Manuale pratico di analgesia epidurale in travaglio di parto - www.cittadiroma-anestesia.it

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Manuale pratico
di analgesia epidurale
 in travaglio di parto
     Riservato ai medici anestesisti

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La medicina è una scienza in perenne divenire. Le nozioni esposte in questo libro
riflettono lo stato dell’arte delle conoscenze in questo campo al momento della
stesura, in base ai dati desumibili dalla letteratura internazionale più autorevole.
Gli Autori e l’Editore non sono responsabili degli errori concettuali dipendenti
dall’evolversi del pensiero clinico e neppure di quelli materiali di stampa
verificatisi nonostante l’impegno profuso per evitarli.

Il lettore che si appresti ad applicare qualcuna delle nozioni terapeutiche
riportate nel libro deve sempre verificarne l’attualità e l’esattezza e controllare
i rispettivi RCP dei singoli farmaci in merito a indicazioni, controindicazioni,
effetti collaterali e posologia.
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Manuale pratico
      di analgesia epidurale
       in travaglio di parto

                    Giorgio Capogna
            Primario Anestesia e Rianimazione
       CdC Città di Roma - GruppoGarofalo - Roma
       dipartimento.anestesia@gruppogarofalo.com

    Chairman, Scientific Committe Obstetric Anestesia
          European Society of Anaesthesiology
            http://www.euroanesthesia.org/

Director, European e-Learning Course in Obstetric Analgesia
              http://analgesia.sta.uniroma1.it/

                   Michela Camorcia
           Servizio di Anestesia e Rianimazione
       CdC Città di Roma - GruppoGarofalo - Roma
       dipartimento.anestesia@gruppogarofalo.com
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Indice

Il dolore del travaglio di parto                     6
Analgesia epidurale lombare                          8
Nullipara - Periodo prodromico                      10
Travaglio spontaneo

Nullipara - I stadio - Periodo dilatante            12
Travaglio spontaneo

Nullipara - II stadio - Dilatazione completa        14
Travaglio spontaneo

Nullipara - II stadio - Fase espulsiva              16
Travaglio spontaneo

Multipara                                           17
Travaglio spontaneo

Analgesia nella presentazione occipito-posteriore   18
Analgesia per il parto strumentale                  19
Analgesia nel travaglio indotto                     20
Analgesia epidurale nel travaglio distocico         21
Analgesia combinata epidurale-spinale (CSE)         22
Analgesia epidurale a boli programmati              23
automatizzati intermittenti
Estensione dell’analgesia epidurale                 24
Dal travaglio al taglio cesareo

Bibliografia                                        25
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Il dolore del travaglio di parto

Il dolore del travaglio ha due componenti: una sensoriale,
relativa alla trasmissione dell’impulso nocicettivo, e una affet-
tiva, che interpreta le sensazioni dolorose attraverso l’intera-
zione di variabili emozionali, sociali, culturali e cognitive(1,2).
Nel I stadio del travaglio il dolore proviene dalla dilatazio-
ne e dall’appianamento della cervice e del segmento uteri-
no inferiore e dall’attività contrattile uterina, è di natura
prevalentemente viscerale ed è trasmesso ai segmenti T10-
S1 dalle fibre afferenti Aδ e C.
Il dolore aumenta d’intensità con il procedere della dilata-
zione cervicale fino alla dilatazione completa (II stadio).
In questo stadio la stimolazione nocicettiva proviene dalle
contrazioni del corpo dell’utero e dalla distensione del seg-
mento uterino inferiore cui si aggiunge il dolore somatico
trasmesso dal nervo pudendo (S2-S4) dovuto alla progressi-
va pressione della parte presentata sulle strutture pelviche(1,3).
Lo strumento clinico più semplice della misurazione della
componente sensoriale del dolore è “l’analogo visivo”
comunemente indicato con la sigla VAPS (Visual Analogue
Pain Scale) che ne esprime l’intensità(4). Un valore di
VAPS>30 è considerato esprimere un dolore che necessita
sicuramente di analgesia(5).
Il dolore del parto può essere definito in modo più completo
come un’esperienza multifattoriale a tre dimensioni: senso-
riale- discriminativa, motivazionale-affettiva e cognitivo-
valutativa e indagato da appositi strumenti quali il questio-
nario di McGill(1,2). Le definizioni del dolore (descrittori sen-
soriali, affettivi e valutativi) più spesso riportate dalle donne
in travaglio sono: acuto, che dà sofferenza, gravoso, caldo,
che rode, che tira, stancante, spossante, insopportabile(6,7).

