La fisica di Newton per descrivere il cielo: gravitazione, orbite, satelliti - Neri Alessandra "IIS Da Vinci" Civitanova M - "Da ...

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La fisica di Newton per
  descrivere il cielo:
 gravitazione, orbite,
         satelliti
 Neri Alessandra “IIS Da Vinci” Civitanova M.
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Indice
• La figura di Newton
• La biografia e le opere
• I Principia
• Le leggi della dinamica
• La Legge della Gravitazione Universale
• Le leggi di Keplero
• La velocità orbitale di un satellite
• Energia meccanica di un corpo in orbita
• Orbite di un satellite
• Velocità di fuga
• Approfondimento: Buchi neri
• Approfondimento: Misura della costante di Gravitazione
  Universale
• Approfondimento: il campo gravitazionale
• Bibliografia e sitografia
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Isaac Newton
Il grande scienziato affascinato da luce
             e gravitazione
                     : fisico, un po’ filosofo, un
               • Un po’
                    po’ inventore: questo è Isaac
                    Newton, lo scienziato che formulò
                    la legge di gravitazione universale,
                    spiegò il fenomeno della
                    dispersione della luce attraverso
                    un prisma, costruì il primo
                    telescopio a riflessione. La sua
                    opera si può considerare come il
                    momento conclusivo della
                    rivoluzione scientifica del Seicento.
                    Pochi hanno lasciato, come lui,
                    un’orma così profonda in tanti
                    campi della ricerca 
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Isaac Newton
Il grande scienziato affascinato da luce e
                gravitazione
         • Newton fu il primo
                         :      a dimostrare che le
           medesime leggi della natura governano il
            movimento della Terra e degli altri corpi celesti.
            Egli contribuì alla rivoluzione scientifica e al
            progresso della teoria eliocentrica A Newton si
            deve anche la sistematizzazione matematica
            delle leggi di Keplero. Oltre a dedurle
            matematicamente dalla soluzione del problema
            della dinamica applicata alla forza di
            gravità (problema dei due corpi) ovvero dalle
            omonime equazioni di Newton, egli generalizzò
            queste leggi intuendo che le orbite come quelle
            delle comete potevano essere non
            solo ellittiche, ma anche iperboliche
            e paraboliche
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Isaac Newton: La mela e il prisma
• L’idea della gravitazione. «Perché una mela cade
  sempre perpendicolarmente al suolo? Perché non
  cade di lato o non sale, ma tende costantemente
  verso il centro della Terra?». Così Newton
  ottantenne, prendendo il tè con il suo biografo
  William Stukeley sotto un melo del giardino,
  ricordava le domande che si era posto in gioventù
  «quando l’idea della gravitazione gli era venuta in
  mente per la prima volta»; e la risposta: «certo,
  perché la Terra attrae la mela». Di qui altre
  congetture: in tutta la materia deve esserci un
  potere attrattivo, proporzionale alla massa e
  inversamente proporzionale alla distanza. Dunque,
  come la Terra attrae la mela, così anche la mela
  deve attrarre la Terra.
• Quest’attrazione reciproca può spiegare perché
  tutti i corpi pesanti cadono al suolo, perché la Luna
  è trattenuta nella sua orbita attorno alla Terra,
  perché i pianeti descrivono le loro orbite intorno al
  Sole, i satelliti attorno ai pianeti, e tutti i corpi
  dell’Universo gravitano gli uni verso gli altri.
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Isaac Newton: La mela e il prisma
