Città metropolitana di Bologna - domenica 11 luglio 2021 Comune di San Giovanni in Persiceto Ufficio Stampa

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Città metropolitana di Bologna

                              domenica 11 luglio 2021

           Comune di San Giovanni in Persiceto
           Ufficio Stampa

Servizi di Media Monitoring
Rassegna Stampa                                                              11-07-2021

SAN GIOVANNI IN PERSICETO
                                                     Circolo bocciofilo "Caccialanza", tra vittorie ed integrazione                      2
AVVENIRE MILANO                    11/07/2021   1
                                                     Redazione

                                                     Addio "Bolero" Sopravvissuto a Mauthausen, raccontò l`orrore                        3
FATTO QUOTIDIANO                   11/07/2021   13
                                                     Alex Corlazzoli

                                                     Addio a Gasiani il partigiano che vide l`orrore = Armando, il partigiano che dopo
REPUBBLICA BOLOGNA                 11/07/2021   11   "La vita è bella" raccontò la deportazione                                          4
                                                     Micol Lavinia Lundari

RESTO DEL CARLINO                  11/07/2021   48
                                                     Terremoto in maggioranza, Marino lascia                                             6
BOLOGNA                                              Pier Luigi Trombetta

     Servizi di Media Monitoring                                                                                                             I
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    Circolo bocciofilo "Caccialanza", tra vittorie ed integrazione

    [Redazione]

    CAMPIONI D'ITAUA Circolo bocciofìlo "Caccialanza", tra vittorie ed integrazion Dietro al distributore di via Padova,
    accanto alla ferrovia si entra in un altro mondo. È quello dei campioni d'Italia meno conosciuti di Milano. Tavoli e
    maxischermo in giardino per seguire le partite dell'Europeo con le distanze e precauzioni, i campi all'aperto e poi lo
    striscione che celebra la conquista della scudetto 2020/21 del campionato di bocce italiano categoria "Raffa", la più
    praticata. Il Circolo Bocciofìlo "Piero Caccialanza" - racconta ilpresidente Luigi "Gino" Sardella- è la continuazione
    della "Boccionla Lombarda" fondata nel 1937. Nel 1962 trasferì lapropria sede invia Padova 91 e, nell'agosto 1963,
    assunse la denominazione attuale. Su un terreno di circa 4.000 metri quadri sono stati costruiti quattro campi da
    bocce all'aperto. Nel 1972 venne costruito il bocciodromo coperto con altri 4 campi. I soci sono 250, praticano a tutte
    le ore uno dei giochi più popolari che stride con l'immagine trendy del No, Lo. Ma la bocciofila è uno dei luoghi che
    custodiscono l'animapopo lare di via Padova, periferia vera proiettata comunque nel futuro, perché non è uno sport
    per vecchi, anzi. L'età media per l'agonismo è tra i 20 e Í30 anni. Restare una giornata sul campo per le gare e il gesto
    sportivo richiedono forza e allenamenti. Le bocce sono sport dilettantistico, si va avanti con gli sponsor, primo fra tutti
    Mp filtri. L'Italiasta tentando di renderlo sport olimpico, mentre è già paralimpico, prosegue Sardella, che gestisce il
    circolo dal 1986, Ma l'aspetto ricreativo e sociale restano importanti. Da tempo si sta cer cando ad esempio di creare
    la squadra paralimpica con alcune coop sociali. Viene ad allenarsi verso sera la prima squadra, tré titoli italiani
    conquistati in cinque anni alla "Raffa", che consiste nell'awicinare il più possibile la boccia al pallino e nella giocata di
    volo. Si fa sul serio. Nel 2019, da via Padova sono partiti per Saint Louis a disputare il mundialito per club e il 5 luglio
    scorso hanno vinto I titolo nazionale contro il Boville Marino nella final four a San Giovanni in Persiceto. Sardella
    mostra la tribuna con gli striscioni della "torcida gialloblu", i colori sociali, e parla dei progetti post pandemia.
    Vorremmo ampliare le tribune per portare la capienza dell'impianto a 300 spettatori, così da riuscire a organizzare le
    gare intemazionali, Ambiente sano, lo striscione appeso sulle tribune appartiene al "MirkoSavoretti fan club", l'unico
    "straniero" dei campioni d'Italia marchigiano subito inseritosi nel gruppo. Gli altri sono tutti dei dintorni come i fratelli
    Luraghi: Marco il capitano, è un fuoriclasse, e suo fratello Paolo, il "profesur", haunamedia punti impressionante. Altro
    campione è LucaViscusi, il "principe". L'allenatore del tricolore èinvece Dario Bracchi. Lapassione per la "Caccialanza"
    è forte nel quartiere, le partite arrivano a 14 mila visualizzazioni sul canale Avelia. C'è la squadra femminile e la
    juniores e, visto l'ambiente multietnico di via Padova, si vuole coinvolgere i figli degli immigrati, vivaio dei campioni di
    domani. Questa è infineunadelle tappe dell' "oratorio feriale diffuso" perchée uno snodo tra passato, presente e futuro.
    Paolo Lambnischi Jh Cronaca - "MILANO Via Padova, multiculturalità dal t: -tit_org-

