MONTECCHIO MAGGIORE Mercoledì, 13 febbraio 2019 - La rete delle biblioteche vicentine

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MONTECCHIO MAGGIORE
   Mercoledì, 13 febbraio 2019
MONTECCHIO MAGGIORE Mercoledì, 13 febbraio 2019 - La rete delle biblioteche vicentine
MONTECCHIO MAGGIORE
                                                     Mercoledì, 13 febbraio 2019

Montecchio Maggiore
 13/02/2019 Corriere del Veneto (ed. Vicenza) Pagina 12                            Michela Nicolussi Moro
 Pfas, la Regione presenta il conto «Chiesti a Miteni 5 milioni di...                                       1
 13/02/2019 Il Gazzettino Pagina 14
 Caso Pfas, la Regione si insinua nel fallimento di Miteni                                                  3
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 10
 Pfas e Miteni fallita: Venezia ora chiede i danni                                                          4
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 22                                             GIULIA ARMENI
 San Felice, l' antica fiera tra il sacro e il profano                                                      6
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 28                                           IVANO TOLETTINI
 La stangata con le auto di lusso costa 250 mila euro ai truffati                                           8
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 32                                                         G.Z.
 Salvare l' ambiente Arrivano 120 alberi in regalo ai cittadini                                             10
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 33                                        ANTONELLA FADDA
 «Stipendio pieno alle neo mamme»                                                                           11
 13/02/2019 Il Giornale Di Vicenza Pagina 34                                          GIORGIO ZORDAN
 Arrestati per spaccio oggi davanti al giudice                                                              13
 12/02/2019 ilgiornaledivicenza.it
 Pfas in Veneto la Regione chiede 4,8 mln a Miteni                                                          14
 12/02/2019 ilgiornaledivicenza.it                                                   MATTEO CAROLLO
 Coca e hashish, presi i grossisti dello spaccio                                                            15
 12/02/2019 ilgiornaledivicenza.it                                                       EMILIO GARON
 Disabile in famiglia ma niente sconto per l' auto elettrica                                                17
 12/02/2019 Vicenza Today
 Antica sagra di San Valentino Montecchio                                                                   19
 12/02/2019 Vicenza Today
 Pfas, il Veneto chiede 4,8 milioni a Miteni. In arrivo anche il "conto...                                  20
Dal Nazionale
 13/02/2019 Corriere delle Alpi Pagina 12
 Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8 milioni                                                21
 13/02/2019 Il Gazzettino (ed. Udine) Pagina 14
 Caso Pfas, la Regione si insinua nel fallimento di Miteni                                                  22
 13/02/2019 Il Mattino di Padova Pagina 14
 Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8 milioni                                                23
 13/02/2019 La Nuova di Venezia e Mestre Pagina 14
 Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8 milioni                                                24
 13/02/2019 La Tribuna di Treviso Pagina 16
 Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8 milioni                                                25
 13/02/2019 L'Arena Pagina 28                                                                      LU.FI.
 Miteni, la Regione entra tra i creditori                                                                   26
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Pagina 12                       Corriere del Veneto (ed.
                                        Vicenza)
                                                Montecchio Maggiore

  Pfas, la Regione presenta il conto «Chiesti a Miteni
  5 milioni di euro»
  Domanda depositata in Tribunale: «Sono soldi spesi per filtri e screening sanitari»

  VICENZA Per l' emergenza Pfas dal 2013 a
  oggi la Regione ha speso circa 20 milioni di
  euro, tra screening sanitari, filtri agli
  acquedotti, nuove reti, indagini Arpav e altri
  interventi.
  Ora che la Miteni spa di Trissino, accusata
  dalla Procura di aver inquinato con le sostanze
  perfluoro alchiliche la falda di 21 Comuni tra
  Vicenza, Verona e Padova, ha dichiarato
  fallimento (è successo lo scorso novembre),
  Palazzo Balbi le presenta il conto. Con un atto
  depositato alla Sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammesso al passivo del fallimento della Miteni
  per un totale di 4.828.570 euro, versati per una
  serie di spese sostenute a seguito all'
  inquinamento da Pfas.
  La domanda di ammissione di credito al
  passivo è stata presentata dall' Avvocatura
  regionale e riguarda costi affrontati per l'
  esecuzione di indagini ambientali, per
  interventi strutturali in opere idrogeologiche e
  per omesso versamento del canone
  demaniale. «Si tratta di una prima richiesta per
  alcune voci di pronta liquidabilità - precisa l'
  Avvocatura - seguirà una seconda, con la
  quantificazione di altri crediti in fase di
  contabilizzazione. Tra questi, gli oneri
  straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria (a gennaio 2017 il Dipartimento regionale di Prevenzione con il supporto dell' Istituto
  superiore di Sanità ha avviato lo screening su 85mila residenti nell' area rossa tra 14 e 65 anni e l' anno
  scorso l' ha allargato agli under 14, ndr )».
  Intanto, la voce più ingente dei quasi 5 milioni di euro che la giunta Zaia ha dovuto sborsare riguarda le
  spese per interventi strutturali in opere idrogeologiche. In particolare si parla dei 2 milioni di euro
  investiti nel potenziamento delle infrastrutture di potabilizzazione nella centrale degli acquedotti di
  Lonigo. Poi ci sono il milione e 200mila euro versati per l' acquisto dei nuovi e più efficaci filtri per le
  acque potabili nell' area contaminata: in particolare per il nuovo impianto di filtrazione centrale «Natta» a
  Montecchio Maggiore, e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi sistemato
  nella centrale dell' acquedotto di Madonna di Lonigo. Quindi il milione e 500mila euro versati per la
  realizzazione di nuove condotte di adduzione primaria idropotabili, che consentono l'

