LO STATO DEL INBOUND MARKETING NEL 2016 - YOURBOOST SRLS - ANALISI DAL KEYNOTE HUBSPOT 2016
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Lo stato del Inbound Marketing nel 2016 Analisi dal Keynote HubSpot 2016 ©YourBoost srls
SOMMARIO Introduzione 1 Quali sono state le priorità dei Responsabili Marketing nel 2016? 2 2 Quali sono state le maggiori sfide nel 2016? Quali tipologie di aziende 3 hanno utilizzato l’Inbound 2 Marketing nel 2016? 4 Come sarà il Marketing del futuro? Conclusioni
INTRODUZIONE Quale è lo stato dell’Inbound Marketing nel 2016? Questo ebook è un breve analisi sullo stato dell’Inbound Marketing nel 2016 ed i dati di cui riferisco sono stati selezionati dal Keynote 2016 di HubSpot Inc. (gli inventori dell’Inbound Marketing). E’ bello iniziare dai primi concetti ideati dai 2 fondatori: Brian Halligan, attuale CEO, e da Dharmesh Shah, attuale CTO, ovvero sfruttare la rete web per trasformare in clienti dei completi estranei. Questa è la forza dell’Inbound Marketing, questa è la forza del movimento che in 10 anni li ha portati ad essere presenti nei sei continenti creando un gruppo multinazionale con più di 21.000 clienti in oltre 90 paesi, con 3.400 agenzie partner e con 19.000 Marketer che nel 2016 si sono ritrovati a Boston per condividere idee e novità.
INTRODUZIONE Quale è lo stato dell’Inbound Marketing nel 2016? Premetto che vista l’internazionalità dell’interlocutore ed il campione di aziende clienti possiamo tranquillamente affermare che tale filosofia può essere applicata a qualsiasi tipologia di azienda: dalle PMI alle Multinazionali. Inoltre circa il 50% del campione non arriva al milione di fatturato ed opera sia nel mercato B2B che nel B2C ed i settori sono i più vari si va dagli ecommerce, alle media company alle aziende dell’economia tradizionale (anche se oramai reputo il termine obsoleto perché non vedo alternative all’integrazione online e offline di ogni business).
CAPITOLO 1 Quali sono state le priorità dei Responsabili Marketing nel 2016?
Quali sono state le priorità dei Responsabili Marketing nel 2016? Quali sono le loro maggiori preoccupazioni? La più grossa preoccupazione dei responsabili Marketing e/o imprenditori nel 2016 è stata quella di convertire i contatti in clienti, seguita da l’aumento di traffico sul proprio sito e dall’incremento del fatturato derivante dai clienti già esistenti. Altro dato interessante è l’approccio al Social Selling che viene effettuato già del 28% delle imprese oggetto del campione e che è considerata la priorità per il 2017. Dall’analisi emerge anche che i rappresentanti/venditori sono in difficoltà, molto più che nel 2015, nell’individuare nuovi contatti soprattutto quando l’interlocutore non conosce l’azienda e/o i prodotti che gli sta proponendo.
Quali sono state le priorità dei Responsabili Marketing nel 2016? E’ proprio nella prima fase del funnel di vendita che le attività di Inbound Marketing portano il massimo valore. Il miglior modo per aiutare i vostri venditori è quello di educare il vostro audience. Una delle voci più critiche all’interno di ogni azienda è l’allineamento fra Marketing e Vendite. I due dipartimenti che spesso lavorano per comparti stagni devono essere allineati al fine di creare una macchina di vendita perfettamente funzionante ed efficace. L’allineamento fra marketing e forza vendita fa parte integrante della strategia di Inbound Marketing e permette tassi di miglioramento notevoli sia nella chiusura dei contratti sia nel fare del proprio cliente un “advocate” ovvero un promotore per la vostra azienda/prodotto/servizio.
Quali sono state le priorità dei Responsabili Marketing nel 2016? Questo allineamento nascerà in maniera “naturale” se la vostra forza vendita sa fare il suo lavoro, e su questo non dubito, perchè nel momento in cui attiverete attività di Inbound Marketing incomincerete a passare ai venditori contatti qualificati e pregiati per cui semplificherete notevolmente il lavoro della vostra forza vendita ed aumenterete la percentuale dei contatti (lead) convertiti in clienti. Allo stesso tempo il feedback che la vostra forza vendita riuscirà a passare al marketing sarà determinante per costruire la fase “advocacy” che deve essere la vostra ambizione perchè tutti i nuovi contatti generati da un cliente contento sono a costo zero e vi permetteranno una redditività e fatturati crescenti. Il Marketing deve avere sotto controllo il cliente anche dopo l'acquisto, l'obiettivo deve essere quello di "deliziarlo" e di ottenere quella fiducia in grado di aumentarne il Lifetime value (LTV).
CAPITOLO 2 Quali sono state le maggiori sfide nel 2016?
