Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...

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Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...
La domenica in quarantena                 VB icpetrone cb
Il giornalino della VB
                                    Numero 3 /19 Aprile 2020

 Intervista al Sindaco di Campobasso
                                                I Misteri
San Giorgio

                                  La street art: Banksy

Speciale Luis Sepúlveda
                            Quokka: l’animale contento

RUBRICA: PENSIERI IN QUARANTENA
Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...
SOMMARIO
•    L’ANGOLO DELL’INTERVISTA,
    Nicolò De Bellis

•    SAN GIORGIO, Riccardo
    Gabriele

•    I MISTERI, Melissa Scocca

•    LUIS SEPÚLVEDA, Nicolò De
    Bellis

•    RECENSIONE, Irene Berardi

•    QUOKKA, Valeria Pilone

•    BANKSY: COME UN TOPO IN
    GABBIA, Irene Berardi

•    RUBRICA: PENSIERI IN
    QUARANTENA, Leonardo
    Lepore, Nicolò De Bellis

•    CRUCIRIPASSO, Nicolò De
    Bellis

•    BARZE, Nicolò De Bellis

                         Numero 3 Aprile 2020   2
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L'ANGOLO DELL'INTERVISTA...
                     al Sindaco di Campobasso Roberto Gravina.

Gentile Sindaco, so che Lei in questo              e poi il lavoro all’interno del palazzo di città:
momento è molto impegnato e voglio                 riunioni con i dirigenti per le decisioni di
ringraziarla per avermi dedicato un po' del        indirizzo politico-gestionale e incontri politici
suo tempo e per tutto il lavoro che sta            con i rappresentanti della maggioranza e della
facendo insieme anche a tutti gli operatori        minoranza.
sanitari e di polizia.
                                                   E adesso com'è cambiata?
Quando era piccolo immaginava che un               Non incontro praticamente nessuno ma tutto
giorno sarebbe diventato Sindaco?                  il resto è praticamente rimasto intatto, anzi,
Sembra una domanda dalla facile risposta ma        c’è qualche impegno in più e qualche disagio
in realtà non lo è affatto. Sinceramente, uno      per “incontrare” le persone con i mezzi
dei primi sogni da bambino era quello di           tecnologici che anche Tu ed i Tuoi compagni
diventare comandante di nave; solo crescendo       state utilizzando: telefonino e computer per
e coltivando interessi circa i temi di attualità   parlare e vedersi a distanza.
politica, economica e sociale, ho conosciuto
meglio questo mondo ma tutto avrei                 Qual è stata la scelta più difficile da quando
immaginato, da bambino, tranne che                 è diventato sindaco?
diventare Sindaco.                                 Non ce n’è una in particolare ma dire dei no è
                                                   sempre più difficile che accontentare tutti.
Quali sono i compiti di un Sindaco?
Il Sindaco svolge tanti compiti ed è il ruolo      Quale episodio del suo impegno da Sindaco
politico-istituzionale più vicino alle persone.    ricorda con particolare piacere e orgoglio?
Essendo il vertice dell’Amministrazione, egli      Essere riuscito in pochissimo tempo ad aver
deve sovrintendere a tutte le scelte che           rispettato gli impegni assunti con il Governo
riguardano, anzitutto, i servizi essenziali (i     rispetto alla presentazione di un progetto sul
trasporti, la gestione dei rifiuti, la rete        quale avevamo pochissimo tempo.
fognaria, la manutenzione delle strade e la
loro illuminazione, la gestione dell’acqua, lo     Secondo Lei, alla fine di questo brutto
sviluppo delle edificazioni urbane ecc), quelli    momento che tutto il mondo sta vivendo, di
demografici e di stato civile (le nascite, i       cosa dovremmo far tesoro guardandoci
decessi, la residenza, il matrimonio) e tanto      indietro?
altro.                                             Di essere più rispettosi dell’ambiente in cui
                                                   viviamo e di riflettere sul senso di comunità
Com'era la sua giornata tipo prima                 che troppo spesso viene messo da parte per
dell'emergenza COVID-19?                           gli egoismi del singolo o di gruppi ristretti di
La mia giornata si divideva in eventi pubblici,    individui. E di rivedere molto il modello di
incontri con i cittadini e i vari rappresentati    sviluppo economico-sociale degli ultimi venti
delle    associazioni    di    ogni    settore:    anni, a partire dalla globalizzazione dei
sociale, culturale, ricreativo, assistenziale,     mercati commerciali e finanziari.
imprenditoriale, sindacale, sportivo;