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  Caso Pfas, la Regione si insinua nel fallimento di
  Miteni
  IL PROCEDIMENTO VENEZIA Anche la
  Regione presenta il conto a Miteni. Con un atto
  depositato alla sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, Palazzo Balbi ha chiesto
  di insinuarsi nel fallimento dell' azienda di
  Trissino per un totale di 4.828.570 euro, l'
  ammontare di una serie di spese sostenute a
  seguito dell' inquinamento da Pfas. La
  domanda di ammissione di credito al passivo
  è stata presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda i costi dell' esecuzione di indagini
  ambientali e degli interventi strutturali in opere
  idrogeologiche, oltre che il corrispettivo dell'
  omesso versamento del canone demaniale.
  LA PRIMA LISTA La stessa Avvocatura ha
  precisato che si tratta di una prima richiesta
  per alcune voci di pronta liquidabilità, alla
  quale seguirà una seconda lista con la
  quantificazione di tutta una serie di altri crediti,
  che sono in fase di contabilizzazione, tra cui gli
  oneri straordinari sostenuti per la prevenzione
  e la profilassi sanitaria. L' aspetto più ingente
  dell' atto in questione riguarda le spese per
  interventi strutturali in opere idrogeologiche.
  In particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il
  potenziamento delle infrastrutture di
  potabilizzazione nella centrale acquedottistica
  di Lonigo; 1,2 milioni per il potenziamento
  della filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata e in particolare per il nuovo impianto di
  filtrazione centrale Natta in Comune di Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di
  assorbimento a carboni attivi presso la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni per la
  realizzazione di nuove condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l'
  approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di
  qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni interessati all' inquinamento.
  LE ALTRE CIFRE Voci di entità inferiore riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento
  causato dalle sostanze perfluoroalchiliche che sono stati commissionati alle Università di Padova e
  Verona e all' Arpav, per un totale di 102mila euro, oltre ad altri 23mila euro per consulenze specialistiche
  ed ulteriori 3.570,62 euro in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto è
  stato richiesto al netto degli interessi legali.
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  L' INQUINAMENTO NELL' OVEST VICENTINO E VENETO. Filtri, acquedotti e studi: l'
  Avvocatura regionale ha presentato istanza al Tribunale berico

  Pfas e Miteni fallita: Venezia ora chiede i danni
  Un primo conteggio illustrato ieri parla di 4,8 milioni. «Poi arriveranno i costi di profilassi
  sanitaria»

  VENEZIA La Regione Veneto, con un atto
  depositato alla Sezione Fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  spa e ha presentato un primo conto, segnala
  una nota, «per un totale di 4 milioni 828 mila
  570 euro per una serie di spese sostenute a
  seguito dell' inquinamento da Pfas».
  «La domanda di ammissione di credito al
  passivo - prosegue il comunicato di palazzo
  Balbi - è stata presentata dall' Avvocatura
  regionale e riguarda spese per l' esecuzione di
  indagini ambientali, per interventi strutturali in
  opere idrogeologiche e per omesso
  versamento del canone demaniale». Come
  detto, è solo una sorta di acconto.
  «Si tratta di una prima richiesta per alcune
  voci di pronta liquidabilità - dice l' Avvocatura
  regionale - alla quale ne seguirà una seconda
  con la quantificazione di tutta una serie di altri
  crediti, che sono in fase di contabilizzazione,
  tra cui gli oneri straordinari sostenuti per la
  prevenzione e la profilassi sanitaria».
  Al momento «la voce più ingente dell' atto in
  questione riguarda le spese per interventi
  strutturali in opere idrogeologiche. In
  particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture di potabilizzazione nella
  centrale acquedottistica di Lonigo; un milione e 200 mila euro per il potenziamento della filtrazione delle
  acque potabili nell' area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione centrale "Natta"
  in Comune di Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi
  presso la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1 milione 500 mila euro spesi per la
  realizzazione di nuove condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l'
  approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di
  qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni interessati all' inquinamento».
  Infine «voci di entità inferiore riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento
  commissionati alle Università di Padova e Verona e all' Arpav, per un totale di 102 mila euro; oltre ad
  altri 23 mila euro per consulenze specialistiche ed 3.570,62 euro in ragione dell' omissione del
  versamento del canone demaniale. l tutto è richiesto oltre agli interessi legali».
  Da ricordare che il Ministero ha annunciato un suo conto di danni ambientali da 136,8 milioni.
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  LA RICORRENZA. Nella Basilica in cui sono conservate le reliquie il tradizionale appuntamento

  San Felice, l' antica fiera tra il sacro e il profano
  Saranno distribuite ben 10 mila pagnotte benedette Bancarelle di dolci e quattro messe
  in programma Eventi anche a Pozzoleone e a Montecchio Maggiore

