Nozioni di meteorologia - I venti

Pagina creata da Pietro Piazza
 
CONTINUA A LEGGERE
Nozioni di meteorologia - I venti
Nozioni di meteorologia
                                               I venti
                                    Come si formano : le cause.

Il Vento è prodotto dalla differenza di pressione tra due zone.
Da una zona di Alta Pressione l’aria si sposta in una zona di Bassa Pressione : questo
spostamento d’aria genera il Vento .
Nel nostro emisfero nelle zone di Alta Pressione l’aria si sposta in senso orario e quando arriva
in quelle di Bassa Pressione si sposta in senso antiorario : nell’altro emisfero avviene il

contrario .
Una zona di Alta Pressione è detta anche Area Anticiclonica.
Una zona di Bassa Pressione è detta anche Area Ciclonica.
                                              Isobara
L’Isobara è una linea immaginaria che unisce tutte le zone che hanno uguale pressione.
Più le Isobare sono vicine , più la differenza di pressione è marcata : più il vento è forte.

                                La forza di un vento : le cause
La forza di un vento è dovuta dalla differenza di pressione tra due zone : tanto è maggiore , tanto
sarà più forte il vento. Anche la distanza tra due zone può incidere: se le zone sono lontane la
forza del vento sarà minore che se fossero vicine. Le barriere naturali (montagne, boschi)
influiscono notevolmente nello smorzare la potenza del vento. L’Italia con le Alpi e gli
Appennini oppone un valido ostacolo ai freddi venti del Nord (polari ,siberiani). Un valido
esempio è New York , che è sul 40° parallelo (come Lecce) , d’inverno ha temperature oltre
meno 20 gradi , dato che le catene montuose del continente Americano non offrono , per la loro
disposizione , una sufficiente protezione al venti polari.    Ovviamente anche le barriere
architettoniche frenano la forza di un vento : le città sono più protette delle zone “aperte”.
Il luogo dove l’impeto del vento arriverà in maniera completa è in mare aperto e sulle coste.

                                                  1
Nozioni di meteorologia - I venti
Il tempo
Nelle zone di Alta Pressione il tempo è buono:c’è come uno scudo che protegge dalle
perturbazioni.
Nelle zone di Bassa Pressione il tempo è variabile: possono arrivare le perturbazioni ,ma può
esserci anche bel tempo.
                                             Le brezze
Il giorno il sole scalda più la sabbia che il mare : il calore fa abbassare la pressione sulla costa ,e
dal mare ,dove la pressione è più alta, arriva aria :Brezza di Mare.
La sera , al tramonto ,il sole non scalda più la sabbia e, si viene creare un equilibrio tra la
pressione sulla terra e quella sul mare, il risultato è assenza di vento.
Nelle ore notturne la sabbia si raffredda , il mare , avendo un escursione termica minima ,
diventa più caldo rispetto alla terra :si crea una situazione opposta alle più calde ore del giorno,
con la zona di alta pressione sulla costa e l’aria che si sposta verso il mare :la Brezza di Terra .
La Brezza di Terra fa sentire la sua forza la notte e nella prima mattina (d’estate fino all’incirca
alle ore 10 del mattino) ed è pericolosa perché trascina al largo ,viene sottovalutata sia dai
bagnanti che dai bagnini perché spira a mare calmo.
Dopo le ore dieci il sole scaldando la costa ,fredda dalla notte, va a ricreare una sorta di
equilibrio (riferito alla differenza di pressione tra le due zone) simile a quello del tramonto con
assenza di vento. Ma dopo poco (all’incirca un’ora ) il calore del sole contribuirà alla formazione
della Brezza di Mare. Ovviamente d’Estate le Brezze , a causa del caldo , cambiano più
velocemente.
                              Strumenti e criteri di misurazione
Lo strumento usato per misurare la pressione atmosferica è il Barometro.
L’unità di misura è il Bar , nel nostro caso si userà il Millibar.
Lo strumento impiegato per la misurazione della velocità di un vento è l’Anemometro.
Se ne distinguono parecchi tipi che si dividono in due gruppi.
a) Anemometri a rotazione, nei quali il vento imprime ad un’elica o ad un mulinello formato da
semisfere cave un movimento rotatorio che trasmesso ad un contatore permette di misurare la
velocità di un vento.

