Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
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FORTUNA DELLA DIVINA COMMEDIA NELLE ARTI FIGURATIVE Indubbiamente è emblematica di questo nuovo percorso. La differenza non è di poco conto perché, fu la tradizione in questo modo, la geniale creazione di Dante si pose come punto di riferimento manoscritta prima non sul piano poetico, ma come se fosse la descrizione reale dell’aldilà. In altri termi- e a stampa poi, con ni, da una certa epoca in poi, almeno nella Domenico cultura occidentale, non sarebbe stato più di Michelino, relative illustrazioni, possibile prescindere dalla Commedia se La Divina commedia ci si voleva misurare con la rappresenta- illumina Firenze che contribuì alla zione del mondo trascendente. Del resto, (1465); come si è cercato di dimostrare, il poeta Firenze, diffusione del poema, fiorentino aveva attinto alla “koinè” visio- Santa Maria del Fiore. naria, nonché astrologica e astronomica innescando quel processo visionario che che, all’epoca di Dante, circolava in tutta Nella pagina a fianco: ne fece la fonte d’ispirazione per opere Europa. Perciò, non deve stupire che la Piero di Puccio, d’arte indipendenti dal ruolo della sempli- Cosmografia di Piero di Puccio che – a Cosmografia ce illustrazione. La stessa celebre tavola Pisa – giganteggia su una delle pareti del (1389-1391); di Domenico di Michelino nel duomo di Camposanto monumentale, rispecchi in Pisa, Firenze – e nota come La Divina commedia buona sostanza lo schema che Dante aveva Camposanto illumina Firenze –, che pure è strettamente nella testa quando concepì la sua architet- monumentale. legata alla struttura narrativa del poema, tura cosmologica. Dipinto fra il 1389 e il 25
Orcagna, 1391, l’affresco mostra un enorme Cristo torio del convento, attualmente convertito Inferno (ovviamente Pantocrator) con l’intero uni- in museo, i frammenti erano parte di un (1360), verso allora conosciuto fra le mani che, perduto Giudizio universale, di un Trionfo frammento; però, include la dimensione trascendente della morte – di cui ci è pervenuto qualche Firenze, non per la presenza del Redentore, ma lacerto – e di un Inferno che, sebbene assai Santa Croce, perché intorno alla terra che si trova al lacunoso, testimonia una precisa deriva- refettorio. centro (secondo la concezione tolemaica), zione dalla Commedia e dalla struttura oltre alle sfere dei sette pianeti allora co- del regno oltremondano immaginato da nosciuti, allo zodiaco e alla presenza del Dante. Costituito da riquadri divisi con Primo mobile, si susseguono i nove cori colonne tortili, l’affresco, realizzato nel angelici codificati dai testi teologici. Un sesto decennio del XIV secolo, mostra le impianto praticamente identico a quello bolge dantesche indicate con tanto di car- che presiede alla visione paradisiaca della tello. Quelle ancora superstiti riguardano i Commedia. Aspetti di forte tangenza, poi, peccati della lussuria, dell’avarizia e dell’i- emergono dai resti degli affreschi che An- ra(22). Un’aderenza alla visione dell’Alighieri drea di Cione, detto l’Orcagna, eseguì, a che si conferma anche con l’affresco della Firenze, secondo quanto riferisce Ghiberti cappella Strozzi di Santa Maria Novella, nei suoi Commentari, per le navate di San- sempre a Firenze, a firma del fratello di ta Croce. Oggi conservati nell’antico refet- Andrea, Nardo di Cione. La parete che 26
ospita l’Inferno può considerarsi, infatti, Come si vede, non si tratta di generici Nardo di Cione, una gigantesca illustrazione della cantica riferimenti, ma di un preciso rimando alla Inferno dantesca. Databile alla metà del Trecento, visione descritta dai versi del poeta che (1350 circa); l’opera contempla personaggi (come Ca- finisce per coincidere con quel che l’im- Firenze, ronte e Minosse), scritte esplicative (per maginario collettivo vede nell’altro mondo. Santa Maria Novella, esempio: «Qui son puniti li peccatori char- In altre parole, Dante ha “costruito” per cappella Strozzi. nali»), situazioni (come le tombe infuoca- tutti un aldilà talmente preciso e concreto te) e scene vivaci (come quelle dei suicidi che quando lo si vuole rappresentare non tormentati dalle arpie) che derivano tutte si può sostituirlo con un altro. Per questo, dalla Divina commedia. anche nel San Petronio di Bologna, nella 27