  Innamorati o no, è tempo di San Valentino. E
  tra fughe romantiche in Italia e all' estero, gite
  fuori porta o cene a lume di candela, anche
  per chi resta in città non mancano le idee per
  trascorrere in modo originale il 14 febbraio.
  Assieme al partner, in famiglia o con gli amici,
  non c' è festa dell' amore che tenga senza la
  plurisecolare celebrazione organizzata nel
  quartiere di San Felice, dove da più di cent'
  anni la data coincide con un evento tra sacro e
  profano.
  In omaggio proprio al santo Valentino, di cui
  sono conservate alcune reliquie nell' antica
  basilica dei santi Felice e Fortunato, nella
  giornata di domani andrà in scena anche
  quest' anno la tradizionale sagra che per molti
  è ad oggi l' unica del centro cittadino. Dal
  mattino fino a sera, bancarelle di dolci,
  giocattoli e l' immancabile pesca di
  beneficenza allestita all' interno della sala della
  comunità allieteranno quello che, solo in
  apparenza, è un normale giorno lavorativo. Chi
  domani approderà a San Felice, dove a fare
  gli onori di casa è la parrocchia guidata da don
  Bartolo Maltauro, si ritroverà catapultato in un
  clima d' altri tempi, un' atmosfera di festa tipica
  di parecchi decenni fa ma che, complice la tenacia con cui i fedeli e i residenti hanno sempre difeso l'
  essenzialità della ricorrenza, è rimasta immune ai cambiamenti. Resiste, infatti, il rito della distribuzione
  dei pani benedetti, le pagnotte di San Valentino preparate da un fornaio della zone e regalate a quanti
  ne faranno richiesta: per quest' anno, rivela don Bartolo, sono ben 10 mila i panini pronti ad essere
  donati. In continuità con il passato saranno poi 4 le messe officiate durante la giornata nella basilica, alle
  8.30, alle 10.30, alle 15.30 e alle 16.30.
  In quella clou delle 15.30 è prevista la benedizione sia delle coppie di innamorati che dei bambini,
  mentre la funzione delle 16.30 è dedicata agli ammalati. In provincia, tra gli eventi principali da segnare
  per domani spicca la storica "Fiera di San Valentino" di Pozzoleone, in programma fino al 17 febbraio:
  domani oltre al luna park si terrà la messa con benedizione del pane alle 15 e, alle 20.45, il concerto
  "Per dirti t' amo...in musica" al centro culturale Zanella. A Montecchio Maggiore, fino al 17 febbraio si
  tiene l' "Antica sagra di San Valentino". Ad organizzare la kermesse è la parrocchia di San Pietro
  Apostolo, che giovedì 14 celebrerà alle 15 la messa in chiesetta con l' atteso rito del bacio della reliquia
  del martire.
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  ISOLA. Le indagini dei carabinieri di Malo scattate dopo le denunce di alcuni acquirenti

  La stangata con le auto di lusso costa 250 mila euro
  ai truffati
  La rivendita aperta per due settimane. Le vetture esposte sul web

  Un' altra truffa con le auto di lusso. Non dell'
  entità di quella commessa da una gang
  bassanese all' inizio dello scorso dicembre ad
  Alte d i     Montecchio Maggiore c o n l a
  concessionaria "Auto Kew", quando il bottino si
  aggirava attorno al milione di euro, ma pur
  sempre ragguardevole visto che si parla di
  una stangata da almeno 250 mila euro.
  Ma i conteggi non sarebbero definitivi.
  A raccogliere almeno una decina di denunce
  sono stati i carabinieri della compagnia di
  Schio, guidati dal capitano Jacopo Mattone,
  che hanno visto sfilare nella caserma della
  stazione di Malo i clienti che si erano fidati
  della società "Parpanesi Jasmin", la quale per
  un paio di settimane aveva aperto l' attività a
  Isola Vicentina in via Pasubio 69, lungo la
  strada provinciale 46.
  Anche in questo caso, con una tecnica
  consolidata, i truffatori hanno utilizzato
  automobili di grande richiamo commerciale
  come Porsche e Mercedes, messe in vendita
  sul sito internt AutoScout24 a prezzi molto
  vantaggiosi.
  In vendita c' erano vetture anche di piccola
  cilindrata.
  Gli accertamenti sono stati condotti dai militari del lugotenente Luca Bertolini dopo che le persone
  beffate, come detto almeno una decina di cui alcune vicentine, hanno scoperto di essere state prese in
  giro dopo avere bonificato gli acquisti.
  I clienti dopo avere visto le vetture sul Web si sono recati a Isola dove non solo le hanno provate, ma
  hanno anche stipulato i contratti convinti di avere fatto un affare perché le pagavano qualche migliaio di
  euro in meno rispetto ai prezzi di mercato.
  La "Parpanesi Jasmin" è rimasta aperta un paio di settimane, il tempo di consentire ai titolari di far
  firmare i contratti e di concordare con le vittime i pagamenti con bonifici tramite internet banking.
  La consegna delle auto doveva avvenire di lunedì, ma il giovedì precedente i truffatori hanno fatto
  sparire le auto e la documentazione, liberando l' immobile.
  Il resto ha seguito un canovaccio consolidato. Quando gli acquirenti hanno telefonato o si sono recati di
  persona a Isola in via Pasubio 69, hanno scoperto l' amara realtà.
  C' è chi incredulo, si è rivolto costernato anche al titolare di una rinomata e affidabile concessionaria
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                                               Montecchio Maggiore

  MONTECCHIO. Evento previsto sabato in piazza

  Salvare l' ambiente Arrivano 120 alberi in regalo ai
  cittadini
  Al via l' iniziativa di una "startup" che ha il patrocinio del Comune

  Al motto di "Chi pianta un albero salva il
  mondo!", un' azienda vicentina sabato 16
  regalerà 120 piante. Protagonista dell'
  iniziativa "beLeafing", una nuova start-up che
  si occupa di favorire la forestazione urbana
  donando alberi ai cittadini. L' appuntamento è
  alle 11 in piazza Marconi a Montecchio. A
  beneficiare di lecci, carpini, tigli, betulle, ciliegi
  e di molte altre specie ancora quelle persone
  che, nei mesi scorsi, ne hanno fatto richiesta
  rispondendo ad un annuncio su Facebook. L'
  evento di consegna, che ha ottenuto il
  Patrocinio del Comune, sarà intervallato da
  dibattiti e musica. «Abbiamo deciso -
  sottolinea la star up - di essere responsabili
  verso il nostro territorio e di devolvere una
  parte dei nostri guadagni per regalare piante
  alle persone. E lo faremo ancora. Siamo
  convinti che ogni persona che riceverà da noi
  la pianta in regalo se ne prenderà cura e la
  amerà come un figlio. Ogni pianta verrà in
  seguito geo-localizzata e, grazie ad un sito
  web, chiunque ne potrà seguire le fasi della
  crescita». Sono oltre 90 mila le morti
  premature, solo in Italia, causate dall'
  inquinamento atmosferico. «Rimanere
  indifferenti davanti a questa ecatombe ambientale è impossibile e abbiamo deciso - spiegano gli
  organizzatori - di agire. Il nostro gesto non potrà risolvere il problema, è solo una goccia nell' oceano.
  Tuttavia l' oceano è fatto di gocce e, per questo motivo invitiamo altre aziende a fare lo stesso.
  Ognuno di noi può dare il suo contributo. E, insieme, possiamo fare grandi cose».
  L' azienda, dopo Montecchio, sta organizzando un secondo evento analogo di consegna gratuita di un
  altro centinaio di piante. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                                                       G.Z.

