Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara
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Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia per il Il ciclo dei giovedì letterari Biblioteca Negroni Novara Nuovi muri a Berlino tra ecologia e distopia: giovedì dibattito in Biblioteca con Anna Cardano Il ciclo dei giovedì letterari dedicati a “sconfinamenti di storia e letteratura” propone un incontro a cura di Anna Cardano partire dal romanzo “Turbine” di Juli Zeh Giovedì 14 novembre i giovedì letterari dedicati a “Pagine di valore” continuano con “Muri tra città e campagna e tra generazioni” per il ciclo a cura di Anna Maria Cardano “Sconfinamenti di storia e letteratura” che a partire dal romanzo di Juli Zeh “Turbine”, edito da Fazi Editore. Hulu Zeh Sembra proprio che Gerhard e Jule abbiano trovato un angolo di
paradiso. È il villaggio di Unterleuten, poco lontano da Berlino. Romantici cottage, aperta campagna, aria pulita: un luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si percepisce un’atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete, qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere… Quando una ditta decide d’impiantare un gruppo di turbine eoliche nelle immediate vicinanze del paesino, si delinea un conflitto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post-muro. Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, in cui dietro alle ideologie si nascondono gli istinti più bassi mentre le dinamiche spietate della provincia non fanno che esasperare il bisogno quasi carnale di appropriarsi di un pezzo di terra. Un crescendo di tensione che sfocia nella nevrosi collettiva e in cui la certezza è una sola: non si salva nessuno. Turbine, specchio perfetto della società contemporanea, racconta tutta la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad affrontare il cambiamento. Un romanzo brillante, intelligente come la migliore satira politica, avvincente come un giallo e umano come una confessione, che in Germania è stato un clamoroso caso letterario. Juli Zeh, nata nel 1974, vive e lavora come scrittrice e avvocato a Lipsia. Autrice pluripremiata e tradotta in 35 lingue, ha scritto una decina di romanzi, tra cui ricordiamo Gioco da ragazzi (Fazi, 2007); Un semplice caso crudele (Dalai Editore, 2009); Turbine (Fazi, 2018), L’anno nuovo (Fazi, 2019). I “Giovedì letterari in biblioteca” sono organizzati dal Centro Novarese di Studi Letterari in collaborazione con l’Istituto Storico Fornara con il patrocinio del Comune di Novara e della Regione Piemonte con il supporto della Fondazione Comunità Novarese Onlus, all’interno del progetto “La comunità dei libri”. GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE ORE 18
Muri tra città e campagna e tra generazioni “Sconfinamenti di storia e letteratura” a cura di Anna Cardano a partire da Turbine (Fazi) di Juli Zeh GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE ORE 16 Libroforum a cura di Maria Adele Garavaglia su Il gatto di Holmes (Kimerik) di Giovanni Obezzi ORE 18 I retroscena dei premi letterari Presentazione di Visto si premi (Edizioni santa Caterina) con testimonianza del libraio e autore Alessandro Barbaglia e mostra Le copertine più premiate GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE ORE 18 Le frontiere della libertà Antonia Arslan e e Siobhan Nash-Marshall a partire dai loro libri Lettera a una ragazza in turchia (Rizzoli) e I peccati dei padri (Guerini e associati), a colloquio con Anna Cardano e Silvia Benatti.
Napoli : Vayu House Theater 15 nov- 21:30, con “L’Eco” Al Vayu in scena. L’eco Venerdì 15 novembre – ore 21:30 Dopo 10 anni di vita, di musica e di intensi concerti in acustico, il Vayu House Concerts fa un regalo al suo pubblico e accoglie il teatro. Per questa nuova e decima stagione, Stefano Morelli ha affidato la direzione artistica per il programma teatrale al giovane attore Daniele Marino. Il primo appuntamento con il Vayu House Theater è venerdì 15 novembre, alle ore 21:30, con “L’Eco”, scritto e diretto da Mauro Palumbo. La voce off è di Sara Missaglia e il protagonista è Antonio Buonanno. “L’eco” nasce da racconti di padri divorziati, che perdono molto di più che un rapporto di coppia: sono uomini che smarriscono il loro diritto alla paternità. Per partecipare e ricevere l’indirizzo del Vayu, scrivere a vayuhousetheater@gmail.com I posti sono limitati e l’ingresso: 15€ (Spettacolo + Buffet) TEATRO NUOVO GIOVANNI DA
UDINE 15 nov. -20.45 DIO RIDE Nish Koshe Una zattera in forma di piccola scena approdava in teatro ventisei anni fa. Trasportava sei vagabondi, cinque musicanti e un narratore di nome Simkha Rabinovich. A chi sentiva il desiderio di ascoltare, Simkha raccontava storie di una gente esiliata, cantava le canzoni di quel popolo che illuminò e diede gloria alla diaspora. I musicanti lo accompagnavano con i loro strumenti e con lui rievocavano le melodie che quel mondo – fatto di comunità grandi, piccole e piccolissime – aveva creato per vivere le feste, le celebrazioni e i riti di passaggio. Dopo aver toccato tante destinazioni e aver riscosso un successo straordinario, Moni Ovadia e i suoi compagni di avventura saranno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine venerdì 15 novembre con Dio ride. Nish koshe, un nuovo spettacolo ispirato alla tradizione del cabaret yiddish fatto di canzoni, musiche, piccole letture e tanto umorismo, dove l’ebraicità è raccontata in modo originalissimo attraverso il paradosso e soprattutto il sorriso. Dopo lo storico spettacolo Oylem Goylem che proprio lo scorso anno ha toccato il 25mo anniversario, con Dio ride. Nish koshe (il sottotitolo significa in yiddish “così così”), Moni Ovadia intraprende dunque un nuovo viaggio umoristico - paradossale nei grandi temi della spiritualità ebraica che ci permette di guardare in modo nuovo la realtà, le sue contraddizioni e anche di arginare le sue derive: perché, come ha detto lo stesso Ovadia, “L’umorismo è uno strumento poderoso per spiazzare il potere, le regole rigide, l’ossificazione del pensiero”. Dio ride. Nish Koshe è uno spettacolo lirico e civile, dove l’umorismo e la saggia
