La microfinanza per lo sviluppo sostenibile e le energie rinnovabili

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La microfinanza per lo sviluppo sostenibile e le energie rinnovabili
Workshop Tematici FGDA
                                      Serie “Trasmettere”

       “La microfinanza per lo sviluppo sostenibile e le
                     energie rinnovabili”
                                           8 luglio 2014

                                        Profilo Relatori
Marion ALLET
Senior Environment & Microfinance Programme Officer
PAMIGA, Parigi
Lavora nel settore della microfinanza ed economia dello sviluppo da oltre sette anni. Si è
specializzata nell’area della microfinanza verde grazie sia alla sua professione che al percorso
accademico intrapreso. Nel 2013 ha iniziato a lavorare per PAMIGA come Senior Environment &
Microfinance Programme Officer. Coordina il programma Energy & Microfinance, che si occupa di
migliorare l’accesso all’energia solare nelle zone rurali dell’Africa Sub-sahariana attraverso la
microfinanza. In precedenza, ha lavorato per più di tre anni con PlaNet Finance su progetti che
legavano la microfinanza all’energia. Contemporaneamente ha ottenuto un PhD su Microfinance
and the Environmental Bottom Line, durante il quale ha approfondito le varie strategie in tema
ambientale che le IMF possono adottare e ha sviluppato uno strumento per misurare la
performance ambientale. Marion è laureata presso l’Università Sciences Po di Parigi in Relazioni
Internazionali e ha un Master in microfinanza ottenuto presso Université Libre di Bruxelles.
Davide CAREGNATO
Socio Fondatore e Amministratore
Blucomb srl, Udine
Socio fondatore e Amministratore di Blucomb s.r.l., società spin-off dell'Università di Udine. Ha
conseguito la laurea di primo livello in Ingegneria dell'Ambiente e delle Risorse presso l'Università
di Udine, si è dedicato a tempo pieno allo studio della micro-gassificazione in modo teorico,
progettuale e realizzativo. Durante gli studi ha collaborato alla progettazione e realizzazione della
stufa pirolitica Elsa nell'ambito del progetto Bebi (Agricultural and Environmental Benefits from
Biochar use in ACP Countries) finanziato dall'Unione Europea in collaborazione con l'Università
degli Studi di Udine e il CNR. Si occupa inoltre dello studio dei fenomeni di combustione con
particolare attenzione alla micro-gassificazione e alla combustione a fasi separate delle biomasse.
Davide FORCELLA
Ricercatore
  niversit Libre e ru elles e               , Bruxelles
Ricercatore associato presso il Centre for European Research in Microfinance (CERMi), e
ricercatore per Fonds National de la Recherche Scientifique (FNRS) nel dipartimento di fisica
teorica e matematica presso Universit ibre de ru elles (ULB). Ha ottenuto il PhD in fisica nel
2008 presso International School for Advanced Studies (ISAS/SISSA) e il Master Complementare
in microfinanza nel 2012 presso European Microfinance Programme (EMP). In precedenza, ha
lavorato come ricercatore presso European Organization for Nuclear Research (CERN) a Ginevra,
e presso                               (ENS) a Parigi. La sua ricerca nel settore della microfinanza si
è focalizzata sulla microfinanza verde e lo sviluppo sostenibile, acquisendo esperienze a livello
internazionale, inclusi paesi in via di sviluppo. Davide è autore del primo studio sulla microfinanza
verde in Europa per l’EMN (European Microfinace Network). È membro del gruppo di lavoro
“Microfinance and Environment” per e-MFP. Nel 2013, la sua attività di ricerca è stata premiata con
FIR-PRI Finance and Sustainability European Research Award.
Fabio MALANCHINI
Socio Fondatore
Impact Finance Management SA, Milano
 aureato in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università occoni di Milano dove ha anche
conseguito un Master in Economics. Dopo la laurea ha lavorato presso l’Università occoni, svolto
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attività di consulenza per un fondo italiano specializzato in microfinanza e maturato esperienza
come consulente in progetti internazionali di sviluppo. Nel 2000 ha fondato, con altri soci,
Microfinanza, società specializzata in assistenza tecnica e, successivamente, Microfinanza Rating,
agenzia internazionale di rating specializzata nel settore della microfinanza. Nel 2010 ha creato,
insieme ad altri soci, Impact Finance Management, società di gestione specializzata in Impact
Investing. Ha lavorato nell’ambito di numerosi progetti di consulenza, rating e valutazione nel
settore della microfinanza e di supporto alle piccole attività in America Latina, Africa, Asia, Europa
Orientale, paesi del Mediterraneo e Italia. E’ stato direttore di Microfinanza Rating e di
Microfinanza ed è attualmente co-direttore di Impact Finance.
Tiziana PIRELLI
Post-doc
Università di Udine
Post-doc presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Udine. Ha
conseguito la laurea specialistica in Scienze Agrarie e Ambientali e il dottorato di ricerca in
Economia, ecologia e tutela dei sistemi agricoli e paesistico-ambientali presso l’Università di
Udine. Nel 2012 ha frequentato la Prima Scuola Internazionale sul Biochar in Potsdam
(Germania). Ha lavorato presso l’Istituto di Scienze per il Suolo, l’Acqua e l’Ambiente del Volcani
Center ARO in et Dagan (Israele) sull’assorbimento dello ione ammonio sul biochar ai fini di
massimizzare l’efficienza d’uso dei fertilizzanti azotati. Nell’ottobre 2013 ha ricevuto il premio The
European Biochar Award. Da marzo 2010 con l’Università di Udine, si occupa di agricoltura
sostenibile. Dal febbraio 2014 è responsabile della gestione del progetto europeo Energy, health,
agricultural and environmental benefits from biochar use: building capacities in ACP Countries
(Biochar Plus), coordinato dal Prof. Alessandro Peressotti.
Giampietro PIZZO
Presidente
Microfinanza Srl, Vicenza
Giampietro Pizzo ha assunto dal 2007 l'incarico di Presidente di Microfinanza Srl, una società di
consulenza, leader in Italia, specializzata in microfinanza. Inoltre dal 2012 è presidente della Rete
Italiana di Microfinanza – RITMI e dal 2010 vice-presidente dell’Associazione Microfinanza e
Sviluppo Onlus. Dal 2009 al 2013 ha ricoperto il ruolo di vice-presidente della European
Microfinance Network (EMN). Laureato in economia, è uno specialista della microfinanza ed ha
maturato 25 anni di esperienza internazionale nel settore. Le sue competenze riguardano diverse
aree ed in particolare: finanza rurale, finanza per lo sviluppo, sviluppo di progetti, valutazione di
programmi internazionali, assistenza tecnica e consulenza, gestione e coordinamento di progetti in
Africa, America Latina ed Europa. Ha oltre venti anni di esperienza nell'ambito dell'assistenza
tecnica alle istituzioni di microfinanza, alle istituzioni finanziarie, alle PMI, alla gestione di
programmi e progetti di cooperazione internazionale e cooperazione territoriale.
Umberto TRIVELLA
Project Officer
Microfinanza Srl, Vicenza
Esperto nel settore della microfinanza e nella gestione di progetti con più di sei anni di esperienza
a livello europeo e internazionale. Presso Microfinanza srl lavora in un progetto in Africa Sub-
sahariana, volto a collegare la microfinanza con la rete di distribuzione di prodotti di energia verde
attraverso una metodologia innovativa denominata REEP-DEMO (Reduction Expense Energy
Product Delivery Model). In precedenza, ha lavorato con PlaNet Finance in Ghana, come
coordinatore di un progetto sulla catena del valore che combinava microfinanza, formazione e ICT;
in Italia, come responsabile dello sviluppo di iniziative di inclusione finanziaria; e in Sud Africa, con
attività di rafforzamento istituzionale per un'istituzione di microfinanza locale. Ha inoltre collaborato
con Microfinanza Rating, in Kenya, e con la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo
Sviluppo (UNCTAD), in Svizzera. É laureato in Scienze Politiche presso l'Università Sapienza di
Roma e ha conseguito un Master in Cooperazione e Sviluppo presso l'Istituto di Studi Avanzati
dell'Università di Pavia.

