoriti che si battono come demoni contro l’odiato
nemico. Ma mentre Terminator ha il buon senso di morire
eroicamente, lasciando alla vetusta Sarah Connor un ruolo
ancillare al fianco della futura – e giovane – salvatrice del
mondo, Rambo è quasi patetico nel rimanere incollato al suo
ruolo di macho invitto. Il buon vecchio Sly dovrebbe
riconoscere che il tempo del suo personaggio è finito. Meglio
andarsene da eroi quando si è nel pieno delle proprie forze,
magari combattendo impavidamente contro forze soverchianti,
piuttosto che lasciarsi sorprendere dagli avversari quando ci
si fa cambiare il pannolone dalla badante, magari inciampando
nel catetere mentre si cerca maldestramente di estrarre
l’amato mitragliatore.

Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film
figli del loro tempo
In entrambe le pellicole è possibile riconoscere una frattura
che caratterizza l’attuale società statunitense, assente nei
film degli anni Ottanta: il discusso muro con il Messico e la
crescente importanza della comunità ispanica. In entrambi i
film la barriera tanto amata da Trump viene violata senza
eccessivo sforzo, e i personaggi messicani occupano entrambi i
campi, sia quello buono che quello cattivo.

Tuttavia nell’ultimo Rambo il vero eroe è un maschio bianco, e
gli ispanici fanno la figura dei puri delinquenti o, al
massimo, dei poveri sprovveduti bisognosi di essere guidati e
protetti dal buon vecchio ex berretto verde. In Terminator
Last Blood il ruolo dei bianchi è secondario, mentre sia la
futura eroina che l’odiato robot venuto dal futuro hanno dei
chiari lineamenti ispanici. Sia il Terminator che Greta,
l’algida donna cyborg venuta dal futuro per salvare la
prossima salvatrice dell’umanità, si sacrificheranno per la
causa.

In altre parole, mentre l’ultimo Terminator è proiettato versa
l’immaginario della società multietnica, Rambo Last Blood
sembra essere rimasto ancorato al mito della superiorità WASP.

Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film
influenzati dalle personalità di Schwarzenegger e
di Stallone
Sylvester Stallone è nato a New York nel 1946. L’attore è
statunitense, e, anche se tecnicamente non è WASP, in quanto i
suoi genitori erano dei migranti italiani, Sly ha assorbito la
cultura nordamericana del secondo dopo guerra, della quale è
diventato una bandiera. Il personaggio di Rambo è arrivato
nella società statunitense assieme a Ronald Reagan, ex-attore
che ha subito adottato il nuovo mito del cinema come prototipo
dell’eroe nell’immaginario dei repubblicani. Anche se Stallone
ha sempre cercato di difendere l’apartiticità del suo
personaggio, di fatto non è mai stato capace di liberarlo da
questo stereotipo, come l’ultimo episodio della sua saga ha
bene dimostrato.

Arnold Schwarzenegger è nato in Austria nel 1947, e poi si è
naturalizzato statunitense. Qualcuno sostiene che per un certo
periodo abbia vissuto negli Stati uniti come clandestino. Una
storia del tutto diversa da quella di Sly, anche se entrambi
sono nati da genitori non nordamericani a distanza di pochi
mesi, e hanno vissuto una giovinezza alquanto travagliata.
Negli anni Novanta ha cominciato una carriera politica nel
Partito Repubblicano, che lo ha portato a diventare
Governatore della California per due mandati consecutivi, e le
sue posizioni contro il razzismo, il riscaldamento globale e
l’inquinamento sono note.

Di fatto sembra che il personaggio di Terminator abbia
assorbito le qualità politiche dell’attore che lo ha
impersonato, in quanto è stato capace di evolversi assieme
alla società statunitense. Fino ad avere il buon senso di
levarsi di scena, prima di diventare il primo androide da
combattimento che entra sul campo di battaglia con l’ausilio
di un deambulatore.

Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film
mediocri in maniera diversa
Sia chiaro che entrambi i film sono mediocri, assolutamente
non all’altezza delle saghe di cui sono al momento il capitolo
finale. Tuttavia Rambo Last Blood rasenta il patetico nel
volere mantenere in vita un personaggio ormai non più
credibile, per evidenti motivi di senescenza dell’attore che
lo impersona. Per di più è costruito completamente attorno
alla figura di Rambo, è realizzato con mezzi alquanto modesti,
è recitato male e sorretto da una storia debole e scontata.
Speriamo che Stallone non affondi ulteriormente il mito
dell’ex berretto verde con un altro sequel, di cui nessuno
sente il bisogno. Lasciamo che il vecchio eroe si goda i suoi
ultimi giorni in ospizio e ricordiamocelo come era da giovane.

Terminator Dark Fake è invece un passabile film di
intrattenimento, che ci permette di passare due ore
spensierate al cinema. Un film nel quale il Terminator ha un
ruolo secondario, comparendo a metà della pellicola e avendo
il buon gusto di sparire alla sua fine. La pellicola introduce
nuovi personaggi e amplia l’immaginario della saga,
prestandosi a futuri sequel nel quale il vecchio androide da
combattimento potrebbe permettersi al massimo un flashback o
una comparsata.

E proprio questo, forse, il vero limite di questa saga, per
come si è evoluta con questo ultimo film. Terminator non è più
essenziale. E la storia, nella sequenza dei film che si
susseguono, tende a perdersi, nel sovrapporsi di universi
paralleli dove diversi futuri si intersecano, e nei quali è
sempre più difficile orientarsi. E nei quali la magia della
prima pellicola è ormai sparita, sostituita da un turbinio di
effetti speciali e dal susseguirsi di scene mozzafiato. Rimane
solo il marketing.

Per favore, lasciateci i nostri vecchi eroi e inventatene di
nuovi, se ne siete capaci.

                                            Alessandro Marotta
Kafka    e    la     bambola
viaggiatrice   domenica   10
novembre      alle       ore
17 al Teatro S. Giorgio di
Udine a Contatto TIG
Debutta in prima assoluta, domenica 10 novembre alle ore
17 al Teatro S. Giorgio di Udine a Contatto TIG in
famiglia, Kafka e la bambola viaggiatrice lo spettacolo
teatrale ispirato a un episodio della vita di Franz Kafka che
unisce la forza del teatro e delle video proiezioni in una
storia sull’incontro fra il mondo degli adulti e quello dei
bambini.

Durante la quotidiana passeggiata al parco berlinese di
Steglitz, lo scrittore s’imbatte in una bambina disperata
perché ha perso la sua bambola Brigida. Questo incontro
inaspettato rappresenta lo spunto per l’ultima opera del
grande scrittore.

Tratto dal romanzo dell’autore catalano “Kafka y la muñeca
viajera” di Jordi Sierra i Fabra, Kafka e la bambola
viaggiatrice racconta di ventuno giorni e tante lettere per
immaginare un’altra febbrile verità: la bambola non si era
persa, aveva deciso di partire per un lungo viaggio e quelle
lettere avrebbero raccontato con la voce di Kafka, che
s’inventa “postino delle bambole”, le sue avventure in giro
per il mondo.

Nuova produzione CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli
Venezia Giulia con Teatro delle Apparizioni, una delle
compagnie italiane che più stanno innovando i linguaggi e le
forme sceniche del teatro per ragazzi, lo spettacolo Kafka e
la bambola viaggiatrice è per tutti, particolarmente
consigliato alla visione in famiglia, per un pubblico di
adulti e bambini, dai 6 anni.

