LA FAMIGLIA DAPRÀ AL COMPLETO PER LO JÄNNER RALLYE - Il Discorso
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LA FAMIGLIA DAPRÀ AL COMPLETO PER LO JÄNNER RALLYE GDA Communication già proiettata in ottica 2020, con papà Matteo ad aprire la strada austriaca al figlio Roberto, entrambi alla guida di una Ford Fiesta R2. Roberto Daprà, in azione nel precedente Rally delle Marche 2019 Modena – Una settimana è passata dall’ultimo appuntamento targato 2019, il Prealpi Master Show che ha chiuso la stagione sugli sterrati del trevigiano, che per GDA Communication è già ora di guardare al nuovo anno, ancor prima di festeggiarne l’arrivo. Dal 3 al 5 Gennaio 2020 la scuderia modenese si trasferirà oltre confine, più precisamente in Austria, per l’edizione numero trentacinque dello Jänner Rallye, con una coppia tutta trentina. Sarà infatti la famiglia Daprà la protagonista indiscussa della
trasferta Freistadt, la quale sarà della partita con due Ford Fiesta R2, messe a disposizione da JME Racing. Risale alla stagione 2016 l’ultima apparizione di Matteo Daprà, il papà, su una vettura a trazione anteriore, nell’ambito del Campionato Italiano WRC con la Renault Clio Super 1600, ma per il pilota trentino la partecipazione all’atteso evento austriaco lascia già un po’ di amaro in bocca, a lui e ad Alessio Angeli che lo affiancherà nell’abitacolo della vettura di casa Ford. “Siamo molto delusi per l’assenza della neve” – racconta Matteo Daprà – “perchè avevamo incentrato l’investimento di questa trasferta proprio sul fare esperienza su questa tipologia di fondo. Purtroppo le previsioni meteo ci fanno capire che non sarà come ce lo aspettavamo. Senza la neve questa gara sarà ancora più insidiosa, per via del ghiaccio che andrà a formarsi. Speriamo di tornare con delle belle sensazioni. Dopo quattro anni torno su una vettura a due ruote motrici, dove sono nato e cresciuto molto. Mi ha sempre regalato belle soddisfazioni.” Uno Jänner Rallye che, sulla carta, doveva essere palestra importante per il più giovane, Roberto Daprà, reduce da un buon esordio sullo sterrato del Prealpi Master Show.
Roberto Daprà (credits Dario Furlan) Il figlio d’arte, affiancato da Francesco Orian alle note, tornerà al volante della Ford Fiesta R2 di JME Racing con tanta voglia di imparare, pur restando la delusione dell’assenza della neve. “Lo scopo principale per il quale ci siamo iscritti era la neve” – aggiunge Matteo Daprà – “e sarebbe stato davvero molto formativo correre per due giorni in queste condizioni. Dovremo accontentarci di correre sull’asfalto, probabilmente ghiacciato, delle strade austriache. Sarà comunque un’ottima esperienza per me. Gare così tecniche e difficili non se ne vedono in giro spesso. Saranno condizioni del fondo davvero molto particolari, insidiose e difficili da capire. Dovremo partire cauti, stare molto più attenti del solito e non farci prendere la mano. Uscire di strada qui sarà molto facile. Sarà sicuramente un’esperienza che mi tornerà utile per il futuro.” Otto le prove speciali per la prima frazione, Sabato 4 Gennaio: due tornate sulla “Pierbach” (13,04 km) e sulla “Arena Königswiesen” (7,85 km), alle quali seguiranno le altrettante ripetizioni di “St. Oswald – Sandl” (8,30 km) e “Schönau – St. Leonhard” (18,84 km).
La seconda tappa, quella di Domenica, si articolerà sui due passaggi a “Liebenau” (8,46 km) e “Unterweißenbach” (11,06 km), seguiti dai due consecutivi su “Lasberg” (14,39 km). GDA Communication – Ufficio Stampa LUCIA NOBIS E LIOTTO BICYCLES: UNA NUOVA STRAORDINARIA SFIDA L’atleta paralimpica ha trovato nella famiglia Liotto e nella sua grande professionalità uno sponsor che ha compiuto il miracolo: una bici su misura per lei L’aveva cercata disperatamente e ormai sembrava un sogno irrealizzabile. Ma nel mondo del ciclismo, dove la passione e la determinazione fanno sempre la differenza, ogni tanto si compiono dei piccoli miracoli che danno speranza e mettono le ali a chi ha tutte le carte in regola per volare alto.
