Studio strategico sull'anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo
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Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo Con il sostegno finanziario della Commissione Europea
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” 2
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Indice SINTESI DEL QUADRO STATISTICO SETTORIALE .............................................................................. 5 SINTESI DELL'ANALISI SOTTOSETTORIALE .................................................................................... 15 POSSIBILE INVERTIRE LA TENDENZA? ........................................................................................................... 17 LA SITUAZIONE PER SETTORE ..................................................................................................................... 18 SETTORE TIC EUROPEO: ANALISI SWOT (PUNTI DI FORZA, PUNTI DEBOLI, OPPORTUNITÀ E MINACCE) .................. 244 SINTESI DEI RAPPORTI PER PAESE................................................................................................ 25 POLITICHE PER L'ISTRUZIONE IN MATERIA DI TIC ............................................................................................ 25 POLITICHE FISCALI .................................................................................................................................... 26 POLITICHE PER L'INNOVAZIONE .................................................................................................................. 28 LE NOSTRE RACCOMANDAZIONI SINDACALI PER UN SETTORE TIC EUROPEO PIÙ COMPETITIVO, CHE INCLUDA PIENAMENTE LA DIMENSIONE SOCIALE .......................................... 30 SINTESI ESECUTIVA .................................................................................................................................. 30 RACCOMANDAZIONI IN MATERIA DI POLITICA INDUSTRIALE E SOCIALE................................................................ 33 POLITICA INDUSTRIALE: SFRUTTARE L’OPPORTUNITÀ OFFERTA DA “INTERNET DELLE COSE” NEI MERCATI “LOCOMOTIVA” DELLE APPLICAZIONI........................................................ ERROR! BOOKMARK NOT DEFINED. POLITICA SOCIALE: PER UN LAVORO MIGLIORE IN AMBIENTE DIGITALE ........ ERROR! BOOKMARK NOT DEFINED. RACCOMANDAZIONI DI AZIONE INTERNA DA PARTE DEI SINDACATI ............................................ 59 ESERCITARE PRESSIONI SULLE AUTORITÀ PUBBLICHE PER SOSTENERE L'ADOZIONE DI POLITICHE INDUSTRIALI E SOCIALI ................................................................................................................................................. 59 ADATTARE STRUMENTI E STRATEGIA DI AFFILIAZIONE SINDACALE ALLA TRASFORMAZIONE DIGITALE DEL POSTO DI LAVORO ............................................................................................................................................. 60 COSA ASPETTARSI DALL'ATTUAZIONE DI QUESTE RACCOMANDAZIONI? UNA PRIMA VALUTAZIONE QUANTITATIVA PER L'ANNO 2022 ....................................................................... 62 METODOLOGIA PER LA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI ..................................................................................... 62 SITUAZIONE DOPO L'ATTUAZIONE DELLE RACCOMANDAZIONI........................................................................... 63 3
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Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Sintesi del quadro statistico settoriale Questo capitolo si basa sulle informazioni dettagliate presenti nell'Appendice 1 della relazione (in lingua inglese), disponibile al seguente URL: Il settore TIC europeo sta Mercato TIC per regione (mld €, fonte: perdendo terreno rispetto a Digiworld) USA e Asia 1400 Il valore globale del mercato 1200 TIC è stato stimato a 3.625 mld 1000 2011 di euro nel 2014 da IDATE, in 800 2012 crescita costante negli ultimi 600 quattro anni. Crescita che 2013 400 dovrebbe proseguire nei 2014 prossimi anni, superando i 200 2017 4.000 mld di euro entro il 2017. 0 North Europe Asia/Pacific ROW America Peso dell'Europa (% di vendite, fonte: Eurostat) Tuttavia, il mercato TIC europeo Telecom services è in calo dalla crisi del 2008-2009, Telecom equipment pur avendo evidenziato una 28,0% piccola ripresa nel 2014. La IT Software & computer services tendenza europea è 23,0% IT Computer chiaramente opposta a quella hardware della grande crescita riscontrata TV/video services negli USA e, soprattutto, in Asia. 18,0% Pertanto, dal 2011, il peso dell’UE Consumer elctronics nel mercato globale si è ridotto 13,0% Total di quasi tre punti percentuali, 2011 2012 2013 2014 2017 che diventano ben cinque nel sottosettore dell’elettronica di consumo. Fra i fattori che contribuiscono maggiormente a questo scenario, ricordiamo la crescita di grandi mercati di consumo (Cina, India, ecc.), la sempre maggiore esternalizzazione in Asia a causa della competitività a livello di costi e l’ascesa dei campioni asiatici dell’elettronica (TSMC, Huawei, Samsung, ecc.). Analogamente, la percentuale UE dell’export di computer e di prodotti ottici ed elettronici era solo del 18% nel 2013, in calo rispetto al 24% del 2007. Sintesi del quadro statistico settoriale 5
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Occupazione e valore aggiunto hanno risentito dell’indebolimento dell’Europa Occupazione nell'UE - Settore TIC 3 000 000 2 500 000 2 000 000 1 500 000 1 000 000 500 000 0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Software development for industry (part of 62) Embedded electronics in aeronautics, rail, ships (part of 30.1 to 30.3) Automotive electronics (29.31) Medical electronics (26.6) Smart grids (27.12) Industrial automation (26.51 + part of 28.4 & 28.9) Pure Electronics (26.1 to 26.4) Secondo Eurostat, l’intero settore TIC UE (compresi i servizi di sviluppo software dedicati all’industria) ha registrato un crollo del proprio valore aggiunto nel 2009 (a 147 mld di euro), seguito da una lenta ripresa, con un aumento complessivo del 3% fra 2008 e 2013 (da 169 a 174 mld di euro). L’occupazione ha seguito un andamento analogo (netto declino nel 2009 a 2,5 milioni di occupati, seguito da una ripresa), ma il risultato complessivo è una riduzione dell’occupazione del 3% nello stesso periodo (da 2,7 a 2,6 milioni di occupati). Circoscrivendo il contesto, il valore aggiunto nel settore di produzione delle TIC (ad esclusione dei servizi di sviluppo software dedicati all’industria) è diminuito nel periodo (- 1%), mentre l’occupazione è scesa più drasticamente (-8%, da 2,2 a 2,0 milioni), ma è rimasta stabile dal 2009. 