Perché la spesa online non va di moda in Italia - www.jupiterflatware.com - Jupiter Flatware
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Negli altri paesi europei fare la spesa settimanale comodamente da casa è una consuetudine, per l’Italia sembra ancora un miraggio. Non si può dire che la domanda per maggiori supermercati e-commerce non esista, ciò che scarseggia è l’offerta. Scopriamo i veri problemi della grande distribuzione quando confrontata con l’adozione di un canale e-commerce. Indice Introduzione Panorama della grande distribuzione organizzata in Italia E-commerce per la GDO Chi sono le aziende italiane e-grocery? Le difficoltà Conclusione Fonti
Introduzione Nielsen conferma che nel dicembre dello scorso anno, 2,4 milioni di italiani hanno consultato siti e-commerce specializzati in beni di largo consumo (cibi, bevande, cura della casa e della persona), questo dato segnala un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Quindi la crescita dell’e-commerce anche per la grande distribuzione organizzata (GDO) sembra promettente, anche se al momento non ha tassi di penetrazione equiparabili al resto d’Europa. Ciò perché l’adozione dell’e- commerce comporta molte difficoltà e resistenze nel settore Food & Beverage, ma anche molti benefici e chi non si adatta al consumatore di oggi e del futuro rischia di rimanere tagliato fuori. Emblematica è la frase di Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes: “L’e-commerce è come il monossido di carbonio, ti uccide senza che te ne accorgi”. Le aziende della GDO sono forzate a creare strategie digitali per inserirsi nel nuovo contesto dell’e-grocery. Con questo documento si intende delineare lo stato del settore Food & Grocery italiano e sottolineare i problemi principali riscontrati che rendono l’adozione dell’e-commerce per la GDO una missione impossibile o quasi. 3
Panorama della grande distribuzione organizzata in Italia Il maggiore operatore italiano del settore è Coop, con un fatturato annuo di 11,2 miliardi di euro (2016). Questo numero appare minuscolo se comparato agli operatori del contesto internazionale. Il principale è l’americano Wal- Mart che chiude nel 2016 con un fatturato di oltre 465 miliardi, ma anche se consideriamo una realtà più piccola, e forse anche più simile all’Italia, come quella della vicina Francia il fatturato di Casino si attesta a 36 miliardi, che sono più di tre volte il fatturato di Coop. Per quanto riguarda il panorama puramente nazionale, gli operatori principali della GDO per fatturato (anno 2016) sono, in ordine: Coop, Selex e Conad. 4
C’è da notare che Esselunga si attesta come prima azienda individuale della GDO italiana ed è anche in crescita del 4.4%. La quasi totalità degli operatori italiani registrano una variazione positiva rispetto all’anno precedente. Casi di spicco sono gli operatori minori, Eurospin e Lidl Italia, che hanno riscontrato un aumento dei fatturati del +6.8% e del +8%, rispettivamente. Tutto ciò testimonia che i fatturati della GDO sono in ascesa. Riguardo ai fatturati online, non tutte le aziende della GDO dispongono di un e-commerce e le documentazioni sono limitate, comunque Esselunga si presenta come l’azienda che fattura di più in assoluto in termini di vendite online con 158 milioni, che rappresentano il 2.1% del fatturato del 2016. Questa percentuale è ancora una volta minimale in confronto alle altre nazioni estere. Infatti, la media percentuale internazionale degli acquisti online per la GDO rappresenta il 4-5% del fatturato. Se prendiamo ad esempio ancora una volta la confinante Francia, le vendite online del maggior supermercato francese, Casino, si attestano al 5% del fatturato, che sono più del doppio di Esselunga (Area Studi Mediobanca). Sembrerebbe esserci opportunità di crescita e di successo nell’e-grocery, se confrontiamo i dati italiani con le medie nazionali, ma ci sono delle forze che si oppongono a questo sviluppo. 5