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Partecipanti:

               COGNOME - Nome                                ISTITUZIONE
ALBANESE Gemma                       MAG Verona

ALLET Marion                         PAMIGA

CAREGNATO Davide                     BluComb srl

CARRARA Paolo                        Fondazione “Un Raggio di uce” Onlus

CASSETTI Gabriele                    Politecnico di Milano

CAVADINI Aldo                        Fondazione Sodalitas

COBOS Clara                          ACAF Italia

COSTANTINI Maria Claudia             Fondazione Risorsa Donna

CUSA Emanuele                        Università degli Studi di Milano-Bicocca

DAGRADI Diego                        Fondazione Giordano Dell’Amore

DE MATTEIS Laura                     Fondazione Giordano Dell’Amore

ERRAIS BORGES Faiza                  PlaNet Finance Italia

FORCELLA Davide                      Université Libre de Bruxelles, CERMI

GITTI Giulia                         Università Bocconi

LANZONI Simona                       Fondazione Pangea Onlus

MAGGIANI Andrea                      Carbon Sink Group Srl

MALANCHINI Fabio                     Impact Finance Management SA

MENAGUALE Eugenia                    Università Bocconi

METZGER Michael                      EQUA Srl

MILLOZZI Piero Luigi                 Microcredito di Solidarietà SpA

NEGRO Maria Cristina                 Fondazione Giordano Dell’Amore

PIRELLI Tiziana                      Università di Udine

PIZZO Giampietro                     Microfinanza Srl

PUJIA Valeria                        Microfinanza Srl

RODRIGUEZ PULIDO Patricia            ACAF Italia

TRIVELLA Umberto                     Microfinanza Srl

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                          Documento di sintesi del workshop
 ’8 luglio 2014 la Fondazione Giordano Dell’Amore ha organizzato il workshop: “ a microfinanza
per lo sviluppo sostenibile e le energie rinnovabili” in collaborazione con Microfinanza srl all’interno
del progetto “EU/ACP Microfinance Programme II – New financial products for a sustainable
development”.

  a crisi dell’industria della microfinanza, e in particolare le critiche relative alla sua
commercializzazione e alla deviazione dalla sua missione originaria, hanno incoraggiato il settore
a cercare nuove strade per soddisfare i bisogni della popolazione servita. I soggetti interessati
hanno iniziato a chiedersi se effettivamente la microfinanza sia al servizio della popolazione alla
base della piramide, e se utilizzi un approccio ragionevole e completo. ’interesse del settore per
le energie rinnovabili fornisce un esempio di questa situazione: esso è infatti cresciuto come
risposta alla perdita di efficacia della missione della microfinanza nei confronti dei suoi beneficiari.
È evidente che ciò conduce ad una discussione più complessa che richiede un cambiamento
culturale (nella strategia, nella gestione, nell’operatività delle IMF) e questo non è un compito facile
per due ragioni principali:
    1) Le IMF grandi con un buon posizionamento sul mercato possono non essere molto
        interessate all’innovazione, dal momento che la green microfinance apporterebbe
        cambiamenti limitati senza evidenti effetti sulla struttura del loro portafoglio. Perciò la
        discussione con queste IMF dovrebbe focalizzarsi sulle modalità e le circostanze in cui sia
        possibile investire o trovare risorse per investimenti su larga scala. Naturalmente questo
        scenario richiede business model funzionanti e reti di finanziamento adeguate.
    2) Le piccole IMF mostrano maggiore sensibilità al tema ma hanno il problema opposto, in
        quanto potrebbero incontrare difficoltà nel trovare risorse ed attrarre grandi investitori.
Perciò, se una delle grandi domande che ci poniamo è in che modo la green microfinance possa
attrarre gli investimenti, le sfide esistenti sono molte: dallo studio di mercato, all’identificazione
delle strettoie nel collegamento tra le IMF e le istituzioni che forniscono assistenza tecnica (TPI), la
progettazione del modello di distribuzione, e così via.

