LAVOCE DI CASAVERDI TRIMESTRALE - NUOVA SERIE - N. 36 - LUGLIO 2021 - LUGLIO 2021 LAVOCE DI CASAVERDI
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LaVoce di CasaVerdi Periodico trimestrale la Voce di Casa Verdi Grazie ragazzi! Nuova serie N.36 Luglio 2021 La Redazione Distribuzione gratuita Fondato da Stefania Sina e altri Ospiti Da molti anni la musica è il fil rouge che lega Casa Registrazione Tribunale Verdi alla Scuola Monteverdi di Milano attraverso gli di Milano n. 482 del 2009 interessanti incontri, curati dalla prof.ssa Nicoletta Direttore responsabile Sguben, dal titolo “Intervista col Maestro”. Danila Ferretti Comitato di Redazione Durante questi appuntamenti, gli allievi della scuola Massimo Albanese, Marta Ghirardelli hanno l’opportunità di incontrare alcuni tra gli artisti Hanno collaborato più celebri del panorama musicale contemporaneo e Mirella Abriani, Marisa Terzi, Irena Domowicz Soviero, persino di omaggiarli suonando per loro alcuni brani Micheline Barrey, Bissy Roman, preparati con i propri docenti. Tecla Catalano, Iolanda Puglisi, Io- landa Vischi, Hisae Terakura, Hiroshi Terakura, Beniamino Trevisi, Carlo Benatti Purtroppo la pandemia ha interrotto ogni iniziativa di questo genere, ma i ragazzi e le ragazze delle classi 1D Sede Casa di Riposo e 1C della scuola secondaria di primo grado Monte- per Musicisti verdi hanno comunque voluto mantenere il legame Fondazione Giuseppe Verdi con gli anziani Ospiti di Casa Verdi realizzando per Piazza Buonarroti, 29 loro un audiolibro completo intitolato “Il passaggio 20149 Milano dell’orso” (autore Giuseppe Festa). Tel. 02.4996009 Fax 02.4982194 www.casaverdi.org Grazie per questo bellissimo pensiero e in bocca al info@casaverdi.it lupo per tutto ciò che desiderate! Progetto grafico e impaginazione Lorenzo Benassi Stampa lalitotipo via Enrico Fermi, 17 20019 Settimo Milanese
LaVoce di CasaVerdi SOMMARIO 4 L’ULTIMO DESIDERIO DI VERDI La Redazione 5 UNA SERATA ECCEZIONALE! Irena Domowicz Soviero 7 GLI OSPITI E LA MUSICA DURANTE LA PANDEMIA Gli Ospiti IN COPERTINA Elaborazione grafica 11 LA CONTROVERSA QUESTIONE DELL’ACCENTO Mirella Abriani 12 I NOSTRI OSPITI: ERNESTO COLLORIDI La Redazione 16 I NOSTRI GIOVANI STUDENTI: MIKLOS PAPP La Redazione 19 POESIE Marisa Terzi 20 FIGLIO MIO! ARRIVO IO! Marta Ghirardelli 22 RICORDO DI VILMOS LESKO, ADA MAURI, TOMMASINA CAIAZZO La Redazione 27 I NUOVI OSPITI
LaVoce di CasaVerdi L’ul t imo desiderio di Verdi La Redazione La nostra collezione di cimeli verdiani si arricchisce con l’acquisizione di una lettera – di straordinario interesse per questa Fondazione – che Giusep- pe Verdi scrisse il 1° ottobre 1899 all’allora Ministro della Pubblica Istruzio- ne del Regno d’Italia, Guido Baccelli. Verdi, venuto a conoscenza dell’intenzione di conferirgli una nuova onorifi- cenza, così scrisse al Ministro: “Eccellenza, I giornali parlano nuovamente di un’alta onorificenza che mi verrebbe conferi- ta nel prossimo giorno del mio anniversario. Non sono un uomo politico, ma un semplice artista, che non hà, né può avere aspirazioni tanto elevate. Pure, se vi è cosa, che io desideri, sarebbe di essere dopo la mia morte, sepolto unitamente alla povera mia moglie nell’Oratorio del Ricovero pei Musicisti, che ora stò costruendo a Milano. Mia moglie giace provvisoriamente, da quasi due anni, in un terreno a parte nel Grande Cimitero di Milano. Posso io spe- rarlo? Mi rivolgo all’Eccellenza Vostra, ed invoco la sua costante bontà per me, onde venga appagato il solo voto che mi resta a fare nella mia grave età…La mia riconoscenza non sarà lunga, ma sarà immensa, inesprimibile. Ho l’onore di dirmi dell’Eccellenza Vostra Dev.mo servo G. Verdi Questa lettera, ora annoverata tra i nostri cimeli verdiani, grazie ancora una volta ad una cordata di benefattori, guidata dal prof. Roberto Ruozi, nostro presidente, testimonia in modo inconfutabile il profondo legame affettivo, civile, sociale e culturale che univa Verdi a quella che il Maestro amò sem- pre definire “l’opera mia più bella”, l’unica opera dalla quale Verdi non seppe e non volle mai separarsi. 4
LaVoce di CasaVerdi Una serata eccezionale! di Irena Domowicz Soviero La sera del 17 maggio 2021, dopo il “disge- contrabbasso. Dopo tutto, vince il Bene lo” delle restrizioni più rigide dovute alla che è rappresentato alla fine dell’Ouver- pandemia da Covid19, abbiamo ricevu- ture con la grande luminosità del suono. to dalla Direzione di Casa Verdi biglietti Il secondo capolavoro, la Sinfonia “Dal per il concerto di apertura della stagione Nuovo Mondo”, composto tra il 10 genna- della Filarmonica della Scala. Il program- io e il 24 maggio del 1893 è la prima gran- ma era interessantissimo e comprendeva de composizione “americana” di Dvořák l’Ouverture op. 77 da “Il Franco caccia- in quanto si coglie l’intenzione dell’autore tore” di Carl Maria von Weber e la Sinfo- di gettare un ponte e di trovare un ideale nia n. 9 in mi minore op. 95 di Antonín punto d’incontro tra la vecchia Europa e Dvořák “Dal Nuovo Mondo” (Adagio – Allegro molto – Largo – Scherzo – Molto ve- loce – Allegro con fuoco). Il primo capolavoro romanti- co scritto da Carl Maria von Weber è un brano dal lirismo energico e appassionato per un’orchestra di sorprendente varietà coloristica. Il brano evidenzia due idee temati- che molto distinte tra loro, la lotta tra il Bene e il Male. Le prime battute ci raccon- tano la purezza della natura al suo risveglio, in tonalità di Do maggiore, mentre i per- sonaggi sono rappresentati dal timbro pastoso dei corni. La presenza del Male è rap- presentata dagli archi con la cadenza di solenni colpi di timpano e del pizzicato del 5
