Mobilità: limiti ai desideri - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM COPIA GRATUITA ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 Mobilità: limiti ai desideri di don Gianni Antoniazzi Automobili, aerei, navi e trasporti in genere offrono vita e sostengo- no l’economia ma sono una spina per l’ambiente: costano, inquina- no e producono spazzatura. Non è facile cambiare rotta anche per- ché i veicoli manifestano lo status symbol. La gente desidera auto più grandi e potenti, sicure e moderne. Gli spiriti più vivaci cercano anche l’eccesso. Tutto però ha un prezzo, anche sulle generazioni future. Le città vengono deturpate da una via- bilità pesante, caotica e rumorosa e, di questo passo, i nipoti avran- no un mondo più povero e senza bellezza. Dobbiamo riconoscerlo: la nostra epoca ha ceduto all’istin- to di avere tutto subito. I trasporti ne sono un segno eloquente. Com- priamo un’auto nuova e la guidiamo come se gli altri non esistessero, come se non ci fosse un futuro a cui rendere conto. Nasce così il para- dosso di chi, per esempio, muove un suv per andare al nido dietro casa e poi corre a piedi per man- tenersi in forma. Non sarebbe me- glio mettere un limite ai desideri? Chi usa la bici o va a piedi di certo non si mette in mostra, ma neppu- re spreca energia: può salutare gli altri e costruire relazioni comuni. Chi ha sempre bisogno di mostrarsi con l’auto di grido non rispetta il futuro; chi mette un freno a que- sto desiderio fa il cammino più bel- lo, quello di superare le seduzioni. Poi serve anche il contributo degli enti pubblici chiamati a costrui- re una viabilità vera per le bici e i pedoni. Ma queste considerazioni le facciamo nelle pagine interne.
Da sapere Orizzonte 2035 di Matteo Riberto Nei prossimi anni, a Venezia, gireranno sempre più autobus elettrici e si vedranno anche quelli a idrogeno. E un’azienda investirà più di 100 milioni sulla mobilità sostenibile La data sul calendario è l’1 gen- italiano, è detenuta dal fondo in- attrarre altre aziende pronte a naio 2035. L’Unione Europea ha glese Blantyre Capital Ltd che ha puntare sullo stesso settore cre- infatti deciso che, da quel giorno, deciso di investire nel nostro ter- ando così una catena produttiva non si potranno più vendere auto ritorio oltre 100 milioni di euro. integrata. Va poi ricordato che a a benzina o diesel. I dubbi non Soldi con cui ammodernerà gli at- Marghera procede anche lo svilup- mancano, e molti ritengono che tuali impianti e ne creerà di nuovi po del progetto Hydrogen Park che i tempi siano troppo stretti per per riuscire a produrre Sali di litio. mira a creare un distretto chiave riuscire a mettere in atto quella Questi Sali sono fondamentali per per la produzione di idrogeno; al- che sarebbe una vera rivoluzione. realizzare le batterie elettriche tra energia che sarà centrale nel- Fatto sta che sono sempre di più per le macchine e – a oggi – non la mobilità. L’industria Veneziana le imprese che fanno ingenti inve- c’è nessuna impresa che li produce potrebbe quindi avere un futuro stimenti nel settore della mobilità in Europa. Vengono infatti prodot- importantissimo nel settore; cosa sostenibile e alternativa. In par- ti solo in Cina, Corea e Giappone. che significherebbe anche la cre- ticolare nell’idrogeno e nell’elet- Alkeemia conta di riuscire a farli azione di centinaia di nuovi posti trico, a loro volta non esenti da entro il 2025 diventando il primo di lavoro. Solo nell’ultimo anno impatti ambientali (si pensi allo produttore europeo. Il mercato Alkeemia ha fatto una ventina smaltimento delle batterie), ma è quanto mai ghiotto: da un lato di assunzioni (ne farà altre) ma che quasi sicuramente saranno i perché le auto elettriche saranno è chiaro se si creasse un grande perni centrali di una mobilità che sempre più diffuse, dall’altro per- polo dell’industria della mobilità i vuole essere meno dannosa per ché il mondo – causa Covid e guer- numeri crescerebbe esponenzial- la natura. Tra queste aziende c’è ra – è sempre meno globalizzato e mente. Sulla mobilità elettrica e Alkeemia: insediata a Porto Mar- le grandi aziende che costruisco- a idrogeno punta anche il Comu- ghera attualmente produce acido no auto (e in questo caso batte- ne di Venezia. A Lido i bus sono fluoridrico e fluroderivati utiliz- rie) avranno sempre più bisogno di già elettrici e di recente ne sono zati, per esempio, nell’industria produttori locali di materie prime. stati attivati 20 in Terraferma. Ma agro-farmaceutica, nelle raffinerie Porto Marghera potrebbe diven- il grosso lo vedremo nei prossimi petrolifere e per diversi elettrodo- tare un polo per la realizzazione anni. Ca’ Farsetti avrà infatti a di- mestici. Alkeemia, che nella sede di componenti per le auto elettri- sposizione 87 milioni – fondi Pnrr di Marghera (ne ha un’altra a Fran- che anche perché Alkeemia auspi- – per mettere in funzione 33 bus coforte) ha un management tutto ca che il suo investimento possa elettrici e soprattutto 90 ad idro- geno. Una prima tranche dovreb- be essere in pista entro il 2024, la seconda, più corposa entro il 30 giugno 2026. In contemporanea dovranno anche essere realizzate delle stazioni di rifornimento. E proprio questa è una sfida. Perché la rivoluzione della mobilità non potrà interessare solo il trasporto pubblico. Le linee dettate dall’Eu- ropa coinvolgono anche i privati. Se si vuole che sempre più perso- ne abbiano auto elettriche o anche ad idrogeno è chiaro che bisognerà però abbassarne i costi di acqui- sto, e prevedere anche stazioni di rifornimento capillari e ampia- mente distribuite sul territorio. 2 ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022
