Norvegia: niente auto benzina e diesel dal 2025?
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1 Settembre 2020 - Norvegia: niente auto benzina e diesel dal 2025? ROMA – La Norvegia potrebbe avere in programma di mettere al bando la vendita di vetture con motori termici convenzionale – benzina e diesel – a partire dal 2025. La notizia, che era già circolata nei mesi scorsi, torna di attualità grazie ad un report dell’agenzia Deutsche Presse-Agentur (DPA) che riferisce di una evoluzione del National Transport Plan 2014-2023 varato tre anni fa ed in cui è stato fissato l’ambizioso obiettivo di ridurre a 85 g/km le emissioni di CO2. Da Oslo è però arrivata subito una precisazione che chiarisce, almeno in parte, la cosa. «Questo Governo intende incoraggiare la diffusione di veicoli più ecocompatibili – ha detto un portavoce – usando la carota e non il bastone», precisando anche che «saranno le nuove tecnologie a mettere al bando le auto alimentate con combustibili fossili nel lungo termine senza necessità di divieti». Intanto la Norvegia sta pianificando la sostituzione, entro il 2030, del 75% dei suoi autobus e del 50% dei sui autocarri con mezzi a basse emissioni assieme all’uso dei biocarburanti per la navigazione a breve raggio e i traghetti. Il Governo ha inoltre già stanziato il corrispettivo di quasi 800 milioni di euro per realizzare autostrade per biciclette ed incrementare l’uso di questo tipo di mobilità. Positivo export Umbria nel primo trimestre PERUGIA – Dopo un 2015 che ha segnato un dato estremamente positivo, con l’export umbro che ha segnato un tasso di crescita ben superiore alla media nazionale 6,4 contro il 3,8%, anche il primo trimestre del 2016 ha per https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - l’Umbria un dato molto positivo con le esportazioni in crescita del 5,4% a fronte di un dato nazionale che ha segnato una pausa di riflessione (- 0,4%). «Tornano a crescere in maniera consistente settori come quello della meccanica (+ 11,4%) e della metallurgia (+ 5,2) – commenta il vicepresidente della Giunta regionale con delega allo sviluppo economico Fabio Paparelli – e questo ci conforta rispetto al consolidamento ed alle prospettive di sviluppo di due comparti chiave dell’economia umbra, in grado di trascinare l’export umbro a quota 918 milioni di euro, ad un passo dal record storico per questo periodo dell’anno». L’export della provincia di Perugia – riferisce la Regione in un comunicato – si è posizionato a 641,6 milioni di euro rispetto ai 625 dell’anno precedente con un incremento del 2,6%, mentre quello della provincia di Terni ha registrato un dato pari a 276,2 milioni rispetto ai 245,6 del primo trimestre del 2015 con un incremento di oltre il 12%. «Anche la destinazione territoriale dei prodotti regionali – continua Paparelli – trova nei dati positivi che provengono dai grandi mercati di sbocco, Europa con la Germania e gli Usa, la conferma che la crescita potrebbe assumere caratteri di tipo strutturale. Certamente le vicende del secondo trimestre con l’aumento delle tensioni internazionali e il referendum inglese sull’uscita dall’euro potrebbero incidere sui dati complessivi. Tuttavia le conferme sui partner commerciali più importanti segnano l’acquisizione di un dato strutturale: quello della competitività sul versante della tecnologia incorporata nelle produzione e nella conseguente rispondenza a parametri di qualità, organizzazione e sostenibilità, che sembrano essere un dato acquisito rispetto ai dati che ci consolidano sui mercati di sbocco più importanti. Il dato positivo sulle esportazioni ci conforta rispetto alla scelta di politiche mirate a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione del sistema produttivo regionale. A questo proposito, un primo bilancio delle iniziative assunte dalla Regione vede nel caso dello strumento finalizzato al supporto delle reti di impresa