LaVoce di CasaVerdi il “Nuovo Mondo”. vimenti, e in particolare quelli del primo, La prima esecuzione ebbe luogo il 17 di- ritornano a più riprese nei momenti suc- cembre 1893 con la New York Philhar- cessivi sino alla ricapitolazione nel finale. monic Orchestra diretta da Anton Seidl. Mi congratulo con la Direzione Artistica L’autore ha voluto ricreare lo spirito del della Scala per avere scelto un Direttore “folclore americano”, scrivendo temi ori- come Daniel Harding, giovane, di grande ginali degli spiritual afroamericani e della calibro, con molta esperienza in materia musica dei pellerossa, impiegando il loro (di epoche e di stili musicali). Giovane, ritmo, armonia, contrappunto e timbro con la sua bacchetta e con l’eleganza dei orchestrale. movimenti ha sicuramente conquistato il La sinfonia comprende quattro movimen- cuore dei milanesi che hanno applaudito ti, il primo e l’ultimo in forma di sonata, il con grande entusiasmo. secondo in forma ternaria, il terzo in for- Noi rappresentanti della Casa Verdi dal ma di scherzo con trio e la monumentale palco reale abbiamo applaudito caloro- struttura complessa è rinforzata dal prin- samente e perfino noi abbiamo ricevuto cipio ciclico per cui i temi dei diversi mo- ringraziamenti dall’orchestra! 6
LaVoce di CasaVerdi Gli ospiti e la musica durante la pandemia gli Ospiti La pandemia purtroppo non è ancora finita, ma qualche spiraglio di luce appare all’o- rizzonte. Durante i molti mesi terribili segnati dal dolore, dalla paura, dalla solitudine, dalla sfiducia, gli Ospiti di Casa Verdi hanno però trovato un antidoto straordinario all’angoscia in quell’arte che per loro è stata una scelta di vita: la Musica. Ecco perché vogliamo riportare nelle prossime pagine alcuni pensieri dei musicisti Ospiti della nostra Fondazione, dedicati proprio alla fondamentale importanza della Musica, alta, trascendente, sublime. “M i sono tanto mancati i nostri con- certi, ma ho superato questo vuo- to ascoltando Radio Marconi e i concerti dimenticare questo bruttissimo periodo che stiamo attraversando. Viva la Musica! Sperando che passi presto questo brutto della Rai. Ho molto apprezzato e mi sono periodo noi Ospiti di Casa Verdi pensiamo anche divertita con il coro che ci ha fatto sempre di evadere ascoltando musica”. studiare il M° Dani dal “Nabucco”: l’unica TECLA CATALANO, cosa che riunisce sempre il gruppo”. BALLERINA E COREOGRAFA MICHELINE BARREY, BALLERINA “I n questo bruttissimo periodo di pan- demia, la musica mi è stata tanto d’a- “L a musica durante il periodo dram- matico per me è stata essenziale, pe- riodo finora diviso in due parti: montagna iuto. Il M° Dani durante la settimana ci e Casa Verdi. In montagna ho trascorso ha fatto cantare delle bellissime canzoni otto mesi in assoluta solitudine, lontana da che lui stesso accompagnava al pianoforte. tutto e da tutti. Unica amica, in quel mo- Con questa scusa non rimanevamo da soli mento, era la musica in televisione: con- in camera, ma ci riunivamo in gruppo fa- certi e opere trasmesse. Camminando per cendoci compagnia. Alcune sere anche un i sentieri della montagna, cantavo a piena Ospite musicista ci ha rallegrati suonando voce tutto il mio repertorio del passato. Vi delle bellissime canzoni. Quindi la musi- racconto un episodio curioso e divertente, ca mi ha aiutata tanto poiché mi ha fatto unico nel suo genere: nel giorno di ferra- 7
LaVoce di CasaVerdi gosto ero sola, solissima. Sono andata in altissima quota con intenzioni canore, fa- cendo recital per i miei ascoltatori: alberi e “T utte le persone Ospiti di Casa Ver- di, se non avessero abbracciato quest’arte, non si troverebbero a vivere bosco. Una Filarmonica con enorme platea qui. Cantanti, parolieri, ballerini, registi, (a duemila metri sopra il livello del mare). scenografi e via via, hanno modo di rivive- Ad un certo momento, sento un rumorino re i momenti migliori della propria vita in e si è presentato un bel castorino che in- tutte le sue espressioni. La musica è sem- curiosito ascoltava il mio canto. Poi mi ha pre il primo argomento di intrattenimento. accompagnata per la lunga discesa. L’acu- Quando si canta e si suona bene è grande stica era perfetta. L’altra metà del mio pe- l’emozione. Esiste pure la musicoterapia riodo è stato il ritorno a Casa Verdi. Non che il nostro animatore, M° Ferdinando posso esprimere che gioia sia stata ritorna- Dani, propone a scaglioni, secondo le dif- re e rivedere Casa Verdi, la nostra casa con ficoltà di alcuni Ospiti quasi centenari. Il tutti i personaggi e il personale. Mi sentivo programma comprende