Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.

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Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
700anni con
           Dante
            1321-2021

speciale
Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
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Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
FORTUNA DELLA DIVINA
                         COMMEDIA NELLE ARTI
                         FIGURATIVE

                         Indubbiamente                                 è emblematica di questo nuovo percorso.
                                                                       La differenza non è di poco conto perché,
                         fu la tradizione                              in questo modo, la geniale creazione di
                                                                       Dante si pose come punto di riferimento
                         manoscritta prima                             non sul piano poetico, ma come se fosse la
                                                                       descrizione reale dell’aldilà. In altri termi-
                         e a stampa poi, con                           ni, da una certa epoca in poi, almeno nella
Domenico                                                               cultura occidentale, non sarebbe stato più
di Michelino,            relative illustrazioni,                       possibile prescindere dalla Commedia se
La Divina commedia                                                     ci si voleva misurare con la rappresenta-
illumina Firenze         che contribuì alla                            zione del mondo trascendente. Del resto,
(1465);                                                                come si è cercato di dimostrare, il poeta
Firenze,                 diffusione del poema,                         fiorentino aveva attinto alla “koinè” visio-
Santa Maria del Fiore.                                                 naria, nonché astrologica e astronomica
                         innescando quel processo visionario che       che, all’epoca di Dante, circolava in tutta
Nella pagina a fianco:   ne fece la fonte d’ispirazione per opere      Europa. Perciò, non deve stupire che la
Piero di Puccio,         d’arte indipendenti dal ruolo della sempli-   Cosmografia di Piero di Puccio che – a
Cosmografia              ce illustrazione. La stessa celebre tavola    Pisa – giganteggia su una delle pareti del
(1389-1391);             di Domenico di Michelino nel duomo di         Camposanto monumentale, rispecchi in
Pisa,                    Firenze – e nota come La Divina commedia      buona sostanza lo schema che Dante aveva
Camposanto               illumina Firenze –, che pure è strettamente   nella testa quando concepì la sua architet-
monumentale.             legata alla struttura narrativa del poema,    tura cosmologica. Dipinto fra il 1389 e il
                                                                                                                        25
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Orcagna,       1391, l’affresco mostra un enorme Cristo        torio del convento, attualmente convertito
Inferno        (ovviamente Pantocrator) con l’intero uni-      in museo, i frammenti erano parte di un
(1360),        verso allora conosciuto fra le mani che,        perduto Giudizio universale, di un Trionfo
frammento;     però, include la dimensione trascendente        della morte – di cui ci è pervenuto qualche
Firenze,       non per la presenza del Redentore, ma           lacerto – e di un Inferno che, sebbene assai
Santa Croce,   perché intorno alla terra che si trova al       lacunoso, testimonia una precisa deriva-
refettorio.    centro (secondo la concezione tolemaica),       zione dalla Commedia e dalla struttura
               oltre alle sfere dei sette pianeti allora co-   del regno oltremondano immaginato da
               nosciuti, allo zodiaco e alla presenza del      Dante. Costituito da riquadri divisi con
               Primo mobile, si susseguono i nove cori         colonne tortili, l’affresco, realizzato nel
               angelici codificati dai testi teologici. Un     sesto decennio del XIV secolo, mostra le
               impianto praticamente identico a quello         bolge dantesche indicate con tanto di car-
               che presiede alla visione paradisiaca della     tello. Quelle ancora superstiti riguardano i
               Commedia. Aspetti di forte tangenza, poi,       peccati della lussuria, dell’avarizia e dell’i-
               emergono dai resti degli affreschi che An-      ra(22). Un’aderenza alla visione dell’Alighieri
               drea di Cione, detto l’Orcagna, eseguì, a       che si conferma anche con l’affresco della
               Firenze, secondo quanto riferisce Ghiberti      cappella Strozzi di Santa Maria Novella,
               nei suoi Commentari, per le navate di San-      sempre a Firenze, a firma del fratello di
               ta Croce. Oggi conservati nell’antico refet-    Andrea, Nardo di Cione. La parete che
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ospita l’Inferno può considerarsi, infatti,      Come si vede, non si tratta di generici     Nardo di Cione,
una gigantesca illustrazione della cantica    riferimenti, ma di un preciso rimando alla     Inferno
dantesca. Databile alla metà del Trecento,    visione descritta dai versi del poeta che      (1350 circa);
l’opera contempla personaggi (come Ca-        finisce per coincidere con quel che l’im-      Firenze,
ronte e Minosse), scritte esplicative (per    maginario collettivo vede nell’altro mondo.    Santa Maria Novella,
esempio: «Qui son puniti li peccatori char-   In altre parole, Dante ha “costruito” per      cappella Strozzi.
nali»), situazioni (come le tombe infuoca-    tutti un aldilà talmente preciso e concreto
te) e scene vivaci (come quelle dei suicidi   che quando lo si vuole rappresentare non
tormentati dalle arpie) che derivano tutte    si può sostituirlo con un altro. Per questo,
dalla Divina commedia.                        anche nel San Petronio di Bologna, nella

