Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...
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La domenica in quarantena VB icpetrone cb Il giornalino della VB Numero 3 /19 Aprile 2020 Intervista al Sindaco di Campobasso I Misteri San Giorgio La street art: Banksy Speciale Luis Sepúlveda Quokka: l’animale contento RUBRICA: PENSIERI IN QUARANTENA
SOMMARIO • L’ANGOLO DELL’INTERVISTA, Nicolò De Bellis • SAN GIORGIO, Riccardo Gabriele • I MISTERI, Melissa Scocca • LUIS SEPÚLVEDA, Nicolò De Bellis • RECENSIONE, Irene Berardi • QUOKKA, Valeria Pilone • BANKSY: COME UN TOPO IN GABBIA, Irene Berardi • RUBRICA: PENSIERI IN QUARANTENA, Leonardo Lepore, Nicolò De Bellis • CRUCIRIPASSO, Nicolò De Bellis • BARZE, Nicolò De Bellis Numero 3 Aprile 2020 2
L'ANGOLO DELL'INTERVISTA... al Sindaco di Campobasso Roberto Gravina. Gentile Sindaco, so che Lei in questo e poi il lavoro all’interno del palazzo di città: momento è molto impegnato e voglio riunioni con i dirigenti per le decisioni di ringraziarla per avermi dedicato un po' del indirizzo politico-gestionale e incontri politici suo tempo e per tutto il lavoro che sta con i rappresentanti della maggioranza e della facendo insieme anche a tutti gli operatori minoranza. sanitari e di polizia. E adesso com'è cambiata? Quando era piccolo immaginava che un Non incontro praticamente nessuno ma tutto giorno sarebbe diventato Sindaco? il resto è praticamente rimasto intatto, anzi, Sembra una domanda dalla facile risposta ma c’è qualche impegno in più e qualche disagio in realtà non lo è affatto. Sinceramente, uno per “incontrare” le persone con i mezzi dei primi sogni da bambino era quello di tecnologici che anche Tu ed i Tuoi compagni diventare comandante di nave; solo crescendo state utilizzando: telefonino e computer per e coltivando interessi circa i temi di attualità parlare e vedersi a distanza. politica, economica e sociale, ho conosciuto meglio questo mondo ma tutto avrei Qual è stata la scelta più difficile da quando immaginato, da bambino, tranne che è diventato sindaco? diventare Sindaco. Non ce n’è una in particolare ma dire dei no è sempre più difficile che accontentare tutti. Quali sono i compiti di un Sindaco? Il Sindaco svolge tanti compiti ed è il ruolo Quale episodio del suo impegno da Sindaco politico-istituzionale più vicino alle persone. ricorda con particolare piacere e orgoglio? Essendo il vertice dell’Amministrazione, egli Essere riuscito in pochissimo tempo ad aver deve sovrintendere a tutte le scelte che rispettato gli impegni assunti con il Governo riguardano, anzitutto, i servizi essenziali (i rispetto alla presentazione di un progetto sul trasporti, la gestione dei rifiuti, la rete quale avevamo pochissimo tempo. fognaria, la manutenzione delle strade e la loro illuminazione, la gestione dell’acqua, lo Secondo Lei, alla fine di questo brutto sviluppo delle edificazioni urbane ecc), quelli momento che tutto il mondo sta vivendo, di demografici e di stato civile (le nascite, i cosa dovremmo far tesoro guardandoci decessi, la residenza, il matrimonio) e tanto indietro? altro. Di essere più rispettosi dell’ambiente in cui viviamo e di riflettere sul senso di comunità Com'era la sua giornata tipo prima che troppo spesso viene messo da parte per dell'emergenza COVID-19? gli egoismi del singolo o di gruppi ristretti di La mia giornata si divideva in eventi pubblici, individui. E di rivedere molto il modello di incontri con i cittadini e i vari rappresentati sviluppo economico-sociale degli ultimi venti delle associazioni di ogni settore: anni, a partire dalla globalizzazione dei sociale, culturale, ricreativo, assistenziale, mercati commerciali e finanziari. imprenditoriale, sindacale, sportivo; Numero 2 Aprile 2020 3