inni, ritornelli, rit- in pieno vigore: tutti allegri e spensierati! mi, cori, pezzi d’opera…ed ecco che i visi Gli incontri canori con il M° Ferdinando si illuminano e qualche acuto echeggia in Dani che conduce e accompagna piace- sala Toscanini e seguono gli applausi. Per volmente il repertorio delle canzoni famo- quanto mi riguarda, abbiamo sempre a sissime in tutta Europa e nel mondo, mi disposizione, nella nostra camera, un tele- hanno fatto ritornare al passato lontano, visore per cui allacciandoci alle varie reti alla mia infanzia, alla mia gioventù e an- possiamo ascoltare la musica che più ci che alla vita professionale. Gioia diversa aggrada. La pandemia per incanto è come è stata ritrovare i compagni professionisti non ci toccasse. Viviamo sicuri e protet- con i quali possiamo coltivare la musica ti anche se distanti dalla nostra famiglia. colta, musica sacra dei noti compositori Grazie Verdi!” delle diverse epoche, molto bella ma molto MARTA GHIRARDELLI, VEDOVA impegnativa! DEL PERCUSSIONISTA JAZZ LEONELLO BIONDA Stiamo incoronando il nostro repertorio con “Ave Maria” scritta sulla scala enig- matica da Giuseppe Verdi, un capolavoro più difficile di tutte le “Ave Maria” dei di- “I o per cinquantotto anni ho vissuto con mio marito compositore e tenore che ha sempre cantato. Rimasta sola, in questo versi compositori. Con il M° Dani stiamo periodo di pandemia mi ha aiutato tanto perfezionando “Va pensiero” dal Nabucco la musica, poiché il M° Dani durante la e il “Coro dei gitani” dal Trovatore. Gra- settimana ci ha fatto cantare delle bellissi- zie Casa Verdi! Viva Verdi! Viva M° Fer- me canzoni che lui stesso accompagnava al dinando!” pianoforte e che mi hanno fatto ricordare IRENA DŎMOWICZ, MEZZOSOPRANO le bellissime canzoni e romanze cantate da 8
LaVoce di CasaVerdi mio marito. Certamente se non ci fosse sta- ta la musica, noi che viviamo in una casa di riposo, molto bella, saremmo rimasti “D urante il periodo della pandemia mi ha fatto molto piacere cantare con Ferdinando (il M° Dani, responsabi- isolati, mentre con la scusa di cantare ci le delle attività di animazione) le vecchie riunivamo in gruppo e ci facevamo com- canzoni che cantavo ancora da ragazza pagnia in allegria. Quindi viva la Musica quando facevo parte di un coro. Che mera- e bravissimo il M° Dani che ci ha fatto di- viglia! Grazie Ferdinando!”. menticare, almeno per un po’, che stavamo IOLANDA VISCHI, attraversando un bruttissimo periodo del- VEDOVA DEL M° MARIO CICOGNA, la nostra vita”. DOCENTE DI TEORIA E SOLFEGGIO IOLANDA PUGLISI, VEDOVA DEL M° GIUSEPPE AL CONSERVATORIO “G. VERDI” DI MILANO CATENA, TENORE E COMPOSITORE È difficile non lasciarsi travolgere dalle ter- “L a musica mi ha salvata. Ho passato giorno dopo giorno con la Musica. È infinita.” ribili notizie di persone a me molto care che che si sono gravemente ammalate o addirittura sono scomparse in questi terri- BISSY ROMAN, bili tempi di pandemia. Tante persone, pur INSEGNANTE DI CANTO E REGISTA avendo evitato il virus, sono cadute in uno stato di depressione e di sconforto. Qui in “I l teatro è chiuso, ma abbiamo potuto ascoltare musica online e streaming. Abbiamo sentito anche tanti concerti alla Casa Verdi, privato per lungo tempo della visita dei miei cari, ho cercato di reagire e trasformare le lunghe ore di solitudine in finestra! La musica è per tutti! Per tutto il tempo creativo per fare lavorare la mente e mondo!” portare a termine un progetto che avevo in HISAE TERAKURA, SOPRANO mente da tempo. Si tratta dell’ “Aria di Maria” la cui ispira- zione viene da molto lontano. Mia madre “D a quando non ascolto musica non c’è più divertimento per me. Sento che studiare musica è un mio dovere. In me ne parlò tanti anni fa: era stata al cine- ma e mi aveva cantato questa aria che io ho poi rielaborato e ripensato nel tempo. questo periodo ho perso tutte le attività di Una volta messo a punto il testo ho affidato insegnamento, ma adesso posso studiare le parole al Maestro Carlo Benatti celebre molto bene usando questo tempo libero e organista e compositore che ha dato forma quando sarà finita la pandemia potrò in- alla musica. Poi ci sono state le lunghe ses- segnare anche molto meglio.” sioni di prova supportato dal prezioso con- HIROSHI TERAKURA, VIOLISTA, tributo della pianista Ada Mauri e infine EX PROFESSORE D’ORCHESTRA la pubblicazione sul canale YouTube del AL TEATRO ALLA SCALA pezzo musicale. Per questo devo ringraziare il mio amico 9
