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Direttore responsabile Monica Pierulivo Redazione Marco Bracci Benedetta Celati Patrizia Lessi Francesca Passeri Rossano Pazzagli Hanno collaborato a questo numero Fabio Canessa Maddalena Chimisso Augusto Ciuffetti Giovanni Luigi Fontana Francesca Gabbriellini Michele Lungonelli Giuseppe Lupo Paolo Mazzucchelli Roberto Parisi Giorgio Pasquinucci Si ringraziano per il contributo all’ impaginazione il prof. Antonio Meucci e Alessia Rossi (progetto PTCO- Alternanza Scuola Lavoro) dell’ISIS “Einaudi-Ceccherelli” di Piombino Illustrazione di copertina e logo di Massimo Panicucci Info: redazione@nautilusrivista.it ISSN 2785-1192 2
Sommario Editoriale Industria di Monica Pierulivo p. 4 Raccontare le fabbriche: la dimensione immateriale delle industrie di Augusto Ciuffetti p. 7 L’architettura industriale come fabbrica di valori di Roberto Parisi p. 9 Verso i Secondi Stati Generali del Patrimonio Industriale di Giovanni Luigi Fontana p. 11 GKN: “per questo, per altro, per tutto” di Benedetta Celati p. 13 I signori dell’acciaio. La crisi della siderurgia e Piombino di Giorgio Pasquinucci p. 18 La fabbrica e la comunità. Un caso da ripensare di Michele Lungonelli p. 21 Industria e turismo Il caso della Solvay a San Carlo di Rossano Pazzagli p. 23 Una grande impresa in una piccola provincia: Il caso della Fiat di Termoli in Molise di Maddalena Chimisso p. 26 Intellettuali e boom economico di Giuseppe Lupo p. 29 Il capitalismo umanistico di Brunello Cucinelli di Francesca Passeri p. 31 L’industria della musica in Italia esiste (ancora) di Marco Bracci p. 33 Il cinema tra arte e industria di Fabio Canessa p. 35 Le icone industriali della musica di Paolo Mazzucchelli p. 36
Editoriale Industria A chi faceva i turni di notte camminando sulle 108 A chi, per studiare, partiva su binari d’acciaio A Adb Elsalam Ahmed Eldanf, morto durante un picchetto (Alberto Prunetti, 108 metri. The new working class hero, Laterza 2018) L’industria ha definito lo sviluppo della società occidentale negli ultimi tre secoli e ha conformato in gran parte il mondo attuale, Si fa risalire al 1973, anno della crisi caratterizzandolo anche come fortemente petrolifera prodotta dall’aumento dei prezzi ineguale e competitivo, con la sua drammatica delle materie prime e del greggio, la fine di divisione tra paesi industrializzati da una quella fase di espansione economica che parte e paesi non industrializzati dall’altra. aveva interessato i Paesi del mondo occidentale a partire dagli anni In questo lungo percorso l’industrializzazione immediatamente successivi alla seconda ha creato strutture sociali e identità, ha portato guerra mondiale. Entrava in crisi un processo benessere, istruzione ed emancipazione, che aveva visto una accelerazione senza sviluppo della tecnica e delle tecnologie; ha precedenti dei tassi di sviluppo industriale, e anche permeato nel tempo i caratteri che apriva ad una fase nuova, caratterizzata morfologici dei paesaggi attraverso la da un generale ridimensionamento del settore costruzione di edifici industriali, processi industriale. produttivi, infrastrutture, villaggi. È da quegli anni che si comincia a parlare di Allo stesso tempo negli ultimi decenni molti deindustrializzazione intesa come territori hanno dovuto affrontare e stanno ridimensionamento del ruolo dell’industria ancora attraversando enormi difficoltà legate nell’ambito dell’economia nel suo complesso a una crisi industriale che ha trascinato con sé sia dal punto di vista dell’occupazione che del anche altri settori, imponendo il ripensamento valore della produzione. Un fenomeno che dei modelli di sviluppo economico attraverso può assumere diverse connotazioni con grandi necessari processi di riconversione e ripercussioni, legate all’apertura di nuovi diversificazione. scenari, a profondi cambiamenti politico- 4
sociali, talvolta alla delocalizzazione di In questo contesto di grande complessità, il capitale e lavoro, marcando divisioni, patrimonio industriale continua a essere una ingiustizie sociali, disuguaglianze e drammi componente essenziale della nostra società, per famiglie escluse improvvisamente dal per la sua dimensione materiale e mondo del lavoro. immateriale che conserva le tracce dei luoghi di lavoro, fondamentali nel momento stesso in Ma la deindustrializzazione può cui le fabbriche vengono chiuse e rappresentare anche una grande scommessa abbandonate, oppure riutilizzate per altri per rivedere e rileggere la “modernità scopi. industriale” in chiave di maggiore sostenibilità per il futuro del pianeta. La prospettiva storica favorisce inoltre una Comprendere gli aspetti di questo fenomeno, migliore comprensione della fabbrica del XXI in tutte le sue conseguenze – sociali, secolo se nei resti materiali e immateriali economiche e politiche – è un necessario dell’architettura industriale del passato si punto di partenza per affrontare questo riconosce un valore testimoniale da dibattito estremamente attuale. salvaguardare e tutelare anche quando si tratta di confrontarsi con temi e questioni di storia Un’opportunità da cogliere per creare nuovi ambientale, di rigenerazione urbana legati al modelli di sviluppo all’interno dei quali rapporto tra fabbrica e città, alla possibilità di coniugare benessere, innovazione culturale e integrare e coniugare industria e turismo maggiore efficienza delle istituzioni locali. come avveniva anche nel passato. Modelli che altrove sono stati declinati su parole chiave come valorizzazione degli spazi I secondi Stati Generali del Patrimonio collettivi, moderato consumo di suolo, industriale organizzati dall’Associazione coordinamento tra destinazioni d’uso e Italiana per il Patrimonio Industriale (AIPAI) trasporto pubblico, sostenibilità ambientale. (Roma, 9 -11 giugno 2022), affronteranno Obiettivi che richiedono necessariamente una molti di questi temi con una grande visione d’insieme e di lungo periodo, il articolazione di contenuti in perfetta coerenza rafforzamento di una regia pubblica nel con un campo di studi di carattere processo di rigenerazione urbana, una eminentemente interdisciplinare. negoziazione trasparente pubblico/ privato, l’adozione di politiche per la città al reale Oggi siamo di fronte a nuove sfide, nuove strategie d’intervento che devono introdurre servizio dell’interesse collettivo. creatività e innovazione. Non è più possibile Piombino è un caso emblematico da questo agire solo la logica conservativa ma anche punto di vista. Gli interventi che sono stati creativa e innovativa per rilanciare territori messi in campo fino a oggi si sono limitati a colpiti dalla deindustrializzazione e restituire contenere gli effetti più drammatici delle questi beni alla società come patrimonio trasformazioni che interessano il mercato del culturale collettivo. lavoro. Sono mancati, come invece è Valorizzazione del patrimonio industriale, avvenuto in molte parti d’Europa, grandi obiettivi strategici nazionali e scenari entro i bonifiche e rigenerazione delle aree, rilancio produttivo, innovazione devono quali sollecitare lo sviluppo delle imprese, forme di tutela dalla spietata concorrenza del andare di pari passo secondo una formula e una prospettiva diverse da quelle propugnate capitale straniero e adeguati investimenti nel settore della ricerca. dal paradigma neoliberista. Una prospettiva 5