1 mt e 51cm di pura grinta, enorme coraggio e amore per la vita fanno di Lucia Nobis un concentrato di potenza che però solo in sella alla bici giusta può trovare piena espressione. La campionessa italiana su strada crono e in linea per la categoria WC3, affetta da sclerosi multipla e portavoce di tante preziose iniziative benefiche, ha commentato così l’incontro con la famiglia Liotto: “Abbiamo incrociato i nostri manubri in diverse gran fondo, ma alla Due XBene (evento ciclistico a scopo totalmente benefico, che si svolge a Longiano (FC) nell’ambito della manifestazione “Longiano in bicicletta” – www.2xbene.it) abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Quando hanno saputo della mia disperata ricerca di una bici adatta al mio fisico, Pierangelo, Luigina e Doretta Liotto si sono fatti avanti con grande generosità per realizzare il mio sogno. Hanno costruito per me una bici che potesse farmi pedalare sicura, liberando tutta la mia potenza. Sono stata seguita in ogni singolo passo, dal posizionamento in sella, alla misurazione del piede per la regolazione corretta delle tacchette, analizzando con attenzione le mie attitudini di atleta e le peculiarità del
mio fisico. È nata così la mia Sprint, totalmente su misura, ed è il più bel regalo di Natale che potessi desiderare.Io e il mio compagno, che ha vissuto con me questa straordinaria esperienza – Albino Moscariello – stiamo toccando il cielo con un dito. Un grazie di cuore alla famiglia Liotto che ha messa a servizio il proprio talento per darmi la possibilità di esprimermi al meglio”.
La famiglia Liotto ama le sfide e crede nel fuoco sacro della passione che arde negli occhi di Lucia. Considerando che l’atleta ama la velocità e non teme nulla, Pierangelo ha trovato pane per i suoi denti e ha raccontato così la nascita della bici per lei: “Già dalle foto che ritraevano Lucia in gara, avevo dedotto che la sella era troppo alta di almeno 3 cm e che questo avrebbe comportato non pochi problemi, fisici e di performance. Poca padronanza in discesa e ridotta aerodinamicità sono le prime conseguenze, ma anche una riduzione della forza che in Lucia è una peculiarità e non mi riferisco solo alla tempra del carattere. Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto per lei, siamo sicuri che in sella alla nostra bici, omologata UCI e ideale per qualsiasi tipo di competizione, le sue potenzialità di fuoriclasse aumenteranno almeno del 30%. Accontentarla, oltre che essere stata sfida dal profilo dello studio e della costruzione della bici, è stata una grande gioia. Lucia merita tutto il nostro sostegno”.
Sarà dunque un nuovo inizio per la campionessa che, oltre all’eccezionale coraggio dimostrato, ora avrà anche l’arma giusta per affrontare qualsiasi gara, a partire dal ricco calendario paralimpico che inizia già da aprile 2020. Lucia inoltre sarà presente alla Gran Fondo Liotto, che domenica 19 aprile 2020 la vedrà schierata in griglia, più motivata che mai, accanto alla famiglia Liotto e a tutti i partecipanti alla manifestazione regina di Vicenza, per vivere insieme una fantastica giornata di sport, di condivisione e di divertimento per tutti. Per iscriversi alla gran fondo: https://www.granfondoliotto.it/iscrizioni Tolo Tolo: recensione del film di Checco Zalone Tolo Tolo, di Checco Zalone, poco o niente ha a che fare con la canzone Immigrato, creata per il trailer della pellicola, che aveva suscitato accese polemiche prima della sua uscita. Il contestato brano non fa neanche parte della colonna sonora. Il film in ogni caso non risparmia battute per nessuno e non può certo essere tacciato di essere razzista. Il trailer è stato di fatto una riuscita mossa pubblicitaria, in quanto ha contribuito ad aumentare l’interesse per questa pellicola, stuzzicando la pancia degli italiani su temi molto sentiti e controversi, come quelli dell’immigrazione e dell’accoglienza, che in ogni caso accomunano trailer e film. Probabilmente non ci sarebbe stato nessun bisogno di questo escamotage, visto l’enorme successo commerciale dell’ultimo