LaVoce di CasaVerdi Mauro che mi ha messo a disposizione le Nella illustre cornice della Fondazione sue conoscenze tecnologiche. E’ una vera Casa di Riposo per musicisti “Giuseppe soddisfazione sapere che queste note pos- Verdi” di Milano, troviamo personaggi sono uscire dalle stanze di Casa Verdi per come Beniamino Trevisi classe 1926 che, essere ascoltate nel mondo. Non posso fare questa dose, l’ha sempre con sè. a meno di commuovermi nel pensare che Parlare di Beniamino è come sentirsi par- mio figlio mi ascolta dall’Inghilterra o ad- te della grande famiglia di Casa Verdi e dirittura mio nipote Nicolò mi segue dalla condividere, con lui e con tutti gli ospiti, i Colombia dove ora si trova per lavoro. bei momenti legati alla musica che, diceva Ma non c’è stato soltanto questo: contan- Platone, come la ginnastica serve ad irro- do sul fatto che nonostante l’età ho ancora bustire il corpo, arricchisce l’animo. una buona voce, supportato sempre dalla Non si possono dimenticare le giorna- impareggiabile prestazione della pianista te passate, prima del COVID, con il M° Ada Mauri, ho registrato “Panis Angeli- Adriano Bassi e il M° Arturo Sacchetti, te- cus” e “Dona Nobis Pacem”; anche questi stimoni del glorioso passato della musica. pezzi sono sul mio canale YouTube. Anche nel periodo della pandemia non sono mancati bei momenti che hanno im- Non posso tacere le attività musicali pro- preziosito l’atmosfera di Casa Verdi. Ada mosse dalla direzione della Casa Verdi che Mauri e Beniamino Trevisi hanno esegui- hanno coinvolto tante volte gli Ospiti. to brillantemente una breve composizione Non oso pensare cosa sarebbe stato questo dal titolo “A Maria”, dedicata a tutte le lungo periodo di pandemia senza il con- mamme ed elaborata per voce e pianoforte forto della musica che mi ha permesso di dall’amico Carlo Benatti. sentirmi vivo, attivo e presente anche oltre La generosa voce di Beniamino ci ha rega- lo spazio di Casa Verdi. lato anche il celebre “Panis Angelicus” di BENIAMINO TREVISI, Cesar Franck e il “Dona nobis” di W. Ama- TENORE deus Mozart. Tutti i video sono fruibili ora su Youtube attraverso la ricerca Ada Mau- Dopo più di un anno ci ritroviamo anco- ri e Beniamini Trevisi. ra in emergenza pandemia e il pensiero va A tutta la grande famiglia di Casa Verdi alle tante situazioni di sconforto che ab- va rivolto il nostro grazie per la testimo- biamo passato. nianza di valori morali e culturali che an- A questi momenti di scoraggiamento è im- cora oggi ci trasmettono. portante reagire con una buona dose di M° CARLO BENATTI speranza e di ottimismo. 10
LaVoce di CasaVerdi LA CONTROVERSA QUESTIONE DELL’ACCENTO di Mirella Abriani Suso in Italia bella giace un laco, a piè de l’alpe che serra Lamagna sopra Tiralli, c’ha nome Benaco. (Dante-Inferno, canto XX) Pierino era tormentato dal dubbio dell’accento: “Si dice Bènaco o Benàco?”. Dubbio che gli stava rovinando la vacanza suso in Italia bella dove quasi tutti dicevano Bènaco: “La perla del Bènaco”, ecce- tera. Ma per Dante era Benàco, aveva imparato a scuola. Che dilem- ma!!! Decise di farsi chiarire le idee dal prof che si trovava nella sua stessa pensione. Il prof, ignorando che il tacer è bello quando non si sa, cercò di barcamenarsi ricorrendo a presunte questioni etimolo- giche che davano ragione sia al partito dei Bènachi che a quello dei Benàchi, per la verità questi ultimi pochini pochini. I guelfi e i ghi- bellini dell’accento... Il prof non convinse Pierino che decise di fare lui stesso un sondaggio sottoponendo il quesito al personale della pensione, alla gente del luogo, a turisti e baristi, cercando di pilotare la chiacchiera verso Bènaco o Benàco che dir si voglia. Ma quasi tutti dicevano Bènaco. Persino le guide turistiche. Questo contrariava ossessivamente Pie- rino, fiero e accanito difensore del Benàco, come aveva imparato a scuola. Dante meritava di più. Colto da un moto dell’animo, inforcò un pennarello e iniziò a mette- re l’accento sulla “a” di tutti i Benaco che gli capitarono sottomano, nei depliant, sui cartelloni pubblicitari esposti un po’ ovunque, anche quelli affissi ai muri, sui biglietti, sulle cartoline... Dante era vendicato. Una volta, mentre metteva l’accento su un Benaco scarabocchiato su un muro, un vigile gli diede la multa.. 11
LaVoce di CasaVerdi NOSTRI Ernesto OSPITI Colloridi La Redazione Gentile Maestro Colloridi, dove è poi collaborato con la Rai in qualità di nato? incisore musicale e in seguito come Sono nato a Marsala, il 13 aprile 1932, trascrittore musicale, affiancando i da nobile famiglia e ho iniziato gli studi diversi arrangiatori, compositori e musicali a 8 anni con mio papà che era direttori d’orchestra tra i quali ricor- professore di clarinetto, concertista e do almeno Gorni Kramer, Armando Maestro Direttore della Banda musi- Trovaioli, Ennio Morricone, Bruno cale della Polizia di Stato Italiana. Canfora, persona di grande culturale letteraria e musicale con il quale ho Come è proseguito il Suo percorso instaurato una solida amicizia. musicale? Dopo gli studi di ragioneria, ho pre- Lei collaborò soprattutto con il M° stato il servizio militare nella Banda Nino Rota. Ci racconti qualcosa di musicale della Polizia di Stato e poi questo sodalizio artistico. mi sono dedicato completamente alla Dopo essere stato l’allievo predilet- musica, prima studiando con il M° to del M° Nino Rota, ho avuto l’onore Giuseppe Savagnone e poi con il M° di essere suo collaboratore per oltre Nino Rota che mi ha preparato ad una vent’anni, dal 1957 al 1979, in qualità nuova professione, sino ad allora sco- di trascrittore musicale, assistente nosciuta: “l’assistente all’Orchestra”. musicale, assistente all’Orchestra e Questa nuova figura artistica fu crea- organizzatore dei suoi numerosi im- ta proprio dal M° Rota per agevolare pegni artistici relativi alla composizio- i direttori d’orchestra che lavoravano ne di musica per film, opere, sinfonie con Federico Fellini il quale esigeva e per i concerti in Italia e all’estero. spesso repentini cambiamenti che Posso dire che per molti anni sono spesso creavano disagi ai direttori e stato il segretario personale del M° allungavano i tempi di registrazione. Nino Rota e per questo motivo nel Questa nuova figura professionale è 1980 la Rai mi chiese una relazione poi stata inserita anche negli orga- sul M° Rota e sulla sua amicizia con nici della Rai e di quasi tutte le case Igor Stravinskij al quale lo legava la editrici musicali. Dal 1952 al 1968 ho comune sensibilità verso i giovani 12
