Kiev: altri 60mila soldati dalla Russia - L'Opinione delle Libertà

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War Championship
 di GIAN STEFANO SPOTO                                 Kiev: altri 60mila soldati dalla Russia
F          u forse Maurizio Costanzo a im-
           portare in Italia il trucco dei pro-
           fessoroni trasformati in volgari
guappi che gli autori contrappongono come
gladiatori di Colossei un tempo catodici. Il
                                                           Secondo lo stato maggiore dell’esercito ucraino, Mosca ha lanciato
                                                         una “mobilitazione nascosta” per ricostituire le unità perse nel conflitto
vecchio uomo che morde il cane è un catte-
dratico sempre pronto a urlare e a sparare
parolacce che l’immaginario collettivo, un
tempo, associava a scaricatori di porto più
che a studiosi di Pinturicchio. I quali in se-
guito si riveleranno geniali nel trasformare
le capre dei dipinti rinascimentali in insul-
ti che entrano nel gergo corrente.
    Passano gli anni, tanti anni, e il vecchio
truccaccio che doveva esplodere in tem-
pi brevi resiste ancora. Anzi, invade tutti
i campi della comunicazione e, quel che è
peggio, anche e soprattutto gli argomenti
un tempo appannaggio dell’informazione
più rigorosa e delicata. Come il Covid, che
fin dal primo momento è stato affrontato
con zuffe volgarissime fra illustri scienzia-
ti e poi la guerra in Ucraina, subito salot-
tizzata come se si giocasse a Risiko.
    È un fatto che la notizia pura dopo qual-
che giorno non faccia più audience, a meno
che i suoi sviluppi non siano vistosi. E an-
che quando lo sono, il desiderio inconfes-
sato è che la storia si concluda, ma non per
la pìetas che si prova pensando alle popola-
zioni colpite, semplicemente perché stan-
no trasformando la cronaca in una fiction
domestica senza più colpi di scena emozio-
nanti. Chi gestisce le tv tiene comunque
famiglia, e lo share si trasforma in soldoni:
si scelgono spazi in cui si lucra, a scapito
di quelli in cui si informa, così molti non si
rendono conto di questo trasloco mentale e
guardano il circo, pensando ancora di leg-
gere testi sacri.
    Siamo dunque un popolo di cinici, di
mostri. No, perché qualcuno ancora tenta
di essere sensibile, separando i dittatori
dalle popolazioni e, magari, placando la
propria coscienza con qualche spicciolo
alle peggiori organizzazioni caritatevo-
li, quelle che già spendono milioni per le
pubblicità con il ricatto morale dei bambini
affamati, ma non forniscono mai resoconti
su come hanno speso il denaro ricevuto.
    Dunque, gli spettatori italiani non se-
guono più Vladimir Putin, ma la mosca
bianca putiniana e i suoi contratti. Ci sono
video-dipendenti che guadagnano mille
euro al mese senza un domani, ma si im-
pietosiscono temendo per i gettoni dei fi-
ghter salottieri, i cui ingaggi sono propor-
zionali a quelli dei giocatori di calcio: gli
attaccanti sono i più pagati e i più contesi
dalle squadre. Nessuno si batte per le pro-
prie idee, ma ognuno individua una tesi
scoperta, una qualunque, e la sostiene, af-
frontando attori incaricati di fare gol nella
porta opposta.
    La war-fiction è un must: un giorna-
lista vero, inviato delle testate televisive,
racconta la guerra con tutti i crismi ma i
tuttologi, dal divano, borbottando non si
sa che, lo accusano di sbagliare questo e
quello. Meglio, molto meglio se l’inviato è
un conducator da salotto, e qui si vede che
l’interesse è sul gossip, la guerra fa solo
da sfondo: l’argomento del giorno non sa-
ranno i missili, si discuterà sul fatto che il
Massimo Giletti di turno, con il casco, sia
in campo stretto, e si trovi o no in un luogo
sicuro dove usa la protezione solo per moti-
vi scenici. Quello che dice non importa, lui
certifica solo il passaggio dall’informazio-
ne professionale alla fuffa addomesticata.
    Obiettivamente, in passato ci furono              questo conta poco, il pubblico guarda le no-   materiale per litigare in famiglia e con gli   sa: l’importante è scegliersi le squadre del
tanti inviati eroici e altri che seguirono, ad        tiziole-pattume che Google sciorina ogni       amici, a suon di “sacrosanto” e di “da che     campionato Lcd 4k, dove le gesta degli eroi
esempio, la guerra del Golfo da ristoranti            giorno come il meglio dello strapeggio. E      mondo è mondo”.                                sono meno importanti dell’astio che cresce
di Beirut bevendo vino francese da otto-              recupera sul web tutti i turpiloqui che si       Intanto, gli eventi bellici e virologici     contro il nemico della poltroncina di fron-
centomila lire la bottiglia. Ma ora tutto             era perso per difetto di ubiquità. Così ha     vanno avanti, ma di questo poco interes-       te.
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2     L’OPINIONE delle Libertà                                                                                                                                    Lunedì 4 Aprile 2022

Cento anni di storia                             bisogna dimenticare che è con il senno di
                                                 poi che diamo questo giudizio, allora le
                                                                                                  centrismo, più grande della loro consi-
                                                                                                  stenza numerica, ciò fu più per l’azione di
                                                                                                                                                   liberale di destra) a tentare con lui l’av-
                                                                                                                                                   ventura. Ma forse l’errore è nel fondo e fin
liberale (con Stefano                            cose potevano apparire – ed in effetti ap-
                                                 parvero – in una luce diversa. Anche per-
                                                                                                  De Gasperi e dei suoi, che per meriti pro-
                                                                                                  pri, fino a quando apparve sulla scena po-
                                                                                                                                                   dal principio. Il Partito Liberale in Italia
                                                                                                                                                   è stato grande col collegio uninominale e
De Luca)                                         ché non è così sicuro che, senza il delitto
                                                 Matteotti e l’Aventino, che rischiarono di
                                                                                                  litica il più grande dei liberali della Prima
                                                                                                  Repubblica: Giovanni Malagodi.
