Numero 07 Novembre/Dicembre 2016 - LA RIVISTA DI FORMAZIONE CHE NON TI ASPETTI - Formaper
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LA RIVISTA DI FORMAZIONE CHE NON TI ASPETTI Novembre/Dicembre 2016 Numero 07 Palazzo Francesco Turati - Milano
INDICE IN PRIMO PIANO 03 CARPE DIEM a cura di Mariangela Maruccia e Michela Nunzi EDITORIALE Alternanza scuola-lavoro: online il Registro 22 nazionale per l’incontro studenti-imprese Un anno! 04 di Paolo Pulci NEWS TESTIMONI E MAESTRI a cura di Paolo Pulci Italia e capitale umano 23 Nella formazione: stupidità del committente, del 06 partecipante e del formatore di Massimo Bellotto SANTA MARTA 18 a cura di Daniela Ferraresi, Roberta Gallazzi, Marzia Lisena PICCOLA IMPRESA E FORMAZIONE e Mariangela Maruccia Fare formazione con i piccoli imprenditori 09 Alumni 24 di Umberto Bellini Corsi gratuiti per apprendisti - 24 moduli base e trasversale MODUS FORMANDI Opportunità di formazione finanziata per 25 dipendenti e dirigenti attraverso i Fondi Interprofessionali, con il supporto Formaper Uno sguardo sull’imprenditorialità immigrata 12 extra UE: l’esperienza Formaper Catalogo corsi Formaper sede di 26 di Paola De Fortunatis Monza novembre–dicembre 2016 Bacheca lavoro 26 Le opportunità dell’apprendistato di I livello 16 di Paolo Galeffi PAGINE DI FORMAZIONE COACHING E DINTORNI a cura di Paolo Pulci Massimo Bellotto, Stupidità e formazione 27 Un coach per orientarsi 18 Guerini Next, 2016. di Cristina Volpi SERENDIPITY Formazione “massima” 21 a cura di Francesco Dolcino e Paolo Pulci Formaper - Camera di Commercio di Milano | Via Santa Marta, 18 - 20123 Milano | Tel. 02/8515.5344 | outsider@formaper.it | www.formaper.it Presidente: Umberto Bellini - Direttore: Roberto Calugi - Responsabile progetto editoriale: Paolo Pulci Comitato di Redazione: Carlo Bramati, Alessandro De Benedittis, Marzia Lisena, Roberta Gallazzi, Mariangela Maruccia, Alessandro Meriggi, Pieralda Passione, Cinzia Tonin, Silvia Valentini Progetto grafico: Marica Spada – SiComunicaWeb Srl OUTSIDER valorizza la diversità di opinioni e ospita contributi che possono esprimere le differenti visioni e convinzioni dei singoli Autori, che sono responsabili di quanto scritto.
IN PRIMO PIANO MODUS FORMANDI UNO SGUARDO SULL’IMPRENDITORIALITÀ IMMIGRATA EXTRA UE: L’ESPERIENZA FORMAPER di Paola De Fortunatis EDITORIALE UN ANNO! Segue a p. 12 É già passato un anno dalla nascita di Outsider! Il primo numero, difatti, è del novembre 2015. Nell’editoriale di quel primo numero, “Outsider: una rivista che non ti aspetti”, raccontavamo come fosse nata l’idea di una nuova rivista di formazione, le sue motivazioni di fondo, i suoi obiettivi, il perché del suo nome. di Paolo Pulci Segue a p. 04 TESTIMONI E MAESTRI COACHING E DINTORNI NELLA FORMAZIONE: STUPIDITÀ UN COACH PER DEL COMMITTENTE, DEL PARTECIPANTE ORIENTARSI E DEL FORMATORE di Cristina Volpi di Massimo Bellotto Segue a p. 18 Segue a p. 06
Torna all’indice L’EDITORIALE Un anno! É già passato un anno dalla nascita di Outsider! di Paolo Pulci Il primo numero, infatti, è del novembre 2015. Responsabile progetto editoriale Nell’editoriale di quel primo numero, “Outsider: una rivista Da oltre venticinque anni si occupa di formazione. Ha che non ti aspetti”, raccontavamo come fosse nata l’idea lavorato alla Direzione del Personale di un grosso gruppo di una nuova rivista di formazione, le sue motivazioni industriale. Ora è Project manager di formazione e di fondo, i suoi obiettivi, il perché del suo nome. Chi docente nell’area della gestione delle risorse umane, delle volesse leggerlo (o rileggerlo), trova l’articolo on-line abilità manageriali, della formazione formatori, presso www.formaper.it/outsider. Formaper e altre business school in Italia e all’estero. Ha U mberto Bellini, Presidente Formaper e Roberto insegnato presso due Università italiane. Calugi, Direttore, scrivevano in quel primo numero: “Siamo convinti che nella crescita del capitale umano risieda la chiave per lo sviluppo competitivo del nostro profuso e delle difficoltà per una rivista che voglia essere, mondo imprenditoriale, stretto fra una crescente contemporaneamente, qualificata e produttrice di cultura, competizione internazionale e la necessità di agganciare ma anche pragmatica, operativa, informale e agile. E che i primi segnali di ripresa economica.” Insomma, la ha scelto di rivolgersi a target differenti, con differenti formazione come leva per la competitività. E fare esigenze: imprenditori e imprese, ma anche operatori cultura della formazione, stimolare la riflessione sullo specializzati, professional della formazione, opinion sviluppo delle persone e delle organizzazioni è quello che leader. A ci proponevamo. C i siamo riusciti? Lasciamo la risposta a voi lettori. nche in questo numero la sezione editoriale ospita rubriche, abbastanza fisse e continuative, incentrate su Noi auspichiamo almeno di aver contribuito a ciò, riflessioni e approfondimenti, temi particolari, racconti di consapevoli delle potenzialità non ancora praticate, delle esperienze formative, modalità di crescita e sviluppo. Nel possibilità tuttora da realizzare, così come dell’impegno numero trovate: 04
Torna all’indice EDITORIALE Un anno! • “Testimoni e maestri” - articoli e interviste a testimoni • “Coaching e dintorni” – una rubrica dedicata ai temi qualificati della riflessione sulla formazione e ad attori si- del coaching, del counseling e del mentoring. In questo gnificativi. In questo numero Massimo Bellotto, uno numero Cristina Volpi ci parla della funzione del coaching per dei protagonisti della formazione in Italia, ci offre un l’orientamento. grande regalo: la sua ennesima graffiante, ironica, stimo- lante riflessione. L’articolo è uno stralcio del suo ultimo • “Serendipity” – Piccola rubrica di pensieri, citazioni, libro sulla stupidità e la formazione. aforismi ed altro, inerente la formazione e lo sviluppo, da offrire con leggerezza ai lettori. • “Piccola impresa e formazione” - articoli rivolti spe- L cificamente al mondo della nuova e piccola impresa o a chi si occupa di essa, interviste ad aziende esemplari e a sezione di servizio ospita rubriche più operative. imprenditori significativi. Questa volta approfondiamo il modo in cui imparano i piccoli imprenditori, le peculiari- • “Carpe diem” - opportunità da cogliere, possibilità di tà del loro apprendimento. Perché queste peculiarità costi- finanziamenti per la formazione, scadenze, apertura di tuiscono una sfida salutare e proficua per i formatori? avvisi, ecc. • “Modus formandi” - il racconto/presentazione di in- • “News” - notizie dal mondo della formazione, novità terventi formativi, casi e progetti di eccellenza, sia ad opera normative, eventi, ecc. di Formaper che di altri, che possano essere di interesse per un pubblico più vasto. Innanzitutto viene raccontata • “Santa Marta 18” - segnalazioni e sinergie con l’esperienza Formaper nel supporto e nella formazio- iniziative, progetti, eventi, proposte formative Formaper. ne all’imprenditoria immigrata extra UE, fenomeno che negli ultimi anni ha registrato un notevole incremento. • “Pagine di formazione” - segnalazioni e/o recensioni Quali sono le caratteristiche di questa imprenditorialità e di libri sulla formazione e sviluppo. come si è sviluppata l’attività di Formaper a suo sostegno? C Un secondo articolo illustra le opportunità offerte dall’apprendistato di primo livello e racconta brevemen- ome sempre, segnalateci i vostri interessi, suggerimenti te un’esperienza concreta. e critiche (outsider@formaper.it)! Un grazie a chi ci ha seguito in questo primo anno e …buon compleanno, Outsider! 05