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LaVoce di CasaVerdi dotati di particolare talento per l’ar- ti del mondo accademico, diplomatico te musicale. Dal 1979 – anno della e ministeriale. morte di Nino Rota – e fino al 2002, ho continuato a collaborare con la Rai Ci racconta un aneddoto curioso come trascrittore musicale ed assi- della Sua lunga collaborazione con stente all’orchestra per tutti gli spet- Nino Rota? tacoli televisivi. Dal 1980 fino al 1984 Il M° Rota non faceva mistero di avere ho avuto anche l’onore di collaborare un assistente musicale e un segreta- con Eduardo De Filippo come coordi- rio personale molto discreto e sempre natore delle sue musiche e interme- a sua disposizione. Ricordo che quan- diario con la S.I.A.E. do rientrava di notte e cercava invano alcune sue musiche mi telefonava per Sappiamo che Lei ha dato vita a chiedermi dove potessero essere… numerose fondazioni. Può raccon- Ovviamente era tale la confusione tarci brevemente qualcuna di que- che spesso non riuscivo nemmeno io ste esperienze? a localizzare ciò che lui cercava, ma Cercherò di sintetizzare le esperien- poi fortunatamente la memoria mi ze più interessanti a cominciare dalla aiutava e recuperavo sempre la mu- “C.I.T.A.M.” (Cooperativa Italiana Tra- sica desiderata! Ecco come mi sono scrittori, Arrangiatori, Assistenti mu- guadagnato l’appellativo di “indispen- sicali e all’orchestra) che ho fondato e sabile” con il quale il Maestro mi de- presieduto dal 1972 al 1984. Dal 1982 scriveva ad amici e colleghi di lavoro! al 1990 invece sono stato fondatore e amministratore delegato dell’As- E un ricordo di Franco Ferrara? sociazione “San Carlino alle Quattro Aveva un udito particolarissimo che Fontane” che aveva lo scopo di pre- gli permetteva - anche durante l’ese- parare giovani musicisti alla pratica cuzione di orchestre di cento elemen- d’orchestra. Nel 1992 ho promos- ti – di percepire qualsiasi sbaglio di so, fondato e sostenuto l’Accademia intonazione, mettendo in imbarazzo “Franco Ferrara” per porre all’at- anche professori di grande prestigio. tenzione del grande pubblico questo Ricordo ad esempio che durante una celebre direttore d’orchestra che ha registrazione negli studi della R.C.A., collaborato con compositori e registi un primo violino solista non riusciva di fama internazionale; per dare un’i- ad eseguire un assolo come indicato dea del livello artistico di questa ac- dal Maestro Ferrara che, scese dal cademia, mi preme ricordare che ne podio, gli tolse il violino dalle mani ed fu Presidente Onorario un maestro di eseguì il brano nel modo desiderato fama mondiale quale Sergiu Celibida- confermando il proprio talento. Ri- che e ne fecero parte illustri esponen- cordo anche di avere avuto per qual- 14
LaVoce di CasaVerdi che tempo, tra i miei collaboratori, classica e leggera divenuti poi famosi un musicista argentino concertista di come Lucio Dalla, Naria Ilva Biolcati pianoforte, di nome Amato Nicolas, (in arte) Milva, la Ricciarelli, ecc. che rimase particolarmente colpito dal talento del M° Ferrara così che un Mi piace inoltre ricordare che il Dr. giorno lo portai, su sua richiesta, alle Ettore Zeppegno è uno tra i più gran- registrazioni del M° Ferrara pres- di pianisti di musica Jazz del mondo so gli studi della R.C.A. e, al termine oggi viventi, o forse l’unico e conclu- della giornata, gli chiesi un commen- do dicendo che il Dr. Maestro, Ettore to su quanto visto e ascoltato. Nico- Zeppegno è per la sua umiltà artistica las mi ringraziò per quell’opportunità e la sua acclamata riservatezza, poco che gli avevo offerto e mi disse: “Stra- conosciuto dal grande pubblico, così ordinario, ti ringrazio, sono strabilia- come il grande Maestro Franco Fer- to e confuso per come il Maestro ha rara: peccato. affrontato la direzione di quelle mu- siche. Mi è sembrato che il Maestro Lei ha ricevuto moltissime onori- avesse una bacchetta elettrica, non ficenze. Ne ricordiamo qualcuna? ti so spiegare la sensazione, ma cer- Nel 1995 sono stato nominato consi- tamente credo che non diventerò mai gliere della “Legion d’Oro” e membro un direttore d’orchestra di quella por- del consiglio di amministrazione della tata”. Per quanto attiene la R.C.A., io “Pontificia Accademia Tiberina”, una vi collaborai per moltissimi anni per celebre istituzione culturale romana merito del Dr. Ettore