cioè che dovrebbe essere finalizzata ad secondo un modello di impresa che oggi allargare i benefici della globalizzazione a più definiremmo sostenibile anche dal punto di ampi strati della popolazione e fondata su una vista umano. Questo esempio di “fabbrica concezione di Stato che si sviluppa e diventa felice”, ripreso e attuato in seguito da altri più ricco proprio riducendo le differenze imprenditori, è ancora più necessario in sociali e gli squilibri territoriali, le economie un’epoca di forte digitalizzazione in cui distruttive per l’ambiente e le attività l’uomo sembra perdere la sua centralità. Un produttive dannose per la salute. modello di sostenibilità che unisce umanesimo, produzione e bellezza. Adriano Olivetti negli anni Trenta sviluppò un modello organizzativo che concepiva Di tutto questo e anche di altro, parleremo in l’impresa come un’organizzazione sociale, un questo numero. luogo in cui, oltre al profitto, si mirava anche al benessere delle persone che vi lavorano 6
Raccontare le fabbriche: la dimensione immateriale delle industrie di Augusto Ciuffetti Nell’ultimo numero di “Nautilus” Giovanni coloro che all’interno dei relativi spazi hanno Contini riflette sull’importanza delle fonti vissuto, lavorato e lottato per affermare orali per una originale ricostruzione del principi e diritti, in un gioco dialettico passato, capace di spingersi laddove non tra contenitore (le fabbriche) e contenuto (le riescono ad arrivare le fonti tradizionali. Con emozioni, i sentimenti degli operai). questa prospettiva, ampliata alle Si tratta, però, di visioni soggettive, che testimonianze letterarie e ad ogni forma di spesso restano impigliate nei controversi memoria orale o scritta, si può rileggere anche meandri della memoria, sempre pronte ad la storia dei processi industriali, compresa entrare in una dimensione mitica, che quella delle trasformazioni che essi hanno inevitabilmente stravolge ricordi e prodotto nei paesaggi urbani e rurali, nella testimonianze. percezione degli ambienti, nelle mentalità L’archeologia della memoria collettive e nelle identità, in particolare quelle industriale presenta una vasta gamma di legate al mondo del lavoro ed alle sue lotte reperti, funzionali ai meccanismi di quella politiche e sindacali. storia orale, la quale, come specifico ambito di studi, si è affermata in Italia tra gli anni In questa direzione assumono valori e Settanta e Ottanta del secolo scorso, ponendo significati diversi anche quei processi di per la prima volta il problema del dismissione e recupero delle industrie, che a protagonismo sociale proprio in riferimento partire dagli anni Ottanta del Novecento agli spazi industriali. hanno accompagnato il tramonto del modello Si pensi, per citare uno specifico comparto della grande fabbrica fordista. In altre parole, produttivo, alle canzoni e alle ballate racconti e memorie consentono di recuperare delle tabacchine, che non raccontano soltanto quella dimensione immateriale del patrimonio il lavoro, ma anche i suoi ambienti e le sue industriale che conserva le tracce più fragili tragedie. dei luoghi di lavoro, in quanto destinate a scomparire nel momento stesso in cui le In tal senso, un fondamentale punto di fabbriche vengono chiuse e abbandonate, riferimento resta la biografia (a parlare sono oppure riutilizzate per altri scopi. direttamente le donne e gli uomini protagonisti di questa storia) di Terni città L’analisi dei sistemi industriali del passato industriale, pubblicata da Alessandro non può prescindere, dunque, dalle vicende di Portelli nel 1985, nel momento in cui 7
tramonta definitivamente quel modello totalizzante di città-fabbrica che caratterizza e Così scrive Ottiero Ottieri nel 1964, condiziona per quasi un secolo la sua vita. osservando le periferie milanesi: «Le fabbriche sono nate dai prati, dalla terra; ma Tale prospettiva è sostituita dai processi di la campagna distrutta, debole e pallida come dismissione degli stabilimenti, che lasciano il cielo, sembra che non si difenda e che non ampi spazi vuoti nel tessuto urbano. Posti di la rimpianga più nessuno». Dalle pagine de fronte ad una difficile e lenta riconversione, i “La linea gotica”, Sesto San Giovanni emerge ternani non possono che rivolgersi al loro come uno «spazio senza quiete e senza passato industriale, destinato a caricarsi di un misura», privo di anima. Le fabbriche sono sapore quasi epico. mimetizzate nel disordine di un tessuto urbano anonimo, che nel pieno delle giornate Quello proposto da Portelli è un racconto lavorative è avvolto nel silenzio e nella corale, il quale, nel momento in cui procede solitudine: «La più fitta città industriale della dalla centralità della fabbrica al suo nazione è un deserto. Il lavoro si è succhiato smantellamento delinea un itinerario dalla tutti, dentro i muri e Stalingrado sembra forte valenza simbolica, molto simile a quello abbandonata». elaborato da Ermanno Rea, su un piano più squisitamente letterario, nel suo libro “La Indipendentemente dal ruolo svolto da dismissione”. Da una dimensione collettiva si intellettuali come Pier Paolo Pasolini, le cui passa ad una rielaborazione più intima e riflessioni accompagnano l’intero processo di individuale, che esalta la funzione dello industrializzazione del nostro paese, fino a scrittore come testimone del proprio tempo, diventarne uno specchio critico e volutamente come una sorta di mediatore tra un contesto deformante, una nuova e più consapevole economico e sociale ben definito e storia dell’Italia industriale non può circoscritto nel tempo e un testo scritto da prescindere da questo patrimonio immateriale offrire alle future generazioni. fatto non solo di ricordi e memorie di grandi scrittori o di semplici persone che scrivono Se Ermanno Rea vive la fase di diari ripensando alla loro vita, ma anche di destrutturazione del mito industriale e scrive film e documentari. Una fabbrica non è il suo libro in un preciso momento perché soltanto un insieme di mattoni, è soprattutto avverte l’urgenza di farlo, in quanto tale un concentrato di emozioni raccontate o azione è fondamentale per capire gli ricordate, ricostruite o immaginate, ma avvenimenti, altri scrittori sono testimoni sempre rivolte a dare un senso alla vita e alla diretti, invece, della sua costruzione. La loro morte del luogo di lavoro per eccellenza delle voce, però, resta dissonante e sempre pronta a città italiane del XX secolo: la grande cogliere conflitti e contraddizioni, nello industria. specifico mettendo in risalto le ombre del miracolo economico italiano. 8