Torna all’indice TESTIMONI E MAESTRI RACCONTANO Articoli a esperti qualificati, opinion leader, attori significativi, figure di riferimento nella riflessione e nel pensiero sulla formazione e sviluppo NELLA FORMAZIONE: STUPIDITA’ DEL COMMITTENTE, DEL PARTECIPANTE E DEL FORMATORE M assimo Bellotto è da molti anni uno dei protagonisti del mondo della formazione. Ha di Massimo Bellotto pubblicato più di 200 opere tra volumi e articoli. Pubblichiamo, per gentile concessione dell’Autore e Dal 1973 svolge attività di ricerca e di docenza presso dell’Editore, un estratto del suo ultimo libro “Stupidità diverse Università; dal 2001 è Professore Ordinario di e formazione”, Guerini Next, 2016.1 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Attualmente insegna Metodi e tecniche di formazione degli adulti e L Psicologia del lavoro all’Università degli studi di Verona. a stupidità nell’ambito della formazione aziendale o Nel corso degli anni ha svolto attività di docenza presso manageriale può essere considerata facendo riferimento molte business school, enti di formazione, imprese. a quel particolare triangolo delle Bermuda che è costituito dalle tre relazioni che connettono reciprocamente il committente, il partecipante ed il formatore (triangolo “critico” sia quando il formatore è un consulente esterno, V uole una formazione pratica, che insegni l’efficacia e sia – mutatis mutandis – quando il formatore è un l’efficienza senza perdere tempo con questioni inesistenti, professionista interno all’organizzazione). o poco aziendali, quali i vissuti soggettivi, le relazioni C interpersonali e tra ruoli, la consapevolezza delle onsideriamo alcuni indicatori della stupidità a partire dinamiche affettive inerenti i gruppi e l’organizzazione, dal committente. il disagio e il benessere lavorativo: tutte cose che non L interessano neppure al personale che, infatti, chiede solo a stupidità del committente è un bene prezioso, da più soldi. valorizzare: ciò in quanto da essa dipende il successo di molti formatori. Può essere stupido anche chi investe molti V uole che il ritorno dell’investimento sia immediato, soldi in formazione, magari per agire a tutto campo (o, certo, ostensibile. Considera l’organizzazione o il job una come disse testualmente un committente, “a 365° gradi”. variabile indipendente, alla quale deve corrispondere Sic!). il comportamento delle persone, inteso come variabile C dipendente. Lo sviluppo personale e lavorativo dei i sono pure committenti intelligenti o saggi, ma collaboratori coincide con l’adattamento delle risorse lavorare con questi è più impegnativo. Il committente umane alle esigenze del business, essendo il dipendente stupido è molto efficiente: non perde tempo con l’analisi giustappunto una “risorsa”, cioè un mezzo, uno strumento della domanda, sa che la sua percezione soggettiva della più o meno utile a conseguire lo scopo dell’organizzazione situazione è un’analisi oggettiva (se effettua un’analisi (il profitto privato, piuttosto che la soddisfazione del preliminare delle esigenze formative, poi non la utilizza cliente). perché la considera superflua) e ama le idee nuove, meglio se sintetizzate in acronimi. 1 - Desideriamo ringraziare vivamente Guerini Next per l’au- torizzazione concessaci. Il volume è segnalato anche nella rubrica “Pagine di formazione” di questo numero di Outsider. 06
Torna all’indice TESTIMONI E MAESTRI RACCONTANO Nella formazione: stupidità del committente, del partecipante e del formatore S e è pirla, il committente non coglie alcuna differenza, I l partecipante stupido non è quello che tace, o che né alcuna tensione, tra gli obiettivi delle persone e dice stupidaggini, ma quello che compie un grave errore gli obiettivi dell’organizzazione. Se è astuto, pone alla di omissione: perde una opportunità privilegiata per formazione obiettivi che servono allo sviluppo dell’azienda, ascoltare, per dialogare, per riflettere, per rielaborare formulandoli con un linguaggio rispondente agli obiettivi il rapporto con il proprio ruolo, il proprio contesto, il di sviluppo delle persone. In alcuni casi la stupidità del proprio futuro. Vuole solo apprendere nel senso prensile committente lo porta ad esibire le proprie competenze del termine: vuole afferrare e portar via qualcosa di utile in formazione, interferendo non solo nel progetto di per sé, uno strumento, un rimedio, qualcosa usando la massima, ma anche nel progetto operativo, dicendo la sua quale trarre vantaggio. Vuole tools come un alibi che anche sui singoli dispositivi metodologici e sui contenuti esoneri dal pensare, vuole cose oggettive che esonerino specifici. dalla soggettività, dalla discrezionalità, dall’autonomia C onsideriamo ora la stupidità del partecipante. di giudizio. Ciò accade anche con i partecipanti che ricoprono ruoli più elevati di responsabilità e di potere, L’Università spagnola di Salamanca ha una storia molto come se la cultura dominante dell’efficienza innanzitutto antica. Su un portale d’ingresso c’è una scritta bellissima: li costringesse a reprimere la propria disponibilità ad “Quod natura non dat, Salmantica non praestat”. La interrogarsi, a pensare e ad esprimersi liberamente. D formazione non può fornire cultura, né consapevolezza, né competenze a chi per dotazione biologica, o per storia iverso e complementare a questo è il caso di personale, non ha potenziale. partecipante stupido costituito dal partecipante modello. Ciò era noto già nella serenissima Repubblica di Venezia Si tratta del soggetto che sta attento, interviene, partecipa quando c’era l’usanza di far fare ai figli, come rito di con impegno ai metodi attivi, etc.: è la soddisfazione del iniziazione alla