"New New Techniques": il nuovo cd il del
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“New Needs Need New Techniques”: il nuovo cd (il primo in solo) del chitarrista triestino Andrea Massaria “New Needs Need New Techniques” Andrea Massaria guitar solo CD LR 896 | LEO RECORDS “L’improvvisazione è un salto nel buio, nell’ignoto, e non possiamo sapere quale parte di noi stessi emergerà dal buio non appena iniziamo a suonare ed a
maggior ragione quando suoniamo da soli…” (Andrea Massaria) “Nuovi bisogni hanno bisogno di nuove tecniche”, così recita il titolo del nuovo cd, il primo in solo, del chitarrista triestino Andrea Massaria, uscito proprio in questi giorni per la Leo Records, prestigiosa casa discografica ed etichetta britannica, fondata da Leo Feigin sul finire degli anni settanta, che pubblica da allora interessanti progetti discografici di musicisti jazz e sperimentali di tutto il mondo. “New Needs Need New Techniques” raccoglie nove tracce sonore ispirate dalla gestualità e dall’intenzione più profonda di tre pittori importantissimi, per il musicista e per noi, quali Pollock, Rauschenberg e Rothko. Angoris, 28-10-2016 – JAZZ & WINE OF PEACE 2016 – Tenuta di Angoris Villa Locatelli – The Music of Carla Bley Andrea Massaria & Buce Ditmas – Andrea Massaria, guitar; Bruce Ditmas, drums – Foto © 2016 Luca d’Agostino / Phocus Agency
Andrea Massaria, sapiente e colto musicista, che fin dalla tenere età ha dedicato la sua vita alle sei corde, pur con alle spalle una infinita produzione discografica quale leader o compagno di avventure, decide che è arrivato il momento di misurarsi in solo, sfida tanto complicata quanto stimolante. Con “New Needs Need New Techniques” dimostra di essersi misurato con un innovativo stile che è espressione di geniale creatività attivata attraverso la trasformazione timbrica dello strumento stesso: così come i differenti stili dei tre artisti fonte di ispirazione, Andrea Massaria coglie nelle sue sfumature sonore i loro cardini più importanti, muovendosi fra effetti digitali e materiali più poveri (una radiolina, un ventilatore, oggetti vari ed improbabili presi dal quotidiano). La musica che sorge si muove fra atmosfere più oniriche fino a scaturire nelle mille sfumature e vibrazioni di una vera e propria orchestra. Riuscendo appieno a colmare di emozioni proprio le menti più curiose ed i cuori più appassionati. Per il primo album di solo guitar di Andrea Massaria non è opportuno pensare a un modello di riferimento. Massaria si è inventato uno stile alla chitarra elettrica che è espressione di una creatività implementata sulla trasformazione timbrica dello strumento: basterebbero pochi secondi per riconoscere la sua musica, una strana ed avventurosa narrazione che io dico potrebbe benissimo sostituire il linguaggio poco comprensibile dei cartoon di Mickey Mouse. New needs need new techniques è un lavoro che mette in relazione la pittura, vista come anello di congiunzione di tutta l’arte, con la musica ed instaura un ponte immaginario tra le tecniche. Tre espressionisti astratti (Rotko, Rauschenberg e Pollock) filtrati nell’ottica musicale di Massaria, un concetto di trasfigurazione dell’essenza stilistica dei tre pittori tramite l’improvvisazione ed una serie di tecniche estensive applicate allo strumento che danno l’idea di un panorama di agenti in successione che brulicano. Massaria usa in maniera calibrata i pedali, gli effetti eco, i riverberi, le sindromi del circuit bending, gli spezzoni radiofonici, il drone e gli scivolamenti sulla tastiera e per Rauschenberg si inventa persino delle sovrapposizioni vocali. In New needs need new techniques non c’è però solo una trasposizione di umori e di tecniche tra arti differenti e dubito che
si possa ascoltare Massaria tenendo solo in mente quanto la nostra memoria aurale custodisce delle essenze dei tre pittori; si può ben dire che pur trovandoci in aree mentali simili, Massaria non fa lo stesso lavoro dei tre pittori americani, ma eccede negli atteggiamenti: se Pollock dipingeva scorrendo nei suoi dipinti, Massaria allora scivola con la sua musica, mentre Rauschenberg riordina in fasi i suoi dipinti, Massaria li appende, se Rotko produce sospensione Massaria provoca il galleggiamento. E’ un doppio senso quello imposto da New needs need new techniques, che è rimando e negazione dell’azione dei pittori, ma è un modo estremamente intelligente di affrontare l’arte del ventunesimo secolo: qui, in 9 brani (3 per ogni artista) si vive solo un pieno e splendido parcheggio nella musica di Massaria, certamente uno dei chitarristi più originali dell’attuale improvvisazione libera. (CD Liner Notes di Ettore Garzia) Andrea Massaria ha iniziato a suonare la chitarra a sette anni, ha studiato chitarra classica con Guido Percacci e Pierluigi Corona ed è passato al jazz e alla libera improvvisazione nel 1990. Ormai le collaborazioni sono innumerevoli ed è considerato in patria e all’estero uno dei più importanti chitarristi italiani. Ciò rende ancora più notevole il fatto che questo ‘New Needs Need New Techniques’ sia il suo primo album da solista. Tre artisti americani totalmente diversi lo hanno ispirato per questo album: Mark Rothko, Robert Rauschenberg e Jackson Pollock. Ha dedicato tre pezzi a ciascuno di loro e, come indica già il titolo, Massaria non si limita solo alla chitarra. Al contrario, usa un arsenale completo di pedali e altra elettronica per costruire il suo mondo sonoro. Sentiamo ancora quei tre pittori? Non in modo molto diretto, ma si possono riconoscere alcune atmosfere, Massaria usa registrazioni parlate in ‘RA3’, qualcosa che si adatta bene alla pop art ovviamente, nei pezzi dedicati a Pollock sentiamo suoni che si adattano bene alla tecnica del dripping che ha reso questo artista così famoso e i pezzi dedicati a Rothko sembrano sculture sonore atmosferiche, qualcosa che si avvicina molto bene a questi dipinti prevalentemente monocromatici. In breve, un album molto vario di un chitarrista eccezionale. (Recensione NIEUWE NOTEN)