Scopo del workshop è stato quello di comprendere come il settore della microfinanza, con il
supporto della ricerca su tecnologie innovative ed eco-sostenibili (come le lanterne solari, le stufe
eco-efficienti o gli impianti a biogas), possa cogliere la sfida di migliorare l’accesso all’energia per
la popolazione, proteggendo l’ambiente allo stesso tempo. A tale scopo, durante l’incontro è stato
adottato un approccio multisettoriale, mostrando diversi punti di vista (nei campi della
microfinanza, della ricerca e dell’investimento). e esperienze concrete hanno messo in evidenza il
ruolo delle nuove tecnologie a supporto delle persone alla base della piramide nei paesi in via di
sviluppo ed emergenti, in particolare nelle aree rurali.

LA MICROFINANZA VERDE IN EUROPA: STATO DELL’ARTE E FUTURO – DAVIDE FORCELLA
Nel 2013 European Microfinance Network ha realizzato una ricerca per comprendere lo sviluppo
delle iniziative di green microfinance in Europa. Lo studio ha interessato 36 paesi e 415 IMF; sono
state realizzate ricerche su internet, sondaggi online e interviste, analizzando le seguenti 5
dimensioni:
     Policy ambientale: esistenza di una missione, visione o di una policy formalizzata in tema
        ambientale;
     Riduzione dell’impronta ecologica: riduzione del consumo di carta, acqua, rifiuti, energia, e
        delle emissioni di CO2;
     Valutazione del rischio ambientale: valutazione degli aspetti ambientali all’interno
        dell’analisi del rischio creditizio;
     Microcrediti “verdi”: offerta di microcrediti per pannelli fotovoltaici, scaldaacqua solari,
        tecnologie energeticamente efficienti, isolamento di abitazioni, riciclaggio, gestione dei
        rifiuti, agricoltura biologica, eco-turismo, e così via;

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      Servizi ambientali non finanziari: azioni di sensibilizzazione ambientale per i clienti,
       formazione per attività eco-sostenibili.

Dallo studio è emerso che 115 IMF intraprendono attività ambientali (pari al 27,7% dell’intero
campione), 56% delle quali risiedono nell’Europa occidentale e 44% nell’Europa orientale. a
forma legale delle IMF coinvolte nelle iniziative ambientali è piuttosto eterogenea. Lo studio ha
riscontrato iniziative in ognuna delle 5 dimensioni ambientali. Le IMF più mature risultano essere
tra quelle più coinvolte nella gestione ambientale. Anche se i dati non prendono in considerazione
il livello di impegno ma solo l’esistenza o meno di una delle cinque dimensioni analizzate, esso
testimonia l’esistenza di più iniziative rispetto a quanto atteso.
Un’analisi statistica ed econometrica di questi risultati ha mostrato che:
       Lo status di ente profit non influenza la performance ambientale;
       ’interesse degli investitori sul tema ambientale ha un importante effetto positivo sulla
          performance ambientale dell’IMF (in maniera simile alle aziende che non operano in
          microfinanza);
       IMF che offrono anche altro tipo di crediti ottengono migliori performance ambientali;
       Istituzioni più grandi o più mature sembrano avere migliori performance ambientali (in
          maniera simile alle IMF nei paesi in via di sviluppo);
       La performance ambientale delle IMF europee è comparabile a quella delle IMF nei paesi
          in via di sviluppo.

Responsabilità sociale, competitività e legittimazione rappresentano le principali motivazioni
perché una IMF si impegni in iniziative ambientali.

I principali vincoli riscontrati sono: mancanza di fondi, capitale umano e basso interesse dei
clienti.

La strategia generalmente adottata consiste nello stabilire partenariati con organizzazioni
specializzate e nel formare lo staff.

Alcune interessanti iniziative ambientali sono: supporto agli impieghi “verdi”, un’iniziativa di
Partner MKF in Bosnia-Herzegovina, e la partnership pubblico-privato implementata da Crédal in
Belgio e da FNCE in Francia rispettivamente.
     Partner MKF con il supporto di USAID ha mirato a creare un mercato per l’energia solare. A
       tal fine, ha fornito prestiti, finanziamenti, assistenza tecnica e business training a 20 micro-
       imprese per avviare la produzione di collettori solari. Ha poi stimolato la domanda grazie
       all’uso di media, opuscoli e all’attività degli agenti di credito. Dopo di che ha fornito crediti a
       200 clienti per acquistare i collettori solari prodotti dalle 20 micro-imprese.
     La partnership pubblico-privato invece mira a creare un incentivo per migliorare le
       condizioni di vita delle famiglie povere. ’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza
       energetica e l’isolamento termico degli appartamenti e di conseguenza ridurre il costo
       dell’energia e permettere alle famiglie povere di avere accesso agli incentivi pubblici per
       l’efficienza energetica. Nell’esperienza belga: Crédal fornisce un credito a tasso zero e
       assistenza tecnica per svolgere tutte le formalità per avere accesso agli incentivi pubblici
       offerti dalla regione di Bruxelles-Capitale, che paga anche l’interesse sui crediti, finanzia
       l’assistenza tecnica e fornisce garanzie in caso di inadempimento creditizio.
       Nell’esperienza francese: FNCE, in partenariato con altre organizzazioni specializzate,
       fornisce crediti con tasso d’interesse ridotto e formazione per l’efficienza energetica, che
       permette di avere accesso ad una garanzia pubblica del 50% e a incentivi pubblici.
Queste esperienze evidenziano: la mancanza di consapevolezza ambientale all’interno della
popolazione, e di conseguenza l’importanza di stimolare la domanda; l’importanza di lavorare in
partenariato con diversi attori; la necessità che qualcuno si assuma il rischio creditizio percepito
(che nelle esperienze concrete si rivela essere abbastanza basso).