vita adulta, un viaggio in nave, per esempio formatore. Ma è stupido perché apprende solo a fare il fino a Costantinopoli e ritorno: il giovanotto partiva partecipante, non altro. Considera la formazione non un ragazzo e tornava uomo. In questa prassi c’è attinenza con mezzo per cambiare il modo di vivere e di lavorare, ma il percorso di formazione e due proverbi complementari uno scopo, qualcosa da fare bene: e lo fa. descrivono ciò che accade, in dialetto veneziano: “chi gira il mondo xe svegia”, e “chi mona va, mona torna”.Il C onviene considerare anche la stupidità del formatore. partecipante pirla non impara perché sa già, o crede di Infatti, per combattere la stupidità degli altri, dovrebbe sapere, il che soggettivamente è la stessa cosa. prima riconoscere la propria: il formatore non è la I soluzione, ma parte del problema. Di solito il formatore l partecipante medio – come Socrate - sa di non sapere crede di conoscere le competenze che servono e quindi impara, oppure – ancora meglio – si accorge effettivamente ad un dato gruppo di partecipanti, mentre che sapeva già, senza sapere di saperlo. Il partecipante invece – specialmente se è consulente - non solo non sa, intelligente comprende che l’occasione è buona non solo ma non sa di non sapere. E crede che l’apprendimento per imparare e/o per sapere, ma anche e soprattutto per dipenda da ciò che lui insegna, dal proprio trasmettere pensare, o – meglio ancora – per pensare con altri. modelli e concetti decontestualizzati. Ciò è più grave quando il formatore ha un eccesso di autostima, quando manifesta hybris o presunzione: c’è una correlazione positiva, statisticamente significativa, tra stupidità e presunzione. 07
Torna all’indice TESTIMONI E MAESTRI RACCONTANO Nella formazione: stupidità del committente, del partecipante e del formatore M olti formatori sono così presuntuosi da porsi al di L a stupidità del formatore dipende da vari fattori tra sopra dei partecipanti, alcuni sono abbastanza umili da i quali l’ignoranza, la paura, l’abitudine e la fretta. Ma porsi al di sotto, al loro servizio; solo pochi sono così tanto nessuno è perfetto: non possiamo pretendere che sia umili da porsi al loro stesso livello. Nel “Nuovo glossario sempre colto, coraggioso, innovativo e calmo. Possiamo della formazione”, pubblicato qualche anno fa, il lemma invece pretendere dal formatore che sappia quel che formazione viene così definito: “quando il formatore è sta facendo, cioè che sia consapevole di quale è lo scopo un dio: creazione di nuovi mondi mediante la parola; del suo agire. Mi riferisco ad un aspetto essenziale della quando il formatore è un uomo: accensione di affetti formazione, non certo superfluo, cioè alla definizione degli e di idee; quando il formatore è una bestia: modifica del obiettivi. comportamento”. C iò connette la stupidità del formatore con il termine “comportamentale” riferito ad una formazione che si muove nell’ambito dell’organizational behavior di matrice comportamentista, della serie “come ti erudisco il pupo” ed ai successivi sviluppi di impostazione pedagogica o andragogica. Intendere la formazione come processo finalizzato a modificare il comportamento dei destinatari da A (comportamento agito) a B (comportamento ritenuto da chi comanda funzionale agli obiettivi dell’organizzazione) è legittimo, utile e forse anche remunerativo. Ma è stupido dare per scontato che sia ciò lo scopo della formazione. 08
Torna all’indice PICCOLA IMPRESA E FORMAZIONE FARE FORMAZIONE CON I PICCOLI IMPRENDITORI Cos’è l’“apprendimento degli imprenditori”? E perché costituisce una sfida salutare e fruttuosa per i formatori? “A pprendimento degli adulti” è espressione abituale per i formatori e a volte anche patrimonio di conoscenze legato a prassi progettuali e di trasmissione delle competenze. Molta meno attenzione ha invece ricevuto l’”apprendimento degli imprenditori”, segmento di Umberto Bellini quest’ultimo meno rilevante di altri in quanto a Presidente Formaper disponibilità di spesa per la formazione. M a quali sono le peculiarità dell’apprendimento 1 . Innanzitutto occorre considerare che molte (anche dei piccoli imprenditori? Per un approfondimento se non tutte, ci sono tante eccezioni) piccole imprese di questo punto rimandiamo ad una pubblicazione si caratterizzano per un contesto informale, empirico, (P. Pulci, La progettazione di interventi formativi con gli “istintivo”, caratterizzato spesso da grande flessibilità, imprenditori, in A.A.V.V. - Formaper, Fare formazione una struttura organizzativa semplice, meccanismi di con le piccole imprese, F. Angeli, 2001) che Formaper coordinamento impliciti, relativo orientamento alla ha prodotto ormai diversi anni fa e nella quale la formalizzazione e alla pianificazione. Quanto sono coerenti materia è stata trattata in modo piuttosto esaustivo, con tutto questo i sistemi, i modelli, le soluzioni complesse frutto di esperienze e di un approccio formativo o mutuate da grandi organizzazioni, quali quelle spesso originale e specificamente studiato secondo la proposte da formatori e consulenti? natura dell’imprenditore e della piccola impresa. Qui semplificheremo e sintetizzeremo fortemente questa 2 . Spesso l’imprenditore valorizza l’apprendimento “dai materia complessa, abbozzando solo alcuni aspetti pari” e in alcuni casi presenta atteggiamenti di sospetto cruciali1 che un progettista di formazione dovrebbe e di cautela nei confronti della formazione e della tenere presenti, elencandoli separatamente ma sapendo consulenza (magari corroborati da esperienze formative che in alcuni casi essi sono connessi e in reciproca negative, o ritenute tali). influenza. Ci stiamo riferendo ad un imprenditore titolare di una piccola impresa coinvolto direttamente nella gestione dell’azienda e non solo apportatore di capitale. 1 In questo articolo abbiamo fatto abbondante riferimento anche ai contributi di A.A. Gibb, studioso e formatore inglese. Cfr. A.A. Gibb, Training the Trainers for Small Business, in Journal of European Industrial Training, vol. 14, n. 1, 1990; A.A.Gibb, Training for enterprise and small business in Europe. The way ahead, in Cedefop Vocational Training Bulletin, n 3, 1987; A.A. Gibb, The Small Business Challenge to Management Education, Mcb University Press, 1983. cfr. sul tema anche Documento Cedefop, La formazione alla gestione per le piccole e medie imprese, Introduzione e tutte le Guide, 1990. 09