lavoro di Checco Zalone, Quo Vado?, campione di incassi in Italia, e la grande popolarità del suo protagonista, per la prima volta impegnato anche nel ruolo di regista. Questo suo quinto film sarà senz’altro un successo commerciale. Tolo Tolo: l’obiettivo dell’ironia è l’italiano medio Il bersaglio principale della comicità di Checco Zalone rimane l’italiano medio, non più nella forma di amante del posto fisso e dell’eterna permanenza nella casa dei genitori, come era nel precedente Quo Vado?, ma nella veste dell’improvvisato imprenditore in cerca di facile successo. Ovviamente il fallimento dell’impresa è assicurato, vista anche l’assurdità dell’idea di aprire un sushi bar in un paesino pugliese. Di qui la necessità di scappare dai creditori e dai parenti, che hanno ipotecato i propri averi per finanziare l’apertura del locale, che ben volentieri vorrebbero lo scalpo del protagonista. Questi fugge in Africa, a lavorare in un villaggio turistico, ma si trova ben presto costretto a scappare di nuovo, viste le devastazioni portate da bande di guerriglieri che spargono morte e distruzione. La nuova terra promessa è il piccolo ma ricco Liechtenstein, dove il segreto bancario dovrebbe garantire il silenzio sul suo passato di imprenditore fallito. La via di accesso all’Europa è ovviamente l’Italia, tramite un viaggio su una precaria imbarcazione in partenza dalla Libia. Anche in questo caso i suoi progetti falliranno, in quanto si ritroverà costretto ad affrontare i suoi parenti e a rimanere in Italia, contro la sua volontà. Il protagonista incarna l’italiano medio, avido di successo ma restio nell’impegnarsi seriamente per raggiungerlo, amante dei suoi piccoli agi e pronto a difendere il suo orticello a tutti i costi, indifferente alle sofferenze altrui e incapace di comprendere i punti di vista diversi dai suoi. Un individuo
meschinamente egoista, cafone, ipocrita e amante dei soldi facili. Una persona intrinsecamente fragile, che nei momenti di stress subisce degli attacchi di fascismo che, come gli viene spiegato da un migrante suo compagno di viaggio, è dentro tutte le persone ed è pronto a emergere nei momenti di crisi, come la Candida. Ma il protagonista irride anche gli stereotipi di certa sinistra, incarnati dal giornalista francese di successo, che ha visto i poveri di tutto il mondo, ma che biasima i veri poveri, che a suo dire sono quelli che hanno solo i soldi. E che non esiterà ad abbandonare al loro destino i suoi compagni di viaggio, versando una ipocrita lacrimuccia di circostanza. Anche il cameo di Nichi Vendola è una aperta presa per i fondelli dell’incomprensibile linguaggio usato da certi personaggi pubblici. Checco Zalone infatti irride la classe politica nostrana, dipinta come fondamentalmente inetta ma capace di carriere incredibili, con le quali il merito ha poco a che fare. Da questo punto di vista il suo atteggiamento è bipartisan. La prima regia di Checco Zalone Con Tolo Tolo, Checco Zalone affronta per la prima volta la regia. E si vede. La storia è molto fragile, di fatto è una successione di siparietti comici, con un ritmo mutevole e contaminazioni del genere musical e utilizza anche cartoni animati, che formano un insieme alquanto disomogeneo. Checco Zalone dal punto di vista attoriale primeggia, anche perché è circondato da personaggi di scarso spessore e spesso stereotipati. L’immagine che viene data dell’Africa è quella dei quadri delle cartoline, nella quale anche i terroristi, tutto sommato, sembrano fare parte del paesaggio e non fanno poi così paura. Nel film il mito italiani brava gente sembra essere sostituito dall’omologo, e altrettanto opinabile,
africani brava gente. Gli autoctoni sono sempre felici e sorridenti, al massimo si accigliano quando il loro villaggio sta per essere raso al suolo dal gruppo armato di turno o esplode una bomba nella casa del vicino. Forse alcune situazioni andavano trattate con maggiore cautela e tatto. Certo stiamo parlando di una commedia, ma i temi trattati sono molto impegnativi e il registro del film è mutevole, per cui in alcuni momenti il regista sembra strizzare l’occhio alle sofferenze della gente, mentre in altri se ne fa beffe, rischiando di urtare la sensibilità di qualcuno. Il pericolo maggiore è di lasciare lo spettatore disorientato, perso in una narrazione ondivaga e scarsamente leggibile. Dove spesso si sorride, è vero, ma si fa fatica a ridere di gusto. Checco Zalone per