Fra i chitarristi più originali della scena impro internazionale c’è certamente Andrea Massaria, autore di tanti incontri con i musicisti creativi internazionali, ma che su questa sua recente incisione si presenta da solo, con l’eccezione di RA 3 con la voce di Francesco Forges. È un disco ricco di effetti speciali, di nuove tecniche, che come il titolo del disco fa notare, spuntano da nuove esigente dell’ispirazione dell’artista. I titoli prendono il nome da tre famosi pittori espressionisti, gli americani Jackson Pollock, Robert Rauschenberg e Mark Rothko, che hanno ispirato Massaria durante la produzione dell’album. Da un brano all’altro si sperimenta con tutto quello che le possibilità della moderna tecnologia mettono a disposizione dell’artista, così che vien fuori un album piuttosto vario e fantasioso, come le tele degli artisti che lo hanno ispirato. Una volta entrati in sintonia con il mondo sonoro di Massaria si seguono con interesse le evoluzioni che provengono dalle corde e dagli strumenti a disposizione. Un disco di sicuro originale, anche all’interno di quello che è il mondo dell’avanguardia contemporanea. /Recensione MusicZoom) Musicista chitarrista e compositore, docente di chitarra jazz al Conservatorio B. Marcello di Venezia ed al Conservatorio A. Buzzolla di Adria. Nato a Trieste il 10/4/65, inizia lo studio della chitarra classica ad undici anni sotto la guida dei Maestri Guido Percacci e Pierluigi Corona. Dopo un’intensa attivita’ come chitarrista classico, dal 1990 si dedica al jazz studiando con, tra gli altri, Joe Pass, Kenny Burrell, Mike Stern, Bruce Forman,
Stefano Battaglia, Sandro Gibellini, Nat Adderley Ron Carter, James Williams. Nel 1997 ha vinto a Monteroduni (IS) l’Eddie Lang jazz contest, uno dei piu’ importanti concorsi Europei per chitarristi jazz. E’ stato votato molte volte tra i migliori chitarristi jazz italiani nella classifica Top Jazz della rivista Italiana Musica Jazz. Dal 2007 si defica alla musica improvvisata ed all’improvvisazione creativa attingendo da una vasta gamma di influenze che spaziano dal free jazz al soundwork strutturale, dal noise alla musica classica contemporanea. Molto attento all’esplorazione delle naturali possibilita’ del suo strumento insieme all’uso degli effetti, la sua ricerca e’ volta a sperimentare ciò di cui la chitarra è capace dal punto di vista del suono e dell’espressione, con e senza preparazione. Ha un’intensa attivita’ concertistica in Italia ed all’estero sia da leader sia da ospite in varie formazioni. Svolge un’intensa attivita’ didattica tenendo seminari in tutt’Italia. Ha registrato piu’ di venti cd dei quali molti da leader o da co-leader. Ha collaborato e collabora con molti musicisti tra i quali Evan Parker, Butch Morris, Oliver Lake, Barre Phillips, Paul Lytton, Greg Ward, Sylvie Courvoiseur, Tom Rainey, Rob Mazurek, Giancarlo Schiaffini, Matt Maneri, Bruce Ditmas, Howard Curtis, Katja Cruz, Clementine Gasser, Giovanni Maier, Danilo Gallo, Michele Rabbia, Elio Martusciello, Pasquale Mirra, Walter Prati, Cristiano Calcagnile, Stefano Battaglia, Ernie Adams, Dee Alexander, Giovanni Mancuso, Ettore Fioravanti, Paolo Birro, Rosario Bonaccorso, Zeno DeRossi,, Achille Succi, Olivier Manoury, Silvia Bolognesi, Ernest Dawkins,, Dado Moroni, Bruno Marini, Flavio Boltro, Francesco Bearzatti, Alessandro Fedrigo, Massimiliano Furia, Stefano Senni, Mauro Negri, Gianni Basso, Robert Bonisolo, Kyle Gregory, Lee Brown, Jack McDuff, Bobby Durham, Glauco Venier, Slatko Kaucic, Dario Deidda, Aldo Zunino, Mark Abrams, Emanuele Cisi, Daniele D’Agaro, Arrigo Cappelletti e molti altri. Per maggiori informazioni in dettaglio www.andreamassaria.com PER ACQUISTI:
Email a: andrea.massaria@libero.it http://andreamassaria.bandcamp.com/ http://leorecordsmusic.com/downloads/cdlr896/ VIDEO https://youtu.be/63IH33hPAOI Cantautrici: è on line il bando per il Premio Bianca D’Aponte ANCORA APERTE LE ISCRIZIONI PER IL 17° PREMIO BIANCA D’APONTE, IL CONTEST PER CANTAUTRICI E “CANTICO DEI MATTI” DI BIANCA D’APONTE DIVENTA COLONNA SONORA DI UN VIDEO-MANIFESTO VIRALE SULLA CHIUSURA DEI TEATRI Le canzoni di Bianca d’Aponte, la cantautrice campana prematuramente scomparsa nel 2003, continuano a raggiungere nuovi importanti traguardi. La sua “Cantico dei matti”, nella versione di Brunella Selo e Fausto Mesolella, è infatti stata scelta come colonna sonora di “L’artista incontra se stesso”, un video-manifesto, diventato virale, sulla chiusura dei teatri, con la EkoDance Company e la regia di Cosimo Morleo. Ecco il video, girato alla Reggia di Venaria (Torino): www.facebook.com/PremioBiancaDAponte/posts/286008745 0894786 Sono intanto aperte, fino al 30 aprile, le iscrizioni per la
17a edizione del “Premio Bianca d’Aponte – Città di Aversa”, l’unico contest in Italia riservato a cantautrici. Il nuovo bando di concorso è disponibile su www.premiobiancadaponte.it, insieme alla scheda di iscrizione. La partecipazione è come sempre gratuita. Le finali sono previste al teatro Cimarosa di Aversa il 22 e 23 ottobre 2021. Il lancio del nuovo bando è avvenuto quando purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria, non si è ancora svolta la finale della 16a, edizione, prevista per lo scorso ottobre e che verrà riprogrammata non appena le condizioni lo consentiranno. In lizza, come già annunciato, ci saranno BamBi da Napoli, Simona Boo da Termoli (Campobasso), Ebbanesis da Napoli, Lamante da Piovene Rocchette (Vicenza), La Zero da Piano di Sorrento (Napoli), Lucrezia da Bologna, Miglio da Brescia, Elena Romano da Firenze, Sara Romano da Monreale (Palermo), Veronica da Aversa (Caserta), Chiara White da Firenze. Le finaliste del Premio 2021 saranno come sempre selezionate da un nutrito e prestigioso Comitato di garanzia, composto da cantanti, autori e compositori nonché da operatori del settore e giornalisti e critici musicali. Alla vincitrice del premio assoluto sarà attribuita una borsa di studio di € 1.000, a quella del Premio della critica “Fausto Mesolella” una di € 800. Riconoscimenti della giuria andranno anche alla migliore interprete, al miglior testo ed alla migliore musica. Sono poi previsti molti altri premi assegnati da singoli membri della giuria o da enti e associazioni vicine al d’Aponte. Nelle passate edizioni il premio assoluto è andato a Veronica Marchi e Germana Grano (ex aequo, 2005), Chiara Morucci (2006), Mama’s Gan (2007), Erica Boschiero (2008), Momo (2009), Laura Campisi (2010), Claudia Angelucci (2011),