6 Sintesi del quadro statistico settoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Nota metodologica: il settore TIC viene scarsamente preso in considerazione dalle categorie statistiche esistenti (i codici NACE). Nel presente rapporto abbiamo assemblato, come segue, un quadro statistico del settore TIC. Categorie statistiche esistenti (codici NACE) Percentuale della categoria ritenuta appartenere al settore TIC* 26.1: Fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche 100% 26.2: Fabbricazione di computer e unità periferiche 100% 26.3: Fabbricazione di apparecchiature per la comunicazione 100% 26.4: Fabbricazione di prodotti di elettronica di consumo 100% 26.51: Fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, prova e 100% navigazione 26.6: Fabbricazione di strumenti per irradiazione, apparecchiature 100% elettromedicali ed elettroterapeutiche 27.12: Fabbricazione di apparecchiature per la distribuzione e il 100% controllo dell’elettricità 28.4: Fabbricazione di macchine per la formatura dei metalli e di altre 25% macchini utensili 28.9: Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali 15% 29.31: Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche per 100% autoveicoli 30.1: Costruzione di navi e imbarcazioni 5% 30.2: Costruzione di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario 10% 30.3: Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi 40% dispositivi 62: Programmazione, consulenza informatica e attività connesse 20% (*) Queste percentuali sono state stimate dal project team, e cercano di catturare: la percentuale di valore aggiunto del prodotto finale fatto di elettronica e software (il caso di macchinari e attrezzature di trasporto); o la percentuale dell’attività totale dedicata al settore, sulla base della percentuale del settore nell’intera economia (il caso dello sviluppo di software). Sintesi del quadro statistico settoriale 7
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” I paesi principali per l’occupazione nel settore TIC sono la Germania con 630.000 occupati. Un dato tre volte superiore a quello della Francia, secondo paese più importante nell’UE; a seguire, Regno Unito e Italia. Gli Stati membri con la percentuale più alta di lavoratori nel settore TIC industriale rispetto all’intera forza lavoro industriale sono Irlanda (20,4%), Ungheria (11,0%) e Finlandia (10,7%), seguiti da Germania, Romania, Svezia, Estonia, Regno Unito e Francia. Numero di occupati (migliaia), 2013 20,4% 700 25% 600 20% 500 11,0% 10,7% 400 15% 9,3% 8,8% 8,8% 8,4% 8,1% 8,0% 7,8% 7,2% 6,9% 300 6,3% 10% 5,8% 5,2% 4,9% 4,6% 4,3% 4,3% 3,8% 59 3,4% 16 3,1% 200 16 2,5% 5 2,4% 6 2,4% 2 1,8% 5 1,7% 5% 100 102 629 210 208 187 108 34 12 73 53 52 36 36 33 33 26 22 8 0 0% Romania Latvia Bulgaria Slovakia Greece Lithuania Sweden Austria United States (2011) Italy Poland Hungary Czech Republic Portugal Slovenia Finland Denmark Estonia Germany United Kingdom Spain Netherlands Belgium Norway (2011) Ireland Croatia France Industrial ICT sector Share of industrial ICT sector in "Total manufacturing" 8 Sintesi del quadro statistico settoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Esistono netti contrasti fra sottosettori Valore aggiunto al costo dei 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Evoluzione fattori (mld €) 2008-2013 Elettronica pura (da 26.1 a 26.4) 52,4 43,3 45,4 41,1 38,7 38,5 -27% Automazione industriale (26.51 + 33,8 28,1 33,7 37,3 38,1 38,9 15% parte di 28.4 e 28.9) Reti intelligenti (27.12) 23,2 22,5 26,2 25,4 26,8 27,9 20% Elettronica medicale (26.6) 4,0 4,3 4,5 4,7 4,9 4,8 20% Elettronica per autoveicoli 6,8 4,8 5,5 5,9 5,8 6,5 -4% (29.31) Elettronica integrata in sistemi 12,6 11,4 12,1 12,7 14,2 15,3 22% aeronautici, ferroviari, navali (part of 30.1 to 30.3) TOTALE SETTORE PRODUZIONE 132,8 114,3 127,5 127,2 128,4 132,0 -1% Sviluppo di software per 36,0 33,0 34,9 37,6 40,4 42,0 17% l’industria (parte di 62) TOTALE 168,8 147,3 162,4 164,8 168,8 174,0 3% Il settore dell’elettronica “pura” (codici NACE da 26.1 a 26.4: componenti, computer, apparecchiature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo) ha registrato un fortissimo calo economico fra il 2008 e il 2013 (valore aggiunto -27%). Su scala minore, in declino anche l’elettronica per il settore automobilistico (-4% nello stesso periodo). Tutti gli altri sottosettori (automazione industriale ed elettronica integrata in veicoli o macchinari; programmazione software per l’industria) hanno invece conosciuto una poderosa crescita dopo la crisi del 2009 e hanno raggiunto, nel 2013, livelli di valore aggiunto che superano dal 15 al 22% i rispettivi livelli dal 2008. Queste evoluzioni contrastanti ne compensano un’altra: in termini di valore aggiunto, il settore TIC (compresa la programmazione software per l’industria) è leggermente cresciuto nel periodo 2008-20013 (+3%), mentre la parte industriale ha perso in modo solo marginale (-1%). Sintesi del quadro statistico settoriale 9
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Numero di occupati (migliaia) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Evoluzione 2008-2013 Elettronica pura (da 26.1 a 26.4) 822 705 684 672 644 612 -25% Automazione industriale (26.51 + 524 515 514 522 545 556 6% parte di 28.4 e 28.9) Reti intelligenti (27.12) 379 373 385 386 393 402 6% Elettronica medicale (26.6) 50.1 48.6 53.3 53.0 53.6 54.1 8% Elettronica per autoveicoli (29.31) 236 198 195 201 201 207 -12% Elettronica integrata in sistemi 160 163 157 157 161 164 3% aeronautici, ferroviari, navali (part of 30.1 to 30.3) TOTALE SETTORE PRODUZIONE 2.170 2.004 1.988 1.990 1.996 1.996 -8% Sviluppo di software per 506 498 523 540 560 600 19% l’industria (parte di 62) TOTALE 2.676 2.501 2.511 2.530 2.556 2.596 -3% L’evoluzione dell’occupazione non è positiva come quella del valore aggiunto. Il settore dell’elettronica “pura” ha riscontrato un netto calo (-25%) nel periodo 2008-2013. Negli altri settori, la ripresa a seguito della crisi del 2008 è iniziata più tardi (nel 2010). Nel settore dell’elettronica per gli autoveicoli, la ripresa non compensa le prime perdite, con un calo complessivo dell’occupazione (-12%) per il periodo considerato. Negli altri settori industriali TIC, le percentuali di miglioramento sono state modeste (da +3 a +8%). Solo lo sviluppo di software per il settore registra una solida crescita dell’occupazione nel periodo (+19%). Questo è anche il caso di alcuni paesi europei in cui la dinamica è, tuttavia, leggermente migliore La maggior parte dei paesi UE è stata colpita duramente dalla crisi del 2009 e la ripresa, fino al 2013, è stata modesta. I paesi più colpiti dal 2008 sono stati: Croazia (occupazione nel