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  MONTECCHIO. Sono previsti nel piano anche un fondo orario di solidarietà, una quota
  assistenziale e pure la possibilità di lavorare da casa

  «Stipendio pieno alle neo mamme»
  Già 15 le dipendenti che hanno avuto l' integrazione per la maternità oltre a quanto
  previsto dall' Inps Welfare aziendale per gli oltre 1.700 assunti alla Fis

  FIS di Montecchio Maggiore si dimostra una
  multinazionale a misura di lavoratore.
  "Il lavoro è importante ma è ugualmente
  importante la famiglia" è la filosofia della
  Fabbrica Italiana Sintetici che ha messo in
  campo diversi accorgimenti per andare
  incontro alle esigenze degli oltre 1.700
  dipendenti suddivisi nei propri stabilimenti di
  Montecchio Maggiore, Lonigo e Termoli in
  Molise.
  Quattro in particolare le misure adottate dalla
  società specializzata nella produzione di
  prodotti chimici per l' industria farmaceutica e
  che rappresentano una novità.
  In primis la maternità facoltativa: le neo
  mamme possono assentarsi dal lavoro per 12
  mesi, contro i 9 previsti dal contratto
  nazionale, con lo stipendio pieno garantito dall'
  azienda. Un accordo messo in campo da
  quasi 4 anni e ad oggi sono 15 le dipendenti
  che ne hanno usufruito, decidendo di rimanere
  a casa con il proprio bimbo. «Si tratta di un
  contratto strutturato e adottato insieme alle
  rappresentanze sindacali dei lavoratori -
  osservano dalla FIS - e si sviluppa su diverse
  linee di intervento riguardanti le misure di
  conciliazione della vita lavorativa con quella familiare, le misure a sostegno della previdenza e
  assistenza sanitaria integrativa e quelle economiche in caso di particolari situazioni individuali. Sono
  previste anche alcune prestazioni agevolative, come i prestiti per la prima casa e di beni o servizi ad
  esempio i buoni carburanti e la mensa gratuita».
  Nella società leader nel suo settore, inoltre, è presente il fondo orario di solidarietà che permette ai
  dipendenti di cedere alcune ore di permesso a colleghi che hanno particolari condizioni di necessità
  come lutti, assistenza a familiari disabili o malattie dei figli. Anche in questo caso la misura è stata
  introdotta in via sperimentale nel 2015 e da allora è entrata stabilmente nel contesto aziendale. L'
  iscrizione è volontaria e il lavoratore che aderisce cede, inizialmente, due ore di permesso "Rol" ogni
  anno.
  Se il tempo dedicato alla famiglia è importante è ugualmente vitale anche il sostegno economico in caso
  di improvvise necessità.
  Da quest' anno il colosso farmaceutico ha deciso di attivare il fondo di accantonamento per il sostegno
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                                                Montecchio Maggiore

  BROGLIANO/2. Erano stati fermati dai carabinieri del radiomobile

  Arrestati per spaccio oggi davanti al giudice
  In caserma stanno sfilando decine di acquirenti

  Mohamed Chouatr, cittadino marocchino di 28
  anni, Roberto Ometto, 50 anni, disoccupati e
  residenti ad Altavilla, Alessandro Bedin, 49
  anni, di Creazzo e Martina Donazzan, operaia,
  26 anni di Brogliano, arrestati sabato dai
  carabinieri del Norm di Valdagno con l' accusa
  di detenzione a fini di spaccio di sostanze
  stupefacenti devono ancora essere interrogati.
  Probabilmente compariranno oggi davanti al
  giudice.
  Nella caserma di Valdagno intanto hanno
  cominciato a sfilare le decine di acquirenti di
  droga individuati dai militari del maggiore
  Mauro Maronese in dei tre mesi di indagini.
  Anche i cellulari degli arrestati sono al vaglio
  dei carabinieri che contano di trovare ulteriori
  elementi utili alle indagini: non solo i numeri
  telefonici, ma anche eventuali spostamenti
  attraverso la geolocalizzazione.
  Per Chouatr e Ometto è stata disposta la
  custodia in carcere a causa di alcuni
  precedenti. Il marocchino ha alle spalle un
  paio di denunce collezionate nel 2014 e nel
  2015 tra Creazzo e Montecchio per cessione
  di stupefacenti oltre a dover rispondere ad una
  accusa di lesioni personali. Anche Ometto, a
  cui era stata ritirata la patente per guida sotto l' effetto di stupefacenti (questo spiegherebbe perché al
  volante dell' auto c' era Bedin), ha una denuncia per lesioni personale. Bedin e Donazzan, incensurati,
  sono tornati in libertà.
  Dalle indagini sembra che i tre uomini, che operavano nell' hinterland della città, stessero cercando di
  allargare il giro d' affari, infilandosi nella Valle dell' Agno. Niente spaccio al dettaglio, ma solo su
  appuntamento e per quantità di una certa consistenza in modo da ridurre i rischi e massimizzare i
  guadagni.
  Ma sabato, quando Ometto e Bedin si sono incontrati con Donazzan, ad aspettarli hanno trovato i
  carabinieri. La perquisizione ha portato al sequestro di 25 grammi di cocaina, 100 grammi di hashish e
  di 1.900 euro che la donna aveva con sé per pagare la polvere bianca. Nella successiva perquisizione
  nella casa condiviso da Ometto e Chouatr sono spuntati 2,1 chili di hashish, 17 grammi di cocaina,
  1.100 euro, bilancini di precisione e materiale per confezionare le dosi.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                                               GIORGIO ZORDAN
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12 febbraio 2019
                                  ilgiornaledivicenza.it
                                               Montecchio Maggiore