                                                                                                                    27
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Cappella dei re magi, gli affreschi commis-    Dante fra coloro che hanno provocato uno
     sionati da Bartolomeo Bolognini tengono        scisma e che, perciò, si pone come confer-
     in parte conto del dettato dantesco. Non       ma della fonte letteraria dell’affresco bolo-
     tanto per il Satana che ha una testa in        gnese(23). L’Inferno dipinto nel Quattrocento
     mezzo all’inguine, derivata dalla tradizione   da Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto
     delle gemme gnostiche dei “grylloi”, quan-     come Giovanni da Modena, si trova al di
     to per le scritte precise che individuano i    sotto della grande scena del Paradiso nel
     peccati della «gola», della «superbia», che    quale, tuttavia, lo stesso autore si allontanò
     individua gli «idolatri», ma soprattutto       dalla concezione dantesca e riprese uno
     per la figura di «Machomet», collocata da      schema simile a quello della corte celeste
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Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
utilizzato nelle miniature gotiche, come          di Raffaello nel San Severo a Perugia e,
per esempio quella di Jean Fouquet nella          ancora del Sanzio, l’affresco con la cosid-
scena del Livre d’heures d’Étienne Chevalier      detta Disputa del Sacramento nelle stanze
con La beata Vergine e la Trinità. L’affresco     vaticane nel quale, non per nulla, compare
bolognese del Paradiso, infatti, presenta in      l’effigie di Dante(24). D’altra parte, a mo’ di
basso il consesso di profeti, santi e beati       citazione bibliografica, la figura del poeta
seduti negli scranni, mentre al di sopra          compare anche nell’apparato decorativo
stanno le schiere angeliche identificate da-      del ciclo di affreschi realizzati da Luca
gli stendardi con l’iniziale del coro relativo.   Signorelli per la cappella di San Brizio
Al centro, in alto, la Trinità che incorona       nel duomo di Orvieto. Impostata su un
Maria compare in una mandorla costituita          programma molto articolato, la decora-
di nuovo da rossi serafini che si stagliano       zione – realizzata fra il 1499 e il 1502 dal
su una miriade di angeli stipati fino al          pittore cortonese, per completare quella
colmo dell’ogiva della parete.                    di Beato Angelico e Benozzo Gozzoli che
   Per trovare però un’opera che, in qual-        si erano fermati alle sole volte a vela – di-
che modo, possa ricordare l’articolato            mostra un preciso legame con la Divina
impianto del paradiso dantesco, si dovrà          commedia nel cosiddetto Antinferno, dove
aspettare un capolavoro come il bozzetto          compaiono la figura inquietante di Caronte
per il Paradiso dipinto da Jacopo Tintoretto      e quella di Minosse, nonché nelle scenette
per l’affresco di Palazzo ducale a Vene-          monocrome che arricchiscono l’affresco
zia, oggi conservato al Louvre. L’opera,          con il ritratto ideale dell’Alighieri.            Fra Bartolomeo,
che evoca quel vortice di luce descritto da          Ai poderosi affreschi di Signorelli guar-      Giudizio universale
Dante nel suo percorso di fede e di poesia,       dò certo il Michelangelo della Sistina nel        (1499-1501);
trova dei precedenti illustri in opere come       suo Giudizio universale, dove il rimando          Firenze,
il Giudizio universale di Fra Bartolomeo          alla Divina commedia è evidente non solo          Museo
(Firenze, Museo di San Marco), l’affresco         per la straordinaria interpretazione del          di San Marco.

Nella pagina a fianco,
dall'alto:
Giovanni
da Modena,
Paradiso
(1408-1420);
Bologna,
San Petronio,
cappella Bolognini.

Tintoretto,
bozzetto
per il Paradiso
di Palazzo ducale
a Venezia
(1588-1592);
Parigi,
Musée du Louvre.

                                                                                                                          29
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Luca Signorelli,          «Caron dimonio con occhi di bragia», ma      di tangenza, a cominciare dall’atmosfera
Dannati all'Inferno       anche per la presenza del quinto incisivo    generale la cui titanica grandiosità è pa-
(1499-1502);              nella dentatura dei diavolacci e dei dan-    ri a quella dei versi di Dante. Non è qui
Orvieto,                  nati che, sebbene risultato di un percorso   possibile analizzare puntualmente tutti
Santa Maria Assunta,      articolato e complesso, indagato altrove     gli aspetti, ma a titolo d’esempio si può
cappella di San Brizio.   da chi scrive, trovava pure conforto nella   citare il caso del Minosse michelangiolesco
                          figura di Satana concepita da Botticel-      la cui soluzione iconografica (al di là del
Luca Signorelli relega    li. Pur senza dover stabilire un legame      perfido riferimento al presbitero Biagio da
la figura di Caronte      causale, va comunque rilevato che la fi-     Cesena), probabilmente, nasce grazie alla
a una parete              gura di Lucifero disegnata dal Filipepi,     mediazione della statua di Aion-Chronos
secondaria del ciclo      così come i demoni michelangioleschi,        oggi conservata agli Uffizi che all’epoca
pittorico, preferendo     si caratterizza per una zanna al centro      del Buonarroti, forse, già si trovava a Fi-
dare maggiore             dell’arcata superiore dei denti. Tuttavia,   renze. Con la serpe che cinge a spirale il
enfasi alla scena         l’immensa parete sistina non è un’illu-      dio leontocefalo, l’opera – databile al III
di fantasia con le        strazione pedissequa del poema dante-        secolo – sembra l’immagine ante litteram
vessazioni sui dannati.   sco, ma si possono rilevare diversi punti    dei versi danteschi che cantano: ÇStavvi
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Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
Michelangelo,              Minos orribilmente e ringhia / […] Cingesi      mo di Firenze. Che fosse stata una scelta
Giudizio universale        colla coda tante volte / Quantunque gradi       mirata, quella del granduca Cosimo de’
(1535-1541),               vuol che giù sia messa».                        Medici, intesa a privilegiare il riferimento
particolare;                  Un altro esempio monumentale (che            al poema dantesco, lo dimostra non tanto
Città del Vaticano,        risente pure dei modelli di Raffaello che       la commissione degli affreschi a Giorgio
Musei vaticani,            affiancherà più volte quello dantesco in-       Vasari prima e quindi a Federico Zuccari
Cappella sistina.          terpretato da Michelangelo) è costituito        (cui si deve anche il cosiddetto Dante hi-
                           dal ciclo di affreschi dipinti fra il 1552      storiato oggi conservato al Gabinetto dei
Al contrario               e il 1554 dai fratelli veronesi Lorenzo e       disegni e delle stampe degli Uffizi e adesso
di Signorelli,             Bartolomeo Torresani nell’oratorio di San       anche on line), quanto l’aver affidato l’ide-
Michelangelo               Pietro Martire a Rieti. Si tratta di un altro   azione di tutto il programma decorativo
fa di Caronte              Giudizio universale dove a Dante si riferi-     a un dantista di assoluto livello come don
uno dei personaggi         scono la scena di Cerbero e la presenza di      Vincenzo Borghini che aveva già pubbli-
più incisivi dell’intero   Minosse, mentre molte sono le citazioni         cato i suoi Discorsi sopra Dante.
affresco. La scena,        dalla Disputa di Raffaello e dal Giudizio          Un chiaro riferimento al capolavoro
rappresentata, infatti,    di Michelangelo.                                sistino (e quindi all’Alighieri), poi, lo tro-
si ispira letteralmente       Di circa vent’anni più tarda (1571-1579)     viamo nell’affresco absidale del battistero
ai versi di Dante          è un’impresa colossale a cui nessuno, di        di Ferrara, con lo stesso soggetto, di Seba-
(Inferno, III, 109-111).   primo acchito, penserebbe: è la decora-         stiano Filippi, meglio noto come Bastia-
                           zione monumentale della cupola del duo-         nino, ultimato nel 1581(25).