settore TIC -48% fra il 2008 e il 2013), Grecia (-43%), Repubblica ceca (-37%), Belgio (-34%), Finlandia (-32%), Ungheria (-32%), Slovacchia (-28%), Spagna (-25%) e Svezia (-24%). Il principale Stato membro del settore, la Germania, ha registrato un lieve aumento dell’occupazione (+4%) grazie a settori utilizzatori molto dinamici, mentre le altre grandi d’Europa hanno perso posti di lavoro: Francia (-4%), Regno unito (-7%), Italia (-11%). Infine, 10 Sintesi del quadro statistico settoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” pochi paesi hanno registrato una crescita rilevante dell’occupazione nel periodo considerato: Romania (+13%), Irlanda (+7%), Paesi Bassi (+6%) e Danimarca (+5%). La struttura del tessuto industriale e delle capacità di innovazione sono elementi chiave per un mercato TIC dinamico Fra le varie spiegazioni possibili, sembrano assumere grande rilevanza la specializzazione del settore e il dinamismo di talune MN (multinazionali). È il caso della Finlandia, dove la grande attenzione rivolta al settore delle apparecchiature di telecomunicazione attorno al gruppo Nokia (che ha incontrato grandi difficoltà negli ultimi anni) spiega la maggior parte dei tagli all’occupazione nel paese nel corso degli ultimi cinque anni. Evoluzione dell'occupazione fra il 2008 e il 2012 in base alle dimensioni dell'azienda (UE 27) - NACE 26 (fonte: Eurostat) 0 -20 000 in absolute -40 000 -7% in % -60 000 -6% -6% -80 000 -100 000 -10% -14% -120 000 0 to 9 10 to 19 20 to 49 50 to 249 more than 250 Analizzando la distribuzione del calo dell’occupazione in funzione delle dimensioni dell’azienda si rileva che il grosso dei tagli è concentrato nelle aziende con più di 250 dipendenti, mentre le PMI hanno mantenuto, in genere, il loro livello di occupazione nella maggior parte dei paesi. La presenza delle MN TIC in Europa è spesso considerato un vantaggio competitivo, oltre che elemento in grado di proteggere l’occupazione. La realtà, tuttavia, non sembra essere questa, con la Francia a esemplificare questa contraddizione: pur contando il maggior numero di MN TIC, il paese è stato, di fatto, colpito duramente, in termini di occupazione, fra il 2008 e il 2012. Alcuni altri fattori “strutturali” incidono in modo rilevante sul dinamismo TIC, fra cui: impegno pubblico/privato in materia R&S, fondamentale nello sviluppo TIC. Al riguardo, l’UE è in ritardo rispetto ad alcuni paesi asiatici e agli USA, nonostante i grandi investimenti registrati nei paesi del Nord Europa; la concentrazione delle aziende TIC è un altro modo per promuovere l’innovazione TIC – attraverso esternalità positive – e, quindi, rafforzare la competitività del settore. L’analisi del dinamismo TIC a livello di richieste di brevetti indica che i cluster UE sembrano aver perso terreno nei confronti di Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti; il tessuto industriale di una PMI dinamica (anche al di fuori del perimetro TIC) sembra essere un vantaggio materiale, tanto importante almeno quanto la concentrazione di specialisti TIC (vedi i cluster). La Germania rappresenta probabilmente l’esempio più ovvio con le sue PMI industriali dinamiche; Sintesi del quadro statistico settoriale 11
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” le condizioni di trasmissione e la struttura della proprietà possono anche influenzare lo sviluppo delle PMI, grazie a una maggiore lungimiranza nelle imprese a conduzione familiare. Malgrado il mediocre stato di salute dell’economia TIC, l’Europa si classifica ancora piuttosto in alto in termini di accesso e uso delle TIC Nonostante il quadro piuttosto negativo, occorre comunque tenere presente che i paesi europei sono in una posizione favorevole per quanto attiene ad accesso e uso delle TIC, il cui sviluppo si basa sull’investimento nella rete pubblico/privato, ma dipende anche fortemente da utilizzo e competenze TIC di ogni parte interessata (singoli, governi e aziende). L’Unione europea sembra essere ben posizionata nella maggior parte dei raffronti internazionali. Indice di prontezza delle reti (NRI) 2014 (World Economic Forum, fonte: Global information technology report) 12 Sintesi del quadro statistico settoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Tuttavia, importanti fratture geografiche appaiono all’interno dell’Unione europea Anche la questione riguardante accesso e uso delle TIC include grosse discrepanze nell’UE fra paesi del Nord Europa, con uno sviluppo avanzato del settore, e paesi d’Europa centrale/meridionale che sono in ritardo per la maggior parte degli indicatori. Questo “divario digitale” è rilevante nella maggior parte delle tematiche TIC, tra cui l’importanza delle TIC (in % del PIL; in % dell’occupazione totale) e delle competenze TIC, e va a braccetto con le discrepanze viste nello sviluppo sociale ed economico. Situazione ancora più evidente e preoccupante analizzando il livello di competenze TIC della popolazione europea Nel complesso, l’UE rappresenta ancora un’importante area geografica, a livello mondiale, in termini di dimensioni di mercato, innovazione e sviluppo delle TIC. Ma questo dato non offre alcuna garanzia riguardo alla localizzazione della produzione, né dell’occupazione, del settore TIC, che stanno chiaramente indicando una tendenza al ribasso. Competenza scientifica degli studenti di 15 anni, 2012 (source: PISA by OECD) SIN 570 EU Non EU KO HK Competenza matematica JP NLD EE 520 BE CAN FIN LV SLO GER FR AT SVK IT IRE SP UK US 470 SWE GRE PT BG 420 440 490 540 Competenza scientifica Le competenze TIC restano uno dei principali elementi in grado di rafforzare la competitività. In questo ambito, al mondo, l’Europa sembra in ritardo rispetto agli stati “di prima classe”. Per esempio, nel 2012, la maggior parte dei paesi UE (escluso il Nord Europa) è scesa sotto la media OCSE (in percentuale del PIL) nella spesa per l’istruzione universitaria ed era in ritardo rispetto ai paesi più avanzati (essenzialmente asiatici) in termini di competenza scientifica degli studenti di 15 anni nel 2009. In particolare, il numero di laureati in scienze informatiche è in fase di stagnazione dagli anni 2000, mentre le esigenze del settore hanno continuato e continuano a crescere notevolmente. Ciò ha portato a una situazione paradossale con ingenti tagli dei posti di lavoro negli ultimi cinque anni e con specialisti TIC sempre meno numerosi, e che probabilmente continueranno a esserlo (con una carenza di 274.000 specialisti TIC nel 2012 destinata a salire a 913.000 nel 2020, secondo Empirica). Sintesi del quadro statistico settoriale 13