Charlotte Ferradini (2012), Federica Abbate (2013), Elisa Rossi (2014), Irene Ghiotto (2015), Sighanda (2016), Federica Morrone (2017), Francesca Incudine (2018), Cristiana Verardo (2019). Il premio della critica – dal 2017 ribattezzato “Premio Fausto Mesolella” in omaggio allo storico direttore artistico della manifestazione – è stato invece attribuito a Marilena Anzini (2005), Ivana Cecoli (2006), Giorgia Del Mese (2007), Silvia Caracristi (2008), Momo e Giorgia Del Mese (ex aequo, 2009), Paola Rossato (2010), Rebi Rivale (2011), Cassandra Raffaele e Paola Rossato (ex aequo, 2012), Rebi Rivale (2013), Elsa Martin (2014), Helena Hellwig (2015), Agnese Valle (2016), Fede ‘N’ Marlen (2017), Francesca Incudine e Irene Scarpato (2018), Lamine (2019). Il Premio Bianca d’Aponte, che si avvale della direzione artistica di Ferruccio Spinetti, ospita ogni anno una artista di grande popolarità che assume il ruolo di madrina. Per la 16a edizione era stata scelta Arisa, che era stata preceduta da: Rachele Bastreghi dei Baustelle, Rossana Casale, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Irene Grandi, Elena Ledda, Petra Magoni, Andrea Mirò, Simona Molinari, Nada, Mariella Nava, Brunella Selo, Tosca, Paola Turci, Fausta Vetere. Per ulteriori informazioni: 336 694666 – 335 5383937; info@biancadaponte.it – info@premiobiancadaponte.it
Disponibile da oggi “L’eros segreto di Dante”: il libro svela tutti i segreti del Sommo Poeta con una nuova lettura allegorica della Divina Commedia Sessualità ed erotismo nell’opera appena editata “L’eros segreto di Dante”. L’autore rivela come, in diversi canti della Commedia, Dante, con grande ambiguità e dissimulazione, si spinga sino alla descrizione dei suoi rapporti erotici con Beatrice “Nel corso dei secoli, il Poeta è stato trasformato, nell’immaginario collettivo, in una figura rigida e stereotipata. Eppure, sono numerosissimi i passi oscuri e ambigui che il poeta sciorina sotto il naso del lettore, a volte avvertendolo, ma più spesso dissimulandoli con voluta noncuranza”, dichiara l’autore Renato Ariano
A partire da oggi “L’eros segreto di Dante”, edizioni Youcanprint, è disponibile su Amazon, nelle librerie dei circuiti La Feltrinelli e Mondadori Store o sul sito della casa editrice. Il volume racconta uno degli aspetti meno noti ma più sorprendenti è quello dell’eros dantesco, che fa capolino, a sorpresa, in mezzo ai versi teologici della Divina Commedia. La scoperta di questo messaggio è di Renato Ariano, medico, scrittore e studioso di Dante, che ne parla nel suo ultimo libro “L’eros segreto di Dante”. LA LETTURA ALLEGORICA DELLA COMMEDIA E LA VENA EROTICA – Tutti sanno che
la Divina Commedia di Dante è un’opera allegorica, con diversi livelli di lettura. Ariano ne propone uno inedito e clamoroso, di solito ignorato o addirittura rimosso dai commentatori ufficiali: quello dell’eros dantesco. “Nel corso dei secoli, il Poeta è stato trasformato, nell’immaginario collettivo, in una figura rigida e stereotipata – sottolinea Ariano – Eppure, sono numerosissimi i passi oscuri e ambigui che il poeta sciorina sotto il naso del lettore, a volte avvertendolo, ma più spesso dissimulandoli con voluta noncuranza. La rivelazione di canti della Commedia, soprattutto del Paradiso, in cui Dante, con grande ambiguità e dissimulazione, inserisce aspetti di evidente sessualità ed erotismo, sino alla descrizione dei suoi rapporti erotici con Beatrice, sarà certo sconvolgente per quanti siano ancora legati alla visione di un Dante bigotto e ortodosso. Al termine del libro il lettore potrà capire che il messaggio segreto di Dante è ancora oggi attuale e rivoluzionario, in una società solo apparentemente permissiva”. IL LINGUAGGIO COLORITO E LA COMMEDIA COME SOGNO – A testimonianza di un linguaggio molto libero e non senza doppi sensi osceni, l’autore rileva nella Commedia il frequente uso di espressioni molto sboccate come “bordello, culo, femmine da conio, puttana, puttaneggiar, meretrici, merda, natiche, sconcia, sozzo”. A questi elementi facilmente intuibili, va aggiunto il fatto che la Commedia è una “mirabile visione”, quindi è come un sogno e in quanto tale va interpretata non tanto con la razionalità, quanto con l’intuizione. “Nella Commedia Dante utilizza non la prosa ma la poesia, ossia lo strumento più idoneo per trasmettere il rumore di fondo delle energie e degli archetipi che si agitano nell’inconscio collettivo – evidenzia Ariano – È anche vero che le pulsioni più profonde, come quelle sessuali, che proprio laggiù risiedono, talvolta possono emergere a sorpresa, violando i confini dell’autocensura dell’autore. I sogni descritti da Dante vengono reinterpretati, in questo libro in chiave psicoanalitica”. L’AUTORE – Renato Ariano è medico, scrittore e studioso di Dante. In passato ha pubblicato numerosi testi scientifici di argomento allergologico. Si è anche occupato delle relazioni tra cambiamenti climatici e malattie allergiche. Ha già scritto un testo divulgativo per
ragazzi “Il vento è un’autostrada per pollini” (Edizioni Leucotea) e nel 2017 un saggio dal titolo “Dante, templare nascosto”. Adesso esce il secondo libro dantesco, “L’eros segreto di Dante” (Editore Bonanno). Nel corso dei suoi studi sul poeta fiorentino e dei suoi scritti e in particolare sulla Commedia, opera straordinaria e in gran parte enigmatica, l’autore ha individuato in essa dei particolari inaspettati e meno ortodossi rispetto a quello che la cultura accademica ci ha tramandato. L’EROS SEGRETO DI DANTE Intervista con l’autore Renato Ariano Quali sono i motivi per cui, di solito, la gente legge libri su Dante Alighieri? Uno dei motivi sta nel fatto che si tratta di un autore molto famoso che ci costringono a studiare a scuola, dicendoci che la sua opera, la Divina Commedia, è per molti il capolavoro della lingua italiana, ed è obbligatorio leggerla. In realtà, anche a scuola, la lettura di quest’opera è faticosa e frammentaria. È un libro in versi, scritto in un