                                                                                                                            31
Dante 700 - Itet Carducci-Galilei.
Come accadde per le altre edizioni della
     Divina commedia che, nel corso del Seicen-
     to, videro una flessione, così pure le opere
     visionarie di quel secolo si allontanarono
     dal parametro del poema dantesco. Un
     velato riferimento lo possiamo scorge-
     re nei due Giudizio universale (piccolo e
     grande, entrambi all’Alte Pinakothek di
     Monaco) dipinti da Rubens entro i primi
     due decenni del Seicento. Dal punto di
     vista letterario, invece, non si può non
     ricordare un’opera proto-romantica come
     il Paradise Lost di John Milton, dato alle
     stampe nel 1667 per la prima volta e poi,
     diciassette anni dopo, nuovamente edito.
         Fu, tuttavia, il nuovo clima romantico
     della fine del XVIII secolo a spingere verso
     il recupero della tematica dantesca, anche
     dal punto di vista figurativo, come dimostra
     l’impegno del pittore e letterato svizzero
     Johann Heinrich Füssli che alla Divina
     commedia dedicò una serie di acquerelli
     visionari (Zurigo, Kunsthaus) che crebbero
     nella sua creatività grazie allo studio appas-
     sionato di Michelangelo. Non è un caso che
     i disegni appartengano al soggiorno italiano
     quando, a partire dal 1770, l’artista rimase
     otto anni nella penisola – e, in particolare,
     a Roma – prima di far ritorno a Zurigo.
     Fu allora che studiò gli affreschi del Buo-
     narroti dal vero e su quelli modellò disegni
     poderosi come il Dante che osserva le anime
     volteggianti di Paolo e Francesca, o il Dante e
     Virgilio nella ghiacciaia del Cocito. Del resto,
     della sua predilezione per il poeta italiano
     riferisce anche il biografo Jonathan Knowles
     che spiega come i versi della Divina comme-
     dia facessero «la più profonda impressione
     sulla sua mente e offrissero molti spunti al
     suo cervello temerario»(26). Füssli, però, non
     fu il solo a essere affascinato dalle visioni
     oniriche dell’Alighieri, giacché la pittura
     romantica dell’epoca vide fiorire, in quello
     stesso periodo, la grande arte del poeta,
     pittore e incisore inglese William Blake.
     Si trattò dell’ultimo impegno dell’artista
     poco prima di lasciare questo mondo. La

     Arte romana,             Nella pagina
     Aion-Chronos             a fianco, in alto:
     (III secolo d.C.);       Lorenzo e Bartolomeo
     Firenze,                 Torresani,
     Gallerie degli Uffizi.   Giudizio universale
                              (1552-1554);
                              Rieti,
                              oratorio
                              di San Pietro Martire.
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A destra:           Federico Zuccari
Federico Zuccari,   recupera la tradizione
Lucifero            iconografica
(1586-1588),        del dente centrale
cosiddetto          (mesiodens) per
Dante historiato;   la rappresentazione
Firenze,            di Lucifero che già
Gallerie            era stata di Botticelli
degli Uffizi,       (v. p. 19).
Gabinetto           Michelangelo utilizza
dei disegni         questa soluzione
e delle stampe,     iconografica per tutti
inv. 3501F.         i demoni presenti
                    nel Giudizio
                    Universale
                    della Cappella sistina.