La dispersione della luce.
• L’aneddoto della mela, divulgato da Voltaire, lascia in ombra gli aspetti matematici
   della scoperta, ma dà un saggio del metodo di osservazione e di ragionamento che
   permise a Newton di dare precise dimostrazioni matematiche delle sue intuizioni
   giovanili. Così pure, in una memoria di ottica del 1672, egli descrisse l’esperimento
   con il quale sei anni prima aveva tentato di spiegare un fenomeno ben noto fin
   dall’antichità: la dispersione della luce. Perché un raggio di sole che incide su un
   prisma mostra, come l’arcobaleno, una gamma di sette colori?
                                                      • Newton osservò che un
                                                         raggio di sole, attraversando
                                                         il prisma, si dilata in uno
                                                         spettro oblungo, e il rosso e
                                                         il violetto ai suoi due
                                                         estremi delimitano i colori
                                                         intermedi. Misurando
                                                         angoli, figure, distanze dei
                                                         singoli raggi colorati ne
                                                         concluse che la luce bianca
                                                         è una loro mescolanza, e
                                                         che ciascuno di essi è dotato
                                                         di un proprio indice di
                                                         rifrazione.
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Isaac Newton: una vita laboriosa
• Newton nacque nel 1642 da piccoli
  proprietari del Lincolnshire, in
  Inghilterra. Suo padre era un
  agricoltore facoltoso, che morì tre
  mesi prima che Isaac nascesse. La
  madre Newton si risposò, e Isaac fu
  affidato alle cure della nonna.
  Mostrò una precoce attitudine al
  disegno e alle invenzioni
  meccaniche; le sue attitudini negli
  studi di letteratura, ebraico e
  teologia gli valsero nel 1661 una
  borsa di studio presso il famoso
  Trinity College di Cambridge.
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Isaac Newton: una vita laboriosa
           • Negli anni 1665 e 1666 si ritirò nella casa natia per
               sfuggire alla peste e, come scrisse più tardi, colse «le
               primizie dell’età creativa, occupandosi di matematica e
               fisica più di quanto non avesse mai fatto in seguito»: a
               venticinque anni, infatti, aveva già posto le basi
               concettuali del «calcolo delle flussioni» (cioè del calcolo
               infinitesimale), dimostrato la teoria dei colori e intuito la
               teoria dell’attrazione gravitazionale.
• L'università riaprì e Newton tornò a
  frequentarla per proseguire gli studi . Nel 1669
  il suo maestro Isaac Barrow gli cedette la
  cattedra di matematica, che tenne fino al 1701;
  nei suoi taccuini risultano letture di Cartesio
  e Galilei, del chimico Robert Boyle e dei
  matematici contemporanei, l’adesione
  all’atomismo, le prime intuizioni di ottica e di
  matematica
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Isaac Newton: una vita laboriosa
         • Costruì con le proprie mani il
           primo telescopio a riflessione, e nel 1672 ne
           inviò un modello alla Royal Society di Londra
           insieme con la memoria sulla nuova teoria
           dei colori. Ne nacque una controversia che lo
           indusse a non pubblicare le Lectiones
           opticae e a rinviare il trattato Ottica fino al
           1704.

