Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com

Pagina creata da Nicola Cavalli
 
CONTINUA A LEGGERE
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Leggi l'articolo su beautynews

Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il
fidanzamento con il principe Felipe

                                                                      pagina 1 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Il celebre tailleur bianco di Armani
                                       pagina 2 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
La giacca a tre bottoni

                          pagina 3 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Il dettaglio del collo

                         pagina 4 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Un completo professionale

                            pagina 5 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Foto di gruppo con i suoceri reali

                                     pagina 6 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
San Valentino 2019: il ritorno dell'Armani

                                             pagina 7 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Il retro dell'abito

                      pagina 8 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
La scollatura smorzata

                         pagina 9 / 23
Le grandi storie dei vestiti reali. Letizia Ortiz e il tailleur bianco per il fidanzamento con il principe Felipe - GLOBElife.com
Le scarpe chiare

                   pagina 10 / 23
La classe del bianco

                       pagina 11 / 23
Il suo stile da sempre

                         pagina 12 / 23
La prima volta da fidanzata in giacca bianca

                                               pagina 13 / 23
Alla staffetta della torcia olimpica nel 2004

                                                pagina 14 / 23
A San Sebastian nel 2011

                           pagina 15 / 23
A Barcellona nel 2016 in Felipe Varela

                                         pagina 16 / 23
A Madrid nel 2018 in Carolina Herrera

                                        pagina 17 / 23
Al CAR Sports Center nel 2020 in Carolina Herrera

Quando Letizia Ortiz Rocasolano la sera del 31 ottobre del 2003 si chiuse dietro la porta degli studi televisivi della TVE era
una brava giornalista che conduceva uno dei telegiornali più visti in Spagna. Nel giro di una manciata d’ore, la
popolare periodista invece di leggere le notizie ai suoi connazionali con una veste totalmente rinnovata uscì dal cilindro magico,
diventando essa stessa il caso più importante del giorno. Un appuntamento a cui la futura regina si è presentata con un abito
che ha fatto la storia del costume così come il Coronation dress di Elisabetta II di cui vi abbiamo parlato la settimana scorsa.

Fu la stessa Casa Real a dare dignità a un pettegolezzo che una volta fuoriuscito poteva portare a esiti incontrollabili. Nella
festa di Ognissanti fece arrivare alle redazioni un comunicato in cui si annunciava il fidanzamento tra la nota mezzobusto
e lo scapolo più ambito del paese, Felipe di Borbone. Il principe delle Asturie, un bel marcantonio di quasi due metri, era
infatti l’erede al trono di Spagna con un problema che cominciava a destare qualche preoccupazione in patria: a 35 anni non
aveva ancora trovato la regina adatta più che per lui, per la sua famiglia.

Il segreto di quell’amore era stato straordinariamente custodito per più di un anno ma, in quei mesi autunnali, nell’ambiente di
lavoro di Letizia il suo nome cominciava a rimbalzare di scrivania in scrivania. Quando non c’era più margine per le smentite e
per i secchi no comment, i due innamorati furono costretti ad accelerare i loro piani formalizzando l’unione con una protocollare
conferenza stampa alla quale parteciparono più di 300 giornalisti accorsi da tutta Europa al cortile del Palazzo Reale di El
Pardo.

https://www.youtube.com/watch?v=-fP8MPF__ds&list=RD-fP8MPF__ds&index=2

All’epoca trentunenne, Letizia Ortiz si era fatta strada nella sua professione con determinazione: alternava notiziari a reportage,

                                                                                                                  pagina 18 / 23
aveva vinto qualche premio ed era stata inviata in Iraq e negli Stati Uniti funestati dall’attentato dell’11 settembre, solo per
citare alcuni dei suoi traguardi. Dentro di lei ardeva da sempre il fuoco sacro del giornalismo (stesso mestiere il padre Jesus
e la nonna Menchù) ma non c’era nessuna traccia di sangue blu anzi, una leggera vena repubblicana le scorreva nelle vene.
Questo, oltre al fatto che alle spalle aveva un fugace matrimonio durato meno di un anno, non la rendevano la candidata ideale
per re Juan Carlos e per la regina Sofia ma il principe si impuntò: o lei o non mi sposo per niente.

Il 6 novembre 2003 Letizia per presentarsi di fronte ai colleghi con accanto il futuro marito scelse una mise con la quale sentirsi
a proprio agio per quello spericolato salto della barricata. Di quella giacca bianca con i revers accennati dalle cuciture, foderati
per formare una timida scollatura a V rialzata si allacciò i tre bottoni e si infilò i pantaloni larghi e lunghi che coprivano il tacco a
spillo necessario a donarle qualche centimetro prezioso per raggiungere sua altezza di nome e di fatto. Il tailleur bianco
firmato Giorgio Armani, nonostante quell’aspetto morbido sul corpo, fu la corazza con cui Letizia Ortiz si difese nel difficile
passaggio da un habitat familiare a un altro ancora ignoto.