b) Anemometri a pressione o depressione. Il più semplice consiste in una piastra metallica
mantenuta in posizione da una molla o da un peso. Quando il vento colpisce la piastra , essa si
sposta davanti ad un quadrante graduato sul quale si legge la velocità del vento .
Gli Anemometri più precisi funzionano mediante un tubo di Pitot o un tubo di Venturi che si
orienta al vento per mezzo di una banderuola ed è collegato ad un manometro il cui quadrante è
graduato in metri al secondo e chilometri orari. Sono i più precisi.
Gli Anemografi sono degli Anemometri registratori.

                                                   2
Nozioni di meteorologia - I venti
Sempre sui venti : notizie utili e curiosità

Nel bacino del Mediterraneo i venti hanno un nome ,non nella parte restante del mondo .
La pericolosità di un vento è data , oltre che dalla sua forza , anche dalla direzione sul litorale.
Ovviamente , qua sotto , tratteremo di venti “marini”, cioè provenienti dal mare , gli altri venti
quelli di “terra” , per la balneazione , non sono pericolosi e , specie d’estate , sono poco sentiti.
Un vento proveniente dal mare ,non avendo barriere naturali o architettoniche a frenarlo , è più
potente di uno che viene dall’entroterra , ma la sua azione sarà ancora più incisiva se spirerà
perpendicolare alla costa . E’ chiaro che un vento, che soffia in verticale sul litorale, avrà
un’azione più devastante di uno in obliquo od in parallelo , quindi un vento pericoloso per una
zona non lo sarà necessariamente per un’altra.
Sul nostro litorale (da Viareggio a Livorno) il più pericoloso è il Libeccio , ma non lo sarà
certamente sulla costa bagnata dall’Adriatico .
E’ bene ricordarsi che le Libecciate sono tanto più pericolose quanto più il litorale forma un
angolo retto con la direzione del vento proveniente dal mare.
Chiaramente c’è una parte del litorale italiano ,come la costa nord della Sicilia , della Sardegna
oppure, come gia scritto, la nostra costa Adriatica dove , il Libeccio , è un vento di terra e non
crea problemi.
Un chiaro esempio di quanto un vento può essere violento in una zona e non in un’altra è la
Sicilia . Per la sua forma triangolare tre diversi venti sono pericolosi : sulla parte Est , quella
Ionica spira lo Scirocco (nel 1996 annegarono in una giornata sei persone). Sulla costa Sud, di
fronte all’Africa (per la precisione alla Tunisia) , fa sentire la sua forza il Libeccio ,infine nella
parte a Nord , dove troviamo Palermo i venti più potenti sono in ordine : Tramontana , Maestrale
e Grecale . Fuori dalle zone indicate questi venti non creano problemi.

La Meteorologia Nautica
       La meteorologia è la scienza che studia i fenomeni atmosferici e la sua conoscenza ha per
       obiettivo la previsione del tempo. E' molto importante per la sicurezza della navigazione
       riconoscere e interpretare i bollettini e le carte meteo, riuscire con la lettura degli
       strumenti e l'osservazione diretta a prevedere l'evolversi della situazione atmosferica.
       L'atmosfera, la pressione, la temperatura, l'umidità e il vento, sono i soggetti sui quali si
       basa lo studio della meteorologia.
       L'atmosfera: è quell'involucro d'aria che avvolge la Terra ed è composta da un miscuglio
       di gas in percentuali diverse: Azoto: 78,08 % - Ossigeno: 20,95 % - Argon: 0,93 % -
       Anidride carbonica: 0,03 % - Idrogeno, Neon, Kripton, Elio e Xenon: 0,01 % Si divide in
       zone sovrapposte i cui nomi sono a partire dalla superficie terrestre: Troposfera,
       Stratosfera, Mesosfera e Termosfera. Ai fini della meteorologia interessa la prima zona, la
       Troposfera.