E-commerce per la GDO E-commerce significa letteralmente, commercio elettronico ed indica ogni transazione commerciale che avviene attraverso Internet. Nel caso del settore e-grocery, un e-commerce è un negozio online, in cui l’utente visualizza i prodotti e se soddisfatto, avvia una transazione economica online. Successivamente, questi dati di vendita devono essere trasferiti al punto "E-commerce: Transazione e scambio di beni e servizi effettuati mediante vendita competente o centro specializzato e i l’impiego della tecnologia delle beni devono essere preparati per la spedizione telecomunicazioni e dell’informatica alla data e all’orario indicato. Alla fine, l’incaricato (Internet, Intranet, personal computer, alle consegne dovrà prelevare la merce e televisione digitale ecc.). " consegnarla al cliente finale. In questo caso si parla appunto di consegna a domicilio ed è - Enciclopedia Treccani l’opzione più vantaggiosa per l’acquirente, ma anche molto costosa per i supermercati. In alcuni casi, il problema dei costi è attutito attraverso l’imposizione di un ordine minimo di spesa, per usufruire della consegna a casa. In principio, una transazione che avviene tramite un e-commerce dovrebbe precludere l’incontro fisico di persone, ma questa definizione è labile e si adatta ai contesti dove trova applicazione. Prendiamo per esempio E-bay, ove alcuni beni non possono essere spediti, ma solo ritirati dagli acquirenti. In questo caso, chi compra compierà una transazione economica online ma poi dovrà fisicamente recarsi al luogo di ritiro. 6
Questa modalità nel settore della GDO ed in altre realtà prende il nome di Click & Collect. L’utente sfoglia un catalogo di prodotti online, è un po’ come aggirarsi tra le corsie di un supermercato, ma un supermercato molto più organizzato e dove si può cercare digitalmente ogni prodotto per nome. In seguito, aggiunge quello che desidera al carrello e paga, tutto virtualmente. Poi dovrà provvedere al ritiro della merce ordinata. Il ritiro può avvenire presso il supermercato più vicino, oppure presso centri in prossimità del supermercato che si specializzano in una sorta di drive-through. Vi è anche una terza opzione che consiste nel ritiro della spesa presso appositi locker, dei grandi armadietti. Il Click & Collect semplifica il problema della logistica, che è uno dei più onerosi, come vedremo, ma al contempo preclude alcuni vantaggi dell’e-commerce, come la comodità di non dover uscire di casa. I numeri degli acquisti Food & Grocery sono positivi, basti pensare che nel 2017 si è registrato un +35% rispetto all’anno precedente, le vendite del settore ammontano a 812 milioni di euro. Seppure la penetrazione del mercato sia molto limitata, dati gli onerosi costi di investimento, le prospettive di guadagno sono reali e vanno crescendo, quindi non c’è da stupirsi se le maggiori realtà si sono attrezzate o si stiano preparando in qualche modo alla rivoluzione digitale anche in campo alimentare. 7
Chi sono le aziende italiane e-grocery? L’offerta dello shopping online per il cibo è frammentata, sia dal punto di vista territoriale sia da quello aziendale. Infatti, l’offerta non è uguale per tutte le regioni, i supermercati riservano i servizi di home delivery/click & collect solo ad alcune regioni o città, dall’altra parte vi sono una varietà di realtà che offrono l’e-food, non solo la GDO, ma anche piccole realtà commerciali specializzate. Esselunga rappresenta una delle poche realtà della GDO italiana ad aver abbracciato interamente la filosofia dell’e-commerce. Con il suo portale Esselunga a casa, l’azienda dà ai consumatori, di alcune regioni, la possibilità di fare acquisti online e ricevere la spesa direttamente a casa. Esselunga si è mossa nella direzione dell’e-commerce già nel 2000, perché ha osservato i successi che l’e-grocery stava avendo all’estero, proprio dagli Stati Uniti ha preso ispirazione per la finalizzazione del progetto. In un’intervista, viene dichiarato che i consumatori che più comprano online sono le donne dai 35 ai 44 anni e comprano per la famiglia; i beni più acquistati sono freschi, freschissimi, cosmetici e profumeria. 8