Quali sono state le maggiori sfide nel 2016? Quali sono state le maggiori sfide? Una delle sfide principali del marketing è il calcolo del ROI (Ritorno dell'investimento) e le statistiche ci confermano che chi lo calcola è in grado di sovraperformare chi non lo fa per 1,6 volte (migliora del 60%). Questo permette a tali team di marketing di avere budget più ampi a disposizione. Ma c'è di più: • chi calcola il ROI ha un team molto più sicuro della propria strategia 72% sicuro contro il 28% che non lo è • chi calcola il ROI è sicuro della propria strategia marketing al 51% mentre chi non lo calcola è sicuro solo al 49%.
Quali sono state le maggiori sfide nel 2016? Quali sono state le maggiori sfide? Sempre sulla soddisfazione della propria strategia di marketing, l'analisi identifica che chi fa Inbound Marketing è più convinto dell'efficacia della propria strategia. Tale dato è simile sia che l'azienda si trovi in Nord e Sud America, in Oceania, in Asia od in Europa. « La statistica conferma come l'Inbound Marketing sia, ovunque, il modo giusto di fare marketing » La sfida maggiore dei Responsabili Marketing e degli imprenditori è la gestione dei dati del contatto durante tutto il funnel di vendita. L'ostacolo più grosso, denunciato dal campione statistico, è dato dal data entry e dalla gestione dei dati, spesso sparsi in vari file di non sempre facile gestibilità.
Quali sono state le maggiori sfide nel 2016? Quali sono state le maggiori sfide? Ecco allora che sistemi di CRM integrati con tutti gli applicativi social, telefono, mail ecc.. risultino determinanti nella pianificazione delle attività sia per i team di marketing che per quelli vendite. Infine fra le sfide da citare possiamo annoverare la ricerca delle tecniche di marketing più sopravvalutate che si confermano, anno dopo anno, quelle degli annunci a pagamento, risultato comune in tutti i settori ed in tutti i paesi. Tali risposte vedono quasi equivale aziende che praticano tecniche outbound (31% di sopravvalutazione dichiarata per gli annunci stampati) con quelle che praticano inbound (33% di sopravvalutazione dichiarata per gli annunci stampati).
Quali sono state le maggiori sfide nel 2016? Quali sono state le maggiori sfide? Per quello che riguarda gli annunci online chi fa outbound li ritiene sopravvalutati all’11% mentre che fa Inbound al 15%. Parlando di annunci online è interessante notare come nell'area EMEA tale percentuale scende al 7% ovvero solo il 7% delle aziende ritiene che pagare per annunci online sia una attività sopravvalutata, la percentuale cresce al 12% in nord America e fino al 15% del sud America.
CAPITOLO 3 Quali tipologie di aziende hanno utilizzato l’Inbound Marketing nel 2016?
Quali tipologie di aziende hanno utilizzato l’Inbound Marketing nel 2016? Quali tipologie di aziende ha usato trategie di Inbound Marketingri nel 2016? Varie tipologie di aziende hanno usato l’Inbound Marketing come elemento principale nella propria strategia di Marketing nel corso del 2016. Fra i maggiori utilizzatori vi sono: • ecommerce • agenzie di marketing • aziende che sviluppano software • aziende nel settore dei media • no profit • ecc.
Quali tipologie di aziende hanno utilizzato l’Inbound Marketing nel 2016? Quali tipologie di aziende ha usato strategie di Inbound Marketingri nel 2016? Caratteristica di tali aziende è quella di essere fra quelle che più usano la tecnica di allineamento fra marketing e vendite con benefici notevoli sui loro conti economico patrimoniali. Priorità 2017 per ogni tipologia di azienda è la chiusura di più contratti con l'esclusiva eccezione delle aziende no profit che hanno come priorità quella di migliorare l'efficienza del loro funnel di vendita. Priorità per i team marketing nel 2017 è quella di crescere la visibilità del proprio sito aumentandone il traffico; altre priorità sono la conversione dei contatti in clienti e la crescita del fatturato dai clienti esistenti.
CAPITOLO 4 Come sarà il Marketing del Futuro?