leggerezza si rivelano essere le uniche possibili risposte dell’intelligenza alle avversità e al male del mondo. Conflitti, intolleranza, nuovi muri come quello che divide Israele da Gaza allontanano gli uomini oggi più che mai e oggi più che mai è necessario dare voce al bisogno di memoria, di giustizia e di pace. Come scrive il Talmud, “Dio ride per essersi intromesso nelle cose degli uomini”. Ma può ancora farlo di fronte a tanta stoltezza? Così così. Salomone “Moni” Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro. Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. L’acquisto dei biglietti è possibile anche online su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00. La
biglietteria di via Trento venerdì 15 novembre sarà attiva anche a partire da un’ora e mezza prima dell’inizio degli spettacoli. Per info: tel. 0432 248418 e biglietteria@teatroudine.it. Previste speciali riduzioni per i possessori della G-Teatrocard. TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE venerdì 15 novembre 2019 – ore 20.45 DIO RIDE Nish Koshe di e con Moni Ovadia con le musiche dal vivo della Moni Ovadia Stage Orchestra: Maurizio Dehò, Luca Garlaschelli, Albert Florian Mihai, Paolo Rocca, Marian Serban luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli scene, costumi ed elaborazione immagini Elisa Savi progetto audio Mauro Pagiaro regia Moni Ovadia produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Corvino Produzioni Si chiude VRE Virtual Reality
Experience: I Vincitori della prima edizione di VRE Si è chiusa la prima edizione del VRE Virtual Reality Experience, il festival, ma soprattutto l’osservatorio pensato da Mariangela Matarozzoe prodotto da Iconialabper raccontare il vasto mondo della rivoluzione dei contenuti e del linguaggio offerto da VR/ AR/ XR. Al centro di una cinque giorni che ha spaziato dalle arti alla medicina, dal sociale al business, una selezione di 21 opere – realizzate tra il 2017 e il 2019 – provenienti dai maggiori festival internazionali. Il Premio VRE è andato a Haenyeodi Jaehee Cho (USA/ South Corea, 2019), Il Premio Young fro Vre a The 7th night of Thelema: A Virtual Ritualdi Gianluigi Perrone (Cina, 2017). Una menzione speciale VRE19 è andata a Crow: The Legend di Eric Darnell (USA, 2018). Infine, il Premio Rai Cinema Channel VR è andato a Being an Astronaut 1-2 di Jürgen Hansen & Pierre-Emmanuel Le Goff (Francia, 2019). I premi in palio sono stati decretati soppesando l’originalità, la qualità e la capacità immersiva delle opere in gara. VRE è inserito all’interno di Videocittà– il Festival della visione ideato da Francesco Rutelli giunto alla seconda edizione e in programma fino a dicembre a Roma- ed è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2019 promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale e realizzato in collaborazione con SIAE.
Premio VRE Decretato dalla Giuria Internazionale composta da Andrey Drobitko (Founder CEO at SketchAR, Lituania), Kädi Lokk (Produttrice e regista, Estonia), Antonino Muro (Founder & Account Manager di Giffoni Innovation Hub, Italia), Carlo Rodomonti (Responsabile Marketing strategico e digital Rai Cinema, Italia), Urlich Schrauth (Fondatore e direttore artistico del VRHAM! Realtà Virtuale e Festival delle Arti, Amburgo), viene assegnato a Haenyeodi Jaehee Cho (USA/ South Corea), 2019. L’opera di Jaehee Cho racconta l’affascinante storia della comunità di pescatrici coreane dell’isola di Jeju, le Haenyeo, da cui prende il nome il documentario. La loro è una comunità riconosciuta dal 2016 patrimonio intangibile dell’umanità UNESCO, che merita di preservare la propria storia e la propria identità. Il documentario riesce a coinvolgere lo spettatore immergendolo nelle acque profonde insieme a queste “sirene” asiatiche, la cui specialità è l’immersione subacquea in apnea. La Giuria chiamata ad esprimere il proprio parere sulle opere in gara ha riconosciuto in Haenyeo un valore aggiunto legato all’importanza di riconoscere una realtà così
ricca di storia che lotta per non essere spazzata via dalla modernità.Premio Young For VRE Assegnato dalla Giuria Giovani composta da Eugenio Piazza, Bianca Gagliardi, Antonella Stelitano, Francesco Minniti, Giulio Lattanzi, Salwa Malouk e Angela Ranieri: tutti provenienti dal mondo dell’istruzione e dell’Università e che sono stati coinvolti nel doppio ruolo di Giuria e di Ambassador assegnato a: The 7th night of Thelema: A Virtual Ritualdi Gianluigi Perrone (Cina), 2017. Questa la motivazione: la macabra danza delle streghe e il ballo forsennato di Ecate hanno sedotto il pubblico Under 25 che grazie alla realtà virtuale ha preso parte al rituale lasciandosi rapire dalle atmosfere esoteriche in un vortice di corpi di forme e di musiche. Basato sulla storia di Thelema una religione esoterica basata sulla filosofia dell’occultista