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Johann Heinrich Füssli,   serie sulla Divina commedia fu commis-             non illustra semplicemente il poema dante-
Dante e Virgilio          sionata dall’amico e collega John Linnell          sco, quanto, piuttosto, lo interpreta, quasi
nella ghiacciaia          nel 1824 e l’artista inglese vi lavorò per tre     fosse un commento visivo agli immortali
del Cocito                anni realizzando centodue acquerelli, di           versi di Dante. Blake affronta il tema con
(1774);                   cui settantadue dedicati all´Inferno, venti        scelte mirate alla semplificazione (Dante e
Zurigo,                   al Purgatorio e dieci al Paradiso. Le opere        Virgilio non hanno vesti paludate) e ispirate
Kunsthaus.                ci sono pervenute in diversi stati di elabo-       alle ipertrofie muscolari di Michelangelo,
                          razione, ma quel che le unisce è la potenza        come nel caso di Capaneo, uno dei mitici
                          visionaria, talora al limite dell’ingenuità, che   re di Tebe che Dante colloca fra gli empi be-
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stemmiatori. Non per nulla, l’artista inglese      I primi decenni del XIX secolo videro
era buon amico degli altri due appassiona-      l’esecuzione del grande ciclo di affreschi
ti della Divina commedia, i già citati John     dedicato al poema dantesco, nell’ambito
Flaxman e Füssli, con cui scambiava idee        della decorazione del Casino Massimo a
e impressioni(27).                              Roma. Voluta dal marchese Carlo, fu af-

                                                                                             Johann Heinrich Füssli,
                                                                                             Dante che osserva
                                                                                             le anime volteggianti
                                                                                             di Paolo e Francesca
                                                                                             (1818);
                                                                                             Chicago,
                                                                                             Art Institute.

                                                                                                                       35
Dall'alto:
William Blake,
Capaneus;
Il cerchio
dei lussuriosi;
Dante e Virgilio
accompagnati
dai diavoli
(1824-1827);
Melbourne,
National Gallery
of Victoria.

36
Anton Koch,                fidata a un manipolo di artisti esponenti          Dante, dipinto nel 1822 e conservato al
Dante addormentato         d’eccellenza dei nazareni che – come pure          Louvre. Ispirata sia alle titaniche forme
sogna di essere            i preraffaelliti – guardavano alla purezza         di Michelangelo, sia a quelle della Zattera
assalito dalle tre fiere   della pittura quattrocentesca italiana. I          della Medusa di Géricault (a sua volta, al
(1825 circa);              lavori, fra progetto ed esecuzione, dura-          di là dell’episodio di cronaca del naufra-
Roma,                      rono poco più di dieci anni, dal 1817 al           gio della nave, di concezione dantesca),
Casino Massimo,            1828 e videro in campo pittori della leva-         la tela mostra il sommo poeta e Virgilio
stanza di Dante.           tura di Philip Veit e Joseph Anton Koch.           che attraversano l’agitato Stige, infestato
                           Il primo realizzò, sulla volta della stanza        dai dannati, su una barca fino alla città
                           che era stata destinata a Dante (altri am-         di Dite. Alla bolgia dei falsari, con Gianni
                           bienti ospitarono affreschi dedicati alla          Schicchi e Capocchio, invece, si è ispirata
                           Gerusalemme liberata e all’Orlando furioso)        l’opera di William-Adolphe Bouguereau,
                           la grande scena del Paradiso. Il secondo,          dipinta nel 1850 e conservata al Musée
                           che, da appassionato del poema, si era             d’Orsay. Caratterizzata, come l’altra, da
                           ispirato a questo fin dal 1802, dipinse al-        uno straordinario studio anatomico, la tela
                           tre quattro scene: il Purgatorio, l’Inferno,       affianca alla staticità pensierosa e com-
                           Dante addormentato sogna di essere assalito        punta di Virgilio e Dante la foga dinamica
                           dalle tre fiere e La penitenza dei sette peccati   dei due dannati, in un’atmosfera di grande
                           capitali. Il suo impegno iniziò nel 1825 e         tensione morale. La stessa che si perce-
                           si concluse tre anni più tardi. L’affermar-        pisce nella figura del Pensatore di Rodin.
                           si della poetica romantica, poi, portò ad          Inizialmente intitolata Il poeta, la statua
                           altri esiti stilistici come il capolavoro di       faceva parte di una porta monumentale
                           Eugène Delacroix intitolato La barca di            bronzea pensata per l’ingresso di un pro-
                                                                                                                             37
Eugène Delacroix,   gettato Musée des Arts Décoratifs a Parigi      della trasposizione su pellicola del poema,
La barca            che poi non venne mai realizzato. Neppu-        a cominciare dai due cortometraggi del
di Dante            re la porta fu conclusa, ma dall’originale      1908 dedicati a Francesca da Rimini (The
(1822);             modello in gesso a cui lo scultore lavorò       Two Brothers) e al conte Ugolino. Gli spunti
Parigi,             per quasi quarant’anni (dal 1880 al 1917,       che la cinematografia ricavò dalla figura di
Musée du Louvre.    quando uscì dal mondo) furono ricavate          Dante furono sostanzialmente di quattro
                    varie opere in bronzo oggi in vari musei.       tipologie diverse. Quelli dedicati alla traspo-
                    Sull’architrave di quella che era intitolata    sizione delle vicende dei grandi personaggi
                    la Porta dell’inferno, interamente dedicata     del poema dantesco in celluloide, come la
                    a Dante, stava la statua che lo rappresen-      vita di Paolo e Francesca (1949) con Andrea
                    tava idealmente e che è universalmente          Checchi, Nino Marchesini e Odile Versois
                    nota, appunto, come Il pensatore(28).           nella parte di Francesca da Polenta. Altri
                        Con il XX secolo, l’interesse per Dante e   dedicati alla rappresentazione della can-
                    il suo poema non si affievolì, ma si orientò    tica dell’Inferno, come nel caso di Dante’s
                    sull’impiego di altri mezzi espressivi che      Inferno Animated del 2010. Il film si basa
                    affiancarono l’approfondimento esegetico        su cinquanta illustrazioni a colori, tratte da
                    del capolavoro letterario promosso, insie-      un libro illustrato e da un giornalino, creati
                    me alla figura del poeta nel suo comples-       da Awik Balaian e Dino Di Durante. Non si
                    so, dalla Società Dante Alighieri, fondata      tratta di un “cartoon”, ma di una “animazio-
                    nel 1889 da Giosuè Carducci ed entrata a        ne” (“animation”), grazie alla quale i disegni
                    far parte, nel 2007, degli Istituti nazionali   sono filmati per creare un’illusione di mo-
                    di cultura dell’Unione europea. La decima       vimento. Il film è stato recitato dapprima
                    musa, ossia il cinema, ben presto si occupò     in italiano, in seguito tradotto in inglese e
38
spagnolo. Il terzo filone è quello dedicato          Un’ultima considerazione va fatta sul-
alla vita del poeta, di cui s’impadronì anche     la scorta di una riflessione del grande
la televisione, come dimostra un celebre          dantista Giorgio Petrocchi che richiamò
“sceneggiato”, come si diceva allora, pro-        l’attenzione sulla modernità visionaria
dotto dalla Rai nel 1965 per la regia di Vit-     di Dante e sul fatto che «giunse all›arte
torio Cottafavi con un imperdibile Giorgio        astratta della terza cantica, al luminismo
Albertazzi nei panni dell’Alighieri. Infine, ci   incorporeo, immateriato, d›un variegato
sono film come Inferno del 2016, tratto dal       cromatismo che fa prevalere, per l›appunto
romanzo di Dan Brown – con Tom Hanks              nel Paradiso, la poesia dell›occhio e dei
– che prendono solo spunto dall’opera di          suoni fomentata dalla lunga ricerca
Dante. Tuttavia la pellicola, rivista oggi, ha    della “luce etterna” […] in un’incessante
un che di profetico perché la trama narra del     creatività di simboli pittorici intuibili e
mondo minacciato da un fantomatico virus          godibili quasi esclusivamente attraverso
che tutti i governi vorrebbero intercettare       le sovrapposizioni e i movimenti armonici
per dominare il pianeta.                          delle luci cadenti dall›alto in una miriade