Kafka e la bambola viaggiatrice diventa, grazie alla regia
di Fabrizio Pallara, fondatore de Teatro delle Apparizioni,
che insieme a Valerio Malorni ha curato l’adattamento e la
drammaturgia, un racconto di parole e immagini animate con in
scena     una    formidabile       coppia     d’attori,     lo
stesso Malorni e Desy Gialuz che manipola la bambola ideata e
costruita da Ilaria Comisso. Le scene e i costumi sono
realizzati dall’artista e scenografa Luigina Tusini e le
videoproiezioni      create    dall’illustratore       Massimo
Racozzi animano e descrivono luoghi, viaggi e fantasie.

Kafka e la bambola viaggiatrice è una storia adulta che parla
di nostalgia, è una storia dell’infanzia che dice di stupori,
occhi aperti sul mondo, vita che arriva tumultuosa e piena. Un
incontro tra umanità, tra condizioni diverse, diversi tempi
della vita, ma dentro un’esperienza che appartiene a tutti:
crescere, cambiare, lasciar andare.

“Dalle pagine dello scrittore spagnolo – raccontano Valerio
Malorni e Fabrizio Pallara – alla messa in scena il testo ha
subito delle variazioni, necessarie, per raccontare con gli
strumenti a disposizione del teatro ciò che un romanzo fa solo
con le parole. La nostra bambina è una bambola manipolata da
un’attrice, teatro d’attore e di figura, accompagnato da un
lavoro di videoproiezioni che raccontano il viaggio di
Brigida. L’occasione dunque per far dialogare letteratura e
teatro per le nuove generazioni, continuando a cercare i modi
in cui si può parlare a chi sta iniziando a incontrare la
vita. Uno spettacolo che esiste grazie al guizzo geniale di un
grande scrittore in un pezzetto della sua vita sconosciuto ai
più, e grazie alla curiosità e all’attenzione con cui un altro
scrittore ha saputo raccogliere e raccontare una storia, per
farla arrivare fino a noi”.

L’appuntamento di domenica inaugura Udine Città-Teatro per i
bambini, il percorso teatrale promosso da CSS Teatro stabile
di innovazione del FVG e dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Assieme alla replica pomeridiana di Contatto TIG in
famiglia, Kafka e la bambola viaggiatrice sarà proposto anche
in matinée per gli studenti delle nell’ambito della Stagione
Contatto TIG Teatro per le nuove generazioni del CSS dal 6 al
9 novembre e il 12 al Teatro S.Giorgio di Udine, il
13 Cervignano, al Teatro Pasolini.

Lo spettacolo sarà poi in tournée e farà tappa nei teatri
delle città di Roma per il prestigioso Romaeuropa Festival
Kids, Riccione (Teatro Tondelli), Padova (Teatro Don
Bosco), Mira (Villa dei Leoni), Vicenza (Teatro
Astra), Codroipo (Teatro Benois De Cecco), Fagagna (Sala
Vittoria), Cascina (Fondazione La città del Teatro).

1 dicembre 2019 a Sutrio
Fums,   profums,  salums   &
Formandi – Sapori e formaggi
di montagna
Protagonisti gusto e tradizione alpina, domenica 1 dicembre, a
  Sutrio, incantevole borgo della Carnia ai piedi del monte
 Zoncolan, con un doppio appuntamento dedicato ai salumi e ai
 formaggi di malga, due prodotti d’eccellenza tradizionali di
   queste incontaminate montagne del Friuli Venezia Giulia.
Fums, profums, salums & Formandi – Sapori e formaggi di
                        montagna

Foto            Elia
Falaschi/Phocus
Agency ©

Domenica   1   dicembre,   Sutrio   si   trasformerà   in   vero   e
propriolaboratorio di sapori e profumi, in cui si scopriranno
i prelibati salumi e insaccati della montagna friulana e si
degusteranno piatti a base di carne di maiale, il re della
tavola carnica. Musét (cotechino), salami, pancette,
prosciutto crudo… La varietà dei salumi in Carnia si è creata
nel tempo grazie alle sue caratteristiche morfologiche:
l’isolamento dovuto alle montagne e alle vie di comunicazione
disagevoli ha fatto sì che quasi ogni paese avesse il proprio
segreto nel prepararli. Caratteristica comune a molti è
l’affumicatura, nata per favorire la stagionatura e la
conservazione dei prodotti che, a seconda della zona, cambia
per tempi, legni utilizzati e luoghi dove viene effettuata. Il
percorso si snoderà tra le vie del paese dove il turista avrà
modo di degustare un vero e proprio menù con prelibatezze
dedicate al maiale e non solo, abbinato ai vini di selezionate
cantine del FriuliVG. In un caratteristico Mercatino sarà
possibile trovare il meglio della salumeria carnica e
regionale. A fare da contorno, musica e animazione per i
bambini.