linguaggio di sette secoli fa. Per questo lo leggiamo con difficoltà, aiutandoci costantemente con delle note e limitandoci in genere ai passi più facili e spettacolari, come quello di Paolo e Francesca, di Farinata, di Ugolino. Pur essendo molto diffusa è spesso sopportata come una scocciatura dagli studenti e conosciuta in superficie. La cantica più letta è quella dell’Inferno, più emozionante e scenografica. Invece, la più misteriosa e ricca di misteri è quella del Paradiso, assai meno letta. È accaduto anche a me, poi ho riscoperto la Commedia da adulto quasi per caso e incominciata ad amarla. Perché qualcuno dovrebbe leggere il suo libro? Perché scoprirà, con sorpresa, un Dante meno tradizionale e ingessato di quello in cui la cultura ufficiale lo ha trasformato, nei secoli. Per molti lettori tradizionali sarà una scoperta addirittura sconvolgente. Nella Commedia ci sono un sacco di messaggi occulti e dissimulati, perché Dante doveva proteggersi da molti nemici, come l’Inquisizione cattolica, che lo avrebbe certo condannato se lui avesse espresso troppo esplicitamente il suo pensiero. Di nemici politici ne aveva già troppi, dato il suo caratteraccio, e non poteva esporsi troppo. Nel mio libro il lettore troverà la risposta a molti dei segreti che lui nasconde nella Commedia e in particolare vengono rivelati passi erotici ambigui e abitualmente dissimulati, presenti soprattutto nel Paradiso, che come ho già detto è la cantica meno conosciuta dai lettori comuni. Come è possibile che questi segreti finora non siano stati ancora rivelati da qualcuno? Questi segreti della Commedia di Dante Alighieri sono sempre stati sotto gli occhi di tutti. Non credo certo di essere stato il primo a scoprirli. Penso piuttosto che, nel corso dei secoli, questa scelta del Poeta sia stata sistematicamente nascosta o mistificata al fine di disinnescare la carica rivoluzionaria del Poeta, ricoprendola con un velo di bigottismo e conformismo. La Commedia non è solo la banale favoletta della redenzione di un’anima che giunge al Paradiso, dopo aver visto i peccati dell’umanità. Dante voleva lanciare un diverso messaggio per cui la liberazione e la salvezza dell’individuo passa attraverso l’integrazione e l’equilibrio estremo tra sacro e profano. Per questo Dante presenta a
sorpresa, nella Commedia, immagini di estremo erotismo che sfuggono ai meno attenti o vengono tralasciate dai più prudenti. Quindi non bisogna pensare a un Dante bigotto e ortodosso, come ancor oggi qualcuno vorrebbe farci credere, ma invece a un personaggio dallo spirito totalmente libero e ancor oggi attualissimo. Perché Dante avrebbe inserito brani erotici all’interno di un’opera teologica, oltre che poetica? Dante era un uomo molto passionale, nel bene e nel male, e come ci dice Boccaccio, il suo primo biografo, estremamente lussurioso, per tutta la sua vita. Lo si ricava anche da altre sue opere, meno studiate a scuola, come ad esempio le rime petrose, di una sensualità esasperata. Su questo particolare di solito gli insegnanti sorvolano. Si tende, invece, a sottolineare l’amore platonico e spirituale nei confronti di Beatrice, metaforicamente interpretata come la Grazia divina ricevuta e l’allegoria di Cristo che salva l’umanità. Probabilmente, in vita, Dante non ebbe mai un vero rapporto amoroso con questa donna, descritta come un angelo sceso dal cielo. In realtà, come dice Jorge Luis Borges, Dante ha scritto la Commedia per poter idealmente far rinascere Beatrice e realizzare fantasiosamente con lei un vero rapporto. Questo suo sogno lo costruisce con estrema efficacia poetica e con passi di estrema sensualità ed erotismo, che sciorina di fronte al lettore in ben ventidue passi del Paradiso. Questa sua scelta è coerente con la sua visione della realtà in cui egli lega indissolubilmente l’Amor sacro all’Amor profano. Questa scelta di Dante è una novità per la sua epoca? Affatto, Dante ha un riferimento preciso, costituito da un Libro Sacro, presente nella Bibbia, il Cantico dei cantici poema in cui si narra della storia di un amore sensualissimo di un giovane e una fanciulla in cuisi raffigurava allegoricamente l’amore tra Dio e la sua Chiesa. Questa volontà di sintesi e di integrazione è una costante di Dante, nella Commedia, che si manifesta nel presentare uniti e concordi in Paradiso, personaggi famosi come San Tommaso e Sigieri di Brabante oppure san Bonaventura e Gioacchino da Fiore, che in vita invece erano in opposizione. L’idea fondante e rivoluzionaria di Dante è che corpo e spirito non siano realtà contrapposte, ma complementari. Così l’amore
carnale non è qualcosa di staccato dalla divinità, ma un’anticipazione di quell’amore totale che esploderà luminoso nell’Empireo. In questa maniera Dante lancia anche un messaggio di speranza per tutta l’umanità. Perché quello che lei scrive nel suo libro non è mai stato diffuso nella conoscenza generale? Il sesso, come ce lo presenta Dante nel Paradiso, riprendendolo dal Cantico dei cantici, costituisce una realtà rivoluzionaria. Bisogna ricordare che la sessualità ha sempre subito, nelle diverse epoche storiche, un’implicita e sottintesa volontà di potere da parte delle diverse istituzioni sociali, sia religiose sia secolari. Questi poteri hanno sempre dettato le condotte fondamentali della vita, i desideri appropriati, gli standard estetici. La visione del sesso come peccato fu introdotta nel cristianesimo da Paolo di Tarso, ma anche i poteri politici, in qualche maniera, hanno sempre teso a regolamentare il sesso. Il nucleo dell’erotismo è rappresentato dalla trasgressione e questa è sempre potenzialmente rischiosa per le regole della vita sociale. Per questo Dante andava bene come grande poeta e teologo accreditato, ma doveva essere edulcorato nei suoi aspetti più trasgressivi. Quali altri elementi di curiosità sono presenti nel suo libro? Con vari esempi, cerco di spiegare un altro segreto, quello della numerologia dantesca, struttura portante del poema, assai poco conosciuta. I lettori scopriranno, con ulteriore sorpresa, come nella Commedia parole e numeri siano due funzioni semantiche costantemente interconnesse, in maniera che sfugge al lettore normale, ma è un lavoro certosino che Dante compì criptando in numeri i suoi concetti, in maniera estremamente mascherata, non pensando tanto alla fatica del lettore ma, in solitaria dedizione, soprattutto alla gloria di Dio. Inoltre, il libro si divide in due parti. Una prima, costituita dalle