Nel 2016, le vendite online incidono sul fatturato per il 2.1% (Centro Studi R&S Mediobanca), come anticipato. Questo dato è rilevante per il contesto nazionale, perché l’azienda con più fatturato negli "In Italia la gente ha paura del futuro." store, i negozi fisici, Coop, raggiunge solo lo 0,03% delle vendite attraverso il portale -Bernardo Caprotti, Esselunga e-coomerce Easy Coop (Centro Studi R&S Mediobanca). Ci sono anche altre catene di supermercati minori che si sono lanciate nel mondo e-commerce, a volte tramite il Click & Collect, altre offrendo anche un servizio di consegne, ma i numeri non sono ancora sufficienti e dovremmo attendere il corso degli eventi per decretarne la riuscita o meno. Un’altra categoria interessante nell’ambito dell’e-food, sono le piccole realtà specializzate. Un esempio emblematico è quello di Cortilia, un esperimento sviluppato nel 2011, che mette in contatto gli agricoltori con i consumatori finali. Un e-commerce che accorcia la distanza tra città e campagna. 9
Quest’idea originale ha funzionato e continua ad avere successo, quindi dimostra che anche le entità minori sono in grado di creare un marketplace online dove l’offerta incontra la domanda armonicamente. Cortilia è presente in molte regioni del nord e pone al centro della sua ”Il problema è che il mondo cambia filosofia, la territorialità e il buon cibo; il sito continuamente sotto i nostri occhi, e non dispone anche di una comoda applicazione. ci si può adattare a questo cambiamento senza acquisire nuovi strumenti e capacità.” - Jeff Bezos, CEO di Amazon.com A parte la GDO e le piccole realtà specializzate, il panorama e-grocery italiano è caratterizzato dalla presenza del colosso americano Amazon con Amazon Pantry, che con la sua logistica ferrea ha investito nelle città di Roma e Milano. Ma anche realtà diverse come Spesa 24, che garantisce l’arrivo della spesa a casa anche in 24 ore, fungendo da shopper personali rifornendosi presso le principali catene di supermercati. L’e-commerce per la GDO è un'opportunità per coloro i quali sono pronti ad investire, ma è anche una sfida, in quanto ci sono degli ostacoli che sembrano insormontabili. 10
Le difficoltà Gli e-commerce specializzati in beni di largo consumo sono alquanto diversi da quelli tradizionali e presentano delle peculiarità, si pensi alla difficoltà nel coordinare le consegne per mantenere i prodotti freschi. A titolo esemplificativo, vediamo i principali problemi che scoraggiano la GDO a scegliere l’e-commerce. 1 Logistica La gestione della logistica dell’online shopping è complicata e necessita di infrastrutture e competenze. Nel caso della grande distribuzione organizzata, ci sono persino dei problemi maggiori, prima di tutto le tempistiche di consegna sono fondamentali. Inoltre, i prodotti alimentari sono normalmente di bassissimo valore economico, per questo motivo i costi organizzativi della logistica possono sorpassare i ricavi. Infatti, i giganti della logistica, come Amazon sfruttando la struttura già esistente hanno un vantaggio notevole ed è per questo che Amazon rappresenta uno dei rari casi di investimento straniero nel mercato dell’e-food italiano, così complesso e disperso. 11
Esselunga stessa conferma che è molto complesso dal punto di vista gestionale organizzare le consegne e che quindi ha preferito affidarsi ad operatori esterni specializzati, tali prelevano la merce presso i centri preparazione spese e le inviano ai singoli clienti. Anche Coop, si affida ad un servizio esterno personalizzato, dati gli alti costi coinvolti nell’apprendimento della gestione delle consegne. La logistica è complessa non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche dal punto di vista economico. La problematica deriva dal fatto che per abbassare i costi logistici, si dovrebbero avere molti ordini nelle stesse aree urbane, quindi i clienti dovrebbero essere dislocati negli stessi punti geografici, molto difficile da raggiungere, se si escludono le aree di Roma e Milano. 2 Mantenere prezzi competitivi Non è semplice mantenere i prezzi competitivi quando si deve sopperire a costi logistici importanti, quindi proporre gli stessi prezzi per il negozio e-commerce è di fatto contro intuitivo, tuttavia gli utenti si aspettano sempre di pagare meno online, così come accade nel settore dell’abbigliamento o della cosmetica. 12