                                                                                                                                                   i notabili, ridotto a partito unitario e col
                                                                                                                                                   proporzionale non ha mai realmente fun-
                                                 provocarne la drammatica fine, il fasci-             Malagodi, che, per cultura, persona-         zionato e anche oggi, a ben guardare, fin
di GIUSEPPE BASINI                               smo si sarebbe comunque trasformato in           lità, profondità di pensiero, sarebbe pro-       che c’è stato il sistema elettorale scaturito

U
        na lunga carrellata, un volo dall’alto   un regime anticostituzionale e illiberale        babilmente diventato un assoluto prota-          dal referendum Segni, vi erano molti più
        su cento anni di storia Patria, par-     (la storia non si fa con i se, ma si capisce     gonista in un Paese meno segnato dalla           parlamentari liberali di quanti il vecchio
        lando della storia del partito che più   meglio con i se). Comunque quasi tutti i         Controriforma, impose al Partito libera-         Pli ne abbia mai avuti.
        di tutti ha forgiato l’Italia moderna,   liberali, dopo i primi evidenti passi della      le una precisa svolta in direzione di una           Forse aveva ragione don Benedetto, il
il Partito Liberale Italiano.                    trasformazione del fascismo in regime,           difesa intransigente di valori in fondo          Partito Liberale è in realtà un pre-parti-
    Questo è il bel libro di Stefano De Luca     passarono all’opposizione, in molti casi         liberali da sempre: la proprietà, il libero      to, un’associazione o una serie di associa-
“Cento anni di storia del Pli”. Senza tra-       anche decisa, ma, anche qui, troppo tardi.       mercato, le ragioni dell’industria privata,      zioni culturali, una scuola come quella di
scurare affatto la storia delle idee e degli     Nasce da qui l’irrilevanza liberale. A parte     contro i tentativi striscianti della sinistra    Enrico Morbelli, un modo di pensare, una
autori, che furono alla base del liberali-       i pochi che vennero a patti in un ruolo se-      democristiana di aprire al socialismo, sia       filosofia o forse semplicemente l’insieme
smo moderno, né i precedenti tentativi           condario, un’intera classe dirigente fu al-      politicamente che economicamente. Il             di tutti coloro che amano la Libertà, ma
di concentrazione liberale, il libro prende      lontanata dal governo della cosa pubblica,       congresso dell’ascesa di Malagodi segnò          come forma partito, con la sua disciplina
però le mosse da quel Congresso di Bolo-         il Paese perse una grande cultura e prassi       una vera svolta, fu il tentativo di dar vita     sempre un po’ faziosa, forse semplicemen-
gna dell’8 ottobre 1922, in cui nacque, con      costituzionale e i liberali che continuaro-      ad un partito con una reale base elettora-       te non funzione. Il libro di De Luca ci ha
questo nome, il Partito Liberale Italiano,       no a pensarsi e definirsi tali, si ridussero     le ed insieme una chiara scelta di campo         riportato ad una storia che abbiamo vis-
come tentativo di unificare le maggiorita-       a semplici testimoni di un tempo passato,        a destra della Dc e fu gravido di conse-         suto, personalmente o nei libri della no-
rie ma sparse forze del notabilato libera-       ancora occupati a spaccare il capello in         guenze: l’intera sinistra elitaria di Nicolò     stra giovinezza, ci ha ricordato un’Italia
le che aveva fatto l’Italia, ma che doveva       quattro e a rinfacciarsi responsabilità, ma      Carandini, Bruno Villabruna e del giova-         per tanti aspetti migliore; è stato davvero,
ricostituirsi, per competere con i nuovi         nel chiuso dei salotti o dei caffè, perché       ne Marco Pannella, uscì dal partito dopo         caro Stefano, una boccata d’aria fresca. E
partiti di massa (socialisti, cattolici e fa-    la borghesia industriale ed agraria aveva        uno scontro durissimo (per dare un’idea          poiché di quella storia contraddittoria an-
scisti) organizzati su permanenti struttu-       ormai rinunciato a guidare la Nazione in         dell’atmosfera, al congresso alcuni ma-          che io sono figlio, chiuderò con un para-
re territoriali e sindacali. Tentativo giusto    prima persona, come pure aveva saputo            lagodiani di base, interpreti dello spirito      dosso: il Partito Liberale è morto. Viva il
e necessario, che si scontrò però con il         fare nel Risorgimento e aveva consegnato         pratico dei piccoli imprenditori, si diver-      Partito Liberale!.
tradizionale individualismo dei notabili,        il potere a un partito autoritario, in cam-      tirono a sfottere un certo snobismo della
                                                 bio del mantenimento del mercato e del-          sinistra cantando: “Se non ci conoscete
con l’altrettanto tradizionale diversità di
prospettiva della Destra Storica e della si-     la pace sociale imposta. I borghesi erano
                                                 diventati semplici ricchi. Alla fine però,
                                                                                                  guardateci i calzini, noi siamo i liberali
                                                                                                  del conte Carandini”). Ma il successo elet-
                                                                                                                                                   Crimine di guerra
nistra liberale, ma soprattutto fu tardivo.