                                       Direzione Dei Venti
                     La direzione di un vento è sempre quella di provenienza .
Ad esempio se parliamo dello Scirocco la direzione Sud-Est è quella da dove spira , non
l’indirizzo verso il quale spinge che è Nord-Ovest .
NORD. Da nord arriva la Tramontana è un vento molto freddo e spira a raffiche ; di solito porta
tempo asciutto , cielo sereno e visibilità ottima . E’ un vento prevalentemente invernale .
NORD-EST. Da nord-est spira il Grecale con leggere variazioni di provenienza.
Porta tempo buone e cielo sereno. Sul mare che bagna la costa tirrenica non crea problemi , se
non sulle isole . Spira a raffiche .
SUD-EST. Da sud-est soffia lo Scirocco vento caldo e umido presente spesso durante la stagione
balneare. Porta tempo nuvoloso , mare mosso , visibilità scarsa e può durare molto a lungo .
SUD-OVEST. Da sud-ovest fa sentire la sua forza il Libeccio . Generalmente nasce molto
velocemente e ugualmente si sviluppa fino a raggiungere una potenza eccezionale per poi
calmarsi con la stessa rapidità con cui è nato . Cessato il suo effetto di solito si ha un
innalzamento della pressione con conseguente arrivo di tempo e cielo sereno. In Toscana è noto
il detto : Nasce , pasce e muore.

                                                  3
Nozioni di meteorologia - I venti
NORD-OVEST. Da nord-ovest proviene il Maestrale . vento freddo che spira a raffiche di forza
elevata da cui il nome “Il maestro dei venti” . porta tempo freddo asciutto e sereno . E’ un vento
solitamente invernale .
SUD. Da sud alita il vento chiamato Mezzogiorno oppure meno diffusamente Ostro. È un vento
meridionale di effetto debolissimo. La sua azione è poco sentita sui nostri mari.
OVEST. Da ovest giunge il Ponente . vento estivo , fresco e pomeridiano, può essere di notevole
forza e durare più giorni: è talvolta scambiato con il Libeccio.
EST . Da est arriva il Levante . Vento fresco di debole intensità . Il suo presentarsi sulla nostra
costa (toscana) di solito preannuncia l’arrivo di perturbazioni da Scirocco.
Concludendo si può, sommariamente, dire che il Tirreno settentrionale ed il mar di Ligure sono
interessati d’estate , principalmente , da libeccio , scirocco e ponente .