                                   Numero 2 Aprile 2020                                         3
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Sono tanti giorni che siamo chiusi in casa,          età vi chiede ma soprattutto di essere sempre
rispettando le regole in modo che si possa           curiosi di conoscere nuove cose e di non
tornare presto alla vita libera. Cosa potrebbe       perdere mai l’entusiasmo di farlo.
dire alle persone che trasgrediscono le
regole?
Che mai come in questo caso, ogni singolo
comportamento si riflette su tutti gli altri: è il
senso di comunità di cui parlavo prima.

Ritiene che ci sia qualcos'altro che si
potrebbe fare per proteggerci dal COVID-19?
E se si, cosa?
Distanziamento sociale e se non un vaccino,
una cura efficace per limitare il più possibile il
ricorso all’ospedale.

Noi bambini cosa possiamo fare per aiutare
voi adulti in questo momento?
Voi bastate già così come siete, con il vostro
entusiasmo e la vostra spensieratezza. Magari
essere solo un po’ pazienti e comprendere le
preoccupazioni che i genitori stanno vivendo
anche per voi, perché per un genitore il futuro
è il futuro dei propri figli.

Noi svolgiamo i nostri compiti a casa, anche
voi lavorate da casa collegandovi in
videoconferenza?
Sì, come già detto, quasi tutti i dipendenti del
comune stanno lavorando da casa e quando
necessario, ci “vediamo” via web o con il
telefonino.

Può rivolgere un pensiero a tutti i bimbi?
Di restare bimbi fino a quando la vostra età ve
lo consente; di giocare ma di impegnarsi sin da
ora per fare al meglio tutto ciò che la vostra

                                       Numero 3 Aprile 2020                                    4
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SAN GIORGIO

SAN GIORGIO: il Santo di Campobasso.
San Giorgio è nato tra il 256 e il 285 d.C a Lod (oggi in Israele) il papà era un ufficiale romano e la
mamma era palestinese, venne convertito al cristianesimo dai suoi genitori. Da giovane Giorgio si
arruolò nell’esercito e diventò guardia scelta dell’imperatore Diocleziano. Nel 302, però, Diocleziano
emanò un editto che prevedeva l’arresto per i soldati romani cristiani. Giorgio allora, si ribellò per
difendere la sua fede. La leggenda narra che Diocleziano fece di tutto per convertirlo al paganesimo
romano con numerosi doni tutti rifiutati da Giorgio.
Allora Diocleziano ordinò di farlo torturare e lo condannò a morte, per questo Giorgio venne
dichiarato martire dai cristiani.
San Giorgio è spesso raffigurato mentre uccide il drago. Secondo la leggenda un giorno San Giorgio si
ritrovò in una città chiamata Selem (in Libia), dove in un lago c’era un gigantesco drago affamato che
non si accontentava più delle pecore offerte dagli abitanti della città ma voleva esseri umani.
                                                            Un giorno per placare la sua furia le
                                                            venne offerta in sacrificio la principessa
                                                            Silene, la figlia del re. Proprio in quel
                                                            momento arrivò San Giorgio che uccise il
                                                            drago, salvò Silene e fece convertire al
                                                            cristianesimo tutta la popolazione di
                                                            Selem.
                                                            San Giorgio è il santo patrono di
                                                            Campobasso.
                                                            Secondo la tradizione, i cittadini di
                                                            Campobasso chiesero la protezione del
                                                            Santo in diverse occasioni. Nel XIII secolo i
                                                            paesi confinanti attaccarono Campobasso
                                                            per distruggerla, il popolo si raccolse in
                                                            preghiera nelle varie chiese invocando
                                                            San Giorgio.
                                                            Ad un tratto le campane suonarono,
                                                            arrivò un giovane guerriero e un esercito
                                                            che mandò via i nemici terrorizzati. Il
                                                            popolo riconobbe il miracolo e gridò: E’
                                                            San Giorgio che ci difende e ci salva!”
                                                            Una terribile tempesta colpì Campobasso
                                                            il 9 ottobre del 1634 e con la protezione
                                                            del Santo la città fu salva. Nel 1656 si
                                                            diffuse una terribile peste la cui fine
                                                            miracolosa fu attribuita al Santo.
                                                            Il 16 aprile del 1661, il vescovo di Boiano
                                                            proclamò San Giorgio patrono di
                                                            Campobasso che festeggia il suo Santo il
                                                          23 aprile.
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I MISTERI

I MISTERI. Il sentirsi comunità a Campobasso.