Cappella dei re magi, gli affreschi commis- Dante fra coloro che hanno provocato uno sionati da Bartolomeo Bolognini tengono scisma e che, perciò, si pone come confer- in parte conto del dettato dantesco. Non ma della fonte letteraria dell’affresco bolo- tanto per il Satana che ha una testa in gnese(23). L’Inferno dipinto nel Quattrocento mezzo all’inguine, derivata dalla tradizione da Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto delle gemme gnostiche dei “grylloi”, quan- come Giovanni da Modena, si trova al di to per le scritte precise che individuano i sotto della grande scena del Paradiso nel peccati della «gola», della «superbia», che quale, tuttavia, lo stesso autore si allontanò individua gli «idolatri», ma soprattutto dalla concezione dantesca e riprese uno per la figura di «Machomet», collocata da schema simile a quello della corte celeste 28
utilizzato nelle miniature gotiche, come di Raffaello nel San Severo a Perugia e, per esempio quella di Jean Fouquet nella ancora del Sanzio, l’affresco con la cosid- scena del Livre d’heures d’Étienne Chevalier detta Disputa del Sacramento nelle stanze con La beata Vergine e la Trinità. L’affresco vaticane nel quale, non per nulla, compare bolognese del Paradiso, infatti, presenta in l’effigie di Dante(24). D’altra parte, a mo’ di basso il consesso di profeti, santi e beati citazione bibliografica, la figura del poeta seduti negli scranni, mentre al di sopra compare anche nell’apparato decorativo stanno le schiere angeliche identificate da- del ciclo di affreschi realizzati da Luca gli stendardi con l’iniziale del coro relativo. Signorelli per la cappella di San Brizio Al centro, in alto, la Trinità che incorona nel duomo di Orvieto. Impostata su un Maria compare in una mandorla costituita programma molto articolato, la decora- di nuovo da rossi serafini che si stagliano zione – realizzata fra il 1499 e il 1502 dal su una miriade di angeli stipati fino al pittore cortonese, per completare quella colmo dell’ogiva della parete. di Beato Angelico e Benozzo Gozzoli che Per trovare però un’opera che, in qual- si erano fermati alle sole volte a vela – di- che modo, possa ricordare l’articolato mostra un preciso legame con la Divina impianto del paradiso dantesco, si dovrà commedia nel cosiddetto Antinferno, dove aspettare un capolavoro come il bozzetto compaiono la figura inquietante di Caronte per il Paradiso dipinto da Jacopo Tintoretto e quella di Minosse, nonché nelle scenette per l’affresco di Palazzo ducale a Vene- monocrome che arricchiscono l’affresco zia, oggi conservato al Louvre. L’opera, con il ritratto ideale dell’Alighieri. Fra Bartolomeo, che evoca quel vortice di luce descritto da Ai poderosi affreschi di Signorelli guar- Giudizio universale Dante nel suo percorso di fede e di poesia, dò certo il Michelangelo della Sistina nel (1499-1501); trova dei precedenti illustri in opere come suo Giudizio universale, dove il rimando Firenze, il Giudizio universale di Fra Bartolomeo alla Divina commedia è evidente non solo Museo (Firenze, Museo di San Marco), l’affresco per la straordinaria interpretazione del di San Marco. Nella pagina a fianco, dall'alto: Giovanni da Modena, Paradiso (1408-1420); Bologna, San Petronio, cappella Bolognini. Tintoretto, bozzetto per il Paradiso di Palazzo ducale a Venezia (1588-1592); Parigi, Musée du Louvre. 29
Luca Signorelli, «Caron dimonio con occhi di bragia», ma di tangenza, a cominciare dall’atmosfera Dannati all'Inferno anche per la presenza del quinto incisivo generale la cui titanica grandiosità è pa- (1499-1502); nella dentatura dei diavolacci e dei dan- ri a quella dei versi di Dante. Non è qui Orvieto, nati che, sebbene risultato di un percorso possibile analizzare puntualmente tutti Santa Maria Assunta, articolato e complesso, indagato altrove gli aspetti, ma a titolo d’esempio si può cappella di San Brizio. da chi scrive, trovava pure conforto nella citare il caso del Minosse michelangiolesco figura di Satana concepita da Botticel- la cui soluzione iconografica (al di là del Luca Signorelli relega li. Pur senza dover stabilire un legame perfido riferimento al presbitero Biagio da la figura di Caronte causale, va comunque rilevato che la fi- Cesena), probabilmente, nasce grazie alla a una parete gura di Lucifero disegnata dal Filipepi, mediazione della statua di Aion-Chronos secondaria del ciclo così come i demoni michelangioleschi, oggi conservata agli Uffizi che all’epoca pittorico, preferendo si caratterizza per una zanna al centro del Buonarroti, forse, già si trovava a Fi- dare maggiore dell’arcata superiore dei denti. Tuttavia, renze. Con la serpe che cinge a spirale il enfasi alla scena l’immensa parete sistina non è un’illu- dio leontocefalo, l’opera – databile al III di fantasia con le strazione pedissequa del poema dante- secolo – sembra l’immagine ante litteram vessazioni sui dannati. sco, ma si possono rilevare diversi punti dei versi danteschi che cantano: ÇStavvi 30
