La selettività alimentare nell'autismo: inquadramento diagnostico e principi di trattamento - Luigi Mazzone Neuropsichiatra Infantile - Anffas

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La selettività alimentare nell'autismo: inquadramento diagnostico e principi di trattamento - Luigi Mazzone Neuropsichiatra Infantile - Anffas
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  La selettività alimentare nell’autismo:
inquadramento diagnostico e principi di
                trattamento

                Luigi Mazzone
            Neuropsichiatra Infantile
La selettività alimentare nell'autismo: inquadramento diagnostico e principi di trattamento - Luigi Mazzone Neuropsichiatra Infantile - Anffas
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             Disturbi alimentari

Approccio al cibo e agli alimenti che
presuppone un’alterazione dalle normali
abitudini alimentari accettate culturalmente in
base al tempo e alla nazione dove si nasce e si
cresce
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La selettività alimentare consiste in un’anomalia
dell’alimentazione che comporta una forte rigidità
nelle scelte alimentari, ossia l’assunzione di un
numero limitato di alimenti, spesso meno di cinque
cibi, accompagnata da una scarsa accettazione di
cibi nuovi da mangiare.
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        Alimentazione Selettiva e DSM- 5

Nel DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders),
il ‘Disturbo Evitante/Restrittivo dell’assunzione di cibo‘
(Avoidant/restrictive food intake disorder- ARFID) sembra essere
quello che meglio descrive la rilevanza clinica dell’alimentazione
selettiva.

Tale categoria diagnostica si sostituisce al Disturbo della nutrizione
nell’infanzia o prima giovinezza (FD) descritto nel DSM-IV TR. A
differenza di quest’ultimo, esso non fa riferimento a un periodo dello
sviluppo limitato, con il vantaggio di poter essere diagnosticato
durante tutto l’arco di vita.
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                             Ristretto apporto
                                  calorico

                 Piluccare                              Un bambino che e’
                                                        «schizzinoso nella
                                                         scelta del cibo»
     Rifiuto del cibo

                                                          Problematiche al
                                  Selettività            momento del pasto
 Diminuita varieta’               alimentare
nella scelta del cibo                 è…

                                                         Una tipologia di cibo
                                                              mangiata
            Una
                                                           frequentemente
     categorizzazione
       dei cibi che si           Rituali e ossessioni
      focalizza sugli              intorno al cibo
          aspetti
        nutrizionali
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                                           Odore
     Consistenza
                                                           Rituali
                     Disposizione del
                                                         attorno al
                      cibo nel piatto
                                                            cibo
Marca

              Fattori e tipologie sensoriali collegati        Quantita’
                   alla selettivita’ alimentare

Confezione                                                    Colore
                                              Forma
             Gusto

                       Temperatura
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           100 bambini con ASD(range d’eta’:1,8 anni ai 10 anni)

                               Sondaggio fatto sui genitori

  67% dei genitori riportava che il proprio figlio fosse “schizzinoso” nella scelta
del cibo nonostante il fatto che il 73 % riportava che il proprio figlio aveva un buon
                         appetito per i cibi che gli piacevano

                  Questo suggerisce che la selettivita’ alimentare
                   non sia associata alla mancanza di appetito
                                  Erano selettivi per:

    69%
                                                                     22%
 consistenza
                                                                  temperatura
                                       45%
                                                      36%
                   58%                 gusto
                                                      odore
               presentazione
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 138 bambini con ASD confrontati con 298 bambini a sviluppo tipico
                 (range d’eta’:7 anni ai 9,5 anni)

                       Questionari dati ai genitori
        ( Food Preference Inventory; Children’s Eating Behavior Inventory)

       oASD avevano piu’ problemi legati all’alimentazione
     oUtilizzavano piu’ spesso utensili specifici e una specifica
                 presentazione del cibo nel piatto
            o72% mangiavano una ristretta varieta’ di cibi
oGli ASD mangiavano meno cibi all’interno di ogni categoria di cibi
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                                                             2010

    53 bambini con ASD rispetto a 58 controlli(range d’eta’ da 3 a 11 anni)

Versione modificata del Food Frequency Questionnaire e un diario alimentare
                          della durata di tre giorni

oI bambini con ASD esibivano piu’ rifiuto del cibo rispetto ai controlli (ASD:
                         41,7% vs controlli:18,9%)
   oI bambini con ASD esibivano un repertorio di cibo limitato superiore
           rispetto ai controlli (ASD: 19 cibi vs controlli:22 cibi)
      oI bambini che esibivano un maggiore repertorio di cibi limitato
riportavano anche un apporto calorico inadeguato anche rispetto al valore
                                  nutrizionale
10