Come sarà il marketing del futuro? Come sarà il Marketing del Futuro? Capire come sarà il Marketing del futuro rappresenta la più grossa sfida che Marketers, di ogni paese e tipologia di azienda, devono affrontare e pur essendo argomento arduo e «sfidante» non sono mancate le sorprese. L'analisi evidenzia come "le attività video" siano oramai la parte imprescindibile del marketing del futuro, ed ogni azienda non ne potrà fare a meno. Infatti, ben il 48% del campione intervistato prevede di fare più attività su YouTube, il 39% punterà su Facebook video, il 33% su Instagram. Dalla statistica emergono inoltre 2 fenomeni interessanti: 1. il 13% punterà su Snapchat, canale in forte crescita e con target sul pubblico più giovane. 2. il 15% punterà sui Podcast …
Come sarà il marketing del futuro? Come sarà il Marketing del Futuro? Podcast? Si proprio podcast, bella sorpresa eh? In un mondo sempre più visuale c'è chi ha capito, soprattutto in U.S. , che c'è una bella fetta di pubblico, pendolari soprattutto , che non vuole perdere tempo con canzonette ma vuole informarsi e formarsi valorizzando al massimo il proprio tempo. I podcast costituiscono un fenomeno ancora poco diffuso nel nostro paese ma sono un interessante strumento di comunicazione. Nello stato dell'Inbound Marketing 2016, i marketers cercano di capire come possono raggiungere i loro clienti al di fuori dei canali ormai considerati più tradizionali come la mail, Facebook e Messenger. I dati evidenziano come finalmente le attività della maggioranza dei Marketing Manager siano "Data Driven" e non più "Sentiment Driven
Come sarà il marketing del futuro? Come sarà il Marketing del Futuro? Cosa significa questo? Semplice, mentre fino all'era pre-internet le scelte di investimento nel marketing era a "sentimento" ovvero gestito dal Responsabile Marketing e/o Titolare dell’azienda un po' sulla base del proprio pensiero e un po’ sulla base di conoscenti ed amici, senza alcun fondamento numerico comprovante i risultati, ora i dati statistici ci dicono cosa dobbiamo fare, su quale canale ed in che modo. Bel cambiamento eh? Ora i Marketer ragionano per redditività dell'investimento ed il passaggio è epocale. "Quello che non funziona si abbandona«
Come sarà il marketing del futuro? Come sarà il Marketing del Futuro? dicono i Marketer sottoposti a statistica e questo va a crescere il Roi di ogni campagna e soprattutto dell'azienda nel suo complesso. Su questo permettetemi una considerazione personale. « Ho passato tanti anni ha costruire report e ad analizzarli ma, purtroppo, le scelte aziendali anche in gruppi multinazionali, sono state prevalentemente guidate dalla "pancia" del titolare/cda di turno e non della razionalità di un numero». Il Web, assume grande valore in questa ottica, non più amici dell'uno o dell'altro ma...RISULTATI.
CONCLUSIONI
conclusioni Abbiamo chiuso il capitolo precedente con una parola chiave RISULTATI. Questa è la strada che vorrei far intraprendere agli amici imprenditori. RISULTATI è la parola d'ordine. L'invito è a guidare le vostre aziende con la consapevolezza che i dati possono aiutarvi a prendere le decisioni per voi più importanti. Fin qui abbiamo parlato del recente passato e del futuro del marketing ma prima di concludere voglio anche parlare un po’ di vendite. Venditori di 10 anni fa non sarebbero in grado di capire cosa tanno facendo i loro attuali colleghi, ma questo, visto il passaggio del potere nelle mani del cliente, è un fatto positivo.
conclusioni E le vendite? Oggi i venditori sono sempre più consulenti e sempre meno venditori. Che dire quindi sul loro futuro? Il primo passo è sicuramente dato dal Social Selling; pensate che ben il 50% dei buyer del campione identifica LinkedIn come canale primario per effettuare la scelta del proprio fornitore e che ben il 42% ama comunicare via LinkedIn o Twitter prima di fare acquisti. Altro dato interessante è che pare tramontare ormai il business delle cosidette "cold call", quelle odiose chiamate che continuamente riceviamo e nelle quali ci viene offerto di tutto. Ma le informazioni da dove vengono raccolte? Come si informa il consumatore/cliente/buyer? Uno dei canali di informazione preferito da chi acquista, rimane il passa parola che è seguito dalle referenze rilasciate dagli altri consumatori e dagli articoli sui social media.
conclusioni E le vendite? Il declino del materiale informativo aziendale è rilevante: solo il 38% del campione li usa (erano il 43% nel 2015), mentre subiscono un vero e proprio tracollo i report prodotti dagli analisti del settore consultati oramai solo dal 37% del campione (erano il 49% nel 2015). Per quello che riguarda invece come raggiungo i consumatori qui gli strumenti sul podio sono: • email (55%) • di persona (45%) • telefono (43%). I social media con il 38% occupano la quarta posizione. Questi dati confermano che i venditori sono oramai consapevoli del passaggio di potere che hanno dovuto subire a favore del compratore per cui sanno che il loro "pitch", seppur perfetto, non ha più l'effetto che aveva qualche anno fa.
conclusioni E le vendite? La vendita oramai si genera con un rapporto di fiducia e stima che va costruito con il cliente. Come fare? Mi piacerebbe confrontarmi direttamente con voi imprenditori, D.G e/o AD e per tale motivo vi invito ad in confronto per vedere come la vostra impresa possa trarre beneficio da un mondo in continua evoluzione e che porta, grazie alla velocità con sui si evolve, enormi potenzialità. Buone vendite a tutti!!
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