Siamo arrivati a fine Aprile ed ancora siamo costretti a restare in casa. Tutti i giorni in tv sentiamo
parlare di quanto sia pericoloso il coronavirus "Dobbiamo stare attenti,non si può ancora uscire "e noi
con tanta pazienza rispettiamo le regole. Tra le tante cose a cui abbiamo rinunciato e a cui dovremo
rinunciare quella che mi dispiace di più è ľ annullamento della sfilata dei misteri a Giugno. Infatti il
sindaco di Campobasso, Gravina, ha comunicato che a causa del virus, quest’anno la tradizionale
sfilata dei misteri non ci sarà. Per noi Campobassani è una delle feste più sentite, infatti,ci prepariamo
molti giorni prima. Per ammirare gli ingegno del DI ZINNO, arrivano nella nostra città tantissime
persone che vengono dalle regioni vicine. Documentandomi, ho scoperto che i misteri sono stati
sospesi anche in passato anche dal 1940 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale. Allora ,come
adesso, ci ritroviamo a combattere una guerra contro un nemico che nel nostro caso è invisibile.
Dunque non ci resta che aspettare la fine di tutto questo per poter ritornare ad ammirare gli ingegni
sfilare, per le vie della nostra città tra la gente, gli applausi e i mitici DUNZELLA,DUNZE' dei nostri
amati" diavoli".

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LUIS SEPÚLVEDA

Vorrei ricordare così questo grande scrittore che mi ha fatto compagnia fin da quando ero piccolo con
i suoi libri.
Grazie per le emozioni che ci hai regalato e per la passione che alimentato in noi.

Nato in Cile, Luis Sepúlveda ha lasciato il suo Paese al termine di un'intensa stagione di attività politica,
conclusasi drammaticamente con l'incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet.
Ha viaggiato a lungo in America Latina e poi nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di
Greenpeace. Dopo aver risieduto ad Amburgo e a Parigi, è andato a vivere in Spagna, nelle Asturie.
Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti – oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlava
correttamente inglese, francese e italiano – ha conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo,
Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel
1993. Ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, raccolte di racconti e libri di viaggio, tra i quali
spicca Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di una lumaca che scoprì
l'importanza della lentezza, Storia del gatto e del topo che diventò suo amico.
Dopo il ritorno in Cile abbandonò la casa paterna per contrasti con il padre e, al contempo, venne
espulso anche dalla Gioventù comunista. Si trasferì allora in Bolivia, dove militò tra le file dell'Esercito di
Liberazione Nazionale. Tornato in Cile e conseguito il diploma di regista teatrale, continuò a scrivere
racconti e lavorò ad allestimenti teatrali e alla radio (oltre ad essere responsabile di una cooperativa
agricola).
A seguito del colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale
(dove morì Allende), venne arrestato e torturato. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era
impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne
scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Questo gli costò un secondo
arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare, che in quegli anni fu responsabile del
dramma dei desaparecidos cileni, lo processò ufficialmente ed egli ebbe una condanna all'ergastolo che
poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d'esilio. In
tutto passò due anni e mezzo in carcere.
Nel 1977lasciò il Cile per andare in aereo in Svezia, dove avrebbe dovuto insegnare lo spagnolo e dove il
governo gli aveva concesso l'asilo politico. Al primo scalo, a Buenos Aires, Sepulveda scappò con
l'intenzione di recarsi in Uruguay. Molti dei suoi amici argentini e uruguaiani erano in prigione o erano
stati uccisi dai governi dittatoriali di quei Paesi, perciò si diresse prima verso il Brasile, a San Paolo, e poi
in Paraguay, Paese che dovette in seguito lasciare per problemi con il regime locale. Si stabilì infine a
Quito, in Ecuador, ospite del suo amico Jorge Enrique Adoum. Qui riprese a fare teatro e prese parte a
una spedizione dell'UNESCO dedicata allo studio dell'impatto della civiltà sugli Indios Shuar. Durante la
spedizione ebbe modo di vivere per sette mesi a stretto contatto con gli indios (nativi americani).
Nel 1978 raggiunse le Brigate Internazionali Simon Bolivar che stavano combattendo in Nicaragua. Dopo
la vittoria nella rivoluzione iniziò a lavorare come giornalista e l'anno successivo si trasferì in Europa. Si
stabilì ad Amburgo. Visse poi in Francia per un lungo periodo e prese la cittadinanza francese.
Nel 1982 venne in contatto con l'organizzazione ecologista Greenpeace e lavorò fino al 1987come
membro di equipaggio su una delle loro navi; successivamente agì come coordinatore tra i vari settori
dell'organizzazione. Nel 1989 poté ritornare in Cile, ma dal 1996 visse in Spagna Gijòn fino al 27
febbraio 2020. Improvvisamente muore il 16 aprile 2020 a causa dell'epidemia COVID-19 a Oviedo, in
Spagna.