         •    Nel 1679, rielaborando le prime intuizioni di
             meccanica celeste, riesaminò il problema
             dell’orbita della Luna e dei corpi soggetti a
             forze centrali, risolse alcuni problemi
             dinamici e formulò la legge della
             gravitazione universale. Mancava ancora il
             contesto concettuale, che sviluppò dopo il
             1680 nelle lezioni De motu («Sul moto»).
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Isaac Newton: una vita laboriosa
• Negli anni 1685-87, Newton, per una sorta di
  sfida alla quale parteciparono tre matematici
  – Robert Hooke, Christopher Wren ed               • I Principi
  Edmond Halley –, compose in pochi mesi i tre
  libri dei Philosophiae Naturalis Principia          matematici della
  Mathematica, apparsi nel 1687 a cura di             filosofia naturale
  Halley e a spese della Royal Society.
• A causa delle difficoltà del linguaggio
  geometrico modellato sull’esempio degli
  antichi, le formule della meccanica celeste
  gravitazionale ebbero sostenitori e avversari:
  Tra i sostenitori vi furono John Locke e
  Christiaan Huygens.
• Il filosofo e matematico Gottfried Leibniz,
  invece, respinse l’idea dell’azione a distanza,
  seguito da tutti i cartesiani, e negli anni
  seguenti pubblicò una serie di memorie sul
  calcolo infinitesimale, mentre Newton serbò
  il silenzio per molti anni circa il proprio
  metodo delle flussioni
Isaac Newton: la vita politica
        •   Questa immensa mole di lavoro fece di lui un
            personaggio importante nella ricerca scientifica.
            Tuttavia, nel 1679 Newton dovette fermare il suo
            lavoro, a causa di un esaurimento nervoso. Dopo aver
            superato l'esaurimento, Newton ritornò all'università,
            dove diventò un leader nella protesta contro re
            Giacomo II, che voleva che soltanto i cattolici
            romani occupassero posizioni di potere nell'università e
            nel governo. Newton si oppose al re. Quando Guglielmo
            di Orange cacciò re Giacomo dall'Inghilterra, Newton
            venne eletto in parlamento. Mentre era a Londra fu
            attratto più dalla vita politica che dalla ricerca. Dopo
            aver subito un nuovo esaurimento nervoso nel 1693,
            Newton abbandonò la ricerca scientifica. Divenne
            custode della Zecca Reale nel 1696, e direttore nel
            1699. Newton fu molto valido nello sviluppare tecniche
            per prevenire la contraffazione della moneta inglese.
            Nel 1703 Newton divenne presidente della Royal
            Society e un influente associato della Académie des
            Sciences.
Isaac Newton: le dispute
• Durante tutta la sua carriera, Newton fu sempre combattuto tra il
  desiderio di fama e la paura delle critiche. La sua enorme paura delle
  critiche lo fece desistere dall'immediata pubblicazione del proprio
  lavoro. Per questo si vide spesso costretto a difenderlo da tentativi di
  plagio. Una di queste dispute sorse a proposito del calcolo
  differenziale. Anche se Newton era stato il primo a usare il calcolo
  come approccio matematico, Gottfried Leibniz fu il primo a
  diffondere in modo capillare in tutta Europa questo concetto. La
  disputa con Leibniz dominò gli ultimi anni della vita di Newton.
Isaac Newton: la morte
     • Newton morì nel 1727, ebbe funerali regali e fu
       sepolto nell’abbazia di Westminster. Solo dopo
       la sua morte apparvero alcuni inediti e la
       maggior parte dei numerosi scritti storici e
       teologici composti in lunghi anni di lavoro
       rimase inedita, insieme con una sconcertante
       raccolta di appunti sui propri esperimenti di
       alchimia.
     • I manoscritti di Newton, si trovano in parte
       nelle biblioteche di Cambridge; un’altra parte
       finì nel fondo Yahuda conservato a
       Gerusalemme. Il lascito manoscritto di Newton
       ha fornito i materiali per i molti studi e per le
       edizioni critiche dei Principi, dell’Ottica e della
       corrispondenza, che nella seconda metà del
       Novecento hanno profondamente rinnovato
       l’immagine convenzionale di Newton.
Philosophiae Naturalis Principia
                  Mathematica
Principi matematici della filosofia
naturale, noto semplicemente          • Il metodo nei Principi matematici
come Principia, è un trattato in      •   Struttura assiomatica
tre libri di Isaac Newton             •   Linguaggio geometrico
pubblicato il 5 luglio 1687           •   La terminologia. Concetti come quantità di materia,
È unanimemente considerato                inerzia, moto rettilineo uniforme furono via via
una delle più importanti opere            elaborati nei manoscritti De motu e sono quelli che
                                          vengono ancora oggi utilizzati. Compaiono le prime
del pensiero scientifico. In essa
                                          definizioni di spazio e tempo assoluto
Newton enunciò le leggi della
                                      •   Le regole (esposte solo all’inizio del 3° libro) : criteri
dinamica e la legge della
                                          come l’economia e l’uniformità della natura, la
gravitazione universale.                  ricerca delle cause analoghe di fenomeni analoghi, il
                                          procedimento induttivo, la provvisorietà delle
                                          conclusioni, la necessità di nuovi controlli
                                          sperimentali riguardo ai fenomeni che si discostano
                                          dalle leggi già enunciate e che possono indurre a
                                          modificarle applicazione del metodo scientifico
                                          di Galileo
Philosophiae Naturalis
     Principia Mathematica
•   I Principia consistono in tre libri