Troppo tardi.                                    per effetto di un’altra guerra mondiale,         torale però venne. La caduta per i moti di       di MAURO ANETRINI

                                                                                                                                                   D
    Il crollo di rassicuranti consuetudini,      questa volta perduta, il fascismo si rivelò      piazza del governo Tambroni, l’apertura                  opo quello che abbiamo visto, come
di ottimistica fede nel progresso, di con-       davvero una parentesi, ma una parentesi          a sinistra del congresso democristiano                   è possibile che ci sia ancora spazio
solidati rapporti sociali, di senso di ap-       durata vent’anni. E, dopo, i liberali cre-       di Napoli, la nazionalizzazione dell’indu-               per sottili distinguo, per giustifica-
partenenza ad una comune civilizzazione,         dettero di poter tornare. Guardando le           stria elettrica, spinsero molti elettori ver-            zioni che riguardano la premessa
provocato dal disastroso (e idiota) Primo        pagine ingiallite del Risorgimento Libe-         so il Partito liberale e la Confindustria ad     (l’invasione di uno Stato sovrano) ma non
conflitto mondiale, unito ai gravi proble-       rale, scorrendo i resoconti dei settimanali      appoggiarlo apertamente. Sembrò l’inizio         il raccapricciante epilogo (i massacri do-
mi di riconversione della produzione bel-        e dei cinegiornali dell’epoca, la notorietà      di una rinascita liberale, le elezioni del       cumentati), per la negazione di fatti che
lica e alla storica rottura determinata dal-     e il prestigio dei nomi che comparivano,         1963 segnarono un ottimo risultato, ma           parlano da soli?
la Rivoluzione d’ottobre, avevano ormai          si sente l’entusiasmo e l’ottimismo che,         durò poco, Malagodi non si rese conto di             La logica ed il buon senso dicono che
reso la situazione drammatica, estremiz-         all’alba del secondo dopoguerra, faceva-         poter provare a diventare un’alternativa         non dovrebbe esserci spazio alcuno; che
zando e incanagliendo gli scontri sociali.       no i liberali convinti di avere di nuovo un      di sistema anticipando in Italia la rivolu-      è pura ipocrisia il solo tentare di spiegare
Le nuove settimane rosse, l’occupazione          grande ruolo.                                    zione Reaganiana e Tatcheriana e cercò di        ciò che ha determinato le brutalità contro
delle fabbriche, il “facciamo come in Rus-          Ancora un errore di prospettiva, lo           capitalizzare subito il successo provando        civili inermi, e spesso in fuga.
sia”, la nascita del Partito comunista, ave-     stesso in fondo di vent’anni prima, perché       a ricostruire il centrismo e contempora-             Invece di girarci intorno o di contesta-
vano ormai provocato la reazione atterrita       non c’erano più i borghesi e i ricchi erano      neamente chiudendo alla destra, forse            re la genuinità delle immagini, proviamo
della borghesia produttiva, che trovò nelle      soltanto di nuovo alla ricerca di qualcuno       nell’illusione di assorbirne lo stesso i voti,   a restare sul pezzo, come si suole dire; re-
centinaia di migliaia di piccoli proprietari     che “amministrasse il Paese” per conto           ma non funzionò.                                 stiamo in tema: come dovremmo qualifi-
ed ex combattenti che sentivano tradita          loro senza mai esporsi in prima persona.             Il vino liberale cominciò ad essere sem-     care le uccisioni di anziani e bambini, gli
la loro vittoria, la sua base di massa e nel     E lo trovarono. Quel “qualcuno” erano i          pre più annacquato e meno attraente per          stupri, la devastazione? Esiste un concetto
vitalismo futurista e Dannunziano la sua         cattolici. Certo era difficile dar loro del      gli elettori, mentre il più importante de-       diverso da crimine di guerra?
copertura culturale. La migliore classe          tutto torto, di fronte ad una sinistra an-       gli imprenditori italiani, Gianni Agnelli,           No, non esiste. L’esercito russo si è mac-
dirigente che l’Italia abbia mai avuto nel-      cora peggiore di quella degli anni Venti,        rompeva il fronte degli industriali colti-       chiato di una colpa non emendabile, in
la sua storia moderna, artefice dell’Unità       guidata internazionalmente da un parti-          vando (con un certo successo) il disegno         una guerra inutile, che ci riporta a tempi
nazionale, dell’industrializzazione, della       to e da un Paese che governavano mezzo           opposto di avvicinare pian piano la sini-        dei quali volevamo dimenticarci.
scolarizzazione per tutti, della prima le-       mondo col terrore, il fanatismo, i carri ar-     stra ai valori del mercato. A partire dai            Prima o poi le armi cesseranno di spa-
gislazione sociale e soprattutto dell’abitu-     mati e la polizia politica, non è che ci fosse   primi anni Sessanta, i giudizi storici di        rare e il negoziato porrà fine a questa tra-
dine alla libertà, si trovò, forse inevitabil-   molto da scegliere, perché di fatto l’unica      De Luca cominciano ad incrociarsi coi            gedia. Sul tavolo della pace, però, dovrà
mente, del tutto impreparata a gestire con       struttura “politica” rimasta in piedi du-        ricordi personali (lo stesso in parte per        esserci spazio anche per quelle vittime
metodi costituzionali una situazione ri-         rante il Ventennio era la Chiesa, con le sue     me), ricorda la sua militanza nella nuova        inutili, per le vite cancellate senza motivo.
voluzionaria provocata da sommovimenti           migliaia di parrocchie, decine di migliaia       sinistra liberale (il liberalismo italiano, se   Per quelli che neppure morendo produco-
mondiali.                                        di preti e un esercito di fedeli, una Chiesa     costretto in un solo partito, diventa come       no un vantaggio militare.