finalizzate all’internazionalizzazione, ben 26 progetti finanziati con 92 imprese partecipanti che stanno realizzando programmi di promozione dell’export per un valore di oltre 4.185.000 euro, con il supporto della Regione che ha concesso contributi per 2.023.000 euro». Accanto a questa iniziativa si colloca il supporto alla partecipazione ad iniziative fieristiche nell’ambito della procedura a sportello prevista dal programma di promozione dell’internazionalizzazione che sta realizzando Sviluppumbria che ha visto la presentazione di progetti di partecipazione di 91 imprese con uno stanziamento complessivo pari ad oltre 900.000 euro. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - «Nelle prossime settimane, alla luce dei positivi risultati in termini di qualità progettuale – conclude Paparelli – riapriremo la procedura a sportello per le reti di imprese. Inoltre il panorama si arricchirà con l’attivazione da parte delle Camere di Commercio di Perugia e Terni, nel quadro dell’accordo siglato con la Regione sui temi dell’internazionalizzazione, di uno specifico strumento che vedrà anche la nostra partecipazione particolarmente orientato al supporto delle piccole imprese». Auto Ford a guida autonoma nel 2021 PALO ALTO – La casa automobilistica Ford ha dichiarato l’obiettivo di raggiungere entro il 2021 la totale autonomia di guida, ossia il livello 4 di automazione definito dallo standard Sae International, su veicoli destinati al servizi di ride-hailing o ride-sharing. Per ottenere questo risultato, l’Ovale blu sta investendo e collaborando con quattro start-up per potenziare lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma, raddoppiando le dimensioni del team di ricerca in Silicon Valley e più che raddoppiando quelle del campus di Palo Alto. «Il prossimo decennio sarà caratterizzato dall’automazione delle automobili, e vedremo i veicoli a guida autonoma avere un impatto rilevante sulla società come 100 anni fa ebbe la catena di montaggio Ford», ha detto Mark Fields, Ceo e presidente di Ford Motor Company. «Ci stiamo dedicando alla messa in strada di veicoli a guida autonoma che possano aumentare la sicurezza e risolvere sfide sociali e ambientali per milioni di persone, e non solo per quelle che possono permettersi veicoli di lusso». Questi sviluppi contribuiscono a portare avanti il programma Ford Smart Mobility, la strategia pensata per anticipare i bisogni di mobilità dei consumatori e trasformare l’esperienza di chi si sposta mediante l’implementazione di tecnologie cloud e di connettività, l’elaborazione di “big data” e l’analisi degli scenari di mobilità, che in futuro saranno alla base dello sviluppo della guida autonoma. Leadership nei veicoli a guida autonoma https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - Dopo oltre un decennio di ricerca e sviluppo sui veicoli a guida autonoma, il primo veicolo a guida completamente autonoma di Ford sarà in linea con il livello 4 di automazione definito dallo standard Sae International. Tale classificazione definita della Society of Automotive Engineers prevede che, in assenza del volante e dei pedali di acceleratore e freno, il guidatore non prenda il controllo del veicolo in selezionati scenari di guida. Il veicolo è stato progettato specificatamente per servizi di mobilità commerciali, come il ride-sharing e il ride-hailing, e sarà disponibile in grandi volumi. Quest’anno, Ford triplicherà la sua flotta di veicoli a guida autonoma, affinché diventi la più grande flotta sperimentale di tutte le case automobilistiche, portando a 30 il numero di Fusion Hybrid, la sorella americana della Mondeo, a guida autonoma sulle strade di California, Arizona e Michigan, con l’intenzione di triplicarle ancora il prossimo anno. Ford è stata la prima casa automobilistica ad iniziare a testare i propri veicoli a Mcity, l’ambiente urbano simulato dall’Università del Michigan, a