?
11

                    Perchè…

• Non sono state usate nei diversi studi misure specifiche
       per la rilevazione della selettività alimentare

      • Inoltre, non esiste una definizione standard
              operazionalizzata di tale costrutto
12

                              Perchè…
  Sono presenti in letteratura studi sulla selettività alimentare in bambini
   sani. Tuttavia, l’applicazione dei risultati di tali studi in popolazioni di
                    bambini affetti da ASD risulta difficile.

L’etiologia delle problematiche alimentari negli ASD potrebbe essere infatti
differente dall’eziologia delle stesse problematiche presenti in altri bambini
   a causa dell’unicità del profilo comportamentale dei bambini con ASD
13

 Hanno operazionalizzato il costrutto di
  selettività alimentare basandosi su

Esperienza clinica        Sugli studi pilota che
                             esistevano sulla
                         selettività alimentare e
                                    ASD
14

            La selettivita’ alimentare include tre
                            DOMINI

                  1                                3

                                          Alta frequenza di apporto
          Rifiuto del cibo      2              di un unico cibo

                             Repertorio
                              limitato
                               di cibi

Bandini et al. 2010
15

  Problematiche mediche o comportamentali?

La selettività alimentare, e di conseguenza, un
   ristretto apporto calorico, può portare ad
     un’insufficiente apporto nutrizionale?
16

   Schimitt et al                           Raiten e Massaro
2008:NON c’erano                           1986:NON c’erano
differenze tra ASD                        differenze tra ASD e
     e controlli                                 controlli

                              ?
                         Selettivita’
                        alimentare e
                     inadeguato apporto
                          calorico?

                                           Cornish 1996:9/17
                  Le diete a base di
    Herndon et al 2009:
c’erano differenze tra ASD
                                            bambini con ASD
                                               riportavano
                  glutine e caseina?
 e controlli: i bambini con                   un’inadeguato
   ASD assumevano piu’                      apporto calorico.
 vitamine B-6 e E e meno
           calcio.
17

     Aim: to investigate the safety and efficacy of the gluten-
     free/casein-free (GFCF) diet (14 children with autism, age 3-5
     years)

    The study does not provide evidence to
    support general use of the GFCF diet

J Autism Dev Disord. 2016 Jan
18

         Problematiche mediche o comportamentali?
        • Sono state formulate molte ipotesi per spiegare la selettività
                    alimentare nei soggetti affetti da ASD.

         •  Tra queste ampiamente discussa è l’ipotesi che problemi
           gastrointestinali possano essere una ragione del rifiuto del
        cibo, almeno in una parte di questi pazienti. In realtà gli studi che
              sostengono tale ipotesi hanno ottenuto sinora risultati
        contrastanti, con una variabilità molto ampia e dati scarsamente
           replicabili (Nikolov e colleghi 2009;Ibrahim e colleghi,2009).

The Centers for Disease Control and Prevention
(CDC) recently found that children with autism are
more than 3.5 times more likely to suffer chronic
constipation than are their normally developing
peers.
19

  Hanno valutato se i bambini con ASD avevano un’incidenza di problemi
                gastrointestinali maggiore rispetto ai controlli

                 124 bambini con autismo vs 248 controlli
   I bambini sono stati seguiti longitudinalmente per un periodo di 18 anni

Le diagnosi riguardanti i sintomi e i problemi gastronitestinali si riferivano a 5
     categorie:1. costipazione,2.diarrea;3.irritabilita’ addominale,4.reflusso
                gastroesofageo e vomito,5.selettivita’ alimentare

NON c’era un’associazione statisticamente significativa tra l’autismo e
l’incidenza totale di sintomi gastrointestinali, di diarrea,vomito o reflusso
gastroesofageo o irritabilita’ addominale. C’era,invece una differenza tra
bambini autistici e controlli rispetto alla selettivita’ alimentare e alla
costipazione. Inoltre,NON c’era una differenza tra clinici e controlli rispetto alle
intolleranze alimentari quali la celiachia.
20

Hanno valutato se i problemi gastrointestinali nell’infanzia erano correlati alla
             presenza di tratti autistici nella popolazione generale

