Magazine - MEGANE E-TECH 100% ELECTRIC

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                                                                                               ILLUMINAZIONE DELLA STRADA
                                                                                               CORPO COMPATTO DA BERLINA

NUOVA RENAULT
MEGANE
E-TECH 100% ELECTRIC

 LA NUOVA GENERAZIONE ELETTRICA

 La rivoluzionaria nuova piattaforma CMF-EV accoglie una batteria ultrasottile da 60 kWh e un motore elettrico compatto
 da 160 kW. Una distribuzione ottimizzata del peso, un passo allungato e un baricentro basso conferiscono all'auto una
 superiore agilità e spazio a bordo.

 LA NUOVA ESPERIENZA DI GUIDA

 Megane E-Tech 100% electric unisce la vivacità delle berline compatte alla dinamicità delle vetture più sportive. Il suo
 motore elettrico da 220 cv, la coppia istantanea da 300 Nm e i cerchi da 20" danno un nuovo significato alla parola "guida".
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     L                     A NUOVA ERA TECNOLOGICA
                           Domina tutto ciò che ti circonda con il re-
                           trovisore Smart Rear View Mirror e goditi la
                           massima sicurezza con i 26 sistemi di as-
 sistenza alla guida. Scarica le tue app come Assistente Google,
 Google Maps e tanto altro da Google Play direttamente nella tua
 auto grazie a openR link con Google integrato

 DESIGN INNOVATIVO
 Il frontale da SUV e il corpo compatto da berlina conferiscono a
 Megane E-Tech 100% electric uno stile unico. La firma luminosa
 anteriore full LED, la fascia iridescente 3D nella parte posteriore, i
 cerchi da 20" e le cromature dorate sono dettagli inconfondibili di
 un design inedito.

 ERGONOMIA E SPAZIO
 L'esclusiva piattaforma di Megane E-Tech 100% electric è dota-
 ta di un pianale completamente piatto. La struttura allargata e la
 nuova dashboard openR liberano spazio. 209 mm per le gambe
 nella parte posteriore e 33 L di vani portaoggetti.

 SOUND DESIGN HARMAN KARDON
 Con il suono ad alta fedeltà del nuovo sistema audio Harman Kar-
 don, la tecnologia di spazializzazione del suono e una vasta gam-
 ma di ambientazioni sonore (naturali, dal vivo, club o lounge), tutti
 i sensi saranno coinvolti nel viaggio.

 MODULARITÀ E CAPIENZA
 Caricatore smartphone a induzione nella parte anteriore, porta
 USB-C nella parte posteriore, console centrale, 33 L di vani porta-
 oggetti nell'abitacolo e 440 L nel bagagliaio. Megane E-Tech 100%
 electric perfeziona la vita a bordo.

 CERCHI IN LEGA DA 20"
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NUOVO LOGO RENAULT

NUOVA FIRMA LUMINOSA ANTERIORE

NUOVA FIRMA LUMINOSA POSTERIORE
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     D                    OTT. FRANCESCO MARINO
                          (CEO): “LE PERSONE SONO IL
                          VERO MOTORE DELL’AZIENDA”

Francesco Marino, classe 1974, collegio in Svizzera e uni-
versità a Londra è alla guida dell’azienda nata nel 1953 e
che oggi vede la terza generazione. Le concessionarie
auto rappresentano in esclusiva i marchi Renault, Dacia,
Nissan e Opel; su un’estensione territoriale da Santa Ma-
ria di Leuca a Termoli.

Con quasi 200 milioni di fatturato, 200 dipendenti e 13
sedi dirette; il CEO di Gruppo Marino passa in rassegna
quelli che per il settore sono stati due anni resi difficile
dal Covid.

DOTT. FRANCESCO MARINO, COME GIUDICA IL CONTESTO LAVORATIVO DEL SUO GRUPPO?
Personalmente misuro lo stato di benessere sociale di una azienda attraverso due indicatori.