  Pfas in Veneto la Regione chiede 4,8 mln a Miteni
  VENEZIA. La Regione Veneto, con un atto
  depositato presso la Sezione Fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570
  euro per una serie di spese sostenute a
  seguito dell' inquinamento da Pfas . La
  domanda di ammissione di credito al passivo
  è stata presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta liquidabilità
  - precisa l' Avvocatura - alla quale ne seguirà
  una seconda con la quantificazione di tutta una
  serie di altri crediti, che sono in fase di
  contabilizzazione, tra cui gli oneri straordinari
  sostenuti per la prevenzione e la profilassi
  sanitaria. La voce più ingente dell' atto in
  questione riguarda le spese per interventi
  strutturali in opere idrogeologiche. In
  particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il
  potenziamento delle infrastrutture di
  potabilizzazione nella centrale acquedottistica
  di Lonigo ; un milione 200 mila euro per il
  potenziamento della filtrazione delle acque
  potabili nell' area contaminata, e in particolare
  per il nuovo impianto di filtrazione centrale «Natta» in Comune di Montecchio Maggiore e p e r i l
  potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi presso la centrale acquedottistica di
  Madonna di Lonigo ; 1 milione 500 mila euro spesi per la realizzazione di nuove condotte di adduzione
  primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l'
  interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni
  interessati all' inquinamento. Voci di entità inferiore riguardano le spese sostenute per gli studi sull'
  inquinamento commissionati alle Università di Padova e Verona e all' Arpav, per un totale di 102 mila
  euro; oltre ad altri 23 mila euro per consulenze specialistiche ed 3.570,62 euro in ragione dell'
  omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto è richiesto oltre agli interessi legali.

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                                    ilgiornaledivicenza.it
                                                Montecchio Maggiore

  Coca e hashish, presi i grossisti dello spaccio
  Rifornivano gli spacciatori nella zona dell'
  hinterland di Vicenza e dell' Ovest Vicentino.
  La loro attività ha visto però una brusca fine
  grazie ai carabinieri della compagnia di
  Valdagno, entrati in azione a Brogliano proprio
  durante una cessione di stupefacenti. A finire
  in manette sono stati Mohamed Chouatr,
  cittadino marocchino di 28 anni, e Roberto
  Ometto, 50 anni, entrambi disoccupati e
  residenti ad Altavilla. Assieme a loro, sono
  stati arrestati Alessandro Bedin, 49 anni, di
  Creazzo, il quale si trovava al volante dell' auto
  che stava trasportando la droga, e l'
  acquirente, Martina Donazzan, operaia di 26
  anni residente a Brogliano. Per tutti, l' accusa è
  di detenzione ai fini di spaccio di sostanze
  stupefacenti. In base alle ricostruzioni degli
  uomini dell' Arma, Chouatr e Ometto, che
  vivevano nella stessa abitazione ed erano
  entrambi disoccupati, non erano due
  spacciatori al dettaglio; si trattava piuttosto di
  grossisti di medie dimensioni, che rifornivano i
  pusher della zona. I loro movimenti erano stati
  notati da alcuni residenti, i quali avevano
  contattato i carabinieri. I militari del nucleo
  operativo e radiomobile della compagnia di
  Valdagno, coordinati dal maggiore M a u r o
  Maronese, hanno così dato il via alle indagini.
  Per settimane, gli uomini dell' Arma hanno seguito gli spostamenti di Ometto e Chouatr, con
  appostamenti e pedinamenti, stringendo sempre di più il cerchio attorno ai due. Sabato scorso, infine, i
  militari hanno deciso di entrare in azione. Poco prima delle 17.30, Ometto, con Bedin al volante, è
  partito da Altavilla, dirigendosi verso la valle dell' Agno. Giunti a Brogliano, i due si sono incontrati con
  Donazzan, alla quale avrebbero dovuto cedere un quantitativo di cocaina. Al momento dello scambio,
  però, sono intervenuti i carabinieri. Subito è scattata una perquisizione, nel corso della quale sono stati
  rinvenuti 25 grammi di cocaina e 100 grammi di hashish; Donazzan aveva invece con sé 1.900 euro in
  contanti. Secondo i carabinieri, l' incontro era stato organizzato per portare a termine la compravendita
  della polvere bianca, mentre non è chiaro quale dovesse essere la destinazione del "fumo". In seguito è
  stata disposta la perquisizione domiciliare all' interno dell' alloggio condiviso da Ometto e Chouatr ad
  Altavilla; dai controlli dei carabinieri, tra l' abitazione e il garage sono spuntati 2,1 chilogrammi di
  hashish, 17 grammi di cocaina, 1.100 euro in contanti, più bilancini di precisione e altro materiale per il
  confezionamento delle dosi. Alla fine, per i quattro soggetti sono scattate le manette. Ometto e Chouatr
  sono stati accompagnati in carcere, mentre Donazzan e Bedin, essendo incensurati, sono stati rimessi
  in libertà. I carabinieri della compagnia di Valdagno ritengono in questo modo di aver stroncato un
  consistente giro di spaccio di stupefacenti che dall' hinterland del capoluogo berico si diramava verso l'
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12 febbraio 2019
                                    ilgiornaledivicenza.it
12 febbraio 2019
                                    ilgiornaledivicenza.it
                                                 Montecchio Maggiore