Aleister Crowley il corto sfrutta la tecnologia immersiva per ricreare la coreografia e l’ambientazione del vero rituale trascinando lo spettatore in un viaggio spirituale e artistico fuori dal comune. Menzione speciale VRE19 Una menzione speciale è andata a Crow: The Legend di Eric Darnell, USA, 2018: il nuovo cortometraggio animato di Baobab Studios, diretto da Eric Darnell, regista della saga di Madagascar, permette di vivere il passato in un modo nuovo e audace, grazie alla realtà virtuale. Crow: The Legend unisce con meravigliosa alchimia narrazione e musica alla VR. La realtà virtuale è un mezzo incredibile che può aiutare ad affrontare un viaggio alla scoperta di sé stessi. Un messaggio importante che persone di ogni estrazione sociale possono far proprio. Premio Rai Cinema Channel VR Il Premio, offerto dalla Rai consiste nell’acquisto dei diritti WEB e FREE VOD per un valore di euro 3.00000 in esclusiva per il territorio italiano per tre anni dalla data di stipula del contratto e nella diffusione del corto sulla
nuova APP Rai Cinema Channel VR, è andato aBeing an Astronaut 1-2 di Jürgen Hansen & Pierre-Emmanuel Le Goff (Francia), 2019. Queste le motivazioni: “Per aver esplorato con precisione e profondità mondi inaccessibili che da sempre accendono la fantasia dell’immaginario collettivo. Per avere accompagnato lo spettatore in un’esperienza totalmente immersiva: un viaggio di scoperta e conoscenza in cui la realtà virtuale è uno strumento utile ed efficace a supporto dell’universo raccontato”. “E’ stato festival – ci spiega la Direttrice Artistica Mariangela Matarozzo – affollato di idee e di un pubblico di ogni età. Quando due anni fa, forte di una lunga esperienza nel cinema sperimentale e nel mashup, ho cominciato a pensare a un festival dedicato alle nuove frontiere che le tecnologie immersive avrebbero raggiunto, ancora non immaginavo quanto vasto è il mondo in cui trova spazio la VR è più in generale le Extended Reality: dalle arti, alla comunicazione, dalla medicina al Business e alla Valorizzazione del Patrimonio Culturale, ma anche forma di comunicazione più empatica ed immediata utilizzata dalla Cooperazione internazionale. Abbiamo aperto una finestra su questo mondo ed abbiamo visto che c’è tanto, tantissimo. Ma sappiamo che è da qui che dobbiamo e possiamo partire.” ABOUT VIDEOCITTA’ Ideato da Francesco Rutelli, Presidente dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) e diretto da Francesco Dobrovich, VIDEOCITTÀ è realizzato con il supporto di Regione Lazio e Lazio Creativo, in collaborazione con CDP e Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale. Main partner di Videocittà sono Eni, Intesa Sanpaolo e TIM. Main Media & Content Partner di Videocittà è la Rai che partecipa all’evento con una serie di progetti specifici di RAI STORIA, RAI TECHE, RAI FICTION, RAI RAGAZZI, RAI CINEMA. Videocittà è realizzato in partnership con il MAXXI, con il
sostegno di ANICA e si avvale della media partnership di IGPDecaux. Per info: www.videocitta.com Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: recensione comparata degli ultimi capitoli di due saghe leggendarie Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood hanno molto in comune. Entrambi sono gli ultimi capitoli di due saghe che hanno creato due personaggi che sono diventati dei miti del cinema contemporeaneo: Terminator e Rambo. Entrambi i film sono stati prodotti in piena guerra fredda. Il primo, indimenticabile Rambo è uscito nel 1982, mentre l’altrettanto memorabile Terminator viene lanciato due anni dopo, nel 1984. Il muro di Berlino è crollato sette anni dopo, nel 1989.
I primi capitoli delle due saghe sono basati sul conflitto frontale tra due forze opposte. L’eterna lotta del bene contro il male. Mentre Rambo è nato come un personaggio connotato positivamente, in quanto incarnava l’ideale dell’eroico combattente accolto da una Patria ingrata, il primo Terminator era invece un robot senz’anima, votato alla distruzione del genere umano. Terminator ha forse impersonato per l’ultima volta, in modo magistrale, l’archetipo dell’odiato nemico che riesce a infiltrarsi nella tranquilla società americana, che ha visto nel cult movie L’invasione degli Ultracorpi, di Don Siegel, del 1956, la sua più efficace espressione. Ma negli anni Cinquanta negli Stati Uniti si respirava ancora un’atmosfera da caccia alle streghe, anche se il Maccartismo era in fase calante. Dopo gli anni Ottanta le due saghe hanno poi preso traiettorie differenti. Terminator e Rambo: due miti del superuomo giunti al capolinea Entrambe le saghe hanno creato due miti legati alla potenza del maschio dominante, che di fatto avanza nel mondo schiacciando sotto i piedi qualunque cosa si frapponga tra lui