I genitori di 804 bambini hanno riportato a 1,2,3 e 5 anni se i bambini avevano
                                           avuto
 1.costipazione,2.diarrea,3.irritabilita’ addominale,4.reflusso gastroesofageo e
                            vomito,5.selettivita’ alimentare
                  i tratti autistici venivano misurati usando l’AQ

NON c’era una differenza statisticamente significativa tra chi aveva e chi non
aveva tratti autistici rispetto ai sintomi gastrointestinali
21

Curr Psychiatry Rep. 2013 February ;

                             The evidence reviewed here suggests that a deeper
                             understanding of the gut microbiome could open up new
                             avenues of research on ASD, including potential novel
                             treatment strategies.

       Probiotici ?
22

158 bambini con autismo
79 con selettività alimentare (67 maschi e 12 femmine)
79 senza selettività alimentare
Range d’età tra i 3 e i 12 anni (69 maschi e 12 femmine)

Strumenti: Youth/adolescent Food Frequency Questionnarie (131 item), ADOS, valutazione cognitiva.
23

Non c’era differenza tra i due gruppi relativamente alla presenza di sintomi
gastrointestinali o adeguatezza nutrizionale. I genitori del gruppo con selettività
alimentare percepivano una maggiore gravità dei sintomi autistici, maggiori
problemi comportamentali e un maggior grado di stress.
24

1224 partecipanti (1043 maschi e 181 femmine) età media di 49.9 con diagnosi di
ASD
Scopo dello studio era quello di verificare se specifiche condizioni mediche erano associate
a peculiari profili comportamentali.

Le condizioni mediche incluse nello studio erano: macrocefalia, microcefalia, regressione
psicomotoria, selettività alimentare e disturbi del sonno.

Il profilo comportamentale esaminato riguardava le abilità cognitive, adattive e la severità
dei sintomi autisitci.

La selettività alimentare e i disturbi del sonno erano i disturbi maggiormente
correlati con la severità dei sintomi descritta dai genitori ma non c’era alcuna
correlazione con la valutazione sintomatologica degli operatori.
25

Problematiche mediche o comportamentali?
        Attualmente non è quindi ipotizzabile sostenere che i problemi
    gastrointestinali o le intolleranze come la celiachia siano all’origine dei
 problemi comportamentali legati all’autismo, come la selettività alimentare,
     o dell’autismo stesso. Cosi come non è ipotizzabile sostenere che la
  selettività alimentare è correlata a una maggiore gravità sintomatologica

           Ciò non esclude il fatto che bisogna
               monitorare le problematiche
           gastrointestinali e che bambini con
         disturbo dello spettro autistico possano
         presentare intolleranze, come qualsiasi
                      altro bambino
26

Problematiche comportamentali o mediche?

     La selettivita’ alimentare puo’ essere
      dovuta alla sensibilita’ sensoriale?
   Iperattivazione              Evitamento tattile
 sensoriale a certe                 o risposte
  esperienze tattili            comportamentali
                                 negative a certi
                                  stimoli tattili

       Problematiche
      sensoriali legate
      all’alimetazione:
     Sensibilita’ alla
      consistenza
27

              Sensibilità sensoriale e cibo
Smith et al. in uno studio su bambini normali sulla sensibilita’ sensoriale
     tramite il Sensory Profile hanno indicato che i bambini con una
  sensibilta’ sensoriale avevano anche delle abitudini alimentari e delle
   scelte rispetto alle tipologie di cibo differenti rispetto ai bambini che
                                non la avevano

       Esitavano nel                                     Rifiutavano
       mangiare cibi                                    certi cibi per
          che non                                        l’odore e la
           erano                    Non                 temperatura
         familiari              mangiavano
                                 a casa di
                                   altre
                                 persone
28

            Sensibilità sensoriale e cibo
• Perciò la sensibilità sensoriale può portare alla selettività
      alimentare, in particolare nei bambini con ASD.

 • La resistenza verso certi tipi di cibi può essere correlata
                 alla consistenza o all’odore.