L’architettura industriale come fabbrica di valori di Roberto Parisi L’architettura può costituire un’utile chiave di costruzione, nella prefabbricazione, nelle lettura per storicizzare i fenomeni connessi strategie di comunicazione. Dalle company all’industria e all’industrializzazione, ma è towns alle villages industries, essi hanno necessario che la ricerca dei suoi possibili inseguito il mito dell’usine verte per opporre valori testimoniali non si esaurisca all’immagine classica di Coketown un’idea di nell’individuazione di un modello tecnologico sviluppo basata sull’equilibrio tra capitale e o tipologico di riferimento, né nella selezione lavoro, tra l’operaio e la macchina, tra urbano critica di un’opera in base a parametri e rurale, mentre la fabbrica si trasformava esclusivamente estetici, come l’adesione ad gradualmente nel “tempio” del lavoro una corrente artistica o ad una genealogia di “sicuro” e “garantito”, nel simbolo della pionieri e maestri. produzione di massa, nel motore delle grandi economie di scala, in uno strumento Come settore specialistico di competenze apparentemente pacifico per conquistare il tecnico-scientifiche e tecnologiche, l’edilizia mercato mondiale. industriale è entrata a pieno titolo nel dominio dell’Architettura solo agli inizi del Quando il modello dell’assembly line è Novecento, quando alla secolare tradizione entrato definitivamente in crisi, la fabbrica dei millwrights si sostituì quella del factory post-fordista si è appropriata della nuova designer e quando, per imprenditori come cultura toyotista della produzione snella Henry Ford o Tomáš Baťa, lo spazio fisico del fondata sul just in time, sostituendo anche lavoro e della produzione cominciò a ideologicamente la «catena» e l’«isola» con diventare una “voce” non più secondaria nel l’Ute (Unità tecnologica elementare), bilancio di un’impresa. interiorizzando l’alta standardizzazione impressa nella logistica dei trasporti Nel corso del Novecento, assumendo il (Container Iso) ed eliminando l’ausiliarità dei modello taylor-fordista della daylight factory depositi di stoccaggio delle merci. come prototipo ideale di una nuova modernità, architetti, politecnici e capitani Nel ventunesimo secolo i concetti d’industria hanno potuto sperimentare novecenteschi di “fabbrica” e di “lavoro” l’innovazione nei processi di produzione sono profondamente mutati. In molti settori meccanizzata e di automazione, produttivi il lavoro è tornato “a domicilio”, nell’organizzazione scientifica dei tempi adattandosi alla dimensione fisica di lavorativi, nella tecnologia dei materiali da contenitori urbani o rurali preesistenti e
impegnando in prevalenza luoghi aperti e In quest’ottica, la conservazione e la tutela di facilmente modificabili, capaci cioè di un’architettura industriale di interesse rispondere meglio alle esigenze di flessibilità testimoniale non si può limitare a restituire e di fluidità logistica che impone il mercato alle future generazioni la storia della globale. creatività umana, delle innovazioni tecnologiche, dei primati imprenditoriali, Per comprendere a fondo i processi di questo delle conquiste territoriali e sociali, delle epocale passaggio non è però sufficiente il correnti artistiche e dei movimenti culturali. richiamo ad un presunto “nuovo ordine Affinché il recupero del passato industriale di mondiale”, riducendo la moderna un luogo e di una comunità che lo abita non si globalizzazione dei sistemi di produzione traduca in un progetto di mistificazione e di industriale, dei consumi e del mercato del omologazione della memoria del lavoro, lo lavoro ad uno slittamento crono-geografico studio e la conservazione di una fabbrica deve dell’industria dall’Occidente verso “altri” restituire anche la storia dei conflitti sociali, territori del pianeta. degli errori tecnici e progettuali, dei drammi La prospettiva storica può infatti favorire una ambientali, delle crisi economiche, dei migliore comprensione della fabbrica del XXI fallimenti politici e culturali. secolo se nei resti materiali e immateriali La tutela e la salvaguardia di una fabbrica può dell’architettura industriale del passato si in tal senso diventare un’opportunità per riconosce un valore testimoniale da trasformare il patrimonio architettonico salvaguardare e tutelare, anche quando si industriale in un cantiere permanente di tratta di confrontarsi con temi e questioni di valori, nel quale una parte significativa della storia ambientale, come per esempio i disastri società contemporanea può riconoscersi, provocati rispettivamente dalla multinazionale legittimando consapevolmente principi e statunitense Union Carbide a Bhopal nel 1984 ideali del proprio presente, ma può anche e dalla centrale sovietica di Chernobyl nella prenderne le distanze, modificandoli o città ucraina di Pripyat nel 1986. rinnovandoli del tutto. Bibliografia Betsy Hunter Bradley, The Works. The Industrial Architecture of the United States, Oxford University Press, New York-Oxford 1999; Gillian Darley, Factory, Reaktion Books Ltd, London 2003; Amritha Ballal, Jan af Geijerstam, a cura di, Bhopal2011. Landscapes of Memory, VAP Enterprises, New Delhi 2011; Roberto Parisi, Fabbriche d’Italia. L’Architettura industriale dall’Unità alla fine del Secolo breve, Milano, 2011 Maria Pilar Vettori, Architettura aziendale. Ricerca e progetto nei luoghi della produzione, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2013 Roberto Parisi, Industrial Architecture, in U. Carughi, M. Visone (a cura di), Time Frames: Conservation Policies for Twentieth-Century Architectural Heritage, London 2017, pp. 395-404. 10
Verso i secondi Stati Generali del Patrimonio Industriale (ROMA 9-11 GIUGNO 2022) di Giovanni Luigi Fontana Past-president AIPAI dell’archeologia industriale, affrontando l’insieme delle questioni che oggi investono L’Associazione Italiana per il Patrimonio anche questo settore con nuovi interrogativi e Archeologico Industriale – AIPAI celebrerà i 25 anni del suo impegno per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio industriale, organizzando a Roma, dal 9 all’11 sfide sempre più complesse. giugno 2022, la seconda edizione degli Stati Negli Stati Generali tutte le molteplici Generali del Patrimonio Industriale. L’evento, componenti del patrimonio industriale sono riconfermando il format inaugurato a Venezia oggetto di specifici panel. A cominciare dalle e Padova nel 2018, vedrà una massiccia macchine e dai cicli produttivi, motori di ogni partecipazione di studiosi, amministrazioni attività industriale, dalle fabbriche e dai siti locali, enti preposti alla conservazione e alla per allargare poi lo sguardo a città, territori e tutela, progettisti, associazioni, operatori