PIT CLEI Formazione e divulgazione - Siepi e fasce tampone: tra tradizione ed innovazione - PIT-CLEI
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PIT CLEI Formazione e divulgazione Siepi e fasce tampone: tra tradizione ed innovazione Sottomisura 16.5 - Divulgazione delle buone pratiche agricole ed ambientali
Cosa sono Siepi | Strutture vegetali generalmente «plurispecifiche» (due o più specie) ad Fasce tampone | Formazioni lineari rattere produttivo (legna da ardere e per andamento lineare, con distanze di impianto irregolari, preferibilmente dispo- arboree, arbustive ed erbacee, pure o costruzioni, fogliame da foraggio e stra- sta su più file, con uno sviluppo verticale pluristratificato (cioè con chiome a miste frapposte tra i coltivi e i corsi di me, vimini per legature e intreccio ecc.), diverse altezze) legato alla compresenza di specie erbacee, arbustive e arboree acqua naturali, fossi e scoline. risorse che, viceversa, in montagna e in appartenenti al contesto floristico e vegetazionale della zona Svolgono la particolare funzione di de- collina potevano essere facilmente purazione delle acque superficiali e sub- reperite in bosco. ❑ strato basale, composto da cespugli spinosi fi no a 2-3 metri di altezza, superficiali assorbendo, trasformando e Dall’ultimo dopoguerra il mutato con- generalmente di prugnolo, biancospino, rosa canina, e da vegetazione trattenendo le principali sostanze chimi- testo sociale ed economico ha profon- erbacea; che inquinanti (nutrienti e fitosanitari) damente modificato il paesaggio agra- ❑ strato intermedio, caratterizzato da arbusti quali per esempio nocciolo, provenienti dalle attività agricole, e con- rio: la meccanizzazione e l’accorpamento corniolo, sambuco, viburno, ligustro, evonimo che vanno dai 2 ai 5 metri di tribuiscono altresì a contenere l’erosione degli appezzamenti hanno portato alla altezza; del suolo e delle sponde. Nell’ambiente eliminazione di molte siepi, filari ed ❑ strato apicale, formato dalle chiome degli alberi eventualmente presenti, rurale di pianura fino a qualche decennio anche piante isolate che non rispon- più comunemente salici, pioppi, platani, ontani e aceri campestri. fa filari e siepi campestri erano mantenu- devano più alle necessità dell’azienda ti per soddisfare precise necessità di ca- agricola. 2
Funzioni, servizi, prodotti 1. Siepe tampone 2. Siepe filtro ripariale 3. Siepe per la difesa delle colture biologiche 4. Siepe corridoio ecologico 5. Siepe per produzione legna 6. Siepe per difesa dall’erosione 7. Siepe di recinzione (chiudenda) 8. Siepe frangivento 9. Siepe mellifera 3
Tipologie di funzioni Funzione ecologica Soprattutto in ambienti antropizzati e caratterizzati da una frammentazione degli ambienti naturali, la presenza di siepi e fasce boscate ha importante funzione di implemen- tazione di corridoi di connessione funzionali alla diffusione di specie animali o vegetali altrimenti confinate Funzione protettiva siepi, ma soprattutto fasce vegetate possono risultare fondamentali nel consoli- damento dei versanti e nella protezione da fenomeni di dissesto collegati alla gestione dei flussi idrici. Determinate specie arbustive possono essere impiegate con successo per la realizzazione di siepi anti intrusione Funzione produttiva storicamente si declinava nella possibilità di attingimento costante di materiale vegetale dalle siepi, soprattutto legname per paleria ma anche soprattutto legna da ardere. Vi è poi la possibilità di sfruttare molteplici specie arbustive a fiore per la bottinatura delle api e quindi la produzione di miele 4