• Per esempio, iper-responsività olfattiva può portare queste
    persone a stare a disagio in luoghi pubblici quotidiani
  come l’ambiente scolastico, o anche la mensa scolastica,
      e essere infastiditi per esempio dall’odore del cibo
                 mangiato dagli altri bambini.
29
      Ruolo della Sensibilità Gustativa nella Selettività Alimentare in
           Soggetti Affetti da Disturbo dello Spettro Autistico.
  Key words: Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), selettività alimentare,
  percezione sensoriale, sensibilità gustativa, gusto dell’amaro, genotipo
  TAS2R38, sensibilità al PROP, FACS (Facial Action Coding System).
Introduzione e razionale (III)

Genotipo TAS2R38 e gusto dell’amaro

TAS2R38: codifica per un recettore per i composti della tiourea (feniltiocarbamide, PTC e 6-n-
propiltiuracile, PROP);
varianti polimorfiche e sensitività individuale all’amaro;
differenti aplotipi, generati da tre polimorfismi del gene TAS2R38, inducono una differente
attivazione della G-protein e dunque della funzione recettoriale e della differente percezione delle
sostanze amare.
30
     Ruolo della Sensibilità Gustativa nella Selettività Alimentare in
          Soggetti Affetti da Disturbo dello Spettro Autistico.
  Key words: Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), selettività alimentare,
  percezione sensoriale, sensibilità gustativa, gusto dell ’ amaro, genotipo
  TAS2R38, sensibilità al PROP, FACS (Facial Action Coding System).
Introduzione e razionale (IV)

A seconda dell’aplotipo presentato:

aplotipo prolina-alanina-valina (PAV)
aplotipo alanina-valina-alanina (AVI)

Popolazione umana fenotipicamente classificata in tre categorie:
non-percettori, percettori e superpercettori dell’amaro
sulla base della risposta alla sensibilità alla tiourea
e suoi derivati (PTC e PROP).
31
     Ruolo della Sensibilità Gustativa nella Selettività Alimentare in
          Soggetti Affetti da Disturbo dello Spettro Autistico.

Discussione e conclusioni (II)

85% dei casi con fenotipo percettore al PROP con selettività alimentare;
Soggetti ASD con genotipo non percettore assumono più alimenti rispetto ad ASD con
genotipo percettore;
Maggiore distribuzione del genotipo percettore negli ASD con selettività alimentare
rispetto agli ASD non selettivi;
concordanza tra genotipo percettore/non percettore e presenza/assenza di selettività
alimentare.

I risultati avvalorano l’ipotesi iniziale che la selettività possa dipendere dall’attivazione di
specifici pattern di sensibilità gustativa. Dimostrano che in un’ampia percentuale di casi la
selettività alimentare può essere considerata come mediata dalla sensibilità gustativa ed
in particolar modo dalla sensibilità al gusto dell’amaro. Questo spiega anche il minor
consumo di specifiche classi di alimenti (ed in particolare di verdure) negli ASD.
32

       Autismo

?
    Selettività alimentare

       Anoressia
33
34

Selettività alimentare…. Cosa Fare?

                            Dietologo/
                           Nutrizionista

                            INTERVENTO

                         MULTIDISCIPLINARE

        Psicologo/
                                             Genitore/
      Neuropsichiatra/
                                             Famiglia
         Terapista
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Selettività alimentare…. Come agire?

                 BAMBINO

      AMBIENTE             GENITORE
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0. PRE-INTERVENTO
•Cambiare ambiente o alcuni elementi nell’ambiente
dove si consuma il pasto
- In quale stanza della casa il bambino è solito
   mangiare? Quali utensili si usano al momento del
   pasto?
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                       PRE-INTERVENTO
•Nonostante ci siano pochi studi in letteratura su questo argomento, è di
fondamentale importanza condurre un’analisi funzionale del comportamento

-   Antecedenti: ciò che succede appena prima dell'emissione del comportamento (es:
    in quali momenti del giorno il bambino è più propenso ad accettare nuovi cibi? con
    quale figura di riferimento)

-   Comportamento emesso (vocalizzazioni negative, coprirsi le mani, la bocca o le
    orecchie, urla, stereotipie, aggrssività fisica): il comportamento problema deve
    essere espresso in termini espliciti, chiari, specifici e in unità minime*

-   Analisi funzionale delle conseguenze (ciò che avviene dopo il comportamento e
    che rinforza l'emissione del comportamento-problema, es: molti genitori tendono a
    rimuovere il cucchiaio o la forchetta nel momento in cui il bambino inizia ad
    emettere il comportamento problema, o a proporre il cibo preferito)
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                                    38

                  RINFORZO POSITIVO
 Procedure basate sulla manipolazione dell’antecedente

  Apprendimento Classico  Stimolo od evento che produce un aumento nella
           probabilità di comparsa della risposta che lo ha preceduto.