                                                                                                William-Adolphe
                                                                                                Bouguereau,
                                                                                                Dante e Virgilio
                                                                                                nella malabolgia
                                                                                                dei falsari
                                                                                                (Inferno, XXIX,
                                                                                                136-139)
                                                                                                (1850);
                                                                                                Parigi,
                                                                                                Musée d’Orsay.

                                                                                                Le opere d’arte
                                                                                                che si ispirano
                                                                                                all’Inferno di Dante
                                                                                                rispecchiano
                                                                                                la stessa fisicità
                                                                                                e la stessa carnalità
                                                                                                che il poeta descrive
                                                                                                nei suoi versi.
                                                                                                Tanto la tela
                                                                                                di Delacroix,
                                                                                                quanto quella
                                                                                                di Bougureau, infatti,
                                                                                                sono improntate
                                                                                                a un attento studio
                                                                                                dell’anatomia
                                                                                                dei personaggi
                                                                                                che, a loro volta,
                                                                                                tengono presenti
                                                                                                i modelli di Signorelli
                                                                                                e Michelangelo.
                                                                                                Gli stessi che hanno
                                                                                                influenzato anche
                                                                                                William Blake
                                                                                                e Johann Heinrich
                                                                                                Fussli.

                                                                                                                          39
In basso, da sinistra:   di giuochi coloristici propriamente astratti,    di Anagni (Frosinone); oppure in codici
Auguste Rodin,           informali, i quali traggono suggestioni          miniati come quello del St. John’s College
Porta dell’inferno       dalla luminosità delle grandi cattedrali         di Oxford che, al foglio 7v del manoscritto
(1880-1917);             gotiche»(29). In altri termini, quello stesso    17, contiene il diagramma dello spazio, del
Parigi,                  poeta che era stato capace di evocare, coi       tempo e della materia secondo l’Enchiri-
Musée d’Orsay.           suoi versi, immagini plastiche che paiono        dion di Bridfertus, monaco dell’XI secolo
                         scolpirsi nella mente di chi legge, si avvici-   vissuto nell’abbazia inglese di Ramsey.
Maestro Ornatista,       na alla descrizione della realtà divina uti-     Tuttavia, l’invenzione onirica che si pa-
Diagramma                lizzando il registro etereo delle geometrie      lesa alla mente e agli occhi di Dante ha
della teoria             e della totale immaterialità. Il riferimento     una tale modernità e una tale dinamicità
degli elementi           è alla celebre visione dei tre cerchi che        che s’avvicina incredibilmente a un’ope-
(fine XII-metà           un Dante abbacinato descrive nel XXXIII          ra come Rythme di Sonia Delaunay, dove
del XIII secolo);        canto del Paradiso, dove, a partire dal ver-     l’ampio semicerchio di destra pare addi-
Anagni (Frosinone),      so 116, si può leggere: «Dall’Alto Lume          rittura l’immagine di quell’«Iri da Iri» che
Santa Maria,             parvemi tre giri / Di tre colori e d’una con-    il poeta evocò per alludere all’arcobaleno
cripta di San Magno.     tinenza / E l’un l’altro come Iri da Iri, /      che genera se stesso. È chiaro che questo
                         Parea riflesso, e il terzo parea foco / Che      accostamento è frutto delle conoscenze di
                         quinci e quindi ugualmente si spiri». In         chi scrive e non di un rapporto storico, ma
                         questo sforzo immaginativo, certo, l’autore      il motivo per cui si è proposto ha il solo
                         aveva presenti schemi didattici del mondo        scopo di mostrare l’incommensurabile
                         come, per esempio, quello che compare,           genialità di Dante Alighieri che le parole
                         accanto alle figure d’Ippocrate e Galeno,        di Petrocchi, da dove siamo partiti, hanno
                         nel celebre affresco della cripta del duomo      delineato.