    De Luca ci mostra puntualmente lo            tra l’altro guidata da un papa, eletto in un     una calamita, per quanto la spezzi ripre-            Questo, e non altro, è il crimine di guer-
scorrere degli avvenimenti, il ruolo dei         ben differente contesto, che era il più a de-    senta sempre due poli, uno di destra e uno       ra.
principali personaggi, le preoccupazio-          stra dell’intera sua storia recente. Il pre-     di sinistra, che si combattono e si elidono),
ni, i dubbi e le contraddizioni della diri-      stigio della storia liberale era ancora tale     le sue prime battaglie, la grande impor-
genza liberale e della monarchia, in una         che, nella nuova Democrazia Cristiana,           tanza e vitalità della Gioventù Liberale e
situazione per loro del tutto nuova. Sono        si affermarono inizialmente coloro che a         dell’associazione goliardica Agi. Ci parla
ricordati i protagonisti, grandi e piccoli, le   buon diritto si potevano definire cattolici      del rientro di un Pli, ormai però indebo-
loro paure, le loro incomprensioni e le loro     liberali come De Gasperi o Sturzo o ad-          lito, al governo, delle sue esperienze come
idiosincrasie, ma soprattutto la loro inca-      dirittura liberal-cattolici come Giuseppe        sottosegretario e del tentativo di dar vita
                                                 Pella, ma la realtà sottostante era però ben                                                          QUOTIDIANO LIBERALE PER LE GARANZIE,
pacità a comprendere e governare l’ondata                                                         a un fronte laico alternativo sull’onda del-             LE RIFORME ED I DIRITTI CIVILI
provocata dalla fine delle strutture elita-      diversa, come gli anni successivi avrebbe-       la battaglia per il divorzio, fino a quando,
rie (trent’anni dopo Luigi Einaudi avreb-        ro poi dimostrato.                               come mette in giusta evidenza, un golpe                         IDEATO E RIFONDATO
be annotato: “L’irrompere delle grandi              Di fatto i liberali trovarono la loro po-     mediatico-giudiziario non distrusse i par-                     DA ARTURO DIACONALE
masse nella vita civile, senza cadere nel        sizione naturale già occupata dai demo-          titi della Prima Repubblica e purtroppo
cesarismo e nella tirannide, è il proble-        cristiani e questo tolse al Pli un ruolo         con essi anche le loro culture politiche.                 Registrazione al Tribunale di Roma
ma, tuttora irrisolto, delle democrazie”).       protagonista. Da parte loro i liberali ci            La sua coraggiosa, importante ed isola-                      n.8/96 del 17/01/96
L’ostinazione di una parte della classe di-      aggiunsero l’eterna divisione tra destra e       ta battaglia per evitare lo scioglimento del
                                                 sinistra, che era tradizionale e continua-                                                              Direttore Responsabile: ANDREA MANCIA
rigente nel rifiutare di aprirsi alle nuove                                                       Partito Liberale, per il vero e proprio “cu-             Condirettore: GIANPAOLO PILLITTERI
forze (come il vecchio Giolitti invece vole-     ta con Salandra e Sonnino anche molto            pio dissolvi” che colpì tutti i partiti cen-                 Caporedattore: STEFANO CECE
va), lo speculare rifiuto di tanti cattolici e   dopo la fine di quella Destra Storica che        tristi, dopo Mani pulite e le tricoteuses
socialisti di seguire una via riformista di      fu di Cavour e Minghetti, ma che, se era         plaudenti, non sortì effetto, ma connota                    AMICI DE L’OPINIONE soc. cop.
progressivo coinvolgimento nel governo,          stata una naturale dialettica nell’Italietta     l’identità e la coerenza (anche morale) di                       Impresa beneficiaria
il prevalere di un massimalismo violento e       post-unitaria, quando i liberali coprivano       un liberale, di sinistra, ma memore della                  per questa testata dei contributi
parolaio, sostanzialmente inconcludente,         praticamente tutto l’arco parlamentare,          lezione giolittiana, che, pur aperto ai ne-                  di cui alla legge n. 250/1990
                                                 diveniva esiziale se costretta nei limiti        cessari compromessi, non era disposto a                 e successive modifiche e integrazioni
ma capace di provocare scontri con deci-
ne di morti, crearono una situazione inso-       angusti di un piccolo e unico partito, per-      perdere memoria di sé e della sua storia.                 IMPRESA ISCRITTA AL ROC N.8094
stenibile e la reazione fascista apparve, un     ché lo condannava all’eterna indecisione             La sua rielezione, da indipendente, nel-
po’ per necessità, un po’ per autoconvin-        politica. Di fatto tra monarchici (la mag-       le liste di Forza Italia fu una forzata pre-      Sede di Roma -Circonvallazione Clodia 76/a - 00195
cimento, molto per paura del bolscevismo,        gioranza) e repubblicani, fautori di un li-      sa d’atto delle nuove condizioni, si trovò                 - ROMA Telefono: 06/53091790 -
una soluzione praticabile.                       beralismo popolano all’Uomo Qualunque            però in un partito che giudicò liberale                            red@opinione.it
    Quando la maggioranza parlamentare           e simpatizzanti di un liberalismo elitario       nelle idee, ma non nella prassi. E così ha
e il Re, dopo la marcia su Roma, affida-         e tendenzialmente Azionista, tra Roberto         provato, con alti e bassi, fortune e sfortu-               Amministrazione - Abbonamenti
                                                 Lucifero e Bruno Villabruna, c’erano dif-                                                                    amministrazione@opinione.it
rono il governo a Benito Mussolini, erano                                                         ne (soprattutto queste ultime) a rifondare
in larga misura convinti che il fascismo         ferenze enormi sulla via da intraprendere,       un Partito Liberale, dimostrando una co-                  Stampa: Centro Stampa Romano -
si sarebbe costituzionalizzato o sarebbe         che il magistero di Croce ed Einaudi non         stanza e una tenacia degne del più gran-                    Via Alfana, 39 - 00191 - ROMA
stato solo una parentesi e, se oggi è facile     avrebbe potuto, per l’avanzare dell’età,         de rispetto per la convinzione e il tempo
in prospettiva criticare quello storico er-      coprire ancora a lungo. Anche se i libera-       che vi ha dedicato e che ha spinto alcuni              CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 19:00
rore, come De Luca in gran parte fa, non         li ebbero un ruolo, per tutta la durata del      (anche il sottoscritto, nonostante io sia un