dimostrare pubblicamente il funzionamento dell’auto a guida autonoma nella neve e a testare i propri veicoli a guida autonoma di notte, nel buio più completo, nell’ambito dello sviluppo dei sensori LiDAR. Per poter arrivare a produrre un veicolo a guida autonoma entro il 2021, Ford ha annunciato quattro iniziative tra investimenti e collaborazioni chiave per espandere la ricerca nel campo degli algoritmi avanzati, della mappatura 3D, dei sensori LiDAR e dei sensori radar e video. Inoltre, Ford sta espandendo le sue operazioni in Silicon Valley, creando un campus dedicato a Palo Alto. Grazie all’aggiunta di due nuovi edifici e 45.000 metri quadrati di spazi di lavoro e laboratori all’attuale Research and Innovation Center, il campus così ampliato permette di estendere la propria presenza nella zona ed è strumentale all’intenzione di raddoppiare le dimensioni del team di Palo Alto entro la fine del 2017. Non più Usa il controllo rete Internet ROMA – Dal primo Ottobre la supervisione tecnica della rete Internet non sarà più accentrata nelle mani degli Stati Uniti ma sarà globale. Il governo https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - americano ha approvato la proposta di trasformazione dell’Icann, l’ente regolatore globale della rete, responsabile della convalida dei nomi dei domini web. Finora su alcune funzioni dell’Icann il governo americano, tramite la National Telecommunications and Information Administration (Ntia), aveva esercitato la sua supervisione. Ora queste funzioni saranno trasferite alla comunità mondiale. Non è un cambiamento di cui i tre miliardi di utenti di Internet si accorgeranno nella vita di tutti i giorni, ma è un evento di importanza soprattutto geopolitica perché significa che non spetterà più agli Stati Uniti l’ultima parola su numeri e simboli “al posto giusto” per far sì che Internet possa funzionare in un certo Paese. Il passaggio è noto come “Transizione Iana” e riguarda tre funzioni principali connesse alla rete: la prima consiste nella distribuzione della numerazione dei nodi di Internet; la seconda nella definizione dei nomi di dominio, da quelli geografici come “. it” o “.us” a quelli generici come “.com”; la terza riguarda i protocolli Internet, ovvero il sistema di comunicazione che fa dialogare i computer connessi in rete. Piraeus Port Authority passa a Cosco PIREO – La Piraeus Port Authority (Ppa) è diventata nei giorni scorsi una società controllata dalla Cosco (Hong Kong) filiale della Cosco Shipping. A darne notizia il gruppo cinese che sta proseguendo nella ridefinizione di tutti gli assetti societari conseguenti alla fusione con China Shipping. Il contratto sottoscritto dal gruppo con il governo greco vedeva quale concessionario la società Cosco Shipping Ports controllata da Cosco Shipping che così garantirà il rispetto degli obblighi sottoscritti al momento della concessione. Gli accordi riguardanti il pagamento includono anche due tasse annuali fisse e un canone di concessione annuo variabile sulla base del fatturato aggregato di Cosco Ports Shipping (Pct) relativo alle operazioni svolte al molo 2 e al molo 3 e, dopo la costruzione della parte occidentale del molo 3, dal fatturato generato da questa infrastruttura. La Port Authority ha infatti concesso a Pct la possibilità di sviluppare e https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - gestire il molo 2 così come la parte orientale e occidentale del molo 3; Pct ha poi accettato di costruire e avviare le operazioni della parte meridionale del molo 3 destinata alla movimentazione di prodotti petroliferi. La concessione è valida per un periodo della durata di 30 anni con una estensione obbligatoria di altri 5 anni in relazione agli obblighi presi da Pct relativamente alla costruzione della parte orientale del molo 3. Cosco ha iniziato a gestire la struttura il 1 ° Ottobre del 2009. Il porto del Pireo è in primo luogo un hub