• De motu corporum (Sul movimento dei corpi) è un'esposizione delle
  definizioni dinamiche di base (le tre leggi del moto) e delle
  conseguenti deduzioni basate su di queste. Inoltre contiene le
  risoluzioni a varie questioni che hanno a che fare con la dinamica.
• De motu corporum, diviso in due per via della relativa lunghezza,
  contiene varie applicazioni della dinamica come la descrizione
  matematica del moto di un corpo in un mezzo resistente e un calcolo
  della velocità del suono.
• De mundi systemate (Sul sistema del mondo) è un saggio sulla
  gravitazione universale che oltre a spiegare la legge di gravitazione
  applica le leggi stabilite nei libri precedenti al sistema solare. Per
  esempio la trattazione delle irregolarità dell'orbita della luna, della
  derivazione delle leggi di Keplero e del movimento delle lune di
  Giove, delle comete e delle .Inoltre considera l‘oscillatore
  armonico in tre dimensioni.
Philosophiae Naturalis
       Principia Mathematica
•  Le definizioni date da Newton nei Principia sono esattamente le stesse
  che si trovano in tutti i manuali odierni. Egli definisce la “massa” come
  la quantitas materiae di un corpo e parte da ciò per definire la quantitas
  motus, ancor oggi chiamata quantità di moto. Egli introduce poi il concetto
  di forza inteso come cambiamento degli stati di un corpo. È interessante
  notare come Newton nei primi due libri non dia una definizione precisa di
  molte quantità che utilizza (come il momento angolare).
• Mentre la reazione ai primi due libri fu entusiasta, probabilmente per
  l'immediatezza delle cose trattate, il concetto di una forza attraente che si
  trasmette a distanza ricevette una risposta più fredda, come abbiamo già
  detto, in particolare da Leibniz secondo cui la legge era anche
  incompatibile con la nozione dell‘etere. Da un punto di vista cartesiano,
  quindi, questa era una teoria incompleta. La difesa di Newton è stata
  adottata da molti fisici inglesi famosi i quali precisarono che la forma
  matematica della teoria doveva essere corretta poiché spiegava con una
  precisione impressionante i dati sperimentali. La mole di fenomeni che la
  teoria spiegava era così impressionante che “i filosofi” più giovani presto
  adottarono i metodi e il linguaggio dei Principia
La sintesi newtoniana influì sulla cultura del Settecento
•    La legge di gravitazione universale, che risolveva in modo apparentemente semplice
     l’enigma fino allora inviolato della meccanica celeste, fu respinta da alcuni come
     un’ennesima qualità occulta, accettata da altri come l’idea di una mente sovrumana.
•    «Non è lecito ai mortali emulare gli dei più di Newton»: così si conclude l’ode latina
     premessa da Edmond Halley alla prima edizione dei Principi.
•    Il poeta Alexander Pope alluse in un distico alle scoperte dell’attrazione e della
     scomposizione della luce solare nel prisma come una seconda creazione, voluta da Dio
     attraverso Newton: «La natura e le sue leggi erano immerse nella notte/ Dio disse: sia
     Newton, e tutto fu luce».
•    Nelle opere che Newton pubblicò prevale il sapere positivo, con le dimostrazioni di
     matematica e meccanica celeste, gli esperimenti di fisica e ottica.
•     Nonostante il sobrio stile tecnico di questi testi, il mondo letterario inglese e continentale
     ne subì intensamente il fascino. Poeti e letterati si ispirarono alla formula dell’attrazione o
     alla suggestione dell’iride per ridescrivere in termini newtoniani le bellezze dell’Universo.
     Nelle arti, pittori, scultori e architetti celebrarono variamente il genio di Newton.
•     Le scoperte di fisica, ottica, matematica nutrirono nuove famiglie di manuali didattici; la
     loro esposizione divulgativa diventò un genere letterario diffuso in tutta Europa (tra cui
     Eulero e Voltaire)
•    I successi ottenuti in fisica indussero economisti, psicologi, filosofi a trasporre nelle proprie
     ricerche modelli tratti dalla sintesi newtoniana. Si parlò di «attrazione tra le idee»; Hume si
     propose di seguire le massime del metodo nella sua scienza della natura umana; oltre a
     imitare il metodo, Kant mise alla base della filosofia trascendentale le nozioni di spazio e
     tempo connesse alla nuova fisica.
Assiomi o Leggi del moto (De motu corporum)
            Leggi della dinamica
Legge I. Ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di
 moto rettilineo uniforme se qualche forza ad esso applicata
 non lo costringe a mutarlo. (Principio di inerzia)