Zeppegno che fondata nel 1813 – lo stesso anno del- bisogna ricordare, perché grazie a lui la nascita di Verdi! – da un gruppo di la R.C.A. acquisì un prestigio mondia- personaggi dotti residenti a Roma per le, come parimenti lo acquisì lo stesso coltivare le scienze e le lettere latine Ettore Zeppegno per aver promosso e italiane e sviluppare gli studi storici in qualità di Direttore Artistico prima sull’Urbe, Ho ricevuto premi in Italia, e di Direttore della R.C.A. poi, la rea- in Francia e dal 2 giugno 1996 sono lizzazione di registrazione di musiche Cavaliere della Repubblica Italiana. da camera, operistiche, sinfoniche e di musica leggera, dirette dai più fa- Complimenti Maestro Colloridi mosi Direttori d’Orchestra dell’epoca, per la Sua lunga e prestigiosa car- come Georges Prétre, Pietro Argento, riera e siamo certi che nel cor- Bruno Nicolai, Carlo Savina e lo stes- so del tempo ci racconterà anco- so Franco Ferrara, avendo la lungi- ra tanti aneddoti interessanti ed miranza per quei cantanti di musica emozionanti! 15
LaVoce di CasaVerdi i NO S TR I g i o v a n i s t u d e n t i intervistati da Massimo Albanese Quando hai deciso di dedicarti alla scelta in quanto ero piuttosto piccolo musica e perchè? quando iniziai, ma fu, come già detto Mi sono avvicinato alla musica all’età prima, mio padre che mise tra le mie di 6 anni studiando il violino con mio braccia questo strumento a cui, con il padre, anch’egli musicista. Durante tempo, mi sono appassionato. gli anni del liceo musicale ho capito che la musica sarebbe stata la mia vita Come mai, pur essendo di origine grazie ad un’esperienza in particola- Ungherese, hai scelto di studiare e re: la collaborazione dell’orchestra vivere in Italia? del liceo, della quale io facevo parte, Ho sempre sognato di poter studiare con il teatro di Pècs che si è tradotta all’estero per la mia voglia di viaggia- nella rappresentazione di due opere re, conoscere un’altra terra, un’altra di W.A.Mozart e di Donizetti. cultura. Quindi all’età di 19 anni, dopo aver terminato gli studi liceali, ho de- Nasci, quindi, da una famiglia di mu- ciso di studiare qui in Italia. sicisti? Tra le diverse città italiane ho scelto Si, la mia famiglia è prevalentemente di studiare proprio a Milano, preci- formata da musicisti: il primo tra tutti samente alla scuola civica di musica fu mio nonno che, nato in un villaggio “Claudio Abbado”, perchè qui inse- molto piccolo dell’Ungheria, frequen- gna il docente con il quale avrei voluto tò una scuola musicale. I miei genitori studiare e dal quale sono attualmente sono anch’essi musicisti: mio padre, seguito nel mio percorso. violinista, suona alla Camerata di Sa- Poi, musicalmente parlando, l’Italia lisburgo e mia madre, flautista, inse- ha sempre ricoperto un ruolo fonda- gna in un liceo musicale. mentale nel panorama mondiale,so- È interessante anche il fatto che ci sia prattutto per l’opera. una sorta di tradizione: i miei nonni insegnarono musica ai miei genitori, i Quali generi musicali prediligi? quali,poi, fecero lo stesso con me. Innanzitutto direi di prediligere la musica classica che è poi quella che Come mai il violino? maggiormente studio e suono con il In realtà non si è trattato di una mia mio strumento. In maniera partico- 16
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LaVoce di CasaVerdi immagini suggestive: un lago al di là di una buia foresta in cui la luna si riflette. Quali sono state le esperienze che più ti hanno segnato nel tuo percor- so musicale fino ad oggi? Una delle esperienze più importan- ti penso sia stata la partecipazione biennale a un’orchestra giovanile di- retta da un noto pianista ungherese Tamás Vásáry con cui ho fatto diversi concerti anche in altre nazioni diverse dall’Ungheria. Ho avuto modo di suonare anche in altre orchestre giovanili come la Or- kester Norden in Finlandia. Ho partecipato a diversi concorsi na- zionali ed internazionali classifican- domi spesso ai primi posti. lare mi piace molto l’opera per le di- Ho frequentato anche una master- verse storie e trame che racconta e di class tenuta da Anton Sorokow, primo come la musica possa perfettamente violino dei Wiener Symphoniker. adattarsi a qualunque situazione de- scritta. Al di là di questo, però, mi pia- Cosa ha significato per te la musica ce anche ascoltare e spaziare in altri durante questa pandemia e la fase generi quali il jazz e rock. del lockdown? Dato che non era possibile uscire di Il tuo pezzo classico preferito? casa e svolgere le attività che ero so- Uno dei pezzi classici che più preferi- lito fare, ho approfittato di questa si- sco è “Il lago dei cigni” di Tchaikovsky. tuazione per studiare pezzi nuovi che, Ricordo che eravamo soliti ascoltare per mancanza di tempo, non avevo questo pezzo, anche durante viaggi in mai letto. È stato anche un modo per macchina. Pertanto, ogni qualvolta passare più tempo con la mia famiglia lo riascolto, riemergono le emozioni che non ho modo di vedere spesso passate e sale un po’ la nostalgia. dato che viviamo ormai a oltre 1000 È un brano che crea nella mia mente km di distanza. 18