a servizio dei collegamenti verso le isole greche oltre che essere uno dei principali scali crocieristici e commerciali del Mediterraneo in grado di fornire servizi per Europa, Nord Africa e le altre aree mediterranee. Fs: “Settebello” sarà treno turistico di lusso VOGHERA – È arrivato ieri mattina a Voghera, nell’Officina Manutenzione Ciclica di Trenitalia, l’ultimo esemplare esistente di Etr300, il mitico “Settebello”. Per i più giovani, ricordiamo che si tratta di un elettrotreno rapido di lusso, uno dei simboli del made in Italy, rimasto in servizio dagli anni ’50 sino agli anni ’90. Nelle officine lombarde, sotto la supervisione di Fondazione Fs, verranno eseguite le attività di bonifica e pulizia del convoglio. In seguito Fondazione Fs predisporrà un progetto di completa ristrutturazione dell’Etr300, poiché i suoi pregiati interni originali sono stati snaturati da un restyling risalente agli anni ’80. Il costo del restauro, da realizzare con fondi che verranno reperiti tramite bandi di finanziamento europei è stimato in circa 8 milioni di euro. L’obiettivo che si prefigge le Ferrovie dello Stato è quello di riportare il “Settebello” (il nome deriva dal sette di denari delle carte da gioco e dal fatto che è composto da sette carrozze) all’antico splendore, per utilizzarlo come treno turistico d’alto livello. Il viaggio di trasferimento dal sito di Falconara Marittima – dove il treno sostava da anni – si è svolto nella notte tra il 17 e il 18 »gosto. Il https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - convoglio, trainato dalla locomotiva E656.023 giunta appositamente da Pistoia, è stato scortato dal personale tecnico della Fondazione Fs. La complessa operazione di trasferimento del “Settebello” è stata resa possibile da una meticolosa preparazione tecnica dei carrelli, degli organi di aggancio e del freno, operazioni svolte in collaborazione con Trenitalia e necessarie per garantire la sicurezza del viaggio, in considerazione della prolungata inattività del convoglio. Costruito dalla Breda di Sesto San Giovanni e consegnato alle Fs nel 1952, il treno assolutamente innovativo per l’epoca, poteva raggiungere agevolmente i 180 km/h. Ma oltre all’estetica avveniristica e ai contenuti tecnologici, era un vero trionfo del design made in Italy. Sotto la guida dei celebri architetti Giò Ponti e Giulio Minoletti, i migliori professionisti del tempo contribuirono a realizzare gli arredi, gli abbellimenti e le decorazioni degli interni. Rivoluzionari anche i salottini belvedere che consentivano ai passeggeri la visione panoramica frontale del viaggio. Dp World: utili crescono del 50% DUBAI – Risultati finanziari molto positivi quelli annunciati dal presidente ed amministratore delegato della società terminalistica Dp World, il sultano Ahmed Bin Sulayem (foto). Nel primo semestre del 2016 Dp World ha registrato una crescita degli utili attribuibili agli azionisti del 50,2%, per un totale di 608 milioni di dollari e un aumento del margine Ebitda, il dato che dà indicazione della profittabilità delle azioni del gruppo, del 56%. I ricavi sono cresciuti del 10,2% raggiungendo quota 2.094 milioni di dollari. Dati che tengono conto della nuova capacità movimentata anche nei terminal di Yarimca (Turchia), Stuttgart (Germania), Antwerp Inland (Belgio), Prince Rupert (Canada) e Jebel Alì Free Zone (Uae). In totale i terminal Dp World sparsi nel mondo hanno movimentato un totale di 14.603.000 teu, l’ 1,6% in più rispetto al primo semestre del 2015 quando ne furono movimentati 14.378.000. Il raffronto “like-for-like”, senza l’apporto dei terminal prima ricordati, https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - consegna percentuali di crescita inferiori (1,4% nella movimentazione, 2,5% nei ricavi, 4,3% negli utili) ma pur sempre in terreno positivo. «Il settore resta fortemente competitivo – ha spiegato Ahmed Bin Sulayem -. Le nostre