L'Alloro Un albero "nobile" - Parco archeologico del Colosseo
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L’Alloro Un albero “nobile” Provenienza: la pianta, originaria dell’Asia minore, e arrivata in Europa in tempi remoti. Altezza: l’albero di alloro si presenta come un arbusto se potato ma, se lasciato vegetare in modo libero, si trasforma in un vero e proprio albero e puo arrivare anche all’altezza di 10-15 metri. Longevità: rispetto ad altre specie arboree presenti nelle nostre campagne (come il mandorlo o le giuggiole), l’alloro non e un albero molto longevo. Apparato radicale e fusto: il tronco e eretto, con corteccia liscia, grigia o nerastra. Il suo legno e aromatico ed emana il classico profumo delle foglie. La ramificazione e fitta e i rami, piuttosto dritti, spingono la pianta di alloro verso l’alto. Ha un apparato radicale espanso, con radici che vanno in profondita nel terreno. Carta d’identità dell’albero 1
La chioma allungata, con forma piramidale, e molto folta e densa di fogliame. In natura l’albero di alloro non ha bisogno di potature, cresce spontaneo e rigoglioso e si propaga finche ha spazio; tuttavia, dal momento che viene coltivato per fini ornamentali, nell’arte topiaria o per la creazione di siepi, subisce spesso la potatura. Le operazioni di potatura servono soltanto a modellare la pianta per fini estetici e non hanno un’utilita migliorativa reale. La potatura puo essere effettuata sia in autunno che alla fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa della stagione primaverile. La moltiplicazione del laurus e molto semplice, infatti, puo avvenire praticando la talea o utilizzando i pollini prodotti dalla medesima pianta (la talea si pratica in primavera tagliando il ramo del laurus madre, eliminando le foglie basali e piantandolo, mettendo a radicare dei germogli apicali in vasetti pieni di buon terriccio, da mantenere sempre umido). Se si possiede l’alloro che produce infiorescenze femminili, l’impollinazione avviene anche per mezzo d’insetti, uccelli e del vento. Essi impollinano i fiori che, in seguito, sviluppano frutti contenenti ognuno un seme. L’alloro va seminato durante la stagione autunnale in un terreno umido e fresco, al riparo, fino all’arrivo della stagione primaverile. E conveniente pero utilizzare un vaso per la semina, in modo tale da facilitarne la successiva messa a dimora. Carta d’identità dell’albero 2
Foglie: la pianta di alloro è una specie sempreverde perenne. Le foglie si presentano ovoidali, molto spesse, ondulate ai bordi, con la pagina superiore brillante e lucida, di colore verde scuro. Hanno dimensioni considerevoli: possono avere una lunghezza compresa dai 6 ai 9 cm ed essere larghe 4-6 cm. In cucina, com’e noto, le foglie di lauro sono la parte piu utilizzata per via del loro intenso aroma. Sul fogliame sono poi sparse delle piccole ghiandole che danno alle foglie il loro tipico profumo. La raccolta delle foglie di alloro puo avvenire in un qualsiasi periodo dell’anno. In base alla forma delle foglie esistono principalmente due varieta di alloro: il Laurus nobilis, o Aurea, caratterizzato da foglie dorate e appuntite (questa varieta deve essere ben protetta da venti, dal freddo, ma anche dal sole eccessivo, per evitare eventuali bruciature sulle foglie). La seconda varieta, molto diffusa, e invece il Laurus nobilis o “Angustifolia”, che si differenzia dalla prima per la forma stretta delle foglie e risulta piu resistente. Fiori: i fiori, invece, sono di un bel giallo chiaro, riuniti a piccoli grappoli, e si aprono generalmente in primavera. L’alloro e specie dioica, ossia i fiori maschili e quelli femminili si trovano su piante diverse. Carta d’identità dell’albero 3
Frutti: dai fiori avremo quindi i frutti, composti da piccole bacche nere simili alle olive. Esse contengono soltanto un seme e, di solito, maturano tra ottobre e novembre. I frutti vengono raccolti in genere nel periodo autunnale e devono subire in primis l’essiccazione. Come le foglie anche le bacche sono molto profumate. Temperatura adatta alla coltivazione: l’alloro si presenta come pianta rustica e si adatta abbastanza bene a quasi ogni ambiente e clima. Gradisce un’abbondante circolazione d'aria, ma non sopporta venti troppo forti. Resiste alle temperature piu alte e tollera quelle piu fredde, anche se per periodi non troppo prolungati. Tipologia di terreno: cresce in ogni tipo di terreno. Il terriccio in cui piantare l'alloro non richiede particolari caratteristiche: sara sufficiente optare per un terreno drenato, fertile e ben concimato. Troviamo la pianta di alloro sia in zone pianeggianti, ma anche in collina, al di sotto degli 800 metri di altitudine. Area di diffusione: oggi l'alloro e diffuso in gran parte dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo come Italia, Spagna, Grecia, Tunisia e tanti altri. Lo si trova spesso nei boschi, a ridosso della costa, a comporre delle vere e proprie formazioni spontanee, tipiche delle zone meno aride della macchia mediterranea. In Italia cresce spontaneamente nelle zone centro-meridionali e lungo le coste, mentre viene coltivato nelle regioni settentrionali. Carta d’identità dell’albero 4