e l’obiettivo che si è posto di raggiungere. Rappresentando una realtà nella quale le donne possono avere solo un ruolo secondario o al massimo, come nel caso di Terminator, essere rilevanti in quanto madri del futuro salvatore dell’umanità. I due miti si sono poi evoluti in modo divergente. Rambo è rimasto fedele a sé stesso, continuando a macellare i suoi avversari, diventando in Last Blood il vendicatore di quella che può essere considerata sua figlia adottiva, impersonando l’archetipo del buon padre di famiglia che difende la sua casa e i suoi affetti, armato fino ai denti e ben felice di macellare vivi quanti turbano il suo tran tran quotidiano. E, come un bravo eroe western, alla fine sopravvive all’ordalia e cavalca da solo verso le sue amate montagne, pronto a ritornare in azione se qualcun altro avesse l’ardire di violare il perimetro della sua proprietà privata. In Terminator Dark Fate l’inumano robot da combattimento conosciuto negli anni Ottanta è diventato un tranquillo padre di famiglia, che si sacrifica consapevolmente per dare una speranza a un’umanità che procede inconsapevole verso l’Apocalisse, vittima del suo stesso progresso tecnologico. Il suo ruolo è importante, ma non sopravvive ai furiosi combattimenti, lasciando il campo a delle eroine, destinate a guidare il genere umano nella sua titanica lotta contro le macchine. Particolare non da poco, nessuna donna partorirà il futuro comandante della resistenza umana, ma sarà lei stessa la leader, sia pure affiancata dalla settantenne Sarah Connor. Va detto che entrambi i film risultano essere abbastanza risibili, nel momento in cui rappresentano degli eroi ormai incartapecoriti che si battono come demoni contro l’odiato nemico. Ma mentre Terminator ha il buon senso di morire eroicamente, lasciando alla vetusta Sarah Connor un ruolo ancillare al fianco della futura – e giovane – salvatrice del mondo, Rambo è quasi patetico nel rimanere incollato al suo ruolo di macho invitto. Il buon vecchio Sly dovrebbe riconoscere che il tempo del suo personaggio è finito. Meglio
andarsene da eroi quando si è nel pieno delle proprie forze, magari combattendo impavidamente contro forze soverchianti, piuttosto che lasciarsi sorprendere dagli avversari quando ci si fa cambiare il pannolone dalla badante, magari inciampando nel catetere mentre si cerca maldestramente di estrarre l’amato mitragliatore. Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film figli del loro tempo In entrambe le pellicole è possibile riconoscere una frattura che caratterizza l’attuale società statunitense, assente nei film degli anni Ottanta: il discusso muro con il Messico e la crescente importanza della comunità ispanica. In entrambi i film la barriera tanto amata da Trump viene violata senza eccessivo sforzo, e i personaggi messicani occupano entrambi i campi, sia quello buono che quello cattivo. Tuttavia nell’ultimo Rambo il vero eroe è un maschio bianco, e gli ispanici fanno la figura dei puri delinquenti o, al massimo, dei poveri sprovveduti bisognosi di essere guidati e protetti dal buon vecchio ex berretto verde. In Terminator Last Blood il ruolo dei bianchi è secondario, mentre sia la futura eroina che l’odiato robot venuto dal futuro hanno dei chiari lineamenti ispanici. Sia il Terminator che Greta, l’algida donna cyborg venuta dal futuro per salvare la prossima salvatrice dell’umanità, si sacrificheranno per la causa. In altre parole, mentre l’ultimo Terminator è proiettato versa l’immaginario della società multietnica, Rambo Last Blood sembra essere rimasto ancorato al mito della superiorità WASP. Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film influenzati dalle personalità di Schwarzenegger e di Stallone Sylvester Stallone è nato a New York nel 1946. L’attore è statunitense, e, anche se tecnicamente non è WASP, in quanto i
suoi genitori erano dei migranti italiani, Sly ha assorbito la cultura nordamericana del secondo dopo guerra, della quale è diventato una bandiera. Il personaggio di Rambo è arrivato nella società statunitense assieme a Ronald Reagan, ex-attore che ha subito adottato il nuovo mito del cinema come prototipo dell’eroe nell’immaginario dei repubblicani. Anche se Stallone ha sempre cercato di difendere l’apartiticità del suo personaggio, di fatto non è mai stato capace di liberarlo da questo stereotipo, come l’ultimo episodio della sua saga ha bene dimostrato. Arnold Schwarzenegger è nato in Austria nel 1947, e poi si è naturalizzato statunitense. Qualcuno sostiene che per un certo periodo abbia vissuto negli Stati uniti come clandestino. Una storia del tutto diversa da quella di Sly, anche se entrambi sono nati da genitori non nordamericani a distanza di pochi mesi, e hanno vissuto una giovinezza alquanto travagliata. Negli anni Novanta ha cominciato una carriera politica nel Partito Repubblicano, che lo ha portato a diventare Governatore della California per due mandati consecutivi, e le sue posizioni contro il razzismo, il riscaldamento globale e l’inquinamento sono note. Di fatto sembra che il personaggio di Terminator abbia assorbito le qualità politiche dell’attore che lo ha impersonato, in quanto è stato capace di evolversi assieme alla società statunitense. Fino ad avere il buon senso di levarsi di scena, prima di diventare il primo androide da combattimento che entra sul campo di battaglia con l’ausilio di un deambulatore. Terminator Dark Fate e Rambo Last Blood: due film mediocri in maniera diversa Sia chiaro che entrambi i film sono mediocri, assolutamente non all’altezza delle saghe di cui sono al momento il capitolo finale. Tuttavia Rambo Last Blood rasenta il patetico nel volere mantenere in vita un personaggio ormai non più