Sempre domenica 1 dicembre, una
straordinaria    selezione    di
formaggi di malga della montagna
friulana sarà in mostra e
degustazione nella suggestiva
cornice di Cjase dal Len
(un’antica             segheria
sapientemente restaurata). I
Formaggi saranno abbinati a vini d’eccellenza del Friuli
Venezia Giulia. 20 le malghe della Carnia, del Canal del
Ferro-Val Canale e del Pordenonese che partecipano all’evento
e che hanno deciso di valorizzare insieme la qualità dei loro
prodotti e di far conoscere al largo pubblico il ruolo di
tutela del territorio che il loro lavoro riveste. Nel
pomeriggio, alle 16.00, si potrà fra l’altro assistere a
un’inconsueta Asta di formaggi di malga, che darà la
possibilità di aggiudicarsi anche forme particolarmente
pregiate e solitamente introvabili. Rivolta principalmente
agli addetti ai lavori (ristoranti, agriturismo, negozi di
formaggi ed alimentari) interessati ad acquistare i prodotti
della monticazione 2019 (già in parte introvabili) nonché
pezzature speciali, l’asta sarà aperta anche al pubblico, che
potrà assistervi ed acquistare, volendo, le forme. L’evento è
organizzato dal Caseificio Sociale Alto But di Sutrio e dalla
Cooperativa Malghesi della Carnia e Val Canale in
collaborazione con Ersa e il sostegno di PromoturismoFVG.
Formandi avrà un preludio sabato 31 novembre, con i
festeggiamenti per i 50 anni del Caseificio sociale Alto But,
fra i pochissimi caseifici di valle ancora attivi in Carnia,
che raccoglie e lavora il latte anche di piccolissimi
allevatori della zona.

Pacchetti soggiorno

Le due manifestazioni possono essere lo spunto per trascorrere
un piacevole week end in Carnia, alloggiando negli
appartamenti con cucina arredati di tutto punto dell’Albergo
Diffuso Sutrio Zoncolan ricavati dalla ristrutturazione di
antiche case di Sutrio (www.albergodiffuso.org). In occasione
dell’evento sono proposti pacchetti particolari, con sconto
del 15%.

Per informazioni:

Visit Zoncolan – Tel. 0433778921 – www.visitzoncolan.com –
info@visitzoncolan.com

Albergo Diffuso Sutrio Zoncolan – Tel: 0433778921            –
www.albergodiffuso.org – info@albergodiffuso.org

C.L.

I      migliori     artisti
internazionali      rendono
omaggio all’Arte Europea
Torna il consueto appuntamento veneziano Padiglione Europa,
mostra d’arte dedicata ai migliori talenti del panorama
contemporaneo europeo. In un contesto di primissimo livello
come il Palazzo Albrizzi Capello, che ospita attualmente i tre
padiglioni della 58. Biennale di Venezia: Guatemala, Grenada e
Repubblica Dominicana, si svolgerà la rassegna, dal 13 al 19
novembre 2019, presso la sede della Biblioteca del Teatro
Contemporaneo Europeo. La ricerca artistica in scena spazia da
generi astratti e concettuali a rappresentazioni figurative,
arricchite da sculture e fotografie. Nelle opere informali
sono presenti fervidi cromatismi atti a evidenziare le
iridescenti e cangianti personalità degli autori in un
concerto di espressività, dove, mediante il colore, viene
espresso il messaggio e la peculiare essenza di ogni
composizione. In stretto contatto con questa vocazione
intangibile, si manifesta la pittura figurativa, testimone nel
Padiglione, atta ad indagare, con un’intima poetica, la
dimensione spazio-temporale attraverso visioni surreali ed
espedienti illusori. I soggetti dei dipinti sono
principalmente     raffigurazioni    emblematiche,    simboli
dell’umanità, inserite in contesti sia paesaggistici che
onirici. Ospite d’onore della mostra sarà Simone Pieralice,
tra i curatori del Padiglione della Repubblica Dominicana alla
Biennale di Venezia.