Kiev: altri 60mila soldati dalla Russia - L'Opinione delle Libertà
Lunedì 4 Aprile 2022                                                              ESTERI                                                               L’OPINIONE delle Libertà         3

        Eurasia: il vero obiettivo di Mosca
L
      a questione delle cosiddette porte gi-                                                                                                       sta teoria e vedendo nella Russia putiniana
      revoli, sul rientro nei ranghi della giu-                                  di GABRIELE MINOTTI                                               una specie di “ancora di salvezza” hanno
      risdizione dei magistrati che hanno                                                                                                          volontariamente (e si direbbe paradossal-
      vissuto un’esperienza di politica par-                                                                                                       mente) scelto di cooperare con uno Stato
titica sembra aver oscurato una problema-                                                                                                          che è davvero irrispettoso del diritto dei
tica ben più ampia, che però conserva una                                                                                                          popoli all’autodeterminazione e che in-
sua cocente attualità: il rapporto fra i ma-                                                                                                       tende perseguire i suoi interessi nazionali
gistrati e le questioni politiche, lato sensu                                                                                                      a discapito di quello di altri Paesi, come
intese. La problematica investe, oltre che                                                                                                         nella miglior tradizione del vero imperia-
il concreto esercizio della funzione giuri-                                                                                                        lismo. Ciò dimostra che il problema di co-
sdizionale – per l’influenza che la visione                                                                                                        storo non è mai stato la difesa della sovra-
ideale propria del magistrato può avere                                                                                                            nità nazionale o l’indipendenza dei popoli
sulle decisioni che egli assume – la stessa                                                                                                        da qualunque influenza politico-culturale
deontica del giudice, cioè il suo dover es-                                                                                                        esterna, ma la loro avversione alla demo-
sere e l’immagine di imparzialità che egli                                                                                                         crazia liberale. Il motivo per cui amano i
è chiamato a salvaguardare. Una recente                                                                                                            russi è solo il loro odio per la cultura e le
pronuncia delle Sezioni Unite della Cassa-                                                                                                         istituzioni liberali che tanto la Ue quanto
zione afferma in proposito principi chiari.                                                                                                        gli Usa incarnano. Tanto la destra radi-
    Il portavoce del Cremlino Dmitrij                                                                                                              cale quanto la sinistra pseudo-pacifista
Peskov si rivolge direttamente alla Nato e                                                                                                         e anti-americana osannano e strizzano
all’Europa. Quanto alla prima sostiene si                                                                                                          l’occhio a Putin perché disprezzano l’Oc-
tratti di un’organizzazione che ha perso di                                                                                                        cidente democratico e liberale e perché
vista il fine difensivo per il quale è stata                                                                                                       auspicano di vedere le nazioni europee
creata, finendo per diventare fautrice di                                                                                                          trasformarsi in autocrazie collettiviste
una politica estera aggressiva e imperia-                                                                                                          agli ordini di Mosca, in tanti “protettora-
lista (critica credibile, se proveniente da                                                                                                        ti” russi, in un consesso di Stati-fantoccio
chi di espansionismo e imperialismo non                                                                                                            agli ordini del Cremlino.
ne sa assolutamente nulla). Al tempo stes-                                                                                                            Questo, se non altro, contribuisce a raf-
so, il rappresentante di Vladimir Putin,                                                                                                           forzare e a rendere più evidente – semmai
dichiara che gli Stati europei, difendendo                                                                                                         ce ne fosse stato bisogno – quello che era
l’Ucraina e mettendosi contro la Russia,                                                                                                           già abbastanza chiaro: la sfida di oggi non
stanno andando contro i loro interessi                                                                                                             è più tra destra e sinistra; tra conservatori
nazionali. “I rapporti tra questi due bloc-                                                                                                        e progressisti; tra globalisti e sovranisti;
chi – chiarisce Peskov – potranno esse-                                                                                                            ma tra visione liberal-democratica e con-
re ripresi quando l’Europa avrà smaltito                                                                                                           cezione autocratico-collettivista. Ragion