Il bello della vita Sostenibile per il portafogli di Plinio Borghi Per una mobilità amica dell’ambiente non basta perorare una conversione a scelte alternative: occorre sostanziarla con servizi comodi, efficienti e anche convenienti Senza dubbio la pandemia ha inferto timidezza inaudita e i fatti che leg- dei rispettivi tornelli. Non solo, ma un duro colpo al processo di esten- giamo quasi ogni giorno ne sono la ridurne anche l’entità in concorrenza sione dell’utilizzo dei mezzi pubblici conferma); alla garanzia che tutti con i costi del ricorso al mezzo priva- e provocato un riflusso sul ricorso a siano in possesso del titolo di viaggio to: non è possibile che a Mestre per quelli privati, ovviamente per que- (l’evento dei tornelli agli imbarcade- recarmi all’ospedale con mia moglie stioni di sicurezza. In effetti, però, ci ri più importanti ha suscitato stupide io debba spendere 5,6 euro di bigliet- sarebbero parecchie falle a rallentare polemiche, quando in giro per il mon- ti, quando, usando “comodamente” la risposta ai vari solleciti che ven- do, anche in Paesi molto meno pro- l’automobile e sostandovi anche un gono rivolti ad ogni piè sospinto af- grediti, i tornelli funzionano proprio paio d’ore, tra parcheggio interno e finché si privilegi il ricorso all’offerta all’interno del singolo mezzo, talora benzina (15 km AR) me ne bastano pubblica, abbandonando, fin dove è sia in salita che in discesa e quindi 3,8! Se poi posteggio all’esterno an- possibile, l’uso disinvolto dei propri con garanzia di pagamento al 100%). cora meno. La conformazione ter- veicoli. Non è convincente, per quan- Alla fine, però, a prevalere dev’esse- ritoriale del nostro Comune e la ca- to sacrosanta, solamente la questione re la convenienza: per quanto valide renza di punti di appoggio strategici dell’inquinamento (e già qui sarebbe possano essere tutte le altre ragioni, e gratuiti ha costretto il cittadino a d’uopo una spulcia sulla qualità di pure il rapporto col proprio portafogli ricorrere comunque e fin dov’era certi autobus in circolazione), della orienta molto le scelte e qui una po- possibile al mezzo pubblico (a Vene- mobilità sostenibile (altre alternative litica seria in merito non è mai stata zia è improponibile recarsi altrimen- come i monopattini o le bici hanno affrontata, anzi, c’è la tendenza a far ti) e questo, complice il largo flusso avuto un’evoluzione molto più rapida) coprire all’utenza in qualche modo turistico, ha impigrito chi di dovere o della transizione ecologica nel suo l’intero costo del servizio, inibendo ad affrontare scelte più dinamiche e complesso: occorre adire un’offerta così ogni coraggioso intervento. Per radicali. Oggi sono altre le cause di che sia realmente valida e attraente. esempio oggi qui a Venezia si parla forza maggiore, come appunto la so- A cominciare dalla comodità (linee, già di un altro passo avanti nell’ammo- stenibilità, che ci impongono conver- orari, frequenza, dislocazione delle dernamento del sistema di pagamen- sioni di fondo, delle quali non deve fermate), il discorso si allarga all’am- to del biglietto, bypassando lo stesso farsi carico solo l’utenza, ma tutta la modernamento dei mezzi stessi, sia Imob, ma a nessuno viene in mente di comunità, che già sostiene anche le relativamente alla propulsione che rapportare il costo dello stesso all’ef- perdite, da quelle strutturali a quelle all’arredo interno; all’eliminazione fettivo percorso effettuato, mediante indotte da vandalismi o dai furbetti degli handicap per salita e discesa tessere prepagate da bippare in en- del biglietto, perché il beneficio fi- (i passi avanti compiuti sono di una trata e uscita, previa installazione nale va a tutti. Diamoci una mossa. Testamento a favore della "Fondazione Carpinetum" o de "Il Prossimo" La Fondazione Carpinetum offre allog- gi protetti a persone anziane e biso- gnose di Mestre. Ha creato per questo i sette Centri don Vecchi di Carpene- do, Marghera, Campalto e Arzeroni. Si sostiene solo con le offerte della buo- na gente. L’Associazione Il Prossimo che gestisce il Centro di Solidarietà Cristiana Papa Francesco provvede ad alimenti, abbigliamento e mobili per chi si trova in difficoltà. Si può fare un lascito testamentario per l’una o l’al- tra realtà del nostro territorio. Basta chiamare i numeri 34949547970 oppu- re 3358243096. Il grande gesto di ge- nerosità si tradurrà in carità concreta. ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 3
Sottovoce Cosa mi dice la gente di don Gianni Antoniazzi Non sono un esperto di viabilità. Riporto quello che la Tutte questioni da risolvere presto. Terza urgenza riguar- gente mi dice quando parliamo di questi argomenti. A Me- da la questione dei garage privati. Tanti condomini ne stre non c’è più il traffico soffocante degli anni ’80. Ci hanno di troppo piccoli per le attuali esigenze. Così le sono meno residenti e le nuove rotonde hanno dato una auto restano in strada e la viabilità ne soffre. Sarebbe buona mano a smaltire le code. Eppure, in molti casi, la necessario un colpo di genio da parte dell’amministrazio- circolazione rimane fonte di stress e sofferenza. Circo- ne anche nazionale. Si sa però che non sempre le menti lano troppe auto con una sola persona a bordo e spesso geniali si mettono a servizio della politica, purtroppo. si supera il livello d’inquinamento. La nostra città, come altre, ha dovuto cedere spazio a strade sempre più larghe e a parcheggi, riempiti magari da chi poteva tenere l’au- to in casa. Molti mi chiedono alcune priorità. La prima: migliorare il trasporto pubblico. La gente non accetta fa- cilmente di usare i mezzi pubblici scomodi, affollati oltre il dovuto, poco frequenti e insicuri di notte. Se vogliamo una svolta serve più qualità nel trasporto urbano (atten- zione: non significa spendere più soldi!). La responsabili- tà non è solo delle istituzioni pubbliche. Anzi: prima di tutto serve il nostro rispetto per questi strumenti che troppo spesso vengono imbrattati e rovinati. La seconda priorità riguarda l’uso