Es. Accettazione di un nuovo cibo  rinforzo (anche non alimentare ad es.
                        il gioco preferito per 30 sec.)

                                    Esempio:
 Se a un bambino che mangia solo poche tipologie di cibi gli viene proposto il
   suo cibo preferito in seguito al rifiuto di un cibo che non mangia, il bambino
             sara’ rinforzato positivamente rispetto al rifiuto del cibo.

  Dopo: aumentare il numero dei bocconi prima di ricevere il rinforzo (fading)
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                 39

           SHAPING MODELLAMENTO
       Procedure basate sulla manipolazione
                 dell’antecedente
E’ consigliabile iniziare usando lo shaping per aiutare il
bambino ad avere accesso al rinforzo, mentre aumenta
l’accettazione verso nuovi cibi.

Prima di chiedere al bambino di rispettare il “nuovo
compito” è bene farglielo anche esplorare a livello
sensoriale: toccare il cibo con le labbra, poi con la
lingua, poi metterlo in bocca, masticarlo e infine
ingoiarlo.
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                 40

               PROMPTING FISICO
       Procedure basate sulla manipolazione
                 dell’antecedente
Usare la mano del bambino per afferrare l’utensile (es.
il cucchiaio) e portarlo alla bocca, dopo ingoiare

Usato insieme ad altre tecniche: shaping

Attenzione: se NON funziona             estinzione della
risposta (es. no rimozione del cucchiaio)
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                      41

              ESTINZIONE DELLA RISPOSTA
            procedure basate sulle conseguenze

E’ una procedura che concerne la rimozione di uno stimolo
susseguente una risposta.
Nella selettività alimentare in genere è la rimozione di un cibo
preferito dopo un comportamento di rifiuto, ad esempio
nell’assaggiare un altro cibo.

NON RINFORZARE PIU’ IL COMPORTAMENTO CHE SI
VUOLE ESTINGUERE DAL REPERTORIO
COMPORTAMENTALE

Usata spesso insieme ad altre tecniche come lo shaping e la
differenziazione del rinforzo, o il prompting fisico
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                               42

              Esempi di estinzione della risposta

                               1. Non rimozione
 La non rimozione del cucchiaio in cui l’adulto tiene il cucchiaio di fronte
   al bambino fino a quando lui non assaggia un boccone del cibo. Dopo
                   l’assaggio si fa seguire un rinforzo positivo.
                                  2.Guida fisica
In cui un adulto fisicamente guida il cucchiaio nella bocca del bambino e
    lo assiste fisicamente nell’apertura della bocca. Dopo l’assaggio si fa
                           seguire un rinforzo positivo.
                             3. Rappresentazione
Implica presentazioni multiple di cibi che non piacciono al bambino e che
            continuano fino a quando questi non vengono ingeriti
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                   43

   DIFFERENZIAZIONE DEL RINFORZO
     (di comportamenti alternativi)

Premio più ambito per il migliore comportamento.

                             Esempio
Se il bambino sta rifiutando il cibo perché vuole l’attenzione
      dell’adulto, l’adulto smette di dargli attenzione fino a
      quando il bambino non accetta il cibo e non gli darà
      attenzione se il bambino non continuerà a mangiare.

  Viceversa se il bambino accetterà il nuovo cibo si darà
    attenzione il bambino e si potrà rinforzarlo sia a livello
         materiale (gioco preferito) e/o verbalmente
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                                      44

       PRINCIPIO DI PREMACK o della nonna

Si rinforza un’attività che non piace con qualcosa di gradito .
 Il bambino non può terminare l’attività sgradita di mangiare
    fino a quando non avrà assunto uno specifico quantitativo
    di cibo e solo successivamente potrà fare l’attività gradita.

  Il Principio di Premack si differenzia dall’estinzione della
     risposta perché l’adulto non è solo colui che impedisce
  l’abbandono dell’attività sgradita ma e’ anche colui che da’
            la possibilità di svolgere l’attività preferita.
TECNICHE DI INTERVENTO SULLA SELETTIVITÀ ALIMENTARE
                                                               45

MANIPOLAZIONE DELLA CONSISTENZA

    Si riferisce all’alterazione della
           consistenza del cibo.
Questa può essere applicata soprattutto
   a bambini con ASD che riportano
    un’alterata sensibilità sensoriale.