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Posti vacanti di specialisti TIC nell'UE (fonte: stime Empirica) 1 000 913 900 855 780 800 Others 686 700 Italy 598 600 509 Poland 500 422 UK 400 338 France 274 300 Germany 200 100 - 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Analisi tanto più importante in quanto l’aumento di competenze TIC e di innovazione in Europa potrebbe rappresentare l’opportunità di stimolare le aziende europee del settore e l’occupazione Attualmente, la questione delle competenze TIC, unita a quella dell’impegno pubblico negli investimenti R&S TIC, è estremamente importante. Infatti, la digitalizzazione dell’industria offre prospettive allettanti e può favorire la rilocalizzazione dei posti di lavoro della produzione TIC nei paesi ad alto costo. L’Unione europea, tuttavia (tranne forse la Germania), è già in ritardo rispetto a taluni paesi asiatici riguardo alla robotizzazione (soprattutto il Giappone). Un altro elemento promettente è che i cambiamenti economici si susseguono in modo così rapido da permettere a nuovi attori di emergere grazie all’innovazione. Internet delle cose o altre nuove tecnologie di punta potrebbero essere la chiave di una ripresa europea. 14 Sintesi del quadro statistico settoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Sintesi dell’analisi sottosettoriale Questo capitolo si basa sulle informazioni dettagliate presenti nell'Appendice 2 della relazione (in lingua inglese), disponibile al seguente URL: Occupazione nell'UE - settore TIC 3 000 000 2 500 000 2 000 000 1 500 000 1 000 000 500 000 0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Software development for industry (part of 62) Embedded electronics in aeronautics, rail, ships (part of 30.1 to 30.3) Automotive electronics (29.31) Medical electronics (26.6) Smart grids (27.12) Industrial automation (26.51 + part of 28.4 & 28.9) Pure Electronics (26.1 to 26.4) Dal 2008 sono andati persi più di 200.000 posti di lavoro su 860.000 (codici NACE da 26.1 a 26.4) nei settori “elettronica pura”. Evoluzione drammatica, accompagnata da un quadro globale negativo: presenza di pochi giganti europei, se non di nessuno, nel settore high-tech (cfr. GAFA); il centro di gravità si è spostato negli USA e in ASIA; molto esiguo il numero di impianti di produzione in Europa per computer, telecomunicazioni o elettronica di consumo. Numerose le riduzioni di personale o le chiusure di stabilimenti nella microelettronica. Tuttavia, rimangono alcuni impianti di produzione nei cablaggi e apparecchi di connessione; l’Europa orientale e Sintesi dell’analisi sottosettoriale 15
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” sudorientale ospita ancora alcuni stabilimenti di produzione (per es. elettrodomestici); a breve termine non si intravede alcuna inversione di tendenza, con chiusure di impianti già programmate e ancora tante incertezze attorno ai grandi gruppi europei; poche le start-up promettenti nate, ma con un volume in grado di liberare un potenziale importante di creazione di posti di lavoro. Per alleggerire un quadro piuttosto pesante, alcuni settori non sono stati troppo devastati: smart card; connettori; dispositivi di pagamento. Grazie ad alcuni settori industriali dinamici (aerospaziale, automobilistico, energia, automazione industriale e trasporti), l’elettronica professionale europea è molto più forte e sta convergendo con il resto dell’elettronica. L’auto connessa è un esempio lampante; un altro è rappresentato dall’elettronica medicale (megadati, salute elettronica, ecc.). L’elettronica professionale ha un futuro brillante, grazie a reti intelligenti, automazione industriale, elettronica medicale ed elettronica integrata in veicoli o macchine. Potrebbe rappresentare un’occasione per l’industria europea. Inoltre, importanti nuove tendenze tecnologiche potrebbero rimescolare le carte. Una delle tendenze più rilevanti è la softwarizzazione. O, come dice di Marc Andreessen, “il software sta mangiando il mondo”. L’ascesa di società come Facebook, Skype, Twitter e Zynga mostra come un sempre maggior numero di aziende viene gestito tramite software. Tutta l’industria TIC del settore metallurgico include una parte crescente di software. Lo strato fisico non sparirà, ma semiconduttori, componenti, telecom radio, smartphone o pc portatili sono sempre più realizzati con codici software. La nascita di realtà come Airbnb o Uber mostra come sia possibile sviluppare una piattaforma software e perturbare l’attività di società già consolidate. Nel settore delle telecomunicazioni, l’ascesa stellare del VoIP e della messaggistica gratuita è un altro esempio. Le nuove tecnologie come Software- Defined Networks (SDN) e Network Functions Virtualisation (NFV) comportano grandi cambiamenti per gli operatori delle telecomunicazioni e per i fornitori di attrezzature, grazie all’arrivo di nuovi attori e alla standardizzazione di molti componenti materiali sostituiti da software. 16 Sintesi dell’analisi sottosettoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Oltre a questo importante fenomeno, sono in corso molti cambiamenti tecnologici, che stanno sfidando posizioni già consolidate e che permettono a nuovi concorrenti di entrare in gioco. Per il momento, questi cambiamenti hanno favorito e favoriscono attori USA e asiatici. Ma nulla è scolpito nella pietra; questi cambiamenti possono rappresentare un’occasione per la ripresa dell’Europa. Mobilità M2M/Internet delle cose Robotica Nuvola informatica Megadati Intelligenza artificiale Megadati Informatizzazione Industry 4.0/Fab Lab Possibile invertire la tendenza? È possibile trovare in Europa alcune città in grado di offrire una densità promettente di innovazione e start-up: Parigi, Londra, Stoccolma e Berlino; le start-up sbocciano in luoghi come l’Estonia e la Romania; molte non sono incluse nell’industria metalmeccanica (secondo la definizione di contrattazione collettiva). Sintesi dell’analisi sottosettoriale 17