Sono tanti giorni che siamo chiusi in casa, età vi chiede ma soprattutto di essere sempre rispettando le regole in modo che si possa curiosi di conoscere nuove cose e di non tornare presto alla vita libera. Cosa potrebbe perdere mai l’entusiasmo di farlo. dire alle persone che trasgrediscono le regole? Che mai come in questo caso, ogni singolo comportamento si riflette su tutti gli altri: è il senso di comunità di cui parlavo prima. Ritiene che ci sia qualcos'altro che si potrebbe fare per proteggerci dal COVID-19? E se si, cosa? Distanziamento sociale e se non un vaccino, una cura efficace per limitare il più possibile il ricorso all’ospedale. Noi bambini cosa possiamo fare per aiutare voi adulti in questo momento? Voi bastate già così come siete, con il vostro entusiasmo e la vostra spensieratezza. Magari essere solo un po’ pazienti e comprendere le preoccupazioni che i genitori stanno vivendo anche per voi, perché per un genitore il futuro è il futuro dei propri figli. Noi svolgiamo i nostri compiti a casa, anche voi lavorate da casa collegandovi in videoconferenza? Sì, come già detto, quasi tutti i dipendenti del comune stanno lavorando da casa e quando necessario, ci “vediamo” via web o con il telefonino. Può rivolgere un pensiero a tutti i bimbi? Di restare bimbi fino a quando la vostra età ve lo consente; di giocare ma di impegnarsi sin da ora per fare al meglio tutto ciò che la vostra Numero 3 Aprile 2020 4
SAN GIORGIO SAN GIORGIO: il Santo di Campobasso. San Giorgio è nato tra il 256 e il 285 d.C a Lod (oggi in Israele) il papà era un ufficiale romano e la mamma era palestinese, venne convertito al cristianesimo dai suoi genitori. Da giovane Giorgio si arruolò nell’esercito e diventò guardia scelta dell’imperatore Diocleziano. Nel 302, però, Diocleziano emanò un editto che prevedeva l’arresto per i soldati romani cristiani. Giorgio allora, si ribellò per difendere la sua fede. La leggenda narra che Diocleziano fece di tutto per convertirlo al paganesimo romano con numerosi doni tutti rifiutati da Giorgio. Allora Diocleziano ordinò di farlo torturare e lo condannò a morte, per questo Giorgio venne dichiarato martire dai cristiani. San Giorgio è spesso raffigurato mentre uccide il drago. Secondo la leggenda un giorno San Giorgio si ritrovò in una città chiamata Selem (in Libia), dove in un lago c’era un gigantesco drago affamato che non si accontentava più delle pecore offerte dagli abitanti della città ma voleva esseri umani. Un giorno per placare la sua furia le venne offerta in sacrificio la principessa Silene, la figlia del re. Proprio in quel momento arrivò San Giorgio che uccise il drago, salvò Silene e fece convertire al cristianesimo tutta la popolazione di Selem. San Giorgio è il santo patrono di Campobasso. Secondo la tradizione, i cittadini di Campobasso chiesero la protezione del Santo in diverse occasioni. Nel XIII secolo i paesi confinanti attaccarono Campobasso per distruggerla, il popolo si raccolse in preghiera nelle varie chiese invocando San Giorgio. Ad un tratto le campane suonarono, arrivò un giovane guerriero e un esercito che mandò via i nemici terrorizzati. Il popolo riconobbe il miracolo e gridò: E’ San Giorgio che ci difende e ci salva!” Una terribile tempesta colpì Campobasso il 9 ottobre del 1634 e con la protezione del Santo la città fu salva. Nel 1656 si diffuse una terribile peste la cui fine miracolosa fu attribuita al Santo. Il 16 aprile del 1661, il vescovo di Boiano proclamò San Giorgio patrono di Campobasso che festeggia il suo Santo il 23 aprile. Numero 3 Aprile 2020 5