della bici. Occorrono vere strade ciclopedonali, connesse fra loro, sufficientemente ampie, con diritto di precedenza. Bici e monopattini a noleggio qui non entrano nella mentalità comune che trova que- sti strumenti troppo cari e li vede abbandonati ovunque. In punta di piedi Città senza Google Alzi la mano chi non conosce Google Maps. Chi va all’este- eventuale cambio e a che ora si arriva. Attenzione: Goo- ro non ne può fare a meno. Per esempio: se uno di noi va gle indica sempre il percorso più veloce ed economico. I a Parigi e deve muoversi per la città apre Google Maps, mezzi corrispondono esattamente alle indicazioni date da indica dove vuole andare e il cervellone risolve tutto: spie- Google. Se si dice che la metropolitana o il bus passa alle ga come muoversi, a che ora parte il mezzo, dove fare un 10:05 così sarà. Anche a Mestre le cose funzionano abba- stanza bene. Il problema nasce nel centro storico di Ve- nezia. Non so come vada adesso perché l’ultima volta l’ho provato lo scorso anno. Nel centro città Google Maps sem- bra impazzire. Se si tratta di prendere qualche mezzo di trasporto acqueo in collegamento al bus o al tram gli orari e i tragitti non sono quelli più rapidi e non sono indicati in modo puntuale: talora si trova d’estate l’orario invernale o viceversa. Sembra che Google Maps e la mobilità vene- ziana non riescano a coordinarsi. Oramai la qualità dei trasporti in città è legata in larga parte a questa funzione diffusissima fra la gente. Inutile inventare l’ultimo modello di taxi aereo che porta i passeggeri dall’aeroporto di Roma al centro città o spendere una valanga di soldi per soluzio- ni avveniristiche se prima non trasmettiamo neppure gli orari esatti a chi dimostra di saper organizzare i trasporti. 4 ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022
Camminare insieme Senza macchina di don Sandro Vigani La mobilità è stata stravolta negli ultimi decenni: nuove infrastrutture, nuovi mezzi Godiamo dei benefici di spostarci più velocemente, ma non è tutto oro quel che luccica Mia nonna raccontava che da gio- I miei nipoti hanno iniziato mol- parve silenziosa, quasi spettrale, è vane si recava da Eraclea a San to presto a girare l’Europa con i una città trafficatissima. È un’im- Donà sul carretto tirato dal mulo. voli low-cost, il pronipote che ha presa mettersi in auto nelle ore di Tra andata e ritorno ci metteva un anno ha già viaggiato in aereo punta o nel weekend. Il mondo del- una giornata intera: ogni tanto il più di una volta con i genitori. In le comunicazioni è cambiato, con mulo si fermava e non ne voleva cent’anni i confini dei nostri paesi i suoi pro e i suoi contro. A volte più sapere di andare avanti. Oggi e delle nostre città si sono veloce- penso che se, per ipotesi assurda, in auto a San Donà, da Eraclea, ci mente dilatati: siamo diventati un venisse da noi un marziano, rimar- si arriva in dieci minuti. Dall’inizio po’ tutti, come si usa dire, ‘citta- rebbe sconvolto nel vedere quelle del ‘900 le vie e i mezzi di comuni- dini del mondo”. Meno provinciali, scatole di latta con le ruote pie- cazione si sono sviluppati in manie- più aperti alla conoscenza e allo ne di uomini, donne, bambini che, ra straordinaria. Alle strade bian- scambio tra culture differenti, più come formiche, percorrono le vie che, sterrate, percorse dai carri curiosi. Lo sviluppo delle comuni- della città sputando fumo e rumo- o dalle carrozze tirate dai cavalli, cazioni ha portato con sé possibili- re, e i pedoni relegati a camminare si sono sostituite le autostrade, le tà molto positive, ma anche, come sui marciapiedi, attenti a non es- automobili, i treni ad alta veloci- sempre accade, alcuni limiti. Traf- sere investiti. Per non parlare poi tà, gli aerei. È aumentata in modo fico, inquinamento, incidenti, mor- delle chilometriche code che spes- esponenziale la possibilità di spo- ti e feriti, a volte stravolgimento so si creano: chi non ha mai dovu- starsi, percorrere in breve tempo del volto dei paesi e delle città. to attendere anche ore al casello centinaia di chilometri. Un tempo Ricordo bene la prima volta che mi dell’autostrada? Ciò che a noi or- lo spazio nel quale si svolgeva la recai in Romania. Le vie di comuni- mai appare normale, in realtà non vita di una persona era il paese, al cazione erano scarse e malandate: lo è: non è ‘a misura d’uomo’, non massimo quelli vicini. Per i giova- pochissime le auto che le percor- è più sostenibile. Per fortuna cre- ni d’oggi non è sbagliato afferma- revano. Moltissimi i carri tirati da sce l’attenzione verso l’ecologia, re che quello spazio è diventato il cavalli e buoi. Un mondo diverso, la consapevolezza della necessità mondo. Quand’ero alle medie, cin- lontano, per certi versi affascinan- di ridurre il traffico, si diffondono quant’anni fa, alcuni miei compa- te per me che venivo da una socie- le piste ciclabili e le zone a traf- gni di classe non erano ancora mai tà diversa. Oggi Bucarest, la capi- fico limitato… Ma si dovrà fare di stati a Venezia. Ho preso l’aereo tale che allora, la notte che per la più, magari prendendo esempio per la prima volta a quarant’anni. prima volta vi entrai in furgone, mi dal passato e coniugandolo con un presente nel quale assistiamo ad un incremento impazzito del costo dell’energia. Mi riferisco alla crisi petrolifera del 1973-74. Venne co- niato allora il temine “austerity”. Le luci delle città furono oscura- te, i locali chiudevano prima, bar e cinema avevano i neon spenti. Molti riscoprirono la bicicletta, le carrozze tirate dai cavalli, i pattini a rotelle. Vennero anticipati l’ora della cena e del Tg1 e gli orari di chiusura di uffici e negozi. Ma non tutto il male venne per nuocere: fu l’occasione per riscoprire le città senza la confusione delle auto, di inventare divertimenti nuovi e nuo- ve strade per la socializzazione. ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 5