Torna all’indice PICCOLA IMPRESA E FORMAZIONE Fare formazione con i piccoli imprenditori 3 . La relazione dell’imprenditore con i forma- 5 . Gli imprenditori, e gli adulti in genere, hanno un tori a volte è connotata da diffidenza - timore. approccio pratico, che privilegia “l’imparare facendo” e Paradossalmente il possesso da parte del formatore di “l’imparare risolvendo problemi”. A volte (ma non man- svariate qualificazioni scolastiche e di un curriculum pro- cano molti esempi contrari) la formazione, enfatizzando fessionale prestigioso rischia di non migliorare le cose. le conoscenze teoriche e le concettualizzazioni, ha rispo- Non di rado l’imprenditore tende ad utilizzare parame- sto alle esigenze di apprendimento degli imprenditori (e, tri differenti per riconoscere credibilità al consulente (ad di nuovo, degli adulti), predisponendo setting d’aula in cui esempio la capacità di risolvere i problemi dell’azienda) o stare seduti 6-8 ore al giorno, ascoltando, guardando se- al formatore (ad esempio il grado di coerenza/sintonia/em- quenze di slide, facendo domande, prendendo appunti. patia con il contesto della piccola impresa, il fornire rispo- In alcuni casi i formatori sottintendono, di fatto, proces- ste applicabili, la flessibilità, la disponibilità a lavorare sui si semplicistici e lineari che poco hanno a che fare con gli casi reali dei partecipanti, ecc.). apprendimenti più importanti e profondi della nostra vita. 4 . Non disgiunto da ciò vi è un certo pragmatismo, che problemi. Siamo in un campo dove il discrimine tra “virtù” e “vizio” è piuttosto sottile. 6 stimola a prediligere investimenti ritenuti passibili di pro- durre ritorni produttivi immediati. A torto o a ragione, la . Il linguaggio adottato a volte nelle aule di formazione formazione viene invece percepita a volte come astratta, e nei materiali didattici è un gergo, distante dal linguaggio intangibile, fumosa. Spesso il piccolo imprenditore, come semplice, diretto e concreto utilizzato invece dall’im- gli adulti in genere, si iscrive ad un percorso formativo prenditore. Un lessico da iniziati può rendere l’imprendi- perché ha problemi da risolvere,2 e vuole percepire “ri- tore diffidente e scettico nei confronti della formazione, torni” immediatamente applicabili. Il problema è che una oltre che intimorirlo. La sfida, spesso proficua per lo stesso certa formazione si basa invece su processi di teorizzazio- formatore, è di riuscire a rendere accessibile il sapere ma- ne, di razionalizzazione, su componenti di tipo cognitivo nageriale senza banalizzarlo. e razionale, su processi di pensiero analitico e riflessivo, che non sono quelli utilizzati e preferiti dall’imprenditore. Naturalmente il formatore deve sapere che questo prag- matismo a volte può divenire una richiesta esasperata di “concretezza”, fortemente orientata alla tangibilità imme- diata, e può quindi essere limitato, miope e fonte di pro- blemi. Siamo in un campo dove il discrimine tra “virtù” e “vizio” è piuttosto sottile. 10
Torna all’indice PICCOLA IMPRESA E FORMAZIONE Fare formazione con i piccoli imprenditori 7 . L’imprenditore ha, o ritiene di avere, scarso tempo per O vvio che queste caratteristiche dell’apprendimen- la formazione e la cura delle competenze, con una con- to imprenditoriale vadano tenute particolarmente cezione del tempo speso in formazione a volte diversa da presenti nel momento in cui il formatore progetta il quella posseduta dai manager di grandi aziende. percorso formativo e decide quali metodologie siano 8 . Inoltre, a volte, tornato in azienda, scarseggiano an- più coerenti e funzionali con questi destinatari. In sinte- si, riteniamo che le caratteristiche dell’apprendimento che le risorse di tempo, di capacità di astrazione, di imprenditoriale portino “semplicemente” alle estre- metodo, che sarebbero necessarie per trasferire quan- me conseguenze i principi dell’apprendimento degli to appreso. adulti in genere e che perciò si debba prestare particolare S i tratta di peculiarità sfidanti, ma che possono anche attenzione alle tipiche esigenze andragogiche che già do- vrebbero costituire abituale oggetto di cura da parte del rivelarsi fruttuose e salutari per il formatore chiamato di formatore. fronte ad esse a interrogarsi e a riflettere sulle proprie “te- orie” e modelli in merito alla formazione, al proprio ruolo, all’apprendimento. E, naturalmente, alcune di queste pe- culiarità possono aiutare anche quando si fa formazio- ne con i manager e collaboratori di grandi imprese. 2 M. Knowles, The Adult Learner, A Neglected Species, in Aif, Professione Formazione, F. Angeli, 1989; M. Bruscaglioni, La gestione dei processi nella formazione degli adulti, F. Angeli, 1997; A.A.V.V. Lo sviluppo di servizi per la piccola impresa europea diretti a collegare la domanda e l’offerta. Progetto Adapt Ia fase IC 0048/A Rapporto nazionale n. 2, 1999. 11
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE UNO SGUARDO SULL’IMPRENDITORIALITÀ IMMIGRATA EXTRA UE: L’ESPERIENZA FORMAPER Come è cambiato nel corso degli anni lo scenario dell’imprenditorialità immigrata e quale ruolo ha avuto Formaper nel sostenere l’avvio di nuove imprese da parte di imprenditori immigrati I recenti fatti di cronaca legati all’emergenza rifugiati hanno portato drammaticamente in primo piano il tema dell’immigrazione e delle politiche, a livello nazionale ed europeo, che possano favorire l’integrazione sociale ed economica degli immigrati. Il fenomeno dell’imprenditorialità immigrata si inserisce perfettamente di Paola De Fortunatis in questo quadro in quanto la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali può diventare uno strumento Project manager Formaper per l’orientamento e fortissimo di promozione e di aggregazione sociale, e lo la creazione di impresa, ha una laurea in Scienze è ancora di più quando ad esserne protagonisti sono dei Politiche ed un Master in Formazione e Gestione delle cittadini immigrati, venuti nel nostro paese per lavorare, risorse umane. Da vent’anni si occupa di formazione poter utilizzare le proprie abilità e realizzare le proprie per l’imprenditorialità, lo start up di impresa ed aspirazioni. orientamento alla persona. Svolge attività di docenza e assistenza personalizzata in tema di orientamento al mettersi in proprio, sviluppo dell’idea imprenditoriale e business planning. N egli ultimi 10 anni si è avuto un notevole incremento di imprenditori extra UE (+ 54%), in termini assoluti si parla di circa 570.000 imprenditori stranieri, di cui il 63% sono imprenditori individuali, confermando la caratteristica tipicamente italiana di micro imprenditorialità diffusa, nel senso di significativa presenza di ditte individuali (Fonte: Infocamere- Unioncamere, Movimprese - dati aggiornati al 31 marzo 2016). Il 22% di tali imprese si trova in Lombardia, che si conferma la regione con la più elevata presenza di imprenditori stranieri, seguita dal Lazio (12% circa) e dall’Emilia Romagna (9%). 12