Funzione ecologica: biodiversità Perdita di biodiversità causata da banalizzazione dei territori e alta frammentazione delle aree naturali Ecotoni, ovvero habitat di transizione tra ecosistemi adiacenti di natura diversa, in cui si riscontrano un numero ed una densità di specie maggiore rispetto a quelle riscontra-bili nei singoli ecosistemi considerati separatamente Numerosi studi evidenziano la maggiore ricchezza avifaunistica in presenza di siepi e filari così come quella di chirotteri arboricoli, per i quali il calo nella consistenza delle popolazioni va anche ricercato nella progressiva mancanza di rifugi, costituiti da cavità e anfratti nelle capitozze dei filari. ❑ La presenza di siepi e filari ha importante funzione all’interno della rete ecologica come corridoi di connessione funzionali alla diffusione di specie animali o vegetali altrimenti confinate, creando una connessione territoriale tra aree naturali frammentate. ❑ Tra gli abitanti utili delle siepi si ricorda- no gli insetti pronubi (Imenotteri, Ditteri e Lepidotteri), che con l’impollinazione consentono la riproduzione delle specie vegetali entomofile, naturali o coltivate 5
Funzione ecologica: difesa dagli inquinanti Inquinamento atmosferico causato da polveri e particolato originati dal traffico veicolare locale La vicinanza alle strade ed agli ambiti urbanizzati è un fattore limitante per quanto riguarda non solo le produ- zioni agrarie e la loro qualità, ma anche la salubrità delle persone che vi vivono. E’ assodata l’efficacia di sistemi verdi lineari e fasce vegetate per quanto attiene alla capacità di trattenere polveri e particelle sospese (particola- to) dei gas di scarico dei veicoli. Anche una semplice siepe posta a fianco di una semplice strada sterrata preserva dalla polvere le colture presenti ❑ La vegetazione possiede la capacità di riflettere e/o assorbire le Quanto maggiore è la densità degli particelle sospese nell’aria proveniente da gas di scarico, ma anche il stomi sulle foglie, tanto maggiore è rumore. Entrambi i fenomeni presentano efficienza variabile a seconda la capacità di assorbimento degli inquinanti del disegno di impianto della fascia vegetata e le specie impiegate ❑ L’inquinamento acustico anch’esso tipico di traffico veicolare intenso è più difficile da abbattere con una semplice schermatura verde. Quest’ultima è più efficace se combinata alla realizzazione di terrapieni e collinette 6
Funzione ecologica: protezione dei corsi d’acqua Inquinamento dei corpi idrici causato da immissione diretta di scoli contenenti sostanze inquinanti Fasce tampone, ovvero fasce di vegetazione erbacea, arborea ed arbustiva, generalmente poste lungo i corsi di acqua del reticolo idrografico minore, in grado di agire come “filtri” per la riduzione di inquinanti che le attraver- sano, grazie a diversi processi o azione di sostegno all’attività metabolica dei microrganismi presenti nel suolo o ritenzione del sedimento e degli inquinanti ad esso adsorbiti o assimilazione, trasformazione e immagazzinamento dei nutrienti ❑ L’introduzione di fasce tampone per la tutela dei corpi idrici dalle sostanze inquinanti è prevista dalla Direttiva europea 2000/60/CE (Azione comunitaria in materia di acque). ❑ Nello Standard 5.2 del regime di Condizionalità in agricoltura Secondo, si intende per fascia tampone una fascia stabilmente inerbita spontanea o seminata, oppure arbustiva od arborea, spontanea od impiantata, di larghezza pari a 5 metri; 3 metri se previsto da apposite norme Regionali o delle Provincie autonome applicabili qualora lo stato del corpo idrico adiacente sia classificato come “buono” o “sufficiente” ai sensi del Piano di gestione del distretto idrografico; nel caso lo stato del corpo idrico sia “ottimo”, invece, la fascia tampone può non essere realizzata 7
Funzione protettiva: difesa dall’erosione Dissesto del territorio causato dallo abbandono delle sistemazioni e e delle buone pratiche agricole Copertura vegetale dei versanti Particolarmente effica- ci sono i sistemi «siepe-fosso-argine», che consistono nella realizzazione dei fossi parallelamente alle linee di livello, le acque superficiali vengono così raccolte prima che siano in grado di ruscellare in modo dannoso. La funzionalità e l’efficacia della siepe in questo caso è indipendente dalla sua composizione; aspetto che è da individuare comunque tra quelle specie con apparati radicali sviluppati ed una buona capacità di sopportare ristagni d’acqua e umidità elevata nei momenti di piena dei fossi ❑ Le acque piovane si muovono disordinatamente lungo le linee di massima pendenza e in caso di forti precipitazioni lo scorrimento superficiale è caratterizzato da un rapido movimento, rappresentando quindi il principale mezzo di trasporto e di erosione. 8