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Internet delle cose potrebbe rappresentare una possibilità di riscossa per l’Europa. Cisco ha deciso di investire ingenti somme in questo settore, in Francia e nel Regno Unito. La casa connessa è un altro importante elemento, in grado di portare a molti cambiamenti. Da Industry 4.0 può anche scaturire una nuova dinamica, benché vi sia un rischio elevato di scomparsa di molti posti di lavoro. La produzione Fab lab/Additive potrebbe rimescolare le carte e favorire la rilocalizzazione. La situazione per settore Attrezzature di telecomunicazione A livello globale, le reti rappresentano un mercato del valore di 150 mld di euro1. Circa 50 mld di euro possono essere aggiunti con il mercato delle reti di impresa. Il mercato delle reti di telecomunicazione non sta più crescendo in modo rapido a causa del ciclo di investimento dei Fornitori di servizi di rete (Network Services Providers – NSP). Alcuni segmenti del settore, tuttavia, sono ancora in crescita. Nel settore delle telecomunicazioni, i cambiamenti tecnologici continuano ininterrotti. Gli attori del settore telecom investono molto in R&S. Nel complesso, si tratta di un comparto a grande intensità di R&S, con un rapporto del 12-15% fra R&S e fatturato. Una delle maggiori questioni del mercato delle telecomunicazioni è l’ascesa delle SDN e NFV. Scalabilità e adattabilità sono elementi essenziali, poiché le reti stanno sostenendo sempre più utenti, dati ed esigenze. Un’altra importante tendenza è la M2M (comunicazione macchina a macchina), che sta emergendo proprio adesso. Rappresenterà uno dei principali fattori di crescita del mercato delle telecomunicazioni. A seguito delle fusioni degli NSP la scala sta diventando un problema cruciale; i fornitori di apparecchiature di telecomunicazione si stanno fondendo costantemente. Molte fusioni e acquisizioni sono avvenute nel 2015. Alcatel-Lucent rilevata da Nokia è stata l’operazione più eclatante, ma anche altre operazioni sono state completate. Ericsson è stata leader del settore telecomunicazioni negli ultimi 15 anni. Di fatto, è un’azienda leader del wireless che ha cercato di ampliare le proprie attività. A seguito della politica industriale cinese – politica di approvvigionamento degli NSP cinesi, sovvenzioni di stato alle esportazioni, ecc. – Huawei ha guadagnato quote di mercato in ogni area economica tranne gli Stati Uniti, ed è diventata anche una delle aziende leader mondiali negli smartphone. Uno sviluppo di successo che deve essere inserito nel contesto della politica industriale cinese. L’occupazione in Europa, negli ultimi 15 anni, ha subito un netto calo. Molti attori europei si sono arresi o sono stati rilevati (fra cui Marconi e Siemens). Le principali aziende hanno attuato molti piani di ristrutturazione. Gli impianti di produzione, i servizi di supporto e l’R&S sono stati ampiamente delocalizzati all’estero. Anche se in Europa hanno ancora sede due importanti operatori (Ericsson e Nokia), il passaggio in Asia è stato reale per quanto 18 Sintesi dell’analisi sottosettoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” riguarda l’occupazione e, più di recente, l’innovazione. Ericsson e Nokia hanno annunciato piani di ristrutturazione. In Europa il settore delle apparecchiature di telecomunicazione (NACE 26.3) contava 180.000 occupati nel 2013 e probabilmente scenderà dell’8% (165.600 occupati) nel 2022, in uno scenario immutato (“business as usual”). Smart card Le smart card rappresentano il fulcro del boom delle telecomunicazioni avvenuto negli ultimi anni, dato che le telecomunicazioni (telefoni cellulari) sono stati il principale mercato di destinazione delle smart card. Un mercato che nel 2013, a livello mondiale, rappresentava un valore di circa 2,3 mld di euro. Importanti fattori di sviluppo sono anche i servizi finanziari, i servizi pubblici (carte di identità e tessere dei servizi sanitari) e i trasporti (tessere contactless di trasporto). Le smart card sono uno dei pochi settori, se non l’unico, in cui l’Europa è ancora chiaramente leader: tutti i principali attori sono europei (francesi o tedeschi); l’Europa è ancora la regione che concentra il maggior numero di occupati; l’Europa occidentale vanta ancora una forte impronta industriale, e non solo in termini di R&S. Le cifre, quindi, favoriscono chiaramente l’Europa, ma la tendenza è evidentemente meno positiva. Il numero di lavoratori in Europa è sceso negli ultimi anni. Non è questo, tuttavia, il caso degli occupati globali degli operatori nel settore delle smart card. Il grosso dei lavoratori e delle assunzioni sta passando dall’Europa occidentale ai paesi emergenti dell’Europa orientale, del Sud America e dell’Asia. Il settore delle smart card non è un’eccezione nelle tendenze generali IT. Più specificamente, il movimento di softwarizzazione (con un passaggio di valore aggiunto dall’hardware al software e ai relativi servizi), e la tecnologia machine-to-machine (M2M) sono, al momento, questioni importanti che devono essere affrontate. Ciò porta anche a una maggiore frammentazione del mercato. Da una situazione di oligopolio, in cui la forza si basa sulle economie di scala per la produzione hardware, si passa a un nuovo paradigma, con l’entrata in scena di nuovi attori, giganti del settore IT o aziende di software più piccole o specifiche. A seguito di una probabile fusione fra due dei quattro maggiori attori, unita alle attuali tendenze, l’occupazione potrebbe calare del 20%, da un livello di 13.000 occupati nel 2013 a 10.400 nel 2022 in uno scenario immutato “business as usual”. Sintesi dell’analisi sottosettoriale 19
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Componenti elettronici Il settore dei semiconduttori evolve in stretta correlazione con il prodotto interno lordo mondiale. In considerazione della struttura altamente capitalistica e delle pressioni potenziali sulle capacità degli impianti, il settore amplifica, in genere, le tendenze economiche, con forti variazioni di prezzo. Inoltre, l’industria dei semiconduttori si trova in posizione assolutamente centrale all’interno di numerose catene di valore manifatturiere ed elemento propulsore fondamentale di innovazione. I telefoni cellulari hanno colmato da tempo, ormai, il divario con i computer, elemento chiave storico dell’industria dei semiconduttori. Sono proprio i cellulari, oggi, il mercato più grande per i componenti elettronici. Tuttavia, i tassi più alti di crescita si riscontrano nei mercati riguardanti mobilità e connettività (come IoT e tablet). L’Europa è stata, in passato, una roccaforte del settore, ma questa realtà si è sbiadita nel corso degli anni. Europa che ha dovuto affrontare l’ascesa degli attori asiatici: prima Giappone, poi Corea del Sud e Taiwan, ultimamente Cina. L’Europa occupa, oggi, il sesto posto a livello di produzione totale. Il numero di posti di lavoro in Europa nell’industria dei semiconduttori è fortemente calato negli ultimi dieci anni a seguito di ingenti trasferimenti di produzione in Asia, ma anche a seguito delle strategie competitive basate sulla finanziarizzazione (NXP), di scelte fatte per concentrarsi su segmenti specifici (Infineon) o della tendenza a esternalizzare volumi sempre più grandi alle fonderie (cfr. modello fab-lite). In considerazione dei crescenti livelli di investimento necessari, la maggior parte degli attori sta adattando le strategie attraverso alleanze o operazioni di fusione e acquisizione (M&A), in modo da immettere risorse finanziarie e tecnologiche ai