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE Uno sguardo sull’imprenditorialità immigrata extra UE: l’esperienza Formaper L E PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI IMPRENDITORI L E INIZIATIVE FORMAPER A FAVORE DEGLI IMPRENDI- IMMIGRATI EXTRA UE NEL NOSTRO PAESE TORI IMMIGRATI I n base ad un recente studio di Unioncamere – É dal 1997 che Formaper gestisce iniziative di natura Infocamere è il Marocco il paese che vanta un maggior diversa, dalla formazione, all’assistenza personalizzata, numero di imprenditori (circa il 14% del totale), in alla realizzazione di opuscoli informativi, per orientare, testa anche per quanto riguarda la titolarità di imprese formare e sostenere la nascita di nuove attività individuali, seguito da Cina (13,1%) e Albania (7,8%). imprenditoriali da parte degli immigrati extra UE. L’attività Significativo è anche il numero di imprenditori provenienti di formazione realizzata da Formaper ha messo in luce il dalla Svizzera (7,6%) e dal Bangladesh (6,8%), come si tema dell’imprenditorialità immigrata molto prima che evince da grafico sottostante. diventasse noto all’opinione pubblica, dimostrando come tale fenomeno fosse emergente già alla fine degli anni 90. N el 2006 attraverso la costituzione di ASIIM (Associazione per lo sviluppo dell’ imprenditoria immigrata a Milano) si è cercato di unire progettualità e know how di importanti stakeholder milanesi, quali: Assolombarda, Banca Popolare Milano, Camera di Commercio di Milano attraverso Formaper, Comune di Milano, Provincia di Milano, Fondazione ISMU, Unione artigiani Milano, Unione del Commercio Milano, Università Bocconi. Fra le attività realizzate, la formazione ha avuto un ruolo predominante, con un’offerta formativa che copriva le diverse esigenze e richieste degli imprenditori immigrati, portata avanti dai soci in base alle proprie competenze e specificità. Oltre alla formazione, le attività previste dall’Associazione riguardavano la costituzione I l commercio con 207.529 imprese, rappresenta il dello sportello Punto Imprenditoria Immigrata, per orientare ed aiutare i cittadini extra UE a definire e settore con un numero più elevato di imprenditori sviluppare la propria attività, iniziative di sensibilizzazione extra UE, pari a circa il 36%, seguito dal settore sul tema attraverso l’organizzazione di convegni e costruzioni (7%) e servizi di alloggio e ristorazione pari workshop, e attività di ricerca per studiarne caratteristiche al 9%. e peculiarità, al fine di promuovere azioni mirate e I rispondenti agli effettivi fabbisogni degli immigrati. P l 25,2% delle impese immigrate è costituito da donne, titolari o con cariche in azienda, presenti soprattutto in iù in generale, l’attività Formaper rivolta agli Molise e in Val d’Aosta (entrambe al 33,7%) e impegnate immigrati è stata caratterizzata dalla presenza di prevalentemente nel commercio, settore prescelto anche partenariati allargati che hanno messo in campo dai giovani under 30, che rappresentano l’8,2% sul totale competenze diverse, per la realizzazione di azioni di degli imprenditori extra UE. sistema finalizzate a mettere a punto servizi sempre più É innovativi. interessante evidenziare che le regioni del mezzogior- no presentano un più alto tasso di imprenditorialità giovanile (under 30), la Calabria con una incidenza pari al’10,9%, la Sardegna al 10,3% e la Sicilia al 9,5%, aspetto correlato all’elevato tasso di disoccupazione giovanile nel sud Italia. 13
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE Uno sguardo sull’imprenditorialità immigrata extra UE: l’esperienza Formaper I PRINCIPALI PROGETTI A CUI FORMAPER HA PRESO PARTE Progetti realizzati con il Fondo Sociale Europeo “Impresa extra”, “Impresa extra – immigrati creano Unioncamere nazionale e Ministero del Lavoro e la propria impresa” e “Le nuove professioni della delle Politiche sociali new economy per immigrati” “START IT UP – Nuove imprese di cittadini stranieri” Provincia di Milano Fondazione ACRA CCS “Progetto Integra - Immigrati creano la propria impresa“ Realizzazione sito e guida multimedia- “Behind the thresholds. Improving migrants’ inte- le “Come mettersi in proprio” in 5 lingue (inglese, gration through economic skills and knowledge” francese, spagnolo, arabo e cinese) in collaborazio- finanziato dal Fondo Europeo per l’integrazione ne con ASNM (Agenzia per lo sviluppo Nord Milano) A LCUNE CONSIDERAZIONI FINALI I Regione Lombardia (LR 38/1988: interventi a tutela degli immigrati extracomunitari e delle l fenomeno dell’imprenditorialità immigrata sembra aver loro famiglie) risentito meno degli effetti della crisi considerando, come si è affermato in precedenza, l’aumento delle imprese a Realizzazione di una guida multimediale alla titolarità immigrata negli ultimi anni, ma presenta ancora creazione di impresa e di lavoro autonomo elementi di vulnerabilità quali la micro dimensione delle su internet e di un opuscolo informativo sugli imprese, che ne frena il consolidamento e lo sviluppo, e immigrati la scelta di mettersi in proprio dovuta, in molti casi, alla difficoltà di trovare un’occupazione stabile. E’ indubbio, comunque, che l’imprenditorialità costituisca un veicolo di integrazione economica e sociale da parte ILO (International Labour Organization) della popolazione immigrata, contribuendo a ridurre il rischio di esclusione sociale e, quindi, di fenomeni di “RE- LAB. Start up your business” finanziato dal devianza. E Fondo Europeo per i rifugiati e dal Ministero dell’Interno sigenza di autonomia, miglioramento della condizione lavorativa, necessità di lavorare e avanzamento economico rappresentano ancora oggi le motivazioni più ricorrenti Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e per avviare un’attività imprenditoriale da parte della Regione Lombardia, nell’ambito del progetto popolazione immigrata, scelta influenzata dal singolo Certifica il tuo italiano progetto migratorio. “L’italiano per avviare un’impresa” in collabora- D aniele Frigeri, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti in Italia1, ben zione con Ufficio Scolastico per la Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e evidenzia che “…a fianco dei nuovi arrivi, legati ai permessi la multietnicità e ISMU (Iniziative e Studi sulla di soggiorno lavorativi o ai ricongiungimenti familiari, c’è multietnicità) un’ampia fascia di cittadini stranieri che sta ancora vivendo le fasi centrali del processo di integrazione, mentre sta emergendo, negli ultimi anni, una terza componente 14