premesseteorichedell’originedell’erotismomisticodiDanteedelle sue fonti letterarie e storiche. Una seconda, dei canti cosiddetti scabrosi, che tratta dettagliatamente dei canti scabrosi del Paradiso, in cui ogni elemento viene descritto ed analizzato in maniera molto precisa ed accurata. I lettori più curiosi ed impazienti potranno anche dirigersi immediatamente a questi e ritornare in seguito ad approfondire i capitoli teorici, che sono direttamente collegati a quelli scabrosi. L’analisi di questi ultimi avviene utilizzando anche i riferimenti agli autori latini, come Virgilio, dal quale Dante attinge a piene mani, al Cantico dei cantici, di fondamentale importanza per i suoi collegamenti con l’eros, a interpretazioni dei sogni di Dante operata da illustri psicoanalisti come Cesare Musatti, alle citazioni di medioevalisti autorevoli come Jaques Le Gof e di sociologi famosi come Michel Foucault, a grandi interpreti di Dante come Roberto Benigni. Ulteriori notizie le potrai trovare sul sito https://www.erosdidante.com/ e sul sito https://www.dantetemplare.com/ Il libro sarà prossimamente disponibile su https://www.amazon.it/ sia in versione cartacea (Euro 14,00) sia in versione e-book oppure lo si può ottenere in pochi giorni ordinando in libreria (piattaforma editoriale Youcanprint). Giuliana Musso ospite delle
100 voci del Teatro dell’Orsa Premio della Critica 2005, Premio Cassino Off 2017 e Premio Hystrio 2017 per la drammaturgia, è tra le maggiori esponenti di un teatro che si colloca al confine con il giornalismo d’inchiesta, tra l’indagine e la poesia, la denuncia e la comicità. Ne parlerà in diretta streaming con Monica Morini. «Sto imparando molto dagli scambi on line. Incontrarci senza un corpo in presenza per me è difficile, allora ho imparato a rallentare il ritmo del pensiero e della parola, ad allargare un poco lo spazio del silenzio, per poter ascoltare meglio il sentimento di fondo da cui i nostri pensieri hanno origine. E mi pare che funzioni»: l’attrice, ricercatrice e autrice Giuliana Musso spiega l’attitudine con cui si appresta a partecipare, mercoledì 7 aprile alle ore 21, al ciclo di conversazioni 100 voci – Radici di futuro realizzato dal Teatro dell’Orsa nell’ambito del progetto ARSAN Arte Resistente Sostenibile Aperta Necessaria che la vedrà in dialogo con Monica Morini in diretta streaming sulla pagina Facebook della Casa delle Storie di Reggio Emilia e sul canale YouTube del Teatro dell’Orsa. «Ogni incontro allarga una mappa percettiva non solo sul tempo che viviamo, ma sullo spazio che concediamo alle nostre vite per sentire chi siamo» riflette Monica Morini «Radici di futuro è un cannocchiale fatto di parole, una mappa sentimentale anche sul territorio delle vite degli artisti. Siamo grati a Giuliana Musso, ai molti spettacoli nati alla Corte Ospitale, per la forza, la ricerca del suo teatro che ci avvicina a una mappa del sentire disarmante, necessaria che ci fa più umani». Giuliana Musso, classe 1970, vicentina d’origine e udinese d’adozione. Attrice, ricercatrice, autrice, Premio della Critica 2005, Premio Cassino Off 2017 e Premio Hystrio 2017 per la drammaturgia, è tra le maggiori esponenti del teatro d’indagine. I suoi testi sono stati pubblicati e tradotti in antologie, raccolte e riviste. Dal 2008 La Corte Ospitale, Rubiera (RE), è la sua casa di produzione. Il percorso di Arsan proseguirà per tutto il 2021 alla Casa delle Storie
di Via Beretti 24, nel quartiere Gattaglio di Reggio Emilia e, appena possibile, in presenza anche in altri luoghi pubblici della città. Pagina Facebook della Casa delle Storie: https://www.facebook.com/casadellestorie.orsa Canale Youtube del Teatro dell’Orsa: https://www.youtube.com/channel/UCHVdP6vIhiRgF8k4V0C_ZRQ Info sul Teatro dell’Orsa: http://www.teatrodellorsa.com/ Info sulla Casa delle Storie: http://www.casadellestorie.it/ Il progetto Arsan a cura del Teatro dell’Orsa è realizzato con il contributo del Comune di Reggio Emilia. Si inserisce nell’ambito del programma di attività promosse dalle città di Reggio Emilia, Parma e Piacenza e dalla Regione Emilia-Romagna in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. Michele Pascarella Il Friuli ha ospitato i test della giovane promessa dei rally Oliver Solberg in preparazione al 68° Rallye Sanremo
Il giovanissimo pilota svedese Oliver Solberg ha effettuato lo scorso 1° aprile una giornata di test nelle valli del Natisone (UD) in preparazione al Rallye Sanremo 2021. Il test, organizzato dalla BMP Program Service che si è avvalsa della collaborazione di Hyundai Motorsport e Friulmotor (la struttura di noleggio e assistenza di vetture da gara del manzanese Claudio De Cecco), è stato reso possibile grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale di Pulfero che ha concesso la disponibilità del tratto di strada che da San Giovanni d’Antro – località nota per le omonime affascinanti grotte – conduce all’abitato di Spignon. La stada, chiusa al traffico per l’occasione, è stata presidiata dai commissari di percorso che hanno vigilato correttamente sull’effettuazione dei test e gestito lo scarso traffico dei residenti che avevano la necessità di raggiungere le proprie abitazioni.