Quindi un altro ostacolo della GDO è il mantenimento di prezzi convenienti anche per il canale di vendite online. Si stima che i costi per offrire un servizio di consegna si aggirino attorno ai 15 euro a consegna (Bernstein Research), ma ai consumatori finali non si fa mai pagare l’intera cifra. Tuttavia, i costi della logistica e il mantenimento dei prezzi competitivi, dovrebbe essere comparato criticamente ai costi per il mantenimento di un negozio fisico (considerando il personale, l’affitto, l’elettricità e via dicendo), per poter delineare un ROI (ritorno sull’investimento) adeguato, ma i dati disponibili al momento sono limitati. 3 Connessione tra magazzino e sito web Idealmente il sito web dovrebbe essere in connessione con il magazzino e registrare i livelli di stoccaggio per avvisare i consumatori se un prodotto è esaurito, ma la realtà non è sempre ideale. Esselunga afferma che non vi è sempre una perfetta correlazione tra sito web e magazzino, e l’ordine viene dichiarato inevaso. Coop ha invece investito in un sistema di tracciamento, che comunica all’utente online quando gli oggetti non sono in stock. 13
Altri supermercati provenienti dal mercato internazionale, come Asda (UK), provvedono a sostituire il bene mancante con uno simile (di uguale o valore superiore), al momento della consegna il cliente viene avvisato delle sostituzioni che può rifiutare. 4 Personalizzazione delle domanda a livello regionale Una criticità che sembra tipicamente italiana è quella di creare un’offerta standardizzata per l’e-commerce. Perché gli italiani mangiano in modo diverso in regioni diverse, quindi i prodotti alimentari offerti devono tenere conto delle differenze territoriali. 5 Acquisti di impulso Tramite l’online shopping non si possono sfruttare le emozioni e gli impulsi come accade nei negozi fisici, per questo motivo, l’approccio più razionale e metodico con cui si affronta lo shopping online rischia di diminuire il volume ed il valore degli acquisti. Tutti i supermercati fanno forza sugli acquisti di impulso, per incrementare le entrate. 14
A ben vedere, questo problema è solo apparente in quanto vi sono modi per sfruttare i principi del neuromarketing anche online, per esempio si possono creare offerte flash che durano per un limitato periodo di tempo, giocando sul principio della scarsità, oppure proporre sconti anche minimi per l’acquisto di prodotti correlati, “compra una confezione di patatine e degli arachidi e risparmi 10 centesimi”, questi meccanismi fanno leva sul nostro essere risk adverse, quindi preferiamo l’acquisto oggi, piuttosto che avere paura di perdere l’opportunità di risparmio domani. 6 Competenze digitali Vi è prudenza verso l’e-commerce perché vi è necessità anche di gestire internamente il canale, questo comporta avere un dipartimento presupposto. Per chi fa parte del dipartimento di marketing, vi è un’ulteriore sfida, quella di delineare una strategia e-food che funzioni; può rappresentare un un salto nel buio data la scarsità di dati. A fronte di questi problemi, sembrerebbe comune la visione che gli italiani siano pronti a fare la spesa su internet, ma che l’offerta non si sia ancora interamente attrezzata. 15
Quindi la mancanza della domanda non sembra sussistere, come conferma Roberto Liscia, presidente dell’ Osservatorio e-commerce Netcomm, dicendo che quello che manca è un’offerta ben organizzata e pronta alla sfida dell’e-commerce. Il cuore del problema della GDO italiana è ben riassunto da Luca Pellegrini, ordinario di marketing all’Università Iulm, che dice “Per guadagnare, quindi, l’operatore di e-grocery deve avere un’elevata densità di utilizzatori in un dato mercato; molti clienti non troppo lontani per saturare i mezzi per la domiciliazione e spese di elevato valore.” Proprio per tutti questi motivi l’ecommerce è attivo solo per alcune regioni e città. Senza dubbio supermercati, come Esselunga che producono una spesa media per cliente più alta ed hanno elevata densità di punti vendita nelle stesse aree riescono bene a cogliere la sfida dell’e-commerce. ”Per parlare di un e-commerce davvero competitivo e maturo in Italia, occorre che i retailer tradizionali abbiano visione, coraggio e perseveranza, andando fino in fondo nei loro progetti digitali.” - Roberto Liscia, Presidente Netcomm 16