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE Uno sguardo sull’imprenditorialità immigrata extra UE: l’esperienza Formaper legata a chi ha scelto definitivamente il nostro paese e S uperata la fase di inserimento e di stabilizzazione inizia a mostrare indicatori di stabilità ed integrazione, nel nostro paese, nella fase di start up gli imprenditori contribuendo attivamente a sostenere il sistema extracomunitari incontrano problemi assimilabili agli sociale e imprenditoriale del nostro Paese“. imprenditori nazionali, in primis fra tutti la difficoltà di É accedere al credito non avendo una storia finanziaria alle spalle e, quindi, potrebbero beneficiare dei servizi ad oggi importante, quindi, sostenere la nascita di attività pensati e realizzati per gli imprenditori italiani. Privilegiare imprenditoriali attraverso interventi ad hoc, che offrano la dimensione dell’essere imprenditore rispetto alla una pluralità di servizi (orientamento, formazione, dimensione del paese di origine, equiparando, quindi, gli assistenza personalizzata, erogazione di micro imprenditori extracomunitari agli imprenditori italiani, contributi e/o agevolazioni finanziarie) e che tengano in significa raggiungere una reale integrazione. considerazione le diverse fasi del processo migratorio, per realizzare iniziative rispondenti alle esigenze specifiche degli immigrati. É rilevante, altresì, sviluppare una progettualità che tenga conto delle esperienze realizzate nel territorio, coinvolgendo una rete di attori, pubblici e privati, con la collaborazione anche delle associazioni di migranti che fanno da ponte tra le diverse realtà, al fine di integrare e coordinare le differenti iniziative sul tema, nell’ottica di utilizzare al meglio le risorse pubbliche ed evitare così la frammentazione delle politiche di intervento. 1 Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti in Italia - IV Rapporto 2015 - realizzato da CeSPI (Centri Studi di Politica internazionale), in collaborazione con ABI (Associazione Bancaria Italiana); il progetto è cofinanziato da Ministero dell’Interno e Commissione Europea - Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi Terzi 15
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE LE OPPORTUNITÀ DELL’APPRENDISTATO DI I LIVELLO S e nel 2015 per la prima volta da anni l’ISTAT registra di Paolo Galeffi un segno + per l’occupazione dei giovani, dall’altra il tasso di occupazione si attesta a livelli inferiori di 16,5 punti Placement manager Galdus, esperto nella formazione rispetto alla media UE. In questo contesto si inserisce professionale, specializzato nell’orientamento, da oltre il cosiddetto “sistema duale”: un modello formativo cinque anni si relaziona con le imprese cercando di trovare integrato scuola-impresa il cui obiettivo è quello le migliori soluzioni per le aziende che intendono inserire di facilitare la transizione dei giovani dal mondo nuove risorse nel proprio organico. dell’istruzione-formazione a quello del lavoro. T ra le misure previste dal sistema duale, l’apprendistato al titolo di studio da conseguire. Quando un ragazzo si di primo livello rappresenta la forma privilegiata di presenta da noi cerchiamo di conoscerlo, di capire le sue inserimento lavorativo per i giovani; si tratta di un aspettative, i suoi sogni e misurare con lui la fattibilità. contratto di assunzione in cui sono stati introdotti notevoli Rivediamo il suo curriculum vitae, simuliamo un colloquio vantaggi retributivi e contributivi per i datori di lavoro. di lavoro, ci soffermiamo sugli aspetti critici e lavoriamo Per i giovani dai 15 ai 25 anni l’apprendistato rappresenta con lui per superarli, lo affianchiamo attivamente l’opportunità di formarsi, di acquisire competenze sul nella ricerca di aziende che possano rispondere alle campo e contemporaneamente conseguire un titolo di sue aspettative. Abbiamo inoltre creato il sito www. studio, con un contratto di assunzione. I datori di lavoro sistemaduale.it per mettere a disposizione dei giovani uno possono contare sull’opportunità di formare personale con strumento chiaro dove trovare informazioni utili in merito un contratto che prevede un’aliquota contributiva dallo 0 al contratto di apprendistato. al 5% e hanno diritto a sgravi contributivi e fiscali. U N n’azienda interessata a inserire un giovane in ella nostra esperienza abbiamo riscontrato un grande apprendistato, può rivolgersi a uno degli enti formativi interesse da parte di giovani e aziende, a dimostrazione di cui sopra per la compilazione del Piano Formativo che quando l’impresa si coinvolge nei processi formativi, individuale. Nel caso abbia già selezionato un giovane nascono occasioni di crescita che possono rendere i da inserire, una volta stipulata una convenzione tra nostri ragazzi maggiormente competitivi. I giovani sono l’istituzione e l’azienda, si procede nel definire gli obiettivi orgogliosi di poter conseguire un titolo attraverso una formativi e i ruoli. vera esperienza di lavoro e le imprese ci raccontano di collaborazioni spesso al di sopra delle loro aspettative. Q uando un giovane desidera acquisire un titolo di studio tramite l’apprendistato di primo livello, può rivolgersi a uno degli enti formativi accreditati dalle Regioni e chiedere di essere supportato nella ricerca e nell’accompagnamento al lavoro. Se ha già un’azienda interessata ad una possibile collaborazione, l’ente si mette in contatto con l’azienda per stipulare un piano formativo individuale, una sorta di programma che accompagnerà il contratto di lavoro fino 16
Torna all’indice MODUS FORMANDI - ESPERIENZE DA CONDIVIDERE Le opportunità dell’apprendistato di I livello R iportiamo qui di seguito estratti di un’intervista “S ono Davide Scavo e ho studiato per quattro rivolta a Caterina Colozzi, responsabile del personale anni panetteria e pasticceria in Galdus. “Studiare di Eataly e a Davide Scavo lavorando”: ho accettato questa proposta che i miei “C tutor mi hanno fatto perché sono più orientato al on Galdus abbiamo concluso con successo il pri- lavoro, questo periodo mi permetterà di fare molta mo contratto di apprendistato di primo livello, previsto esperienza: imparare un mestiere, lavorando, è molto dal sistema duale, che è solo il primo di una lunga serie. più efficace, oltre alla possibilità che si ha di farsi L’opportunità che viene data dal nuovo apprendista- conoscere da professionisti. Ho fatto l’apprendistato to è soprattutto per chi ha scelto un percorso formati- per imparare di più, per mettermi in gioco. “Imparare vo volto all’apprendimento di una professione. Per noi, lavorando” con dei maestri, come è capitato a me, azienda, poter essere partner attivo della scuola e svi- mi ha lasciato molta manualità e i segreti della loro luppare il percorso insieme al ragazzo, si traduce nell’op- esperienza, i maestri riescono a spiegarti un metodo che portunità di avere risorse che abbiano già condiviso la si completa nella pratica e che resta con molta facilità.” nostra modalità di lavorare. Sicuramente sarà un percor- so più condiviso tra l’azienda e l’ente di formazione, in Davide Scavo un periodo più lungo e continuativo in azienda; si potrà cioè avere il tempo per sviluppare un percorso forma- tivo organico. In questo senso, questo tipo di apprendi- stato penso sia una formula vincente anche per supe- rare le difficoltà nell’inserimento lavorativo dei giovani.” Caterina Colozzi 17