La voce del Centro Alfio: esempio per tutti di Edoardo Rivola Pochi giorni fa se n’è andato Alfio Paladini: storico volontario, persona dal cuore enorme Ci ha dato una mano fino all’ultimo, con la solita generosità, forza d’animo e gentilezza “Quando doni senti dentro un calo- di lavoro aveva necessità urgente di una parola. Tanto più in questo perio- re che dà tanta energia e ti spinge sangue per far fronte ad una grave do che manca il contatto della stretta a continuare”. È una frase che il no- patologia, senza pensarci mi sono di mano, dell’abbraccio ed allora an- stro caro Alfio ci aveva detto un anno recato in ospedale con altri colleghi che uno sguardo, un sorriso che non fa, quando per lo speciale dedicato e, grazie alle nostre trasfusioni, si è costa niente, può aiutare il prossimo". all’inaugurazione del Centro di So- salvato. Da allora mi sono dedicato lidarietà Cristiana Papa Francesco a varie forme di volontariato, fin- Che consigli si sente di dare a chi che si apprestava a partire, lo inter- ché non ho incontrato don Arman- volesse entrare a far parte della vistammo per raccontare la nostra do che, con il suo carisma, è riu- sua squadra di volontari? squadra di volontari, e far spiegare scito a contagiarmi a tal punto che "È sempre difficile dare consigli agli da chi si impegna ogni giorno il va- ora sono volontario a tempo pieno". altri, ma considerando la necessità lore del dono. Vi ripropongo qui par- che abbiamo di volontari, mi per- te dell’intervista, uscita il 6 giugno Con quante altre persone lavora metto di chiedere a quanti ci leggo- 2021. Aggiungo solo una cosa: Alfio è come volontario? no: se hai qualche ora libera vieni a stato un esempio per tutti. Un punto "Lo spaccio alimentare è gestito da trovarci, vedi come siamo organizzati di riferimento per il nostro reparto una ventina di volontari; siamo mol- e, dopo alcune prove senza impe- Alimentari. È stato volontario fino to affiatati e tra di noi, nel tempo, si gno, decidi se continuare o meno. Si all’ultimo giorno. Nel letto di ospe- è creato un grande rapporto di sti- ha la possibilità di toccare con mano dale dove ha aiutato il suo compa- ma che presto è diventata amicizia". certe situazioni e ci fa apprezzare gno di stanza bisognoso di vestiari e Si creano anche rapporti con le maggiormente ciò che abbiamo e di sostegno, e anche nelle ultime set- persone che vengono aiutate? cui a volte non ci rendiamo conto". time dove ha continuato a elargire "Ogni giorno usufruiscono dello spac- consigli e disposizioni tramite il suo cio un centinaio di famiglie e molte Vorrei dirti tante cose caro Alfio. cellulare. Per tutti noi era uno di fa- di esse lo fanno abitualmente per Le poche preoccupazioni che avevi miglia, e vogliamo mandare un gran- cui, con queste in modo partico- espresso perché volevi che il Centro de abbraccio a Silvia e i suoi cari. lare, si è stabilito un rapporto di funzionasse al meglio, credo abbiano confidenza e cordialità che indub- trovato risposta. E i gruppi di volontari Quando e perché ha deciso di fare biamente arricchisce entrambi". sono sempre più una grande famiglia, il volontario? della quale tu farai sempre parte. Se "Presi la decisione di fare il volon- Di cosa si occuperà al nuovo super- oggi il rodaggio è finito e il Centro tario negli anni Settanta: un collega mercato? funziona sappi che c’è molto del tuo. "Nella nuova struttura continuerò ad occuparmi dello spaccio alimentare Centro di ma chiederò ulteriore collabora- Solidarietà Cristiana zione al nostro gruppo di volonta- Papa Francesco ri e, conoscendoli, sono certo che risponderanno tutti positivamente Vi invitiamo a visitare il Cen- come sempre. Nell’affrontare que- tro di Solidarietà Cristiana Papa sta nuova avventura c’è un po’ di Francesco. È un ambiente acco- timore ma l’entusiasmo è tanto". gliente, semplice, familiare, di- verso dai supermercati ai quali Che cosa le dà fare il volontario? siamo abituati. Desidera essere "Uno dei motti che ho imparato come un luogo di fraternità concreta: volontario dell’AVIS recita così: “È più chi può dà una mano mentre chi bello donare che ricevere”. Sono pa- ha bisogno trova un soccorso. role Sante, perché quando doni senti Al momento il Centro si occupa dentro di te un calore che dà tanta di raccogliere e distribuire abi- energia e ti spinge a continuare, a ti, mobili usati, e alimenti an- guardarti intorno e prodigarti verso che in prossimità di scadenza. chi ritieni abbia bisogno di aiuto, di 6 ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022
Pensieri a voce alta Messaggio per la Terra di Federica Causin Il 4 ottobre, in occasione della fe- si consumano a dismisura le risor- fronte all'urgenza di intervenire sta di san Francesco, il Santo Patro- se, quando si depreda la natura, per sanare le ferite della natura, no d’Italia, il presidente della Cei, quando si creano disuguaglianze e riporta citazioni del Santo Padre cardinale Zuppi ha celebrato una tra i popoli, quando si inaridisce il e testimonianze da tutto il mon- Messa solenne ad Assisi alla quale destino delle future generazioni, ci do. I protagonisti, che uniscono ha partecipato anche il Presiden- si allontana dalla pace. Dobbiamo la loro voce a quella del Pontefi- te Mattarella. Al termine dell’Eu- riparare, restituire”, ha ricordato. ce sono: un rifugiato senegalese, carestia quest’ultimo ha acceso la E proprio dal verbo “riparare” è un capo indigeno dell’Amazzonia, tradizionale Lampada votiva dei partita la riflessione del cardinale una giovane attivista indiana e due Comuni d'Italia. Dal momento che Zuppi che ha rammentato come scienziati provenienti dalle Hawai. l’omelia del cardinale e il discorso anche noi, sulle orme di san Fran- Ognuno porta la propria esperien- del Capo dello Stato hanno alcuni cesco, siamo chiamati