credibile, per evidenti motivi di senescenza dell’attore che lo impersona. Per di più è costruito completamente attorno alla figura di Rambo, è realizzato con mezzi alquanto modesti, è recitato male e sorretto da una storia debole e scontata. Speriamo che Stallone non affondi ulteriormente il mito dell’ex berretto verde con un altro sequel, di cui nessuno sente il bisogno. Lasciamo che il vecchio eroe si goda i suoi ultimi giorni in ospizio e ricordiamocelo come era da giovane. Terminator Dark Fake è invece un passabile film di intrattenimento, che ci permette di passare due ore spensierate al cinema. Un film nel quale il Terminator ha un ruolo secondario, comparendo a metà della pellicola e avendo il buon gusto di sparire alla sua fine. La pellicola introduce nuovi personaggi e amplia l’immaginario della saga, prestandosi a futuri sequel nel quale il vecchio androide da combattimento potrebbe permettersi al massimo un flashback o una comparsata. E proprio questo, forse, il vero limite di questa saga, per come si è evoluta con questo ultimo film. Terminator non è più essenziale. E la storia, nella sequenza dei film che si susseguono, tende a perdersi, nel sovrapporsi di universi paralleli dove diversi futuri si intersecano, e nei quali è sempre più difficile orientarsi. E nei quali la magia della prima pellicola è ormai sparita, sostituita da un turbinio di effetti speciali e dal susseguirsi di scene mozzafiato. Rimane solo il marketing. Per favore, lasciateci i nostri vecchi eroi e inventatene di nuovi, se ne siete capaci. Alessandro Marotta
Kafka e la bambola viaggiatrice domenica 10 novembre alle ore 17 al Teatro S. Giorgio di Udine a Contatto TIG Debutta in prima assoluta, domenica 10 novembre alle ore 17 al Teatro S. Giorgio di Udine a Contatto TIG in famiglia, Kafka e la bambola viaggiatrice lo spettacolo teatrale ispirato a un episodio della vita di Franz Kafka che unisce la forza del teatro e delle video proiezioni in una storia sull’incontro fra il mondo degli adulti e quello dei bambini. Durante la quotidiana passeggiata al parco berlinese di Steglitz, lo scrittore s’imbatte in una bambina disperata perché ha perso la sua bambola Brigida. Questo incontro inaspettato rappresenta lo spunto per l’ultima opera del grande scrittore. Tratto dal romanzo dell’autore catalano “Kafka y la muñeca viajera” di Jordi Sierra i Fabra, Kafka e la bambola viaggiatrice racconta di ventuno giorni e tante lettere per immaginare un’altra febbrile verità: la bambola non si era persa, aveva deciso di partire per un lungo viaggio e quelle lettere avrebbero raccontato con la voce di Kafka, che s’inventa “postino delle bambole”, le sue avventure in giro per il mondo. Nuova produzione CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia con Teatro delle Apparizioni, una delle compagnie italiane che più stanno innovando i linguaggi e le forme sceniche del teatro per ragazzi, lo spettacolo Kafka e
la bambola viaggiatrice è per tutti, particolarmente consigliato alla visione in famiglia, per un pubblico di adulti e bambini, dai 6 anni. Kafka e la bambola viaggiatrice diventa, grazie alla regia di Fabrizio Pallara, fondatore de Teatro delle Apparizioni, che insieme a Valerio Malorni ha curato l’adattamento e la drammaturgia, un racconto di parole e immagini animate con in scena una formidabile coppia d’attori, lo stesso Malorni e Desy Gialuz che manipola la bambola ideata e costruita da Ilaria Comisso. Le scene e i costumi sono realizzati dall’artista e scenografa Luigina Tusini e le videoproiezioni create dall’illustratore Massimo Racozzi animano e descrivono luoghi, viaggi e fantasie. Kafka e la bambola viaggiatrice è una storia adulta che parla di nostalgia, è una storia dell’infanzia che dice di stupori, occhi aperti sul mondo, vita che arriva tumultuosa e piena. Un incontro tra umanità, tra condizioni diverse, diversi tempi della vita, ma dentro un’esperienza che appartiene a tutti: crescere, cambiare, lasciar andare. “Dalle pagine dello scrittore spagnolo – raccontano Valerio Malorni e Fabrizio Pallara – alla messa in scena il testo ha subito delle variazioni, necessarie, per raccontare con gli strumenti a disposizione del teatro ciò che un romanzo fa solo con le parole. La nostra bambina è una bambola manipolata da un’attrice, teatro d’attore e di figura, accompagnato da un lavoro di videoproiezioni che raccontano il viaggio di Brigida. L’occasione dunque per far dialogare letteratura e teatro per le nuove generazioni, continuando a cercare i modi in cui si può parlare a chi sta iniziando a incontrare la vita. Uno spettacolo che esiste grazie al guizzo geniale di un grande scrittore in un pezzetto della sua vita sconosciuto ai più, e grazie alla curiosità e all’attenzione con cui un altro scrittore ha saputo raccogliere e raccontare una storia, per
farla arrivare fino a noi”. L’appuntamento di domenica inaugura Udine Città-Teatro per i bambini, il percorso teatrale promosso da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Assieme alla replica pomeridiana di Contatto TIG in famiglia, Kafka e la bambola viaggiatrice sarà proposto anche in matinée per gli studenti delle nell’ambito della Stagione Contatto TIG Teatro per le nuove generazioni del CSS dal 6 al 9 novembre e il 12 al Teatro S.Giorgio di Udine, il 13 Cervignano, al Teatro Pasolini. Lo spettacolo sarà poi in tournée e farà tappa nei teatri delle città di Roma per il prestigioso Romaeuropa Festival Kids, Riccione (Teatro Tondelli), Padova (Teatro Don Bosco), Mira (Villa dei Leoni), Vicenza (Teatro Astra), Codroipo (Teatro Benois De Cecco), Fagagna (Sala Vittoria), Cascina (Fondazione La città del Teatro). 1 dicembre 2019 a Sutrio Fums, profums, salums & Formandi – Sapori e formaggi di montagna Protagonisti gusto e tradizione alpina, domenica 1 dicembre, a Sutrio, incantevole borgo della Carnia ai piedi del monte Zoncolan, con un doppio appuntamento dedicato ai salumi e ai formaggi di malga, due prodotti d’eccellenza tradizionali di queste incontaminate montagne del Friuli Venezia Giulia.