Torna all’indice COACHING E DINTORNI UN COACH PER ORIENTARSI É la volta del coaching per l’orientamento L a transizione dalla scuola al lavoro, e più ancora dai primi lavoretti al lavoro che consentirà di realizzarsi: è un di Cristina Volpi viaggio che vede la maggior parte dei giovani brancolare nel buio. O peggio sballottati fra suggerimenti dei parenti, opinioni degli amici, notizie beccate su internet, Coach certificata ICF dopo studi presso la Scuola di aspirazioni confuse, dubbi legittimi, modelli improbabili. Comunicazione Strategica e The Coaching Academy. Esperienza di coaching, formazione e consulenza in grandi A e medie aziende, in Italia e molti altri Paesi. Presidente di lessio: “Sto per finire il liceo, vado bene in matematica Sietar Italia e autrice di diversi libri su temi di narrativa e in latino, non tanto in storia. A che facoltà mi iscrivo?” aziendale. E’ anche l’ideatrice di www.coachingzone.it C arlotta: “Ho fatto un anno di scienze della comunicazione 3 e non mi dice più niente, Quasi quasi cambio e mi iscrivo a giurisprudenza, dicono tutti che è un passe-partout” . guida il coachee a identificare il percorso e a non G perdersi per strada. 4 iancarlo: “Adesso che ho la mia laurea in geologia voglio lavorare in una ONG in Africa, sono pronto. O no?” . in alcuni casi il coach è in grado di favorire M arina: “Mi hanno proposto uno stage a Francoforte, che l’accesso a stage o lavori veri e propri. Succede quando si è all’interno di strutture universitarie che faccio, vado?” prevedono questo servizio agli studenti, e quando si ricorre all’aiuto di buone società di consulenza specializzate in orientamento e consulenza di carriera. L M a transizione dalla scuola al lavoro è un viaggio che si fa da soli, perché l’esperienza degli altri è – i spiego meglio. 1 appunto - la loro esperienza, non la mia, la tua, la sua. E’ un viaggio in cui il punto di partenza deve . Fare il punto vuole dire rispondere a domande essere il giovane stesso, con le sue caratteristiche come: che cosa so fare? Che cosa ho voglia di imparare? e potenzialità e desideri (e non i consigli più o meno Che obiettivo ho? Quanti anni ho a disposizione per competenti degli altri). Qui un supporto individuale, raggiungere questo obiettivo? Di quali risorse, anche un coach per l’orientamento, può fare davvero la economiche, posso disporre? Quanto sono pronto a differenza, riducendo il rischio di ripensamenti, e mettermi in gioco? Sarei disponibile a cambiare sede? Ho accelerando l’accesso ad un lavoro che offra soddisfazioni. la tenacia e la determinazione necessarie per perseguire eventualmente un obiettivo difficile? Che cosa desidero dal I lavoro e dalla carriera? A n concreto, un coach che fa sostanzialmente queste cose: lessio, che finora sapeva dire di se stesso solo che è bravo 1 . aiuta il coachee a fare il punto sulle sue capacità e po- in matematica e latino, potrà essere guidato a mettere a fuoco che: quello che gli piace è viaggiare e il suo ideale sarebbe un tenzialità, aspirazioni, mezzi disponibili. lavoro nel turismo. 2 . fornisce o aiuta a reperire informazioni sul contesto in cui il giovane aspira a collocarsi 18
Torna all’indice COACHING E DINTORNI Un coach per orientarsi C he il suo inglese è buono e il suo spagnolo pure, e non quante persone vi lavorano, la durata media dei contratti, la ha troppa voglia di aggiungere un’altra lingua straniera. Che lingua di lavoro adottata, la situazione sociopolitica in cui si non è disinvolto in situazioni nuove, ma gli piacerebbe tanto colloca, il ruolo in cui vengono inseriti i nuovi collaboratori. A diventarlo. Che la sua famiglia probabilmente potrà aiutarlo questo punto scopre che le sue idee sull’Africa erano troppo per altri 3 o 4 anni, ma non oltre, e che quindi deve puntare a vaghe; e che sente maggiore affinità con un paio di piccole rendersi presto autonomo dal punto di vista economico. Che organizzazioni che operano in India, che parlano in inglese la costanza non è la sua dote migliore, prova ne sia il fatto che e si basano su valori cristiani che gli ricordano con affetto continua a cambiare sport e ragazza. l’insegnamento dei nonni. 2 . Dotarsi di informazioni vuole dire mappare i tipi 3 . Identificare il percorso e non perdersi per strada di lavoro che soddisfano le aspirazioni, e i luoghi dove si vuole dire ricevere dal coach un filo conduttore per acquisiscono le capacità e le conoscenze che non si hanno mantenere la rotta durante gli studi o lo stage o i primi ancora. Mappare per davvero, cioè identificare specifici lavori. lavori in specifiche organizzazioni, le scuole e relativi costi e indirizzi e requisiti di accesso. G iancarlo, che coltiva il sogno di rendersi utile a coloro che sono in condizioni svantaggiate, viene spinto a fare un elenco di possibili Paesi di destinazione, e ad elencare ONG che vi lavorano. Per ognuna mette a fuoco gli obiettivi, 19
Torna all’indice COACHING E DINTORNI Un coach per orientarsi A rrivata a Francoforte, ormai convinta che si tratta di una ma in vista di un progetto. Progetto che, come ho cercato buona opportunità, Marina ha chiaro che lo stage le sarà di raccontare con gli esempi, è più facilmente accurato se utile se le daranno gradualmente maggiore autonomia. E viene realizzato con un professionista dell’orientamento. se avrà l’opportunità di mettersi alla prova nelle aree in cui Che si avvale della propria esperienza, di test specifici, di vuole migliorarsi: coordinarsi con gente di diverse culture, assessment di gruppo, di colloqui. diventare più sintetica ed efficace nella redazione di report. Per fare questo ha preparato con il coach una griglia di L’ obiettivo è mettersi alla prova, capire presto quali osservazione, e si dà un voto ogni settimana rispetto a ognuna sono le strade professionali più congeniali, acquisire le di queste aree. Una volta al mese Marina si confronta in Skype capacità e le conoscenze che servono per collocarvisi con il coach stesso: valutano insieme i progressi