40
(22) Su Orcagna: G. Kreytenberg, s.v. Andrea di Cione,           Giudizio universale e quello di Luca Signorelli in partico-
in Enciclopedia dell’Arte Medievale, I, Roma 1991, p. 606.       lare: M. Bussagli, Il Giudizio Universale, collana ”I grandi   Da sinistra:
Si veda pure: Id., L’enfer d’Orcagna. La première peinture       temi della pittura, 12», Novara 2006, pp. 32-42. I versi di    Sonia Delaunay,
monumentale d’après les Chantes de Dante, in “Gazette            Dante dedicati a Caronte, stanno in: Inferno, III, 109-120.
des Beaux-Arts”, CXIV, 1989, pp. 242-262. Sull’affresco          I versi danteschi su Minosse sono in Inferno, V, 4-12.         Rythme abstraction
dantesco di Domenico di Michelino: A. Padoa Rizzo,               (26) J. Knowles, The Life and Writings of Henry Füssli, I,     (1938).
M. Casini Wanrooij, Appunti sulla pittura fiorentina del         Londra 1831, p. 360. Le scene riprese da Füssli riman-
Quattrocento: Benozzo Gozzoli, Domenico di Michelino,            dano ai seguenti versi, per Paolo e Francesca Inferno
in “Antichità viva”, 24, 1985, pp. 5-17. Sulla Cosmografia       V, 79-87, per il fiume ghiacciato di Cocito, Inferno XIV,      Monaco Bridfertus,
di Piero di Puccio: A. Caleca, Costruzione e decorazione         119-129. Sui disegni dedicati all’Alighieri: Füssli e Dante,
dalle origini al secolo XV, in Il Camposanto di Pisa, a          catalogo della mostra, Pescara, Tor de’ Passeri - Milano,      Enchiridion
cura di C. Baracchini ed E. Castelnuovo, Torino 1996,            Pinacoteca di Brera, novembre 1985 - gennaio 1986), a          (XI secolo);
pp. 34-36.                                                       cura di C. Gizzi, Milano 1985. Si veda pure: C. Mazzarelli,
(23) Inferno, XXVIII, 22-41. Per un’attenta ricognizione         Dante interpretato da Johann Heinrich Füssli: l’invenzione     Oxford,
sull’iconografia dell’inferno: J. Baschet, Les Justices de       artistica tra natura e immaginazione, in Dante in Svizzera     St. John’s College,
l’Au-delà. Les représentations de l’enfer en France et en        - Dante in der Schweiz, a cura di J. Bartuschat, S. Prandi,
Italie (XIIe-XVe siècle), Roma 1993.                             Ravenna 2019, pp. 37-49.                                       ms. 17, f. 7v.
(24) Su Raffaello e la Disputa: M. Bussagli, Raffaello.          (27) Sul rapporto fra Blake, Füssli e Flaxman in relazione
Nella pittura un dio mortale, Firenze 2020, pp. 247-255.         alla tematica dantesca: S. de Santis, How Can I Help Thy
Per l’opera di Tintoretto: Il “Paradiso” di Tintoretto. Un       Husband’s Copying Me? Dante tra Blake, Füssli e Flaxman,
Concorso Per Palazzo Ducale, catalogo della mostra (Ve-          in “Dante e l’Arte”, 7, 2020, pp. 101-128. Si veda pure:
nezia, Palazzo ducale, 9 settembre-3 dicembre 2006),             E. Pyle, William Blake’s Illustrations for Dante’s Divine
a cura di G. Romanelli, J. Habert, M. del Mar Borobia            Comedy, Jefferson (North Carolina) 2015. Per Capaneo:
Guerrero,Venezia 2006. Sugli affreschi della cappella            Inferno, XIV, 63-75.
Bolognini: D. Benati, M. Medica, Giovanni da Modena.             (28) Sulla Porta di Rodin: J. L. Tancock, The Gates of Hell
Un pittore all’ombra di San Petronio, Cinisello Balsamo          and Related Works, in The Scuplture of Auguste Rodin.
2014. Sugli affreschi di Bologna e i cori angelici: M.           The Collection of The Rodin Museum, a cura di D. R.
Bussagli, Storia degli Angeli. Racconto di immagini e di         Godin, Filadelfia 1976, pp. 89-230. Su Delacroix: Eugène
idee, Milano 2003, pp. 294-297.                                  Delacroix (1798-1863), catalogo della mostra (Parigi,
(25) Sulla cattedrale di Ferrara: V. Felisatti, Guida della      Musée du Louvre, Halle Napoléon, 29 marzo-23 luglio
Basilica Cattedrale di Ferrara, Ferrara 1969, p. 65. Sugli       2018), Parigi 2018. Su Bouguereau: D. Bartoli, F. C.
affreschi della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze:       Ross, William Bouguereau: His Life and Works, New York
M. Bussagli, Firenze. Alba e trionfo del Rinascimento, la        2010. Sugli affreschi del Casino Massimo: M. G. Messina,
cupola del duomo, Bologna 2021. L’indirizzo per visionare        Dante, Ariosto, Tasso: la fortuna critica in Germania fra
il Dante historiato dello Zuccari è: https://www.uffizi.it/en/   Settecento e Ottocento e la sua influenza sul programma
online-exhibitions/dante-istoriato-hell. Per l’oratorio di       iconografico del Casino Massimo, in G. Piantoni, S. Su-
Rieti: A. Maoli, E. Onori, Lorenzo e Bartolomeo Torresani.       sinno, I Nazzareni a Roma, catalogo della mostra (Roma,
Tra l’Umbria e la Sabina, Rieti 2020. L’oratorio, nel 2014,      Galleria nazionale d’arte moderna, 22 gennaio-22 mar-
è stato oggetto di un’indagine diagnostica condotta da           zo 1981), Roma 1981, pp. 374-399. I ricordati episodi
Giorgio Fornetti, Luigi De Dominicis e Massimiliano              danteschi sono rispettivamente, per Filippo Argenti e la
Guarneri dell’ENEA. Su Minosse e altre problematiche             città di Dite: Inferno, VIII, 61-69; per Capocchio: Inferno,
dell’affresco sistino: M. Bussagli, Michelangelo. Il volto       XXIX, 121-139.
nascosto nel “Giudizio”, Milano 2004, pp. 152-153. Sul           (29) G. Petrocchi, op. cit., p. 627. Sulla Società Dante
“mesiodens” o quinto incisivo: Id., I denti di Michelangelo.     Alighieri: B. Pisa, Nazione e politica nella società Dante
Un caso iconografico, Milano 2014. Sull’iconografia del          Alighieri, Roma 1995.