Il primo è l’indice demografico aziendale, il quale rappresenta la fiducia che il dipendente ripone nel futuro, e poiché il lavoro rap-
presenta una componente primaria dell’economia quotidiana, implicitamente esso rappresenta la fiducia nei confronti dell’azienda.

Il secondo è rappresentato dalla capacità attrattiva che l’azienda esprime nei confronti del mondo del lavoro, intesa come importa-
zione di nuove culture aziendali da fondere con la nostra.

Entrambe queste circostanze costituiscono la nostra identità aziendale, raggiunta attraverso un lungo percorso di inversione dei
ruoli tra dipendente e azienda, culminato con il posizionamento del primo al centro dell’ecosistema comune, il quale oramai si auto-
regolamenta attraverso virtuosismi a difesa del benessere collettivo.

Oggi rappresentiamo un importante connubio di tutti i percorsi esperienziali con cui siamo entrati in contatto, e dai quali abbiamo
appreso nuove dinamiche lavorative da adottare per migliorarci, con un approccio basato sul confronto, l’umiltà e la curiosità.

IL MONDO DELLE CONCESSIONARIE HA TRATTO VANTAGGIO DAI FONDI PER L’ECOBONUS O OCCORRE ALTRO?
Nei primi dieci mesi del 2021 il mercato totale ha raggiunto le 1.279.208 immatricolazioni, registrando un calo quasi del 21,6% rispetto
al 2019, ultimo anno pre pandemico e quindi benchmark di riferimento.

Numeri che hanno testimoniato la necessità di rafforzare iniziative che concilino simultaneamente molteplici esigenze: sostenere
la domanda per l’acquisto di vetture nuove ed usate, rinnovare il parco circolante più̀ vecchio d’Europa con vetture più̀ sicure ed
ecologiche, ed infine, generare un flusso di cassa positivo per lo Stato.

Gli ecoincentivi ottemperano a questi obiettivi, oltre a contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese, poiché la filiera
automotive assorbe circa l’8% del Pil nazionale.

In questo scenario, è ineludibile che le concessionarie beneficiano di un importante impulso, in attesa di un graduale ritorno ad una
domanda spontanea, che svincoli tutti dall’assistenzialismo forzato degli ultimi esercizi.

Parallelamente, il supporto statale contribuisce energicamente all’avvio di una transizione motoristica che prevede una progressiva
sostituzione dei motori endotermici a favore di nuovi propulsori maggiormente ecosostenibili, come l’ibrido e il tanto discusso elet-
trico.
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DOTT. FRANCESCO MARINO, QUALE PROPOSTA, ECOINCENTIVI A PARTE, INDICHEREBBE PER DARE UNA ULTERIORE
SCOSSA AL SETTORE?
Innanzi tutto sarebbe opportuno che qualsiasi iniziativa a sostegno del settore avesse una continuità temporale di applicazione suf-
ficientemente ampia da consentire al mercato di reagire e alle aziende di pianificare organicamente le attività, dimensionando coe-
rentemente i modelli di business. Diversamente sperimentiamo solo andamenti isterici della domanda con stress test delle aziende.

Ulteriore impulso al settore potrebbe essere garantito da una fiscalità̀ sulle auto aziendali e veicoli commerciali, in linea con gli
altri Paesi europei, attraverso un ampliamento del paniere dei costi deducibili e detraibili. Chiaramente questa iniziativa generebbe
beneficio anche alle imprese esterne al perimetro automotive.

Inoltre, occorrere creare una adeguata infrastruttura per la ricarica delle vetture elettriche; non è immaginabile, infatti, democratiz-
zare tecnologie non fruibili nel quotidiano.

Infine, sarebbe auspicabile che tutte le Regioni replicassero le iniziative varate in alcune zone del Nord Italia. Con ecoincentivi regio-
nali stanziati in aggiunta a quelli nazionali.

MA SEMBRA QUASI NON ESSERCI TREGUA PER IL SETTORE A CAUSA DELLE CRISI DEI SEMICONDUTTORI?
I microprocessori utilizzati nell’automotive sono utilizzati anche in altre industries, come ad esempio l’informatica; purtroppo la do-
manda è molto superiore all’attuale capacità produttiva di egemonia asiatica, con inevitabile veicolazione della produzione a bene-
ficio dei loro mercati interni e di quelli a maggior profittabilità.