  Disabile in famiglia ma niente sconto per l' auto
  elettrica
  «Siamo genitori di un ragazzo disabile di 24
  anni e ci consideriamo persone attente all'
  ambiente». Per questo la famiglia Gonzo
  vorrebbe acquistare un' auto elettrica ma, al
  momento di chiudere la trattativa, ha scoperto
  che, a differenza dei mezzi a benzina o diesel,
  tra l' altro più impattanti sull' ambiente, l' Iva
  agevolata non è contemplata per le auto
  elettriche. Il disappunto si trasforma così in
  una petizione, che Mariarosa Diamanti ha
  lanciato sul portale www.change.org e che in
  pochi giorni ha raggiunto quasi 7 mila firme.
  Mariarosa e Nereo Gonzo vivono a Montecchio
  Maggiore, s o n o i g e n i t o r i d i D a v i d e , u n
  simpatico e vivace ragazzo con la sindrome di
  Down e con un cuore grande. Vivere con il
  problema della disabilità non è semplice:
  bisogna fare i conti con i pregiudizi, gli
  ostacoli, le barriere, le relazioni sociali. Ma
  spesso è la burocrazia l' ostacolo maggiore
  per la vita dei disabili. Come conferma l'
  esperienza di Mariarosa e Nereo (che hanno
  autorizzato la pubblicazione della foto qui a
  fianco), persone attente anche all' ambiente. E,
  coerenti con questa scelta, hanno valutato l'
  opportunità di acquistare un' auto elettrica. E
  qui si sono scontrati con la superficialità e l'
  indifferenza di chi propone le leggi. Hanno
  scoperto infatti che l' auto elettrica, uno dei punti di forza della recente legge finanziaria, non prevede l'
  Iva agevolata per i disabili, come invece avviene per le auto a benzina o diesel. Lamentarsi serve a
  poco e quindi Mariarosa ha deciso di lanciare, attraverso il canale online di petizioni www.change.org
  un' istanza diretta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell' Economia Giovanni Tria
  e al ministro per la famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana e che ha raggiunto in pochi giorni quasi
  settemila firme. «L' attuale normativa - spiega Mariarosa - risale ai tempi in cui non esistevano i veicoli
  elettrici. Ora il paradosso è notevole: per acquistare una vettura per trasporto disabili inquinante ci sono
  agevolazioni con Iva al 4%, se si sceglie invece di rispettare l' ambiente e si desidera acquistare un'
  auto elettrica l' Iva è al 22%. Capite bene che la differenza è tanta e il costo incide notevolmente sulle
  famiglie che già devono sostenere disagi e spese non indifferenti. Chiediamo - spiega ancora Mariarosa
  - che la normativa venga aggiornata e corretta e che l' agevolazione Iva al 4% per acquisto di vetture
  per disabili sia applicata anche all' acquisto delle auto elettriche, nel rispetto dell' ambiente e delle
  persone». Intanto la petizione è condivisa in tutta Italia, manca poco al traguardo delle 7 mila adesioni.
  L' appello dei genitori di Davide è quello di continuare su questa strada: «Non costa nulla - chiarisce
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12 febbraio 2019
                                   ilgiornaledivicenza.it
12 febbraio 2019
                                            Vicenza Today
                                                 Montecchio Maggiore

  Antica sagra di San Valentino Montecchio Maggiore
  Ecco il Programma della Antica Sagra di San
  Valentino , organizzata dalla Parrocchia di San
  Pietro con il patrocinio della Città di
  Montecchio Maggiore. ore 8.00 - Apertura
  della pesca di beneficenza ore 10.00 - Santa
  messa degli innamorati ore 14.00 -
  Esposizione dellle reliquie di S. Valentino
  presso l' antica chiesetta sul colle ore 14.00 -
  Sfilata dei carri mascherati Pro loco
  Montecchio Maggiore Apertura dalla banda
  "Pietro Ceccato" partenza dalla ditta Xilem (ex
  Lowara), Corso Matteotti, Via Lorenzoni, Via
  Passau e parte di Via Peroni, Piazza Marconi e
  ritorno. Durante tutto il giorno si terrà la pesca
  di beneficenza, bancarelle, giostre e giochi in
  piazza. ore 18.00 - Estrazione della lotteria in
  piazza, con maltempo al Cinema S. Pietro. La
  manifestazione sarà presenatata da Enrico e
  Monica.

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12 febbraio 2019
                                          Vicenza Today
                                               Montecchio Maggiore

  Pfas, il Veneto chiede 4,8 milioni a Miteni. In arrivo
  anche il "conto salute"
  Si tratta di una prima richiesta per alcune voci di pronta liquidabilità alla quale ne
  seguirà una seconda con la quantificazione di tutta una serie di altri crediti, che sono in
  fase di contabilizzazione, tra cui gli oneri straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria

  La Regione Veneto, con un atto depositato
  presso la Sezione Fallimentare del Tribunale
  di Vicenza, ha chiesto di essere ammessa al
  passivo del fallimento della Miteni Spa per un
  totale di 4 milioni 828 mila 570 euro per una
  serie di spese sostenute a seguito dell'
  inquinamento da Pfas . La domanda di
  ammissione di credito al passivo è stata
  presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta liquidabilità
  - precisa l' Avvocatura - alla quale ne seguirà
  una seconda con la quantificazione di tutta una
  serie di altri crediti, che sono in fase di
  contabilizzazione, tra cui gli oneri straordinari
  sostenuti per la prevenzione e la profilassi
  sanitaria . La voce più ingente dell' atto in
  questione riguarda le spese per interventi
  strutturali in opere idrogeologiche . In
  particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il
  potenziamento delle infrastrutture di
  potabilizzazione nella centrale acquedottistica
  di Lonigo; 1 milione 200 mila euro per il
  potenziamento della filtrazione delle acque
  potabili nell' area contaminata, e in particolare
  per il nuovo impianto di filtrazione centrale "Natta" in Comune di Montecchio Maggiore e p e r i l
  potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi presso la centrale acquedottistica di
  Madonna di Lonigo; 1 milione 500 mila euro spesi per la realizzazione di nuove condotte di adduzione
  primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l'
  interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni
  interessati all' inquinamento. Voci di entità inferiore riguardano le spese sostenute per gli studi sull'
  inquinamento commissionati alle Università di Padova e Verona e all' Arpav, per un totale di 102 mila
  euro; oltre ad altri 23 mila euro per consulenze specialistiche ed 3.570,62 euro in ragione dell'
  omissione del versamento del canone demaniale.
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Pagina 12                              Corriere delle Alpi
                                                       Dal Nazionale