Michelangelo, Minos orribilmente e ringhia / […] Cingesi mo di Firenze. Che fosse stata una scelta Giudizio universale colla coda tante volte / Quantunque gradi mirata, quella del granduca Cosimo de’ (1535-1541), vuol che giù sia messa». Medici, intesa a privilegiare il riferimento particolare; Un altro esempio monumentale (che al poema dantesco, lo dimostra non tanto Città del Vaticano, risente pure dei modelli di Raffaello che la commissione degli affreschi a Giorgio Musei vaticani, affiancherà più volte quello dantesco in- Vasari prima e quindi a Federico Zuccari Cappella sistina. terpretato da Michelangelo) è costituito (cui si deve anche il cosiddetto Dante hi- dal ciclo di affreschi dipinti fra il 1552 storiato oggi conservato al Gabinetto dei Al contrario e il 1554 dai fratelli veronesi Lorenzo e disegni e delle stampe degli Uffizi e adesso di Signorelli, Bartolomeo Torresani nell’oratorio di San anche on line), quanto l’aver affidato l’ide- Michelangelo Pietro Martire a Rieti. Si tratta di un altro azione di tutto il programma decorativo fa di Caronte Giudizio universale dove a Dante si riferi- a un dantista di assoluto livello come don uno dei personaggi scono la scena di Cerbero e la presenza di Vincenzo Borghini che aveva già pubbli- più incisivi dell’intero Minosse, mentre molte sono le citazioni cato i suoi Discorsi sopra Dante. affresco. La scena, dalla Disputa di Raffaello e dal Giudizio Un chiaro riferimento al capolavoro rappresentata, infatti, di Michelangelo. sistino (e quindi all’Alighieri), poi, lo tro- si ispira letteralmente Di circa vent’anni più tarda (1571-1579) viamo nell’affresco absidale del battistero ai versi di Dante è un’impresa colossale a cui nessuno, di di Ferrara, con lo stesso soggetto, di Seba- (Inferno, III, 109-111). primo acchito, penserebbe: è la decora- stiano Filippi, meglio noto come Bastia- zione monumentale della cupola del duo- nino, ultimato nel 1581(25). 31
Come accadde per le altre edizioni della Divina commedia che, nel corso del Seicen- to, videro una flessione, così pure le opere visionarie di quel secolo si allontanarono dal parametro del poema dantesco. Un velato riferimento lo possiamo scorge- re nei due Giudizio universale (piccolo e grande, entrambi all’Alte Pinakothek di Monaco) dipinti da Rubens entro i primi due decenni del Seicento. Dal punto di vista letterario, invece, non si può non ricordare un’opera proto-romantica come il Paradise Lost di John Milton, dato alle stampe nel 1667 per la prima volta e poi, diciassette anni dopo, nuovamente edito. Fu, tuttavia, il nuovo clima romantico della fine del XVIII secolo a spingere verso il recupero della tematica dantesca, anche dal punto di vista figurativo, come dimostra l’impegno del pittore e letterato svizzero Johann Heinrich Füssli che alla Divina commedia dedicò una serie di acquerelli visionari (Zurigo, Kunsthaus) che crebbero nella sua creatività grazie allo studio appas- sionato di Michelangelo. Non è un caso che i disegni appartengano al soggiorno italiano quando, a partire dal 1770, l’artista rimase otto anni nella penisola – e, in particolare, a Roma – prima di far ritorno a Zurigo. Fu allora che studiò gli affreschi del Buo- narroti dal vero e su quelli modellò disegni poderosi come il Dante che osserva le anime volteggianti di Paolo e Francesca, o il Dante e Virgilio nella ghiacciaia del Cocito. Del resto, della sua predilezione per il poeta italiano riferisce anche il biografo Jonathan Knowles che spiega come i versi della Divina comme- dia facessero «la più profonda impressione sulla sua mente e offrissero molti spunti al suo cervello temerario»(26). Füssli, però, non fu il solo a essere affascinato dalle visioni oniriche dell’Alighieri, giacché la pittura romantica dell’epoca vide fiorire, in quello stesso periodo, la grande arte del poeta, pittore e incisore inglese William Blake. Si trattò dell’ultimo impegno dell’artista poco prima di lasciare questo mondo. La Arte romana, Nella pagina Aion-Chronos a fianco, in alto: (III secolo d.C.); Lorenzo e Bartolomeo Firenze, Torresani, Gallerie degli Uffizi. Giudizio universale (1552-1554); Rieti, oratorio di San Pietro Martire. 32
A destra: Federico Zuccari Federico Zuccari, recupera la tradizione Lucifero iconografica (1586-1588), del dente centrale cosiddetto (mesiodens) per Dante historiato; la rappresentazione Firenze, di Lucifero che già Gallerie era stata di Botticelli degli Uffizi, (v. p. 19). Gabinetto Michelangelo utilizza dei disegni questa soluzione e delle stampe, iconografica per tutti inv. 3501F. i demoni presenti nel Giudizio Universale della Cappella sistina. 33