I MISTERI I MISTERI. Il sentirsi comunità a Campobasso. Siamo arrivati a fine Aprile ed ancora siamo costretti a restare in casa. Tutti i giorni in tv sentiamo parlare di quanto sia pericoloso il coronavirus "Dobbiamo stare attenti,non si può ancora uscire "e noi con tanta pazienza rispettiamo le regole. Tra le tante cose a cui abbiamo rinunciato e a cui dovremo rinunciare quella che mi dispiace di più è ľ annullamento della sfilata dei misteri a Giugno. Infatti il sindaco di Campobasso, Gravina, ha comunicato che a causa del virus, quest’anno la tradizionale sfilata dei misteri non ci sarà. Per noi Campobassani è una delle feste più sentite, infatti,ci prepariamo molti giorni prima. Per ammirare gli ingegno del DI ZINNO, arrivano nella nostra città tantissime persone che vengono dalle regioni vicine. Documentandomi, ho scoperto che i misteri sono stati sospesi anche in passato anche dal 1940 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale. Allora ,come adesso, ci ritroviamo a combattere una guerra contro un nemico che nel nostro caso è invisibile. Dunque non ci resta che aspettare la fine di tutto questo per poter ritornare ad ammirare gli ingegni sfilare, per le vie della nostra città tra la gente, gli applausi e i mitici DUNZELLA,DUNZE' dei nostri amati" diavoli". Numero 3 Aprile 2020 6
LUIS SEPÚLVEDA Vorrei ricordare così questo grande scrittore che mi ha fatto compagnia fin da quando ero piccolo con i suoi libri. Grazie per le emozioni che ci hai regalato e per la passione che alimentato in noi. Nato in Cile, Luis Sepúlveda ha lasciato il suo Paese al termine di un'intensa stagione di attività politica, conclusasi drammaticamente con l'incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet. Ha viaggiato a lungo in America Latina e poi nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace. Dopo aver risieduto ad Amburgo e a Parigi, è andato a vivere in Spagna, nelle Asturie. Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti – oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlava correttamente inglese, francese e italiano – ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali spicca Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza, Storia del gatto e del topo che diventò suo amico. Dopo il ritorno in Cile abbandonò la casa paterna per contrasti con il padre e, al contempo, venne espulso anche dalla Gioventù comunista. Si trasferì allora in Bolivia, dove militò tra le file dell'Esercito di Liberazione Nazionale. Tornato in Cile e conseguito il diploma di regista teatrale, continuò a scrivere racconti e lavorò ad allestimenti teatrali e alla radio (oltre ad essere responsabile di una cooperativa agricola). A seguito del colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale (dove morì Allende), venne arrestato e torturato. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Questo gli costò un secondo arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare, che in quegli anni fu responsabile del dramma dei desaparecidos cileni, lo processò ufficialmente ed egli ebbe una condanna all'ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d'esilio. In tutto passò due anni e mezzo in carcere. Nel 1977lasciò il Cile per andare in aereo in Svezia, dove avrebbe dovuto insegnare lo spagnolo e dove il governo gli aveva concesso l'asilo politico. Al primo scalo, a Buenos Aires, Sepulveda scappò con l'intenzione di recarsi in Uruguay. Molti dei suoi amici argentini e uruguaiani erano in prigione o erano stati uccisi dai governi dittatoriali di quei Paesi, perciò si diresse prima verso il Brasile, a San Paolo, e poi in Paraguay, Paese che dovette in seguito lasciare per problemi con il regime locale. Si stabilì infine a Quito, in Ecuador, ospite del suo amico Jorge Enrique Adoum. Qui riprese a fare teatro e prese parte a una spedizione dell'UNESCO dedicata allo studio dell'impatto della civiltà sugli Indios Shuar. Durante la spedizione ebbe modo di vivere per sette mesi a stretto contatto con gli indios (nativi americani). Nel 1978 raggiunse le Brigate Internazionali Simon Bolivar che stavano combattendo in Nicaragua. Dopo la vittoria nella rivoluzione iniziò