la sbornia americana e avrà capito che il         inizi del Ventesimo secolo, da intellettuali    politica tra i popoli europei e quello russo,    per cui, all’eurasiatismo di Putin, Dugin,
suo futuro (del “nostro Continente”, dice         come Nickolaij Trubeckoj, Georgij Ver-          secondo la teoria di Jean Thiriart, teorico      Peskov e dei loro sodali europei (nella cul-
il funzionario ruteno) è nell’alleanza e nel      nadskij e Petr Savickij. Fuggiti dalla Rus-     della “nazione europea” da Dublino a Vla-        tura, nella politica e nell’informazione), è
dialogo con la Russia, nell’ambito del pro-       sia in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre,      divostok.                                        oggi più che mai opportuno contrapporre
getto chiamato Eurasia”.                          i tre iniziarono a porsi degli interrogativi       Abbandonato il progetto per dissidi           una rivisitazione dell’atlantismo, che non
    Finalmente un membro della cerchia            sulla cultura russa, ritenuta erede diret-      con la linea di Limonov, Dugin fondò il          deve più limitarsi a essere una visione
di Putin che riesce a essere sincero, an-         ta di quella asiatica e, particolarmente,       Movimento politico panrusso “Eurasia”,           geopolitica e strategica, ma che deve as-
che se in maniera del tutto involontaria          mongola. Nella loro teoria, le istituzioni      che a partire dal 2001 divenne una costo-        surgere al rango di identità politico-cul-
e probabilmente solo per dabbenaggine.            e la mentalità della Russia zarista erano       la di Russia Unita, il partito capeggiato da     turale schierata in difesa del mondo libero
Finalmente qualcuno che chiarisce quali           state fortemente influenzate dai model-         Vladimir Putin. Gli obiettivi rimangono          rispetto a qualunque disegno volto a met-
sono sempre stati gli obiettivi e le mire ge-     li di governo e di organizzazione sociale       gli stessi e sembrerebbero essere proprio        terne in crisi o a ridimensionarne la pre-
opolitiche del Cremlino, il fine per il quale     delle tirannidi asiatiche, il cui retaggio      quelli portati avanti dalla politica ufficia-    dominanza e l’egemonia. Il futuro – degli
la Russia fascio-mafiosa del novello zar ha       avrebbe favorito più di ogni altra cosa la      le del Cremlino: primo, quello di riunire i      Stati come degli individui – è determinato
lavorato per vent’anni: l’Eurasia. In un pri-     trasformazione della Russia in un’auto-         popoli europei sotto l’influenza di Mosca,       unicamente dalle scelte che compiamo nel
mo momento, hanno provato a realizzare            crazia potente, unita e monolitica e della      pur lasciando ciascuna nazione libera di         presente. Di conseguenza, il futuro degli
questo progetto avvicinandosi con discre-         società russa in una comunità disciplinata      conservare la propria identità e le proprie      Stati europei – che hanno scelto di esse-
zione all’Europa, simulando amicizia e of-        e organica.                                     radici storico-culturali; secondo, costitu-      re delle democrazie e di vivere secondo i
frendole gas e petrolio a prezzi stracciati           Da ciò i tre intellettuali derivavano il    ire un blocco antagonista agli Stati Uniti       valori di libertà – non è al fianco delle au-
per renderla energeticamente dipendente           concetto di eurasiatismo, il cui postulato      d’America e lavorare per la creazione di         tocrazie come quella russa, ma in un se-
e, quindi, vincolata alle scelte del Crem-        era l’integrazione politica di tutti i popoli   un mondo multipolare; terzo, lottare con-        rio progetto di integrazione europea e nel
lino. In un secondo momento, cercando             culturalmente affini per resistere e op-        tro l’egemonia politico-culturale del libe-      consolidamento dell’alleanza e della stori-
di destabilizzare dall’interno il sistema         porsi all’influenza omologatrice dell’Oc-       ralismo democratico e contro quella eco-         ca amicizia con gli Stati Uniti.
liberal-democratico europeo attraverso            cidente. Cosa ancor più interessante è la       nomica del capitalismo, in favore di una            Quanto agli interessi nazionali – che
i finanziamenti e la cyber-propaganda (a          straordinaria lungimiranza con cui sep-         visione autocratico-collettivista, in cui i      Peskov sostiene siano stati traditi dai vari
base di fake news e di complottismo, che          pero prevedere l’evoluzione politica che        diritti e gli interessi degli individui sono     Stati europei che hanno sposato la cau-
hanno indotto una parte considerevole             il loro Paese avrebbe vissuto nei succes-       subordinati e strumentali al raggiungi-          sa ucraina – il portavoce di Putin non ha
dell’opinione pubblica a diffidare delle          sivi decenni, in quanto preconizzarono          mento di un fine generale e utile per tutti.     evidentemente compreso come il senso
istituzioni e dell’informazione ufficiale         la trasformazione del regime comunista          In estrema sintesi, l’eurasiatismo non è         dell’Europa sia proprio quello di proce-
per rifugiarsi nella controinformazione)          sovietico in un regime autocratico, nazio-      altro che la nuova formula con cui l’impe-       dere verso il superamento degli egoismi
in favore dei movimenti sovranisti. Solo          nalista, fortemente legato al cristianesi-      rialismo neo-zarista e post-sovietico rus-       e della logica “dell’orticello” in favore di
quando questi primi due tentativi si sono         mo ortodosso e alternativo all’Occidente        so cerca di accreditarsi agli occhi delle po-    una visione e di una strategia comune.
rivelati fallimentari, i russi hanno deciso       democratico e individualista: il ritratto       polazioni europee. Non è altro che l’idea        Questo non sorprende più di tanto, visto il
di scoprire le carte, di rendere manifeste        della Russia di Putin, insomma. L’ultimo        alla base di un progetto deprecabile, qual       feroce nazionalismo che anima la Russia e
le loro intenzioni e di passare alle prove di     degli eurasiatisti (come lui stesso amava       è quello di imporre il giogo di Mosca ai         che questo Paese ha cercato di risvegliare
forza.                                            essere definito) fu Lev Gumilev, il quale,      popoli liberi del Vecchio Continente. Non        anche in Europa per dividerci, per render-
    Ma cos’è, veramente, l’Eurasia, e cosa si     da studioso di etnologia, faceva risalire le    è altro che una teoria “fascio-comunista”        ci più deboli e, quindi, facili prede dei di-
intende con questo termine nel linguaggio         origini della civiltà russa alle tribù asia-    in salsa moscovita.                              segni espansionistici di Mosca.