L’esposizione avrà opere di Alessandra Dieffe (Alessandra Di
Francesco), Amelia Mutti, Anna Poerio, Anna Reber, Aristide
Gattavecchia, Chiara Quaglia, Cor Fafiani, Emanuela Minaldi,
Emel Vardar, Enoch Entronauta (Giovanni Sechi), Gertrud Welz,
Hans Johansson, Jacqueline Domin, Libero (Antonio Pamato),
Luisa Jacobacci, Marco Cùttica, Maria Luisa Imperiali, Mario
Pepe, Mary Nunziata, Maurizio Carpanelli, Nicola Costanzo, DRO
(Ornella De Rosa), Paola Pagnozzi, Petra Mattes, Piero
Carozzi, Rocco Iannelli, Sabrina Bertolelli

Presentata la nuova edizione
di Suns Europe
Primo lustro per Suns Europe che dal 15 al 30 novembre
riporterà il Friuli al centro dell’Europa attraverso una serie
di eventi sparsi sul territorio e uniti da un filo rosso ben
descritto dalla vision del Festival: ‘Diritto alla lingua,
diritto alla diversità’. L’evento – organizzato annualmente
dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno
finanziario della Regione Fvg, dell’ARLeF, Agjenzie Regjonâl
pe Lenghe Furlane, e della Fondazione Friuli, con il
patrocinio del Comune di Udine, del Consiglio d’Europa e del
NPLD – è stato presentato oggi alla sede della Regione Fvg, a
Udine, alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di
Udine, Fabrizio Cigolot e del presidente di ARLeF, Eros
Cisilino. Presenti anche il direttore artistico di Suns
Europe, Leo Virgili, e il presidente della cooperativa
Informazione Friulana, Carlo Puppo. La conferenza stampa è
stata l’occasione per ribadire anche la mission della
kermesse: “Promuovere le produzioni artistiche contemporanee
nelle lingue minorizzate europee con l’obiettivo di sostenere
la costruzione di un’Europa differente, unita nelle diversità,
fondata sui diritti, sul pluralismo, sul rispetto e sulla
collaborazione”.

LE DICHIARAZIONI – Ad aprire la
conferenza stampa è stato
l’intervento     dell’assessore
Cigolot, che ha voluto rimarcare
l’attenzione   della   giunta
comunale e del sindaco Pietro
Fontanini a tutte le tematiche
che   riguardano     le  lingue
minoritarie: «Sono cinque anni ormai – dichiara l’Assessore
alla Cultura del Comune di Udine Fabrizio Cigolot – che il
Festival Suns Europe rappresenta un luogo di incontro non solo
per gli artisti di tutta Europa che giungono qui in Friuli per
esprimere le proprie abilità artistiche attraverso la loro
lingua, ma è anche un’occasione di confronto per istituzioni e
associazioni che, grazie a questo appuntamento culturale,
possono continuare ad intessere rapporti di collaborazione per
garantire sostegno a comunità linguistiche minoritarie che
hanno bisogno di tutela per poter sopravvivere e trasmettere
la propria unicità».