a riparare la za e insieme dialogano sul futu- punti di contatto, ho pensato di casa del Signore andando per primi ro del pianeta. Il messaggio che utilizzarli per introdurre un altro incontro al prossimo. ”Francesco – emerge con forza è che dobbiamo evento che ha avuto luogo quello in un mondo che era e che è se- agire insieme e dobbiamo farlo stesso giorno in Vaticano: alle 18.30 gnato da lupi e cittadini violenti o adesso per affrontare il problema è stato presentato “La Lettera, un paurosi, da torri e spade, da cava- del cambiamento climatico e della messaggio per la nostra Terra”, un lieri e briganti, da guerre e inimici- perdita della biodiversità. Vengo- documentario realizzato dal Movi- zia, inquinato da troppo odio tanto no messe in luce le tragiche con- mento Laudato si’, in collaborazio- da rendere impossibile parlare di seguenze di una nostra eventuale ne con il Dicastero per il servizio pace – progetta un mondo frater- immobilità, però viene ribadito che dello sviluppo umano integrale. no, disarmato, dove c’è spazio per ciascuno può dare il proprio con- Mattarella ha esordito affermando ognuno, a cominciare dai più po- tributo per provare a invertire la che l’esempio di san Francesco in- veri e fragili”, ha detto. Un mondo rotta. Se da un lato viene denun- dica un cammino fatto di speranza, che, per avere un domani, chiede ciata la gravità della situazione, condivisione e attenzione verso la di rispettare l’ambiente, la nostra dall’altro viene indicata una via da natura alla quale non abbiamo por- casa comune, affinché possiamo seguire. Io ho guardato il documen- tato il rispetto dovuto. Ha prose- continuare a cantare la bellezza tario, prima di cominciare a scrive- guito ribadendo che non possiamo del Creato. Della tutela dell’am- re, e le immagini hanno rafforzato arrenderci alla logica della guerra biente e della crisi ecologica che la consapevolezza che l’urgenza di e che la pace non è soltanto assen- stiamo vivendo si occupa appunto fare qualcosa è ormai pressante. za di conflitti ma è legata anche “La Lettera”, un docufilm che met- Non possiamo permetterci di per- all’armonia con il Creato. “Quando te in luce il potere dell'umanità di dere questa lotta contro il tempo. Editrice L’incontro Il settimanale L’incontro è pubbli- cato in 5 mila copie in distribuzio- ne gratuita in tutta la città, ma può essere letto anche con la versione digitale scaricabile dal sito inter- net www.centrodonvecchi.org. La nostra editrice pubblica inoltre: Sole sul nuovo giorno, un quader- no mensile utile per la meditazio- ne quotidiana; Favole per adulti, quindicinale di racconti di fantasia con una finalità morale; Il libro delle preghiere, delle verità e del- le fondamentali regole morali per un cristiano, edito in 8 mila copie. ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 7
Vivere la comunità Per i bisogni “non medici” di Daniela Bonaventura Per le donne colpite da tumore alla più veloci e gratuite. Alla presenta- manifestate. Penso che queste cose mammella, al distretto socio sani- zione di questo innovativo proget- facciano bene al cuore, non esiste tario di Favaro nasce il primo spa- to, Stefania Bullo ha spiegato come solo la malasanità: c’è chi lavora, zio dei bisogni non medici: ma di le associazioni di volontariato sia- magari in silenzio, senza troppi cla- cosa si tratta? Si chiamerà Sportello no sempre state vicino alle donne mori, per rendere realtà ciò che si rosa, sarà un ambulatorio stanziale colpite da tumore al seno con ban- pensava fosse solamente un sogno. che lavorerà per appuntamento ed chetti informativi, poi con l’arrivo Penso a persone a me vicine che accoglierà le richieste, i dubbi, le del Covid con appuntamenti mirati. hanno sofferto e soffrono ancora: se esigenze di vita di chi deve anco- Con la nascita di questo spazio, sarà c’è chi toglie loro pensieri e preoc- ra subire l’intervento e di chi l’ha possibile essere vicino alle donne in cupazioni forse si sentiranno più se- già subito. Questa bellissima idea un contesto socio sanitario e so- rene e potranno affrontare le cure nasce dalla collaborazione tra Erika prattutto in maniera continuativa. con la mente un po’ più libera da Sampognaro (direttrice de Distret- Cristina Csermely ha sottolineato pensieri. Inoltre, spero che notizie to di Venezia Terraferma, Marcon che sarà un servizio completamen- di questo tipo arrivino più spesso e a Quarto d’Altino), Stefania Bul- te gratuito e che eventuali adesioni perché dove c’è dolore fisico, là do- lo, presidente di Fondazione Ava- ad associazioni saranno essenti dal- vrebbero sparire tutti i pensieri per po e Cristina Csermely, presidente la quota d’iscrizione. È importante potersi dedicare interamente alla dell’ Associazione Trifoglio Rosa di integrare la fase medica con servizi ricerca di superare di tale dolore. a Mestre. Verranno affrontati tut- che aiutino le donne in tutti quegli ti i problemi burocratici come, ad ambiti che è spesso difficile affron- Il nostro settimanale esempio, le pratiche per le richieste tare da sole. Erika Sampognaro ha Ogni settimana L’incontro è di- di invalidità e disabilità o le richie- spiegato che questo spazio viene stribuito gratuitamente in 5 mila ste dei permessi o le agevolazioni consegnato a tutti i cittadini e sarà copie in molte parrocchie e nei sul posto di lavoro. Ci saranno cor- un punto di riferimento stabile per posti più importanti della cit- tà. Inoltre è consultabile anche si di mindfulness (consapevolezza) trovare soluzioni a tutte le necessità sul sito www.centrodonvecchi.org per affrontare una nuova realtà ed extra sanitarie. Giovedì 13, 20 e 27 eventualmente verrà chiesto l’af- ottobre dalle 8.30 alle 11, all’inter- fiancamento di uno psicologo e ci no del distretto di Favaro, sarà alle- Al Centro in bici o a piedi saranno corsi di scrittura terapeu- stito