STORIA DELL'AMORE Patrizia Zani

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Patrizia Zani

STORIA DELL’AMORE

        La Linea
Indice

Preliminari                                9

Tra assoluto e relativo                   11
Il paradosso dell’amore                   12
L’amore o gli amori?                      13
Amore e chimica                           16
Dalla passione all’attaccamento           22

Natura e cultura                          25
Un ideale d’amore per ogni epoca          26

Dalla promiscuità sessuale
al matrimonio                             28
Amore e identità sociale                  28
La promiscuità sessuale delle origini     29
Sesso e tabù                              31
Istituzionalizzazione e sacralizzazione
della sessualità: il matrimonio           32

Poligamia e monogamia                     36
I matrimoni di gruppo                     36
La poliandria: una donna, tanti uomini    37
La poliginia: un uomo, tante donne        38
La monogamia: un uomo, una donna             40
L’unione monogamica cristiana                41
Il controllo della sessualità                41

Platone e la “scoperta” dell’amore           43
Gli amori degli dei greci                    43
Amore e Psiche: segreto e svelamento         46
La riflessione sul concetto di amore         49
L’amore come mancanza                        50
L’amore “platonico”                          51
L’amore come tensione verso la bellezza      52
L’amore come follia                          53
L’amore omosessuale                          54
L’amore saffico                              57
Amore e sentimento                           58

L’amore colpevole                            61
L’amore cristiano                            62
Il peccato originale                         64
La demonizzazione della donna                66

L’amore cortese                              69
L’amore cavalleresco                         69
L’“amore per l’amore”, l’amore impossibile   72
L’amore ostacolato: Tristano e Isotta        75
La tirannia del cuore: Abelardo ed Eloisa    79
Desiderio maschile e desiderio femminile     84

L’amore galante e l’amore libertino          89
Amor sacro, amor profano                     89
Le confessioni della lussuria                93
La galanteria, arte di seduzione             97
La tenerezza, il codice d’amore
delle “preziose”                              100
Il piacere, il codice d’amore dei libertini   102
De Sade, “capolavoro dell’infamia
e del vizio”                                  104
Il codice della seduzione di Casanova
e Don Giovanni                                108

L’amore romantico                             113
L’amore irragionevole                         113
L’“amore dell’amore”                          115
Le affinità elettive                          117
La passione come sublimazione
delle pulsioni                                119
La ridefinizione dei ruoli sessuali           122

Dall’amore libero all’amore liquido           125
Il rapporto Kinsey                            126
Il conflitto tra eros e civiltà               127
La rivoluzione sessuale                       131
La sessualità femminile entra nella storia    134
Il nuovo disordine amoroso                    136
L’amore al tempo del porno                    139
Illusioni d’amore                             144
L’amore liquido                               153
La crisi dell’amore coniugale                 157
A letto con il nemico                         160
Preliminari

     «Di cosa parliamo quando parliamo di amore?»1
Che cosa si vuol dire quando si dice “ti amo”?
     Tutti credono di avere le idee chiare in proposito,
ma le idee di ciascuno possono essere diverse, per-
ché «l’amore è la cosa più difficile», e più difficile an-   9
che da capire. Per amare non occorre essere esperti
della materia, ma quando ci si trova a confrontarsi
su questo eccitante argomento ci si invischia in un
vortice di malintesi, a partire dalla differenza tra il
modo maschile e quello femminile di affrontarlo.
     Denis de Rougemont ritiene che l’amore sia
un’invenzione dell’Occidente, un concetto tutto
iscritto nella cultura europea. Affermazione eviden-
temente provocatoria, dato che si è sempre amato,
ovunque e in tutte le epoche, che però mette in luce
un aspetto fondamentale dell’amore: la sua natura
culturale, legata alle forme sociali, religiose, eco-
nomiche, politiche e simboliche che assume in una
determinata civiltà o in una determinata epoca, pre-
valentemente finalizzate a «sorvegliare e punire» o
comunque a regolare la sessualità.
     Al di là di quello che si prova quando si ama,
il posto che viene dato a questo aspetto del sentire
umano non è lo stesso nel tempo e nello spazio. Basti
     pensare al diverso ruolo che gli viene assegnato dal-
     le religioni. Per i buddhisti, per esempio, l’amore è
     soprattutto accettazione dell’Altro e allontanamento
     da tutto ciò che provoca dolore (come l’attaccamen-
     to, la gelosia, la possessività). Questo vuol dire che
     donne e uomini cresciuti in un paese buddhista non
     sono gelosi e non soffrono per l’infedeltà o la perdi-
     ta dell’amato? Certo che no, perché nell’amore vi è
     qualcosa di irriducibile, legato alla sua “naturalità”,
     cioè al suo essere una strategia più o meno consape-
     vole di perpetuazione della specie, e al suo essere un
     incessante e inappagabile desiderio dell’Altro.
          Lo stretto rapporto tra amore e sessualità apre
10   una voragine di questioni, a cui si è cercato di dare
     risposte con varie forme riduzionistiche: la psicolo-
     gia, la psicanalisi, la biologia, l’antropologia, la medi-
     cina hanno cercato di spiegarne la complessità par-
     tendo da un preciso punto di vista “disciplinare”. È
     quello che si propone di fare anche questo libro, che
     adotta una prospettiva storica per indagare i modi
     in cui l’amore è stato narrato e rappresentato nelle
     varie epoche della nostra cultura.
          Mi sento però di fare una precisazione personale.
     Credo che l’amore, quello che ciascuno di noi pro-
     va, sia qualcosa di indicibile, che sfugge a qualsiasi
     tentativo di razionalizzazione. Quello di cui si può
     parlare è il concetto di amore, che rappresenta inevi-
     tabilmente una forma di astrazione dall’amore stesso.
Tra assoluto e relativo