Il presidente Cisilino ha ricordato come «Suns Europe è senza
dubbio un progetto di eccellenza nel settore artistico, che
ARLeF ha contribuito a ideare e che sosteniamo sin dalla prima
edizione perché convoglia in Friuli la grande ricchezza
espressiva delle diverse culture di minoranza, rendendo
tangibili i valori del plurilinguismo. Un grande valore di
Suns Europe è inoltre quello di essere un festival dei giovani
per i giovani, che parla di identità in termini moderni e
mette in connessione i migliori talenti artistici con un
pubblico internazionale e curioso».

«La nostra ambizione – ha spiegato Puppo – non è solo di
offrire un assaggio delle migliori produzioni artistiche
realizzate in lingua minorizzata, ma di stimolare la curiosità
del pubblico sulla cultura, sulla storia e sulle vicende delle
comunità che in tali lingue si esprimono. È un’Europa plurale,
vivace e stimolante ma ancora troppo poco conosciuta. E forse,
conoscendo e apprezzando questa Europa diversa, sarà più
facile conoscere e apprezzare anche l’identità plurale del
Friuli».

LA NUOVA EDIZIONE – A entrare più nel dettaglio del programma
dell’evento è stato Leo Virgili, il direttore artistico di
Suns Europe che ha chiarito: «Anche quest’anno vogliamo
ribadire la vitalità della produzione artistica nelle lingue
europee. Il nostro festival è ormai un riferimento per una
giovane generazione di artisti che non ha timore di
confrontarsi con la modernità usando come mezzo le rispettive
lingue tradizionali. Credo che gli artisti invitati quest’anno
esprimano estrema freschezza e varietà. Non abbiamo mai
creduto in un festival per addetti ai lavori proprio perchè
vogliamo dimostrare che le lingue minoritarie si possono e si
devono innestare nella cultura popolare con naturalezza.
Secondo noi è l’unica chiave per mantenerle vive».
IL CONCERTO FINALE – Come anticipato nelle scorse settimane
l’evento conclusivo si terrà anche quest’anno al Teatro Nuovo
Giovanni da Udine, il 30 novembre, dalle 21 (i biglietti sono
già     disponibili       in    prevendita      online      >
http://bit.ly/BilietsSunsEurope2019, al Giovanni da Udine
oppure nei punti vendita autorizzati, qui l’elenco >
www.sunseurope.com), presentatori della serata quest’anno
saranno il rapper friulano Doro Gjat e la cantautrice
ladina Martina Iori. Sul palcoscenico saliranno gruppi e
artisti provenienti da Sardegna (Malasorti), Paese Basco
(Mocker’s), Galles (Sybs), Cantone dei Grigioni (Mattiu
Defuns), isole Faer Øer (Son of Fortune), ma anche galiziani
(Ataque Escampe), occitani (Mauresca Fracas Dub), catalani
(Magalí Sare), basso sassoni (Leon Moorman) e, naturalmente,
friulani (Silvia Michelotti).

  I vincitori della scorsa edizione: i catalani Jansky
  (credits Dario Furlan)

IL PROGRAMMA DEL 30 NOVEMBRE – Ma la giornata conclusiva di
Suns Europe comincerà sin dal mattino, con “Scuele Europe /
School Europe” l’appuntamento dedicato alle scuole (sempre al
“Nuovo” alle 10.30). Nel pomeriggio tutti gli appuntamenti del
festival si svolgeranno allo spazio Fantoni del “Giovanni da
Udine”. Alle 15 sarà possibile vedere il cortometraggio più
votato dagli studenti friulani per la sezione Italymbas del
Babel Film Festival (Sardegna). Mezz’ora più tardi sarà
proiettato un documentario dell’emittente frisona Omrop
Fryslân sulla comunità aranese, minoranza occitana della
Catalogna. Alle 16.30 si passerà alla musica con i galiziani
Ataque Escampe. Alle 17.15 sarà proiettato “Il silenzio” di
Ali Asgari e Farnoosh Samadi, corto che ha vinto in Babel Film
Festival e che racconta la storia di una madre e una figlia
curde che vivono in Italia. Alle 17.30 ancora musica con la
catalana Magalí Sare. Ci farà fare un’escursione nella
delicata situazione catalana lo storico, giornalista e
attivista Xavi Milian che, alle 18.15, presenterà il suo “El
poder del poble”. A seguire una pausa gustosa al Mamm per il
Suns Happy Hour, dalle 19.30, in attesa del concertone.