 Legge II. Il mutamento del moto è proporzionale alla forza
 motrice impressa, e segue la retta secondo cui tale forza è
 stata impressa  La forza che agisce su un corpo è uguale
 al prodotto della sua massa ed accelerazione: F = ma

Legge III . L’azione è sempre uguale e contraria alla reazione:
cioè le mutue azioni di due corpi sono sempre uguali e
dirette in senso opposto Ad ogni azione corrisponde
un’azione uguale e contraria. (Principio di azione e
reazione principio di conservazione della quantità di
moto)
Teoria della
            GRAVITAZIONE UNIVERSALE
L’aggettivo UNIVERSALE vuole evidenziare che
 per la prima volta vengono studiati con la
 stessa teoria sia i corpi “celesti” che quelli
 “terrestri”

E’ il primo passo della “unificazione “ delle forze , idea che sarà uno dei principali
fili conduttori della ricerca in fisica fino ai nostri giorni . La teoria della grande
unificazione o GUT (grand unification theory o grand unified theory ) secondo cui le
forze fondamentali non gravitazionali (elettromagnetica, debole e forte) si
descrivono come un’unica interazione e si sono separate solo pochi istanti dopo il Big
Bang
Forza di Gravitazione Universale
 Ogni punto materiale attrae ogni altro singolo
  punto di materiale con una forza diretta
  lungo lungo la linea di intersezione di
  entrambi i punti. La forza è proporzionale al
  prodotto delle due masse e
  inversamente proporzionale al quadrato
  della distanza fra loro:
• F è l'intensità della forza
   tra le masse,
• m1 è la prima massa,
• m2 è la seconda massa,
• G è la costante di gravitazione
   universale,e
• r è la distanza tra i centri delle masse.
Considerando le unità di misura SI:

F Newton (N),
 m1 e m2 chilogrammi (kg),
r  metri (m), e
la costante G  6,67 x 10-11 N m2 kg−2

Inoltre:
descrive una coppia di azione e reazione : le forze sui due corpi
interagenti sono uguali e opposti
è una forza centrale: la direzione delle forze è lungo la
congiungente i centri
agisce a distanza e istantaneamente
ha raggio di azione infinito
m1 e m2 descrivono la proprietà di essere attratte
gravitazionalmente  masse gravitazionali
Corpi estesi
Se i corpi in questione hanno un'estensione spaziale
  (piuttosto che essere dei punti materiali teorici)?
•  la forza gravitazionale tra loro viene calcolata
  sommando i contributi dei punti materiali che
  costituiscono i corpi.
• un oggetto con una distribuzione sfericamente
  simmetrica della massa esercita su corpi esterni
  un'attrazione gravitazionale come se tutta la massa
  dell'oggetto fosse concentrata in un punto al suo
  centro. (Ciò non è in genere vero per corpi non
  sfericamente simmetrici)
• corpi rigidi con distribuzioni di massa
  sfericamente simmetriche attraggono e sono
  attratti come punti materiali con tutta la massa
  situata nei loro centri.
Valore della Costante Universale G
                                   11   N m    2
              G  6,67 10                   2
                                          kg
Poichè è un valore molto piccolo la forza di
gravitazione universale è debole, rilevabile quando
almeno uno dei due corpi ha massa molto grande
Per masse m1= m2 = 1kg poste a distanza di 1m si ottiene infatti
una forza trascurable (1N≈peso di un oggetto di massa 100g) :

               11 N  m 2
                           1kg 1kg              11
 F  6,674 10         2        2
                                     6,674  10     N
                    kg       1m
• La legge di gravitazione universale
  combinata con i 3 principi della
  dinamica permette di spiegare
  TUTTE le caratteristiche delle orbite
  planetarie (ovvero le 3 leggi di
  Keplero).