                                                                                                                        pagina 19 / 23
Letizia
Ortiz e Felipe di Borbone fidanzati nel cortile de cortile Palazzo Reale di El Pardo. Foto Getty

Delle sue «colleghe reali» sappiamo moltissimo delle scelte dell’abito per l’annuncio del fidanzamento. In questo caso le
cronache avrebbero potuto fornirci una versione molto più romanzata su questa Cenerentola moderna ma forse la storia è bella
così com’è perché ci mostra uno spaccato di realtà in quello che immaginiamo essere come un patinato reame.

Non ci sono topolini e carrozze per Letizia ma una macchina della scorta reale che accompagna l’imminente ex-giornalista in
un quartiere fuorimano di Madrid a prendere i propri effetti personali nel suo appartamentino grosso come la cabina-armadio di
cui avrebbe preso possesso alla Zarzuela. Tra le cose da ritirare e portare a palazzo c’era anche l’abito che avrebbe indossato
nel momento in cui la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
                                                                                                               pagina 20 / 23
Letizia era amica della responsabile di Giorgio Armani a Madrid. Quando il titolo di principessa delle Asturie ti sta per
piombare tra capo e collo, una conoscenza che ti apre la boutique il lunedì all’ora di pranzo, senza clienti impiccioni tra i piedi,
può senza dubbio farti comodo. A quel punto però non c’era tempo per tergiversare: il countdown era partito e nel giro di una
settantina di ore l’outfit scelto si sarebbe dovuto posare come un guanto sulla promessa sposa. Letizia aveva fatto sapere che
non voleva un vestito. Pare che in quel tempo non amasse mostrare le ginocchia ma forse è più probabile che volesse portare
un pezzo del mondo nei ritratti ufficiali.

In fondo, era la prima volta un futuro re della monarchia spagnola avrebbe sposato una borghese ma soprattutto nessuna
prima di lei aveva posato in pantaloni in un rituale così codificato. Non sappiamo se la giornalista fosse consapevole del suo
gesto: la stampa non si concentrò troppo sul look quanto su una frase pronunciata mentre i due piccioncini stavano rispondendo
alla domande dei giornalisti. Mentre Letizia, concentratissima, stava dichiarando impegno eterno nei confronti del paese, Felipe
senza farci troppo caso, la interruppe.

«Fammi finire» disse lei al suo principe, mentre riprendeva fiato e il filo del discorso che includeva – tra l’altro – una captatio
benevolentiae per la futura suocera. Erano tutti talmente presi a giudicare lei come inopportuna (in fondo era una normale
dinamica tra due fidanzati, solo che lui era figlio di un re quindi – teoricamente – non si fa) che il completo di Armani prese una
strada tutta sua facendo esplodere una tailleur-mania per tutta la Spagna. L’abito che costava qualcosa più, qualcosa meno di
2mila euro, andò sold out subito a Madrid ma a Barcellona si sparse subito la notizia che qualche esemplare era stato rimesso
prontamente in vetrina.

Almeno una decina di anni prima di Kate e poi di Meghan, il Letizia-effect aveva provocato quella reazione a catena di cui parla
Miranda Priestley ne Il diavolo veste Prada nel famoso discorso del ceruleo. Nati per le passerelle o per le boutique più
esclusive, certi capi arrivavano poi nei negozietti e alla fine nelle bancarelle: in Spagna in quel momento era tutto un fiorire di
tailleur bianchi. Zara, il colosso di casa di proprietà di Amancio Ortega, non si lasciò scappare l’occasione e si affrettò a
mettere in produzione una replica del completo giacca e pantalone in 100% rayon da acquistare alla modica cifra di 124 euro
(un sintetico al mercato si poteva trovare anche a 50 euro). Quello che mandò in brodo di giuggiole le clienti non fu tanto la
possibilità di andare vestiti alle cerimonie di quel periodo come la loro nuova icona di stile, quanto l’occasione di trovare una
taglia 46 di quell’outfit che avevano visto addosso alla fidanzata di Spagna che però vestiva una 36.

Quel 6 novembre 2003 fu piantato il seme di quello che negli anni sarebbe diventato il signature look di una delle donne
giudicate tra le più eleganti del pianeta. Per quanto è spesso ritratta con colori vivaci e stampe floreali, il bianco è il colore che
la accompagna ancora oggi in tutti i momenti cruciali della sua vita (anche il Museo delle Cere di Madrid l’ha modellata
vestendola di quel colore).