Fums, profums, salums & Formandi – Sapori e formaggi di montagna Foto Elia Falaschi/Phocus Agency © Domenica 1 dicembre, Sutrio si trasformerà in vero e propriolaboratorio di sapori e profumi, in cui si scopriranno i prelibati salumi e insaccati della montagna friulana e si degusteranno piatti a base di carne di maiale, il re della tavola carnica. Musét (cotechino), salami, pancette, prosciutto crudo… La varietà dei salumi in Carnia si è creata nel tempo grazie alle sue caratteristiche morfologiche: l’isolamento dovuto alle montagne e alle vie di comunicazione disagevoli ha fatto sì che quasi ogni paese avesse il proprio segreto nel prepararli. Caratteristica comune a molti è l’affumicatura, nata per favorire la stagionatura e la conservazione dei prodotti che, a seconda della zona, cambia per tempi, legni utilizzati e luoghi dove viene effettuata. Il percorso si snoderà tra le vie del paese dove il turista avrà modo di degustare un vero e proprio menù con prelibatezze dedicate al maiale e non solo, abbinato ai vini di selezionate cantine del FriuliVG. In un caratteristico Mercatino sarà possibile trovare il meglio della salumeria carnica e
regionale. A fare da contorno, musica e animazione per i bambini. Sempre domenica 1 dicembre, una straordinaria selezione di formaggi di malga della montagna friulana sarà in mostra e degustazione nella suggestiva cornice di Cjase dal Len (un’antica segheria sapientemente restaurata). I Formaggi saranno abbinati a vini d’eccellenza del Friuli Venezia Giulia. 20 le malghe della Carnia, del Canal del Ferro-Val Canale e del Pordenonese che partecipano all’evento e che hanno deciso di valorizzare insieme la qualità dei loro prodotti e di far conoscere al largo pubblico il ruolo di tutela del territorio che il loro lavoro riveste. Nel pomeriggio, alle 16.00, si potrà fra l’altro assistere a un’inconsueta Asta di formaggi di malga, che darà la possibilità di aggiudicarsi anche forme particolarmente pregiate e solitamente introvabili. Rivolta principalmente agli addetti ai lavori (ristoranti, agriturismo, negozi di formaggi ed alimentari) interessati ad acquistare i prodotti della monticazione 2019 (già in parte introvabili) nonché pezzature speciali, l’asta sarà aperta anche al pubblico, che potrà assistervi ed acquistare, volendo, le forme. L’evento è organizzato dal Caseificio Sociale Alto But di Sutrio e dalla Cooperativa Malghesi della Carnia e Val Canale in collaborazione con Ersa e il sostegno di PromoturismoFVG. Formandi avrà un preludio sabato 31 novembre, con i festeggiamenti per i 50 anni del Caseificio sociale Alto But, fra i pochissimi caseifici di valle ancora attivi in Carnia, che raccoglie e lavora il latte anche di piccolissimi allevatori della zona. Pacchetti soggiorno Le due manifestazioni possono essere lo spunto per trascorrere
un piacevole week end in Carnia, alloggiando negli appartamenti con cucina arredati di tutto punto dell’Albergo Diffuso Sutrio Zoncolan ricavati dalla ristrutturazione di antiche case di Sutrio (www.albergodiffuso.org). In occasione dell’evento sono proposti pacchetti particolari, con sconto del 15%. Per informazioni: Visit Zoncolan – Tel. 0433778921 – www.visitzoncolan.com – info@visitzoncolan.com Albergo Diffuso Sutrio Zoncolan – Tel: 0433778921 – www.albergodiffuso.org – info@albergodiffuso.org C.L. I migliori artisti internazionali rendono omaggio all’Arte Europea Torna il consueto appuntamento veneziano Padiglione Europa, mostra d’arte dedicata ai migliori talenti del panorama contemporaneo europeo. In un contesto di primissimo livello come il Palazzo Albrizzi Capello, che ospita attualmente i tre padiglioni della 58. Biennale di Venezia: Guatemala, Grenada e Repubblica Dominicana, si svolgerà la rassegna, dal 13 al 19 novembre 2019, presso la sede della Biblioteca del Teatro Contemporaneo Europeo. La ricerca artistica in scena spazia da generi astratti e concettuali a rappresentazioni figurative, arricchite da sculture e fotografie. Nelle opere informali
sono presenti fervidi cromatismi atti a evidenziare le iridescenti e cangianti personalità degli autori in un concerto di espressività, dove, mediante il colore, viene espresso il messaggio e la peculiare essenza di ogni composizione. In stretto contatto con questa vocazione intangibile, si manifesta la pittura figurativa, testimone nel Padiglione, atta ad indagare, con un’intima poetica, la dimensione spazio-temporale attraverso visioni surreali ed espedienti illusori. I soggetti dei dipinti sono principalmente raffigurazioni emblematiche, simboli dell’umanità, inserite in contesti sia paesaggistici che onirici. Ospite d’onore della mostra sarà Simone Pieralice, tra i curatori del Padiglione della Repubblica Dominicana alla Biennale di Venezia. L’esposizione avrà opere di Alessandra Dieffe (Alessandra Di Francesco), Amelia Mutti, Anna Poerio, Anna Reber, Aristide Gattavecchia, Chiara Quaglia, Cor Fafiani, Emanuela Minaldi, Emel Vardar, Enoch Entronauta (Giovanni Sechi), Gertrud Welz, Hans Johansson, Jacqueline Domin, Libero (Antonio Pamato), Luisa Jacobacci, Marco Cùttica, Maria Luisa Imperiali, Mario Pepe, Mary Nunziata, Maurizio Carpanelli, Nicola Costanzo, DRO (Ornella De Rosa), Paola Pagnozzi, Petra Mattes, Piero Carozzi, Rocco Iannelli, Sabrina Bertolelli Presentata la nuova edizione di Suns Europe Primo lustro per Suns Europe che dal 15 al 30 novembre riporterà il Friuli al centro dell’Europa attraverso una serie