fini della loro competitività sul mercato. Queste grandi operazioni M&A puntano anche a conquistare potere negoziale nei confronti di clienti importanti come Apple o Samsung, nonché a sfruttare economie di scala pur aumentando le spese per il settore R&S. Il sostegno pubblico rappresenta un fattore essenziale nel contenere I costi, e l’Europa sembra ancora arrancare dietro ai paesi asiatici o agli USA. STM era il leader europeo, scavalcato poi nel 2015 da NXP, diventata leader dopo il consolidamento con Freescale. Infineon è il terzo operatore europeo nella classifica top 20. Il nostro scenario immutato da “business as usual” prevede una calo del 15% dei lavoratori europei nei settori dei semiconduttori, dai 95.000 del 2013 agli 80.750 del 2022. Connettori Secondo Bishop & Associates, il mercato globale dei connettori ammontava a quasi 53 miliardi di dollari nel 2014 (+7,8% rispetto al 2013). Sempre secondo Bishop & Associates, le previsioni per l’industria dei connettori sono buone a medio termine, con un CAGR (tasso di crescita annuale composito) del 6% fra il 2015 e il 2020. 20 Sintesi dell’analisi sottosettoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” L’industria mondiale dei connettori è stata caratterizzata da un importante cambiamento riguardo alla quota delle varie aree geografiche nel fatturato globale, spiegata essenzialmente dalle scelte degli attori (soprattutto i gruppi statunitensi o europei) di delocalizzare la produzione in Asia. I gruppi USA e giapponesi dominano le classifiche. Il settore ha conosciuto enormi delocalizzazioni dei connettori standard verso l’Asia, soprattutto nei settori telecomunicazioni e computer o addirittura nell’automobilistico. La tendenza, tuttavia, è positiva per le attività rimaste, soprattutto nell’aerospaziale e nelle industrie con prospettive di crescita a lungo termine e con competenze riconosciute in Europa. Le principali tendenze tecnologiche (mobilità, IoT, Industry 4.0) che agitano gli interi mercati TIC influiranno sull’industria dei connettori, che è oggetto di un processo continuo di concentrazione. Il grosso della produzione europea di connettori riguarda l’industria automobilistica, l’elettronica professionale (con un gran numero di mercati finali, come le applicazioni e le attrezzature industriali, i trasporti, il settore medico, ecc.) e il settore militare/aerospaziale. La maggior parte degli attori europei è costituita da aziende a conduzione familiare, che realizzano il grosso del loro fatturato in Europa e sono specializzate in mercati specifici (come il settore militare/aerospaziale). Lo scenario immutato “business as usual” prevede un aumento del 5% dei lavoratori europei nel settore dei connettori, dai 36.000 del 2013 ai 37.800 del 2022. Elettronica di consumo ed elettrodomestici La vasta gamma di prodotti, unita alle diverse caratteristiche e classificazioni, crea un mercato altamente frammentato. Il settore, inoltre è caratterizzato dall’esistenza di un elevato numero di aziende che producono un’ampia gamma di prodotti. Questa aziende sono leader di mercato/fabbricanti principali di determinati prodotti, che hanno talvolta come concorrenti aziende più piccole e specializzate. Il concetto di “casa connessa” esprime l’idea che tutti i dispositivi di un’abitazione possano comunicare gli uni con gli altri. È questo il prossimo grande mercato negli anni a venire e la maggior parte delle aziende di elettrodomestici e di prodotti di elettronica di consumo stanno sviluppando prodotti che possono essere integrati all’interno di questo nuovo concetto. Samsung, LG Electronics e altri giganti dell’elettronica di consumo, in lotta per conquistare il vantaggio di chi fa la prima mossa, hanno spostato la loro attenzione da dispositivi mobili, televisori e altre attività il cui mercato è ormai saturo, su altri dispositivi tecnologici di domotica intelligente (“smart home”). Allo stesso tempo, la tecnologia domotica rappresenta una grande opportunità per le aziende europee come BSH, Electrolux, Miele, Philips e Groupe SEB, che sono leader nel mercato: il loro know-how può essere determinante nel conquistare nuovi mercati. Sintesi dell’analisi sottosettoriale 21
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” È certo, tuttavia, che i centri di sviluppo saranno mantenuti in Europa e che molti aumenteranno probabilmente il loro personale. Il settore R&S rappresenta una componente importante nella struttura interna di produzione e la sua importanza aumenterà nell’attuale ambiente dinamico. In uno scenario immutato “business as usual”, prevediamo un’ulteriore riduzione, dall’8 al 12% nel numero dei lavoratori dell’industria europea degli elettrodomestici, dai 219.000 del 2013 ai 197.100 del 2022. Cavi L’industria dei cavi (settore altamente frammentato) rappresenta produzione e vendita di cavi elettrici e per le telecomunicazioni ampiamente usati nei settori elettrico, comunicazione dati, transito ferroviario, automobilistico, costruzione navale e in altre industrie. Lo sviluppo del settore dipende direttamente dall’evoluzione di ogni settore di consumo. Il mercato dei cavi è cresciuto a un tasso ragionevolmente sostenuto, e si prevede una crescita accelerata fino al 2019. Il mercato dei cavi deve affrontare una serie di sfide: collegamenti wireless, sviluppo del FTHH, un mercato di generazione dell’energia (pannelli solari) che necessita di sostegno pubblico e la carenza di rame e alluminio. Gli attori tipici del mercato dei cavi sono ben consolidati, con aziende di grandi dimensioni. Attori in grado di beneficiare di economie di scala e, quindi, anche in grado di aumentare la competitività dei prezzi: è il caso di General Cable Corporation, Nexans, Prysmian Group, NKT Cables Group, LS Cable, Southwires, Tyco, ecc. Oltre alle grandi società, seri concorrenti sono anche attori di nicchia (con copertura geografica/settoriale) come Leoni, NKT, LS Cable, Huber & Suhner, Omerin, ecc. La forte concorrenza sul mercato obbliga gli attori ad ampliare in modo permanente il loro portafoglio prodotti per adattarsi alle richieste del mercato. Alcuni attori hanno deciso di aumentare le loro quote di mercato attraverso acquisizioni. Gli attori tradizionali rilevano aziende dal forte potenziale, in modo da ampliare il portafoglio prodotti o di entrare in nuovi mercati. Secondo i dati Eurostat e le nostre stime, il settore di produzione di cablaggi e apparecchiature di cablaggio ha dato lavoro a circa 213.000 persone nel 2013, rispetto ai 252.000 occupati del 2008. In uno scenario immutato “business as usual”, prevediamo una riduzione del 5% nel numero degli occupati nell’industria europea dei cavi, dai 213.000 del 2013 ai 202.350 nel 