                                6
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Il dolore del travaglio di parto

                       Vie nervose del dolore del parto
                   Catena        Gangli        Catena
                 simpatica      simpatici    simpatica
               paravertebrale paravertebrali preaortica
     Midollo
D 11
                                        Plesso mesenterico                        Ovaio
                                             superiore                  Utero Tuba
D 12

L1
                                              Plesso
L2                                      reno-utero-ovarico
L3

L4

L5

S1                                      Plesso
                                      ipogastrico   N.P.S.
S2
                                                    Plesso
S3                                              sacro-pudendo

S4
                                                             Genitali         Cervice
                                                              esterni
                                                                      1/4 3/4
                                                                   canale vaginale

        Valutazione del dolore del travaglio e del parto
              Scala unidimensionale quantitativa
                     Scala analogica visiva
 Il dolore si valuta all’apice di una contrazione dolorosa
chiedendo alla partoriente di spostare il cursore del regolo
           del VAPS indicandone così l’intensità

 nessun                                                            il più forte dolore
 dolore                                                                 immaginabile

         0 10 20 30               40 50 60          70 80 90 100

                                               7
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Analgesia epidurale lombare

I requisiti che fanno dell’epidurale la tecnica ideale per
l’analgesia in travaglio sono:
• efficacia, poiché le contrazioni uterine vengono percepite
   ma in modo non doloroso;
• sicurezza, sia materna che fetale, per i bassissimi dosaggi
   farmacologici impiegati;
• flessibilità, per la possibilità di modulare la quantità di
   analgesico a seconda della fase del travaglio e dell'intensità
   del dolore;
• rispetto, perché non influenza le fisiologiche dinamiche
   del travaglio e del parto, inoltre non ha alcun effetto sul
   neonato e sull’allattamento(8).
L’American Society of Anesthesiologists (ASA), nelle
Practice Guidelines for Obstetrical Anesthesia, e l’American
College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) affer-
mano che il criterio per decidere quando iniziare un’analge-
sia epidurale non è il grado di dilatazione cervicale ma la
richiesta materna(9,10).
L’analgesia può essere quindi iniziata in qualsiasi momento
del travaglio su richiesta della partoriente, indipendente-
mente dal grado di dilatazione cervicale, ovviamente in
assenza di controindicazioni e previo consenso informato.

                               8
Analgesia epidurale lombare

             9
Nullipara
                 Periodo prodromico
                   Travaglio spontaneo

Questa fase può durare diverse ore e/o giorni. L’attività con-
trattile è irregolare nel tempo, nell’intensità e nella durata.
Il dolore della contrazione è usualmente di intensità mode-
rata e viene percepito a livello dell’area lombo-sacrale. In
tale periodo, talvolta, si assiste alla perdita del “tappo muco-
so” e a una leggera perdita ematica dovuta alla rottura di
capillari superficiali della cervice. Il passaggio dal periodo
prodromico a quello dilatante è caratterizzato da una dila-
tazione cervicale progressiva e da contrazioni uterine rego-
lari (>1 ogni 10 minuti, percepite come dolorose)(11,12).
Alcune partorienti hanno un dolore significativo in questa
fase(13) e in questo caso è sufficiente usare oppioidi per via
epidurale.
In alternativa al sufentanil può essere utilizzato il fentanyl
tenendo presente che il rapporto di potenza tra questi due
oppiacei somministrati per via epidurale è pari a 1:5(14).

                      Dose                    Volume
Sufentanil          10-20 µg              Diluiti in 10 mL
                                        soluzione fisiologica

                               10
Nullipara
                                          Periodo prodromico
                                              Travaglio spontaneo

                             10
                              9
Dilatazione cervicale (cm)

                              8
                              7
                              6
                              5
                              4
                              3
                              2
                              1
                              0
                                  0   1   2    3   4    5    6   7   8   9 10 11 12 13

                                                   Durata del travaglio (ore)

                                                            11
Nullipara
          I stadio - Periodo dilatante
                  Travaglio spontaneo

Tale periodo corrisponde alla fase attiva della dilatazione
cervicale: le contrazioni divengono regolari per tempo,
durata e intensità (una contrazione della durata di 1-2
minuti ogni 3- 5 minuti)(11).
Il dolore delle contrazioni aumenta progressivamente con il
progredire del travaglio e viene percepito inizialmente a
livello della proiezione cutanea dei dermatomeri T11-T12 e
successivamente si estende ai segmenti adiacenti (T10-L1).
Esso è spesso riferito non all’intero dermatomero ma a una
o più zone dello stesso(15).