ANTEPRIMA PER IL NUOVO LAVORO DI GARLATTI–COSTA – Due anni
dopo “Missus”, Massimo Garlatti–Costa torna a Suns Europe con
il suo nuovo lavoro in lingua friulana: “Predis. La nazione
negata” (il film è prodotto da Raja Films e Belka Media, e
realizzato con il supporto di Arlef Agenzie Regjonâl pe Lenghe
Furlane, Fondo Regionale dell’Audiovisivo Fvg, Film Fund –
Film Commission Fvg, Glesie Furlane), che sarà presentato al
pubblico in prima assoluta, al cinema Centrale di Udine (costo
del biglietto, 5 euro), il 29 novembre, alle 20.30. La
giornata del Festival comincia però alle 18 all’insegna
dell’arte, con Judith Musker Turner, artista e poetessa
gallese, e il collettivo femminile “Sottane poetiche”. Non si
sono mai viste né conosciute, ma portano avanti da anni lo
stesso progetto artistico, cucire parole e poesie sui propri
vestiti. Le loro opere saranno esposte da Lino’s&Co, a Udine,
poi, tutte insieme, le artiste realizzeranno un abito con
versi friulani e gallesi. In serata, alle 21, allo Yardie di
Pradamano, è invece in programma la “fieste di benvignût” di
Suns Europe.

TANTA MUSICA – La musica di Suns Europe comincerà però già il
15 novembre, dalle 21, alla 186^ Fiera di Santa Elisabetta
“Sagra Tradizionâl dal Dindiat” di Romans d’Isonzo (in
collaborazione con la Pro Loco). A salire sul palco ci saranno
la cantautrice basca Eneritz Furyak e la friulana Michela
Franceschina. Il giorno seguente, dalle 21, Eneritz farà il
bis ma all’auditorium di Lavariano (in collaborazione con Art
tal Ort) assieme alla friulana Silvia Michelotti. Venerdì 22
novembre, alle 21, torna “Tumasch è” che a distanza di due
anni dalla sua vittoria sarà di nuovo in Friuli con un
concerto alla sala Alpina di Comeglians assieme al friulano
Massimo Silverio. Sarà sempre il cantautore proveniente dal
Cantone dei Grigioni, il giorno seguente alla stessa ora, ad
animare l’Auditorium parrocchiale di Pagnacco con la friulana
Silvia Michelotti.

ANCORA CINEMA – Giovedì 28 novembre, alle 20.30, sempre al
cinema Centrale di Udine (costo del biglietto, 5 euro), sarà
proiettata un’altra anteprima in lingua friulana, “Sot des
stelis fredis”, pellicola di Stefano Giacomuzzi. Alle 18,
invece, alla Biblioteca Joppi, si discuterà di letteratura
friulana con autori, esperti e organizzatori dei premi San
Simon, Tracanelli e Vôs de Basse.

Torna quindi il confronto fra lingue con una storia antica e
forme di comunicazione moderne e contemporanee. Il Festival
porterà ancora una volta in Friuli la musiche(musica), il cine
(cinema) e la leterature (letteratura) declinati nelle lenghis
minoritariis (lingue minoritarie) del Vecchio Continente.
Protagonisti assoluti saranno arte, contaminazione, talento,
pluralismo linguistico, creatività.