 • Nella La struttura del sistema del mondo I moti principali dei pianeti
   secondo le leggi di Keplero sono presentati come fenomeni;
   le proposizioni e i teoremi che seguono dimostrano che tali leggi
   sono casi particolari della legge di gravitazione universale, la quale
   spiega tutti gli altri fenomeni della meccanica celeste, dalla forma
   della Terra alla teoria della Luna, dal problema dei tre corpi alle
   reciproche perturbazioni dei moti ellittici, dal flusso e riflusso delle
   maree alle lunghe traiettorie delle comete. Al termine della seconda
   edizione, Newton confermò solennemente la sua fede in un Dio che
   regola la macchina cosmica in una sorta di miracolo permanente, e il
   suo celebre motto «non costruisco ipotesi».
Conseguenze della legge di gravitazione
 La forza è proporzionale al prodotto delle due masse e
 inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra loro:

          mM 
      F  G 2 ur
            r

Utilizzando proprietà geometriche e la
legge del moto, Newton dimostrò che                        mM 
                                                F  m  a  G 2 ur
l’inversa proporzionalità proporzionalità                     r
della forza con il quadrato della distanza
implica che le traiettorie di un satellite di
massa m attorno ad un centro attrattore
di massa M>>m sono sempre CONICHE
Le “coniche” sono le curve che si determinano dall’intersezione
   di un cono con un piano .Le coniche sono:
                  ellisse (cerchio), parabola ed iperbole.

Le orbite legate sono ellissi o circonferenze (Prima Legge di Keplero).
Newton prevede in più l’esistenza delle orbite aperte (slegate) della
parabola ed iperboleIl tipo di orbita è determinata dall’energia totale
del satellite (Cinetica+Gravitazionale).
2° Legge di Keplero o legge delle aree (il raggio vettore
Sole-pianeta spazza aree uguali in tempi uguali  il pianeta gira più
velocemente al perielio che non all’afelio) è una conseguenza della
conservazione del momento angolare del sistema M+m.
In ogni istante l’attrazione
gravitazionale è diretta verso il
centro del Sole, che è anche il
punto attorno al quale ruota il
pianeta. (Forza centrale)
 Quindi il momento della forza di
gravità è nullo. si conserva il
momento angolare del satellite
L = mrv
Consideriamo il pianeta in due punti A e B
dell’orbita. Si ha:

LA=LB mvrA = mvrB  vrA = vrB       *

In un intervallo di tempo Δt il pianeta si
sposta di un tratto v Δt e il suo raggio
vettore spazza un’area circa uguale a
quella del triangolo colorato
               ½ v . Δt

 Se moltiplichiamo entrambi i membri
della * per ½ Δt otteniamo che le aree
                                             Analizzando la dimostrazione
spazzate nei pressi di A e B sono uguali:
                                             possiamo concludere che
                                             la seconda legge di Keplero è
            ½ vrA Δt = ½ vrB Δt
                                             una diretta conseguenza del
                                             fatto che l’attrazione
Questa è proprio la seconda legge di
                                             gravitazionale è una forza
Keplero !!!.
                                             centrale.
3° Legge di Keplero
Nel caso dei pianeti del sistema
solare , la costante è

Analizzando la dimostrazione possiamo concludere che
la terza legge di Keplero è una conseguenza del secondo principio
della dinamica e del fatto che l’attrazione gravitazionale dipende dal
quadrato della distanza.
Inoltre questa legge ha un forte potere predittivo

                          Nel caso in cui si può conoscere il periodo di
                          un pianeta, la relazione permette di
                          determinare il raggio dell’orbita o viceversa

           Osservando i satelliti di una stella, è possibile
           determinare la massa della stella stessa!!
Satelliti
 Supponiamo di voler lanciare un satellite in orbita
   attorno alla Terra:
 1. Quale è la velocità necessaria?
 2.Che traiettoria avrà?
 3. Quale è la velocità con cui percorre l’orbita?
 4. E’ possibile avere un satellite “stazionario”?
Simulazione   https://phet.colorado.edu/sims/html/gravity-and-
              orbits/latest/gravity-and-orbits_it.html
Satelliti
Immaginiamo di avere, sulla cima di una montagna molto alta, un cannone
che spara in orizzontale. Ammettiamo di poter aumentare la sua potenza di
fuoco, in modo che il proiettile esca con una velocità iniziale sempre più
grande. Supponiamo, inoltre, che non ci sia l’aria a opporre resistenza al
moto del proiettile.
Satelliti
                                   Un satellite artificiale è un proiettile
                                   sparato con una velocità tale da non
                                   atterrare più.

Per mettere in orbita un satellite, in realtà, si utilizza un razzo che, mentre sale,
lentamente si inclina, imprimendo così al satellite la velocità orizzontale necessaria
per farlo restare in orbita.