  ISTANZA LEGALE di rimborso per le spese di disinquinamento

  Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8
  milioni
  venezia. La Regione Veneto, con un atto
  depositato presso la sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570
  euro, alla luce delle spese sostenute in seguito
  dell' inquinamento da Pfas, le sostanze
  perfluoroalchiliche scaricate dall' azienda
  chimica di Trissino nella valle del Chiampo,
  con contaminazione delle acque anche nel
  Padovano e nel Veronese. La domanda di
  ammissione di credito al passivo è stata
  presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. «Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta
  liquidabilità», precisa l' Avvocatura «alla quale
  ne seguirà una seconda con la quantificazione
  di una serie di altri crediti, tra cui gli oneri
  straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria.
  La voce più ingente dell' atto riguarda le spese
  per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche. In particolare, si tratta di 2
  milioni per il potenziamento delle infrastrutture
  di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo; 1,2 milionI per il potenziamento della
  filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione
  centrale a Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi
  nella centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni spesi per la realizzazione di nuove
  condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre
  zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita agli acquedotti dei
  Comuni inquinati.
  Voci inferiori riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento commissionati alle Università
  di Padova e Verona e all' Arpav (102 mila euro); oltre ad altri 23 mila per consulenze specialistiche e a
  3570 in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto, precisa la Regione, è
  richiesto oltre agli interessi legali.
  --

                                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018

                                                                                                                   21
13 febbraio 2019
Pagina 14                       Il Gazzettino (ed. Udine)
                                                      Dal Nazionale

  Caso Pfas, la Regione si insinua nel fallimento di
  Miteni
  IL PROCEDIMENTO VENEZIA Anche la
  Regione presenta il conto a Miteni. Con un atto
  depositato alla sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, Palazzo Balbi ha chiesto
  di insinuarsi nel fallimento dell' azienda di
  Trissino per un totale di 4.828.570 euro, l'
  ammontare di una serie di spese sostenute a
  seguito dell' inquinamento da Pfas. La
  domanda di ammissione di credito al passivo
  è stata presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda i costi dell' esecuzione di indagini
  ambientali e degli interventi strutturali in opere
  idrogeologiche, oltre che il corrispettivo dell'
  omesso versamento del canone demaniale.
  LA PRIMA LISTA La stessa Avvocatura ha
  precisato che si tratta di una prima richiesta
  per alcune voci di pronta liquidabilità, alla
  quale seguirà una seconda lista con la
  quantificazione di tutta una serie di altri crediti,
  che sono in fase di contabilizzazione, tra cui gli
  oneri straordinari sostenuti per la prevenzione
  e la profilassi sanitaria. L' aspetto più ingente
  dell' atto in questione riguarda le spese per
  interventi strutturali in opere idrogeologiche.
  In particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il
  potenziamento delle infrastrutture di
  potabilizzazione nella centrale acquedottistica
  di Lonigo; 1,2 milioni per il potenziamento
  della filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata e in particolare per il nuovo impianto di
  filtrazione centrale Natta in Comune di Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di
  assorbimento a carboni attivi presso la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni per la
  realizzazione di nuove condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l'
  approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di
  qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni interessati all' inquinamento.
  LE ALTRE CIFRE Voci di entità inferiore riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento
  causato dalle sostanze perfluoroalchiliche che sono stati commissionati alle Università di Padova e
  Verona e all' Arpav, per un totale di 102mila euro, oltre ad altri 23mila euro per consulenze specialistiche
  ed ulteriori 3.570,62 euro in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto è
  stato richiesto al netto degli interessi legali.
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13 febbraio 2019
Pagina 14                            Il Mattino di Padova
                                                       Dal Nazionale

  ISTANZA LEGALE di rimborso per le spese di disinquinamento

  Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8
  milioni
  venezia. La Regione Veneto, con un atto
  depositato presso la sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570
  euro, alla luce delle spese sostenute in seguito
  dell' inquinamento da Pfas, le sostanze
  perfluoroalchiliche scaricate dall' azienda
  chimica di Trissino nella valle del Chiampo,
  con contaminazione delle acque anche nel
  Padovano e nel Veronese. La domanda di
  ammissione di credito al passivo è stata
  presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. «Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta
  liquidabilità», precisa l' Avvocatura «alla quale
  ne seguirà una seconda con la quantificazione
  di una serie di altri crediti, tra cui gli oneri
  straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria.
  La voce più ingente dell' atto riguarda le spese
  per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche. In particolare, si tratta di 2
  milioni per il potenziamento delle infrastrutture
  di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo; 1,2 milionI per il potenziamento della
  filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione
  centrale a Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi
  nella centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni spesi per la realizzazione di nuove
  condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre
  zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita agli acquedotti dei
  Comuni inquinati.
  Voci inferiori riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento commissionati alle Università
  di Padova e Verona e all' Arpav (102 mila euro); oltre ad altri 23 mila per consulenze specialistiche e a
  3570 in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto, precisa la Regione, è
  richiesto oltre agli interessi legali.
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13 febbraio 2019
Pagina 14                          La Nuova di Venezia e
                                         Mestre
                                                       Dal Nazionale