anche un banchetto rosa dove tica. Si cercherà il coinvolgimento si potranno chiedere tutte le infor- Visto che trattiamo la "mobilità in sport di gruppo adatti alle con- mazioni riguardanti questo nuovo sostenibile", ricordiamo che si dizioni di salute. Le dermopigmen- sportello e si potranno già fissare può raggiungere il Centro Papa tazioni del capezzolo saranno rese gli appuntanti in base alle esigenze Francesco in Via Marsala 35 in diversi modi. Oltre al bus con il servizio Actv 3 e 24h, che fer- ma davanti al Centro alla fer- mata "don Vecchi" (ed altri che si fermano passata la rotonda), esiste un passaggio ciclope- donale. Il sottopasso di via E. Bacchion, (la strada che porta verso l'ospedale) proprio a lato del McDonald. Sino a lì ci sono diverse ciclabili, e passato il sottopasso si raggiunge diretta- mente il parcheggio antistante il Centro. Vi invitiamo ad utiliz- zare il sottopasso e a evitare di attraversare la rotonda a pie- di: non ci sono strisce pedonali ed è sempre molto trafficata 8 ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022
Salute Ottobre Rosa dalla Redazione Il viaggio inaugurale del Vaporet- geranno il 14 ottobre a Pellestrina, la battaglia contro la malattia – ha to Rosa da piazzale Roma fino al 21 ottobre a Burano e 28 ottobre detto durante la presentazione Bacino di San Marco, effettuato la alla Giudecca. Tra i vari eventi, ri- dell’iniziativa la presidente del scorsa settimana, ha aperto uffi- cordiamo la settima edizione della Consiglio comunale Ermelinda Da- cialmente l'Ottobre Rosa 2022, la Camminata Rosa che, organizzata miano. Non a caso con il vaporetto tradizionale campagna realizzata dall'associazione Pink Lioness in rosa arriveremo in quelle aree della dal Comune di Venezia nel mese Venice, si svolgerà il 16 ottobre città, come la Giudecca o le isole, mondiale della prevenzione del alle 10 a partire dalla stazione di dove c'è più difficoltà ad accedere tumore al seno. ll vaporetto, nel Venezia Santa Lucia. La cammina- ai servizi. Il Covid ha fatto abbas- corso del mese di ottobre, sarà ta si concluderà alla Basilica del- sare l'attenzione su questa patolo- presente in alcuni punti della cit- la Madonna della Salute, dopo un gia ma i dati su visite e screening tà per sensibilizzare le donne al percorso di cinque chilometri tra dimostrano che questa città sta tema della prevenzione. Ogni ve- le calli cittadine che attraverserà rispondendo e da qui deve partire nerdì dalle ore 15 alle 16.30 i me- Strada Nuova, San Bartolomeo, un grande messaggio di speranza». dici della Breast Unit dell'Ospeda- Piazza San Marco e Accademia. Ad le dell'Angelo effettueranno visite animare l'evento ci sarà il gruppo Emergenza Ucraina: senologiche gratuite (su preno- di sbandieratori Clown Free Artisti adotta un buono tazione) a bordo. Dalle 16.30 alle del Bene, mentre all'arrivo i par- 17.30, invece, i medici saranno a tecipanti saranno accolti dalle 200 Noi accogliamo più di 60 mam- disposizione per informare sugli voci della Big Vocal Orchestra. Il me e bambini che scappano dalla screening e rispondere a eventuali ricavato della manifestazione sarà guerra nella vicina Ucraina. Chi desidera aiutare queste persone domande. Quest'anno il calendario utilizzato per l'acquisto di un mac- può farlo tramite una donazione dell'Ottobre Rosa, realizzato con chinario diagnostico per il reparto con bonifico o in busta chiusa. Il il coordinamento della Presidenza di Senologia di Venezia. «La Cam- bonifico va fatto al seguente IBAN: del Consiglio comunale, compren- minata Rosa è giunta al settimo IT88O 05034 02072 000 000 000 809 de circa 80 iniziative – l’elenco anno, così come l'Ottobre Rosa, (la quinta lettera è una “O” completo si trova sul sito del Co- che è cresciuto sempre di più nel maiuscola); Intestazione “As- mune - organizzate per tutto il tempo. Fondamentale è fare rete, sociazione Il Prossimo O.d.V.”; causale “Emergenza Ucraina”. mese con l'aiuto di associazioni sostenere l'importanza della pre- Vengono consegnati n° 3 buoni di volontariato e delle Municipali- venzione e della diagnosi preco- mensili ad ogni nucleo famigliare tà cittadine. Le visite senologiche ce, anche tra i giovani, e avere un censito e con i requisiti previsti. gratuite sul Vaporetto Rosa si svol- supporto per combattere insieme I recapiti dei Centri don Vecchi - Don Vecchi 1: Carpenedo - viale don Stur- zo, 53 - telefono 0415353000 - Don Vecchi 2: Carpenedo - via dei 300 campi, 6 - telefono 0415353000 - Don Vecchi 3: Marghera - via Carrara, 10 telefono 0412586500 - Don Vecchi 4: Campalto - via Orlanda, 187 - telefono 0415423180 - Don Vecchi 5: Arzeroni - via Marsala, 14 - telefono 0413942480 - Don Vecchi 6: Arzeroni - via Marsala, 14 - telefono 0413942214 - Don Vecchi 7: Arzeroni - via Marsala, 14 - telefono 0413942214 - Centro di Solidarietà Cristiana Papa Fran- cesco - telefono 0414584410 - Associazione “Il Prossimo” e-mail: associazioneilprossimo@gmail.com ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 9