                                              La Bussola
Le origini della bussola sono incerte. Secondo molti gli inventori sono stati gli arabi.
A noi italiani piace attribuire la paternità a Flavio Gioia che inoltre, riteniamo, abbia battezzato i
venti (che hanno un nome solo nel Mediterraneo). Ma soffermandoci sui nomi che usò e che
sono chiaramente derivanti dai nomi dei paesi dai quali i venti provengono, troviamo qualche
errore geografico: ad esempio il Libeccio proviene da Sud-Ovest e non da Sud dove si trova la
Libia rispetto all’Italia, il Grecale proviene da Nord-Est mentre per noi la Grecia è a Ovest, Sud-
Ovest. Secondo i sostenitori di Flavio Gioia, quando questi decise di dare un nome ai venti, si
trovava all’isola di Malta ma anche da qui scopriamo qualche errore nella posizione geografica
(vedi il Libeccio).
Chiaramente fu una copiatura! A conferma vi appare (ancora oggi) il libeccio (da Libia) che era
l'ovest degli arabi, il grecale (da Grecia) che per gli arabi lo sholuk (scirocco) che era l'est
asiatico arabo.
Flavio Gioia utilizzò i nomi originali e lasciò senza rendersene conto la firma ben in evidenza
degli arabi.
                                        Come orientarsi
Sapersi orientare , per il Bagnino, significa riuscire a trovare dove si trova il Nord e gli altri punti
cardinali senza avere precedenti indicazioni di riferimento.
Praticamente se il Bagnino si trova a lavorare per la prima volta su un tratto di costa per lui
sconosciuto, sarà utile conoscere la disposizione della rosa dei venti per sapere, quando spira un
vento, la direzione da cui proviene, di quale vento si tratta, se è pericoloso per quella spiaggia.
Alcuni venti soffiano in maniera molto più potente di altri, se un vento alita anche
perpendicolarmente verso un tratto di costa ma la sua forza massima non è molta non c’è da
preoccuparsi. Se invece incomincia a farsi sentire un vento, del quale gli abitanti del posto ci
informano della forza e pericolosità, è bene al suo comparire preparare l’arenile alle
burrasche(bandiera rossa, avvisi acustici di pericolo con altoparlanti, spostare le sdraio e gli
ombrelloni vicino a riva, ecc.)
Per fortuna i venti non esplodono improvvisamente, ma la loro potenza aumenta lentamente.
Ripetendo, i venti più minacciosi sono quelli potenti e perpendicolari alla costa, ovviamente il
Libeccio (sud-ovest) è quello che sulle nostre spiagge (toscane) crea i maggiori problemi: oltre
che per la forza, per la direzione . Quindi a conferma di quanto su scritto se ci troviamo a
lavorare in uno stabilimento o spiaggia situato fuori dal tratto tirrenico o addirittura all’estero,
dopo esserci informati, dai residenti, quale sia il vento più pericoloso e da quale direzione
proviene (sud, nord, nord-ovest,ecc..) dobbiamo sapere dove si trova , rispetto al posto dove
lavoriamo , il punto cardinale dal quale soffierà il vento interessato per poter approntare , al suo
manifestarsi , adeguate misure preventive per il salvataggio (mezzi di soccorso : patino ,
salvagenti , rullo , ecc…).
Il sistema più semplice è avere una bussola: costa poche migliaia di lire ed è facilmente
consultabile.
Un altro modo è vedere dove sorge e dove tramonta il sole : nel primo troviamo l’est nel secondo
l’ovest.

                                                   4
Se guardiamo dove sorge, il nord sarà alla nostra sinistra, se invece osserviamo dove tramonta, il
nord lo troveremo a destra .
Sempre all’alba possiamo piantare un bastone in terra la sua ombra indicherà l’ovest , il punto
dove il sole nasce è l’est , disegnando sulla sabbia una linea dritta tra i due punti potremo su
questa costruire una rosa dei venti .
Un’ulteriore sistema per orientarci senza bussola lo troviamo aiutandoci con un orologio a
lancette .
Puntiamo la lancetta dell’ora verso il sole, osserviamo l’ora che indica usando il metodo delle
ventiquattro ore (es. le 17 non le 5 pomeridiane), calcoliamo la metà dell’ora indicata, le 8 e 30,
guardiamo dove indicherebbe la stessa lancetta se fossero veramente le 8 e 30: in quella
direzione c’è il nord .
Se ci trovassimo a pescare su una barchetta a motore con poco carburante e, dopo un po’ di
tempo , causa la foschia , non vedessimo più la costa, basterebbe trovare il nord col metodo
sopra descritto e dirigerci a destra per ritrovare la linea litoranea .
Questo naturalmente sul nostro litorale tirrenico.
Chiaramente il metodo più preciso per l’orientamento è la bussola , ma anche con gli altri sistemi
potremo orientarci in maniera sufficiente.
                         Considerazioni e consigli per il Bagnino
La conoscenza della meteorologia è essenziale per il bagnino, conoscere i venti è indispensabile,
come sapere quali sono i più pericolosi.
Alcuni venti pur spirando forte non creano problemi alla balneazione, altri si.
È inoltre fondamentale avere le idee chiare sulle variazioni del tempo nelle aree anticicloniche e
in quelle cicloniche.
Se ad esempio siamo in una zona di alta pressione non avremo pioggia.
Se invece ci troviamo in una zona di bassa pressione possiamo avere precipitazioni.
Trovandoci in una zona intermedia, tra una di alta pressione ed una di bassa, se c’è acqua in giro,
potremo avere scrosci solo di breve durata, perché le nubi cariche di pioggia transiteranno
trascinate dal vento e non staranno ferme a scaricare acquazzoni per l’intera giornata.
Con poche nozioni potremo programmare meglio il nostro lavoro, sapendo anticipatamente
quando sono probabili le perturbazioni.
Una giornata di pioggia leggera, senza forte vento, è utilissima per lavare senza fatica sdraio e
ombrelloni, lasciati aperti, che, se non vengono periodicamente detersi, arrivano ad essere
lentamente distrutti dal salmastro, sia nella struttura metallica come pure nella copertura di
tessuto.
In molti stabilimenti c’è la cattiva abitudine di chiudere sempre gli ombrelloni la notte ed
incappucciarli, quando, durante i periodi senza vento, sarebbe utile lasciarli aperti, e farli lavare
dalla guazza notturna.
Buona è comunque l’usanza di incappucciare gli ombrelloni durante le giornate di forte vento di
mare per proteggerli dalla salsedine.
                                            Curiosità
Il 26 dicembre del 2004 alcune onde gigantesche si abbatterono sulle coste di alcune isole
dell’Oceano Indiano provocando oltre alla distruzione delle costruzioni sulla costa e
nell’immediato entroterra , la morte di circa 250.000 persone. Questi mostri del mare si
chiamano tsunami (Soo-Nah-Mee, letteralmente “onde del porto”), termine giapponese
conosciuto ormai in tutte le lingue del mondo perché l’unico che indica con esattezza la globalità
del manifestarsi dell’evento.        L’assoluta impossibilità di qualsiasi previsione, la velocità,
la potenza, le dimensioni e la furia devastatrice sono le caratterisiche degli tsunami, autentiche
pareti d'acqua in grado di spingersi oltre i 700 km/h e ad altezze fino a 650 metri. Un fenomeno
ancora poco conosciuto e imprevedibile che pare si sta rivelando molto più frequente di quanto
non si pensasse.
Per secoli sono appartenute ai leggendari racconti dei naufragi. I sopravvissuti delle catastrofi
marine non le conoscevano ancora come “onde anomale”, ma la scena era la stessa: muri
altissimi di acqua capaci di inghiottire intere navi da crociera e abbattersi sulle coste con furia
pazzesca distruggendo tutto ciò che incontravano. Anche i numeri della “catastrofe naturale”
impressionano. Provocata da terremoti o frane sottomarine, eruzioni vulcaniche o precipitazione