Johann Heinrich Füssli, serie sulla Divina commedia fu commis- non illustra semplicemente il poema dante- Dante e Virgilio sionata dall’amico e collega John Linnell sco, quanto, piuttosto, lo interpreta, quasi nella ghiacciaia nel 1824 e l’artista inglese vi lavorò per tre fosse un commento visivo agli immortali del Cocito anni realizzando centodue acquerelli, di versi di Dante. Blake affronta il tema con (1774); cui settantadue dedicati all´Inferno, venti scelte mirate alla semplificazione (Dante e Zurigo, al Purgatorio e dieci al Paradiso. Le opere Virgilio non hanno vesti paludate) e ispirate Kunsthaus. ci sono pervenute in diversi stati di elabo- alle ipertrofie muscolari di Michelangelo, razione, ma quel che le unisce è la potenza come nel caso di Capaneo, uno dei mitici visionaria, talora al limite dell’ingenuità, che re di Tebe che Dante colloca fra gli empi be- 34
stemmiatori. Non per nulla, l’artista inglese I primi decenni del XIX secolo videro era buon amico degli altri due appassiona- l’esecuzione del grande ciclo di affreschi ti della Divina commedia, i già citati John dedicato al poema dantesco, nell’ambito Flaxman e Füssli, con cui scambiava idee della decorazione del Casino Massimo a e impressioni(27). Roma. Voluta dal marchese Carlo, fu af- Johann Heinrich Füssli, Dante che osserva le anime volteggianti di Paolo e Francesca (1818); Chicago, Art Institute. 35
Dall'alto: William Blake, Capaneus; Il cerchio dei lussuriosi; Dante e Virgilio accompagnati dai diavoli (1824-1827); Melbourne, National Gallery of Victoria. 36
Anton Koch, fidata a un manipolo di artisti esponenti Dante, dipinto nel 1822 e conservato al Dante addormentato d’eccellenza dei nazareni che – come pure Louvre. Ispirata sia alle titaniche forme sogna di essere i preraffaelliti – guardavano alla purezza di Michelangelo, sia a quelle della Zattera assalito dalle tre fiere della pittura quattrocentesca italiana. I della Medusa di Géricault (a sua volta, al (1825 circa); lavori, fra progetto ed esecuzione, dura- di là dell’episodio di cronaca del naufra- Roma, rono poco più di dieci anni, dal 1817 al gio della nave, di concezione dantesca), Casino Massimo, 1828 e videro in campo pittori della leva- la tela mostra il sommo poeta e Virgilio stanza di Dante. tura di Philip Veit e Joseph Anton Koch. che attraversano l’agitato Stige, infestato Il primo realizzò, sulla volta della stanza dai dannati, su una barca fino alla città che era stata destinata a Dante (altri am- di Dite. Alla bolgia dei falsari, con Gianni bienti ospitarono affreschi dedicati alla Schicchi e Capocchio, invece, si è ispirata Gerusalemme liberata e all’Orlando furioso) l’opera di William-Adolphe Bouguereau, la grande scena del Paradiso. Il secondo, dipinta nel 1850 e conservata al Musée che, da appassionato del poema, si era d’Orsay. Caratterizzata, come l’altra, da ispirato a questo fin dal 1802, dipinse al- uno straordinario studio anatomico, la tela tre quattro scene: il Purgatorio, l’Inferno, affianca alla staticità pensierosa e com- Dante addormentato sogna di essere assalito punta di Virgilio e Dante la foga dinamica dalle tre fiere e La penitenza dei sette peccati dei due dannati, in un’atmosfera di grande capitali. Il suo impegno iniziò nel 1825 e tensione morale. La stessa che si perce- si concluse tre anni più tardi. L’affermar- pisce nella figura del Pensatore di Rodin. si della poetica romantica, poi, portò ad Inizialmente intitolata Il poeta, la statua altri esiti stilistici come il capolavoro di faceva parte di una porta monumentale Eugène Delacroix intitolato La barca di bronzea pensata per l’ingresso di un pro- 37
Eugène Delacroix, gettato Musée des Arts Décoratifs a Parigi della trasposizione su pellicola del poema, La barca che poi non venne mai realizzato. Neppu- a cominciare dai due cortometraggi del di Dante re la porta fu conclusa, ma dall’originale 1908 dedicati a Francesca da Rimini (The (1822); modello in gesso a cui lo scultore lavorò Two Brothers) e al conte Ugolino. Gli spunti Parigi, per quasi quarant’anni (dal 1880 al 1917, che la cinematografia ricavò dalla figura di Musée du Louvre. quando uscì dal mondo) furono ricavate Dante furono sostanzialmente di quattro varie opere in bronzo oggi in vari musei. tipologie diverse. Quelli dedicati alla traspo- Sull’architrave di quella che era intitolata sizione delle vicende dei grandi personaggi la Porta dell’inferno, interamente dedicata del poema dantesco in celluloide, come la a Dante, stava la statua che lo rappresen- vita di Paolo e Francesca (1949) con Andrea tava idealmente e che è universalmente Checchi, Nino