Viaggio nel tempo I Cappuccini a Mestre di Adriana Cercato Esiste a Mestre una confraternita di messo a loro disposizione dalla con- Chiesa è conservata un’antica icona frati cappuccini che si raccoglie nel- fraternita di S. Maria dei Battuti. La orientale, raffigurante la B. Vergine la chiesa di S. Carlo Borromeo, nel- chiesetta, dedicata a S. Carlo Borro- Addolorata, conosciuta come “Ma- la omonima strada: via Cappuccina. meo, era decisamente piccola: misu- donna del Don”. L’effige sacra venne È una confraternita di religiosi al- rava 17,25 metri per 8,25. Aveva una recuperata, nell’inverno del 1942, in quanto numerosa: si contano infatti sola cappellina laterale sulla parete un’isba (tipica casa rurale russa) di- una ventina di frati di tutte le età. sinistra, un modestissimo presbiterio strutta da un bombardamento nella Io la frequentavo assiduamente già e un coro per i frati. L’abitazione dei cittadina di Belogorje, a pochi chilo- da bambina allorché, pur apparte- religiosi era molto umile: i corridoi, metri dal fronte posto sul fiume Don. nendo alla parrocchia del Duomo di al primo e unico piano, misuravano L’icona fu fatta arrivare in Italia, poco S. Lorenzo, assistevo alla messa do- circa un metro e mezzo di larghezza. prima della tragica ritirata di Russia, menicale proprio in quella chiesa, Tutto rimase praticamente inalterato da padre Policarpo Crosara, cappel- incontrando lì il nonno materno, che per tutto il Sei e il Settecento, cioè lano alpino del Btg. “Tirano” degli proveniva da Corso del Popolo.Non è fino alla soppressione napoleonica Alpini. Fra le attività sociali svolte una chiesa parrocchiale: infatti non (1810). Quando, nel 1939, i Cappuc- a Mestre dai Frati Cappuccini vanno vi si celebrano né battesimi, né pri- cini ritornarono a Mestre, trovarono ricordate la “Sesta Opera”, fondata me Comunioni o Cresime, matrimoni la chiesetta malandata e dell’antico per assistere le famiglie dei carcerati o funerali. Solo il sacramento della convento non era rimasto più nul- e gli ex-carcerati (esperienza sfocia- confessione viene amministrato in la. Si accontentarono di accomoda- ta nella Cooperativa “G. Olivotti”), modo ben organizzato: ogni giorno, re alla meglio le costruzioni che nel e l’opera di assistenza religiosa ai mattina e pomeriggio, sono presenti, frattempo erano sorte sul luogo. Il ferrovieri del compartimento di Ve- nell’apposita penitenzieria, due o più 28 marzo 1940 fu riaperto il nuovo nezia. Sul versante culturale, per un frati, che svolgono il loro ministero a convento con una solenne funzione, certo periodo, lavorò alacremente turnazione. Qui di seguito un po’ di presieduta dal Patriarca di Venezia. il Cenacolo “S. Carlo”, organizzando storia. I Cappuccini giunsero a Mestre Dal 1962 al 1967 furono erette l’at- concerti musicali, mostre di pittura nel 1612. All’epoca la città, con il suo tuale chiesa e il convento, per due e altro. Nella ricorrenza del Giubileo porto, costituiva un passaggio obbli- motivi: al fine di sistemare la Curia e del 2000, è stata costruita la nuova gato per chi - da Venezia - era diretto l’Archivio provinciale (trasferitisi qui, Penitenzieria, per la celebrazione verso Treviso e verso il Veneto set- nel 1940, dal convento della Giudec- del sacramento della riconciliazio- tentrionale, e viceversa. Il piccolo ca, Venezia), e per agevolare diverse ne, ed è stata rinnovata e ampliata convento sorse abbastanza vicino attività religiose e sociali attivate nel la mensa “S. Antonio” per i poveri. al “Porto delle Barche” (oggi scom- dopoguerra, mentre la città cresce- Oggi, grazie al sostegno di volontari parso, rimasto nella toponomastica va a ritmi particolarmente veloci. e francescani secolari, essa accoglie quale “Piazza Barche”), su un fondo Da sottolineare che all’interno della quotidianamente persone disagiate. Camere disponibili ai Centri don Vecchi 6 e 7 Ai Centri don Vecchi 6 e 7 degli Arze- roni che si trovano in via Marsala, a non molta distanza dalla zona degli Ipermercati e dell’ospedale dell’An- gelo, può esserci la disponibilità di qualche stanza per chi dovesse tra- scorrere un certo periodo a Mestre per lavorare oppure, ad esempio, per assistere i propri parenti ricove- rati in città. Queste stanze sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una necessità abi- tativa di carattere temporaneo. Per prenotare una stanza cosiddetta di “formula uno” è possibile chiamare lo 0413942214 oppure il 3285316849. 10 ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022
Proverbi africani Protezione degli stranieri di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano La Condizione dello straniero è un fe- vivere all’estero è vivere l’esperien- Roma, bisogna vivere come i Roma- nomeno molto interessante nell’eti- za la più terribile, di essere debole, ni). “Dove c’è un capo, c’è da man- ca africana. Lo straniero può essere impotente e soggetto a ogni preva- giare” (Bateke, Congo Brazzaville) un porta-fortuna, lo straniero può ricazione. Quindi, all’estero, occorre (l’accoglienza di un ospite è spesso essere un porta-disgrazia. Dello stra- essere umile e saggio, perchè c’è il una occasione di mangiare e bere, niero ci si deve fidare, ma non tanto. rischio di cadere e ferirsi come se si anche per gli accoglienti. Quando vi- D’altra parte, lo straniero, l’ospite cadesse dall’alto di un albero). “La siti una famiglia africana, a qualun- è una persona da onorare, da acco- persona che va all’estero vi passa la que ora della giornata, devi essere gliere nel migliore dei modi. Perché notte senza mangiare, ma non sarà disponibile a consumare il cibo. Ri- il bene o il male che egli riceve da esente di dolori” (Tutsi, Burundi) (si fiutare il cibo implica un’offesa alla voi, farà il vostro onore o il vostro insegna che le difficoltà incontrate famiglia ospitante, soprattutto per disonore nella sua terra di origine in terra straniera vanno dalle più ba- chi lo ha preparato). “Attento: una (oggi in Italia non si pensa più così). nali alle più gravi. Quando devi an- vacca straniera non ha corni” (Tut- Lo stesso si richiede a colui che si ri- dare all’estero, devi essere prepara- si, Rwanda) (uno straniero è sempre trova straniero in una terra, di avere to ad affrontare ogni difficoltà). “In una persona strana). “Il rospo non un comportamento che porti onore un villaggio straniero, il cane abbas- può salire dove sale una lucertola” alla propria terra di origine. Quando sa la sua coda” (Zulu, SudAfrica) (è (Fante, Ghana) (uno straniero deve si è straniero, occorre sapere adat- bene vivere nella discrezione e nella essere capito e perdonato, quando tarsi agli usi e costumi della società prudenza, quando si va all’estero). non