Oliver Solberg Il percorso prescelto per il test è caratterizzato da alcuni chilometri di salita e contraddistinto da qualche allungo e tratti di misto veloce intervallati da una mezza dozzina di tornati, praticamente la variegata tipologia di una prova speciale di un rally racchiusa in pochi chilometri (lo stesso tracciato era stato utilizzato negli anni scorsi da alrri professionisti del volante come Paolo Andreucci e Alessandro Perico, ndr).
Una giornata pregna di esperienza per il giovane figlio d’arte che sotto gli occhi attenti di papà Petter – campione del ondo rally 2003 e rallycross 2014 e 2015 – e della mamma Pernilla Walfridsson (anch’essa con importanti trascorsi rallistici), non si è risparmiato lungo il tratto di strada deputato alle prove effettuando numerosissimi passaggi in un senso e nell’altro, alternandosi al volante di due Hyundai i20 Coupè, una arrivata recentemente nel garage della Friulmotor e l’altra messa a disposizione da Hyundai Motorsport.
La dinastia Solberg: padre e figlio
Solberg, oltre ad effettuare la preparazione al Rallye Sanremo, ha anche svolto specifici test sulle gomme – diverse le mescole a disposizione del pilota scandinavo sempre più in evidenza nel circuito del mondiale rally – ed ha provveduto allo sviluppo di alcuni particolari della vettura coreana. Nonostante la giovanissima età (compirà 20 anni a settembre,
ndr) Oliver è apparso molto professionale e concentrato nel suo lavoro, fra una sessione di test e l’altra si confrontava con i tecnici ed i meccanici di Friulmotor e di Hyundai Motorsport – ma anche con il padre – per valutare lo stato di avanzamento dei lavori e le regolazioni da effettuare sulle vetture.
Petter Solberg con Marco De Cecco
Un aspetto della famiglia Solberg che ha inoltre colpito positivamente durante la loro permanenza in Friuli è stata la disponibilità verso i fan e quanti chiedevano un autografo o
di poter fare un selfie con loro, sempre pronti e sorridenti – compatibilmente con le esigenze di lavoro – ad accontentare tutte le richieste. Petter Solberg Il test è stato organizzato nella massima riservatezza ma il tam-tam fra gli appassionati ha fatto comunque pervenire sul tracciato prescelto per la prova alcune persone che – rispettando le regole riguardanti il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine protettive – non hanno voluto perdere una occasione così ghiotta per vedere in azione il giovane Oliver, candidato ad un radioso futuro nel mondiale rally.
La regione Friuli Venezia Giulia – vuoi per le bellissime strade montane da cui è caratterizzata, vuoi per la lungimiranza e la serietà di alcuni organizzatori e amministratori– è sempre più oggetto di richieste di prove di vetture su strade chiuse al traffico (pochi mesi fa la Toyota ha effettuato ben quattro giorni di test in Carnia), prove che danno sempre più visibilità e lustro ad una regione ricca di appassionati di rally ma anche di strutture professionali e operatori di settore apprezzati da tutto l’ambiente del Motorsport. Servizio e foto Dario Furlan
Fieste dal Friûl: in Argentina si festeggia con Dj Tubet è fissato per oggi alle ore 18.00 locali, corrispondenti alle 23.00 La Società Friulana Buenos Aires, organizza un incontro on line con il rapper friulano Dj Tubet in occasione dei festeggiamenti della Fieste de Patrie dal Friûl 2021 . ′′ Discorint par furlan ′′ – questo è il nome dell’appuntamento – è fissato per oggi alle ore 18.00 locali, corrispondenti alle 23.00 del nostro fuso orario, e potrà essere comodamente seguito sui social attraverso la piattafoma Google Meet, o sulla pagina Facebook :”Sociedad Friulana Buenos Aires”.
“La None dai Fogolârs Furlans ator pal mont”, così viene soprannominata La Società Friulana Buenos Aires fondata nel 1927, è il gruppo di friulani più antico fuori dalla nostra regione e nel giorno dell’anniversario della “Patria del Friuli” desidera « fâ fieste par sintîsi dongje». L’incontro volto a valorizzare le origini, la cultura e la storia di autonomia del popolo friulano avrà come ospite d’onore Dj Tubet a cui sarà affidato il compito di approfondire alcuni aspetti storico sociali legati all’importanza Stato Patriarcale Friulano.
L’iniziativa rivolta a tutti è sostenuta anche dagli allievi di “Friulano di zero” , una serie di corsi organizzati dal Fogolar durante il lockdown e seguiti tuttora da oltre 70 persone, un occasione per migliorare la padronanza della “Marilenghe” e per confrontarsi con i “furlans” di oggi. Dj Tubet è entusiasta «sono onorato di essere ospite del Fogolar nel giorno del compleanno della Patria del Friuli e di festeggiarlo anche assieme ai friulani che per l’occasione tingeranno lo schermo della diretta web di giallo-blu sventolando le proprie bandiere friulane». Un vessillo, quello friulano, che trae origine dall’antico stemma della Patria del Friuli ed è la settima bandiera più antica d’Europa (1334) un motivo in più per esporlo alla finestra in queste giornate E.L.