Marchesini e Odile Versois nota, appunto, come Il pensatore(28). nella parte di Francesca da Polenta. Altri Con il XX secolo, l’interesse per Dante e dedicati alla rappresentazione della can- il suo poema non si affievolì, ma si orientò tica dell’Inferno, come nel caso di Dante’s sull’impiego di altri mezzi espressivi che Inferno Animated del 2010. Il film si basa affiancarono l’approfondimento esegetico su cinquanta illustrazioni a colori, tratte da del capolavoro letterario promosso, insie- un libro illustrato e da un giornalino, creati me alla figura del poeta nel suo comples- da Awik Balaian e Dino Di Durante. Non si so, dalla Società Dante Alighieri, fondata tratta di un “cartoon”, ma di una “animazio- nel 1889 da Giosuè Carducci ed entrata a ne” (“animation”), grazie alla quale i disegni far parte, nel 2007, degli Istituti nazionali sono filmati per creare un’illusione di mo- di cultura dell’Unione europea. La decima vimento. Il film è stato recitato dapprima musa, ossia il cinema, ben presto si occupò in italiano, in seguito tradotto in inglese e 38
spagnolo. Il terzo filone è quello dedicato Un’ultima considerazione va fatta sul- alla vita del poeta, di cui s’impadronì anche la scorta di una riflessione del grande la televisione, come dimostra un celebre dantista Giorgio Petrocchi che richiamò “sceneggiato”, come si diceva allora, pro- l’attenzione sulla modernità visionaria dotto dalla Rai nel 1965 per la regia di Vit- di Dante e sul fatto che «giunse all›arte torio Cottafavi con un imperdibile Giorgio astratta della terza cantica, al luminismo Albertazzi nei panni dell’Alighieri. Infine, ci incorporeo, immateriato, d›un variegato sono film come Inferno del 2016, tratto dal cromatismo che fa prevalere, per l›appunto romanzo di Dan Brown – con Tom Hanks nel Paradiso, la poesia dell›occhio e dei – che prendono solo spunto dall’opera di suoni fomentata dalla lunga ricerca Dante. Tuttavia la pellicola, rivista oggi, ha della “luce etterna” […] in un’incessante un che di profetico perché la trama narra del creatività di simboli pittorici intuibili e mondo minacciato da un fantomatico virus godibili quasi esclusivamente attraverso che tutti i governi vorrebbero intercettare le sovrapposizioni e i movimenti armonici per dominare il pianeta. delle luci cadenti dall›alto in una miriade William-Adolphe Bouguereau, Dante e Virgilio nella malabolgia dei falsari (Inferno, XXIX, 136-139) (1850); Parigi, Musée d’Orsay. Le opere d’arte che si ispirano all’Inferno di Dante rispecchiano la stessa fisicità e la stessa carnalità che il poeta descrive nei suoi versi. Tanto la tela di Delacroix, quanto quella di Bougureau, infatti, sono improntate a un attento studio dell’anatomia dei personaggi che, a loro volta, tengono presenti i modelli di Signorelli e Michelangelo. Gli stessi che hanno influenzato anche William Blake e Johann Heinrich Fussli. 39
In basso, da sinistra: di giuochi coloristici propriamente astratti, di Anagni (Frosinone); oppure in codici Auguste Rodin, informali, i quali traggono suggestioni miniati come quello del St. John’s College Porta dell’inferno dalla luminosità delle grandi cattedrali di Oxford che, al foglio 7v del manoscritto (1880-1917); gotiche»(29). In altri termini, quello stesso 17, contiene il diagramma dello spazio, del Parigi, poeta che era stato capace di evocare, coi tempo e della materia secondo l’Enchiri- Musée d’Orsay. suoi versi, immagini plastiche che paiono dion di Bridfertus, monaco dell’XI secolo scolpirsi nella mente di chi legge, si avvici- vissuto nell’abbazia inglese di Ramsey. Maestro Ornatista, na alla descrizione della realtà divina uti- Tuttavia, l’invenzione onirica che si pa- Diagramma lizzando il registro etereo delle geometrie lesa alla mente e agli occhi di Dante ha della teoria e della totale immaterialità. Il riferimento una tale modernità e una tale dinamicità degli elementi è alla celebre visione dei tre cerchi che che s’avvicina incredibilmente a un’ope- (fine XII-metà un Dante abbacinato descrive nel XXXIII ra come Rythme di Sonia Delaunay, dove del XIII secolo); canto del Paradiso, dove, a partire dal ver- l’ampio semicerchio di destra pare addi- Anagni (Frosinone), so 116, si può leggere: «Dall’Alto Lume rittura l’immagine di quell’«Iri da Iri» che Santa Maria, parvemi tre giri / Di tre colori e d’una con- il poeta evocò per alludere all’arcobaleno cripta di San Magno. tinenza / E l’un l’altro come Iri da Iri, / che genera se stesso. È chiaro che questo Parea riflesso, e il terzo parea foco / Che accostamento è frutto delle conoscenze di quinci e quindi ugualmente si spiri». In chi scrive e non di un rapporto storico, ma questo sforzo immaginativo, certo, l’autore il motivo per cui si è proposto ha il solo aveva presenti schemi didattici del mondo scopo di mostrare l’incommensurabile come, per esempio, quello che compare, genialità di Dante Alighieri che le parole accanto alle figure d’Ippocrate e Galeno, di Petrocchi, da dove siamo partiti, hanno nel celebre affresco della cripta del duomo delineato. 40