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Strettamente correlato alla green microfinance è certamente il dibattito riguardante il ruolo dei
sussidi. Poich l’offerta di dispositivi di energia pulita o i miglioramenti nell’efficienza energetica
sono percepiti come qualcosa di nuovo e sconosciuto sia dalle IMF che dai clienti, i sussidi (in
termini di finanziamenti, tassi d’interesse ridotti, assistenza tecnica gratuita, attività di
sensibilizzazione, garanzie, e così via) spesso sono considerati necessari per sviluppare il mercato
della green microfinance. È fondamentale capire quale sia il modo migliore di usare i sussidi
pubblici per la green microfinance, come ad esempio strategie e potenzialità per ampliare i
programmi, e ciò richiede ulteriori ricerche.

Talvolta fattori esterni, indipendenti dall’IMF possono spronare lo sviluppo della green
microfinance, come per esempio la riduzione del costo dei dispositivi per l’energia rinnovabile, o
l’incremento dei prezzi dell’energia che possono indurre un maggiore numero di clienti delle IMF
ad interessarsi ai pannelli solari, “come ci è stato riferito che accade nel programma creditizio per
pannelli solari di Fondi esa in Albania”.

INQUADRAMENTO TEORICO ED ESPERIENZA DIRETTA DI COME LA RICERCA IN NUOVE TECNOLOGIE
POSSA SUPPORTARE LO SVILUPPO SOSTENIBILE. CASE STUDY: LA STUFA PIROLITICA ELSA – TIZIANA
PIRELLI E DAVIDE CAREGNATO
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, oltre il 41% della popolazione mondiale cucina e
riscalda utilizzando combustibili solidi come legno, residui del raccolto, concime e carbone (Africa:
>78%; Europa:
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                                        Serie “Trasmettere”

                                                                       I principi operativi sono i seguenti:
                                                                       la biomassa gassifica (producendo
                                                                       gas di sintesi) progressivamente
                                                                       dalla cima al fondo; e la zona di
                                                                       generazione del gas rimane
                                                                       separata dalla zona che brucia.
                                                                         ’intero processo è auto-termico e
                                                                       non ha bisogno di nessun apporto
                                                                       di energia dall’esterno. I gas di
                                                                       sintesi prodotti durante il processo
                                                                       di gassificazione sono fonti di
                                                                       energia rinnovabile pulita che
                                                                       possono essere usati per la cottura
                                                                       e/o il riscaldamento. Diversamente
                                                                       dalla normale combustione, i gas
                                                                       di sintesi bruciano producendo
                                                                       basse emissioni atmosferiche di
particolato e nessuna emissione di diossina. La figura a sinistra illustra la separazione delle fasi di
combustione del TLUD.
I principali vantaggi della stufa ELSA, dati dal processo di micro-gassificazione sono i seguenti:
      utilizzo di residui organici e rifiuti (disponibili in forme diverse) al posto del legno;
      la stufa è una semplice tecnologia ottenibile da fogli di metallo piatti: è facile da costruire e
         ha bassi costi di produzione;
      elevata efficienza con ridotto consumo di combustibile;
      emissioni molto basse;
      l’uso del biochar, il prodotto solido della gassificazione, come ammendante del suolo può
         essere sfruttato per migliorare qualità e fertilità del suolo;
      la gassificazione è un processo stabile che può durare anche 2 o 3 ore senza bisogno
         dell’intervento umano.
Tuttavia prima di introdurre questa nuova tecnologia a livello locale, si devono affrontare alcuni
problemi, in particolare riguardo a: 1) combustibile (caratteristiche fisiche, stagionalità,
conservazione e pretrattamento); 2) biochar (qualità, interazione con il suolo, conservazione e
distribuzione); 3) cultura locale (bisogni e tradizioni delle persone, abitudini di preparazione dei
cibi, scalabilità). Per migliorare le caratteristiche della materia prima è necessario mantenere la
biomassa asciutta e ridurre la dimensione delle particelle di biomassa rendendo più facile il
trasporto e la conservazione, facilitando così la disponibilità della materia prima anche durante la
stagione delle piogge. La soluzione migliore anche in termini di performance della stufa è
rappresentata dal pellet (ottenuto dalle pannocchie e dalla segatura).

Per quanto riguarda la distribuzione della stufa, il modello di base può essere assemblato
direttamente dai clienti che ricevono le istruzioni e il materiale di base (meno di 15 minuti di
lavoro). Sono stati organizzati anche dei corsi di formazione per la produzione e l’utilizzo della
stufa con lo scopo di capire i bisogni locali e di adattare la stufa ai bisogni dei beneficiari.

Per concludere, è rilevante sottolineare che la produzione della stufa così come la produzione e la
vendita del biochar e del pellet ha creato nuove opportunità di lavoro. In altre parole, BeBi ha
introdotto nei paesi ACP più di una semplice stufa: ha introdotto la catena del valore del biochar.
Un nuovo progetto è stato co-finanziato dall’Unione Europea e dal gruppo di stati ACP, all’interno
del Programma di Cooperazione UE-ACP in Scienza e Tecnologia II e sarà coordinato
dall’Università di Udine: “Energy, Health, Agricultural and Environmental Benefits from Biochar
Use: Building Capacity in ACP Countries – IOCHAR P US”. Il nuovo progetto coinvolge Ghana,
Togo e Sierra Leone ma anche Etiopia, Zimbabwe e Capo Verde e sarà implementato con la
collaborazione dell’Unione Africana, della Cornell University (USA) e dell’UNIDO. Il progetto mira a

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sviluppare la catena del valore del biochar, in particolare promuovendo il processo di Capacity
Building per la produzione, il commercio e l’utilizzo della stufa da cucina, della materia prima e del
biochar. Si affronteranno le seguenti sfide:
     questioni relative al pellet;
     interazioni biochar/suolo;
     implementazione della tecnologia;
     manutenzione e durabilità della stufa;
     pianificazione dell’impianto di produzione dell’elettricità.