La saga dei Cazalet La scrittrice Elisabeth Jane Howard è stata protagonista della vita culturale londinese del secondo dopoguerra. Ha avuto una vita privata burrascosa: un passato da modella, tre matrimoni, una figlia, tre divorzi, l’ultimo dallo scrittore Kingsley Amis. Scrisse questa saga composta da cinque volumi agli inizi degli anni ’90, quando era una scrittrice già apprezzata dal pubblico, anche se solo recentemente è stata riconosciuta anche dalla critica. I cinque volumi recentemente proposti dalla casa editrice Fazi, contraddistinti da una piacevole e colorata copertina in perfetto art decò, coprono un arco temporale di una ventina di anni, partendo dal 1937 fino al 1951. I Cazalet sono facoltosi commercianti di legname. William Cazalet, detto il generale, e Kitty Cazalet, detta la Duchessa, sono i capostipiti di questa numerosa famiglia. Il primo volume della saga, Gli anni della leggerezza, ambientato negli anni ’30, racconta degli anni che precedono
il conflitto mondiale. I protagonisti sono quasi ancora molto giovani, e vivono tutti insieme con gioia e spensieratezza per lunghi periodi dell’anno a Home Place nel Sussex, la casa di campagna simbolo della famiglia, in una rigida atmosfera vittoriana di altri tempi, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili. Terminata la lettura del primo volume, è praticamente impossibile non affezionarsi a Hugh, il figlio maggiore, a Edward, l’affasciante viveur sposato con Viola, detta Villy, ex ballerina del balletto russo, a Rupert, sognatore con velleità artistiche, a Rachel, unica figlia non sposata, a Polly, elegante e splendida, a Louise, primadonna e attrice mancata, a Clary, aspirante e passionale scrittrice, alla bellissima e capricciosa Zoe e a tutti gli amici, amanti e servitù che ruotano attorno a loro. Gli altri tre volumi, Il tempo dell’attesa, Confusione e Allontanarsi, sono ambientati nel periodo della seconda guerra mondiale. Ci raccontano di una Londra devastata dalle difficoltà e delle paure, in particolare della condizione delle donne che ogni giorno si trovano a dover affrontare il dramma del conflitto. L’ultimo volume, Tutto cambia, è ambientato negli anni ’50: il mondo è completamente mutato e anche la famiglia Cazalet deve fare i conti con tutti i cambiamenti e prendere decisioni coraggiose. Bellissima saga famigliare per complessive 3000 pagine, scritta con un linguaggio semplice ma mai scontato. Lo stile della Howard è molto fluido ed elegante, e mostra la capacità dell’autrice di scandagliare l’animo umano, in particolare quello femminile, e anche se le storie non sono ricche di colpi di scena è praticamente impossibile staccarsi dalla lettura. Arrivati al termine i personaggi che ti hanno a lungo
accompagnato già ti mancano! 2CELLOS ritornano con un nuovo brano a più di due anni dall’ultima uscita e iniziano le celebrazioni per il 10° anniversario di carriera IL RITORNO DELLE ROCKSTAR MONDIALI DEL VIOLONCELLO PER CELEBRARE IL 10° ANNIVERSARIO DI CARRIERA INSIEME 2CELLOS UNA APPASSIONANTE REINTERPRETAZIONE DI LIVIN’ ON A PRAYER, LA STORICA HIT DEI BON JOVI
L’ATTESO SINGOLO E IL RELATIVO VIDEO SEGNANO LA LORO PRIMA USCITA IN DUE ANNI Ascolta QUI il singolo, guarda QUI il video http://bit.ly/2CellosNEW Milano, 1 aprile 2021 – I 2CELLOS, ovvero le due rockstar mondiali del violoncello, Luka Šulic ́ e Hauser, si sono ritrovati per celebrare il loro decimo anniversario insieme con una versione impetuosa e appassionante di uno dei brani più rappresentativi dei Bon Jovi, “Livin’ on a Prayer. La loro interpretazione, la prima insieme da due anni a questa parte, esce oggi per Sony Music Masterworks come nuovo singolo, accompagnato dal relativo video, e ancora una volta esalta al massimo quello stile musicale inconfondibile che fa impazzire i fan dei 2CELLOS, grazie a una performance sublime e dalla forte carica emotiva. “Livin’ on a Prayer” è in streaming e download a questo link. Qui il video: http://bit.ly/2CellosNEW “ Ha un’introduzione dal sapore mistico, che suona perfetta con il
violoncello” dicono i 2CELLOS a proposito del brano. “Ricreare il resto del pezzo in modo interessante invece è stata una discreta sfida, ma funzionerà alla perfezione quando potremo tornare a esibirci dal vivo, soprattutto suonandolo nella parte finale del nostro show. Sappiamo già che tutti i nostri fan ci accompagneranno cantando”. I 2CELLOS sono il versatile fenomeno mondiale composto da due eccellenti violoncellisti dalla formazione rigorosamente classica, che hanno raggiunto la notorietà nel 2011 quando il video della loro personale reinterpretazione della hit di Michael Jackson Smooth Criminal diviene virale su Youtube. I due, Luka Šulic ́ e Hauser, da quel momento incrementano il proprio successo, affermandosi per lo stile musicale energico e carico di passione che permette loro di diventare rockstar del violoncello di fama mondiale. Insieme, i 2CELLOS hanno totalizzato l’impressionante quantitativo di 1,3 miliardi di visualizzazioni su Youtube, 5,5 milioni di iscritti al canale ufficiale, 1 miliardo di ascolti sulle piattaforme digitali e hanno venduto poco meno di 1 milione di biglietti per i loro concerti in tutto il mondo. I 2CELLOS hanno portato il violoncello oltre limiti inimmaginabili, con il loro stile distintivo capace di abbattere i confini fra i diversi generi musicali, dalla classica al pop, dal rock alle colonne sonore per il cinema. Noti per le loro infuocate esibizioni dal vivo, I 2CELLOS hanno suonato attraverso tutti i continenti, in luoghi storici di ogni tipo, fra i quali la Royal Albert Hall a Londra, il Radio City Music Hall di New York, la Sidney Opera House in Australia, le Terme di Caracalla e l’Arena di Verona in Italia. Hanno avuto l’occasione di suonare con
leggende come Steven Tyler, Andrea Bocelli, Zucchero, Red Hot Chili Peppers, Queens of the Stone Age e George Michael, fra i tanti, e sono stati scelti da Sir Elton John per accompagnarlo in tour sia come special guest dei suoi concerti sia come parte della sua band sul palco. I 2CELLOS celebrano quest’anno il loro 10° anniversario e continuano a lavorare per conquistare nuove galassie. CONTATTI 2CELLOS 2CELLOS.com | Facebook | Instagram | Twitter | YouTube | TikTok Pistoia – Dialoghi sull’uomo: online da domani la lezione di Claudio Visentin Pistoia – Dialoghi sull’uomo è in cammino: ecco le novità Due nuove lezioni e un contest di scrittura per le scuole Prosegue il ciclo di incontri online propedeutico alla XII edizione di Pistoia – Dialoghi sull’uomo, in programma dal 18 al 20 giugno, sul tema “Altri orizzonti: camminare, conoscere, scoprire” (www.dialoghisulluomo.it).