performance finanziarie, del tutto positive, sono state raggiunte a dispetto di condizioni di mercato incerte. Questo dimostra ancora una voltà la solidità delle nostre basi imprenditoriali. Nel 2016 abbiamo investito 586 milioni di dollari in settori strategici che sono stati capitalizzati dando così supporto ai nostri programmi di crescita a medio e lungo termine». «Guardando avanti, al secondo semestre – ha poi aggiunto il presidente di Dp World – ci aspettiamo un aumento della movimentazione e performances finanziarie del tutto simili ai primi sei mesi. Siamo ben posizionati per soddisfare a pieno le aspettative del mercato». Motonautica: nuovo record Montecarlo – Venezia MILANO – L’equipaggio capitanato dall’imprenditore Fabio Buzzi e composto da Mario Invernizzi, Antonio Binda, Eric Hoorn, Stefano Gibelli, è riuscito nell’impresa di stabilire il nuovo record nella tratta Montecarlo – Roccella Jonica – Venezia. Il precedente primato, stabilito da Mario Invernizzi nel Settembre 2011 con l’imbarcazione da competizione “KeraKoll” era di 22 ore 13 minuti e 17 secondi. A cinque anni di distanza, con il tempo di 22 ore 5 minuti e 42 secondi, l’imbarcazione “FB 60” (un 18 metri, progettato per operazioni di salvataggio e controllo marittimo con due motori Mtu da 1600 hp) prodotto dal cantiere nautico FB Design è riuscita ad abbassare il primato di 7 minuti e 35 secondi, con una media di 52,3 nodi, pari a 97 km/h. La traversata ha preso il via da Montecarlo ed è terminata alla bocca di porto del Lido di Venezia, dopo 22 ore e 5 minuti. E’ stato effettuato un solo rifornimento, in Calabria, nel Porto delle Grazie di Roccella Jonica, posto esattamente a metà dell’intero percorso. Sullo stesso percorso un altro scafo, il piccolo “FB 32”, pilotato da Roberto https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - Rizzo e Vincenzo Tota, con equipaggio Marco Tassara e Carlo Menoni, motorizzato con due VM da 350 hp, è partito da Montecarlo, ha fatto rifornimento anch’esso a Roccella Jonica, ed è arrivato a Venezia dopo 32 ore 46 minuti e 15 secondi, stabilendo il nuovo record nella classe minore fino a 9 metri, con una media di 35,26 nodi (65,38 km/h). Entrambi gli scafi non sono imbarcazioni da corsa, ma scafi destinati all’uso di pattugliamento e assistenza per migliorare la sicurezza in mare. Eccessiva capacità nei porti cinesi? PECHINO – Secondo alcune analisi, i porti cinesi potrebbero dover far fronte ad una pericolosa supercapacità nel prossimo futuro. Per questo motivo Wang Shouyang, dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha avvertito sia i governi locali che quello centrale, affinchè sia posta molta attenzione sulle possibili conseguenze di questo fatto. In un rapporto del Center for Forecasting Sciences dell’Accademia delle Scienze, Shouyang ha analizzato i principali venti porti per container del mondo rivelando che gli impatti negativi di un’eccessiva offerta sono attesi soprattutto negli scali cinesi di Hong Kong e Dalian. Secondo il rapporto, inoltre, il tasso di crescita del traffico containerizzato è in declino e questo è da ricondurre almeno in parte alla “overcapacity”, un fattore con cui l’industria portuale cinese, secondo Shouyang, dovrà fare i conti. In un’intervista all’agenzia di stampa cinese Xinhua, il professore Kuan Haibo della Dalian Maritime University ha detto che il 2016 potrebbe essere un anno significativo per i porti cinesi, passando da profitti a perdite. «Troppi governi locali hanno fatto affidamento sui porti per gonfiare i Pil locali e questa è una cattiva idea» ha detto Haibo aggiungendo che i politici locali dovrebbero tenersi lontani dai porti lasciando che il mercato faccia il suo corso. Secondo Haibo la supercapacità e il servizio scadente sono i due principali problemi dell’industria portuale cinese: «Il declino di Dalian rappresenta la tipica situazione della cosiddetta “cintura