MICROFINANZA E NUOVE TECNOLOGIE A SERVIZIO DELLA POPOLAZIONE ALLA BASE DELLA PIRAMIDE.
CASE STUDY: BUSINESS MODEL DEVELOPMENT TOOLKIT (REEP-DEMO) – UMBERTO TRIVELLA
Il progetto “New financial products for a sustainable development” è stato implementato da
Microfinanza Srl in partenariato con AMFI (Association of MFIs of Kenya), AFRACA (African Rural
and Agricultural Credit Association) e Impact Finance. Co-finanziato dal “EU-ACP Microfinance
Programme”, il progetto mirava a rafforzare la distribuzione di tecnologie per le energie rinnovabili
(Renewable Energy Technologies o RET) attraverso IMF in Kenya, Tanzania, Uganda e Ghana.

Gli studi di mercato sulla microfinanza e le energie rinnovabili condotti all’inizio del progetto hanno
rivelato che:
     i prodotti solari (lanterne solari, sistemi fotovoltaici per abitazioni, ecc.) sono i prodotti più
        popolari, con una quota di mercato del 70%, seguiti da stufe da cucina (soprattutto quelle a
        carbone), biodigestori e prodotti igienico-sanitari (soprattutto eco-toilets);
     ci sono due principali modelli di distribuzione per le tecnologie per le energie rinnovabili
        (Renewable Energy Technologies o RET) attraverso le IMF: 1) gli addetti alla vendita dei
        fornitori di tecnologie (Technology Providers o TP) per le energie rinnovabili operano
        all’interno della filiale dell’IMF prendendosi cura degli aspetti più tecnici della relazione o 2)
        l’agente di credito della IMF svolge anche i compiti dell’addetto alla vendita del TP
        tipicamente in caso di prodotti di base come lanterne solari e in aree molto remote.
La realtà osservata dalla valutazione delle partnership esistenti tra le IMF e i TP ha mostrato che le
vendite effettive di prodotti energetici erano di molto inferiori agli obiettivi inizialmente stabiliti dalle
IMF soprattutto per via di due fattori:
     una discrepanza in termini di motivazione tra il TP e l’IMF: il TP era motivato dal momento
        che l’IMF rappresenta un canale di vendita ma, dal lato dell’IMF, la motivazione mancava a
        causa di entrate insufficienti a coprire i costi operativi della IMF e della mancanza di
        incentivi per l’agente di credito.
     una formalizzazione insufficiente delle relazioni tra la IMF e il TP, senza l’implementazione
        di un piano preciso o di una strategia operativa, specialmente in termini di marketing,
        formazione dell’utilizzatore finale e servizi post-vendita (aspetti che davano origine
        all’insoddisfazione del cliente).
Ciò ha portato il progetto a proporre un cambio di paradigma nell’approccio agli schemi di
finanziamento delle energie rinnovabili, e cioè: non si sarebbe dovuto considerare il prodotto
finanziario per l’acquisto di un prodotto energetico come un prodotto creditizio standard, ma
piuttosto come un prodotto energetico per la riduzione della spesa (Reduction Expense Energy
Product o REEP), nel senso che, acquistandolo, una famiglia risparmia denaro e i risparmi sulle
spese energetiche mensili della famiglia possono essere utilizzati per finanziare i costi di
distribuzione dei prodotti eco-sostenibili. A tale scopo e al fine di creare un incentivo diretto perché
i clienti acquistino il prodotto, l’assunto principale era di fissare un prezzo per i rimborsi del
prodotto energetico inferiore alle spese energetiche correnti della famiglia includendo anche rate
addizionali come incentivo per l’IMF a erogare prodotti e coprire i costi associati. Questo approccio
è stato integrato in un set di strumenti per il business model, una serie di 8 strumenti Excel per
guidare le IMF e i TP a lavorare insieme per creare un modello sostenibile di finanziamento e
distribuzione. I primi sette strumenti si riferiscono a tutti gli aspetti della catena del valore del
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prodotto energetico (governance della relazione TP/IMF, area d’attività, mercato potenziale,
strategia di marketing, strategia dei prezzi, servizi post-vendita, modello di distribuzione), mentre
l’ultimo strumento permette di definire e monitorare le previsioni/gli obiettivi in maniera
continuativa, in modo da affrontare le sfide emergenti ed ottimizzare il modello, stabilendo inoltre
una credibile e comprovata esperienza per attrarre gli investitori. Il diagramma in basso sintetizza
l’approccio REEP-DEMO.