Un satellite in orbita è un proiettile che cade intorno alla Terra,
 anziché verso di essa. Il satellite, infatti, è tirato costantemente verso il centro
della Terra dalla forza-peso, ossia dalla forza di gravità terrestre; tuttavia non
colpisce mai la superficie della Terra,
 perché questa, essendo curva,
 sfugge continuamente all’impatto.

 Anche la Luna quindi sta cadendo intorno alla Terra!!
Velocità orbitale di un satellite
La forza gravitazionale su un satellite è diretta verso il
  centro dell’orbita: è una forza centripeta se il satellite
  compie una circonferenza.

 M è la massa del pianeta, mentre la velocità del satellite è
indipendente dalla massa del satellite stesso
Poichè la distanza del satellite dal centro del pianeta r è a
denominatore, la velocità diminuisce all’aumentare di r , in
accordo con le leggi di Keplero
Satelliti Stazionari
   Un satellite si dice geostazionario quando appare fermo rispetto
   alla superficie terrestre. (esempio satelliti per GPS)
  L’orbita di un satellite geostazionario ha due caratteristiche
   fondamentali:
1. è un’orbita circolare contenuta nel piano equatoriale della Terra;
2. è percorsa dal satellite esattamente in un giorno siderale T =23
     h56 ‘4 ‘’, cioè nel tempo che la Terra impiega a compiere una
     rotazione attorno al proprio asse.
Satellite geostazionario
• Un’orbita geostazionaria di raggio R e
  lunghezza 2πR è percorsa dal satellite nel
  tempo T con una velocità v tale che

• Sostituendo la velocità orbitale:

• Dopo aver elevato al quadrato e ricavato R, si
  ottiene il raggio dell’orbita del satellite
  stazionario
Energia Gravitazionale

La forza gravitazionale
è conservativa
  L’energia totale si
       conserva
Energia Gravitazionale
Poichè l’energia potenziale gravitazionale è sempre
negativa, a seconda della velocità del satellite l’energia
totale può essere

E>0 orbita iperbolica

E=0  orbita parabolica

E
Velocità di fuga
   Si chiama velocità di fuga la minima velocità che deve avere un
   proiettile posto sulla superficie di un corpo celeste per
   allontanarsi da esso, senza mai più ricadervi.

1. Sulla superficie della Terra la velocità di fuga è pari a 11,2 km/s circa,
   ovvero poco più di (40000 km/h), mentre a 9000 km dalla superficie è circa
    7 km/s: i razzi solitamente ottengono questa velocità con un'accelerazione
   continua dalla superficie fino a quell'altezza, oltre la quale il razzo si può
   allontanare indefinitamente dalla Terra per inerzia, cioè senza propulsione.
2. La velocità di fuga non dipende dalla massa del corpo.
3. La velocità di fuga è grande su pianeti con massa grande e raggio piccolo.
Alta velocità di fuga: la Terra ha
atmosfera perchè non tutte le
molecole riescono a sfuggire
all’attrazione gravitazionale
           B
 Bassa velocità di fuga: la Luna
 non ha atmosfera perchè le
              Ba
 molecole riescono a sfuggire
 all’attrazione gravitazionale
In conclusione:
•La legge della gravitazione di Newton ha carattere UNIVERSALE

•Le leggi di Keplero sono la diretta conseguenza dei principi
 della dinamica e della legge di gravitazione universale di
Newton.

Proprietà delle orbite “Kepleriane”:
1. Le traiettorie sono sezioni coniche (ellissi, parabole,iperboli)
2. Energia e momento angolare si conservano durantel’orbita.
3. Nel caso generale di due masse queste orbitano attorno al loro
   centro di massa.