(22) Su Orcagna: G. Kreytenberg, s.v. Andrea di Cione, Giudizio universale e quello di Luca Signorelli in partico- in Enciclopedia dell’Arte Medievale, I, Roma 1991, p. 606. lare: M. Bussagli, Il Giudizio Universale, collana ”I grandi Da sinistra: Si veda pure: Id., L’enfer d’Orcagna. La première peinture temi della pittura, 12», Novara 2006, pp. 32-42. I versi di Sonia Delaunay, monumentale d’après les Chantes de Dante, in “Gazette Dante dedicati a Caronte, stanno in: Inferno, III, 109-120. des Beaux-Arts”, CXIV, 1989, pp. 242-262. Sull’affresco I versi danteschi su Minosse sono in Inferno, V, 4-12. Rythme abstraction dantesco di Domenico di Michelino: A. Padoa Rizzo, (26) J. Knowles, The Life and Writings of Henry Füssli, I, (1938). M. Casini Wanrooij, Appunti sulla pittura fiorentina del Londra 1831, p. 360. Le scene riprese da Füssli riman- Quattrocento: Benozzo Gozzoli, Domenico di Michelino, dano ai seguenti versi, per Paolo e Francesca Inferno in “Antichità viva”, 24, 1985, pp. 5-17. Sulla Cosmografia V, 79-87, per il fiume ghiacciato di Cocito, Inferno XIV, Monaco Bridfertus, di Piero di Puccio: A. Caleca, Costruzione e decorazione 119-129. Sui disegni dedicati all’Alighieri: Füssli e Dante, dalle origini al secolo XV, in Il Camposanto di Pisa, a catalogo della mostra, Pescara, Tor de’ Passeri - Milano, Enchiridion cura di C. Baracchini ed E. Castelnuovo, Torino 1996, Pinacoteca di Brera, novembre 1985 - gennaio 1986), a (XI secolo); pp. 34-36. cura di C. Gizzi, Milano 1985. Si veda pure: C. Mazzarelli, (23) Inferno, XXVIII, 22-41. Per un’attenta ricognizione Dante interpretato da Johann Heinrich Füssli: l’invenzione Oxford, sull’iconografia dell’inferno: J. Baschet, Les Justices de artistica tra natura e immaginazione, in Dante in Svizzera St. John’s College, l’Au-delà. Les représentations de l’enfer en France et en - Dante in der Schweiz, a cura di J. Bartuschat, S. Prandi, Italie (XIIe-XVe siècle), Roma 1993. Ravenna 2019, pp. 37-49. ms. 17, f. 7v. (24) Su Raffaello e la Disputa: M. Bussagli, Raffaello. (27) Sul rapporto fra Blake, Füssli e Flaxman in relazione Nella pittura un dio mortale, Firenze 2020, pp. 247-255. alla tematica dantesca: S. de Santis, How Can I Help Thy Per l’opera di Tintoretto: Il “Paradiso” di Tintoretto. Un Husband’s Copying Me? Dante tra Blake, Füssli e Flaxman, Concorso Per Palazzo Ducale, catalogo della mostra (Ve- in “Dante e l’Arte”, 7, 2020, pp. 101-128. Si veda pure: nezia, Palazzo ducale, 9 settembre-3 dicembre 2006), E. Pyle, William Blake’s Illustrations for Dante’s Divine a cura di G. Romanelli, J. Habert, M. del Mar Borobia Comedy, Jefferson (North Carolina) 2015. Per Capaneo: Guerrero,Venezia 2006. Sugli affreschi della cappella Inferno, XIV, 63-75. Bolognini: D. Benati, M. Medica, Giovanni da Modena. (28) Sulla Porta di Rodin: J. L. Tancock, The Gates of Hell Un pittore all’ombra di San Petronio, Cinisello Balsamo and Related Works, in The Scuplture of Auguste Rodin. 2014. Sugli affreschi di Bologna e i cori angelici: M. The Collection of The Rodin Museum, a cura di D. R. Bussagli, Storia degli Angeli. Racconto di immagini e di Godin, Filadelfia 1976, pp. 89-230. Su Delacroix: Eugène idee, Milano 2003, pp. 294-297. Delacroix (1798-1863), catalogo della mostra (Parigi, (25) Sulla cattedrale di Ferrara: V. Felisatti, Guida della Musée du Louvre, Halle Napoléon, 29 marzo-23 luglio Basilica Cattedrale di Ferrara, Ferrara 1969, p. 65. Sugli 2018), Parigi 2018. Su Bouguereau: D. Bartoli, F. C. affreschi della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze: Ross, William Bouguereau: His Life and Works, New York M. Bussagli, Firenze. Alba e trionfo del Rinascimento, la 2010. Sugli affreschi del Casino Massimo: M. G. Messina, cupola del duomo, Bologna 2021. L’indirizzo per visionare Dante, Ariosto, Tasso: la fortuna critica in Germania fra il Dante historiato dello Zuccari è: https://www.uffizi.it/en/ Settecento e Ottocento e la sua influenza sul programma online-exhibitions/dante-istoriato-hell. Per l’oratorio di iconografico del Casino Massimo, in G. Piantoni, S. Su- Rieti: A. Maoli, E. Onori, Lorenzo e Bartolomeo Torresani. sinno, I Nazzareni a Roma, catalogo della mostra (Roma, Tra l’Umbria e la