politico russo? Si tratta di un concetto da       tiche e, particolarmente, mongole, la cui          I russi non hanno mai voluto limitarsi           Da ultimo, il fatto che la Nato abbia
sempre presente nelle logiche e nelle vi-         influenza – in termini di sangue e cultura      a difendere i propri interessi nazionali o       adottato una linea di sostanziale co-bel-
sioni dei governanti e degli intellettuali        – avrebbe “protetto” e reso immuni i russi      a sperimentare forme di governo e di or-         ligeranza al fianco dell’Ucraina è segno
russi, nonché nella loro ambizione di fare        dalle “contaminazioni” culturali dell’Oc-       ganizzazione sociale diverse e alternative       del fatto che l’alleanza è più viva che mai
di Mosca la “Nuova Roma”. Già lo zar Ales-        cidente.                                        a quelle occidentali – come spesso dichia-       e sta semplicemente adempiendo alle sue
sandro I al Congresso di Vienna sosteneva             Arriviamo così ai giorni nostri e alla      rato da Putin in risposta alle accuse mos-       funzioni: quella di difendere la sua sfera
la necessità di riunire gli Stati dell’Euro-      Russia contemporanea, il cui intellettua-       se al suo Paese dalle organizzazioni inter-      d’influenza (e i Paesi che gravitano attor-
pa continentale in una federazione sotto          le di punta è senz’altro Alexander Dugin        nazionali – ma hanno sempre cercato di           no a essa) da qualunque minaccia. Peskov
l’egida russa. Successivamente, sul finire        che, neanche a dirlo, di Gumilev è stato        esportare tale visione e di fare della Rus-      farebbe bene a ricordare chi è l’aggressore
dell’Ottocento, tale visione geopolitica fu       allievo. A lui si deve la formulazione del      sia il cuore di un sistema di “nazioni-sa-       in questa vicenda e chi è l’aggredito. Cosa
espressa e sintetizzata da Konstantin Le-         “neo-eurasiatismo”, che postula la neces-       telliti” (i Paesi europei) orbitanti nella sua   stiamo facendo se non dare agli ucraini
ont’ev, il quale contrapponeva il “bizan-         sità dell’integrazione politica e strategica    galassia; lo “Stato-guida” di un’Europa          la possibilità di resistere e di respingere i
tinismo” –peculiare della civiltà russa e         tra la Russia e le nazioni europee in fun-      governata da leader autocratici e assog-         russi che sono entrati in armi nel loro ter-
avente quali segni distintivi l’autocrazia        zione anti-americana, anti-liberale e an-       gettati ai diktat del Cremlino. Questo, se       ritorio, che hanno distrutto le loro case,
e il cristianesimo – al “razionalismo” di         ti-globalista. Dopo la militanza nel grup-      non altro, dimostra che hanno ragione il         bombardato le loro infrastrutture e semi-
matrice illuminista, ritenuto distruttore e       po ultranazionalista, fondamentalista           presidente ucraino, Volodymyr Zelensky,          nato morte e distruzione in ogni dove? Il
nefasto per le popolazioni europee: da qui        cristiano e antisemita Pamyat – che nella       e il premier Mario Draghi quando dicono          ruolo della Nato nel conflitto russo-ucrai-
la necessità, per la Russia, di raggruppare       Russia dei primi anni Novanta denun-            che gli ucraini non stanno lottando solo         no conferma la natura difensiva dell’Alle-
sotto la sua influenza tutti i popoli non an-     ciava la democrazia parlamentare come           per la loro libertà, ma per quella di tutti      anza Atlantica nella misura in cui stiamo
cora “contaminati” dagli ideali illuministi       strumento della “giudeo-massoneria” e           i popoli europei, poiché Mosca vuole as-         aiutando un Paese ingiustamente aggre-
per salvarli dal progressismo, dall’imbor-        che venne sciolto a seguito dei numerosi        servire ognuno di loro proprio come sta          dito a difendersi da uno Stato autoritario
ghesimento e dalla decadenza morale.              episodi di violenza di cui i suoi militanti     cercando di fare con l’Ucraina.                  che non tollera l’idea di avere una demo-
Sembrano le parole di Putin, quelle dei           furono protagonisti – Dugin fondò, as-             Quelli che demonizzavano l’Europa             crazia ai suoi confini, che pensa di poter
suoi tirapiedi o del grottesco patriarca Ki-      sieme allo scrittore Eduard Limonov, il         come nemica della democrazia e della so-         imporre il suo volere con la violenza e di
rill, effettivamente.                             Partito nazionale bolscevico, fautore della     vranità nazionale e che vedevano negli           avere il diritto di esternalizzare i costi
    La visione di Leont’ev fu approfondi-         conservazione dell’eredità morale e cultu-      Usa la quintessenza dell’imperialismo e          delle sue politiche di sicurezza interna sui
ta e sistematizzata successivamente, agli         rale del periodo sovietico e della fusione      dell’unilateralismo, avvicinandosi a que-        suoi vicini di casa.
Kiev: altri 60mila soldati dalla Russia - L'Opinione delle Libertà
4     L’OPINIONE delle Libertà                                                  ECONOMIA                                                                      Lunedì 4 Aprile 2022

Perché il Mezzogiorno non imita il Nord?
R      iporto di seguito un comunicato che
       la Regione Piemonte ha diffuso ne-
       gli ultimi giorni. In particolare, la
       Regione “scommette sulle Zone lo-
                                                                                di ERCOLE INCALZA (*)
                                                                                                                                                 nali alla primaria esigenza di ottimizzare
                                                                                                                                                 al massimo due fattori chiave della logi-
                                                                                                                                                 stica: il fattore tempo e la eccellenza nel
                                                                                                                                                 controllo della movimentazione dei singo-
gistiche semplificate (Zls) per rivalutare                                                                                                       li prodotti.
la sua vocazione di retroporto naturale                                                                                                              Tra l’altro, questa azione della Regio-
per il sistema dei porti liguri. Sono 12 i siti                                                                                                  ne Piemonte penso sia mirata a costitui-
individuati: 9 ad Alessandria, due ad Asti,                                                                                                      re quanto prima un unico organismo che
uno a Cuneo a cui si affiancano l’interpor-                                                                                                      in qualità di Società per Azioni ottimizzi
to Cim di Novara e il sito di Orbassano. Si                                                                                                      i margini creati proprio dalle attività lo-
tratta di località che vantano una compa-                                                                                                        gistiche. A tale proposito, ricordo che la
tibilità urbanistica con la missione logisti-                                                                                                    quantità di merce movimentata su stra-
ca, 180 chilometri di distanza massima da                                                                                                        da nella Regione Piemonte è di circa 52
Genova, vicinanza a caselli autostradali e                                                                                                       milioni di tonnellate l’anno di cui 44 su
scali ferroviari o intermodali merci e che                                                                                                       strada. Il valore aggiunto generato dalle
potranno godere, come previsto del De-                                                                                                           attività logistiche legate alla movimen-
creto Genova del 2018, di regimi autoriz-                                                                                                        tazione, stoccaggio e packaging di tali
zativi facilitati”.                                                                                                                              quantità si aggira intorno ai 700 milioni di
   Sempre secondo la Regione Piemonte                                                                                                            euro l’anno; di tale valore aggiunto circa il
“aumentare i siti piemontesi della Zona                                                                                                          70-75 per cento rimane nella Regione Pie-
logistica semplificata significa attrarre                                                                                                        monte e quindi diventa automaticamente
investimenti e aziende che possono con-                                                                                                          un introito garantito per la Società che
tribuire allo sviluppo del territorio. L’im-                                                                                                     rappresenterà, in modo organico, i vari
pegno del Piemonte a favore della logisti-                                                                                                       siti e, al tempo stesso, un sostanziale con-
ca guarda anche a Terzo Valico e all’asse                                                                                                        tributo alla crescita del Prodotto interno
Torino-Lione due dei quattro corridoi del-                                                                                                       lordo della Regione Piemonte.