Funzione protettiva: frangivento La forza del vento può influire in maniera negativa su molteplici aspetti fisiologici delle piante Venti, quando forti ed in vicinanza del mare determinano il trasporto di particelle di sale e posso essere molto danno- si sia in maniera diretta sia in maniera indiretta: o aumento dei consumi idrici delle colture a causa di maggior evapotraspirazione o trasporto di particelle ricche di sale nocive per molte piante (salsedine) o allettamento di colture erbacee o diffusione di insetti parassiti, virus e spore fungine 1) Una siepe troppo fritta tende a formare turbolenze dannose nei pressi del campo coltivato 2) Una siepe troppo permeabile non protegge adeguatamente le colture dagli effetti del vento 3) Una siepe in grado di smorzare adeguatamente il vento ha una permeabilità di circa il 50% 9
Funzione protettiva: difesa da intrusioni La difesa delle proprietà e delle colture con barriere naturali come soluzioni a minor impatto Chiudende vive, ovvero siepi utilizzate fin dall’antichità per recintare i pascoli e i fondi agricoli o per impedire il passaggio tra una proprietà e l’altra. Se da un lato una recinzione di materiale inerte richiede una manutenzione minore nel tempo rispetto a una siepe viva, dall’altro non sempre queste soluzioni sono consentite fuori dai centri abitati, dovendo ottenere permessi paesaggistici e per la costruzione del cordolo o dei plinti di sostegno. ❑ Utilizzare chiudende vive permette di ottenere un migliore effetto estetico e paesaggistico, oltre che anche una migliore efficacia difensiva (se si utilizzano specie spinose particolarmente fitte, a partire dal terzo o quarto anno di vita della siepe) e funzioni secondarie come la produzione di piccoli frutti e fiori/bacche utili per la microfauna ✓ Olivello spinoso ✓ Prugnolo ✓ Rosa canina ✓ Biancospino ✓ Berberis spp. 10
Funzione produttiva: legname e prodotti apistici Siepi come fonte ausiliaria di risorse materiali e risorse ecosistemiche utili per la stabilità ecologica Riuscire a garantire alle api una flora idonea alle varie fasi del loro ciclo biologico ed in particolare modo nei pe- riodi critici (fine inverno, estate inoltrata e autunno) è problematico. Occorre un’abbondanza di polline a inizio stagione e una grande abbondanza di nettare tra aprile e luglio. La realizzazione di una siepe può essere un’ottima soluzione per assicurare la continuità di fonti di nettare e polline, scegliendo le piante che fioriscono in modo scalare. ❑ Da parte di tutti i conduttori di terreni agricoli è doveroso rispettare, al di là della produzione di miele, la componente fondamentale degli insetti con alcuni basilari accorgimenti: 1. se si effettuano trattamenti (con i prodotti consentiti), l’intervento va eseguito evitando di indirizzare il getto nella direzione delle chiome dei filari o delle siepi; 2. non trattare con insetticidi, acaricidi, diserbanti e disseccanti nel periodo della fioritura (come peraltro previsto dalla normativa vigente). ❑ Le siepi in azienda possono trovare posizione e spazio tale da rendere queste formazioni una risorsa e non un intralcio, come nel recente passato si è diffusamente creduto nelle nostre campagne. 11
Nel territorio dell’Arcipelago Toscano ❑ 1 - Difesa della biodiversità 7 6 ❑ 2 - Difesa dall’erosione 1 5 ❑ 3 - Difesa dai venti (frangivento) ❑ 4 - Difesa degli inquinanti 4 ❑ 5 - Difesa dei corpi idrici 2 ❑ 6 – Produzioni accessorie 3 ❑ 7 - Difesa delle colture 12
Progettazione e manutenzione 1. Considerazioni preliminari 2. Operazioni di impianto 3. Manutenzione: erba e irrigazione 4. Manutenzione: potature 5. Manutenzione: alloctone e trattamenti 6. Specie adatte 13