larga parte del film si muove nel campo minato di temi molto dibattuti e divisivi, come le migrazioni, l’accoglienza, le missioni di pace internazionali e il terrorismo. Temi sui quali il dibattito politico è incandescente. Una scelta che, se da un lato garantisce alla pellicola una grande visibilità, come dimostrato dalla risonanza mediatica ottenuta dal trailer, dall’altro rischia di creare aspettative divergenti nel pubblico. Contrariamente a quanto avrebbe lasciato supporre la canzone Immigrato, lo sforzo del regista di rimanere equidistante è percepibile lungo buona parte del film, e, anche se alla fine il piatto della bilancia sembra pendere verso i migranti, il tentativo di rifugiarsi dietro a una satira generica per non colpire nessuno rischia di scontentare tutti. Una scelta che ha comunque fatto perdere mordente alla comicità del prodotto. Chissà, forse Checco Zalone avrebbe fatto meglio a tenersi alla larga da certi temi. Perché parlare di problemi carichi di implicazioni politiche cercando di rimanere equidistanti è da ingenui. O forse da furbi, pronti a cavalcare il tema più controverso per ottenere il massimo dell’esposizione
mediatica, senza però poi prendere una posizione netta. Ma in fin dei conti anche questo è un tipico atteggiamento dell’italiano medio, tanto preso per i fondelli da Checco Zalone nelle sue pellicole, strizzando l’occhio ad Alberto Sordi. In ogni caso questa pellicola sarà un clamoroso successo al botteghino, visto che il suo protagonista è attualmente sulla cresta dell’onda. Ci rimarrà a lungo? Staremo a vedere, in attesa del suo sesto, inevitabile, film. Canto Libero, omaggio a Battisti & Mogol: sabato 4 gennaio al Politeama Rossetti ( Ts ) Canto Libero – Omaggio alle canzoni di Battisti e Mogol “Teatri Tour 2019/2020” Sabato 4 Gennaio 2020, ore 20.30 Trieste Politeama Rossetti Prima data del 2020 per lo spettacolo ormai acclamato in tutti i teatri d’Italia nonché il preferito da Mogol! Un tuffo nelle canzoni più belle del mitico duo che ha cambiato la storia della musica italiana, interpretate magicamente da una band di 10 musicisti straordinari in uno show curato nei minimi particolari.
CON LA BENEDIZIONE DI MOGOL Canto Libero: non un semplice concerto ma un grande spettacolo che omaggia il periodo d’oro della storica accoppiata Mogol – Battisti. Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati, che portano avanti questo comune progetto con grande determinazione. Dopo aver riempito piazze e teatri in giro per l’Italia (e anche in Slovenia, Croazia e Montenegro), un grande riconoscimento del loro valore artistico arriva a fine 2015 con uno spettacolo sold out al Teatro Rossetti di Trieste che vede anche la partecipazione straordinaria di Mogol in persona, che dà la benedizione ufficiale al Canto Libero. L’esperienza si ripete ad aprile 2017, quando Mogol torna sul palco con la band nella data udinese per l’ennesimo sold out al Giovanni da Udine, e ad agosto 2017 a Grado, riconfermando un rapporto di stima e collaborazione. Nel settembre 2018 Mogol è di nuovo con Canto Libero al Teatro Romano di Verona, in quell’occasione non ha paura di esagerare dichiarando che la band la prossima volta dovrebbe suonare all’Arena! «Mogol dopo un concerto ci ha detto: avete suonato esattamente come avrebbe voluto Battisti – racconta il frontman di Canto Libero –. È stato uno dei più bei complimenti. Ha apprezzato gli arrangiamenti, ha capito che abbiamo lavorato tanto e siamo riusciti a tirare fuori tutta la musica che Lucio aveva dentro: il blues, il rock, il soul». Dopo aver girato in lungo e in largo i teatri di tutta Italia,
finalmente Canto Libero torna a casa, dopo 5 anni d’attesa può risalire sul palco del bellissimo Politeama triestino: l’emozione è forte! I TOUR NEI TEATRI Uno spettacolo con alle spalle già diversi tour a partire dal 2016 in teatri di prestigio come il Del Monaco di Treviso, l’Archivolto di Genova, il Duse di Bologna, il Filarmonico di Verona, il Toniolo di Mestre, il Celebrazioni di Bologna, il Nuovo di Ferrara, il Nuovo di Torino, il Politeama Genovese, il Goldoni di Livorno e tanti altri, registrando quasi sempre il sold out. «Annunciare le date teatrali – dichiara la band – è per noi sempre una grande emozione e gioia, perché pur avendo alle spalle più di qualche tour, quando saliamo sul palco e vi troviamo difronte a noi c’è sempre qualcosa di magico». LO SPETTACOLO Con la produzione della Good Vibrations Entertainment, Canto Libero nasce da Fabio “Red” Rosso «L’idea era partita da me – commenta il cantante – avevo il desiderio di omaggiare il più grande artista della musica italiana. Canto Libero non è una mera copia dell’originale, non ci sono travestimenti per