2022. Computer Il settore dei computer si trova di fronte a tutta una serie di sfide, riconducibili a diverse tendenze del mercato, fra cui: 22 Sintesi dell’analisi sottosettoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” il declino del mercato dei PC; lo spostamento del mercato verso i tablet. Alcuni analisti hanno commentato che la nascita di tablet a basso costo come il Fire di Amazon a 50 USD rappresenta una minaccia ai PC tradizionali1; l’ascesa dei dispositivi multi-architettura che funzionano con sistemi operativi concorrenti; il mercato si sposta su software, infrastrutture e servizi cloud-correlati; crescita di modelli di attività “software come servizio” (SaaS). Dei cinque principali attori mondiali - HP, Lenovo, Dell, Acer, Apple - nessuno è europeo. Inoltre, in Europa non rimane pressoché alcun impianto di produzione e questi attori hanno tutti ridotto la loro impronta in Europa. In uno scenario immutato “business as usual”, prevediamo una ulteriore riduzione del 10% nel numero degli occupati del settore europeo dei computer, dagli 80.000 del 2013 ai 72.000 del 2022. Elettronica industriale Come sottosettore dell’industria elettronica, l’elettronica industriale non è definita esattamente in termini statistici. Di fatto, risulta “nascosta” in vari segmenti o in altri settori di produzione, che integrano sempre più attrezzature e apparecchiature elettroniche nei loro prodotti. Le attrezzature elettroniche sono presenti nei sistemi di trasporto (settori aeronautico e ferroviario) e di produzione, nelle reti energetiche e dei servizi di pubblica utilità, negli strumenti medicali e nei beni di consumo durevoli (settore automobilistico). La definizione esatta di “elettronica industriale” utilizzata nel presente rapporto per valutare dimensioni ed evoluzione del settore viene definita nel capitolo riguardante l’ambito statistico1. Benché la maggior parte della produzione di elettronica di consumo abbia lasciato l’Europa negli ultimi decenni, i fabbricanti europei svolgono ancora un ruolo importante nei 1 Il concetto di “elettronica industriale” nel presete rapporto riguarda i seguenti codici NACE: 26.51: Fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione (100%) 26.6: Fabbricazione di strumenti per irradiazione, apparecchiature elettro-medicali ed elettroterapeutiche (100%) 27.12: Fabbricazione di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell’elettricità (100%) 28.4: Fabbricazione di macchine per la formatura dei metalli e di altre macchini utensili(25%) 28.9: Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali (15%) 29.31: Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche per autoveicoli (100%) 30.1: Costruzione di navi e imbarcazioni (5%) 30.2: Costruzione di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario (10%) 30.3: Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi (40%) La cifra riportata in parentesi indica la percentuale del settore NACE considerato come facente parte del settore TIC. Sintesi dell’analisi sottosettoriale 23
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” segmenti di mercato come l’elettronica per il settore sanitario (34% nel 2013), l’automazione (28%) e le tecnologie dell’energia (27%). Questi segmenti sono anche gli elementi tecnologici chiave della trasformazione digitale di tutta l’industria. La tecnologia elettronica contribuisce al collegamento in rete e all’automazione accelerata, oltre a Internet delle cose. Pertanto, l’industria dell’elettronica sta affrontando innovazioni tecnologiche al suo interno, oltre che fungere da tecnologia che favorisce la trasformazione digitale in altri settori. Rispetto ad altri settori TIC, i fabbricanti europei svolgono ancora un ruolo forte nel mercato dell’elettronica. Ciò è particolarmente evidente nel settore dell’automazione industriale, in cui tre aziende leader globali su cinque hanno sede in Europa: Siemens, ABB e Schneider-Electric. Esaminando l’UE nel complesso, lo scenario immutato “business as usual” indicherebbe una lenta riduzione dell’occupazione, a un tasso medio del 2% annuo (il tasso rilevato nel periodo di ripresa 2010-2013), nel settore dell’elettronica industriale negli anni a venire, da 1,4 milioni nel 2013 a 1,6 milioni nel 2022. In considerazione dell’aumento delle competenze e della competitività degli operatori non europei, oltre alle forti tendenze alla digitalizzazione e all’automazione, questo modesto miglioramento è lungi dall’essere certo. Settore TIC europeo: analisi SWOT (Punti di forza, punti deboli, opportunità e minacce) PUNTI DEBOLI PUNTI DI FORZA - Pochi (o inesistenti) giganti digitali europei - Europa ancora mercato principale - Produzione ormai quasi inesistente di computer, - Capacità della forza lavoro europea apparecchiature di telecomunicazione ed elettronica di consumo - Infrastrutture europee - Nessun attore principale per telefoni cellulari, - Alcuni settori solidi: elettronica industriale, smart computer, elettronica di consumo card, connettori, cavi, fornitori di apparecchiature di telecomunicazione, ecc. Settori industriali forti con una - Scarso sostegno pubblico per i segmenti strategici quota crescente di elettronica - Mancanza di capitale di rischio - Tensioni nell'UE/debolezza/mancanza di una solida OPPORTUNITÀ governance - Tendenza di crescita globale a medio termine per la MINACCE maggior parte dei mercati TIC - US (innovazione + politica industriale) - Cavalcare l'onda delle tendenze tecnologiche (IoT, - Asia (crescita, costi, innovazione, politica industriale) Industry 4.0) - Fusioni e acquisizioni di grossi attori europei - Sfruttare l'elettronica industriale attraverso settori rappresentano una minaccia per molti settori industriali forti (aerospaziale, automobilistico, energia) - Preoccupazioni sul futuro dei grandi gruppi europei (ST - Città/industria/reti intelligenti Microelectronics, Nexans) - Berlino, Londra, Parigi, Stoccolma: nuovi centri di - GAFA si sposta lungo la catena di valore (Google/Fiber innovazione installazione/pagamento, auto connesse; - Casa connessa Netflix/creazione di film, Amazon/pubblicazione libri) 24 Sintesi dell’analisi sottosettoriale
