Primo Levi Un chimico, un impiantista un uomo
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. . Testimonianze Primo Levi Un chimico, un impiantista… un uomo di Renato Portesi Nel rispondere alle domande di quest’intervista, ho colto l’occasione per delineare la figura di Primo Levi come chimico esperto e ingegnoso impiantista. Primo Levi, uomo attento e sensibile, razionale e appassionato e di grande preparazione scientifica e tecnica, ha contribuito allo sviluppo della Siva, l’azienda produttrice di smalti e vernici di cui è stato direttore generale. i recente, ho avuto una lunga con- da vicino la parte tecni- D versazione con il direttore di questa rivista proprio all’interno dell’industria di ca e il laboratorio in par- ticolare: addirittura, vernici dove anch’io ho lavorato per quando poteva ci lavo- molti anni, la Siva di Torino rava. Così abbiamo la- Riporto in questa nota il contenuto di vorato molto insieme. quell’incontro lasciando la forma primiti- Inoltre alla Siva c’era va d’intervista. una mensa dove era servito il pasto di mez- Quando ha conosciuto Primo Levi? zogiorno. Io mi sono se- Nel 1965, quando sono stato assunto duto accanto a lui, a ta- alla Siva, un’azienda chimica che pro- vola, per molti anni, cir- duceva vernici, smalti e prodotti affini. ca nove. Fino a quando Lui era il direttore generale. è andato in pensione. È Io, invece, lavoravo in laboratorio: face- poi rimasto qualche an- vo ricerche, analisi e controlli. Però, da- no come consulente, to che l’azienda non era grande, mi ac- ma allora veniva rara- Renzo Galeotti, “Primo Levi, studio per dipinti” cadeva di occuparmi anche di altre co- mente in mensa. (olio su carta - cm 60x100) se. Per esempio della produzione. Qual è stata la sua esperienza terra e a farmi provare un po’ di vergo- Riusciva a comunicare con Levi d’interlocutore di Primo Levi? gna. Vergogna salutare, che mi ha inse- nonostante la differenza di mansioni, Com’è ovvio, non sono stato l’unico a gnato molto. Amava sommamente rac- di grado e d’età? beneficiare di quest’esperienza. A tavo- contare e questo piacere si comunicava Nei primi giorni di lavoro ho pensato che la con lui eravamo in molti, con gusti, agli ascoltatori. Con altrettanto interesse sarebbe stato difficile. Avevo l’impres- esperienze di vita, formazioni culturali ascoltava gli altri, sforzandosi di capirli e sione che volesse “tenersi sulle sue” coi differenti. Lui cercava di usare un lin- di entrare nei loro problemi. Per rispon- collaboratori, ma mi sbagliavo; certa- guaggio comprensibile per tutti e, nello dere alla sua domanda direi che per me mente teneva un atteggiamento più ri- stesso tempo, di mantenere alto il livello l’esperienza d’interlocutore di Levi è sta- servato con chi non conosceva, forse della conversazione. E quest’esercizio, ta interessante, gradevole e soprattutto per una sorta di timidezza. Ma, una vol- secondo me, gli piaceva. Di regola di- formativa. ta rotto il ghiaccio, era gentile e disponi- scuteva con tono pacato e altrettanto Con lui si parlava di tutto: fatti di crona- bile con tutti. pacatamente sapeva richiamare all’ordi- ca, spettacoli, libri, nostre esperienze Nonostante la sua carica, seguiva molto ne l’interlocutore. Qualche volta mi la- quotidiane e altro ancora. Ad esempio sciavo trascinare dall’entusiasmo o dal- ricordo che ci ha divertiti raccontando R. Portesi, Via Ornavasso, 19 - 10145 Torino la foga e smarrivo il filo del discorso e alcuni episodi de “I viaggi di Gulliver” di - renatoportesi@hotmail.com. lui, con calma, riusciva a richiamarmi a Jonathan Swift. Quando si parlava di Chimica & Industria - Maggio 2001 1
. . Testimonianze Parlava della sua dimensioni, ciò significava dover tenere tragica esperienza nei conto di una strumentazione di laborato- campi di rio limitata, della necessità di costruirsi concentramento parte degli strumenti di ricerca sul po- nazisti, oppure sto, della maggior difficoltà nel fornire preferiva evitare supporto teorico alla ricerca, del peso l’argomento? che la manualità aveva in molti saggi di Desiderava farlo e, se laboratorio e nella produzione. A propo- sollecitato, ne parlava a sito di quest’ultima si pensi, per esem- lungo, con cura e preci- pio, all’importanza di figure come quella sione. A volte si vedeva del colorista, cioè di colui che doveva, che, parlandone, soffri- con occhio esperto, “mettere in tinta” i va. Non poteva essere prodotti. Nel 1965, quando sono arrivato altrimenti. Molti episodi io, le cose avevano già cominciato ad erano semplicemente evolversi: era già in funzione un reparto orribili. Una volta, ricor- per la produzione delle resine e ci si era do, raccontava sottovo- già organizzati per studiarle in laborato- ce, ma agitando le mani rio e per seguirne la lavorazione con vicino al volto, con controlli