paesaggi; in parallelo si passa dagli studi ai turistici e svariati altri soggetti coinvolti in progetti e alle pratiche di recupero e questo esteso e composito ambito del valorizzazione. La riflessione interessa tanto il patrimonio storico-culturale. La proposta patrimonio materiale (documenti, macchinari, congressuale, anche in questo caso, presenta edifici, infrastrutture, prodotti, ecc.) quanto una grande articolazione di approcci e quello immateriale (il mondo figurativo, la contenuti in perfetta coerenza con un campo comunicazione e le testimonianze che di studi molto composito e di carattere permettono la narrazione della memoria del eminentemente interdisciplinare. Lo si evince lavoro). Si affrontano dai diversi punti di vista immediatamente dall’intersecarsi delle le problematiche inerenti la tutela, il recupero numerose aree tematiche, che sollecitano una e riuso dei beni storico-industriali, le modalità riflessione ampia, rinnovata e non limitata ai per la messa in atto di strategie e percorsi di comparti e agli specialismi classici valorizzazione e gestione corretti, consapevoli 11
e sostenibili. Ma, in una lettura del fenomeno vissuti del lavoro non solo contemporaneo. Le industriale, che non voglia essere parziale, si città europee in generale e quelle italiane in prendono in conto anche le eredità negative particolare mostrano infatti i segni di una costituite dalle alterazioni ambientali, stratificazione di attività manifatturiere le cui prodotte dalla passata attività industriale, per radici vanno ben oltre la cronologia delle definire approcci, obiettivi e ricadute sulla rivoluzioni industriali. Vocazioni produttive nostra visione del patrimonio industriale regionali e locali si sono perpetuate nei secoli grazie al prolungato sfruttamento di risorse Le numerose sessioni indicate nella call for naturali e all’affinamento di tecniche e saperi papers, come pure tutti gli eventi inseriti nel attestati dalla longevità di reti idrauliche ed densissimo programma disponibile in rete, infrastrutturali, nonché di opere sociali a attestano il costante sforzo dell’AIPAI di supporto delle attività produttive. Queste mantenersi al passo con l’evoluzione nella localizzazioni di lunga durata sono una visione, nei contenuti, nelle progettualità, caratteristica diffusa del nostro territorio e aggiornando categorie interpretative, metodi e fanno del patrimonio industriale un oggetto di strumenti, sulla spinta dei profondi primario interesse per gli storici cambiamenti in atto sul piano politico, (dell’economia, della società, delle economico, sociale e ambientale. Il mondo costruzioni, dell’architettura, della città, attuale, infatti, è assai lontano da quello degli dell’ambiente) come per i decisori politici ed anni Sessanta-Settanta del Novecento, in cui economici (politiche di pianificazione, azioni nacque e si affermò l’archeologia industriale. progettuali, iniziative imprenditoriali). Ed è molto cambiato anche rispetto a quello degli anni Ottanta, in cui dall’analisi Di qui la permanente importanza di “oggettiva” e dalla salvaguardia delle diffondere l’utilizzazione di corretti strumenti testimonianze fisiche dell’industrializzazione di d’indagine, di tutela e di progettazione si passò, sulla spinta degli imponenti elaborati dalle diverse discipline convergenti fenomeni di de-industrializzazione, alla sul comune campo del patrimonio industriale, dimensione “soggettiva” dei processi di in particolare a servizio di tutti coloro che più patrimonializzazione, dallo scontro tra le di recente ne hanno scoperto le potenzialità: ragioni della cultura e le pressioni ad esempio nella promozione del turismo dell’economia alla ricerca di una industriale, dell’economia delle esperienze o composizione dei diversi e legittimi interessi, dell’heritage marketing come risorsa per le al superamento dell’opposizione tra aziende e per i territori. Nel clima generale di conservazione ed innovazione in nome del ripensamento dei contesti urbani e dei territori rilancio socio-economico e della produttivi vi sono molti ambiti che oggi rigenerazione di quartieri, città e territori. mettono alla prova gli operatori del patrimonio industriale. Ad essi gli Stati Molto è cambiato nel frattempo, ma il Generali intendono offrire una fondamentale recupero del patrimonio industriale rimane occasione per far conoscere e condividere, a strategico e continua a passare per il livello nazionale ed internazionale, ricerche, riconoscimento dei valori propri metodologie, progetti, buone pratiche ed dell’industrial heritage, dal quale è possibile esperienze di riferimento. far riemergere giacimenti della memoria e 12
GKN: “Per questo, per altro, per tutto” Benedetta Celati dialoga con Francesca Gabbriellini «Babbo che cosa vuol dire insorgiamo?» della GKN, riunendosi in piazza della chiede un bimbo al padre, di fronte al lungo Signoria con l’ANPI, adotta ufficialmente striscione con cui si apre il corteo del “Insorgiamo” come motto per identificare la Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi propria battaglia. Bisenzio. «Vieni, andiamo davanti che voglio farti vedere bene» dice il babbo, portando il La storia di GKN Driveline, filiale della figlio ancora più vicino. «Hanno scelto una multinazionale britannica GKN Automotive, specializzata nella produzione di semiassi per parola bellissima. “Insorgiamo” significa che le persone hanno deciso di alzare la testa, il comparto automobilistico e gestita dal 2018 dal fondo di investimento Melrose, è la storia perché si sono stancate di subire. È l’orgoglio di chi vuole reagire. Lo fanno anche per te». di un licenziamento arrivato, per i 422 dipendenti, via PEC, il 9 luglio dello scorso Questa risposta mi colpisce molto, sia per l’emozione che trasmette sia per la forza dei anno, poco prima che esplodesse la crisi in Afghanistan e poco dopo che il Governo, con suoi contenuti. il decreto-legge 99/2021, disciplinasse lo È il 26 marzo 2022, fa piacevolmente sblocco dei licenziamenti per i settori diversi caldo, e a Firenze migliaia di persone si sono dalla moda e dal tessile. Dopo l’annuncio ritrovate nel Parco delle Cascine per sfilare a della chiusura, che avrebbe comportato la fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della perdita del posto di lavoro anche per i GKN, dietro quella parola che ha attirato lavoratori degli appalti esterni, il Tribunale di l’attenzione e stimolato la curiosità del Firenze accoglie il ricorso degli operai, bambino e che rende omaggio alla martinella, accertando la condotta anti-sindacale della campana simbolo della Resistenza proprietà, il cui progetto di liquidazione fiorentina. Era l’11 agosto 1944 quando i viene, tuttavia, portato avanti, fino a quando, suoi rintocchi annunciavano l’insurrezione dei nel dicembre 2021, l’imprenditore Francesco partigiani contro i nazifascisti, per liberare la Borgomeo, advisor di Melrose, ne acquista la città di Firenze. totalità delle quote attraverso la società “Quattro F SpA - Fiducia nel Futuro della È l’11 agosto 2021, Anniversario della Fabbrica di Firenze”, al fine di avviare la Liberazione, quando il Collettivo di Fabbrica 13