LaVoce di LaVoce di CasaVerdi CasaVerdi • Poesie • di Marisa Terzi Un nido Un nido sull’albero. Fra rami scarni e fragili una vita sospesa e forse più vite sospese sotto un cielo grigio voglioso di tempesta pesante. Papà Più passa il tempo più mi sembri vero. Invecchiando sei come un vino d’annata. Ti amo oggi nella mia età matura più della felicità. Sei dolce, ti commuovi, non sei prepotente. Chiedimi l’anima, non si vede ma ce l’ho. Cosa vuoi, tenermi ancora sulle ginocchia? Eccomi. 1919
LaVoce di CasaVerdi FIGLIO MIO! ARRIVO IO! Racconto di Marta Ghiradelli Il mio secondogenito Raffaele, ottenuta la matu- rità, dopo il servizio militare, pensò di trasferirsi all’estero come aveva fatto il fratello maggiore, per approfondire i suoi studi ed imparare meglio l’in- glese. Anziché Londra, dove avevamo conoscenze, il caso volle che gli fu proposto di andare in Ame- rica. La sistemazione avvenne in California, a San Francisco. Dopo un breve tempo di coabitazione con i parenti di un suo amico, trovò un monolo- cale, un lavoro in un bar greco e la possibilità di frequentare la scuola. Tutto procedeva per il me- glio. Un famoso regista hollywoodiano ogni mat- tina, con la moglie, soleva fare la prima colazione ed aspettava che venisse servita da mio figlio. Era nata con lui una simpatica amicizia portando tanti attori del set che divennero frequentatori assidui del locale. Il perché era del tutto spiegabile: le co- lazioni venivano servite abbondantemente! Dopo i primi tempi mi arrivò una telefonata da Raffaele che mi diceva di essere preoccupato perché temeva non gli venisse rinnovato il permesso di soggiorno. Le telefonate divennero più assidue e preoccupan- ti. Chiamandolo dissi; “Figlio mio, non temere! Ar- rivo io!”. Noi siamo i Ghirardelli, oriundi di Gandino in pro- vincia di Bergamo. Bartolomeo Colleoni, il grande 20
LaVoce di CasaVerdi condottiero, era anche lui di Gandino. Le famiglie si imparentarono ed in seguito i conti della Ghe- rardesca, ricchi possidenti terrieri, facevano la- vorare pastori che pascolavano migliaia di pecore che naturalmente venivano tosate. Da qui nacque il lanificio di Gandino. Coperte militari, divise per l’esercito, livree venivano acquistate in Inghilterra come in Russia. Si diceva che un Ghirardelli non dovesse mai fare anticamera tra i regnanti e gli zar. L’industria laniera era sempre più redditi- zia e negli anni che seguirono furono questi miei antenati ad elargire per primi i contributi per la nascita della “Italcementi”, seguiti poi dai Mazzo- leni e Pesenti. La storia prosegue e i tanti fratelli Ghirardelli si sparsero per il mondo. Un prozio di mio padre, tale Domenico Ghirardelli, si trasferì in Svizzera dove creò una grande fabbrica di cioc- colato. Quando San Francisco venne distrutta dal terremoto nel 1906, questo mio antenato vendette tutti i suoi averi, compresa la fabbrica, e donò il ricavato per la ricostruzione della città. Ed ecco a San Francisco gli venne dedicata una piazza, “Ghi- rardelli Square”, dove è ben visibile, su un grande palazzo, la scritta “Chocolat”. A mio figlio non dissi mai nulla. Si fermò per più tempo. Io non partii. A Gandino ancora oggi, du- rante le grandi ricorrenze, le coperte di lana tap- pezzano i davanzali e i balconi delle abitazioni per omaggiare una delle grandi famiglie d’Italia. Tutto questo è storia. 21
LaVoce di CasaVerdi Ricordo di Vilmos Lesko La Redazione Aveva 85 anni ed era in Casa Verdi dedicò sempre con costante impegno dal 2016. e particolare attenzione. Nel 1998 venne pubblicato anche un suo volu- Di origine ungherese, svolse per tut- me dal titolo “Le forme della musi- ta la vita l’attività di musicista, diret- ca strumentale”. Di carattere molto tore d’orchestra e docente. riservato, aveva un’educazione d’al- Nato a Szeged (Ungheria) nel 1936 tri tempi e una passione autentica e studiò pianoforte, composizione e profonda per la musica che lo ha ac- direzione d’orchestra a Budapest, compagnato fino alla fine. Ginevra e Amburgo e, proprio in quest’ultima città, fu nominato di- rettore dell’Orchestra Jeunesses Musicales. Tra i numerosi impegni, diresse tra l’altro la pri- ma assoluta dell’opera contemporanea “Die Auszeichnung” di Hans Poser. Vinse numerosi concorsi internazionali di composizione e la ra- dio ungherese gli com- missionò un brano sin- fonico. Fu direttore, dal 1985 al 1988, del Liceo Mu- sicale di Varese dove cercò di promuovere il metodo Kodaly e fu an- che docente dell’Istituto Pareggiato “G. Donizet- ti” di Bergamo. Proprio all’attività didattica si Foto di Armando Ariostini 22