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RECENSIONE

    “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a
    volare” di Luis Sepúlveda
“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda è un libro che mi è
piaciuto moltissimo per vari motivi, ma soprattutto per il modo di scrivere dell’autore. Infatti, ho letto il
libro che raccoglie tutte le sue favole.
Prima di iniziare con l‘articolo vorrei prendere qualche minuto del vostro tempo. Se non lo sapete, Luis
Sepúlveda è morto qualche giorno fa, esattamente il 16 Aprile, di coronavirus, e questo mi è
dispiaciuto molto. Perciò mi è sembrata una buona idea recensire quella che, a mio parere, è la sua
favola più bella.
Luis Sepúlveda è nato in Cile nel 1949, è stato costretto a lasciare il suo Paese. In esilio, ha viaggiato a
lungo in tutto il mondo. Ha scritto molti libri di poesia, «radioromanzi», racconti, romanzi e libri di
viaggio. Ma è molto famoso per le sue favole per bambini. La sue vita e le sue opere le troverete
descritte in maniera più dettagliata in questo giornalino nell’articolo di Nicolò De Bellis.
                                                                 Io invece vi vorrei parlare della “Storia di
                                                                 una gabbianella e del gatto che le
                                                                 insegnò a volare”.
                                                                 Una gabbiana di nome Kengah, mentre è
                                                                 in volo, cade in una macchia di petrolio;
                                                                 riesce ad arrivare a malapena sul balcone
                                                                 del gatto Zorba, al quale chiede tre cose:
                                                                 di non mangiare l’uovo che sta per
                                                                 deporre, di prendersi cura di esso e di
                                                                 insegnare al pulcino che nascerà a volare.
                                                                 Zorba cova l’uovo, mantenendo le prime
                                                                 due promesse fatte alla gabbiana,
                                                                 accoglie la gabbianella appena nata nella
                                                                 comunità dei gatti, ma come farà un
                                                                 gatto ad insegnarle a volare? Questo è un
                                                                 libro bellissimo, che ci insegna la forza
                                                                 della solidarietà anche tra “diversi” e
                                                                 come la generosità è importante nella
                                                                 vita di ognuno.
  Una favola che può far sognare e che riesce a trasmettere una forza, la forza di quando si è insieme, che
  c’è solo quando ci si fida degli altri, che c’è solo quando siamo noi che vogliamo sentirla. Questo libro
  mi ha fatto ripensare a tutte quelle volte che ho sbagliato quando bastava fare la cosa giusta, a tutte
  quelle volte che ho detto “no” quando bastava un “sì”. È allora che ho capito come far diventare un
  errore la cosa giusta e come far diventare quei “no” dei “sì”. Allora, soltanto allora, ho capito come
  poter veramente essere solidali.
  Ma la cosa di cui voglio parlare è la parte che mi è piaciuta di più del libro, che arriva verso alla fine e
  che qualcuno ha letto distrattamente. Sembra quasi insignificante, ma invece è molto importante,
  soprattutto in questo momento difficile; quando il gatto Zorba dice all’umano: «Sull’orlo del baratro ha
  capito la cosa più importante» ed egli gli chiede: «Ah sì? E cosa ha capito?» Allora il gatto: «Che vola
  solo chi osa farlo». Vola solo chi osa farlo, esattamente, una frase da non scordare, perché saremo noi a
  volare quando ci proveremo con tutte le nostre forze. Solo a quel punto sapremo volare.