Il modello REEP-DEMO è stato testato attraverso 12 relazioni IMF-TP in 4 paesi, che hanno
confermato che il set di strumenti ha permesso loro di definire meglio la loro partnership, anche se
tradurre questo in un aumento delle vendite di prodotti energetici richiede tempo. Le principali sfide
affrontate sono state le seguenti:
      Le IMF erano esitanti a sperimentare schemi di prezzo innovativi: basare il prezzo del
         prodotto energetico sulle spese per energia dei clienti implica periodi di rimborso più lunghi
         (12-18 mesi);
      Mancanza di finanziamento da parte del progetto per avviare la consegna del prodotto
         energetico. Come risultato, è stato difficile motivare le grandi IMF, e infatti il progetto ha
         lavorato principalmente con piccole IMF che hanno una grande motivazione ma un
         portafoglio limitato;
      Difficoltà di seguire molte relazioni in diversi paesi;
      Durata breve del progetto pilota (meno di 6 mesi), considerando che il REEP-DEMO è
         stato sviluppato solo nel terzo trimestre del 2013.
Come conclusione generale, il settore della finanza energetica ha bisogno di provare che può
raggiungere dei risultati. Attualmente, si è diffusa tra gli operatori molta frustrazione e molti stanno
cercando canali alternativi per la vendita di prodotti energetici oltre alle IMF (piani di pagamento,
schemi pay-as-you-go). Perciò è essenziale non perdere l’opportunità per le IMF di svolgere un
ruolo chiave nella distribuzione di prodotti energetici, data la loro estesa rete di filali attraverso
diversi paesi e la loro prossimità ai clienti. Per quanto concerne la metodologia REEP-DEMO, essa
deve essere implementata su più larga scala per raggiungere risultati più significativi e ciò si può
ottenere coinvolgendo partner più maturi, fornendo capitale d’avviamento per finanziare la
distribuzione iniziale e per stabilire dei precedenti, e includendo nella metodologia degli investitori
sociali che lavorino al suo ampliamento. Per fare ciò, la metodologia potrebbe anche essere
implementata in partnership con altri attori del settore della finanza energetica, fornendo
un’occasione di valorizzare competenze provenienti da paesi ed esperienze differenti e creando un
set di strumenti che possa essere disseminato alla più estesa comunità della finanza energetica.

SFIDE E OPPORTUNITÀ NELLO SVILUPPARE PRODOTTI FINANZIARI CHE FACILITINO L’ACCESSO
ALL’ENERGIA – MARION ALLET
All’inizio del 2013, Pamiga (Participatory Microfinance Group for Africa) ha lanciato il suo
programma Energy & Microfinance, che cerca di facilitare l’accesso all’energia solare attraverso la
microfinanza. Il programma è implementato in partnership con Schneider Electric e il suo

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programma ip op di accesso all’energia nei paesi in via di sviluppo. Il programma è stato avviato
attraverso 7 IMF in 3 paesi (Camerun, Tanzania ed Etiopia) e per ora si concentra su due
segmenti target:

 Segmenti target      Tipo di soluzione solare              Prodotto finanziario
 Famiglie rurali      Kit solari (lanterne portatili,       Credito per l’illuminazione (Lighting
                      lampade fisse, caricatori per         loan). ’importo erogato è in media
                      telefoni cellulari).                  con il valore dei crediti che l’IMF eroga
                                                            abitualmente.
 Micro-imprese    e Sistemi fotovoltaici solari più         Credito per l’energia (Energy loan).
 PMI rurali         grandi. Non c’è una soluzione             ’ammontare è più elevato del solito
                    standard,   ogni    sistema   è         perciò le caratteristiche del credito
                    sviluppato secondo il bisogno           sono diverse e il processo di analisi
                    specifico.                              del credito è più stringente.

 e IMF che hanno deciso di sviluppare un prodotto finanziario per l’accesso all’energia solare
hanno dichiarato che esso rappresenta una chiara opportunità per loro di realizzare la propria
missione sociale. ’accesso all’energia pulita certamente contribuisce a migliorare le condizioni di
vita delle popolazioni rurali; aiuta i bambini a studiare di sera e le persone ad avere migliore
accesso alla rete di comunicazione potendo ricaricare i telefoni cellulari ogni volta che ne hanno
bisogno; riduce i rischi per la salute relazionati all’utilizzo di lampade a kerosene (fumo, fuoco,
ecc); può incoraggiare lo sviluppo di piccole imprese; e così via. Inoltre, rappresenta un’opportunità
per le IMF anche da un punto di vista più strategico dato che permette di esplorare nuovi mercati,
diversificare il portafoglio e quindi differenziarlo dai concorrenti, per costruire un’immagine
”verde”/responsabile, per attrarre investitori, e così via. Dal punto di vista dei fornitori della
tecnologia solare, le IMF rappresentano una grande opportunità dato che sono integrate alla base
della società e perciò hanno contatti diretti e continui con potenziali clienti.

Tuttavia, anche se proiezioni finanziarie positive mostrano che questi prodotti finanziari saranno
profittevoli nel medio-lungo termine, le IMF partner non li ritengono ancora un business model
sostenibile, cosa che può essere spiegata dalla mancanza di storie di successo attualmente.

Se desidera essere coinvolta nell’attività creditizia per l’energia pulita, una IMF deve prima di tutto
offrire un prodotto finanziario adattato specificatamente alla capacità di rimborso del cliente.
Comunque, nell’esperienza di Pamiga, disegnare un prodotto specifico non è la più grande sfida
per un’iniziativa di questo genere. e vere sfide attualmente risiedono in tutte le nuove operazioni
riguardo alle quali una IMF non ha esperienza, come ad esempio assicurarsi che i clienti
investano in prodotti di buona qualità. Prodotti di cattiva qualità possono rompersi prima,
causando insoddisfazione nel cliente, alta possibilità di mancato rimborso (rischio creditizio) e
cattiva reputazione dell’IMF (rischio reputazionale). Come evitare tutto questo? Prima di tutto, l’IMF
dovrebbe decidere di promuovere solo soluzioni solari di buona qualità, cercando per esempio
certificazioni (come Lighting Africa). Inoltre, per assicurarsi che i clienti usino il loro prestito per
investire nelle soluzioni certificate piuttosto che in prodotti più economici e di bassa qualità, l’IMF
dovrebbe stabilire delle partnership con distributori selezionati e usare un sistema “triangolare”
dove il credito per energia è erogato direttamente al distributore, che consegna la soluzione solare
al cliente, che poi ripaga il credito all’IMF.

Una seconda sfida consiste nel costruire partenariati solidi e sicuri con fornitori di soluzioni
solari. Oltre a sviluppare una lettera di intenti o un promemoria delle procedure dettagliati, dove
siano specificate le responsabilità di ogni parte, i due soggetti devono imparare a lavorare insieme.
Questo non è così facile come sembra, dato che una IMF e un fornitore di soluzioni solari (TP)
parlano diversi “linguaggi tecnici” e hanno obiettivi differenti (volumi per il TP contro rapporto
volumi/rischio per l’IMF).

