LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO - classe 5AS anno scolastico 2018/2019 gruppo di lavoro su Claude Monet e l'Impressionismo allievi: Barni Chiara ...

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LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO - classe 5AS anno scolastico 2018/2019 gruppo di lavoro su Claude Monet e l'Impressionismo allievi: Barni Chiara ...
LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO
classe 5AS anno scolastico 2018/2019

gruppo di lavoro su Claude Monet e l’Impressionismo
allievi:
Barni Chiara
Bernier Camille
Bittini Camilla
Deliu Romina
Rocchi Ginevra
                                             prof. Claudio Puccetti
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IMPRESSIONISMO FRANCESE
     L’impressionismo è un movimento pittorico francese che nasce intorno al 1860 a
Parigi. È un movimento che deriva direttamente dal realismo, in quanto come questo si
interessa soprattutto alla rappresentazione della realtà quotidiana. Ma, rispetto al
realismo, non ne condivide l’impegno ideologico o politico: non si occupa dei problemi
ma solo dei lati gradevoli della società del tempo. L’impressionismo non nacque dal
nulla. Esperienze fondamentali, per la sua nascita, sono da rintracciarsi nelle esperienze
pittoriche della prima metà del secolo: soprattutto nella pittura di Delacroix e dei pittori
inglesi Constable e Turner. Tuttavia, la profonda opzione per una pittura legata alla
realtà sensibile portò gli impressionisti, e soprattutto il loro precursore Manet, a
rimeditare tutta la pittura dei secoli precedenti che hanno esaltato il tonalismo
coloristico: dai pittori veneziani del Cinquecento ai fiamminghi del Seicento, alla pittura
degli spagnoli Velazquez e Goya.

    Punti fondamentali per seguire le specificità dell’impressionismo sono:
    1. il problema della luce e del colore;
    2. la pittura en plein air;
    3. la esaltazione dell’attimo fuggente;
    4. i soggetti urbani.
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La vita
Pittore impressionista di fine ‘800

•Nasce a Parigi il 14 novembre 1840, di origini assai modeste
trascorse l’infanzia in un piccolo paese di campagna e fin da giovane
si mostrò assai portato al disegno. L’interessamento di una ricca zia
diede a Monet la possibilità di frequentare una scuola d’arte, ma il
giovane non si iscrisse mai a corsi regolari e le sue prime
frequentazioni di ambienti artistici furono quelle vicino al più anziano
Manet e dove incontrò Renoir con cui strinse una forte amicizia.
•Il 29 aprile 1861 ricevette la chiamata alle armi e arruolato in Africa,
dove la luce e i colori dell’Africa contribuirono a sviluppare in lui la
passione per la natura e per le sensazioni che la sua osservazione fa
scaturire.
•Nel 1874 si trasferì in Olanda dove realizza vedute e paesaggi di
Amsterdam.
•Dopo il 1880 arrivarono i primi riconoscimenti e Monet diventò l’uomo
simbolo dell’Impressionismo, con fama anche in America.
•Dopo un soggiorno a Venezia si trasferì nella casa di Giverny e si
fece costruire un giardino, al fine di avere a portata di mano un
frammento di natura dal quale farsi suggerire atmosfere e sensazioni
sempre nuove e diverse.
•Nel 1911 gli venne diagnosticata una doppia cataratta. I problemi agli
occhi si aggravano di anno in anno.
•Ormai quasi del tutto cieco e afflitto da un tumore al polmone Monet
muore nel 1926.
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Impressione: Levar del Sole
                                      Monet realizzò questo quadro nel
                                      1872, durante un breve soggiorno
                                      nella casa paterna : esso descrive
                                      molto semplicemente il sorgere del
                                      sole sul nebbioso porto di Le
                                      Havre. Larghe pennellate di un
                                      arancione molto diluito che
                                      lasciano intravede il fondo bianco
                                      riflettono la luce del sole sull’acqua
                                      e nel cielo. Colori nei toni del grigio
                                      e del malva applicati con
                                      pennellate ampie e sciolte
                                      suggeriscono la foschia del mattino
                                      e l’acqua quasi ferma. Come in
                                      altre parti del dipinto, si intravede il
                                      fondo bianco che dà luminosità a
                                      queste tinte scure.

1872 48x63 cm Musée Marmottan Monet
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Dettaglio: Navi in porto   Dettaglio: Sole con riflesso
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Ponte giapponese e Ninfee
                                                                   ‘’Il giardinaggio è un’ attività che    ho
                                                                   imparato nella mia giovinezza quando
                                                                   ero infelice. Forse devo ai fiori l’essere
                                                                   diventato un pittore.’’