Sabina, Rieti 2020. L’oratorio, nel 2014, Galleria nazionale d’arte moderna, 22 gennaio-22 mar- è stato oggetto di un’indagine diagnostica condotta da zo 1981), Roma 1981, pp. 374-399. I ricordati episodi Giorgio Fornetti, Luigi De Dominicis e Massimiliano danteschi sono rispettivamente, per Filippo Argenti e la Guarneri dell’ENEA. Su Minosse e altre problematiche città di Dite: Inferno, VIII, 61-69; per Capocchio: Inferno, dell’affresco sistino: M. Bussagli, Michelangelo. Il volto XXIX, 121-139. nascosto nel “Giudizio”, Milano 2004, pp. 152-153. Sul (29) G. Petrocchi, op. cit., p. 627. Sulla Società Dante “mesiodens” o quinto incisivo: Id., I denti di Michelangelo. Alighieri: B. Pisa, Nazione e politica nella società Dante Un caso iconografico, Milano 2014. Sull’iconografia del Alighieri, Roma 1995. 41
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IL POETA E LA SUA VITA NELLE OPERE D’ARTE Luca Signorelli, Il panorama rio di cui fu protagonista nella Commedia, Dante Alighieri divennero soggetti amati da molti artisti (1499-1502); che abbiamo attratti dalle vicende tormentate del poeta, Orvieto, capace di coniugare cuore e intelletto, ma Santa Maria Assunta, sommariamente anche azione e politica, in uno stesso po- cappella di San Brizio. tente sforzo creativo. Al di là della presen- riportato nelle pagine za della figura dell’Alighieri nei ricordati Nella pagina a fianco: cicli decorativi di Signorelli, di Raffaello Bronzino, precedenti e, forse, nel Giudizio di Michelangelo (die- Ritratto di Dante tro il supposto ritratto di Giulio II), come Alighieri non sarebbe completo se non s’indagasse se si trattasse della nota bibliografica a (1532-1533), sulla diffusione della fisionomia dell’Ali- margine del testo, Dante assume per la particolare; ghieri. Per certi versi inaspettatamente, la prima volta una dimensione monumentale Firenze, figura di Dante e gli episodi della sua vita, e non narrativa (come già in Domenico di Gallerie degli Uffizi. indipendentemente dal viaggio straordina- Michelino) nel ritratto dipinto da Agnolo 43
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Giovanni Mochi, Bronzino fra il 1532 e il 1533 e conservato di riferirsi ad ambiti artistici e culturali Dante presenta agli Uffizi. Qui l’artista dipinge il poeta precedenti la sensuale pittura del Sanzio. Giotto a Guido fra l’oscurità simbolica dell’inferno e la Così la ricerca di una sobrietà medievale Novello da Polenta luce abbacinante del paradiso che proietta trovava proprio in Dante un punto di ri- (1855-1862); l’ombra della montagna del purgatorio. ferimento. Per questo, Henry Holiday si Firenze, Palazzo Pitti, Dante volge lo sguardo verso il cielo lu- misurò con i sentimenti del grande poeta Galleria d’arte minoso e, come segno di speranza, tiene dipingendo nel 1883 un Dante e Beatrice moderna. un grande quaderno con le pagine vergate oggi conservato alla Walker Art Gallery a mano e aperte ai versi del XXV canto di Liverpool. La puntuale ricostruzione Nella pagina a fianco, del Paradiso. In questo modo, l’autore, del ponte Santa Trinita a Firenze (luogo dall'alto: Agnolo di Cosimo, restituisce all’Alighieri immaginario dell’incontro tra il poeta e Dante Gabriel Rossetti, quella grandezza titanica che altri ritratti, l’amata), dei costumi e dei diversi atteggia- Il sogno di Dante alla seppur deferenti, non avevano saputo at- menti dei protagonisti mostra la profonda morte di Beatrice tribuirgli per via della dimensione troppo indagine psicologica che interessò anche (1871); narrativa e per le varie contestualizzazioni. altri artisti che si dedicarono a soggetti Liverpool, Quello di Bronzino sarà un punto mai simili. Basterà ricordare, nell’ambito della Walker Art Gallery. più raggiunto, giacché il poeta, più tardi, stessa corrente preraffaellita, Il sogno di divenne protagonista di opere pittoriche Dante alla morte di Beatrice dipinto da Dan- Raffaele Giannetti, di carattere storico, soprattutto nel XIX te Gabriel Rossetti nel 1871; o, in Italia, Dante e Beatrice secolo. Uno dei soggetti privilegiati, co- l’immagine idilliaca concepita da Raffaele nel giardino di Boboli me prevedibile, era quello dell’incontro Giannetti che, nel 1877, dipinse Dante e (1877); e dell’amore del poeta per Beatrice Porti- Beatrice nel giardino di Boboli (Newport, Newport (Galles), nari. Il gusto per la ricostruzione storica, Newport Museum and Art Gallery). Gli Newport Museum per l’ambiente e per i costumi, affascinò i esempi si potrebbero moltiplicare, con il and Art Gallery. pittori preraffaelliti che avevano la volontà pittore spagnolo Lorenzo Vallés che dedicò 45