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    Addio "Bolero" Sopravvissuto a Mauthausen, raccontò l`orrore

    [Alex Corlazzoli]

    Armando Gasiani, il partigiano"Bolero",èmortonel tardo pomeriggio di venerdì, all'età di 94 anni, lasciando tanti amici
    dell'Associazione nazionale partigiani ma anche innumerevoli giovani che l'hanno conosciuto nelle scuole dove ha
    peregrinato per decenni per lasciare loro in eredità la sua testimonianza di deportato e sopravvissuto del campo di
    concentramento di Mauthausen. Armando, emiliano dalla nascita, appartenente alla 63ma brigata "Bolero Garibaldi", il
    5 dicembre 194 4 insieme al fratello Serafino e con centin aia di persone venne rastrellato dai tedeschi ad An
    zolaEmiliae rinchiuso nella chiesa, "trasformata inluogo di tortura". Trasferito nel teatro di San Giovanni in Persiceto,
    venne poi rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte (Bologna). Il 23 dicembre dello stesso anno Addio "Bolero'
    Sopravvissuto a Mauthausen, raccontò Ãî òîãå venne prelevato, deportato nel campo di concentramento di Bolzano e
    dalgennaio del 1945 mandato a Mauthausen, in Austria, dove era rimasto fino al successivo 6 maggio, senza rivedere
    mai più il fratello. Tornato in Italia, Gasiani per anni nontrovò il coraggio di parlare di quanto gli era accaduto. Quel
    numero 115523, tatuato sul braccio, restò un segreto fin quando nel 1997, lamoglieMaria lo convinse ad andare al
    cinema a vedere il film di Roberto Benigni La vita. è bella. Da quella sera la sua vita cambiò. Quel pianto liberatorio
    durante la proiezione della pellicola lo convinse ad aprirsi, a raccontare, a farsi testimone di quella tragedia. Fino a 90
    anni, il partigiano Armando ha incontrato bambini delle scuole primarie e studenti di medie e superiori
    accompagnando gruppiaMauthausen. Conosciu to in tutt'Italia, amico di Rita Borsellino, Gasiani dopo la scomparsa
    della mogi ieavevasubito un duro colpo e da allora viveva, tra l'affetto di molti, in una casa famiglia di Crespellano,
    dove è rimasto fino alla fine. ALEXCORLAZZOU -tit_org- Addio Bolero Sopravvissuto a Mauthausen, raccontò l'orrore

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    Addio a Gasiani il partigiano che vide l`orrore = Armando, il partigiano che dopo "La vita è
    bella" raccontò la deportazione

    [Micol Lavinia Lundari]