Ne consegue che l’industria automotive è oggi in rottura di stock su tutti i segmenti, senza una reale previsione di consegna delle
poche vetture in produzione, le quali rappresentano comunque quelle a maggiore contribuzione. Infatti, in circostanza di scarsità di
chip, viene garantita la priorità alla produzione di autovetture con maggior marginalità per il costruttore.

Questa circostanza ha generato almeno due macro-fenomeni: il primo è culturale, poiché prima si “spingeva” la vendita di vetture
in pronta consegna. Oggi invece bisogna spiegare al cliente che la vettura è da ordinare, con tempi di consegna incerti. Inoltre con
allestimenti che potranno modificarsi in ragione di esigenze produttive.

Il secondo, ben più grave, afferisce alle conseguenze finanziarie, poiché in assenza di prodotto da fatturare si genera un free cash
flow negativo per tutta la filiera. Basti pensare che molte concessionarie, hanno esaurito il credito IVA e sono costrette mensilmente
a versare ingenti somme all’erario.
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DOTT. FRANCESCO MARINO, LA DOMANDA CHE SORGE SPONTANEA È LA SEGUENTE: QUANDO FINIRÀ?
Il mercato dei microprocessori ha suscitato l’interesse di diversi investitori i quali hanno prontamente avviato processi di riconversio-
ne di fabbriche esistenti, piuttosto che l’edificazione di nuove, tuttavia i tempi sono così lunghi e il fabbisogno così ampio che non è
immaginabile ripristinare un virtuoso equilibrio tra domanda e offerta nel breve.

SI PARLA TANTO DI MOBILITÀ SOSTENIBILE. POI SI SCOPRE CHE IL PARCO AUTO IN ITALIA È IL PIÙ̀ VETUSTO D’EURO-
PA, CON 32 MILIONI DI VEICOLI IN FASCIA INQUINANTE. UN CONTROSENSO?
Un parco circolante anziano rappresenta un’opportunità in termini di rinnovamento, laddove il Governo lo interpreti come tale, così
da varare coerenti iniziative che stimoli la sua sostituzione. Ad esempio, la rottamazione statale ha generato un saldo attivo tra i
contributi stanziati e la fiscalità incassata, senza considerare i benefici in termini ecologici e di sicurezza.

Pertanto, per quanto possa sembrare un controsenso, il nostro parco anziano rappresenta un’opportunità in termini ecologici, eco-
nomici e di acceleratore alla transizione motoristica appena inaugurata. Ma affinché ciò accada sono necessario iniziative collegiali
che prevedano la partecipazione convinta e continuativa del Governo.

IN MEZZO A TUTTO CIÒ C’È L’INNOVAZIONE DELL’ELETTRICO. TRA ASSENZA DI COLONNINE DI RICARICA, PREZZI ELE-
VATI, LIMITATA AUTONOMIA E SMALTIMENTO DI BATTERIE, NON RITIENE L’ELETTRICO COME UN PASSATEMPO PER
RICCHI?
Per vendere una vettura elettrica ci vogliono tre cose: un costo abbordabile, un’autonomia coerente con il segmento di vettura ac-
quistata ed infine delle stazioni di ricarica accessibili.

Le prime due condizioni sono garantite rispettivamente dai contributi governativi e dai costruttori. Sull’infrastruttura per la ricarica
siamo invece molto in ritardo rispetto agli altri Paesi europei.

Guidare una vettura elettrica è molto emozionante ed ecocompatibile, tuttavia questa tecnologia non è idonea per tutti gli usi; basti
pensare ai trasportatori, i cui mezzi lavorano su più turni, o chi utilizza la vettura prevalentemente su circuiti extraurbani o monta-
gnosi. In sinesi, per ogni utilizzo è necessario individuare la giusta alimentazione.