reindustrializzazione del sito. E nel frattempo, ragioni di fondo. dal 9 luglio, la fabbrica viene presidiata in maniera permanente dai lavoratori ma anche Si tratta di un «risalita in generalità» voluta prima di tutto dagli stessi lavoratori, dalla grande umanità diffusa che in quello spazio, prima di allora “solo operaio”, ha con la realizzazione di pratiche che superano il contesto nel quale sono state generate, scelto di convergere. proprio perché basate sul riconoscimento La vicenda di GKN, così come la grande della necessità di affrontare unitariamente le organizzazione e mobilitazione dei suoi varie crisi, riscoprendo il ruolo del conflitto dipendenti, acquistano, così, fin da subito, un come imprescindibile strumento di significato che oltrepassa la mera, seppur democrazia. sacrosanta, lotta per conservare il posto di GKN, come viene in rilievo nel dialogo lavoro. con Francesca, è il simbolo di una serie di Ne discuto con Francesca Gabbriellini, cambiamenti profondi legati allo sviluppo dottoranda di Storia Culture e Civiltà presso capitalistico degli ultimi trent’anni e ai suoi l'Università di Bologna, presente nello esiti disastrosi: dalla politica delle stabilimento di Campi Bisenzio dal primo privatizzazioni, accelerata dall’accordo giorno di presidio permanente e, soprattutto, Andreatta-Van Miert, che ha sostituito quella membro del gruppo di ricercatrici e industriale, alle trasformazioni che hanno ricercatori solidali, che da novembre lavora investito il sistema produttivo, con un per creare sinergie virtuose tra saperi operai comparto manifatturiero travolto sia da e universitari. meccanismi, aggressivi, di finanziarizzazione, sia da logiche di reingegnerizzazione in Francesca, che aveva sentito parlare per la senso tecnologico, che hanno spinto in prima volta di GKN nel 2016, attraverso maniera crescente verso processi di un’altra vertenza, quella della Bekaert di digitalizzazione. Figline Valdarno, mi racconta di come quasi immediatamente le interconnessioni tra le L’automotive, in particolare, è al centro di azioni del Collettivo di Fabbrica e le questi mutamenti, con l’ingresso, anche in principali questioni che interrogano il nostro GKN, sia di un fondo speculativo, sia di tempo siano emerse con forza. La Industria 4.0, ultima forma di “strategia dimensione politica della rivendicazione è industriale” realizzata in Italia per incentivare sempre stata chiara, a partire dalla domanda la transizione digitale delle imprese. Si tratta posta da Dario Salvetti, delegato sindacale di del resto di un settore profondamente in crisi, GKN, il 24 luglio, al primo corteo nazionale nel quale la ristrutturazione appare imposta di Campi Bisenzio: «Siete venuti in migliaia a non tanto da pure esigenze di riconversione chiederci come stiamo. Ma voi invece come ecologica, con cui si giustifica, irenicamente, state?». Eh sì, perché alla base della il passaggio all’elettrico, quanto semmai dal mobilitazione vi è la volontà di federare bisogno di aumentare il tasso di profitto persone che, pur appartenendo a categorie attraverso la creazione di nuovo valore. diverse, partecipano, di fatto, a una Francesca mi racconta di come in GKN, condizione comune di insicurezza e precariato, o ne riconoscono, quantomeno, sulla falsariga di ciò che era già avvenuto nella Bekaert di Figline Valdarno, l’esistenza, unendosi nella prospettiva di indagarne analiticamente e criticamente le l’implementazione della tecnologia sia stata 14
repentina e si sia accompagnata a una 8&idDocumento=3306&sede=&tipo=). progressiva destrutturazione aziendale, che ha avuto riflessi sulla parte occupazionale. I Ma per Francesca il punto focale sul quale concentrarsi è l’impegno profuso dal lavoratori, colpiti in prima persona da questa trasformazione, però, hanno sempre ritenuto Collettivo nel decostruire determinate narrazioni dominanti, a partire dal binomio essenziale riportare la loro posizione contingente all’interno di una riflessione più “fame o fumo”, ovvero dal ricatto della scelta tra lavoro e ambiente che ha reso non ampia. Per questo motivo la battaglia di GKN è inclusiva e vocata a rompere lo schema comunicanti due mondi che dovevano, invece, necessariamente essere congiunti. delle divisioni per rimettere in gioco una prassi, estremamente feconda, di mutualismo Dopo “Insorgiamo”, l’altra locuzione che costruttivo, dove ognuno contribuisce segna la giornata del 26 marzo è del resto una condividendo le proprie competenze e reti di frase altrettanto evocativa: “Per questo, per relazioni. Gli operai, nell’ambito del presidio, altro, per tutto”, che sintetizza una delle idee organizzano visite guidate della fabbrica, più potenti su cui si fonda l’azione di GKN, la mostrando orgogliosamente, a chi si iscrive a convergenza delle lotte, a partire dalla fare i picchetti, i macchinari che hanno saldatura tra quelle operaie e ambientali, imparato ad usare, e raccontando con fierezza fusione siglata con l’incontro, il 30 ottobre in cosa consiste il loro lavoro. E gli “altri” – 2021, con Fridays for future, nel corteo l’umanità diffusa che si è riunita a Campi organizzato a Roma per il G20. Bisenzio – cominciano così a offrire, a propria volta, un contributo in termini di conoscenze. Sicuramente la forza di GKN è l’unione Viene creata l’assemblea del gruppo di nelle differenze, che trova la sua prima supporto, composta da tutti coloro che evidente manifestazione nell’obiettivo di vogliono sostenere il Collettivo di Fabbrica congiungere giustizia climatica e sociale, ma proponendo soluzioni per le diverse necessità anche nella volontà di annientare, che emergono dall’interazione con le smontandolo dall’interno come una sorta di progettualità di quest’ultimo. strategia di difesa, qualsiasi tentativo di strumentalizzazione delle contrapposizioni, Dal momento che il licenziamento è sovente utilizzate per speculare sull’incapacità dovuto alla prospettiva di una dei sindacati e delle organizzazioni politiche delocalizzazione della produzione che di riunire e rappresentare le disuguaglianze. l’azienda vorrebbe attuare, la prima istanza di GKN occupata è quella di immaginare una Francesca mi spiega che è possibile, in legge anti-delocalizzazioni scritta “non sulle questo senso, fare riferimento a un prima 18 teste dei lavoratori ma con le teste dei settembre e a un dopo 18 settembre. In lavoratori”. In assemblea ci si attiva, quella data veniva fatta una chiamata alla pertanto, per contattare tutti i giuristi che mobilitazione nazionale in nome della avrebbero potuto appoggiare questa causa, necessità di fermare le lettere di lavorando all’elaborazione del testo, poi licenziamento. Successivamente le effettivamente presentato in entrambi i rami rivendicazioni, come sottolineato, si sono del Parlamento strutturate secondo un grado di maggiore (https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Dd complessità, dando luogo a una liter/54522.htm partecipazione che è rimasta sempre molto https://www.camera.it/leg18/126?tab=&leg=1 alta nei numeri ma è indubbiamente mutata 15