    Deportato dai nazisti Addio a Gasiani il partigiano che vide l'orrore di Micol Lavinia Lundari -& a paginal} ADDIO A
    OASIA1NI SCOMPARSO A 94 AIN1NI Armando, il partigiano che dopo "La vita è bella" raccontò la deportazione di
    Micol Lavinia Lundari Dopo aver visto "La vita è bella" Armando è esploso come un vulcano, ha tirato fuori tutto quello
    che aveva dentro, diventando un testimone della banalità del male e delle conseguenze dell'odio. Il partigiano
    Armando Gasiani per cinquant'anni ha trattenuto dentro di sé l'orrore vissuto sulla propria pelle nel campo di
    concentramento di Mauthausen, dove fu deportato dopo il rastrellamento ad Anzola; il capolavoro di Roberto Benigni
    fu la chiave che aprì quella serratura di dolore e memoria, dalla quale scaturirono mille energie spese nel ricordo e
    nella testimonianza, nell'incontro con le generazioni più giovani, replicate in libri ("Nessuno mai ci chiese" e "Finché
    avrò voce") e documentari. Con Armando Gasiani, presi dente onorario dell'Aned, morto venerdì sera, se ne va
    l'ultimo partigiano di Anzola, terra che ha dato tanto per la lotta per la Liberazione, pagando un prezzo altissimo in vite
    umane; ma è tutto il mondo antifascista bolognese a perdere una figura preziosissima, cara a chiunque l'ha potuta
    incontrare, come spiega il preside dell'istituto Archimede di Persiceto Mauro Borsarini. Armando non aveva avuto figli.
    ma aveva attorno a sé una famiglia estesa, sulla quale riversava grande affetto. Rapporti nati spesso durante i Viaggi
    della memoria nel lager che lo vide prigioniero e schiavo e alimentati, ricorda Borsarini, dalla sua passione, dal suo
    rigore morale e dal grande senso di empatia. Scorrono tante immagini, ricordi intrisi di affetto e commozione,
    ripensando a una frequentazione ventennale. Abbiamo fatto insieme oltre una decina di viaggi della memoria. Ogni
    volta, davanti al portone del campo di concentramento, Armando si bloccava: i suoi occhi rivedevano il disastro
    umano di cui è stato testimone dal gennaio al maggio 1945. Nel 2011 in particolare - ricorda il preside - Gasiani provò
    un'emozione fortissima quando per la prima volta furono aperte le gallerie del campo satellite di Gusen, dove lui
    stesso aveva lavorato 66 anni prima come schiavo per la produzione di aerei a reazione: non dimentico il suo volto
    spaesato, nel ritornare dopo tanto tempoquel luogo. Gasiani, allora 17enne, arrivò a Mauthausen nel gennaio 1945,
    dopo essere stato rastrellato ad Amóla con il fratello Serafino più attivo di lui nella Resistenza - e centinaia di altri
    bolognesi. Qui è la fine del mondo, si dissero abbracciandosi, dopo essere scesi dal treno, appena l'orrore del lager si
    dispiegò davanti ai loro occhi, un orrore che subito li avvolse e soffocò, per lunghissimi mesi, fino alla liberazio-
    Dìceva che persino i suoi familiari stentarono a credere alle torture nei lager "Ho sofferto tanto" Testimone Arm and o
    Gasiani col preside Mauro Borsarini ne del campo, nel mese di maggio. Serafino, che era di qualche anno più grande,
    morì in ospedale a Linz poche settimane dopo, annientato dalla tubercolosi. Armando - prigioniero numero 115523 -
    riuscì invece a tornare a casa, ma quasi subito si chiuse nel silenzio, di fronte all'incapacità dei suoi cari di credere ai
    racconti terribili di mesi di prigionia, torture e stenti. Dicevano 'È impossibile', rivelò anni dopo. Allora io emotivo mi
    mettevo a piangere e mi chiudevo, fermo lì e soffrivo. Ho sofferto tanto per questa cosa, aggiungendo: Questa non è
    una guerra, è uno sterminio che abbiamo avuto noi. Io non sono diventato magro cosi ad andare al fronte, è stato in
    campo di concentramento: lì si doveva morire e scomparire completamen te. Mezzo secolo di silenzio, di incubi
    soffocati. Poi nel Natale 1997, vincendo la sua riluttanza e ritrosia, accettò di vedere assieme alla moglie Maria il film
    di Benigni, e quello fu per lui un momento epifanico: Finalmente al mondo c'è uno che ha detto la verità senza
    provocare delle fratture, disse, scegliendo di dedicare gl
    i ultimi anni della sua vita alla memoria, alla testimonianza, con la grande capacità di coniugare la sua esperienza
    terribile con la sua grande positività. Gasiani non si è mai risparmiato, con grande impegno ha voluto portare il suo
    racconto fra i giovani. La camera ardente sarà allestita, martedì 13 luglio, all'istituto Parri, alle 17.30 la cerimonia di
    saluto- -tit_org- Addio a Gasiani il partigiano che vide l'orrore Armando, il partigiano che dopo La vita è bella raccontò