Qualche curiosità sull’Alloro… Origine del nome Appartenente alla famiglia botanica delle Lauraceae (genere laurus), deriva il suo nome (Laurus nobilis) dal latino laus (‘lode’), forse per l’apprezzamento delle qualita terapeutiche della pianta, e nobilis (‘nobile’), per l’antico simbolo nobiliare attribuito a quest’albero. La pianta di alloro e tra gli alberi piu diffusi, di cui si ha notizia sin dall'antichita. Ne troviamo traccia anche nei miti greco-romani dal momento che l'alloro era considerato sacro e rappresentava la gloria e la conoscenza. Non a caso si utilizzava questa pianta per cingere il capo dei vincitori nei giochi olimpici e delfici: da qui l'alloro e diventato sinonimo di vittoria, onore e trionfo. Nel Medioevo la corona di alloro inizio ad essere considerata un tributo da offrire non tanto a chi avesse compiuto gesta eroiche, quanto a chi si fosse distinto nella poesia e nella letteratura. L’usanza si radico poi nel Rinascimento e, ancora oggi, i grandi poeti vengono detti per questo motivo “laureati” quando ottengono questa onorificenza. Lo stesso termine “laurea” deriva da questo uso dell’alloro: chi e riconosciuto come sapiente viene simbolicamente premiato con la nobile ghirlanda di lauro. Storia, usi e tradizioni dell’albero 5
Una pianta versatile… E una pianta dalle antiche tradizioni, impiegata non solo per le sue mirabili qualita ornamentali, ma anche per le proprieta terapeutiche e i numerosi usi in cucina. Ottimo, infatti, per aromatizzare piatti a base di carne e pesce, l’alloro e anche perfetto per preparare liquori profumati. La diffusione e l'ampio uso che se ne fa nella Cucina Siciliana in particolare, ad esempio, hanno portato l'alloro ad essere inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) come ‘prodotto tipico siciliano’ da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPaaf). Le foglie di alloro, inoltre, possono essere messe nell'armadio come rimedio naturale contro le tarme. Infine, grazie alle proprieta digestive e antisettiche di questa pianta, e possibile prepararne decotti e infusi. Storia, usi e tradizioni dell’albero 6
Usi e credenze nell’antichità… In Grecia I Greci pensavano che le sue foglie avessero il potere di trasmettere il dono della divinazione, di allontanare le disgrazie e le malattie contagiose. A Delfi, sede dell'oracolo di Apollo, i sacerdoti del dio e la Pizia masticavano o bruciavano foglie di alloro per stabilire la comunicazione con gli Dei e dormivano su "materassi", fatti di strati dei suoi fuscelli, per favorire i sogni premonitori. A Roma Anche a Roma era considerato segno di trionfo, tanto che i generali vittoriosi ne indossavano una corona quando venivano festeggiati sul Campidoglio. Si narra, infatti, che fu Giove stesso a donarla a Cesare per celebrare le vittorie del condottiero. Nel Mito e nella Letteratura Il mito piu celebre sulla nascita dell’alloro viene, tuttavia, raccontato da Ovidio nelle sue Metamorfosi: la ninfa Dafne, il cui nome significa appunto "lauro" (alloro), per sfuggire al corteggiamento del dio Apollo, si fece trasformare dalla madre Gea, proprio in una pianta di alloro. Il dio allora, ormai impotente, decise di onorare questa pianta, rendendola sempreverde e sacra al suo culto. Da quel momento in poi, gli uomini l’avrebbero adoperata come simbolo di gloria da porre sul capo dei migliori: eroi, geni e saggi capaci di imprese esaltanti. Storia, usi e tradizioni dell’albero 7
Il "lauro" e spesso citato, inoltre, nel Canzoniere di Petrarca. Nell'opera, infatti, Laura, la donna amata dal poeta, viene in parte assimilata a questo arbusto (anche l’omofonia che il poeta realizza è funzionale a questa metafora). Riprendendo proprio le immagini della mitologia greca (in particolare il mito di Dafne e Apollo), l'alloro diventa, quindi, simbolo di rifiuto e inaccessibilita, entrambe caratteristiche di Laura nel Canzoniere. Interessante il gioco di parole architettato dal poeta: da un lato realizza l'accostamento tra "lauro” e “l'auro" (dove "l'auro" sta a significare "l'oro" ed e riferito alla lucentezza dei capelli della donna), dall’altro compare la coppia Laura-l'aura (in cui l’aura sta, invece, a indicare l’aria. Dove potrai trovare l’Alloro al PArCo? Folte siepi di allori verdeggianti compaiono qua e la fra la vegetazione sempreverde del PArCo. Il loro verde lucente e l’intenso e caratteristico profumo sorprendono il turista, che attraversa l’area archeologica, in qualsiasi stagione. Ne troviamo una fitta barriera proprio all’ingresso del vialetto che conduce alla radura di Vigna Barberini, ma sparuti esemplari si inseriscono anche lungo la stradina che dal Clivo Palatino sale verso gli Horti Farnesiani e prepara la vista allo spettacolo della Fontana dei Papiri con i suoi vaporosi spruzzi che si esibiscono ogni ora. Scheda di approfondimento _ L’Alloro, un albero nobile. Servizio Educazione Didattica e Formazione “I nostri amici alberi del PArCo” Progetto didattico per la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria; a cura di Elena Ferrari in collaborazione con Gabriella Strano (PArCo) e Alessandra Cini e Ilaria Patriarca. Lay-out: Andrea Schiappelli. Il logo del “PArCo Green” è di Simonetta Massimi. Roma_marzo 2021 Storia, usi e tradizioni dell’albero 8
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