Non poteva essere che bianco l’abito da sposa confezionato da Manuel Pertegaz che nella scollatura richiamava un po’
quella della giacca di Armani. È un abito-cappotto bianco quello indossato per il battesimo della primogenita Leonor nel 2006
(rispolverato proprio qualche giorno fa) mentre per quello dell’Infanta Sofia nel 2007 ha prediletto un pizzo sempre bianco.
Ancora una volta sul bianco è caduta la scelta del vestito e del cappotto col collo ricamato sfoggiato per la proclamazione a re di
Spagna di Felipe VI avvenuta il 19 giugno del 2014, giorno in cui Letizia diventava reina e la piccola Leonor, la nuova erede al
trono.

                                                                                                                     pagina 21 / 23
L’abito di Felipe Varela il giorno in cui Letizia è diventata regina. Foto Getty

Gli ultimi tre abiti citati sono firmati da Felipe Varela, lo stilista che la regina ha reso noto oltre i confini iberici. Per quanto
Armani non sia scomparso dai radar e per quanto ami molto brand come Carolina Herrera, Hugo Boss, Nina Ricci, Letizia è
diventata la più grande ambasciatrice della moda spagnola del mondo. Non solo Varela ma anche Lorenzo
Caprile e Adolfo Domìnguez, i brand Cherubina e Lola Li e, alla categoria low cost, la consorte reale è una grande
indossatrice dei colossi spagnoli Mango, Zara, Uterqüe e Massimo Dutti. Con il senno di poi, forse, se potesse tornare indietro
con la macchina del tempo al giorno del fidanzamento darebbe lustro a uno di questi designer o brand del suo paese ma non si
può certo dire che non si sia fatta perdonare in questi 17 anni.

Certo è, firma a parte, che quel tailleur bianco per Letizia è davvero identitario. Di completi immacolati è pieno il suo
guardaroba e per distinguerli gli uni dagli altri occorre concentrarsi sui bottoni, sugli orli, sui revers. Tuttavia, tre le decine di
scatti ufficiali in candidi completi, uno ha destato subito un’attenzione particolare. In occasione della visita ufficiale della
coppia reale in Marocco nel 2019, è rispuntato all’improvviso l’abito di Armani da cui tutto si è originato. Ai cecchini della
moda royal non è sfuggito né il dettaglio né tantomeno la data in cui Letizia ha scientemente reinfilato quella giacca e quei
pantaloni così celebri a distanza di 16 anni. Era il 14 febbraio il giorno in cui la regina ci ha mostrato che poteva entrare senza
fatica in quei vecchi panni del 2003: scegliere proprio San Valentino per quel repêchage suonava come una
rinnovata promessa d’amore nei confronti del marito, quasi come se volesse mettere a tacere una volta per tutte i rumors che
ciclicamente danno quel matrimonio in crisi quando non al capolinea.

Quel tailleur in fondo è entrato nella storia con semplicità, senza troppi ricami nel vero senso della parola. Chissà, magari la
femminista Letizia ha voluto ricordare le suffragette così come più recentemente ha fatto Kamala Harris oppure per lei quello

                                                                                                                      pagina 22 / 23
era davvero un modo per sottolineare che lei era una donna che lavorava e che mai si sarebbe sottomessa ad alcun protocollo.
                                   Magari però l’intento era davvero quello di modernizzare la monarchia con una dichiarazione di stile che voleva risultare più
                                   irriverente di quel «Fammi finire» che invece ha avuto la meglio in cronaca.

                                   Ma forse quelli, parliamo di quasi vent’anni fa, erano tempi in cui non si doveva ammantare di complessità qualsiasi vestito su
                                   cui si accendevano i riflettori, specie su scala reale. Il numero della responsabile di Armani era davvero quello più comodo in
                                   rubrica (o viceversa) e la favola senza fronzoli andrebbe comunque bene così. Letizia probabilmente volle vivere il passaggio
                                   con la spensieratezza di chi avrebbe poi passato il resto della vita a ponderare scelte. Immaginarla a passeggio con l’amica per
                                   le strade di Madrid mentre tiene in mano la custodia dell’abito buono da non sgualcire, fa decisamente più simpatia.

                                   LEGGI ANCHELE GRANDI STORIE DEI VESTITI REALI, 1° PUNTATA: L'abito dell'incoronazione della regina Elisabetta

                                   LEGGI ANCHELetizia Ortiz, un abito a fiori per tre occasioni

                                   LEGGI ANCHELa vita in rosa delle altezze reali

                                   LEGGI ANCHENei panni (gli ultimi 10) di Letizia Ortiz

                                                                                                                                                   pagina 23 / 23
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
Puoi anche leggere