le reti Ten che attraversano il Paese”. Ri-                                                                                                          Andiamo nelle realtà del Mezzogior-
cordo che le Zone logistiche semplificate                                                                                                        no: escluse le Regioni Sicilia e Sardegna
(Zls), al pari delle Zone economiche spe-                                                                                                        su strada si movimentano globalmente
ciali (Zes), sono delle aree geografiche di                                                                                                      circa 125 milioni di tonnellate di merce
dimensioni limitate all’interno delle quali                                                                                                      e, per l’assenza di adeguate piastre logi-
sono previsti particolari agevolazioni e in-                                                                                                     stiche, di adeguate interazioni funzionali
centivi per le aziende insediate o che deci-                                                                                                     tra porti e retroporti, come sta avvenendo
dono di insediarsi.                                                                                                                              in Piemonte, il valore aggiunto, prodotto
   Ho ritenuto utile raccontare le decisio-                                                                                                      da quei 125 milioni di tonnellate di merce,
ni della Regione Piemonte, cioè atti stra-                                                                                                       un valore aggiunto pari a circa 1.450 mi-
tegici assunti da una Regione del Nord,                                                                                                          lioni di euro, viene utilizzato e goduto da
per tentare di dare vita a cinque distinti                                                                                                       operatori esterni alle Regioni Campania,
interrogativi:                                                                                                                                   Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Cala-
   – perché nel retroporto del sistema                                                                                                           bria; in realtà a queste sei Regioni rimane
portuale caratterizzato dai porti di Napo-                                                                                                       appena il 6-7 per cento, cioè un valore non
li e Salerno non esistono Zone logistiche                                                                                                        superiore ai 100 milioni di euro; cioè per
semplificate; cioè perché la piastra inter-                                                                                                      le attività logistiche il Sud produce non il
modale di Marcianise, lo scalo di Nola, il           – perché nel retroporto di Cagliari non     lordo locale e al tempo stesso è in grado       Pil ma il Pel (Prodotto esterno lordo).
potenziale interporto di Benevento e le           sono state inserite le Zone logistiche sem-    di annullare:                                       Cerchiamo, quindi, di dimenticare una
piastre logistiche di Battipaglia ed Eboli        plificate di Assemini e di Nuoro.                 – blocchi nell’ingresso e nella uscita dai   volta per sempre nel Mezzogiorno le ope-
non sono state ancora elette a vere Zone             Immediatamente le varie realtà locali,      vari impianti portuali, dalle varie “porte”     razioni strategiche legate alle Zes e anche
logistiche semplificate;                          le varie Regioni del Mezzogiorno da me         di ingresso e di uscita dal territorio;         alle Zls e imitiamo quello che la Regione
   – perché nel retroporto dei tre impian-        citate ribadiranno che hanno già provve-          – false concorrenzialità tra ambiti che      Piemonte ha definito in modo organico
ti portuali di Bari, Brindisi e Taranto non       duto a definire e ad avviare concretamen-      non rispondono alle reali esigenze di una       chiarendo, sin dall’inizio, i siti e le logiche
sono state definite Zone logistiche sempli-       te le Zone economiche speciali (Zes) e che     logistica che trova, in punti lontani, i ri-    che legano tali siti con le grandi portuali-
ficate quelle di Bari Lamasinata, Cerigno-        le Zls sono in realtà una parte chiave delle   ferimenti di base di ogni processo. Mi ri-      tà, con le reti portanti nazionali e comu-
la, Francavilla Fontana, Surbo;                   stesse Zes. Ma a parte che non è proprio       ferisco in particolare alle interazioni tra     nitarie. Il resto è solo un modo per illu-
   – perché nel retroporto di Gioia Tauro         così, voglio ricordare che la Regione Pie-     i vari siti retroportuali e i Corridoi delle    dere le realtà locali che il futuro, in modo
non sono state inserite le Zone logistiche        monte non ha solo “annunciato”, non ha         Reti Ten-T;                                     provvidenziale, regalerà al Mezzogiorno
semplificate di Nicastro, Corigliano, Ca-         solo raccontato e dato vita a un impegno          – assicurare una immediata colloca-          anche quella ricchezza prodotta dalle at-
strovillari;                                      futuro, ma ha praticamente predisposto         zione delle varie filiere merceologiche e       tività logistiche che l’intelligenza strate-
   – perché nel retroporto di Palermo e di        una vera cerniera logistica capace di ren-     la contestuale manipolazione e adeguata         gica del Nord attua senza ricorrere gior-
Augusta non sono state inserite le Zone           dere funzionale il vasto assetto territoria-   canalizzazione delle stesse nel rispetto di     nalmente al gratuito strumento mediatico
logistiche semplificate di Vittoria, Calta-       le a tutto ciò che si muove, che si trasfor-   una organica supply chain;                      dell’annuncio istituzionale.
nissetta, Marsala;                                ma, che incrementa il Prodotto interno            – preoccupanti interazioni non funzio-                     (*) Tratto dalle Stanze di Ercole
Kiev: altri 60mila soldati dalla Russia - L'Opinione delle Libertà
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