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Le IMF devono anche rafforzare le capacità del proprio staff di disseminare messaggi corretti
ai clienti in modo da non creare false aspettative riguardo alle capacità della soluzione solare o
all’estensione della garanzia per esempio.
Per far crescere l’attività è cruciale la motivazione dello staff. I prodotti finanziari collegati
all’accesso all’energia sono generalmente molto complessi e richiedono molta disponibilità di
tempo, dal momento che gli agenti di credito devono trascorrere più tempo a fornire informazioni ai
clienti e coordinarsi con i fornitori di soluzioni solari. Perciò, gli agenti di credito possono essere
riluttanti nel promuovere i crediti per l’energia e focalizzarsi piuttosto sugli altri prodotti finanziari
regolari. Le IMF perciò hanno bisogno di trovare buone strategie per motivare il loro staff, per
esempio attraverso uno schema d’incentivi appropriato. Dovrebbero comunque aver cura di non
distorcere il sistema di incentivi esistente e far allontanare l’istituzione dalla sua missione originaria
né diventare un mero distributore/venditore al dettaglio del fornitore della soluzione solare.

Trovare una soluzione appropriata per commercializzare e distribuire il prodotto e per i
servizi post-ven ita per “l’ultimo miglio” ella clientela è uno dei temi più complessi. I
distributori locali di solito non risiedono vicino alle aree rurali. Di conseguenza, nella maggior parte
dei modelli sviluppati, molta responsabilità è lasciata alla IMF. ’agente di credito finisce per farsi
carico del marketing, di rispondere alle domande dei clienti, di trasportare la soluzione solare dalla
filiale al villaggio, di assistere il cliente per l’installazione, di gestire alcuni servizi post-vendita o più
generalmente essere il collegamento tra il cliente e il distributore della soluzione solare. Questo
approccio è una delle ragioni per cui molti progetti pilota sono falliti finora. La sfida è trovare altri
soggetti capaci di realizzare queste attività, lasciando alla IMF il suo ruolo originario.
Assicurarsi che i clienti utilizzino bene le loro soluzioni solari è un altro aspetto cruciale. Se
non lo fanno in maniera appropriata (non puliscono il pannello solare, connettono troppi dispositivi,
e così via) possono danneggiare seriamente il prodotto e ridurre la sua durata con conseguenze
sul rischio creditizio e sul rischio reputazionale dell’IMF. Fornire manuali d’uso illustrati e in lingua
locale può essere utile, ma dovrebbe anche essere accompagnato da visite e corsi di formazione.
La domanda poi ritorna ad essere quale soggetto debba svolgere queste attività per la clientela
dell’”ultimo miglio”.
Un’ultima sfida, non meno importante delle altre, riguarda il finanziamento del portafoglio per
l’energia pulita. Quando si lancia questo tipo di nuovi prodotti finanziari, le IMF rurali non hanno
precedenti da mostrare alle banche o agli investitori locali, rendendo difficile per loro l’accesso al
finanziamento richiesto. Offrire prodotti finanziari per facilitare l’accesso alle soluzioni per l’energia
pulita è ancora una nuova area della microfinanza. È solo continuando a testare differenti approcci
per rispondere alle sfide collegate a questi servizi che saremo capaci di far emergere modelli di
business efficaci ed efficienti per il settore.

MECCANISMI DI FINANZIAMENTO A IMF E ALTRI OPERATORI CHE PROMUOVONO L’UTILIZZO DI
TECNOLOGIE SOSTENIBILI – FABIO MALANCHINI
Mirando a creare un impatto positivo alla base della piramide (BoP), il Fondo Impact Finance offre
un finanziamento sostenibile ad organizzazioni, imprese, cooperative che forniscono diversi tipi di
servizi alla popolazione a basso reddito in modo sostenibile. In particolare, supporta due tipi di
catene del valore e tre principali tipi di attori:
    - Catene del valore che collegano i produttori alla BoP ai mercati internazionali;
    - Catene del valore che raggiungono i consumatori alla BoP;
    - IMF che possono essere usate come catalizzatore per finanziare la catena del valore.
La maggior parte degli investimenti sono focalizzati nei paesi in via di sviluppo e principalmente sui
prodotti di debito anche se il fondo può anche investire in capitale proprio.

Qui di seguito sono elencate alcune esperienze di Impact Finance in termini di investimenti nel
settore dell’energia solare e le principali lezioni apprese:

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Crediti per abitazioni energeticamente efficienti (Energy efficient housing loans) - Kazakistan
Il Fondo Impact Finance finanzia un portafoglio crediti per migliorare l’isolamento delle proprie
abitazioni nelle aree rurali. In questo caso si tratta di una piccola IMF che dopo la crisi ha iniziato a
differenziare i suoi prodotti, sviluppando il concetto di energy loan (prodotto finanziario più
assistenza tecnica). È stato un progetto di successo e l’istituzione è stata capace di crescere
(naturalmente la maggior parte del suo portafoglio è ancora nel settore d’affari tradizionale). a
lezione da trarre da questa esperienza è che solitamente le grandi IMF non sono interessate a
questo settore ma preferiscono operare in altri settori più consolidati; perciò questa rappresenta
un’importante opportunità per le piccole e medie IMF per inserirsi in un mercato di nicchia, date le
difficoltà che incontrano ad inserirsi nel mercato viste le minori risorse e possibilità di scale-up a
disposizione. Un altro importante aspetto da sottolineare è che il Fondo ha deciso di intervenire in
considerazione anche dell’esistenza di una garanzia parziale, fornita da un donatore, visto l’alto
rischio dell’investimento (piccole IMF, nuovo prodotto, nuovo settore, rischio paese, ecc.).