                                                  5
di un meteorite, l’altezza della prima onda di uno tsunami può raggiungere i 650 metri e
propagarsi alla velocità di un normale aereo di linea (circa 700km/h). Ma dato che solitamente la
lunghezza di un’onda anomala è 600 volte l’altezza, l’inclinazione è quasi impercettibile.
Per questa particolarità diventa praticamente “inavvertibile” a qualunque imbarcazione in mare
aperto si trovi sul tragitto dello tsunami. Preoccupanti sono anche le enormi distanze che
arrivano a coprire , dall’origine, dal punto dove nasce, alle coste che devasta.
Anno 1960, il Cile viene colpito da un terremoto, di una potenza tra le più forti mai segnalate, il
risultato è anche un’onda smisurata che, dopo circa 17.000 chilometri di viaggio, atterra sul
Giappone. Quattro anni più tardi tocca all’Alaska, all’Oregon e alla California e poi a Filippine,
Indonesia e ancora Giappone. Tsunami significa “onda di porto”, perché è sulle coste e nei porti
che si osservano i suoi effetti devastanti.
Lo tsunami è un’onda d’acqua, contrassegnata da una lunghezza d’onda smisurata, generata da
una inaspettato gigantesco spostamento del fondo marino dovuto un potente terremoto, oppure
ad una mastodontica frana sottomarina, o ad un’esplosione vulcanica.
L’assoluta impossibilità di una previsione, la catastrofica dimensione dell’evento tsunami
rendono chiaramente l’entità del pericolo che corrono le popolazioni che per motivi, in alcuni
casi, strettamente economici vivono sulle coste o nelle loro vicinanze.
Come le comuni onde, pure gli tsunami sono caratterizzati da una lunghezza d’onda, ampiezza
d’onda,altezza d’onda, frequenza(o periodo) e velocità.