nel 1889 un altro quadro a quell’incon- Castagno. Né si può dimenticare la doppia Domenico Paterlini, tro sentimentale, o, ancora, con il quadro presenza di Dante nelle Stanze di Raffa- Dante in esilio più storico di Giovanni Mochi che dipinse ello in Vaticano, ossia nel Parnaso e nella (1860); Dante che presenta Giotto a Guido Novello ricordata Disputa del Sacramento. Anche Firenze, da Polenta, oggi nella Galleria d’arte mo- in questo caso, gli esempi si potrebbero Palazzo Pitti, derna di Palazzo Pitti a Firenze. moltiplicare e ampliare con i monumenti Galleria d’arte moderna. Non basta, però, perché fu proprio la al poeta che presto si diffusero per tutta fisionomia del poeta a essere eternata dagli Italia, a cominciare dal cenotafio nella artisti con vari ritratti, il più antico dei chiesa di Santa Croce a Firenze, e potreb- quali sembra essere, almeno nell’opinione bero continuare con opere a metà fra il del paleografo e storico dell’arte Gaetano ritratto e l’evocazione storica come il Dante Milanesi, l’affresco fiorentino di Palazzo in esilio dipinto nel 1860 da Domenico dell’Arte dei giudici e notai. In ogni modo, Peterlini oggi conservato presso la Galleria da allora la figura dell’Alighieri divenne d’arte moderna di palazzo Pitti a Firenze. una presenza costante in tutte le decora- Concludendo, non ci resta che consta- zioni degli ambienti destinati a studiolo tare come la figura e l’opera di Dante Ali- (per esempio quello di Giusto di Gand a ghieri, crocevia culturale di straordinaria Urbino), oppure a importanti luoghi di complessità e spessore, non hanno patito ritrovo, come il cenacolo del convento di l’insulto del tempo e, nel corso di secoli, Sant’Apollonia a Firenze, dove compare hanno invece mantenuto un’attualità stra- fra gli Uomini illustri dipinti da Andrea del ordinaria. Il motivo risiede, come abbia- 46
mo cercato di dimostrare, nella capacità spettacoli televisivi di Roberto Benigni, Da sinistra: di trasfigurare con la poesia le angosce recitati davanti alla facciata di Santa Croce manifesto del film dell’umanità e toccare valori eterni che a Firenze, dove lo sberleffo e la comicità si Totò all’Inferno non appartengono a questa o a quell’epoca, mescolano alla lirica dantesca, grazie an- (1955), ma all’uomo e alla sua condizione in ogni che alla sorvegliata sapienza di un dantista regia di Camillo tempo. Allora si capisce bene la ragione di rango come Vittorio Sermonti – che ci Mastrocinque. per cui le varie arti hanno sempre trova- ha lasciati di recente –, sono la prova che to nella Divina commedia e nella figura il capolavoro di Dante fa vibrare tutte le Manifesto del film del poeta una materia viva di cui hanno corde del cuore umano. È stato, quello, un Inferno colto aspetti diversi, utilizzando i registri fenomeno televisivo di massa che ci offre (2016), espressivi più disparati, dal calligrafismo il destro per ricordare due fatti. regia di Ron Howard. del Gotico alla plasticità del Rinascimen- Da una parte che già nel 1990 un regista to, dal linearismo neoclassico all’empatia della levatura di Peter Greenway, con Tom dell’epoca romantica, fin quasi ad anti- Phillips, aveva dato vita a una mini-serie cipare le forme astratte del Novecento. per il piccolo schermo intitolata A-TV Dan- Neppure il fumetto si è trovato a disagio te, ispirata ai primi otto canti dell’Inferno; nel misurarsi con la titanica grandezza dall’altra che la lettura pubblica del poema di Dante perché la sua figura e la sua arte non fu un’invenzione del 2006, poi ripetu- sono universali. Anzi, perfino il registro ta varie volte fino al 2013. La tradizione comico si è sentito legittimato ad avvici- secolare della Lectura Dantis risale infat- narsi al poeta sommo, come nel film Totò ti alle lezioni pubbliche tenute, a partire all’Inferno del 1955, oppure nella nuova dal lontano 23 ottobre 1376, da Giovanni edizione del Dante di Marcello Toninelli, Boccaccio, l’altro colosso della letteratura del 2015, che in un unico volume ha ri- italiana medievale, nella cornice gotica di stampato Inferno, Purgatorio, Paradiso e Orsanmichele a Firenze, dove leggeva quel- Vita di Dante, impreziosita da una serie di la Commedia che, proprio allora, il grande strisce inedite. Nel 2018, il poema ha visto letterato di Certaldo definì «divina». Bene, addirittura una trasposizione in musical da quel momento il poema dantesco è stato per la regia di Andrea Ortis, con debutto a una fucina di suggestioni e un crogiuolo di Isernia per poi toccare Montecarlo, Roma bellezza che ha incantato le arti iconiche e l’Arena di Verona. Del resto, anche gli di ogni tempo. 47
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