È Claudio Visentin, storico e studioso di viaggi, a tenere la terza lezione, dal titolo “La strada maestra. Due storie e alcuni pensieri sul cammino”, disponibile da giovedì 1 aprile sul canale YouTube e sul sito dei Dialoghi. Martedì 20 aprile, alle ore 10, Visentin terrà un’altra lezione, in diretta streaming, con gli studenti delle scuole di tutta Italia, che potranno dialogare e rivolgergli le loro domande. Alla precedente lezione, con Marco Aime, si sono collegati quasi 500 ragazzi, che, sebbene in DAD, hanno dialogato con lui sul tema del festival dalle loro case.
Camminare vuol dire conoscere, scoprire altri orizzonti, come insegna il tema scelto quest’anno per il festival di antropologia del contemporaneo. Camminare è un’attività profondamente umana, legata alla nostra natura e alla nostra storia. Negli ultimi anni, tuttavia, passiamo sempre più tempo seduti, esplorando magari altri spazi, digitali e virtuali, nella rete. E siamo immobili anche quando mezzi di trasporto sempre più veloci ci trasportano da un angolo all’altro del pianeta. Eppure, solo camminando capiamo veramente il nostro destino, quando la mente, il corpo e il mondo sono in accordo tra loro. E per questo forse abbiamo bisogno di imparare nuovamente a camminare, come le migliaia di viaggiatori che ogni anno percorrono i cammini storici d’Europa, da Santiago di Compostela alla “nostra” Via Francigena. E il viaggio è lo spunto per un’altra novità che i Dialoghi propongono quest’anno: un contest di scrittura rivolto agli studenti di tutte le scuole secondarie di secondo grado di Pistoia e provincia, delle classi III, IV e V superiore. “La terra promessa è sempre al di là del deserto” ha scritto il grande viaggiatore Henry Havelock Ellis: da sempre gli esseri umani hanno provato a scavalcare gli orizzonti che li circondavano, per scoprire cosa c’era al di là. Non solo limiti geografici, ma anche teorici, religiosi, simbolici: così ci siamo evoluti, grazie alla curiosità e al coraggio di alcuni di noi. È questo il tema di partenza per la composizione di un testo, che può partire da un episodio storico o di attualità, da un libro o un film, e sviluppare una riflessione sul senso del limite e sulle possibilità di superarlo. Gli insegnanti selezioneranno un testo, uno per classe della lunghezza massima di 3.000 battute spazi inclusi, da inviare entro il 17 maggio a dialoghi@comune.pistoia.it. A decretare il vincitore sarà la giuria dei Dialoghi, composta da: gli antropologi Marco Aime e Adriano Favole; l’ideatrice e direttrice del festival Giulia Cogoli; la direttrice della biblioteca San Giorgio Maria Stella Rasetti; il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia Lorenzo Zogheri. Il vincitore sarà premiato nei giorni del festival: salirà sul palco per leggere il suo
testo e riceverà un buono del valore di 300 euro per l’acquisto di libri da spendere nelle librerie dei Dialoghi e una copia di tutti i volumi della collana dei Dialoghi sull’uomo edita da UTET. Pistoia – Dialoghi sull’uomo è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia. Ufficio stampa Delos MIELA PER ASPORTO CIK PAUSA – ovvero viaggio tra le molteplici e complesse personalità in pausa sigaretta premiere video su youtube, venerdì 2 aprile 2021 alle 19.00, https://youtu.be/l17cnct-UK4 con Laura Bussani regia Marko Sosič, testi Laura Bussani con la collaborazione di Alessandro Mizzi, Marko Sosič, Stefano Dongetti Venerdì 2 aprile, il Teatro Miela vuole omaggiare Marko Sosič mettendo on line il suo ultimo lavoro: la regia dello spettacolo Cik Pausa. Questo è uno spettacolo piccolo ma prezioso, pensato con intelligenza e humor da Marko e Laura dove la “Cik Pausa” (la pausa sigaretta) diviene simbolo di tutte le altre pause dalla routine della vita.
Venerdì 2 aprile, il Teatro Miela vuole omaggiare Marko Sosič mettendo on line il suo ultimo lavoro: la regia dello spettacolo Cik Pausa. Questo è uno spettacolo piccolo ma prezioso, pensato con intelligenza e humor da Marko e Laura dove la “Cik Pausa” (la pausa sigaretta) diviene simbolo di tutte le altre pause dalla routine della vita. “Il 18 dicembre 2020 è stato l’ultimo giorno che ho visto Marko. Ci siamo incontrati al Miela per le riprese video di questo spettacolo nato quasi 4 anni fa. E come sempre mi ha fatta entrare in quelle atmosfere fatte di autenticità, di grande professionalità, di sensibilità e di tante tante belle risate, alcune a squarciagola”.(Laura Bussani)
Laura Bussani si cimentata in questo assolo straordinario che attrae lo spettatore fin dalle prime battute. Personalità forti e contrastanti quelle interpretate da Laura, che riesce a passare da una all’altra con una maestria unica. Pausa sigaretta ma anche tutte le altre pause dalla routine della vita, intervalli che si aprono inaspettati su confessioni tragicomiche, su ironiche e dolorose considerazioni e su ricordi più o meno veritieri che poi sfociano in improvvise esilaranti performance. Laura Bussani dà vita a vari personaggi in un assolo strepitoso a metà tra lo spettacolo di cabaret e uno strampalato flusso di coscienza teatrale. Il comico irrompe con improbabili cantanti jazz alcoliste, badanti orientali, disoccupate bisognose di una pausa per poter fumare o addirittura zombie che perseguitano ex fumatori e eccentriche donne anziane che vogliono liberarsi dal vizio del fumo provando a lasciarsi andare a vizi d’altro tipo. Ecco così Ines, Armida. Ella Spritzgerald e tuta la galleria delle molteplici e complesse personalità del suo lavoro d’attrice che tentano di mettere da parte Laura Bussani e provare a rubarle la scena. Lo spettacolo si conclude con una canzone polacca dedicata dall’attrice a nonna Bafia, grande fumatrice, che le ha fatto conoscere il mondo del teatro, ma che oggi è anche dedicata all’amico e poeta Marko. Attraverso questo spettacolo lo ricorderemo con un sorriso, come forse anche lui avrebbe voluto. musiche originali: Riccardo Morpurgo, Etoile Filante, Kevin MacLeod licensed by Filmusic.io suono: Willy Rossetti luci: Antonio Cecco riprese: Antonio Giacomin e Fabrizio Comel regia video e montaggio: Antonio Giacomin consulenza musicale ed
effetti sonori: Fabrizio Comel produzione :Teatro Miela/Bonawentura – febbraio 2021 video promo: https://www.facebook.com/teatromiela/videos/46337638 8197431 E.L.
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