La lunghezza d’onda e’ la distanza tra due punti posti in uguale posizione sull’onda (per
esempio le creste o le fosse). La lunghezza d’onda delle onde oceaniche “normali” e’ dell’ordine
dei 100 metri.
L’altezza d’onda e’ la distanza tra il punto piu’ alto e il punto piu’ basso dell’onda.
L’ampiezza d’onda si riferisce all’altezza dell’onda sulla linea di mare calmo.
Frequenza (o periodo) e’ il tempo necessario al passaggio di una intera lunghezza d’onda da un
punto stazionario.
La velocita’ delle normali onde oceaniche ha valori di 90 km/ora, mentre gli tsunami possono
arrivare a velocita’ 9-10 voltesuperiori.
Fra le grandi onde delle nostre spiagge durante le giornate di mare grosso e gli tsunami troviamo
differenze abissali.
Le onde delle nostre tempeste sono create dal vento che soffia sulla superficie del mare ed hanno
un tempo di passaggio di 5-20 secondi e sono lunghe100-200 metri . Quelle degli tsunami hanno
una durata tra 10 minuti e due ore e una lunghezze d’onda maggiori di 500 km. Diversamente
dalle onde comuni, che si riferiscono a modesti spessori d’acqua, gli tsunami sono caratterizzati
dal fatto che la forma d’onda si sviluppa per la totalità della massa d’acqua tra la superficie e il
fondo del mare.
E’ questa la qualità specifica che spiega la grande potenza di uno tsunami.
Per questo, quando uno tsunami lascia le acque profonde del mare aperto, si avvicina alla costa,
incontra il declivio del fondo sabbioso che, in teoria, dovrebbe frenare la sua forza devastante,
questo non avviene: esso subisce soltanto una trasformazione.
La velocità diminuisce, ma la forza dell’onda, per colpa dell’effetto secca, non subirà nessun
tipo di ammorbidimento: l’onda diventerà più corta, ma molto più alta.
Quindi lunghezza più corta e ugual energia danno come risultato maggiore altezza dell’onda.

                                                 6
Uno tsunami quasi invisibile in alto mare può arrivare con onde altissime sulla costa.
3

                           Creazione, propagazione ed infrangimento

Uno tsunami si forma quando si sposta una grande massa d'acqua. Può essere causato da: un
forte sisma sottomarino, di magnitudo 7 (scala Richter) o superiore; un brusco innalzamento o
abbassamento del fondale marino; uno scivolamento del terreno costiero o sottomarino; un
impatto di una meteorite. E` da notare che un forte sisma non causa necessariamente uno
tsunami: tutto dipende dal modo in cui si modifica il fondale oceanico nei dintorni della faglia.
Lo spostamento dell'acqua si propaga progressivamente e crea onde lunghe (generalmente
qualche centinaia di chilometri) e di grande durata (qualche decina di minuti).
Quando l'evento dello tsunami si verifica vicino la costa, lo si denomina "tsunami locale".

                                  un cartello avvisa del pericolo
                                  tsunami in caso di terremoto

                                               Storia
   Alcuni storici mettono in relazione la leggenda di Atlantide ad un fenomeno di maremoto e di
tsunami. Si fanno anche ipotesi sui possibili collegamenti tra le narrazioni bibliche del Diluvio
universale e un maremoto.È invece storicamente accettato che l'eruzione del vulcano nell'isola
greca di Santorini nel 1650 AC abbia causato uno tsunami che distrusse la civilià minoica a Creta
e che ebbe conseguenze in Turchia e in tutto il Mediterraneo orientale. Durante l'eruzione il
vulcano collassò nel mare, causando un massiccio spostamento d'acqua, cioè il maremoto, e
devastanti tsunami.Uno tsunami devastante fu quello avvenuto al largo della costa di Hokkaido,
in Giappone, in conseguenza di un terremoto, il 12 luglio 1993. Come risultato, duecentodue
persone sulla piccola isola di Okushiri persero la vita, e altre centinaia furono ferite o disperse. Il
maggiore e più recente episodio è legato al maremoto dell'Oceano Indiano del 26 dicembre
2004).

                                                  7
Puoi anche leggere