                   Levobupivacaina       Sufentanil
Dose iniziale(16)  0,0625% (20 mL)      10 µg (5 mL)
Dosi successive
Top-up             0,0625% (20 mL)      10 µg (5 mL)
Infusione continua     0,0625%            1 µg/mL
                                         8-10 mL/h

                            12
Nullipara
                                  I stadio - Periodo dilatante
                                              Travaglio spontaneo

                             10
                              9
Dilatazione cervicale (cm)

                              8
                              7
                              6
                              5
                              4
                              3
                              2
                              1
                              0
                                  0   1   2    3    4   5    6   7   8   9 10 11 12 13

                                                   Durata del travaglio (ore)

                                                            13
Nullipara
        II stadio - Dilatazione completa
                     Travaglio spontaneo

Ciò che caratterizza il II stadio è il compimento successivo di
una serie di spostamenti della parte presentata nel canale del
parto. Può essere preceduto da una fase “latente” caratterizza-
ta dalla transitoria riduzione di frequenza e intensità delle con-
trazioni uterine. In questa fase intervengono le cosiddette
forze ausiliarie, date dalla contrazione volontaria dei muscoli
del torchio addominale favorita da un riflesso che si scatena
soprattutto quando la parte presentata distende il piano peri-
neale. In questa fase avvengono la riduzione, l’impegno, la pro-
gressione e la rotazione interna della testa fetale(11).
Il dolore è molto intenso ed è concentrato e ben localizzato a
livello del perineo e spesso si irradia alla radice delle cosce(15).
Il passaggio dal I al II stadio è avvertito dalla donna in anal-
gesia epidurale come la trasformazione della sensazione
(non dolorosa) di contrazione addominale in sensazione
(non dolorosa) di pressione sul retto.
L’analgesia epidurale non va mai interrotta durante tutta la
durata del travaglio e del parto.
L’eventuale interruzione dell’analgesia in questo stadio,
credendo di favorire le spinte materne è eticamente discu-
tibile, non riduce l’incidenza di parti strumentali ma qua-
druplica la possibilità che la donna abbia dolore(17).
Durante il II stadio del travaglio, l'analgesia epidurale, se con-
dotta con anestetici locali a bassa concentrazione, non inter-
ferisce con i meccanismi di discesa e di rotazione della testa
fetale, lasciando alla partoriente la sensazione del riflesso di
spinta e di pressione perineale. L’integrità e la conservazione
di queste sensazioni possono favorire la collaborazione della
partoriente nella fase finale del travaglio(18).

                                14
Nullipara
                                   II stadio - Dilatazione completa
                                               Travaglio spontaneo

                                                                 A dilatazione completa,
                                                                 anche prima che sia avve-
                                                                 nuta la rotazione della
                                                                 testa fetale, occorre som-
                                                                 ministrare una dose di
                                                                 anestetico locale indipen-
                                                                 dentemente dalla presen-
                                                                 za di dolore, in modo da
                                                                 prevenire il dolore della
                                                                 fase espulsiva.
                                                                 Questa “dose del II sta-
                                                                 dio” può essere necessa-
Dilatazione cervicale (cm)

                             10                                  ria anche in caso di infu-
                              9
                              8                                  sione epidurale continua
                              7                                  se il livello del blocco
                              6
                              5                                  sensitivo non è adegua-
                              4
                              3                                  tamente esteso ai seg-
                              2                                  menti sacrali (S2- S4)(19).
                              1
                              0
                                  0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10111213
                                    Durata del travaglio (ore)

Anestetico locale                                       Levobupivacaina 0,125%
Volume                                                  5 mL in assenza di dolore
                                                        10 mL in presenza di dolore
Dosi successive
Volume                                                  10 mL

                                                          15
Nullipara
            II stadio - Fase espulsiva
                    Travaglio spontaneo

                            Durante il periodo espulsivo si
                            compiono il disimpegno e la
                            rotazione esterna della testa
                            fetale.
                            Le spinte volontarie della parto-
                            riente non vanno consentite e/o
                            incoraggiate fino a quando la
                            parte presentata non abbia supe-
                            rato il piano dello stretto medio o
                            livello 0 e la rotazione della testa
                            fetale non sia completata, per
                            non interferire con la rotazione
                            della testa fetale stessa.