                                                                   1899-1904 1914-1924
                                                                   Dimensioni varie Vari Musei

Per tutta la vita Monet provò gioia nel dipingere i fiori: quelli selvatici, quelli del giardino e anche quelli recisi nelle sue
rare opere di natura morta. Nel 1871 Monet si trasferì con la famiglia ad Argenteuil, dove acquistò la sua prima casa
e un giardino. Ma la più grande passione della sua vita fu sicuramente il giardino a Giverny. Negli ultimi anni di vita
ricordava con grande orgoglio ”Quaranta anni fa, quando mi stabilii qui, non c’era niente tranne una fattoria e un
misero frutteto ma io vangai, piantai ed estirpai con le mie mani…” Il risultato fu un capolavoro botanico ottenuto
grazie a quello che lui stesso definì ” un lavoro lento, compiuto con amore”. Monet scelse i fiori per creare piacevoli
accostamenti e contrasti di colori nelle diverse stagioni e introdusse anche molte piante insolite. Nutriva un amore
per le piante esotiche, compreso le ninfee dai delicati fiori dei dipinti giapponesi che tanto apprezzava. Qui troviamo
salici piangenti, che nelle culture orientali rappresentano l’immortalità, la spiritualità e l’eternità; il bambù; la peonia,
che in oriente è considerata il re dei fiori e il giglio. Altro elemento che rafforza l’esotismo del giardino creato da
Monet è il ponte giapponese, reso immortale dall’artista con l’omonima serie di oli su tela, che ne rappresentavano i
cambiamenti offerti dalle luci delle diverse ore del giorno.
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Pittura Giapponese
Tra la seconda metà dell’ottocento e i primi decenni del
novecento la cultura giapponese influenza in vari modi quella
europea. Ciò è evidente nell'arte e più in generale nella cultura
e nella vita quotidiana. Questo fenomeno prende il nome di
Giapponismo. Le stampe giapponesi colpiscono gli europei
perchè: Hanno colori brillanti e vivaci, sono piatte, al contrario
dei dipinti e disegni europei di quel periodo, ci sono molti
elementi usati in modo decorativo.
Le linee di contorno sono sempre evidenti e molto eleganti.
I temi delle stampe giapponesi sono vari e ripresi dagli
impressionisti: Scene di vita quotidiana, figure femminili,
paesaggi nelle diverse stagioni dell’anno. Dalle stampe
giapponesi gli impressionisti traggono ispirazione anche per
sperimentare nuovi tagli compositivi.
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Utagawa Hiroshige,                               Claude Monet,
Nel Recinto del Santuario di Tenjin a Kameido,   Lo Stagno delle Ninfee. Armonia in Rosa,
1856 circa                                       1900, Parigi, Musée d’Orsay
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Campo di papaveri
                               I papaveri esposto per la prima
                               volta alla mostra degli
                               impressionisti, ritrae la moglie
                               Camille e il figlio Jean nei
                               campi vicino alla casa di
                               Argenteuil. Come in altre
                               opere di Monet, anche in
                               questo dipinto Camille ha in
                               mano un ombrellino dalla
                               forma graziosa che
                               contribuisce ad accrescere il
                               fascino dell’opera. Per creare
                               senso di movimento Monet
                               aggiunse altre due figure ( per
                               le quali posarono ancora
                               Camille e Jean) sulla sommità
                               della collinetta. Le due coppie
                               sono unite da un sentiero
                               nascosto, tracciato nell’erba.
                               Monet dipinse i papaveri
                               all’aria aperta su una piccola
                               tela portatile.

1873 - Olio su tela 50x65 cm
Musée d’Orsay, Parigi
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Dettaglio: Camille e il figlio Jean         Dettaglio: coppia di passanti in secondo piano