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    la deportazione

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    Terremoto in maggioranza, Marino lascia
    Il presidente del consiglio comunale sbatte la porta: Non sono leghista, quindi lascio il gruppo di 'Impegno Comune'

    [Pier Luigi Trombetta]

    Terremoto in maggioranza. Marino lasci II presidente del consiglio comunale sbatte la porta: Non sono leghista, quindi
    lascio il gruppo di 'Impegno Comune' SAN GIOVANNI ciò sia ancoraminoranza. Ad- to civico del gruppo di maggio-
    SAN GIOVANNI Non sono leghista ed esco dalia maggioranza, li consigliere comunale e presidente del consiglio,
    Ernesto Marino, si è dimesso dal gruppo consiliare di maggioranza Impegno Comune', di cui faceva parte. Ed è
    rientrato nel gruppo misto di Uniti per San Giovanni Persiceto, lista nella quale fu eletto nel 2016. La decisione -
    spiega Marino - nasce dalle dichiarazioni fatte da rappresentanti della Lega, in occasione dell'inaugurazione della loro
    sede di Persiceto e mai smentite o rettificate dagli interessati. Nelle dichiarazioni si conferma la buona
    amministrazione della Lega a Persiceto. Credo invece che il Carroc cio sia ancoraminoranza. Addirittura, dopo le
    dimissioni del precedente consigliere, la Lega ha perso anche la presidenza della commissione bilancio. A parere di
    Marino i cittadini persicetani nel 2016 diedero fiducia a 'Impegno Comune', lista civica, non vincolata a partiti politici. Il
    Pd aveva una sua lista e la Lega, con Fdl, aveva una civica che appoggiava un altro candidato. Non sono mai stato
    iscritto alla Lega - aggiunge il consigliere comunale -, e ho ritenuto di prendere questa decisione che mi ha portato
    all'uscita dal gruppo di maggioranza. La notizia ha suscitato la reazione del Pd, che prepara la sfida in vista delle
    elezioni comunali previste in autunno. La maggioranza di Impegno Comune - commenta Michael Santi, segretario
    locale dei dem - va in frantumi dopo t'accordo di Pellegatti con la Lega, e con l'uscita del presidente del consiglio
    comunale finisce il proget to civico del gruppo di maggioranza. È arrivato il momento per Persiceto e Decima di
    ripartire e di voltare pagina, in particolare per chi nella maggioranza non condivide questa deriva leghista. Vogliamo
    costruire per San Giovanni una grande coalizione civica che realizzi per il nostro comune una vera rivoluzione
    economica, sociale e ambientale. Pier Luigi Trombetta 's) RIPRODUZIONE RISERVATA Da sinistra,consigliere
    Ernesto Marino e il segretario dem Michael Santi -tit_org-

Estratto da pag. 48                                                                                                                  6
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