Anestetico locale     Levobupivacaina 0,5%
                      o mepivacaina/lidocaina 2%(19)
Volume                5-10 mL
Scopo                 • produrre anestesia del perineo
                      • facilitare la distensione del perineo
                        da parte della testa fetale
                      • prevenire il dolore dell’eventuale
                        episiotomia ed episiorraffia
Somministrazione      Dopo la rotazione interna della testa
                      fetale e con la parte presentata
                      al piano perineale

                             16
Multipara
                   Travaglio spontaneo

Mentre nella nullipara la progressione della testa fetale
comincia all’inizio del periodo dilatante, nella multipara
l’impegno e la progressione possono essere ritardati fino a
periodo dilatante avanzato(11,20).
Inoltre nella multipara la durata media del travaglio è
dimezzata.

I stadio del travaglio

Testa Dilatazione                  Levobupivacaina   Sufentanil
fetale cervicale
-1      3-4 cm Dose iniziale       0,0625% (20 mL) 10 µg (5 mL)
 0       >5 cm Dose iniziale        0,125% (20 mL) 10 µg (5 mL)
                 Dosi successive
                     Top-up        0,125% (20 mL)
                   Infusione           0,125%         1 µg/mL
                    continua                          10 mL/h

II stadio del travaglio e periodo espulsivo

Per prevenire il dolore della fase espulsiva, e/o dell’eventua-
le episiotomia, indipendentemente dall’avvenuta rotazione
della testa fetale.

Levobupivacaina      0,25% 10 mL (dilatazione completa)
Mepivacaina          2% 10 mL (fase espulsiva)

                              17
Analgesia nella presentazione
             occipito-posteriore

La posizione occipito-posteriore persistente è frequente-
mente associata a (21-23):
• travaglio prolungato
• maggiore durata del II stadio
• anomalie del battito cardiaco fetale
• dolore lombo-sacrale che non recede dopo le usuali dosi
  di soluzioni analgesiche epidurali
• parto operativo/episiotomia

Anestetico locale   Levobupivacaina 0,125%
Volume              10-20 mL
Note                La somministrazione di concentrazioni
                    più elevate di anestetico locale
                    possono determinare un transitorio
                    ipotono muscolare perineale

                             18
Analgesia per il parto strumentale

Al fine di facilitare l’applicazione della ventosa o del forci-
pe, la soluzione anestetica va somministrata appena il gine-
cologo ha deciso di intervenire.
Usualmente il parto strumentale è accompagnato da epi-
siotomia e quindi il rifornimento epidurale dovrà produrre
anestesia e ipotono perineale(19).

Anestetico    Levobupivacaina 0,5%
locale        o mepivacaina/lidocaina 2%
Volume        10-15 mL
Scopo         • prevenire il dolore perineale
              • facilitare la distensione del perineo
              • prevenire il dolore dell’eventuale
                episiotomia ed episiorraffia
              • facilitare l’applicazione della ventosa/forcipe

                               19
Analgesia nel travaglio indotto

Per induzione del parto s’intende sia l’induzione della matura-
zione cervicale (cambiamento della posizione dell’orifizio uteri-
no interno, rammollimento, raccorciamento e appianamento
della cervice) sia la stimolazione dell’attività contrattile uterina.
La possibilità di successo di un’induzione è predetta dal
punteggio di Bishop(24).
 Punteggio di Bishop      0          1         2       3
 Lunghezza del collo    3 cm       2 cm      1 cm    0 cm
 dell’utero
 Posizione           Posteriore Intermedia Anteriore   -
 Consistenza           Rigida      Media    Soffice    -
 Dilatazione              -       1-2 cm    3-4 cm > 4 cm
 Livello della           -3          -2       -1
 parte presentata

Il travaglio indotto(24-26) è caratterizzato da:
• dolore molto intenso anche nelle fasi iniziali (richiesta
   precoce di analgesia e maggior consumo orario di
   anestetico locale);
• durata maggiore;
• è associato a una maggiore frequenza di parti operativi.
  Dilatazione cervicale (cm)

                               10                                    Travaglio spontaneo
                                                                     Travaglio indotto
                                8

                                6

                                4

                                2
                                       2   4   6   8   10 12   14 Tempo (ore)

                                                       20
Analgesia epidurale
              nel travaglio distocico
Il travaglio distocico(13,15,27):
• è particolarmente doloroso anche in fase latente;
• è associato a un maggior richiesta di rifornimenti epidurali;
• ha una durata maggiore;
• è frequentemente associato a possibile insorgenza
   d’ipertono uterino iatrogeno (uso di ossitocina);
• è associato a una maggiore frequenza di parti operativi.