                                        Numero 2 Aprile 2020 1                                        8
Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...
QUOKKA

Ciao a tutti, oggi voglio parlare di un animale che, appena ho visto, mi è piaciuto
tanto per il suo musetto simpatico e per la felicità che trasmette, infatti è nominato
“l’animale più felice del mondo”. Inoltre è anche molto carino…

Vi presento … il Quokka!
                                             E’ un piccolo marsupiale delle dimensioni di
                                             un grosso gatto domestico e come i canguri
                                             e i wallaby, è erbivoro e generalmente
                                             notturno.
                                             In natura, il quokka è ristretto ad una
                                             piccolissima area nel sud-ovest dell’Australia
                                             Occidentale.
                                             Lo sviluppo agricolo, però ha ridotto le aree
                                             abitate dall’animale, contribuendo così al
                                             declino della specie.
                                          A tutto ciò dobbiamo anche aggiungere i cani
                                          e i gatti introdotti dall’uomo, così come i
                                          dingo, che hanno ulteriormente complicato la
                                          situazione, già fra l’altro severamente
compromessa dal disboscamento e dagli incendi delle poche aree palustri rimaste.
Fortunatamente oggi è considerato specie protetta su alcune isole al largo della costa
australiana, come ad esempio a Rottnest*, dove proprio in quest’ultima occupa una
grande varietà di habitat, che vanno dalla boscaglia semi-arida ai giardini coltivati.
Ha un mantello di color bruno
brizzolato che sul ventre si fa sempre
più marroncino, pesa tra i 2,5 e i 5 kg
ed è lungo tra i 40 e i 54 cm, con una
coda non molto lunga.
La sua struttura tozza, le orecchie
arrotondate ed una testa corta e larga,
lo fanno somigliare moltissimo ad un
piccolo e goffo canguro, infatti si muove
anche lui saltellando, ma a differenza
del canguro, è anche in grado di
arrampicarsi su piccoli alberi e arbusti.

                                  Numero 3 Aprile 2020                                  9
Intervista al Sindaco di Campobasso - La domenica in quarantena Il giornalino della VB - Comune di ...
Il quokka è gregario e nelle zone dove il cibo è maggiormente disponibile vive in gruppi
numerosi, nutrendosi principalmente di graminacee e fogliame.
La salute di alcuni esemplari però in passato, è stata messa a repentaglio in seguito
all’ingerimento di cibi inappropriati, come il pane, offerti sull’Isola di Rottnest da visitatori
ben intenzionati.
Proprio per questo motivo adesso è vietato dare da mangiare a questi animali.
Sul continente il quokka può riprodursi in ogni periodo dell’anno, dando alla luce un unico
piccolo, ma su Rottnest solamente verso la fine dell’estate, questo perché secondo gli
esperti c’è qui una scarsa disponibilità del rame all’interno degli alimenti di cui il quokka si
ciba. I quokka inoltre, non sono affatto intimoriti dagli esseri umani, anzi, spesso sono
proprio loro ad andare incontro all’uomo, soprattutto sull’Isola di Rottnest, sempre
sottolineando però che ci sono delle multe nel caso in cui l’animale venga maneggiato in
qualunque maniera.
Addirittura di recente, è diventato molto popolare per realizzare selfie, dove l’animale
sembra quasi sorridere, tanto da essere nominato “l’animale più felice del mondo”.

Spero che questo animale vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me.

*L'isola Rottnest (conosciuta con il nome di Wadjemup dal popolo Noongar) si trova a 19 km al
largo della costa dell'Australia Occidentale.

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Flower thrower, Betlemme.

                                              Madonna con la pistola, Napoli.

          BANKSY: COME UN TOPO IN GABBIA

Banksy, famoso street artist, è anche lui costretto a rimanere in casa.

Street art
La street art è un stile artistico che prende spazio in strada, da cui prende il nome, ed è molto
utilizzato negli ultimi anni. Spesso questo ramo artistico prende la forma di atti illegali. Infatti non
è ancora definito un confine chiaro tra vandalismo e arte. Così in passato la street art non era
considerata come una vera e propria forma d’arte, ma oggi questa opinione è cambiata e alcuni
street artist sono diventati molto famosi.

Chi è Banksy?
Banksy è uno street artist inglese, conosciuto in tutto il mondo, di cui non si conosce l’identità, si
sa solo che è di Bristol ed è nato nel 1974. Artista di natura ironica e dissacrante, disegna di
nascosto, con la tecnica dello stencil, opere conosciute in tutto il mondo. Le sue opere hanno
significati profondi e un oscuro umorismo.