                   Ditemi la verità, vi prego, sull’amore
               Alcuni dicono che l’amore è un bambino
                                e alcuni che è un uccello
                   alcuni dicono che fa girare il mondo
                          e altri che è solo un’assurdità,     11
           e quando ho chiesto cosa fosse al mio vicino
                      sua moglie si è seccata e ha detto
            che non era il caso di fare queste domande.
                        Può assomigliare a un pigiama
         o a del salame piccante dove non c’è da bere?
                      Per l’odore può ricordare un lama
                        o avrà un profumo consolante?
                 È pungente a toccarlo, come un pruno,
                        o lieve come morbido piumino?
              È tagliente o ha gli orli lisci e soffici? […]
                   Quando viene, verrà senza avvisare,
               proprio mentre mi sto grattando il naso?
                     Busserà la mattina alla mia porta,
                 o là sull’autobus mi pesterà un piede?
  Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
                    Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
                    Darà una svolta a tutta la mia vita?
                                              W.H. Auden
Il paradosso dell’amore
          C’è qualcosa di strano, di paradossale, nell’amo-
     re, il sentimento più universale e allo stesso tempo
     il più esclusivo, il più assoluto e il più relativo, il più
     vitale e anche il più distruttivo, il più conosciuto e
     il più misterioso, il più eterno e il più provvisorio,
     il più tenero e il più crudele, il più sincero e il più
     bugiardo, il più naturale e il più culturale, il più rivo-
     luzionario ma anche il più conservatore… Dell’amore
     si dice tutto e il contrario di tutto, incanta e disin-
     canta, promette e non mantiene, libera e imprigiona,
     acceca e rivela, eleva e degrada, esalta e avvilisce,
     riempie e svuota…
12        L’amore è esperienza di tutti. Eppure quando
     si è innamorati si pensa di essere le sole persone
     al mondo a essere toccate dalle sue ali celestiali. “Il
     mio amore è speciale” pensa l’innamorato, “è diverso
     da ogni altro amore e mi rende unico.” Ma questo
     è precisamente quello che pensano tutti gli innamo-
     rati! Potenza dell’amore, che accomuna tutti e fa di
     ognuno una singolarità irripetibile.
          Di amore si parla sempre e se ne è sempre parla-
     to. Letteratura, musica, arte, cinema ne sono traboc-
     canti, eppure rimane un sentimento sfuggente, il più
     chiacchierato e il più elusivo. Tutti sanno che cos’è,
     ma nessuno lo conosce.
          L’amore si lega alle radici dell’essere della na-
     tura umana, perché è strettamente connesso alla ri-
     produzione della specie, e dunque alla biologia, ma è
     anche totalmente culturale: infatti ha una storia, che
     emerge dalle modalità con cui viene rappresentato
     nelle varie epoche.
L’amore o gli amori?
     Che cosa si intende con la parola “amore”? Qui
ci si imbatte subito in un problema, dato che que-
sto termine viene utilizzato per sentimenti diversi,
in primis per l’amore al maschile e per l’amore al
femminile, che non sono necessariamente la stessa