                                                                                                                                                      41
42
IL POETA E LA SUA VITA
                          NELLE OPERE D’ARTE

Luca Signorelli,          Il panorama                                     rio di cui fu protagonista nella Commedia,
Dante Alighieri                                                           divennero soggetti amati da molti artisti
(1499-1502);              che abbiamo                                     attratti dalle vicende tormentate del poeta,
Orvieto,                                                                  capace di coniugare cuore e intelletto, ma
Santa Maria Assunta,      sommariamente                                   anche azione e politica, in uno stesso po-
cappella di San Brizio.                                                   tente sforzo creativo. Al di là della presen-
                          riportato nelle pagine                          za della figura dell’Alighieri nei ricordati
Nella pagina a fianco:                                                    cicli decorativi di Signorelli, di Raffaello
Bronzino,                 precedenti                                      e, forse, nel Giudizio di Michelangelo (die-
Ritratto di Dante                                                         tro il supposto ritratto di Giulio II), come
Alighieri                 non sarebbe completo se non s’indagasse         se si trattasse della nota bibliografica a
(1532-1533),              sulla diffusione della fisionomia dell’Ali-     margine del testo, Dante assume per la
particolare;              ghieri. Per certi versi inaspettatamente, la    prima volta una dimensione monumentale
Firenze,                  figura di Dante e gli episodi della sua vita,   e non narrativa (come già in Domenico di
Gallerie degli Uffizi.    indipendentemente dal viaggio straordina-       Michelino) nel ritratto dipinto da Agnolo
                                                                                                                          43
44
Giovanni Mochi,           Bronzino fra il 1532 e il 1533 e conservato     di riferirsi ad ambiti artistici e culturali
Dante presenta            agli Uffizi. Qui l’artista dipinge il poeta     precedenti la sensuale pittura del Sanzio.
Giotto a Guido            fra l’oscurità simbolica dell’inferno e la      Così la ricerca di una sobrietà medievale
Novello da Polenta        luce abbacinante del paradiso che proietta      trovava proprio in Dante un punto di ri-
(1855-1862);              l’ombra della montagna del purgatorio.          ferimento. Per questo, Henry Holiday si
Firenze, Palazzo Pitti,   Dante volge lo sguardo verso il cielo lu-       misurò con i sentimenti del grande poeta
Galleria d’arte           minoso e, come segno di speranza, tiene         dipingendo nel 1883 un Dante e Beatrice
moderna.                  un grande quaderno con le pagine vergate        oggi conservato alla Walker Art Gallery
                          a mano e aperte ai versi del XXV canto          di Liverpool. La puntuale ricostruzione
Nella pagina a fianco,    del Paradiso. In questo modo, l’autore,         del ponte Santa Trinita a Firenze (luogo
dall'alto:                Agnolo di Cosimo, restituisce all’Alighieri     immaginario dell’incontro tra il poeta e
Dante Gabriel Rossetti,   quella grandezza titanica che altri ritratti,   l’amata), dei costumi e dei diversi atteggia-
Il sogno di Dante alla    seppur deferenti, non avevano saputo at-        menti dei protagonisti mostra la profonda
morte di Beatrice         tribuirgli per via della dimensione troppo      indagine psicologica che interessò anche
(1871);                   narrativa e per le varie contestualizzazioni.   altri artisti che si dedicarono a soggetti
Liverpool,                Quello di Bronzino sarà un punto mai            simili. Basterà ricordare, nell’ambito della
Walker Art Gallery.       più raggiunto, giacché il poeta, più tardi,     stessa corrente preraffaellita, Il sogno di
                          divenne protagonista di opere pittoriche        Dante alla morte di Beatrice dipinto da Dan-
Raffaele Giannetti,       di carattere storico, soprattutto nel XIX       te Gabriel Rossetti nel 1871; o, in Italia,
Dante e Beatrice          secolo. Uno dei soggetti privilegiati, co-      l’immagine idilliaca concepita da Raffaele
nel giardino di Boboli    me prevedibile, era quello dell’incontro        Giannetti che, nel 1877, dipinse Dante e
(1877);                   e dell’amore del poeta per Beatrice Porti-      Beatrice nel giardino di Boboli (Newport,
Newport (Galles),         nari. Il gusto per la ricostruzione storica,    Newport Museum and Art Gallery). Gli
Newport Museum            per l’ambiente e per i costumi, affascinò i     esempi si potrebbero moltiplicare, con il
and Art Gallery.          pittori preraffaelliti che avevano la volontà   pittore spagnolo Lorenzo Vallés che dedicò