 Es. tagliuzzare un cibo solido (come la mela)
Proporre al bambino un cucchiaio di cibo pieno
                      a metà
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                  Approccio SOS
               Sequential Oral Sensory
• Programma di desensibilizzazione sistematica di 12
   settimane (Benson et al., 2013; Boyd 2007)
• Introduzione del cibo che provoca ansia usando una
   gerarchia a 6 step:
tolleranza visiva, interazione, odore, tocco, sapore e infine
assaggio.
• Se il livello di stress del bambino diventa troppo alto
   durante la presentazione del cibo, il terapista tornerà allo
   step precedente della gerarchia
• Supporto empirico ridotto e risultati contrastanti circa
   l’efficacia, con numerose prove che ne limitano l’efficacia
   nel tempo ed in termini di tipologia di cibi accettati
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          9. PARENT TRAINING
     Primo studio randomizzato controllato

Autism MEAL Plan= Manage Eating Aversions and Low intake
among children with ASD
10 famiglie vs 9 famiglie in waiting list

Sharp W.G. et al. (2014) The Autism Meal Plan: A parent-training curriculum to manage
eating aversions and low intake among children with autism. Autism 18(6) 712-722
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Strategie di gestione comportamentale

Interventi specifici per i
problemi alimentari associati
all’ASD

Strategie per promuovere le
autonomie durante il pasto

 •    8 sessioni da 1h
 •    Homework
 •    Ultimi 10 min
      discussione
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Perché conviene il P-T sui problemi alimentari
in ASD?

•   8 h Vs 80 h di sessioni individuali (descritti in media
    nei case-report
•   Risultati preliminari promettenti in termini di
    soddisfazione da parte dei genitori
•   Evidenza sulla riduzione dello stress genitoriale
•
       SEBBENE
•No riduzione dei cibi NON preferiti nel gruppo
sperimentale
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Attraverso tali linee guida il clinico viene guidato nello screening e nella gestione dei sintomi gastrointestinali attraverso 11 passaggi che
implicano:

1.La valutazione della dieta
2.La possibile presenza di una selettività alimentare
3.La possibile applicazione da parte dei genitori di diete particolari (quali ad esempio una dieta ad esclusione di caseina) che possono
essere la causa delle problematiche gastrointestinali
4.La valutazione di tutti i fattori medici che possono essere la causa dei sintomi gastrointestinali
5.La possibilità di iniziare una terapia focalizzata sulla dieta stessa e sulle problematiche alimentari
6.Lo sviluppo insieme al clinico di un piano nutrizionale adatto
7.La rivalutazione dei cambiamenti nella dieta, nel peso e nella crescita dopo circa due settimane dall’applicazione dei passaggi descritti
precedentemente
8.L’inizio di una terapia comportamentale specifica per i disturbi alimentari nell’autismo nel caso in cui non si riscontrassero dei
miglioramenti dopo l’applicazione dei passaggi precedentemente descritti
9.La prescrizione di supplementi nutritivi (come vitamine, minerali) che temporaneamente compensino le carenza alimentari riscontrate
durante la valutazione
10.La rivalutazione dei cambiamenti nella dieta, nel peso e nella crescita dopo circa due settimane dall’applicazione dei passaggi descritti
precedentemente
11.Se tutti i passaggi precedentemente descritti non funzionano tali linee guida raccomandano un’ospedalizzazione del paziente.

Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, 2015
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                  In conclusione
• Monitorare lo stato nutrizionale dei bambini con
  ASD è fondamentale
• Accanto al report dei genitori, è importante avere
  degli indicatori numerici dello stato alimentare di un
  bambino
• Reperire informazioni sul profilo sensoriale della
  persona autistica può aiutare nella comprensione
  della selettività alimentare
• Un intervento cognitivo-comportamentale precoce
  che coinvolga il dietologo, lo psicologo, il
  neuropsichiatra infantile, l’educatore e anche i
  genitori, dovrebbe essere la prima scelta.
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          E soprattutto ricordarsi che…

Il momento del pasto è di importanza fondamentale poichè e
     una delle attività quotidiane primarie che tutti i membri
          della famiglia condividono come un gruppo.

       Perciò i problemi comportamentali dei
      bambini e anche durante l’adolescenza
      durante questo momento aumentano lo
         stress all’interno della famiglia e
           distruggono il clima familiare.
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