nella composizione. “Per questo, per altro, libertà di iniziativa economica ne stabilisce per tutto” è un messaggio che viene spiegato anche i limiti (ai quali oggi si aggiunge la visivamente dalla grande eterogeneità di tutela dell’ambiente). Se da un lato, a Campi persone che vedo in strada il 26 marzo, dalla Bisenzio, questo legame è andato moltitudine di piazza Santa Croce che si rafforzandosi, dall’altro, a Piombino, si sta trasforma in un porto accogliente e mi ricorda gradualmente dissolvendo, almeno nella sua una meravigliosa definizione che la comunità capacità di contribuire alla costruzione di di Santa Fede Liberata, a Napoli, ha dato della un’identità condivisa. propria esperienza: “uno spazio che accetta Per questo, l’esperienza di GKN merita di la contraddizione”. essere raccontata come simbolo e come “Siamo natura che insorge”, dice prassi. Francesca, è uno striscione dal fortissimo impatto visivo che illustra la convergenza tra Intanto perché ci ricorda della profonda relazione che unisce il mondo operaio e la operai e movimenti ambientalisti. E in effetti, mi viene da pensare, c’è del mutualismo Resistenza, della quale la battaglia di anche in questo, nella contaminazione che Piombino del 10 settembre 1943 è un conferisce, da un lato, una visione sistemica, fondamentale esempio. Poi, perché illumina e, dall’altro, una dimensione politica, su un percorso e su un metodo che anche in questo contesto potrebbero essere sovente adombrata nei movimenti per il clima. sperimentati. Il Collettivo di Fabbrica GKN si è GKN, nel dopo 18 settembre, ha poi intrapreso un vero e proprio tour per interrogato sulla necessità di capire cosa produrre una volta riavviata l’attività in base riconoscersi e partecipare alle battaglie altrui, andando a scoprire un ecosistema, a tratti alla consapevolezza che occorre allineare la produzione con la sostenibilità ambientale. desolante, composto di realtà che descrivono un mondo del lavoro su più fronti sotto L’ottica è quella di ragionare nei termini di un vero e proprio piano industriale, che è stato attacco. Il 25 novembre sono venuti anche a Piombino, città-fabbrica, come ricorda pensato e redatto insieme al gruppo di ricercatrici e ricercatori solidali, di cui Lungonelli in questo numero di Nautilus, e secondo polo industriale d’Italia, dopo Francesca fa parte, e ai docenti dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna. Taranto, dove la crisi della siderurgia – descritta invece nel contributo di Pasquinucci Il piano, esito di questa collaborazione – si lega a doppio filo con la “crisi della tra competenze della fabbrica e lotta”, ossia con la difficoltà, sempre più dell'università, si iscrive in una logica di evidente, di ragionare in termini collettivi, programmazione, cercando di formulare delle riuscendo a sviluppare proposte sulle quali proposte in termini di contenuti – la imperniare le proprie rivendicazioni. realizzazione di un polo di mobilità sostenibile nel sito di Campi Bisenzio – ma Queste due realtà sembrano divise dal diverso peso che gioca per ognuna il senso di anche di approcci, non più adagiati sugli incentivi o sull’assistenza fornita dagli appartenenza, alla fabbrica ma soprattutto al territorio, argine e baluardo per la ammortizzatori sociali ma incuneati in una prospettiva di politica industriale preservazione dei diritti, tutelati dalla Costituzione repubblicana, che nel garantire la propriamente intesa. Come dicono loro, 16
sottolinea Francesca, riferendosi ai lavoratori intrappolato in sterili schermaglie incardinate di GKN, mantenere un ancoraggio con la più su questioni lessicali che sull’analisi componentistica del comparto automotive è approfondita delle proposte. essenziale, perché «qualsiasi cambio di destinazione produttiva equivale a una Le parole, invece, si meritano di più, perché veicolano concetti e perché hanno il riconversione subita». potere di coinvolgere le persone, non solo Piombino è una realtà diversa, per la convincendole a partecipare ma soprattutto quale però queste riflessioni possono valere costringendole a porsi domande sui loro molto, in particolare quando il dibattito significati, come fanno i bambini e come sull’alternativa tra deindustrializzazione dovremmo tutti reimparare a fare. (nella direzione della diversificazione e dello sviluppo del turismo?) e reindustrializzazione (in chiave ecologica?) del territorio rimane 17
I signori dell’acciaio La crisi della siderurgia a Piombino di Giorgio Pasquinucci lavoratori a non rientrare, grazie anche al La ribattezzarono piazza della Solidarietà. ricorso Fino a qualche mese prima era solo un brulicante parcheggio di auto, scooter e biciclette davanti all’ingresso della portineria agli ammortizzatori sociali. Per quelli che operai. A Roma avevano deciso: lo Stato restano si avvia tuttavia un duro percorso di abbandonava l’acciaio. L’Iri, dopo aver confronto col nuovo “Padrone delle trascinato la ricostruzione del Paese nel Ferriere”. Cresce la conflittualità con i dopoguerra, era cresciuta così tanto dal sindacati. diventare un gigante ingovernabile: dall’acciaio alle auto, dal petrolio ai Baci Il percorso di declino della grande industria Perugina. siderurgica, quella che a metà degli anni Settanta era giunta ad occupare oltre 8mila Alla fine del 1991, per pony express, arrivano lavoratori, era tuttavia avviato da tempo. nella case dei piombinesi centinaia di lettere di licenziamento. La fabbrica, prima di essere Negli anni Ottanta l’Europa dichiara la crisi ceduta, doveva essere “ripulita” dagli esuberi. manifesta dell’acciaio. Il piano della ristrutturazione della siderurgia viene affidato Si avviano giorni drammatici. Il sindacato al commissario europeo Etienne Davignon. proclama lo sciopero ad oltranza, l’azienda da Si chiudono stabilimenti in Belgio e in lì a poco mette in stand- by l’altoforno. È lo Germania. sciopero più lungo del dopoguerra. Per 39 giorni piazza della Solidarietà si riempie di Piombino resiste, anzi cresce, grazie a due lavoratori. Per scaldarsi si brucia legna in nuovi impianti appena inaugurati (1978): grandi bidoni, si mangia in piedi un piatto di l’altoforno 4, allora uno dei più grandi di pasta scondito per mantenere il presidio e Europa che sfiora una capacita di 2milioni di anche perché, a casa, il cibo per molti ghisa all’anno, e il treno vergella. Già erano comincia a scarseggiare. Blocchi stradali e state introdotte sensibili innovazioni con la ferroviari, ogni giorno una manifestazione per eliminazione dei forni a pozzo e le vie della città. l’introduzione delle colate continue. Ma la strada della privatizzazione è segnata. Vecchi impianti, come il Blooming e il Taranto a Riva, Piombino a Lucchini, laminatoio 550, avevano già cessato Bagnoli chiude. Saranno ancora centinaia i l’attività. Più tardi, con benefiche 18