                                                                                                                          45
nel 1889 un altro quadro a quell’incon-         Castagno. Né si può dimenticare la doppia       Domenico Paterlini,
tro sentimentale, o, ancora, con il quadro      presenza di Dante nelle Stanze di Raffa-        Dante in esilio
più storico di Giovanni Mochi che dipinse       ello in Vaticano, ossia nel Parnaso e nella     (1860);
Dante che presenta Giotto a Guido Novello       ricordata Disputa del Sacramento. Anche         Firenze,
da Polenta, oggi nella Galleria d’arte mo-      in questo caso, gli esempi si potrebbero        Palazzo Pitti,
derna di Palazzo Pitti a Firenze.               moltiplicare e ampliare con i monumenti         Galleria d’arte moderna.
   Non basta, però, perché fu proprio la        al poeta che presto si diffusero per tutta
fisionomia del poeta a essere eternata dagli    Italia, a cominciare dal cenotafio nella
artisti con vari ritratti, il più antico dei    chiesa di Santa Croce a Firenze, e potreb-
quali sembra essere, almeno nell’opinione       bero continuare con opere a metà fra il
del paleografo e storico dell’arte Gaetano      ritratto e l’evocazione storica come il Dante
Milanesi, l’affresco fiorentino di Palazzo      in esilio dipinto nel 1860 da Domenico
dell’Arte dei giudici e notai. In ogni modo,    Peterlini oggi conservato presso la Galleria
da allora la figura dell’Alighieri divenne      d’arte moderna di palazzo Pitti a Firenze.
una presenza costante in tutte le decora-          Concludendo, non ci resta che consta-
zioni degli ambienti destinati a studiolo       tare come la figura e l’opera di Dante Ali-
(per esempio quello di Giusto di Gand a         ghieri, crocevia culturale di straordinaria
Urbino), oppure a importanti luoghi di          complessità e spessore, non hanno patito
ritrovo, come il cenacolo del convento di       l’insulto del tempo e, nel corso di secoli,
Sant’Apollonia a Firenze, dove compare          hanno invece mantenuto un’attualità stra-
fra gli Uomini illustri dipinti da Andrea del   ordinaria. Il motivo risiede, come abbia-

46
mo cercato di dimostrare, nella capacità        spettacoli televisivi di Roberto Benigni,        Da sinistra:
di trasfigurare con la poesia le angosce        recitati davanti alla facciata di Santa Croce    manifesto del film
dell’umanità e toccare valori eterni che        a Firenze, dove lo sberleffo e la comicità si    Totò all’Inferno
non appartengono a questa o a quell’epoca,      mescolano alla lirica dantesca, grazie an-       (1955),
ma all’uomo e alla sua condizione in ogni       che alla sorvegliata sapienza di un dantista     regia di Camillo
tempo. Allora si capisce bene la ragione        di rango come Vittorio Sermonti – che ci         Mastrocinque.
per cui le varie arti hanno sempre trova-       ha lasciati di recente –, sono la prova che
to nella Divina commedia e nella figura         il capolavoro di Dante fa vibrare tutte le       Manifesto del film
del poeta una materia viva di cui hanno         corde del cuore umano. È stato, quello, un       Inferno
colto aspetti diversi, utilizzando i registri   fenomeno televisivo di massa che ci offre        (2016),
espressivi più disparati, dal calligrafismo     il destro per ricordare due fatti.               regia di Ron Howard.
del Gotico alla plasticità del Rinascimen-         Da una parte che già nel 1990 un regista
to, dal linearismo neoclassico all’empatia      della levatura di Peter Greenway, con Tom
dell’epoca romantica, fin quasi ad anti-        Phillips, aveva dato vita a una mini-serie
cipare le forme astratte del Novecento.         per il piccolo schermo intitolata A-TV Dan-
Neppure il fumetto si è trovato a disagio       te, ispirata ai primi otto canti dell’Inferno;
nel misurarsi con la titanica grandezza         dall’altra che la lettura pubblica del poema
di Dante perché la sua figura e la sua arte     non fu un’invenzione del 2006, poi ripetu-
sono universali. Anzi, perfino il registro      ta varie volte fino al 2013. La tradizione
comico si è sentito legittimato ad avvici-      secolare della Lectura Dantis risale infat-
narsi al poeta sommo, come nel film Totò        ti alle lezioni pubbliche tenute, a partire
all’Inferno del 1955, oppure nella nuova        dal lontano 23 ottobre 1376, da Giovanni
edizione del Dante di Marcello Toninelli,       Boccaccio, l’altro colosso della letteratura
del 2015, che in un unico volume ha ri-         italiana medievale, nella cornice gotica di
stampato Inferno, Purgatorio, Paradiso e        Orsanmichele a Firenze, dove leggeva quel-
Vita di Dante, impreziosita da una serie di     la Commedia che, proprio allora, il grande
strisce inedite. Nel 2018, il poema ha visto    letterato di Certaldo definì «divina». Bene,
addirittura una trasposizione in musical        da quel momento il poema dantesco è stato
per la regia di Andrea Ortis, con debutto a     una fucina di suggestioni e un crogiuolo di
Isernia per poi toccare Montecarlo, Roma        bellezza che ha incantato le arti iconiche
e l’Arena di Verona. Del resto, anche gli       di ogni tempo.
                                                                                                                        47
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