Progettazione della siepe: considerazioni preliminari Per la realizzazione di siepi, fi lari e fasce tampone boscate è buona norma procedere con una progettazione a tavolino che contempli le seguenti fasi: ❑ indagine preliminare conoscitiva per appurare e individuare le caratteristiche del clima e del terreno, della morfologia del luogo d’impianto (pendenze, avvallamenti ecc.), verificando eventuali ristagni d’acqua o canali di scolo esistenti, della composizione della vegetazione arborea e arbustiva spontanea, della presenza di fauna selvatica. ❑ localizzazione e dimensionamento delle tipologie di strutture lineari (siepi, filari, fasce tampone boscate) che si intendono realizzare; ❑ individuazione delle specie autoctone idonee, tenendo conto del contesto ambientale e climatico e delle attitudini produttive delle specie stesse; ❑ Costituzione o ripristino di sistemi verdi di vegetazione arborea e arbusti- va che separano i fossi o le scoline dai circostanti terreni coltivati per intercettare e contenere il rilascio nelle acque dei nutrienti provenienti dai coltivi, in particolare azoto e fosforo, attraverso il meccanismo della fitodepurazione. 14
Progettazione della siepe: operazioni di impianto Decespugliamento | Nel caso di presenza di cotica erbosa o di residui di coltivazione, ogni inter-vento sul suolo deve essere preceduto dal decespugliamento e dalla trinciatura delle erbe infestanti. Ripuntatura | Perchè quando si è in presenza di suoli lavorati a lungo sempre alla stessa profondità è probabile che si sia sviluppata la «suola di lavorazione» o una compattazione degli strati sottosuperficiali Concimazione | Per l’impianto di siepi e filari con specie forestali non è previsto il ricorso a concimazioni di tipo chimico. È sufficiente che all’impianto, in fase di preparazione del terreno, si apporti un buon quantitativo di letame maturo o di compost di qualità. Aratura | Quando necessaria, va efettuata normalmente a una profondità di 30-35 cm con l’aratro, o comunque a una profondità tale da consentire il completo interramento dei residui della coltivazione precedente o della cotica erbosa trinciata. Erpicatura | Poco prima dell’impianto vero e proprio è necessario eseguire un affinamento del letto di semina, mediante erpicatura o fresatura dei primi 15-20 cm di suolo. Pacciamatura | Permette di ridurre l’onere della manutenzione dell’impianto, non essendo poi necessario effettuare lo sfalcio lungo la fi la o intorno alle piante, una volta che queste saranno messe a dimora. 15
Manutenzione della siepe: malerbe ed irrigazione ❑ Controllo delle infestanti è pratica indispensabile nei primi tre anni di vita delle piante per liberarle da specie rampicanti vigorose come il convolvolo (Convolvulus arvensis) o il luppolo (Humulus lupulus) che, se non recisi e strappati, possono piegare a terra i fusti togliendo loro luce e compromet- tendo lo sviluppo apicale. Queste due infestanti si avviluppano ai fusti delle piantine (nella foto a lato una pianta di convolvolo), mentre le altre erbe, non raggiungendo altezze considerevoli, possono destare meno allarme. Il rischio maggiore che la presenza di queste infestanti comporta è relativo sia alla tendenza a «soffocare» l’emissione del fogliame della piantina, sia alla resistenza e al peso che oppone alla crescita in altezza, ❑ Irrigazione di soccorso nei primi anni di vita se il terreno è arrivando anche a piegare e storcere il fusto non ancora perfettamente sabbioso e permeabile e l’estate del primo anno (luglio- lignificato. agosto), decorre secca e siccitosa, senza precipitazioni naturali, è bene intervenire, con delle irrigazioni di soccorso, somministrando anche 10-20 litri di acqua per pianta alla settimana. L’acqua va distribuita preferibilmente all’alba o al tramonto 16