Conclusione In conclusione, dalle informazioni raccolte sembrerebbe proprio che la GDO italiana non possa sfuggire alla digitalizzazione e quindi all’assunzione di una qualche forma di canale e-commerce, questo per due motivi principali: garanzia dell’omnicanalità e l’acquisizione di un nuovo target. Le maggiori aziende, come Pwc e Deloitte, hanno identificato nell’omnicanalità il futuro dello shopping. Con questo termine si intende dotare il cliente di una serie di canali diversi cosicché esso possa muoversi tra un canale e l’altro durante il processo di acquisto. Con omnicanalità non si intende soltanto fornire un canale alternativo, come l’e-commerce ad esempio, ma significa essere presenti in vari canali per soddisfare le esigenze del consumatore in quel preciso momento del ciclo d’acquisto, significa mettere il cliente al centro e fornire un’esperienza integrata. Quindi nell’esperienza omnichannel, è l’utente che dà significato e scopo ad ognuno dei canali, questa si differenzia da un’esperienza multi-channel, in cui ogni canale viene percepito in modo distaccato. Per esempio, il signor Rossi vede in televisione la pubblicità di un nuovo snack, lo ricerca online per avere più informazioni, poi deciderà se proseguire con l’acquisto online o recarsi nel punto vendita fisico. Proprio dall’integrazione dei canali le aziende della GDO otterranno un beneficio tangibile. L’altra motivazione per investire nell’e-commerce è proprio quella di sfruttare un momento storico in cui il settore e-grocery non soddisfa la domanda appieno e conquistare nuovi acquirenti, che sono costretti ad acquistare in un negozio fisico se l’opzione e-commerce non è presente nella loro zona di residenza. Sicuramente le aziende che riusciranno a garantire un'esperienza di online shopping soddisfacente, potranno guadagnare l’interesse anche dei consumatori più giovani che sono nati e cresciuti con Internet. 17
Ad oggi, la grande distribuzione organizzata sta cercando di muoversi verso la digitalizzazione, attrezzandosi del canale e-commerce ma anche utilizzando sempre di più i mezzi di comunicazione digitali come i Social media. Chi accetterà la s ida della digitalizzazione avrà un vantaggio competitivo, i first mover o a questo punto dobbiamo parlare dei fast followers, ovvero coloro che entrano in un mercato non per primi ma per secondi, hanno ridotte probabilità di insuccesso, attorno all’8%, perché conoscono il mercato meglio. 18
Fonti Area Studi Mediobanca, “I maggiori gruppi italiani (2012-2016) e internazionali (2014-2016) della Gdo alimentare” http://www.mbres.it/sites/default/files/resources/rs_Focus-GDO-201 7.pdf Mariateresa Russo, “L’oceano blu dell’e-commerce:casi Esselunga e Coop”. Tesi di laurea del Dipartimento di Impresa e Management, Cattedra di Economia e gestione delle imprese presso LUISS Guido Carli. AA 2013/2014 http://tesi.eprints.luiss.it/14130/1/russo-mariateresa-tesi-2015.pdf Marco Bettucci, Iolanda D’Amato, Angela Perego, Elisa Pozzoli “OMNICHANNEL CUSTOMER MANAGEMENT- Come integrare i processi fisici e digitali”. SDA Bocconi, Bocconi School of Management http://www.soprasteria.it/docs/librariesprovider32/default-document -library/reportimcm.pdf?sfvrsn=0 Vassallo Mattia, “Food e-commerce italia”. Università degli studi di Padova, dipartimento di scienze economiche ed aziendali “M. Fanno” AA 2016/2017 http://tesi.cab.unipd.it/57531/1/VASSALLO_MATTIA.pdf La Repubblica “La sfida di Amazon supermercato online per cibi e bevande”, 29/06/2015 http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2015/06/29/new s/la_sfida_di_amazon_supermercato_online_per_cibi_e_bevande-117 978424/ 19
www.jupiterflatware.com © 2018 Jupiter Flatware. ALL RIGHTS RESERVED
Puoi anche leggere