di eventi sparsi sul territorio e uniti da un filo rosso ben descritto dalla vision del Festival: ‘Diritto alla lingua, diritto alla diversità’. L’evento – organizzato annualmente dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno finanziario della Regione Fvg, dell’ARLeF, Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, e della Fondazione Friuli, con il patrocinio del Comune di Udine, del Consiglio d’Europa e del NPLD – è stato presentato oggi alla sede della Regione Fvg, a Udine, alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Udine, Fabrizio Cigolot e del presidente di ARLeF, Eros Cisilino. Presenti anche il direttore artistico di Suns Europe, Leo Virgili, e il presidente della cooperativa Informazione Friulana, Carlo Puppo. La conferenza stampa è stata l’occasione per ribadire anche la mission della kermesse: “Promuovere le produzioni artistiche contemporanee nelle lingue minorizzate europee con l’obiettivo di sostenere la costruzione di un’Europa differente, unita nelle diversità, fondata sui diritti, sul pluralismo, sul rispetto e sulla collaborazione”. LE DICHIARAZIONI – Ad aprire la conferenza stampa è stato l’intervento dell’assessore Cigolot, che ha voluto rimarcare l’attenzione della giunta comunale e del sindaco Pietro Fontanini a tutte le tematiche che riguardano le lingue minoritarie: «Sono cinque anni ormai – dichiara l’Assessore alla Cultura del Comune di Udine Fabrizio Cigolot – che il Festival Suns Europe rappresenta un luogo di incontro non solo per gli artisti di tutta Europa che giungono qui in Friuli per esprimere le proprie abilità artistiche attraverso la loro lingua, ma è anche un’occasione di confronto per istituzioni e associazioni che, grazie a questo appuntamento culturale, possono continuare ad intessere rapporti di collaborazione per garantire sostegno a comunità linguistiche minoritarie che
hanno bisogno di tutela per poter sopravvivere e trasmettere la propria unicità». Il presidente Cisilino ha ricordato come «Suns Europe è senza dubbio un progetto di eccellenza nel settore artistico, che ARLeF ha contribuito a ideare e che sosteniamo sin dalla prima edizione perché convoglia in Friuli la grande ricchezza espressiva delle diverse culture di minoranza, rendendo tangibili i valori del plurilinguismo. Un grande valore di Suns Europe è inoltre quello di essere un festival dei giovani per i giovani, che parla di identità in termini moderni e mette in connessione i migliori talenti artistici con un pubblico internazionale e curioso». «La nostra ambizione – ha spiegato Puppo – non è solo di offrire un assaggio delle migliori produzioni artistiche realizzate in lingua minorizzata, ma di stimolare la curiosità del pubblico sulla cultura, sulla storia e sulle vicende delle comunità che in tali lingue si esprimono. È un’Europa plurale, vivace e stimolante ma ancora troppo poco conosciuta. E forse, conoscendo e apprezzando questa Europa diversa, sarà più facile conoscere e apprezzare anche l’identità plurale del Friuli». LA NUOVA EDIZIONE – A entrare più nel dettaglio del programma dell’evento è stato Leo Virgili, il direttore artistico di Suns Europe che ha chiarito: «Anche quest’anno vogliamo ribadire la vitalità della produzione artistica nelle lingue europee. Il nostro festival è ormai un riferimento per una giovane generazione di artisti che non ha timore di confrontarsi con la modernità usando come mezzo le rispettive lingue tradizionali. Credo che gli artisti invitati quest’anno esprimano estrema freschezza e varietà. Non abbiamo mai creduto in un festival per addetti ai lavori proprio perchè vogliamo dimostrare che le lingue minoritarie si possono e si devono innestare nella cultura popolare con naturalezza. Secondo noi è l’unica chiave per mantenerle vive».
IL CONCERTO FINALE – Come anticipato nelle scorse settimane l’evento conclusivo si terrà anche quest’anno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il 30 novembre, dalle 21 (i biglietti sono già disponibili in prevendita online > http://bit.ly/BilietsSunsEurope2019, al Giovanni da Udine oppure nei punti vendita autorizzati, qui l’elenco > www.sunseurope.com), presentatori della serata quest’anno saranno il rapper friulano Doro Gjat e la cantautrice ladina Martina Iori. Sul palcoscenico saliranno gruppi e artisti provenienti da Sardegna (Malasorti), Paese Basco (Mocker’s), Galles (Sybs), Cantone dei Grigioni (Mattiu Defuns), isole Faer Øer (Son of Fortune), ma anche galiziani (Ataque Escampe), occitani (Mauresca Fracas Dub), catalani (Magalí Sare), basso sassoni (Leon Moorman) e, naturalmente, friulani (Silvia Michelotti). I vincitori della scorsa edizione: i catalani Jansky (credits Dario Furlan) IL PROGRAMMA DEL 30 NOVEMBRE – Ma la giornata conclusiva di Suns Europe comincerà sin dal mattino, con “Scuele Europe /
School Europe” l’appuntamento dedicato alle scuole (sempre al “Nuovo” alle 10.30). Nel pomeriggio tutti gli appuntamenti del festival si svolgeranno allo spazio Fantoni del “Giovanni da Udine”. Alle 15 sarà possibile vedere il cortometraggio più votato dagli studenti friulani per la sezione Italymbas del Babel Film Festival (Sardegna). Mezz’ora più tardi sarà proiettato un documentario dell’emittente frisona Omrop Fryslân sulla comunità aranese, minoranza occitana della Catalogna. Alle 16.30 si passerà alla musica con i galiziani Ataque Escampe. Alle 17.15 sarà proiettato “Il silenzio” di Ali Asgari e Farnoosh Samadi, corto che ha vinto in Babel Film Festival e che racconta la storia di una madre e una figlia curde che vivono in Italia. Alle 17.30 ancora musica con la catalana Magalí Sare. Ci farà fare un’escursione nella delicata situazione catalana lo storico, giornalista e attivista Xavi Milian che, alle 18.15, presenterà il suo “El poder del poble”. A seguire una pausa gustosa al Mamm per il Suns Happy Hour, dalle 19.30, in attesa del concertone. ANTEPRIMA PER IL NUOVO LAVORO DI GARLATTI–COSTA – Due anni dopo “Missus”, Massimo Garlatti–Costa torna a Suns Europe con il suo nuovo lavoro in lingua friulana: “Predis. La nazione negata” (il film è prodotto da Raja Films e Belka Media, e realizzato con il supporto di Arlef Agenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, Fondo Regionale dell’Audiovisivo Fvg, Film Fund – Film Commission Fvg, Glesie Furlane), che sarà presentato al pubblico in prima assoluta, al cinema Centrale di Udine (costo del biglietto, 5 euro), il 29 novembre, alle 20.30. La giornata del Festival comincia però alle 18 all’insegna dell’arte, con Judith Musker Turner, artista e poetessa gallese, e il collettivo femminile “Sottane poetiche”. Non si sono mai viste né conosciute, ma portano avanti da anni lo stesso progetto artistico, cucire parole e poesie sui propri vestiti. Le loro opere saranno esposte da Lino’s&Co, a Udine, poi, tutte insieme, le artiste realizzeranno un abito con versi friulani e gallesi. In serata, alle 21, allo Yardie di Pradamano, è invece in programma la “fieste di benvignût” di