  ISTANZA LEGALE di rimborso per le spese di disinquinamento

  Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8
  milioni
  venezia. La Regione Veneto, con un atto
  depositato presso la sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570
  euro, alla luce delle spese sostenute in seguito
  dell' inquinamento da Pfas, le sostanze
  perfluoroalchiliche scaricate dall' azienda
  chimica di Trissino nella valle del Chiampo,
  con contaminazione delle acque anche nel
  Padovano e nel Veronese. La domanda di
  ammissione di credito al passivo è stata
  presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. «Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta
  liquidabilità», precisa l' Avvocatura «alla quale
  ne seguirà una seconda con la quantificazione
  di una serie di altri crediti, tra cui gli oneri
  straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria.
  La voce più ingente dell' atto riguarda le spese
  per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche. In particolare, si tratta di 2
  milioni per il potenziamento delle infrastrutture
  di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo; 1,2 milionI per il potenziamento della
  filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione
  centrale a Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi
  nella centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni spesi per la realizzazione di nuove
  condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre
  zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita agli acquedotti dei
  Comuni inquinati.
  Voci inferiori riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento commissionati alle Università
  di Padova e Verona e all' Arpav (102 mila euro); oltre ad altri 23 mila per consulenze specialistiche e a
  3570 in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto, precisa la Regione, è
  richiesto oltre agli interessi legali.
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13 febbraio 2019
Pagina 16                          La Tribuna di Treviso
                                                       Dal Nazionale

  ISTANZA LEGALE di rimborso per le spese di disinquinamento

  Caso Pfas e fallimento Miteni La Regione chiede 4,8
  milioni
  venezia. La Regione Veneto, con un atto
  depositato presso la sezione fallimentare del
  Tribunale di Vicenza, ha chiesto di essere
  ammessa al passivo del fallimento della Miteni
  Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570
  euro, alla luce delle spese sostenute in seguito
  dell' inquinamento da Pfas, le sostanze
  perfluoroalchiliche scaricate dall' azienda
  chimica di Trissino nella valle del Chiampo,
  con contaminazione delle acque anche nel
  Padovano e nel Veronese. La domanda di
  ammissione di credito al passivo è stata
  presentata dall' Avvocatura regionale e
  riguarda spese per l' esecuzione di indagini
  ambientali, per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche e per omesso versamento del
  canone demaniale. «Si tratta di una prima
  richiesta per alcune voci di pronta
  liquidabilità», precisa l' Avvocatura «alla quale
  ne seguirà una seconda con la quantificazione
  di una serie di altri crediti, tra cui gli oneri
  straordinari sostenuti per la prevenzione e la
  profilassi sanitaria.
  La voce più ingente dell' atto riguarda le spese
  per interventi strutturali in opere
  idrogeologiche. In particolare, si tratta di 2
  milioni per il potenziamento delle infrastrutture
  di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo; 1,2 milionI per il potenziamento della
  filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione
  centrale a Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi
  nella centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo; 1,5 milioni spesi per la realizzazione di nuove
  condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l' approvvigionamento di acqua da altre
  zone regionali e l' interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita agli acquedotti dei
  Comuni inquinati.
  Voci inferiori riguardano le spese sostenute per gli studi sull' inquinamento commissionati alle Università
  di Padova e Verona e all' Arpav (102 mila euro); oltre ad altri 23 mila per consulenze specialistiche e a
  3570 in ragione dell' omissione del versamento del canone demaniale. Il tutto, precisa la Regione, è
  richiesto oltre agli interessi legali.
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                                                                                                                   25
13 febbraio 2019
Pagina 28                                            L'Arena
                                                       Dal Nazionale

  INQUINAMENTO IDRICO. Per le spese sostenute per le indagini ambientali sui Pfas mancato
  pagamento di un canone

  Miteni, la Regione entra tra i creditori
  L' Avvocatura quantifica in quasi cinque milioni la prima richiesta di risarcimento

  Contaminazione da Pfas: la Regione Veneto
  ha presentato una prima richiesta di
  risarcimento spese e di rimborso crediti per un
  valore di 4.828.570 euro.
  L' Avvocatura regionale, infatti, ha depositato
  una domanda finalizzata ad entrare nel novero
  dei creditori di Miteni Spa, l' azienda chimica
  di Trissino, Vicenza, i cui dirigenti e proprietari
  di ieri e dell' altro ieri risultano indagati dalla
  Procura berica nell' ambito del procedimento
  per l' inquinamento che interessa anche 13
  Comuni del Basso ed Est Veronese. Delal
  Miteni Spa di Trissino il Tribunale di Vicenza
  ha dichiarato il fallimento ancora nel novembre
  scorso. «La richiesta di ammissione di credito
  al passivo riguarda spese per l' esecuzione di
  indagini ambientali, per interventi strutturali in
  opere idrogeologiche e per omesso
  versamento del canone demaniale», spiega in
  una nota la giunta regionale.
  «Si tratta di una prima domanda relativa ad
  alcune voci di pronta liquidabilità», precisa poi
  l' avvocatura.
  «Ad essa», aggiunge infatti, «ne seguirà una
  seconda; in quest' ultima verrà quantificata
  tutta una serie di altri crediti, che sono in fase
  di contabilizzazione, tra cui gli oneri straordinari sostenuti per la prevenzione e la profilassi sanitaria».
  Ovvero, principalmente, per lo screening che riguarda circa centomila veneti, residenti nell' area fra le
  province di Verona, Vicenza e Padova, e la presa in carico delle persone con patologie rilevanti.
  Per ritornare agli oltre 4,8 milioni di euro oggetto dell' istanza attuale, la voce più ingente riguarda spese
  per le opere.
  «In particolare», continua l' esecutivo regionale, «si tratta di due milioni di euro per il potenziamento
  delle infrastrutture di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo (che si trova nel Vicentino,
  ma serve anche i 13 Comuni veronesi e uno del Padovano), di 1,2 milioni di euro per il potenziamento
  della filtrazione delle acque potabili nell' area contaminata (in particolare per un nuovo impianto nel
  comune vicentino di Montecchio Maggiore, e per il potenziamento del sistema di assorbimento a
  carboni attivi nella centrale di Lonigo), e di 1,5 milioni di euro che sono stati spesi per la realizzazione di
  nuove condotte che consentono l' approvvigionamento di acqua pulita da altre zone della regione; oltre
  che per l' interconnessione di fonti idriche di qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni
  che risultano interessati dall' inquinamento.
                                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018

                                                                                                  Continua -->      26
13 febbraio 2019
Pagina 28                                            L'Arena
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