a lavorare come giornalista e l'anno successivo si trasferì in Europa. Si stabilì ad Amburgo. Visse poi in Francia per un lungo periodo e prese la cittadinanza francese. Nel 1982 venne in contatto con l'organizzazione ecologista Greenpeace e lavorò fino al 1987come membro di equipaggio su una delle loro navi; successivamente agì come coordinatore tra i vari settori dell'organizzazione. Nel 1989 poté ritornare in Cile, ma dal 1996 visse in Spagna Gijòn fino al 27 febbraio 2020. Improvvisamente muore il 16 aprile 2020 a causa dell'epidemia COVID-19 a Oviedo, in Spagna. Numero 3 Aprile 2020 7
RECENSIONE “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda è un libro che mi è piaciuto moltissimo per vari motivi, ma soprattutto per il modo di scrivere dell’autore. Infatti, ho letto il libro che raccoglie tutte le sue favole. Prima di iniziare con l‘articolo vorrei prendere qualche minuto del vostro tempo. Se non lo sapete, Luis Sepúlveda è morto qualche giorno fa, esattamente il 16 Aprile, di coronavirus, e questo mi è dispiaciuto molto. Perciò mi è sembrata una buona idea recensire quella che, a mio parere, è la sua favola più bella. Luis Sepúlveda è nato in Cile nel 1949, è stato costretto a lasciare il suo Paese. In esilio, ha viaggiato a lungo in tutto il mondo. Ha scritto molti libri di poesia, «radioromanzi», racconti, romanzi e libri di viaggio. Ma è molto famoso per le sue favole per bambini. La sue vita e le sue opere le troverete descritte in maniera più dettagliata in questo giornalino nell’articolo di Nicolò De Bellis. Io invece vi vorrei parlare della “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Una gabbiana di nome Kengah, mentre è in volo, cade in una macchia di petrolio; riesce ad arrivare a malapena sul balcone del gatto Zorba, al quale chiede tre cose: di non mangiare l’uovo che sta per deporre, di prendersi cura di esso e di insegnare al pulcino che nascerà a volare. Zorba cova l’uovo, mantenendo le prime due promesse fatte alla gabbiana, accoglie la gabbianella appena nata nella comunità dei gatti, ma come farà un gatto ad insegnarle a volare? Questo è un libro bellissimo, che ci insegna la forza della solidarietà anche tra “diversi” e come la generosità è importante nella vita di ognuno. Una favola che può far sognare e che riesce a trasmettere una forza, la forza di quando si è insieme, che c’è solo quando ci si fida degli altri, che c’è solo quando siamo noi che vogliamo sentirla. Questo libro mi ha fatto ripensare a tutte quelle volte che ho sbagliato quando bastava fare la cosa giusta, a tutte quelle volte che ho detto “no” quando bastava un “sì”. È allora che ho capito come far diventare un errore la cosa giusta e come far diventare quei “no” dei “sì”. Allora, soltanto allora, ho capito come poter veramente essere solidali. Ma la cosa di cui voglio parlare è la parte che mi è piaciuta di più del libro, che arriva verso alla fine e che qualcuno ha letto distrattamente. Sembra quasi insignificante, ma invece è molto importante, soprattutto in questo momento difficile; quando il gatto Zorba dice all’umano: «Sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante» ed egli gli chiede: «Ah sì? E cosa ha capito?» Allora il gatto: «Che vola solo chi osa farlo». Vola solo chi osa farlo, esattamente, una frase da non scordare, perché saremo noi a volare quando ci proveremo con tutte le nostre forze. Solo a quel punto sapremo volare. Numero 2 Aprile 2020 1 8