conseguenze per l’ambiente ma non senza La crisi si ripresenta nel 2005, alle soglie ripercussioni industriali, sarà dismesso anche della scadenza di pagamento di un bond da l’agglomerato, di fatto mutilando il ciclo 800 milioni di euro che avrebbe significato il integrale. fallimento dell’intero impero Lucchini. Investimenti e aggiornamento tecnologico, Il salvataggio arriva dalla Russia. La tuttavia, non frenano del tutto la crisi. Durante Severstal di Aleksej Mordashov, oligarca gli anni Ottanta si assiste ad un massimo che ha fatto fortuna al tempo della caduta ricorso alla cassa integrazione e al dell’URSS, acquisisce prima il 60% della ridimensionamento dell’occupazione, tanto da Lucchini fino ad arrivare alla completa indurre l’Ilva e la Spi (Società promozione proprietà, fatta eccezione per la Lucchini Rs industriale) a mettere in campo progetti di Lovere che resta saldamente in mano della alternativi sul territorio che avrebbero dovuto famiglia. compensare la perdita di posti di lavoro in Anche Mordashov investe qualcosa, ma siderurgia (progetti non decollati o falliti nel giro di pochi anni). soprattutto annuncia ai sindacati un ambizioso programma di potenziamento. La produzione Al di là degli aspetti legati alla conflittualità dell’altoforno avrebbe dovuto crescere fino ad sindacale, l’arrivo a Piombino coincide con una capacità di 3 milioni di tonnellate una espansione dell’impero siderurgico di attraverso il potenziamento dei cowper e Luigi Lucchini, già proprietario della l’aumento della produzione di acciaio avrebbe Magona, che acquisisce in Francia gli dovuto essere sfruttata da un nuovo mini mill stabilimenti dell’Ascometal e l’acciaieria per la produzione di coils. polacca di Nova Huta, nonché alcuni La crisi stavolta arriva dagli Stati Uniti, dove impianti nel Regno Unito. Investe consistenti cifre anche a Piombino, dove nel 1998 viene Severstal aveva acquistato alcune vecchie acciaierie della Ford. Il fallimento della completamente rifatto l’altoforno, realizzata una nuova centrale elettrica per sfruttate i Lehman Brothers segna nel 2008 l’inizio di una recessione mondiale che si prolungherà fumi di altoforno e cokeria, ristrutturata completamente la batteria coke da 75 forni e fino al 2013. revampata la vecchia 24 forni. Nel 2010 Mordashov si presenta nella sala Giusti o sbagliati, si calcola che durante la sua del consiglio comunale di Piombino per dire gestione, Lucchini abbia investito nello che la Lucchini e l’Europa non sono più stabilimento circa un miliardo delle vecchie strategiche per Severstal. Dopo aver ricercato lire. Soldi anticipati dalle banche che, nel invano un compratore, mette al sicuro il suo 2003, di fronte a una crisi finanziaria del capitale vendendo il 51% della Lucchini ad una sua società cipriota e offrendo alle banche gruppo, incaricano il commissario Enrico Bondi di ristrutturare la società, che viene il risarcimento che sarebbe venuto dalla suddivisa tra le Business Unit di Lucchini vendita di Ascometal. Di fonte ad un debito di circa 770 milioni, anche questa soluzione si Piombino SpA, Ascometal e Lucchini Sidermeccanica di Lovere. rivela impraticabile. Così si arriva, nel dicembre nel 2012, alle procedure previste Bondi, tuttavia, non riesce a replicare il dalla legge Marzano e alla nomina di un successo ottenuto nella ristrutturazione della commissario straordinario da parte del Parmalat. 19
Governo. La società è dichiarata insolvente il semmai, in seconda istanza, a valutare 7 gennaio del 2013. l’ipotesi del commissario. Proprio ciò che aveva salvato lo stabilimento La prima ricerca di acquirenti da parte del alla fine degli anni Settanta, si rivela la vera commissario cade nel vuoto, al secondo palla al piede dell’acciaieria. La contrazione tentativo si presenta la Jsw con una proposta della domanda impone una riduzione dello che si limita alla acquisizione dei laminatoi e sfruttamento dell’altoforno, che dimezza la al mantenimento di circa 750 lavoratori su sua produzione senza dimezzare i costi del 2200. suo mantenimento in attività. Nel contempo Il bando viene riaperto a seguito della gli accorgimenti adottati ne accorciano la vita. La battaglia sindacale si barrica sul proposta migliorativa presentata dalla Cevital di Issad Rebrab, che presenta un piano mantenimento dell’area a caldo e fallisce. Sulla base di argomenti occupazionali e diversificato in cui rientrano siderurgia, agroalimentare e logistica portuale. Ma ambientali, si arena anche l’ipotesi avanzata dal commissario Piero Nardi di realizzare Rebrab non ce la fa, ha difficoltà ad esportare una acciaierie elettrica al posto di uno dei capitali dall’Algeria e non trova supporto convertitori. dalle banche Europee. È costretto a cedere il passo di nuovo a Jindal, che nel 2018 Così come decade l’interesse a rilevare gli acquisisce la proprietà dello stabilimento impianti di un raggruppamento di industriali presentando un piano di sviluppo assai del Nord (Duferco, Acciaierie Venete ambizioso. Feralpi), interessato soprattutto a trovare uno sbocco per la propria produzione di acciaio, Un piano di cui Piombino non vedrà neanche l’inizio e, purtroppo, siamo ai giorni nostri. 20
La fabbrica e la comunità Un caso da ripensare di Michele Lungonelli Un’analisi del processo d’industrializzazione cui tanti piccoli e grandi centri urbani della in Toscana tra Otto e Novecento evidenzia fin penisola vanno incontro tra fine Ottocento e dalla fase di avvio la presenza di svariati primo Novecento. Attorno ad essa si vengono esempi di one company-towns, cioè di stabilendo non solo comportamenti collettivi, esperienze di sviluppo manifatturiero ritmi e consuetudini di vita scanditi dal lavoro profondamente segnate dall’insediamento di operaio, ma anche relazioni sociali nelle quali nuclei produttivi a forte monocultura si affermano spinte emancipatrici e nuove e industriale. Tra i casi più significativi quelli di diverse sfere di azione politica. Larderello, Abbadia San Salvatore, Rosignano, Campo Tizzoro. Già al momento nel quale si realizza in Italia il primo censimento delle attività industriali Risulta invece più difficile assimilare a questi (10 giugno 1911) Piombino è divenuta uno ultimi la realtà di Piombino, un caso per il dei poli della nuova siderurgia nazionale quale la storiografia in argomento (P.Favilli, nonché punto di riferimento di un più vasto I.Tognarini) ha preferito far ricorso ad comprensorio comprendente i nuclei un’espressione come città-fabbrica, ritenuta