segue certe regole del codice accogliente (cosa che viene chiesta “In visita all’estero, apri gli occhi sociale!). “Il pappagallo non gene- a noi missionari; e a quest’ultima, si e non la bocca” (Bahaya, Tanzania) ra nella schiavitù” (Mongo, Congo richiede di tollerare gli usi e costumi (bisogna evitare ogni arroganza ed RDC). “Lo straniero è come una gal- dello straniero e di rispettare i suoi esagerata curiosità, quando si è in lina bianca, lo si riconosce subito” diritti fondamentali. Ecco i proverbi. una terra straniera, proprio perché (Tumbuka, Zambia). “Lo straniero “All’estero, uno è come una gazzel- si è in una condizione di debolezza). è un bambino” (Bassar, Togo). “Lo la; nel suo paese, egli invece è un le- “Quando vai dai Bakuba, non comin- straniero giochi con un bambù e non opardo” (Bakuba, Congo RDC) (l’eti- ciare subito a mettere le trappole con un coltello” (Fante, Ghana). “Lo ca insegna a non minimizzare un per acchiappare i topi; osserva pri- straniero non sa ciò che riguarda ospite apparentemente umile, per- ma e vedi come i Bakuba mettono le la raccolta dell’arachide” (Malinkè, ché potrebbe rivestire di alta dignità trappole” (Luluwa, Congo RDC) (sa- Senegal). “Nessuno ha mai sapu- sociale nel paese d’origine). “Esse- per osservare gli usi e i consuetudini to se sotto l’acqua il pesce suda” re in una terra straniera è come se del paese ospitante, per adattarsi a (Malinkè, Senegal). “Non si canta uno fosse lassù all’apice dell’albero” vivere come i cittadini; oppure per al tam tam sotto l’acqua” (Ngba- (Baluba, Congo RDC) (si insegna che sapere quale contributo dare loro. A ka, Centro Africa). (148 continua) Il nostro aiuto è rivolto a tutti Molti pensano che i generi alimen- tari, la frutta e la verdura, i mo- bili, gli indumenti e gli oggetti per la casa, distribuiti al Centro Papa Francesco, siano destinati soltan- to a chi si trova in una situazione di fragilità. In realtà quanto viene raccolto è a disposizione di tutti indistintamente e quanto viene raccolto si può ricevere a fronte di un’offerta simbolica, destinata ai costi di gestione. Per fortuna di prodotti e materiali ne abbiamo spesso in abbondanza: chi ne aves- se bisogno non esiti a farsi avanti! ANNO 18 - N° 42 / Domenica 16 ottobre 2022 11
Punto di vista Antonio Canova di don Fausto Bonini Il 13 ottobre 1822, giusto duecento anni fa, moriva a destra della navata principale, proprio di fronte al Venezia il grande scultore Antonio Canova. Era nato monumento in onore dell’altro grande artista Tiziano a Possagno, ai piedi del Monte Grappa, nel 1757. Il Vecellio, morto a Venezia nel 1576. Alla fine del Set- padre era scalpellino e da lui aveva appreso i pri- tecento era stato commissionato al Canova il proget- mi rudimenti dell’arte di scolpire la pietra che poi to di quel monumento. Ma poi non se ne fece niente approfondì facendo il suo apprendistato a Venezia. sia per la caduta della Repubblica sia per mancanza Qui aprì uno studio tutto suo prima di trasferirsi a di fondi. Ma torniamo alla tomba di Antonio Canova. Roma presso l’ambasciatore della Repubblica Vene- Si presenta come una grande piramide con al centro ta dove passò quasi tutta la sua vita. Antonio Ca- una porta aperta nel buio di una stanza. Ma dentro nova è il maggiore scultore europeo dell’epoca neo- a quella stanza non c’è il corpo dell’artista e se vi classica, riconosciuto a livello internazionale per la fermate davanti e chiudete gli occhi è probabile che sua capacità di far rinascere il bello, quello ideale vi venga incontro il Canova stesso, come è successo dell’arte antica della Grecia e di Roma. Aveva ses- a un visitatore, protagonista del romanzo di Mariapia santacinque anni quando il 7 settembre 1822 tornò Lionello intitolato “Innamorarsi a Venezia”. Conosce- a Possagno nella speranza che il buon clima del suo rete un Canova triste, in abiti ottocenteschi, che vi paese natale gli potesse portare giovamento nella direbbe che dentro a quella porta c’è solo il suo cuo- malattia che lo aveva colpito. Morì la mattina del re e che la sua mano destra, quella mano che ha ope- 13 ottobre del 1822 a Venezia, nella casa dell’ami- rato tante meraviglie, si trovava all’Accademia di Bel- co Florian a San Marco dove si era recato in visita. le Arti, ma poi è stata trasferita a Possagno, dove ora riposa il suo corpo, nel grande tempio progettato da La tomba ai Frari lui stesso. Un corpo diviso perché conteso. Il monu- Ai visitatori della grande Basilica dei Frari non può mento, di marmo bianco, si presenta come una gran- sfuggire la tomba di Antonio Canova che si trova sulla de piramide con una porta aperta sopra la quale sta la scritta: Canova, sormontata dall’immagine dell’ar- tista circondata dal serpente, simbolo di immortalità. Sulla destra della porta si vedono tre donne che rap- presentano la scultura, la pittura e l’architettura. Sul- la sinistra sta un angelo triste con una torcia spenta in mano che rappresenta l’artista e, accanto all’uscio, un leone triste a rappresentare la città di Venezia. Possagno Possagno vale un fine settimana di immersione nel mondo del grande scultore. Ci accoglie la grande Ba- silica neo classica, progettata dallo stesso Canova, e poi il complesso museale composto dalla Gypsothe- ca, che raccoglie i modelli originali in gesso delle sue opere e dalla casa natale che custodisce le pitture, le incisioni e i disegni dell’artista. Fra le sue opere maggiori ricordiamo Dedalo e Icaro, conservato oggi nel Museo Correr. Teseo sul Minotauro che si trova a Napoli. Amore e Psiche, il capolavoro del Canova, che si trova al Louvre di Parigi. Monumenti funebri come quello di Maria Cristina d’Austria a Vienna. E tante altre opere che si possono ammirare nei gessi di Possagno. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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