della ruggine” del nordest, cioè https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - una situazione di recessione laddove prima c’era sviluppo industriale». Al Burchardkai gru per navi da 20.000 teu AMBURGO – Al terminal Burchardkai di Amburgo, gestito dal gruppo “Hamburger Hafen und Logistik” (Hhla), sono arrivate tre nuove gru di ultima generazione prodotte dalla cinese “Zpmc”. Andranno ad affiancare le altre cinque già in funzione al Burchardkai così da consentire alla struttura terminalistica di disporre di otto “ship to shore” in grado di operare su navi portacontenitori da 20.000 teu con l’utilizzo di due diversi accosti. Le tre gru sono giunte ad Amburgo, provenienti da Shanghai, dopo un viaggio durato circa dieci settimane. Prima di essere presi in consegna i mezzi sono stati oggetto di vari test che lo staff tecnico del “Container Terminal Burchardkai” ha compiuto direttamente in Cina, nello stabilimento della Zpmc che si trova nelle vicinanze di Shanghai. Le verifiche continueranno anche nei prossimi mesi. Le gru saranno operative, dopo una ispezione finale, non prima della fine dell’anno in corso. «Le gru appena arrivate – ha spiegato Stefan Behn, membro del consiglio di amministrazione della Hhla – fanno parte di un programma di potenziamento a lungo termine del Burchardkai. Il numero di scali delle grandi navi porta contenitori è in costante aumento. E’ quindi per noi importante fornire alti standard qualitativi e i due accosti per navi da 20.000 teu ci consentirano così di dare risposte adeguate alle esigenze della nostra clientela dal punto di vista della produttività e flessibilità necessaria a gestire quel tipo di portacontenitori». Le gru della “Zpmc” sono progettate per operare trasversalmente alla nave fino alla 24 fila di contenitori grazie ad uno “sbraccio” di 74 metri. Le previsioni indicano che ad ogni scalo ad Amburgo le navi da 20.000 teu possano mediamente movimentare da 5.000 a 6.000 contenitori, cioè dalle 70.000 alle 84.000 tonnellate di merci. L’altezza dei jib delle gru è stata https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
1 Settembre 2020 - ottimizzata così da poter gestire i container fino al nono tiro più uno anche sul ponte. Inoltre possono operare in modalità tandem così da movimentare o due container da 40′ oppure quattro da 20′ con un solo aggancio. Ogni gru ha un peso di 2.400 tonnellate e può gestire un carico utile massimo di 110 tonnellate. Per il loro viaggio dalla Cina è stata utilizzata una nave cisterna convertita a questo tipo di trasporto. L’unità, in grado di caricare fino ad 80.000 tonnellate, ha così ospitato un totale di 7.200 tonnellate rappresentato dai tre nuovi mezzi della Zpmc. «Nel terminal Burchardkai – ha aggiunto Stefan Behn parlando degli ulteriori sviluppi della struttura – stiamo realizzando anche altre quattro aree, quattro blocchi di stoccaggio automatizzati che dovrebbero diventare operativi nel 2017. Ciò ci consentirà di disporre di maggior capacità e flessibilità così da dare adeguata risposta ai picchi di traffico concomitanti all’arrivo delle grandi navi da 20.000 teu. Stiamo progettando anche l’ampliamento del terminal ferroviario che è già il secondo più grande d’ Europa. Saremo in grado di gestire, via ferrovia, lo stesso numero di contenitori movimentati dall’intero porto di Rotterdam. II programma di espansione del Container Terminal Burchardkai ci aiuterà ad ancor più ottimizzare i nostri processi di gestione». Altre due gru di ultima generazione sono attualmente in costruzione al “Container Terminal Tollerort”, altra struttura della “Hamburger Hafen und Logistik”, così da consentire al gruppo Hhla di disporre di tre accosti, uno al Tollerort e due al Burchardkai, in grado di operare sulle navi da 20.000 teu. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/818/ | 1 Settembre 2020 -
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