produttivi dell’isola d’Elba e il complesso probabilmente più idonea per descrivere una maremmano di Follonica. A questa data è crescita frutto della presenza di attività possibile cogliere alcune sostanziali diversità certamente monorientate ma anche nella condizione lavorativa ed esistenziale significativamente diverse in particolare nella degli occupati nelle due aziende e l’apporto gestione della forza lavoro e tali da della Magona d’Italia si segnala fin determinare per un lungo periodo un diverso e dall’inizio per una più accurata qualità dello più profondo senso di appartenenza, sviluppo. L un’identità più forte in sostanza, per i ’origine britannica dei fondatori e lo stretto lavoratori della Magona d’Italia rispetto a quelli delle acciaierie Ilva. Per i primi non è rapporto stabilitosi con alcune aziende gallesi porta ad adottare criteri di gestione della forza infatti azzardato adoperare un concetto vulnerabile e sfuggente ma di grande lavoro sperimentati in una realtà all’epoca incomparabilmente più avanzata. Gli esempi suggestione con il quale in anni passati si è segnalata una posizione elitaria all’interno del più eclatanti di questa politica gestionale si colgono non solo in una condizione salariale proletariato industriale, quello di aristocrazia operaia. mediamente più elevata rispetto a quella riscontrabile in altre aziende del settore, ma In entrambi i casi è comunque la fabbrica anche nella previdenza antinfortunistica, l’elemento centrale di quella modernizzazione messa in atto prima ancora che la legislazione 21
italiana ne sancisse l’obbligatorietà e nelle particolare con la “mitica serie B”. otto ore di lavoro, che per la maggioranza degli addetti all’industria sarà una conquista Ma all’inizio degli anni Cinquanta il sogno si trasforma in un incubo. Una drammatica crisi solo al termine del primo conflitto mondiale. Se a questo si aggiunge l’impegno aziendale, protrattasi per oltre un quadriennio, segna il tracollo del mito Magona e l’inizio di dell’azienda sullo scottante tema delle abitazioni operaie, una questione di basilare un percorso molto diverso. importanza in un contesto urbano al centro di A quegli anni d’oro, per i quali Gianni una tumultuosa crescita demografica, credo Rodari in un racconto (La famosa pioggia di non si faccia fatica a comprendere come nel Piombino) delle sue celebri Favole al telefono proletariato piombinese si affermi (1962) ha usato forse la metafora più efficace: rapidamente il mito Magona. “la pioggia durò poco ma lasciò le strade La condizione privilegiata degli operai coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi”, credo magonisti prosegue e si intensifica negli anni del regime fascista, sostenuta dagli eccellenti convenga tornare a guardare, senza inutili risultati economici dell’impresa, con il varo di rimpianti ma per la lezione che se ne può altre misure di welfare (asilo Spranger) e con trarre. il pieno coinvolgimento dell’azienda nelle L’attenzione prestata al lavoro, al benessere iniziative dell’Opera Nazionale Dopolavoro, del proprio personale e alla comunità di arrivando al culmine nel 1938 con la appartenenza è un’indicazione preziosa e una decisione di contribuire al rilancio del calcio riprova che lo sviluppo economico può essere municipale mediante la costruzione di uno accompagnato e sorretto da principi diversi da stadio pienamente rispondente a questa quelli, francamente allarmanti, che il nuovo esigenza. Un evento quest’ultimo destinato a capitalismo globalizzato ci ha messo di fronte lasciare una traccia profonda nella memoria negli ultimi decenni. Gli esempi ai quali cittadina (G.Salvini, Calcio, acciaio e rifarsi nel nostro passato non mancano e per socialismo. Il sogno svanito di Piombino, “Il cambiare rotta non è mai troppo tardi. Fatto Quotidiano”, 26 luglio 2021), in 22
Industria e Turismo Gli esordi della Solvay a San Carlo di Rossano Pazzagli Oggi l’industria e il turismo evocano un contrasto, lavorazione e il trasporto del minerale. un’incompatibilità, quasi un’antitesi. Eppure, nell’esperienza storica - dal classico caso inglese Il Gruppo Solvay era stato fondato a Bruxelles del ‘700 alla più tardiva industrializzazione nel 1863 per produrre il carbonato di sodio con italiana - questi due settori sembrano integrarsi e soda e ammoniaca tramite un innovativo processo sovente svilupparsi in parallelo. L’industria, allora industriale, che aveva bisogno del calcare come simbolo di modernità, creava le condizioni di base materia prima. Il gruppo Solvay, che si venne (reddito e tempo libero) per la pratica turistica, affermando nei settori farmaceutico e chimico, prerequisiti difficilmente presenti nelle dopo la prima fabbrica a Charleroi, cominciò la tradizionali società rurali. Talvolta erano gli stessi sua espansione internazionale, giungendo negli imprenditori ad affiancare all’attività industriale anni ’10 anche in Italia con lo stabilimento di servizi di tipo ricreativo. Rosignano, che diventerà per questo una company town, cioè una cittadina pensata interamente per i Come già era avvenuto ai primi del Novecento bisogni dell’azienda, dei lavoratori e delle loro con l’impresa mineraria inglese dell’Etruscan famiglie. Mines nelle colline verso Campiglia Marittima, così a partire dagli anni ’20 i belgi della Solvay Le rocce calcaree del Monte Calvi erano dunque arrivarono a San Carlo, nello stesso versante del obiettivo funzionale al rifornimento del polo di Monte Calvi, il rilievo più a sud della Provincia Rosignano. Così, dopo aver progettato la cava, di Livorno. Questo determinò una sensibile Ernest Solvay concepì il villaggio di San Carlo trasformazione del piccolo borgo costiero di San ispirandosi agli esperimenti urbanistici europei di Vincenzo, dove stava emergendo una prima forma inizio ‘900 e riecheggiando la visione utopistica di turismo balneare, i cui inizi erano stati favoriti elaborata nel secolo precedente da Robert Owen, tra ‘800 e ‘900 dall’arrivo della ferrovia e che aveva lanciato la tesi dell’assistenza agli dall’intraprendenza degli stessi inglesi, inventori operai anche fuori dal luogo di lavoro. europei del turismo al mare. La Solvay aveva dunque un approccio La vicenda della cava e degli impianti della imprenditoriale che rimandava al capitalismo Solvay a San Carlo, località a circa cinque paternalistico, nel quale la funzione organizzativa chilometri da San Vincenzo, cominciò a prendere dell’impresa non riguardava soltanto il lavoro e la forma nel 1926, quando la società belga acquistò produzione, ma si estendeva a tutti gli aspetti della un appezzamento di circa 150 ettari avviando vita sociale della comunità che ruotava attorno al un’impresa industriale con l’apertura delle cave di sito produttivo. calcare e la realizzazione di impianti per la Negli anni ’30 anche San Carlo divenne una 23
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