                                                            Tra assoluto e relativo
cosa. Vi è poi l’amore di patria, l’amore per la verità,
l’amore materno, paterno e filiale, l’amore per le arti,
l’amore per Dio, in Dio e di Dio…
     Consapevoli dell’esistenza di una molteplicità
di “amori”, gli antichi Greci avevano dato nomi di-
versi a ciascuno di essi: eros, l’amore sessuale, ante-
ros, l’amore corrisposto, photos, l’amore idealizzato,
irraggiungibile, verso cui corre il desiderio, philia,      13
l’amore affettuoso, come quello dell’amicizia, aga-
pe, l’amore incondizionato e disinteressato, riferito
spesso al sentimento religioso, storge, l’amore di
appartenenza, come quello parentale o quello che si
crea all’interno di un gruppo di amici molto stretti,
thelo, il desiderio di fare qualcosa, himeros, la passio-
ne transitoria, il desiderio fisico che chiede di essere
immediatamente soddisfatto.
     La lingua italiana non possiede queste sfumature
lessicali, come del resto la maggior parte di quelle
europee, lingue che al massimo contemplano una dif-
ferenza tra “amare”, “desiderare”, “voler bene” e “ap-
prezzare”. Bisogna quindi presumere che nella nostra
cultura vi sia un denominatore comune tra le sva-
riate esperienze esistenziali dell’amore. Per cercarlo
si sono messi all’opera filosofi, scrittori, scienziati e
psicanalisti, che nel corso del tempo ne hanno dato di-
verse definizioni, tutte plausibili e spesso discordanti.
Ma non è solo la lingua a rendere relativo l’amo-
     re: la storia, la scienza, la psicologia, la sociologia,
     l’antropologia ci insegnano che questo concetto di-
     pende da condizioni sociali, ambientali e individuali
     che cambiano nel tempo e nello spazio, mentre la
     biochimica ci vuol far credere che l’amore sarebbe
     tutta una questione di ormoni.
          Quanti aspetti contiene allora questo concetto
     nella nostra visione contemporanea? È indubbio che
     esso includa una stratificazione di significati e di rife-
     rimenti culturali, alcuni legati alla sua storia, e quindi
     alle trasformazioni che ha subito nel corso del tempo,
     altri legati all’attualità, e quindi connessi alle forme e
     alle condizioni in cui viene praticato e rappresentato
14   oggi, e altri ancora inerenti alla sua permanenza, cioè
     agli aspetti più profondi e apparentemente più irri-
     ducibili del vissuto individuale e della mente umana.
          Per parlare dell’amore si deve quindi tener conto
     dei vari approcci con cui è stato e continua a essere
     indagato, rappresentato e percepito:
          • idealistico, che assolutizza il sentimento e lo
              pone come un elemento trascendente e im-
              mutabile;
          • storico-culturale, che invece lo colloca in uno
              specifico contesto spazio-temporale e socia-
              le, e analizza le diverse forme in cui viene
              narrato nella varie culture;
          • psicologico, che individua le motivazioni
              affettive e pulsionali, legate alla biografia
              individuale e alle relazioni parentali che de-
              terminano il modo unico e specifico che cia-
              scuno ha di amare;
          • psicanalitico, che ne indaga gli aspetti in-
consci, operanti al di fuori della sfera della
         consapevolezza;
     • simbolico, che analizza gli archetipi associa-
         ti all’amore;
     • biologico-cognitivista, che ricerca le compo-
         nenti fisiologiche e biochimiche che attivano

                                                                 Tra assoluto e relativo
         il processo dell’innamoramento, nell’ottica
         dei meccanismi istintuali necessari alla so-
         pravvivenza della specie;
     • filosofico, che cerca il senso profondo dell’a-
         more, indagando il suo rapporto con la cono-
         scenza.
     Di fronte a questa molteplicità di approcci e di
punti di vista che sembrano ridurre e parcellizzare
l’integrità dell’amore, che senso ha fare un’ulterio-            15
re riflessione su questo argomento oggi, nell’«epoca
delle passioni tristi» che tutto banalizza, mercifica e
svilisce?
     Di certo si può constatare come l’amore resti pur
sempre un irriducibile attivatore di stimoli, capace di
rendere più intensa ed eccitante la vita.
     Non a caso la letteratura, la filosofia, l’arte, il cine-
ma e la televisione continuano a parlarne e a indagar-
ne le varie sfaccettature di gioia, sofferenza, esalta-
zione, scoperta e rilancio esistenziale, riconoscendolo
come una delle poche sfere dell’agire umano ancora
in grado di dare senso al nostro vissuto, individuale
e sociale. C’è chi dice che nella vita si salvano solo
due cose, l’amore e la capacità di ridere: forse farne a
meno è possibile, ma di sicuro è deprimente.
     Nonostante oggi l’amore sia rimasto una delle
poche esperienze condivise da tutte le fasce socia-
li e generazionali, oltre che dalle diverse culture, è
pur vero che il significato a esso attribuito non è mai
     stato così complesso e diversificato, così come sono
     diversificate le forme in cui si manifesta.
          Ecco quindi che riflettere sull’evoluzione delle
     rappresentazioni dell’amore può aiutare a conoscere
     meglio questo sentimento e a viverlo con maggiore
     consapevolezza, evitando di esserne solo travolti
     (anche se è proprio questo il suo bello!) quando le
     cose si mettono male o molto bene; può farci capire
     che il nostro amore ha un aspetto individuale, legato
     all’esperienza soggettiva, un aspetto sociale, connes-
     so alle narrazioni, ai ruoli e ai valori che ogni epoca
     gli assegna, e anche un aspetto universale, legato
     alle sue forme psichiche e al suo essere un’ingegno-
16   sa strategia della riproduzione della specie.
          Occorre fare un’altra precisazione. Tra la rifles-
     sione sull’agire sociale amoroso e il discorso sul con-
     cetto di amore non vi è coincidenza, perché il punto
     di vista teorico e l’oggetto indagato sono diversi: la
     prima prende in considerazione le pratiche, il secon-
     do si occupa del significato che viene loro attribuito.
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