L’idea geniale: i topi in bagno
Un’idea che porta la street art in casa: Banksy, costretto a rimanere in casa, come tutti in questo
periodo, si sente come un topo in gabbia, ma non si limita a provare queste emozioni, riesce
anche a farle vedere al mondo.

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Egli ha sempre avuto un simbolo nella sua arte: quello del topo, che agisce di nascosto, come un
artista di strada. Così, nel bagno di casa, ha raffigurato dei topini che mettono sottosopra la loro
prigione: srotolano la carta igienica, schiacciano il dentifricio, uno si appende alla corda della
doccia, un altro conta i giorni della quarantena… Questo bagno sottosopra è diventato famoso
partendo da un post di Instagram, postato da Banksy stesso, fino ad arrivare su giornali e su
qualsiasi mezzo di informazioni. «Mia moglie mi odia quando lavoro a casa», unica didascalia, per
questa immagine, scritta da Banksy che, non potendo più uscire di casa, inizia ad uscire attraverso
la sua arte.

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PENSIERI IN QUARANTENA

Cari lettori,
ci siamo “addormentati”nin un mondo e improvvisamente svegliati in un altro.
Di colpo il nostro pianeta sembra essere vuoto, c’è un’arma invisibile più potente di qualunque
altra che ci impedisce di essere liberi, di riunirci in un abbraccio. Ma non ci sono solo aspetti
negativi...
Quest’arma ci ha insegnato molto: come ad accontentarci di ciò che abbiamo, di riscoprire il
piacere delle piccole cose, di rispolverare vecchi ricordi o di apprezzare i cibi fatti in casa.

Io per esempio non mi annoio mai: gioco nel mio piccolo giardino e aiuto mio padre a metterlo in
ordine, cerco di rimanere in contatto con i miei amici organizzando attività a distanza attraverso
videochiamate e messaggi, con mia sorella ho imparato a suonare vari strumenti musicali come
la pianola e il kalimba, faccio attività fisica quasi ogni giorno interagendo con i miei familiari,
sfrutto il mio tempo per imparare qualcosa di nuovo grazie ai documentari e provo a cucinare
con mia madre qualche ricetta come la pizza, tradizione del sabato sera.
E’ questo, amici, il segreto per non rattristarsi!
Appena potrò uscire, la prima cosa che vorrò fare è rivedere i miei amici e magari organizzare una
bella partita di pallone.
Ci rivedremo presto, un abbraccio (immaginario) a tutti voi!
Leonardo

La cosa che mi manca di più in questi giorni è sicuramente vedere tutti i miei amici e parenti e
giocare a basket. Devo dire che in questi giorni mi annoio molto ma trovo sempre qualcosa da
fare, per esempio: gioco in giardino, leggo, svolgo i compiti, gioco con mio fratello, gioco al
tablet...La prima cosa che vorrei fare quando potrò uscire sarà sicuramente andare a trovare i
miei parenti e giocare a pallacanestro.
Nicolò

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LE BARZE...
A SCUOLA
La maestra all’alunno: “Perché hai scritto il tuo tema con una calligrafia così minuscola?” –
“Speravo, signora maestra, che gli errori si vedessero di meno.”

La maestra: “Pierino, fammi un esempio di frase semplice!”
”il cane abbaia vicino al parco”.
”Pierino, fai una frase una un po’ più corta” BAU , BAU!

La mamma a Pierino: “Se prendi un bel voto a scuola ti do dieci euro”. Il giorno dopo Pierino va
dalla mamma: “Ho una bella notizia”. E la mamma: “Hai preso un bel voto?”, “No, hai
risparmiato dieci euro”.

STORIE DI FANTASMI
Un fantasma racconta ad un altro fantasma:
"L'altra sera ho trascorso la nottata in compagnia di una bella fantasmina, tu vedessi com'era
carina! L'ho corteggiata almeno tre ore, le ho parlato di me, dei miei interessi e lei mi ascoltava
nel silenzio più totale, alché dopo un po' di tempo mi sono insospettito, l'ho guardata meglio e
mi sono accorto che era una camicia da notte stesa ad asciugare!

QUAL E' IL COLMO...
...per due scheletri?
Essere amici per la pelle!

… per una fata?
Avere il colpo della strega!

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Valeria Pilone

Errata corrige: abbiamo riproposto questo rebus perché ci siamo accorti di un errore.
La soluzione al prossimo numero.

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Numero 3 Aprile 2020   16
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