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Bundesrat Guy Parmelin Eidgenössisches Departement für Wirtschaft, Bildung und Forschung Bundeshaus Ost 3003 Bern Berna, 2 Aprile 2020 Lettera aperta al consiglio federale Coronavirus / Chiusure forzate con legge di emergenza Indennizzo per perdita di profitto PMI first – too many to fail Egregio Signor Consigliere federale Parmelin I provvedimenti approvati fino ad oggi aiutano le aziende chiuse per ordinanza ministeriale solo per il momento critico che si sta vivendo, ma non bastano sicuramente nella gestione a lungo termine e possono essere motivo di pericolo di esistenza. Ringraziamo il consiglio federale per i provvedimenti presi sinora, tuttavia chiediamo di trovare delle soluzioni durature che possano essere sostenibili a lungo termine. La SFGV, federazione degli imprenditori PMI del settore svizzero del fitness e della salute, rappresenta 350 aziende con 10'000 collaboratrici e collaboratori. In questo senso abbiamo elaborato un piano di come si possono aiutare le PMI colpite da questa tragedia mondiale. Situazione di partenza Dall’entrata in vigore della legge di emergenza e dalla conseguente chiusura forzata di molte aziende PMI ordinata dalle autorità federali, le imprese del fitness si trovano senza colpa in estrema difficoltà. Il sostegno approvato dal consiglio federale tramite il credito Corona, aiuta a risanare gli introiti mancanti procurando una certa liquidità. Questa soluzione, però, risulta essere deficitaria a lungo termine e non rappresenta una giusta ricetta, poiché le somme prestate devono essere rimborsate. Questa azione in verità non costa niente al consiglio federale o forse solo a lungo termine nel caso di fallimenti. Prestazione sostitutiva del reddito sostenuta dalle casse di disoccupazione Ringraziamo il consiglio federale per le misure approvate. Esse aiutano le aziende a garantire i salari. Per i proprietari di S.r.l. e SA e lavoratori autonomi dovrebbe essere prevista una prestazione sostitutiva di CHF 5’880, come la USAM ( federazione svizzera delle arti e mestieri) già richiede.
Le spese sono sempre all’ordine del giorno – non scompaiono Il consiglio federale ha costretto alla chiusura migliaia di aziende, ristoranti, negozi, centri fitness. Le riduzioni del salario – anche quelle dei lavoratori autonomi e dei temporanei – vengono risarcite dall’orario ridotto, vale a dire dalle casse di disoccupazione. E tutto questo a fondo perso. Questo denaro non deve essere risarcito. Tuttavia, per coloro che non vogliono chiudere la propria attività, o quantomeno riprenderla in futuro, accanto ai salari si aggiungono altri costi correnti come le fatture dei fornitori, tributi alle assicurazioni sociali (AVS, assicurazioni personali, cassa pensione), tasse leasing ecc. e soprattutto bisogna pagare gli affitti. Queste uscite vengono normalmente coperte dalle entrate correnti. Dato che le stesse però vengono a mancare, il consiglio federale offre alle PMI dei crediti bypassanti che possono essere richiesti alla propria banca. Dal momento però che questi crediti devono essere rimborsati, i debiti delle PMI crescono di conseguenza. Lo Stato dovrebbe in questo caso prendersi carico della situazione L’impressione è che il programma di crediti collimi col tentativo di scaricare i grossi danni provocati dalla crisi del Coronavirus sulle PMI e sui piccoli lavoratori autonomi. I mancati introiti generati dalla crisi e dai provvedimenti di difesa intrapresi, dovrebbero in generale essere pagati a rate. Le banche non dovrebbero garantire dei crediti come d’abitudine si fa per i normali investimenti, bensì concedere gli stessi a copertura delle perdite correnti. Tutto ciò non è realistico. L’unico attore che dovrebbe farsi carico dei debiti è lo Stato – esso stesso ha creato questa situazione con la legge di emergenza. Le banche non sono Pestalozzi Le PMI non sono neanche Pestalozzi. Regolazione della struttura L’opinione del presidente degli imprenditori Valentin Vogt espressa nella trasmissione Club della SRF dello scorso lunedì ci sembra molto cinica. A detta sua, le imprese che a causa della chiusura forzata di cinque settimane, non saranno in grado di ripagare il credito concesso dallo Stato, dovrebbero scomparire dal mercato o finanziare la propria esistenza utilizzando le proprie riserve e i futuri utili. Non può essere compito dello Stato intervenire così massicciamente sul mercato. Simili regolazioni del sistema dovrebbero essere affidate alla forza liberale e funzionale dell’economia di mercato. Ne consegue che è importante a livello economico che lo Stato si faccia carico sin dall’inizio non solo dei salari, ma anche dei costi aziendali a fondo perso e non intervenire solo nel momento in cui le PMI non sono più in grado di sostenersi. Tutto ciò va anche nella direzione dell’equità e del principio della responsabilità. In fin dei conti, lo Stato ha fatto chiudere le aziende, dunque esso stesso si deve fare carico della copertura dei danni.