• La legge della gravitazione di Newton, insieme alle leggi del moto,
  permette di determinare le grandezze cinematiche e dinamiche
  sui corpi celesti e quindi permette di prevedere posizioni e
  velocità dei corpi conoscendo le velocità iniziali
Buchi neri
La luce viaggia alla velocità di 300000 km/s
Che cosa succede su un corpo celeste che ha una velocità di fuga maggiore di c?
Secondo la teoria della relatività di Einstein neanche la luce può sfuggire all’attrazione
gravitazionale di un corpo del genere, che quindi è chiamato buco nero. Il nome è
dovuto al fatto che ogni raggio di luce emesso dalla sua superficie è «intrappolato»
dalla gravità e non può uscire verso l’esterno.
 I buchi neri sono oggetti molto complessi, ma l’equazione della velocità di fuga
 permette di stimarne alcune caratteristiche. In particolare, determiniamo il raggio di
 Schwarzschild di un corpo di massa M, cioè il raggio del corpo per il quale esso
 diventa un buco nero. Ciò accade quando la velocità di fuga da esso è uguale alla
 velocità della luce. Poniamo vf = c
Bilancia a torsione di Cavendish
Essa è costituita da due masse fisse m‘, di
notevole entità, e da un'asta sospesa che
reca alle estremità due masse m.
Avvicinando le masse m' alle m, queste
ultime vengono attratte e l’asta è sottoposta
ad una coppia di forze, che lo fa ruotare.
Conoscendo l'elasticità del filo, e misurando
l'angolo di rotazione, è possibile risalire
all'entità della coppia che fa ruotare l‘asta, e
quindi alle forze in gioco. Ma l'angolo di
rotazione è piccolissimo: Cavendish ebbe
l'idea di collegare al filo uno specchietto, di
far riflettere su di esso il raggio di luce di una
lampada, e di far incidere il raggio riflesso su
una scala graduata molto lontana, in modo
da amplificare gli effetti della rotazione. Il
tutto è racchiuso dentro un contenitore
isolato, in modo da evitare che eventuali
correnti d'aria disturbino l'esperimento.
Costante di Gravitazione Universale
E’ la costante fisica che si conosce con il
minor numero di cifre significative.
                                                                                    N  m2
 La prima misura fu effettuata da Henry         G  6,67408  0,00031 10   11

Cavendish nel 1798 usando una bilancia di                                            kg 2
torsione.
 La debolezza dell'intensità
dell'interazione gravitazionale rispetto alle
altre forze, come quella elettromagnetica,
ha reso la determinazione del valore
di G particolarmente difficoltosa, Tuttora
l’esperimento del 1798 è una delle migliori
misure tanto che la procedura prende il
nome di esperimento di Cavendish. Ebbe
luogo 111 anni dopo la pubblicazione
dei Principia di Newton e 71 anni dopo la
sua morte, quindi nessuno dei calcoli di
Newton poteva utilizzare il valore di G (ne
aveva dato solo una stima); egli poteva
soltanto calcolare il valore di una forza
rispetto ad un'altra.
Campo Gravitazionale
Come viene superato il problema dell’azione a distanza?  Si parla di CAMPO
GRAVITAZIONALE
Con l’introduzione del campo gravitazionale si è costituito un modello che permette di
spiegare l’interazione tra corpi lontani senza dover ammettere l’esistenza di una
misteriosa azione a distanza.

                                                        Il campo gravitazionale terrestre
                                                        in un punto a distanza r dal
                                                        centro della Terra è
                                                        l’accelerazione di gravità che
                                                        viene impressa a qualunque
                                                        corpo posto in quel punto.
Bibliografia e Sitografia
                        •I.Newton “Principi di filosofia Naturale”
  • D.L. Goodstein J.R. Goodstein “Il moto dei pianeti intorno al Sole” Una lezione
                           inedita di Richard Feyman Zanichelli
           • U. Amaldi “Dalla mela di Newton al bosone di Higgs” - Zanichelli
                           •Romeni “Fisica e Realtà” – Zanichelli
•M.ichel Guillen “Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo- Potere e poesia della
                                   matematica” Ed. TEA
 •R.P. Crease “Il prisma e il pendolo - I dieci esperimenti più belli nella storia della
                                           scienza”
 •http://archive.oapd.inaf.it/othersites/sc/starchild/whos_who_level2/newton.html
      •http://www.treccani.it/enciclopedia/isaac-newton_%28Enciclopedia-dei-
                                         ragazzi%29/
    •https://it.wikipedia.org/wiki/Philosophiae_Naturalis_Principia_Mathematica
          •https://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_gravitazione_universale
     •https://phet.colorado.edu/sims/html/gravity-and-orbits/latest/gravity-and-
                                        orbits_it.html
      •http://www.openfisica.com/fisica/simulazioni/satellite/Satellite_solo.php
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