IL FESTIVAL – Suns Europe – organizzato annualmente dalla
cooperativa Informazione Friulana con il sostegno finanziario
della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’ARLeF,
Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, e della Fondazione Friuli
– gode del patrocinio del Comune di Udine, del Consiglio
d’Europa e del NPLD, Network to Promote Linguistic Diversity,
la rete europea per la promozione della diversità linguistica.
Inoltre, si avvale della collaborazione di numerosi soggetti
pubblici e privati, friulani e internazionali fra cui Etxepare
Euskal Institutua (Paese Basco), Secretaría Xeral de Política
Lingüística – Xunta de Galicia (Galizia), Babel Film Festival
(Sardegna), RTR (Cantone dei Grigioni), Stichting REUR (Paesi
Bassi) e CEC, Centro Espressioni Cinematografiche. Suns
Europeha il merito di trasformare la città di Udine in un
crocevia di culture, lingue e artisti, creando contaminazione
e confronto, dando spazio a una produzione artistica di
assoluto valore.

Tutto il programma e le info sono su www.sunseurope.come sulla
pagina Facebook ‘SUNS Europe’.

Giovedì 14 novembre alle ore
18, al DoubleRoom arti visive
di Trieste, inaugura “Prodigi
a tavola”
Giovedì 14 novembre alle ore 18, al DoubleRoom arti visive di
Trieste, inaugura “Prodigi a tavola”, esposizione curata
da Massimo Premuda che prende ispirazione dalla
celebre “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci analizzando tutti i
grandi e piccoli miracoli che ci può regalare ogni giorno il
cibo a tavola.

In mostra 4 artisti internazionali a interrogarsi
sulla relazione fra cibo e corpo, mito e infine spirito, nella
cornice delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del
geniale Leonardo e nell’ambito della quinta edizione della
rassegna      L’energia      dei     luoghi     organizzata
dall’associazione Casa CAVE di Visogliano (Vižovlje) e
sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

In occasione dell’inaugurazione, la performer greca Nina
Alexopoulou realizzerà una nuova azione site specific dal
titolo “Plasma take away”, una durational performance in cui
si assisterà al quotidiano miracolo del cambiamento di stato
della materia, in cui diversi alimenti passeranno dallo stato
solido e liquido a quello aeriforme e infine plasmatico.

La   mostra,   ispirandosi    alle   infinite    suggestioni
del Cenacolo leonardesco, ci racconta nuovi grandi e piccoli
miracoli che possono avvenire a tavola. L’assoluta modernità
cinematografica della tempesta di emozioni, che esplode
all’improvviso in un vortice di sentimenti, suscitata negli
apostoli dall’annuncio inaspettato di Cristo: “Uno di voi mi
tradirà”, viene attualizzata, con altrettanti supereroi, nella
documentazione della performance “The Superheroes’ Last
Supper” dell’artista sloveno Mark Požlep che, citando Spider-
Man, recita: “Da un grande potere derivano grandi
responsabilità”, per il futuro dell’umanità. Così come i
messaggi lanciati a tavola dalla performer greca Nina
Alexopoulou, nei riti di “Arcane Exchanges”, mettono in
comunicazione il pubblico con parti sconosciute o
nascoste: “Conosci te stesso”.

In    mostra     viene    affrontato      anche    il    tema
della transustanziazione, declinato in un’operazione
diametralmente opposta dalla fotografa slovena di Trieste Nika
Furlani con immagini che fanno emergere viveri e vivande da
corpi umani, e dalla pittrice triestina Raffaella Busdon con
la messa in relazione della rosea e perfetta bellezza umana
con l’immagine di un porcellino partendo proprio da uno studio
leonardesco su un cuore di maiale, unico organo animale idoneo
al trapianto umano.

14 novembre > 20 dicembre 2019
PRODIGI A TAVOLA
cenacoli e visioni
opere di Nina Alexopoulou,            Raffaella   Busdon,   Nika
Furlani e Mark Požlep
a cura di Massimo Premuda
nell’ambito di L’Energia dei Luoghi

DoubleRoom arti visive
via Canova 9, 34129 Trieste
lunedì > venerdì 17-19
349 1642362 – doubleroomtrieste@gmail.com
https://www.facebook.com/doubleroomtrieste
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