QUOKKA Ciao a tutti, oggi voglio parlare di un animale che, appena ho visto, mi è piaciuto tanto per il suo musetto simpatico e per la felicità che trasmette, infatti è nominato “l’animale più felice del mondo”. Inoltre è anche molto carino… Vi presento … il Quokka! E’ un piccolo marsupiale delle dimensioni di un grosso gatto domestico e come i canguri e i wallaby, è erbivoro e generalmente notturno. In natura, il quokka è ristretto ad una piccolissima area nel sud-ovest dell’Australia Occidentale. Lo sviluppo agricolo, però ha ridotto le aree abitate dall’animale, contribuendo così al declino della specie. A tutto ciò dobbiamo anche aggiungere i cani e i gatti introdotti dall’uomo, così come i dingo, che hanno ulteriormente complicato la situazione, già fra l’altro severamente compromessa dal disboscamento e dagli incendi delle poche aree palustri rimaste. Fortunatamente oggi è considerato specie protetta su alcune isole al largo della costa australiana, come ad esempio a Rottnest*, dove proprio in quest’ultima occupa una grande varietà di habitat, che vanno dalla boscaglia semi-arida ai giardini coltivati. Ha un mantello di color bruno brizzolato che sul ventre si fa sempre più marroncino, pesa tra i 2,5 e i 5 kg ed è lungo tra i 40 e i 54 cm, con una coda non molto lunga. La sua struttura tozza, le orecchie arrotondate ed una testa corta e larga, lo fanno somigliare moltissimo ad un piccolo e goffo canguro, infatti si muove anche lui saltellando, ma a differenza del canguro, è anche in grado di arrampicarsi su piccoli alberi e arbusti. Numero 3 Aprile 2020 9
Il quokka è gregario e nelle zone dove il cibo è maggiormente disponibile vive in gruppi numerosi, nutrendosi principalmente di graminacee e fogliame. La salute di alcuni esemplari però in passato, è stata messa a repentaglio in seguito all’ingerimento di cibi inappropriati, come il pane, offerti sull’Isola di Rottnest da visitatori ben intenzionati. Proprio per questo motivo adesso è vietato dare da mangiare a questi animali. Sul continente il quokka può riprodursi in ogni periodo dell’anno, dando alla luce un unico piccolo, ma su Rottnest solamente verso la fine dell’estate, questo perché secondo gli esperti c’è qui una scarsa disponibilità del rame all’interno degli alimenti di cui il quokka si ciba. I quokka inoltre, non sono affatto intimoriti dagli esseri umani, anzi, spesso sono proprio loro ad andare incontro all’uomo, soprattutto sull’Isola di Rottnest, sempre sottolineando però che ci sono delle multe nel caso in cui l’animale venga maneggiato in qualunque maniera. Addirittura di recente, è diventato molto popolare per realizzare selfie, dove l’animale sembra quasi sorridere, tanto da essere nominato “l’animale più felice del mondo”. Spero che questo animale vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me. *L'isola Rottnest (conosciuta con il nome di Wadjemup dal popolo Noongar) si trova a 19 km al largo della costa dell'Australia Occidentale. Numero 3 Aprile 2020 10
Flower thrower, Betlemme. Madonna con la pistola, Napoli. BANKSY: COME UN TOPO IN GABBIA Banksy, famoso street artist, è anche lui costretto a rimanere in casa. Street art La street art è un stile artistico che prende spazio in strada, da cui prende il nome, ed è molto utilizzato negli ultimi anni. Spesso questo ramo artistico prende la forma di atti illegali. Infatti non è ancora definito un confine chiaro tra vandalismo e arte. Così in passato la street art non era considerata come una vera e propria forma d’arte, ma oggi questa opinione è cambiata e alcuni street artist sono diventati molto famosi. Chi è Banksy? Banksy è uno street artist inglese, conosciuto in tutto il mondo, di cui non si conosce l’identità, si sa solo che è di Bristol ed è nato nel 1974. Artista di natura ironica e dissacrante, disegna di nascosto, con la tecnica dello stencil, opere conosciute in tutto il mondo. Le sue opere hanno significati profondi e un oscuro umorismo. L’idea geniale: i topi in bagno Un’idea che porta la street art in casa: Banksy, costretto a rimanere in casa, come tutti in questo periodo, si sente come un topo in gabbia, ma non si limita a provare queste emozioni, riesce anche a farle vedere al mondo. Numero 3 Aprile 2020 11