Suns Europe. TANTA MUSICA – La musica di Suns Europe comincerà però già il 15 novembre, dalle 21, alla 186^ Fiera di Santa Elisabetta “Sagra Tradizionâl dal Dindiat” di Romans d’Isonzo (in collaborazione con la Pro Loco). A salire sul palco ci saranno la cantautrice basca Eneritz Furyak e la friulana Michela Franceschina. Il giorno seguente, dalle 21, Eneritz farà il bis ma all’auditorium di Lavariano (in collaborazione con Art tal Ort) assieme alla friulana Silvia Michelotti. Venerdì 22 novembre, alle 21, torna “Tumasch è” che a distanza di due anni dalla sua vittoria sarà di nuovo in Friuli con un concerto alla sala Alpina di Comeglians assieme al friulano Massimo Silverio. Sarà sempre il cantautore proveniente dal Cantone dei Grigioni, il giorno seguente alla stessa ora, ad animare l’Auditorium parrocchiale di Pagnacco con la friulana Silvia Michelotti. ANCORA CINEMA – Giovedì 28 novembre, alle 20.30, sempre al cinema Centrale di Udine (costo del biglietto, 5 euro), sarà proiettata un’altra anteprima in lingua friulana, “Sot des stelis fredis”, pellicola di Stefano Giacomuzzi. Alle 18, invece, alla Biblioteca Joppi, si discuterà di letteratura friulana con autori, esperti e organizzatori dei premi San Simon, Tracanelli e Vôs de Basse. Torna quindi il confronto fra lingue con una storia antica e forme di comunicazione moderne e contemporanee. Il Festival porterà ancora una volta in Friuli la musiche(musica), il cine (cinema) e la leterature (letteratura) declinati nelle lenghis minoritariis (lingue minoritarie) del Vecchio Continente. Protagonisti assoluti saranno arte, contaminazione, talento, pluralismo linguistico, creatività. IL FESTIVAL – Suns Europe – organizzato annualmente dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno finanziario della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’ARLeF, Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, e della Fondazione Friuli
– gode del patrocinio del Comune di Udine, del Consiglio d’Europa e del NPLD, Network to Promote Linguistic Diversity, la rete europea per la promozione della diversità linguistica. Inoltre, si avvale della collaborazione di numerosi soggetti pubblici e privati, friulani e internazionali fra cui Etxepare Euskal Institutua (Paese Basco), Secretaría Xeral de Política Lingüística – Xunta de Galicia (Galizia), Babel Film Festival (Sardegna), RTR (Cantone dei Grigioni), Stichting REUR (Paesi Bassi) e CEC, Centro Espressioni Cinematografiche. Suns Europeha il merito di trasformare la città di Udine in un crocevia di culture, lingue e artisti, creando contaminazione e confronto, dando spazio a una produzione artistica di assoluto valore. Tutto il programma e le info sono su www.sunseurope.come sulla pagina Facebook ‘SUNS Europe’. Giovedì 14 novembre alle ore 18, al DoubleRoom arti visive di Trieste, inaugura “Prodigi a tavola” Giovedì 14 novembre alle ore 18, al DoubleRoom arti visive di Trieste, inaugura “Prodigi a tavola”, esposizione curata da Massimo Premuda che prende ispirazione dalla celebre “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci analizzando tutti i grandi e piccoli miracoli che ci può regalare ogni giorno il cibo a tavola. In mostra 4 artisti internazionali a interrogarsi sulla relazione fra cibo e corpo, mito e infine spirito, nella
cornice delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del geniale Leonardo e nell’ambito della quinta edizione della rassegna L’energia dei luoghi organizzata dall’associazione Casa CAVE di Visogliano (Vižovlje) e sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. In occasione dell’inaugurazione, la performer greca Nina Alexopoulou realizzerà una nuova azione site specific dal titolo “Plasma take away”, una durational performance in cui si assisterà al quotidiano miracolo del cambiamento di stato della materia, in cui diversi alimenti passeranno dallo stato solido e liquido a quello aeriforme e infine plasmatico. La mostra, ispirandosi alle infinite suggestioni del Cenacolo leonardesco, ci racconta nuovi grandi e piccoli miracoli che possono avvenire a tavola. L’assoluta modernità cinematografica della tempesta di emozioni, che esplode all’improvviso in un vortice di sentimenti, suscitata negli apostoli dall’annuncio inaspettato di Cristo: “Uno di voi mi tradirà”, viene attualizzata, con altrettanti supereroi, nella documentazione della performance “The Superheroes’ Last Supper” dell’artista sloveno Mark Požlep che, citando Spider- Man, recita: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, per il futuro dell’umanità. Così come i messaggi lanciati a tavola dalla performer greca Nina Alexopoulou, nei riti di “Arcane Exchanges”, mettono in comunicazione il pubblico con parti sconosciute o
nascoste: “Conosci te stesso”. In mostra viene affrontato anche il tema della transustanziazione, declinato in un’operazione diametralmente opposta dalla fotografa slovena di Trieste Nika Furlani con immagini che fanno emergere viveri e vivande da corpi umani, e dalla pittrice triestina Raffaella Busdon con la messa in relazione della rosea e perfetta bellezza umana con l’immagine di un porcellino partendo proprio da uno studio leonardesco su un cuore di maiale, unico organo animale idoneo al trapianto umano. 14 novembre > 20 dicembre 2019 PRODIGI A TAVOLA cenacoli e visioni opere di Nina Alexopoulou, Raffaella Busdon, Nika Furlani e Mark Požlep a cura di Massimo Premuda nell’ambito di L’Energia dei Luoghi DoubleRoom arti visive via Canova 9, 34129 Trieste lunedì > venerdì 17-19 349 1642362 – doubleroomtrieste@gmail.com https://www.facebook.com/doubleroomtrieste
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