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Sintesi dei rapporti per paese Questo capitolo si basa sulle informazioni dettagliate presenti nell'Appendice 3 della relazione (in lingua inglese), disponibile al seguente URL: L’obiettivo principale di questi rapporti per paese era: fornire un quadro delle politiche pubbliche esistenti in Europa, direttamente o indirettamente legate al settore TIC; provare a individuare le migliori pratiche derivanti da questa analisi, ossia le pratiche che hanno dimostrato la loro efficacia. In termini di politiche pubbliche, l’attenzione è stata concentrata su tre tematiche: politiche per l’istruzione in materia di TIC; politiche fiscali per le aziende e l’innovazione; politiche pubbliche per sostenere l’innovazione I riflettori sono stati puntati su sei paesi, con l’obiettivo di mettere in evidenza le diversità geografiche, economiche e industriali: Finlandia; Francia; Germania; Italia; Romania Regno Unito Elementi chiave riguardanti l’istruzione in materia di TIC Stato di avanzamento negli Stati membri UE selezionati Tutti i paesi europei, oggi consapevoli dell’importanza di sviluppare le competenze TIC nelle scuole, stanno cercando di portare avanti programmi atti a promuovere l’alfabetizzazione digitale. I corsi puntano a due tipi molto diversi di competenze: (1) competenze TIC "di base”, ossia la capacità di utilizzare strumenti digitali come computer o tablet; (2) la capacità di programmare, in modo strutturato, computer/dispositivi con microcontrollore. Esistono ancora, tuttavia, determinati ostacoli e la situazione risulta fortemente squilibrata in Europa. Un problema grave è la mancanza di denaro pubblico. Politiche che prevedono la fornitura di dispositivi digitali per le scuole, o corsi extra sulle competenze TIC possono essere annullate, o quanto meno ritardate, se i governi si mettono alla ricerca di modi per tagliare le spese (come nel caso della Romania). Un altro ostacolo nella corsa alla formazione digitale è il fatto che i docenti potrebbero non essere in grado di erogare lezioni TIC o, peggio, di utilizzare i dispositivi digitali in modo Sintesi dei rapporti per paese 25
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” appropriato per l’intero programma di studio. In alcuni paesi, le competenze TIC non sono obbligatorie nella formazione dei docenti. Infine, un altro aspetto chiave delle politiche di istruzione in materia di TIC si pone a un livello più elevato. Ci sono preoccupazioni crescenti per la carenza, attuale e futura, di professionisti del settore TIC in tutta Europa. Individuazione delle migliori pratiche Oltre all’istruzione TIC di base (essere in grado di usare strumenti digitali), potrebbe risultare proficuo (come promosso nel nuovo programma di studi britannico, per esempio) includere l’insegnamento della programmazione di base. Mentalità e programmazione IT devono essere integrate a pieno titolo in tutta Europa. Le competenze TIC stanno diventando una parte obbligatoria nella formazione dei docenti nel Regno Unito. In alcuni Stati membri, i programmi incoraggiano gli studenti a imparare le materie STEM, ossia scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (e più specificamente informatica) all’università. Sono previste gare, campagne pubblicitarie e un ricorso massiccio agli apprendistati. Questo comporta una stretta collaborazione fra università e aziende, in modo da individuare le esigenze future del settore. Elementi chiave che riguardano le politiche fiscali Importante premessa I sindacati sono legittimamente preoccupati del fatto che le aziende paghino effettivamente le tasse e, così facendo, contribuiscano al bene comune. Tuttavia, nel considerare in quale paese o regione investire, le aziende tendono a considerare regioni e paesi candidati in una classifica al ribasso, in cui ogni area geografica compete con le altre concedendo sovvenzioni e agevolazioni fiscali. Queste guerre fiscali, in genere, sono considerate dai sindacati come profondamente distruttive, capaci solo di impoverire ulteriormente le autorità pubbliche, di ridurre i servizi pubblici a favore delle fasce più deboli della società e di accentuare le disuguaglianze. In linea di massima, le guerre fiscali innescate dalla autorità pubbliche (dietro la maschera di una “concorrenza fiscale”) sono distruttive per la società in quanto innescano una concorrenza a eliminazione sui prezzi fra aziende, con le stesse estreme conseguenze: retribuzioni inferiori, condizioni di lavoro e ambientali peggiori, prodotti di minore qualità e sopravvivenza dei più violenti. I sindacati sono molto prudenti riguardo alle politiche cui le autorità pubbliche ricorrono per attirare gli investimenti industriali solo con il denaro. 26 Sintesi dei rapporti per paese
Progetto IndustriAll "Studio strategico sull’anticipazione dei cambiamenti nel settore TIC europeo” Principali aliquote fiscali legali sul reddito delle imprese (Eurostat) 60 50 EU 28 Germany 40 Finland 30 France 20 Italy Romania 10 UK 0 19951996199719981999200020012002200320042005200620072008200920102011201220132014 Lo studio, tuttavia, riconosce che tali politiche effettivamente esistono. La relativa descrizione non implica che industriAll Europe, o i suoi affiliati, approvino tali politiche, anche come principio. Stato di avanzamento negli Stati membri UE selezionati La politica fiscale è una materia vasta, e almeno due aspetti devono essere esaminati separatamente. In primo luogo, il regime fiscale generale applicato al reddito delle imprese è molto diverso nei paesi europei, alcuni dei quali si lanciano in guerre fiscali in modo molto più aggressivo di altri. La tendenza è chiaramente al ribasso riguardo all’aliquota fiscale legale. I governi cercano di attirare le aziende a investire nei loro paesi riducendo le aliquote fiscali, in una spirale al ribasso (e alla fine autolesionistica), con il pretesto di non “intralciare” le attività economiche. In secondo luogo, la maggior parte dei paesi europei ha sistemi fiscali preferenziali per le spese legate alle conoscenze. Sistemi che possono comportare grosse differenze fra le aliquote fiscali legali sul reddito delle imprese e le aliquote effettive. Fra i sistemi più diffusi di sgravio fiscale ricordiamo: il cosiddetto “Patent box”, tramite cui vengono concesse alle aziende aliquote fiscali più basse sui profitti derivanti dalle invenzioni brevettate (sia per le vendite che per le licenze). Tali sistemi si sono ripetutamente dimostrati totalmente inefficaci nello stimolare gli investimenti nel settore R&S, oltre che estremamente dannosi in quanto favoriscono, in molti modi, sia l’elusione che l’evasione fiscale; sgravi fiscali basati sugli investimenti, i cui importi possono essere parzialmente deducibili; sistemi di ammortamento accelerato sulle immobilizzazioni, che generano una base imponibile minore e, quindi, anche un’imposizione fiscale più bassa; ancora più importante, i sistemi di sgravio fiscale per R&S permettono di dedurre una parte delle spese R&S dall’imposta esigibile o dal reddito imponibile. Tali accordi esistono in molti paesi e possono assumere grande importanza per alcune aziende. Sintesi dei rapporti per paese 27
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