Egli ha sempre avuto un simbolo nella sua arte: quello del topo, che agisce di nascosto, come un artista di strada. Così, nel bagno di casa, ha raffigurato dei topini che mettono sottosopra la loro prigione: srotolano la carta igienica, schiacciano il dentifricio, uno si appende alla corda della doccia, un altro conta i giorni della quarantena… Questo bagno sottosopra è diventato famoso partendo da un post di Instagram, postato da Banksy stesso, fino ad arrivare su giornali e su qualsiasi mezzo di informazioni. «Mia moglie mi odia quando lavoro a casa», unica didascalia, per questa immagine, scritta da Banksy che, non potendo più uscire di casa, inizia ad uscire attraverso la sua arte. Numero 3 Aprile 2020 12
PENSIERI IN QUARANTENA Cari lettori, ci siamo “addormentati”nin un mondo e improvvisamente svegliati in un altro. Di colpo il nostro pianeta sembra essere vuoto, c’è un’arma invisibile più potente di qualunque altra che ci impedisce di essere liberi, di riunirci in un abbraccio. Ma non ci sono solo aspetti negativi... Quest’arma ci ha insegnato molto: come ad accontentarci di ciò che abbiamo, di riscoprire il piacere delle piccole cose, di rispolverare vecchi ricordi o di apprezzare i cibi fatti in casa. Io per esempio non mi annoio mai: gioco nel mio piccolo giardino e aiuto mio padre a metterlo in ordine, cerco di rimanere in contatto con i miei amici organizzando attività a distanza attraverso videochiamate e messaggi, con mia sorella ho imparato a suonare vari strumenti musicali come la pianola e il kalimba, faccio attività fisica quasi ogni giorno interagendo con i miei familiari, sfrutto il mio tempo per imparare qualcosa di nuovo grazie ai documentari e provo a cucinare con mia madre qualche ricetta come la pizza, tradizione del sabato sera. E’ questo, amici, il segreto per non rattristarsi! Appena potrò uscire, la prima cosa che vorrò fare è rivedere i miei amici e magari organizzare una bella partita di pallone. Ci rivedremo presto, un abbraccio (immaginario) a tutti voi! Leonardo La cosa che mi manca di più in questi giorni è sicuramente vedere tutti i miei amici e parenti e giocare a basket. Devo dire che in questi giorni mi annoio molto ma trovo sempre qualcosa da fare, per esempio: gioco in giardino, leggo, svolgo i compiti, gioco con mio fratello, gioco al tablet...La prima cosa che vorrei fare quando potrò uscire sarà sicuramente andare a trovare i miei parenti e giocare a pallacanestro. Nicolò Numero 3 Aprile 2020 13
LE BARZE... A SCUOLA La maestra all’alunno: “Perché hai scritto il tuo tema con una calligrafia così minuscola?” – “Speravo, signora maestra, che gli errori si vedessero di meno.” La maestra: “Pierino, fammi un esempio di frase semplice!” ”il cane abbaia vicino al parco”. ”Pierino, fai una frase una un po’ più corta” BAU , BAU! La mamma a Pierino: “Se prendi un bel voto a scuola ti do dieci euro”. Il giorno dopo Pierino va dalla mamma: “Ho una bella notizia”. E la mamma: “Hai preso un bel voto?”, “No, hai risparmiato dieci euro”. STORIE DI FANTASMI Un fantasma racconta ad un altro fantasma: "L'altra sera ho trascorso la nottata in compagnia di una bella fantasmina, tu vedessi com'era carina! L'ho corteggiata almeno tre ore, le ho parlato di me, dei miei interessi e lei mi ascoltava nel silenzio più totale, alché dopo un po' di tempo mi sono insospettito, l'ho guardata meglio e mi sono accorto che era una camicia da notte stesa ad asciugare! QUAL E' IL COLMO... ...per due scheletri? Essere amici per la pelle! … per una fata? Avere il colpo della strega! Numero 3 Aprile 2020 14
Valeria Pilone Errata corrige: abbiamo riproposto questo rebus perché ci siamo accorti di un errore. La soluzione al prossimo numero. Numero 3 Aprile 2020 15
Numero 3 Aprile 2020 16
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