In questo dipinto le singole pennellate non sono visibili in gran parte della tela. Ma i toni smorzati e morbidi e
la superficie sottile di questa zona fanno risaltare con forza le macchie scarlatte. La casa raffigurata con
grande semplicità si inserisce sulla linea dell’orizzonte. Il tetto raccorda lo sfondo con il primo piano, mentre il
muro pallido crea uno stacco tra gli alberi scuri, ammorbidendo il paesaggio dal campo al cielo. Nel cielo
Monet ha lasciato visibile un po’ di tela. Tre puntini suggeriscono la fisionomia di Jean, Monet ha usato lo
stesso rosso per la fascia del cappello e per i papaveri. Sul braccio di Camille è appoggiato un parasole.
Profilato da una lumeggiatura in delicato color crema, il blu malva del tessuto si staglia sull’erba pallida. Nella
coppia distante il ragazzo è dipinto con poche pennellate, bianche, rosa, nere e color crema. La donna in blu
scuro, porta un parasole chiuso. Anche se il rosso è il colore più immediato, Monet ha usato tocchi di giallo in
tutta la composizione. Fiori gialli appaiono sul fondo come leggere macchie di colore e come singoli tocchi in
primo piano tra i papaveri. Cerca di non dipingere nel dettaglio i papaveri ma come macchie rosse che
decrescono man mano che si allontanano dal primo piano.
Donna con il parasole
                        La modella per questo quadro fu Suzanne Hoschedé,
                        che sarebbe diventata figliastra di Monet nel 1892
                        quando l’artista ne sposò la madre, Alice. Monet
                        realizzò un altro quadro simile a questo, nel quale
                        Suzanne è girata verso destra e dieci anni prima
                        aveva dipinto una scena simile che aveva avuto come
                        modella la prima moglie Camille. Dei tre quadri questo
                        è sicuramente il più vigoroso. La posa è teatrale, la
                        figura ben delineata e il tocco energico. Monet è al
                        culmine della sua ispirazione e padronanza tecnica. Il
                        blu è steso a tratti sul bianco, cosicché un colore si
                        fonde con l’altro, dando il senso del movimento delle
                        nuvole nel cielo. Pennellate vigorose e scompigliate
                        danno l’idea della brezza che soffia sull’erba. Monet le
                        varia a seconda dell’effetto che vuole ottenere.
                        All’ombra del parasole, il viso della donna è ridotto a
                        forme generiche e indistinte. L’intento di Monet è
                        quello di dare l’impressione di una persona piuttosto
                        che farne un vero e proprio ritratto.

                        1886 Musée d’Orsay, Parigi
La Pie (Gazza)
                                                       Questo quadro presenta
                                                      uno dei temi preferiti da
                                                      Monet: il gioco della fredda
                                                      luce invernale sulla neve.
                                                      Dal punto di vista della
                                                      tecnica, l’opera è
                                                      particolarmente
                                                      interessante per la
                                                      presenza di quelle marcate
                                                      linee verticali che guidano
                                                      lo sguardo dell’osservatore
                                                      verso la gazza

1868 - Olio su tela 89x130 cm Musée d’Orsay, Parigi
Covoni di fieno

                                                                                        1891
                                                                                        Olio su tela, cm 60 x 100
                                                                                        Parigi, museo d’Orsay

 Il tema della resa degli effetti prodotti dal cambiamento della luce sui covoni di fieno nella campagna vicino a
Giverny fu particolarmente sentito da Claude Monet per la difficoltà di cogliere i colori indefiniti e fugaci. L’opera è un
olio su tela realizzata da Monet tra il 1889-1891 e comprende una serie di 25 tele che ritraggono in maniera diversa
lo stesso soggetto: i covoni. Egli lavorava contemporaneamente con più tele, dipingendo sull’una o sull’altra a
secondo dell’effetto voluto. La composizione è divisa orizzontalmente in tre spazi: il cielo, la campagna delimitata
dagli alberi e il prato in primo piano dove al centro svettano due covoni di fieno. Monet attraverso i Covoni vuole
dare una funzione diversa alla luce. La luce è l’elemento predominante dei suoi Covoni: essa, vista da diversi punti
di vista, svolge il ruolo del tempo; Monet voleva, attraverso le sfumature, illustrare la percezione della luce con le
variazioni naturali del tempo. Dunque un vero e proprio gioco di luci imposto dalla posizione dei Covoni. Ancora oggi
Monet viene considerato il “poeta della luce”.
La Cattedrale di Rouen
                         ‘‘Quanto più vedo, tanto più vado male nel rendere
                         ciò che sento: e mi dico che chi dice di aver finito
                         una tela è un tremendo orgoglioso. [...] Lavoro a
                         forza senza avanzare, cercando, brancolando, senza
                         arrivare a granché, ma al punto di esserne stremato.
                         Ogni giorno aggiungo e scopro qualcosa che non
                         avevo ancora visto‘’.

                         La Cattedrale di Rouen 1894
                         Nella serie della Cattedrale di Rouen il protagonista
                         autentico non è il modello architettonico, in un certo
                         senso “disprezzato” da Monet che utilizza un punto di
                         vista molto vicino, in modo tale che l’architettura, a
                         causa della quasi totale assenza di prospettiva, perde
                         la sua grandezza ed è addirittura sezionata nelle torri
                         e pinnacoli. Così l’edificio, non è più che uno sfondo,
                         una “scusa”, per mostrare l’autentico protagonista
                         della composizione: il potere della pittura di
                         rappresentare la qualità dinamica di luce e atmosfera,
                         capace di dare vita a qualcosa di così pietrificato ed
                         inanimato, come l’imponente facciata di una
                         cattedrale gotica.

                         Fotografia della cattedrale di Rouen
Primo sole      A mezzo giorno        Effetti di luce mattutina

                                      1892-4 Olio su tela
                                      Vari musei nel mondo
In pieno sole   Al sole tramontante
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