Ne consegue che, nonostante le immatricolazioni di vetture elettriche stanno crescendo a cifre importanti [+528% ytd ottobre 2021
vs ytd ottobre 2019], esse assorbono solamente il 4.2% del mercato totale [fonte sole 24ore]. Pertanto, prima che l’alimentazione
elettrica pura possa diffondersi massivamente, la transizione ecologica necessita di efficienti motori ibridi.
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MOLTI CREDONO CHE IL SETTORE AUTOMOTIVE SARÀ INVESTITO DA IMPORTANTI CAMBIAMENTI E CHE IL COVID ABBIA
ACCELERATO IL PASSAGGIO AL DIGITALE.
Negli anni i costruttori hanno sempre cercato di ridurre il costo della distribuzione, ancora oggi stimato in circa 7% del costo dell’auto.
Pertanto, al pari di quello bancario e assicurativo, il settore automotive ha sperimentato importanti processi di aggregazione. Que-
sto attraverso selezioni indotte o naturali, così da creare aziende capaci di generare economie di scala strutturate che potessero
compensare alla riduzione del margine.

Questo non sembra essere sufficiente, infatti tra meno di due anni scadranno gli attuali mandati di concessione e la maggior parte
dei costruttori stanno optando per la trasformazione in mandato di agenzia, il quale presenta uno stravolgimento radicale del mo-
dello di business.
Nel mentre, la pandemia ha accelerato processi di vendita dormienti. Come quelli digitali che di fatto disintermediano la rete di distri-
buzione a favore delle case automobilistiche; all’uopo, molti contratti di concessione già stati integrati di addendum che autorizzano
la vendita on line da parte dei costruttori.

Ricapitolando: pandemia, assenza di microprocessori, transizione ecologica, disintermediazione tramite la vendita online, ed in ul-
timo modifica dei contratti di concessione. Sembra uno scenario apocalittico, ma le trasformazioni sono cicliche e generano oppor-
tunità da cogliere per gli operatori più audaci. Poiché l’evoluzione del settore passa soprattutto dal valore imprenditoriale e dalle
professionalità espresse degli operatori.

Ci siamo sempre adattati ai cambiamenti, cercando di anticiparli.

Nel tempo, ci siamo evoluti da venditori di autovetture a consulenti di servizi personalizzati per la mobilità; utilizzando strumenti
innovativi che ponessero le persone e le loro esperienze al centro del business model.

Nelle evoluzioni che seguiranno continueremo sempre a mettere le persone al centro del nostro ecosistema. Poiché per quanto il
web consenta di finalizzare l’acquisto a distanza, riteniamo che non supplirà mai completamente alla necessità di un’esperienza
fisica basata sulla relazione umana.

In tal senso abbiamo sviluppato una copertura territoriale con 13 sedi dirette che consente di ridurre la distanza fisica con i nostri
clienti. Uno sforzo ulteriore, economicamente molto rilevante, ma che riteniamo essenziale per rispondere appieno alle attese della
nostra clientela.

DOTT. FRANCESCO MARINO, COSA INTENDE QUANDO DICE “L’EVOLUZIONE PASSA DAL VALORE DELLE PROFESSIONA-
LITÀ”?
Le persone sono il vero motore dell’azienda, di cui ne condividono i valori e la vision.

Oggi vantiamo un team molto affiatato, composto da manager cresciuti in azienda e da persone entrate con nuove ed innovative
competenze. Questo capitale umano rappresenta, senza alcuna eccezione, il vero valore fondante del nostro gruppo.

Abbiamo dato vita ad una struttura di elevatissima professionalità, in grado di garantire i severi standard operativi indispensabili. Sia
per la gestione del business che per la progettazione del domani.

Strategia e formazione ci hanno poi sintonizzato con le mutanti esigenze del cliente, collegate ai nuovi scenari della mobilità.

I traguardi che raggiungiamo, anche in situazioni di difficoltà, sono il frutto della capacità di ciascun collaboratore di capitalizzare
attitudini, professionalità e talento.