LaVoce di CasaVerdi Ricordo di Ada Mauri La Redazione Aveva 71 anni ed era in Casa Verdi te affetto da parte dei suoi numero- dal 2018 si allievi. Dotata di rara sensibilità, si metteva a disposizione di coloro Apprezzata pianista, fece parte per che sentiva più bisognosi di affetto e ben 33 anni consecutivi - dal 1977 al amicizia ed entrava nelle loro vite a 2010 – dell’Orchestra del Teatro alla piccoli passi, con quella garbata na- Scala condividendo con entusiasmo turalezza che desidera aiutare, ma le innovazioni culturali e musicali soprattutto rispettare. rivolte al sociale promosse da per- Poco prima della pandemia, aveva sonalità geniali quali furono Claudio coinvolto alcuni Ospiti nella nascita Abbado e Paolo Grassi. di un piccolo coro con il quale spe- Di grande importanza fu anche il pro- rava di preparare brani celebri da fondo impegno sempre profuso nell’attività di- dattica svolta prima al Conservatorio di Pia- cenza e poi all’Acca- demia del Teatro alla Scala dove diede un importante contributo nell’ambito dei corsi di perfezionamento. La profonda cultura, la passione per il sape- re, l’amore per l’arte in tutte le sue forme e l’u- miltà che contraddistin- gue solo i veri sapienti, hanno sempre procu- rato alla professoressa Mauri una stima unani- me ed incondizionata da parte dei colleghi e un sincero e riconoscen- 23 Foto di Armando Ariostini
LaVoce di CasaVerdi eseguire nelle ricorrenze verdiane e Ciao Ada magari da incidere come ricordo per il nostro caro amico Beniamino ci ha co- i visitatori… municato che sei stata chiamata a far Per quelle strane coincidenze del de- parte della grande orchestra dell’Uni- stino, proprio una settimana prima verso. di lasciarci, era stata contattata dal Ci mancherai molto e ci mancherà la “Corriere della Sera” per rilasciare tua musica che con quel tuo tocco fatato un’intervista dedicata all’importan- riusciva a far vibrare tutte le corde del za della musica soprattutto durante nostro essere. i lunghi mesi del lockdown e anche Sei stata una persona speciale sia come in quell’occasione la sua “passione” donna che come musicista, hai dato artistica era emersa con immutato molto e non ti dimenticheremo mai. entusiasmo. Fai buon viaggio. Non sarà facile accettare la tua as- senza perché alcune presenze diven- Isabella e Mariapia tano fondamentali. Forse ce ne fare- mo una ragione solo con l’aiuto della Musica. 24
LaVoce di CasaVerdi Ricordo di Tommasina Caiazzo (in arte MASI FIORANI) La Redazione Aveva 97 anni ed era in Casa Verdi Tito Schipa. Durante i primi anni del- dal 2007 la guerra cantò in vari spettacoli or- ganizzati dal Comune di Milano, poi A 15 anni iniziò a cantare nell’Acca- dovette sfollare insieme alla famiglia demia Corale del Comune di Milano che rientrò a Milano solo all’inizio del e nello stesso tempo studiò anche 1944. Alla fine della guerra venne canto lirico con lo stesso maestro di ingaggiata da un’orchestra tutta al Foto di Armando Ariostini 25
LaVoce di CasaVerdi femminile con la quale Masi si esi- Successivamente si esibì in moltis- bì interpretando sia brani di musica sime serate e incise dischi, anche in leggera che pezzi d’opera; con que- duo e in trio. Dopo la nascita dei due sta formazione, cantò in molti spetta- figli, Alberto e Antonio, nel 1959 ab- coli al “Grand’Italia”, un celebre caffè bandonò la carriera e si dedicò alla concerto in Galleria Vittorio Emanue- famiglia. le a Milano e lì conobbe il futuro ma- In Casa Verdi si dedicava con parti- rito, Cesare. colare passione alla realizzazione di Riprese il canto lirico, ma si specia- splendidi bijoux che venivano sempre lizzò nel repertorio leggero che in- apprezzati e venduti in gran quantità terpretò per diversi anni con succes- nei mercatini dei prodotti artigianali so in diversi contesti tra i quali la Rai realizzati dagli Ospiti dell’Istituto, a fa- di Milano e la Radio di Trieste e di Ve- vore delle adozioni a distanza. Il buon nezia. Nel 1952 superò un’audizione gusto, l’originalità e la fantasia di Masi alla Radio di Torino con il M° Angelini erano all’origine dei bellissimi orec- che la fece partecipare a numerose chini, anelli, collane e braccialetti che trasmissioni. creava con instancabile entusiasmo e che abbinava sempre con sapiente elegan- za ad ogni abito. Ama- va partecipare a tutti i momenti conviviali, dai giochi di società alle merende, dalle gite agli spettacoli e la sua com- pagnia affabile e gentile era sempre gradita. Non si esibiva più in pubblico, ma quando sentiva le note de La Vie en Rose si lasciava trascinare dalla musica e dai ricordi e cantava con tanta serenità. La signora Masi davanti alle sue creazioni di bijoux insieme alla grande étoile Anna Razzi Foto di Armando Ariostini 26
LaVoce di CasaVerdi i NUOVI OSPITI MARY JO LINDSEY La signora Mary Jo Lindsay, nata in Arkansas, è una cantante lirica con una lunga carriera di solista soprattutto nell’ambito della musica contemporanea di cui è stata applaudita interprete nei più importanti teatri del mondo e con le maggiori orchestre internazionali, anche televisive e radiofoniche. Durante la sua carriera, ha lavorato con tutti i più grandi direttori d’orchestra. Oltre che all’attività concertistica, la signora Lindsey si è dedicata intensa- mente anche alla ricerca e alla didattica: dai primi anni ‘90 al 2011 è stata Consulente Vocale per i Civici Cori di Milano e docente ai corsi organizzati dal CIMA (Centro Italiano di Musica Antica), titolare della cattedra di canto artisti- co presso l’Istituto musicale Gaetano Donizetti di Bergamo, nonché docente al Conservatorio di Milano per i corsi di repertorio inglese e americano. 2727
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