e quando con soddisfazione. Per ridurre il rischio di intraprendere è insoddisfatta chiede supporto per formulare un piano uno studio lontano dalle proprie corde, e quello di alternativo o essere aiutata a capire la realtà. intraprendere una carriera distante dalle attitudini N profonde, dalle aspirazioni. Per cercare di avvicinare al egli Stati Uniti, in UK, in altri Paesi europei, si inizia massimo la realtà ai sogni e ai desideri, valorizzando a costruire un cv a partire dalle scuole superiori. l’energia della giovinezza per andare in una direzione Ovvero i ragazzi si procurano stage ed esperienze di lavoro bella e soddisfacente. Che non esclude che si cambi idea e e di volontariato, frequentano corsi, acquisiscono skill quindi percorso, ma garantisce di farlo con consapevolezza spendibili sul lavoro già da prima della scelta della Facoltà e minimizzando gli inconvenienti. universitaria. Lo fanno in modo mirato, ovvero non solo per guadagnare qualcosa o per lavorare insieme agli amici, Nel numero 1 di Outsider abbiamo pubblicato “Che cosa è il coaching” e nel numero 2 “Quanti tipi di coaching?”, entrambi di Cristina Volpi. Nel n. 3 Cristina Volpi ha intervistato Roberta Milanese, nel n. 4 Claudia Crescenzi. Nel n. 5 abbiamo presentato un esempio concreto di coaching aziendale. Nel n. 6 abbiamo parlato di coaching manageriale. 20
Torna all’indice SERENDIPITY Formazione “massima” Non c’è lavoro tanto semplice che non possa essere fatto male (Perrussel) Mi vengono in mente tutti quelli che mi dicono: “farò esattamente tutto quello che lei mi dirà di fare”… senza usare la testa. Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi (Bertrand Russel) Niente offre certezze incrollabili e coerenze gra- nitiche come l’ignoranza (Vittorio Zucconi) La formazione è superflua quando viene rivolta a soggetti ai quali nel contempo l’ambiente re- lazionale ed organizzativo fa passare la voglia di lavorare bene (Massimo Bellotto) Le massime sono state scelte da Francesco Dolcino e Paolo Pulci. I commenti alle massime sono di Francesco Dolcino. A cura di Francesco Dolcino A cura di Paolo Pulci Francesco Dolcino Ingegnere e consulente aziendale, trasforma le idee di business in cose che si fanno, una dopo l’altra e nella giusta sequenza, fino a conseguire il risultato. Tra le altre opere, ha pubblicato: “Massime minime”, “Massime minime – Atto II”, “Minime e massime”, tutte con Edizioni Paradiso e dalle quali attingiamo per questa rubrica. 21
Torna all’indice CARPE DIEM Scadenze, opportunità da cogliere, possibilità di finanziamenti. a cura di Mariangela Maruccia e Michela Nunzi Comunicato stampa Unioncamere Alternanza scuola-lavoro: online il Registro nazionale per l’incontro studenti-imprese Al via il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro (virtuale) tra i ragazzi che frequentano il triennio conclusivo di un istituto tecnico e di un liceo e le imprese italiane disponibili ad offrire loro un periodo di apprendimento on the job. Il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it – la cui realizzazione è stata affidata al sistema delle Camere di commercio ed è gestito da InfoCamere - è un tassello determinante per la piena riuscita di uno degli aspetti più innovativi della riforma introdotta con “La buona scuola”: l’inserimento organico di percorsi obbligatori di alternanza nelle scuole superiori ed il riconoscimento del valore dell’imparare lavorando. La riforma scolastica, infatti, ha stabilito che ogni anno almeno 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici debbano essere svolte in un contesto lavorativo. Nell’area aperta e liberamente consultabile del Registro, possono iscriversi gratuitamente le imprese, gli enti pubblici e privati, le associazioni e i professionisti che vogliano investire sullo sviluppo educativo e professionale dei giovani, mettendo a disposizione percorsi di alternanza presso le proprie strutture. Per ciascuna impresa, ente o professionista, il Registro riporta il numero massimo degli studenti ospitabili, i periodi dell’anno in cui è possibile svolgere l’attività di alternanza e i percorsi di alternanza offerti. Il nuovo portale si occuperà anche dell’alternanza scuola-lavoro da svolgere in regime di apprendistato. D’intesa con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Istruzione, infatti, nell’area aperta e consultabile del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, le imprese potranno segnalare anche la propria disponibilità ad ospitare gli studenti in apprendistato (di primo livello), destinato ai giovani dai 15 ai 25 anni che intendano acquisire una qualifica o un diploma professionale, un diploma di istruzione secondaria superiore o il certificato di specializzazione tecnica superiore. Le imprese che si iscriveranno al portale saranno inserite anche in una sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di commercio, così da consentire ai dirigenti scolastici di consultare - nel rispetto della normativa sulla privacy - informazioni dettagliate di carattere giuridico-economico sulle imprese più interessanti per i propri studenti, in vista dell’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sempre online, gli istituti scolastici – cui spetta per legge provvedere alla copertura assicurativa degli allievi in alternanza - potranno trovare tutte le informazioni necessarie per stipulare le apposite convenzioni con le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili ad ospitare i giovani. LE ATTIVITÀ FORMAPER Camera di Commercio di Milano, attraverso Formaper, si occupa di favorire la cooperazione fra sistemi scolastici e mondo dell’impresa, per la migliore attuazione dei programmi di alternanza scuola lavoro. In particolare, Formaper realizza attività di: • assistenza dedicata alle imprese e alle scuole per una semplificazione dei processi di iscrizione al Registro alternanza scuola-lavoro; • formazione per aumentare le competenze degli studenti sui temi dell’impresa e dell’autoimprenditorialità, complementari alla presenza diretta in azienda; • laboratori di strumenti innovativi dedicati agli studenti per favorire processi di apprendimento più coinvolgenti (es. “Business Gaming”) su richiesta delle Scuole; • formazione per gli insegnanti, al fine di favorire un aggiornamento ed allineamento delle competenze in tema di impresa ed autoimprenditorialità, sicurezza sui luoghi di lavoro, progettazione per competenze e educazione alla legalità; • supporto all’organizzazione di visite aziendali su richiesta delle scuole. Per informazioni: Segreteria Corsi Formaper - Tel. 02 8515.5344 - segreteria.corsi@formaper.it 22
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