Il consiglio federale deve correggere gli errori Sicuramente tutto questo sarebbe finanziabile. I provvedimenti presi sinora non devono essere finanziati dall’ufficio federale. La prestazione sostitutiva del reddito viene finanziata dall’assicurazione della disoccupazione e i crediti Corona approvati devono essere ripagati entro 5 anni. Indennizzo per mancato guadagno Siamo dell’idea che il consiglio federale abbia creato un aiuto concreto e immediato grazie ai crediti. Questa soluzione non è però a lungo termine. Quando i crediti dovranno essere ripagati, lo si dovrà fare con i futuri profitti o con accantonamenti. Questo avrà come conseguenza una massiccia riduzione degli investimenti, poiché mancherà il denaro per gli stessi. Tutto ciò produrrà effetti negativi a lungo termine sulla congiuntura. A nostro parere manca un principio di solidarietà nei confronti delle aziende colpite da questi provvedimenti. Perché proprio queste aziende devono sopportare tutto il peso di questa crisi? Piano di proposta Partiamo dal presupposto che la chiusura forzata con legge d’emergenza si protragga dal 17 marzo 2020 al 19 aprile 2020. In questo modo si tratta di un indennizzo di 5 settimane di mancato guadagno. L’indennizzo per le PMI deve essere corrisposto sulla base di 5 Milioni – secondo l’ordinamento sulla garanzia solidale per il COVID-19. Calcolo del giro d’affari Dopo che il consiglio federale ha dichiarato di fatto le banche delle aziende come liquidatrici per il credito Corona, si fa riferimento all’Art. 7 del regolamento (ordinamento sulla garanzia solidale per il COVID-19) per il metodo di calcolo del giro d’affari. Fatturato per anno diviso 52 settimane x 5 settimane = base dell’indennizzo. Esempio Centro fitness con un fatturato di CHF 500’000 diviso per 52 settimane x settimane = CHF 48’ 077 Conteggio dei pagamenti dei salari tramite indennizzo per orario ridotto Da questo importo bisogna sottrarre l’indennizzo dell’URC (RAV) per le 5 settimane di indennizzo per orario ridotto a causa della chiusura forzata. Le aziende devono consegnare alle banche il conteggio dell’URC. Esempio Prendiamo il caso di una spesa per i salari del 40% (media del settore). Questo significa che circa CHF 20’000 devono essere detratti. In pratica si traspone l’effettiva somma pagata dall’URC. Riscossione del mancato guadagno al netto del pagamento salariale 5 settimane di giro d’affari al netto del pagamento salariale effettuato dall’URC Esempio CHF 48’077 meno CHF 20’000 = diritto alla riscossione di CHF 28’077
Pratica di riscossione Affinché la nostra proposta venga trasformata nei tempi dovuti dall’amministrazione in decreto ministeriale, proponiamo che questo importo sia detratto dal credito Corona riscosso. Che l’ufficio federale si faccia carico dunque di questo importo. In questo modo risparmiamo tempo e le aziende hanno la possibilità, grazie al credito, di compensare le entrate mancanti. Per la sicurezza a lungo termine si fa poi riferimento al sostegno riguardante il risarcimento del mancato guadagno durante la chiusura forzata. Esempio 10% di credito Corona da CHF 500’000 di fatturato = CHF 50’000 meno CHF 28’000 del credito da ripagare. Rifinanziamento dell’indennità sul fatturato I 40 miliardi annunciati sono ancora a disposzizione. La prestazione sostitutiva del reddito viene finanziata dall’assicurazione contro la disoccupazione e i crediti Corona sono rimborsabili. Ci mancano informazioni dettagliate su quanto costa la richiesta indennità sul fatturato per le imprese citate secondo il decreto 2 (COVID-19- decreto 2) del 16 marzo 2020 nell’Art. 6, paragrafo 2. Per il settore del fitness, per i 350 centri affiliati alla federazione la valutazione si aggira su 23 milioni per 5 settimane di mancato guadagno. La federazione rappresenta circa il 50% delle PMI fino a 5 milioni di fatturato. Se i 40 miliardi annunciati non dovessero bastare, proponiamo che si utilizzino in modo aggiuntivo gli utili delle riserve della banca nazionale svizzera che si aggirano su circa 80 miliardi, a monte di 600 miliardi di attività liquide in azioni. La necessaria revisione della legge per attuare questa strategia può essere approvata con calma dal parlamento. Fino al momento in cui gli indennizzi per il mancato guadagno cominceranno a scorrere, le PMI potranno approfittare del credito Corona per rifinanziarsi. Credito Corona Preghiamo vivamente il consiglio federale di fare chiarezza sull’applicazione del tasso 0% durante tutto il periodo dei 60 mesi. Alla cifra 7 dell’accordo di credito esistono delle riserve/restrizioni delle quali le banche potrebbero avvalersi a scapito delle PMI. Abbiamo anche sentito da alcuni nostri soci che le banche potrebbero richiedere degli interessi a partire dal secondo anno. Questo è in netta contrapposizione col pensiero del consiglio federale. Gli aiuti a livello di liquidità e la prestazione sostitutiva del reddito erano buoni provvedimenti per garantire un’esistenza delle PMI a medio termine. Per una soluzione sostenibile a lungo termine c’è bisogno dell’aiuto statale per mezzo di un indennizzo per il mancato guadagno durante la chiusura forzata degli esercizi. Prima il consiglio federale correggerà questa mancanza e più grossa sarà la chance che tutti noi si possa sopravvivere alla crisi.
La preghiamo in tal senso di esaminare le nostre richieste e La ringraziamo in anticipo per la Sua comprensione e i Suoi sforzi in questo difficile momento della nostra storia. Cordiali saluti FEDERAZIONE SVIZZERA DEI CENTRI FITNESS E DI SALUTE SFGV Claude Ammann, Presidente Roland Steiner, Vicepresidente
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