Crediti per pannelli solari e catene del valore agricole (Solar Panel loans and agri value chains) -
Nicaragua
Il Fondo Impact Finance sta finanziando una grande IMF che opera nel settore rurale; in
particolare finanzia un portafoglio crediti per piccoli agricoltori in relazione al mercato delle
esportazioni, per piantare sesamo, manioca e chili, e anche un portafoglio crediti per l’acquisto da
parte di famiglie rurali di pannelli solari distribuiti da un fornitore di servizi con cui l’IMF ha un
accordo. In questo caso il progetto non è riuscito completamente, non in termini di rimborso quanto
in termini del prodotto specifico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è importante ricordare che anche se l’investimento riguarda
un prodotto specifico o una parte del portafoglio dell’IMF, l’investitore assume il rischio dell’intero
portafoglio e non il rischio del prodotto specifico (come ad esempio l’energy loan) che può essere
più elevato. Detto ciò, il problema che si è presentato in questo caso era legato al basso potenziale
di crescita del progetto dal momento che il governo ha migliorato molto la rete elettrica rurale e
quindi il mercato potenziale si è ristretto. Inoltre, la maggior parte degli acquirenti erano i produttori
di caffè (persone con redditi medio-alti) ma che, a causa di una malattia che ha colpito le
coltivazioni di caffè (roya), hanno iniziato ad avere problemi economici e non avevano abbastanza
denaro per comprare i pannelli solari che non rappresentavano più una priorità. Perciò, la
domanda si è ridotta e l’opportunità per l’IMF di lavorare nel settore e di svilupparlo è diventata
meno interessante.

C dt        ’ n g     nn v b (R n w b         n gy      ns) – Perù
Il Fondo Impact Finance supporta l’implementazione di crediti per l’acquisto di forni
energeticamente efficienti e di scaldaacqua solari. È una grande IMF che costituisce un buon
esempio di finanziamento rurale per via delle costanti innovazioni che apporta alla propria attività e
della qualità del suo portafoglio. ’esperienza è riuscita per via della domanda elevata e solida e
della capacità dell’IMF di vendere sempre più prodotti e di crescere secondo i piani.

Una sfida importante dal punto di vista dell’investitore è quella di comprendere e di avere una
chiara visione dei possibili sviluppi del settore energetico all’interno del paese d’interesse. Ciò è
cruciale se si tratta in particolare di soluzioni energetiche complesse al di là dei pannelli solari, che
hanno un breve periodo di rimborso. Per esempio, il Fondo era interessato ad investire nella
creazione di sistemi di produzione energetica in alcuni villaggi in Cambogia, ma ha scoperto che il
governo stava progettando di elettrificare l’area nel giro di pochi anni e quindi ha rinunciato
all’investimento perch sarebbe stato poco profittevole.

Alcune considerazioni finali:
    Finanziamento della catena del valore e “ nt y           nts” per il finanziamento. Quale livello
       della catena del valore finanziare: l’IMF, il TP o entrambi? L’IMF ha il vantaggio di avere un
       bilancio più solido, quindi è più facile da finanziare rispetto ad altri attori della catena.
       Tuttavia, se si vuole sviluppare un mercato, è necessario far crescere anche i fornitori di
       servizi. A seconda del beneficiario e della particolare situazione, gli strumenti possono
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        essere l’equity o il debito. E in caso di equity è importante definire dal principio l’exit
        strategy.
       R nd       nt   t ss d’ nt ss . Dal punto di vista dell’IMF, quale potrebbe essere il tasso
        di interesse da applicare ai prodotti solari in modo da coprire i costi?
       Non è facile finanziare i fornitori di servizi perché il loro business model è ancora da
        definire, testare e consolidare, sono molto più soggetti a politiche e regolamentazioni, ecc.
       Diversi segmenti di mercato (famiglie, fabbriche, reti di villaggi, ecc) richiedono business
        model e approcci diversi.
       Ruolo della carbon finance.

CONCLUSIONE
I diversi interventi dei relatori hanno messo in risalto che c’è un chiaro interesse per le soluzioni
energetiche a servizio delle persone alla base della piramide. Tuttavia, è emerso che questo non è
un compito facile dal momento che una delle sfide maggiori consiste nel far incontrare la domanda
potenziale con l’offerta attuale, assicurandosi che le IMF abbiano la capacità di misurare le
potenzialità del mercato, che spesso sono sopravvalutate.
Inoltre, per affrontare meglio la questione dello sviluppo della green microfinance è necessario
sviluppare un approccio omnicomprensivo, che consideri tutti i possibili attori coinvolti nel
processo, come IMF, TPI, investitori, e altri partner (reti nazionali di microfinanza, associazioni,
ecc.).

Per sostenere questo settore promettente e far in modo che diventi più rilevante, sono necessarie
l’abilità e la pazienza di affrontare tutti questi temi:
     dal punto di vista delle IMF, è necessario dimostrare l’esistenza di economie di scala in
          modo da attrarre l’interesse di una IMF a progettare e sviluppare prodotti creditizi specifici e
          adatti ad un certo tipo soluzione tecnologica aventi un basso costo unitario.
     dal punto di vista del TPI, è fondamentale sviluppare dei solidi meccanismi di distribuzione,
          in modo da raggiungere anche le aree rurali.
     dal punto di vista dell’investimento d’impatto, è necessario che l’interesse si concentri più
          sulla fase di start-up, dove intervengono anche i TPI, piuttosto che sulla fase di crescita.
          Certamente, c’è un certo disallineamento tra l’obiettivo degli investitori e i bisogni del
          settore energetico; tuttavia, il ruolo del settore degli investimenti, pubblici o privati che
          siano, è cruciale per l’implementazione.
Attualmente, molti progetti in corso promuovono la green microfinance, ma non ci sono ancora
risposte a tutte queste sfide. Sarebbe importante comprendere quali sono le potenzialità di
sviluppo del settore, identificando le possibilità di coinvolgere i principali attori in ambito di politiche
e investimenti.

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