Per l’articolo integrale del Dott. Francesco Marino su AmazingPuglia
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     R                    ENAULT AIR4: LA R4 VOLA SUL-
                          LE ALI DELLA MEMORIA.

Si concludono (virtualmente) in alta quota le celebrazio-
ni per il 60° anniversario della R4. La showcar Air4 rein-
terpreta in chiave futurista l’iconico modello Renault, ma
al posto delle ruote ci sono eliche pronte a trasportarla
nell’era dell’urban air mobility
Ieri e domani.

L’ispirazione arriva decisamente dal passato. E che pas-
sato! Protagonista di un’epoca, la R4 è stata un modello
per ogni stagione, dal 1961 al 1992, e per ogni latitudine,
con oltre 8 milioni di esemplari venduti in un centinaio di
Paesi. Guarda decisamente al futuro, invece, la rivisita-
zione Air4 realizzata da TheArsenale (il nome è un omag-
gio ai cantieri navali veneziani), hub che dal 2017 offre un
luogo di ritrovo fisico e virtuale a chi sta immaginando la
mobilità di domani. Alla quale, credono in molti, le strade
andranno sempre più strette.

RENAULT AIR4: CARBONIO, LITIO E MEGADATI.
Così, la Air4 non si distacca poi troppo dalle inconfondibili linee dell’icona della Losanga, nemmeno nelle dimensioni, ma grazie alla
fibra di carbonio e all’intelligenza artificiale è pronta a sfidare, per ora soltanto in modalità virtuale, le leggi della gravità. Non ha ruote
per scivolare sull’asfalto, infatti, ma quattro eliche a due pale per volare nei cieli, su fino a 700 metri di altezza. A spingerla è un pacco
di batterie ai polimeri di litio che le consente una velocità massima orizzontale di 26 metri al secondo e una verticale di 14, ridotti a 4
per ragioni di sicurezza, e a 3 in fase di atterraggio.

In mostra a Parigi. Interamente realizzata in Francia, la Air4 sarà esposta fino a fine anno nell’Atelier Renault sugli Champs Elysées,
a Parigi, accanto ad alcuni esemplari storici della R4. Poi, sarà possibile ammirarla a Macau, a Miami e a New York.
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   R                   ENAULT KADJAR 2022: AVVI-
                       STATA LA NUOVA GENERAZIO-
                       NE (FOTO SPIA)

In arrivo entro la fine del 2022, la nuova Renault Kadjar
2022 sarà basata sulla piattaforma CMF: solo motori elet-
trificati e niente diesel.

ARRIVA A FINE 2022 – Primi avvistamenti su strada per la
prossima generazione della suv media Renault Kadjar, la
cui presentazione dovrebbe avvenire intorno alla prima-
vera del 2022, con un arrivo nelle concessionarie previsto
entro la fine dello stesso anno. Grande novità è l’adozio-
ne della piattaforma CMF, condivisa con l’alleata Nissan.
Quest’ultima permette l’utilizzo di diverse soluzioni elet-
trificate che andranno dal semplice ibrido leggero, all’ibri-
do full, fino al plug-in con batterie ricaricabili dall’esterno.

RENAULT KADJAR 2022: SOLO IBRIDA, NIENTE DIESEL
Il prototipo della Renault Kadjar avvistato dai fotografi di Motor.es dovrebbe essere equipaggiato con la nuova versione del sistema
E-Tech Hybrid, che può contare su una batteria agli ioni di litio ad alta tensione che permetterà di percorrere una breve distanza in
modalità completamente elettrica. Il motore termico dovrebbe essere il nuovo TCe di 1,2 litri, che sarà impiegato anche su altre ibride
della casa francese. Nella prima fase di commercializzazione la Renault Kadjar sarà disponibile in versione full hybrid; con una poten-
za di circa 200 CV, mentre la ibrida plug-in sarebbe prevista nel 2024. Le versioni ibride leggere dovrebbero fare uso del motore 1.3
Tce. Niente diesel, mentre saranno disponibili cambi manuali o automatici e anche la trazione integrale.
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