        Normale

      Sub normale          Distocia con dominanza fundica normale
                           e inerzia ipotonica:
                           - cervice non preparata;
                           - sovradistensione uterina;
                           - deficit di ossitocina endogena;
                           - eccessiva produzione adrenalina;
                           - ansia e paura materne;
                           - posizione supina prolungata.
         Anormale

                           Distocia con inversione del gradiente fundico e
                           contrazioni incoordinate
                           e inefficaci (dolore tra le contrazioni):
                           - iperattività adrenergica (dolore)

L’uso di ossitocina raddoppia l’intensità del dolore all’inizio
del travaglio(28).

                               21
Analgesia combinata
            epidurale-spinale (CSE)(29-33)

Nullipara

                              Levobupivacaina 0,5%   Sufentanil
Dose iniziale (subaracnoidea)       2,5-3 mg           3 µg
Dose successiva (epidurale)
Top-up                          0,0625% (20 mL)        10 µg
Infusione continua             0,0625% (10 mL/h)     1 µg / mL

Multipara

                            Levobupivacaina    Sufentanil
Dose iniziale                   2,5-3 mg         3 µg
Dose epidurale successiva    0,125%, 20 mL

Nota: La somministrazione intratecale di oppiacei è stata
associata ad alterazioni tococardiografiche benigne e tran-
sitorie(34).

                              22
Analgesia epidurale a boli programmati
        automatizzati intermittenti

                              Uno dei principali svantaggi del-
                              l’infusione epidurale continua è
                              lo svilupparsi di blocco motorio
                              dopo qualche ora(35). Alternativa
                              all’infusione continua è la som-
                              ministrazione epidurale a boli
                              programmati intermittenti(36). La
                              somministrazione in bolo (top-
                              up) favorisce la diffusione della
                              soluzione analgesica nello spa-
                              zio epidurale ed è associata a
un’analgesia migliore rispetto a quella prodotta dalla som-
ministrazione continua(37).
La somministrazione epidurale a boli programmati intermit-
tenti produce un livello di analgesia stabile e continua ed
evita l’alternanza ciclica “analgesia/dolore/analgesia” tipica
della tecnica tradizionale della somministrazione a richiesta
della partoriente.
Programmando adeguatamente i boli a intervalli di tempo
prestabiliti, il dolore viene prevenuto efficacemente e si
possono impiegare basse concentrazioni di anestetico loca-
le che non provocano blocco motorio.
                                Levobupivacaina        Sufentanil
Dose iniziale*                 0,0625% (20 mL) 20 µg (5 mL)
Dosi successive                boli intermittenti automatizzati di
                               10 mL/ora*
Soluzione                            0,0625%             0,5 µg /mL
di mantenimento
*Protocollo del servizio di analgesia ostetrica della CdC Città di Roma
 Gruppo Garofalo, Roma

                                    23
Estensione dell’analgesia epidurale
             Dal travaglio al taglio cesareo

Nella partoriente già in analgesia epidurale è possibile
usare il cateterino epidurale per estendere il blocco e usar-
lo in caso di taglio cesareo non programmato.

Dose test: 2-3 mL di levobupivacaina 0,5% (10 mg di levo-
bupivacaina sono sufficienti a confermare la somministra-
zione accidentale intratecale)(38) .
Dose terapeutica: 20 mL di levobupivacaina 0,5%. Questa
dose determina un blocco chirurgico a livello di T4 in media
in 20 minuti(39).

Nel caso si richieda un’estrazione fetale in tempi inferiori ai
30 minuti (taglio cesareo d’emergenza) è consigliabile
ricorrere ad altre soluzionI anestetiche*.

*Nota: 20 mL di lidocaina 2% con adrenalina 1:200.000 e
bicarbonato 8,4% (2 mL in 20 mL)(39).

                              24
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                    (comprese fotocopie), senza il permesso scritto dell’editore.
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                             Finito di stampare nel mese di marzo 2009
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