Manutenzione della siepe: potature Potatura di formazione ha unicamente lo scopo di formare soggetti ricchi di germogli sin dalla base, presupposto di una ramificazione intensa e intricata che può quindi essere molto utile nelle siepi con funzione difensiva. Le piante caratterizzate da alta capacità di emettere germogli dalla base e dalle radici (polloni) alla ripresa vegetativa del primo anno vanno tagliate a circa 15-20 cm di altezza e nel successivo periodo estivo, cimate e leggermente spuntate ai lati Fonte: supplemento vita in campagna 2014 17
Manutenzione della siepe: potature Potatura di mantenimento. Una credenza piuttosto diffusa è quella che cespugli e arbusti debbano essere potati drasticamente ogni anno, per fare in modo che poi diano ricacci vigorosi. Nell’ottica dei sistemi verdi lineari con funzione prevalente ecologica, è meglio ridurre al minimo gli interventi di potatura di mantenimento, lasciando le piante alla loro forma libera. Meglio pensare fin dalla fase di progettazione a quali specie sono più Fonte: supplemento vita in campagna 2014 adatte al luogo, evitando di impiegare essenze particolar- mente vigorose in spazi ristretti. La forma di conduzione di una siepe è sempre comunque in funzione dell’ambiente in cui viene costituita (urbano o rurale), dallo spazio disponibile per lo sviluppo e dell’effetto che i tagli di potatura possono avere da un punto di vista dell’impatto visivo 18
Manutenzione della siepe: le alloctone Nelle siepi e nei filari esistenti si possono rinvenire sempre più di frequente alcune specie arboree esotiche che ❑ Discorso a parte merita la robinia hanno avuto rapida diffusione in questi ultimi anni, ovvero: ailanto (Ailanthus altissima) [2], gelso da carta (Robinia pseudoacacia) [3] specie (Broussonetia papyrifera) [4], lauroceraso (Prunus laurocerasus) [5] e prugnolo tardivo (Prunus serotina). Frequente arborea esotica proveniente dalla e caratterizzata da rapida diffusione e alto potenziale invasivo è anche la canna comune (Arundo donax) [1], la America settentrionale, la cui presen- quale soprattutto in prossimità di aree umide e canali copre rapidamente ampie porzioni di terreno impedendo za molto diffusa può essere invece l’insediamento e la sopravvivenza di altre specie vegetali. Se presenti in numero consistente queste specie forestali tollerata, se non ricercata da chi esotiche alterano le caratteristiche e il ruolo naturalistico, ecologico e paesaggistico delle siepi e dei filari. produce miele. 2 1 4 5 3 ❑ Le operazioni di manutenzione da porre in atto nei confronti delle specie esotiche comportano il taglio e il controllo del successivo ricaccio delle ceppaie, prevedendo anche interventi di «cercinatura» su esemplari maturi. 19
Le specie adatte alle siepi sull’Arcipelago Toscano Nella scelta delle specie, vanno privilegiate quelle autoctone e, possibilmente, ❑ A titolo di esempio si riportano alcune specie arboreo-arbustive che possono essere impiegate per la costituzione di utili siepi derivanti da ecotipi locali (popolazioni di piante adattate al clima e all’ambiente polivalenti del posto) il cui uso permette di avere piante più resistenti alle avversità climatiche e alle malattie. Sempre meglio scegliere piantine giovani, di uno o due anni di età, 1. Acer campestre | legna da ardere, fauna selvatica allevate e vendute in contenitore, che hanno capacità di attecchimento e di ripresa 2. Robinia pseudoacacia | legna da ardere, apicoltura vegetativa post-impianto molto superiore alle piante di dimensioni maggiori, «a 3. Ulmus minor | legname, miglioratrice del suolo, apicoltura pronto effetto» estetico ma più soggette a stress da trapianto. L’acquisto del 4. Pistacia lentiscus| legna da ardere, fauna selvatica materiale vivaistico dovrà comunque essere effettuato secondo le norme vigenti 5. Erica arborea | decorativa, apicoltura per quanto concerne il cosiddetto «passaporto delle piante» (D.lgs 214/2005) 6. Ligustrum vulgare | decorativa, fauna selvatica 7. Cystus spp.| | decorativa, apicoltura 8. Myrtus communis| decorativa, apicoltura 1 8 3 5 2 6 7 4 20
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