emulare e il pubblico apprezza», con la direzione musicale di Giovanni Vianelli. La band propone uno spettacolo che omaggia sì Battisti e Mogol, ma che va ben oltre alla semplice esecuzione di cover dei brani dei classici del repertorio dei due: Canto Libero, infatti, rilegge gli originali mantenendo una certa aderenza ma cercando di non risultare semplice copia, mettendoci la propria personalità e sensibilità musicale e facendo emergere anche tutta l’anima blues e rock che Battisti aveva. Spiega il frontman della band: «Dopo aver studiato molto la sua musica, Battisti mi ha sorpreso ancor di più. Secondo me, è stato il più grande artista che abbia mai attraversato il panorama musicale italiano, per quantità e qualità di brani. “Un genio della melodia” come l’ha definito David Bowie. E poi, io amo anche la sua voce. Quando sono sul palco, ho grande rispetto per quel che faccio, intendo nei suoi confronti, e spero sempre di farlo al meglio. Di certo ci metto tutto me stesso. E spero di trasmetterlo al pubblico. È uno spettacolo studiato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso, arrangiamenti curatissimi, dinamiche e scenografie, videoproiezioni. Insomma, ci abbiamo messo il cuore». Giovanni Vianelli aggiunge: «Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone». IN STUDIO Nell’estate 2017 è uscito il primo album della band composto da brani registrati live in studio (all’Urban Recording della Casa della Musica di Trieste) e nei teatri italiani. Da poco è uscito il secondo cd, realizzato sempre tra i concerti e la presa diretta in studio, contiene dieci brani registrati
all’Urban Studio della Casa della Musica da Fulvio Zafret e masterizzato negli Usa, allo Sterling Sound di Nashville. La band sta già pensando a un terzo capitolo. LA FORMAZIONE La voce di Fabio “Red” Rosso, il pianoforte e la direzione musicale di Giovanni Vianelli, le chitarre di Emanuele “Graffo” Grafitti e Luigi Di Campo, Alessandro Sala al basso e alla programmazione computer, la batteria di Jimmy Bolco, le percussioni e la batteria di Marco Vattovani, Luca Piccolo alle tastiere, le splendide voci di Joy Jenkins e Michela Grilli, i video di Francesco Termini e Giulio Ladini e gli eccezionali ingegneri del suono – a Trieste e per tutto gennaio ci sarà di nuovo Ricky Carioti (fonico di Elisa e Gianna Nannini), altrimenti sostituito dall’ottimo Jan Baruca. OSPITI Canto Libero si avvale spesso di ospiti prestigiosi, musicisti di fama internazionale come il trombettista Flavio Boltro (tra gli altri ha suonato con Michel Petrucciani), il sassofonista jazz Marco Castelli, il fisarmonicista ungherese Mihály Huszár (Branduardi)… Ci saranno ospiti a sorpresa anche al Rossetti, questa volta triestini in omaggio alla propria città. Prezzo biglietti Platea A: 30,00 € + d.p. Platea B: 27,00 € + d.p. Platea C: 23,00 € + d.p. Platea rialzata: 23,00 € + d.p. 1^ galleria: 20,00 € + d.p. 2^ galleria: 17,00 € + d.p. Loggione: 12,00 € + d.p. Vendita Biglietti TRIESTE ● La biglietteria del Teatro, Largo Giorgio Gaber, 1 – Trieste ● Ticket Point di Corso Italia (Ingresso da Corso Italia e Via San Nicolò) ● Centro commerciale Torri d’Europa (c/o Info point terzo livello), ingresso via D’Alviano
ZONE LIMITROFE ● MUGGIA: Agenzia La Rambla, Corso Puccini, 21/B ● RONCHI: L’edicola sportiva, Corso Puccini, 21/B ● MONFALCONE: Edicolandia(c/o Centro Commerciale Emisfero) , Via G.F. Pocar 1 ITALIA ● Tutti i punti vendita Ticketone in Italia (consulta quello più vicino: https://goo.gl/U1TRZA) ● Punti vendita Vivaticket (consulta quello più vicino: https://goo.gl/15DQjl) ● ONLINE Sarà possibile acquistare i biglietti anche sul sito – TICKETONE.IT: https://bit.ly/2Mhhs2p – VIVATICKET.IT: https://bit.ly/2BdQKBA
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