chimici; il laboratorio aveva già l’espressione di chi urla. una qualche strumentazione e la produ- zione degli smalti per filo era già stata Com’era l’azienda avviata. dove lavoravate? La Siva era un’azienda Quali resine erano prodotte e qual è medio-piccola. Come stata l’evoluzione dell’azienda? ho detto produceva ver- Si producevano soprattutto resine polie- nici, smalti e prodotti af- steri, resine alchidiche modificate con Renzo Galeotti, “La memoria dell’offesa” fini, ma negli anni del oli, resine fenoliche e resine melammini- (olio su carta - cm 90x120) mio arrivo aveva comin- che. Siccome il desiderio d’autosuffi- ciato a specializzarsi cienza era forte erano sperimentate al- calcio, sport che conosceva poco, si di- negli smalti per fili elettrici. Questo so- tre resine come le epossidiche, per le vertiva lui ad ascoltare gli altri. prattutto perché era legata ad altre due quali, però, ci si è fermati alla fase spe- Amava la montagna e narrava le sue aziende: la prima era una smalteria per rimentale. Anche per alcune resine che avventure d’alpinista e di sciatore-alpini- fili elettrici e la seconda produceva mac- entravano nella composizione degli sta. Gli è accaduto, ricordo, di scampa- chine per smaltare fili re ad una slavina. elettrici. Il che permette- Un pittore fra i chimici E ancora, a volte riferiva compiaciuto le va a ciascuna delle tre È la quarta volta che mi trovo ad avere rapporti con dei chimici arguzie che aveva udito da qualche unità di sperimentare i tramite Primo Levi. La prima volta durante una mia mostra su operaio nella mattinata. suoi prodotti (special- Primo Levi tenutasi a Cracovia dove il museo universitario mi Una volta, sempre a tavola, qualcuno mente quelli in fase di commissionò di dipingere il ritratto dell’allora rettore, un commentò quanto aveva letto sulle tec- studio) nelle altre due. chimico (punto d’unione con il direttore di questa rivista), poi niche usate dagli antichi per ricavare il Ciò con vantaggi evi- quando mi è stata richiesta la riproduzione di alcuni miei studi ferro dai minerali. Questo ci portò a do- denti. su Primo Levi da inserire in un numero de La Chimica e mandarci che cosa avrebbe potuto fare Era un’azienda molto vi- l’Industria (1999, 2.), poi la presentazione di alcuni miei dipinti un naufrago in un’isola deserta se aves- tale. Anche nella ricer- durante due giornate organizzate dalla Facoltà di Chimica se sentito la necessità di questo metal- ca. Inoltre il crescere di industriale di Bologna su Primo Levi ed infine questa mia lo. Levi si calò totalmente nel discorso: peso del settore degli presenza in questo numero della rivista. Quando ho iniziato i faceva ipotesi su come cercare, trovare smalti per filo stava pro- miei lavori su Primo Levi non sapevo quanto lo scrittore fosse e riconoscere il minerale; su come vocando un salto di un punto di riferimento importante anche per i chimici. Oramai estrarlo, trasportarlo e lavorarlo coi qualità a tutti i livelli vivo e lavoro da molti anni a Londra e come gli inglesi ho mezzi di cui un naufrago poteva dispor- aziendali. Il modo in cui imparato ad apprezzare Levi come scrittore per il suo stile re. Discuteva fitto e sollecitava i com- l’azienda si è evoluta è scarno ed essenziale (è considerato il migliore scrittore italiano mensali a dare il loro parere. Se qualcu- stato molto influenzato del novecento). Nella primavera del 1987 stavo leggendo il suo no parlava d’altro, lo pregava d’aspetta- da questo tipo di produ- ultimo libro “I sommersi e i salvati” quando mi arrivò la notizia re un momento. Sembrava quasi che il zione. Nei primi tempi si della sua tragica morte. Alla fine del libro capii che dovevo naufrago ci fosse davvero e che lo producevano soprattutto dipingerlo per tirare fuori la mia profonda emozione. I diversi avesse interpellato. Questo per dire che vernici e smalti tradizio- dipinti, disegni ed incisioni che poi ho fatto sono il frutto delle sapeva buttarsi a capofitto nelle discus- nali (per legno, indu- emozioni di quei giorni. sioni senza temere di sembrare ingenuo striali, pitture murali...). Renzo Galeotti o troppo entusiasta. Che era una perso- Allora, per un chimico na piena di curiosità, uno spirito limpido che operava in un’unità R. Galeotti, 5 St. John’s Road - Hampton Wick Surrey – Kt 14 (London) e fidente. come quella e di quelle 2 Chimica & Industria - Maggio 2001
. . Testimonianze smalti per filo, per il polivinilformale e per una resina xilenolica, era già avviata la produzione; della poliesterimmide, si stava terminando la messa a punto. Vi- ceversa, altre resine e altri componenti erano acquistati sul mercato. In quel tempo tutta l’industria chimica si stava evolvendo in modo poderoso e, con essa, l’industria delle vernici. All’in- terno di quest’ultima lo sviluppo della Siva prese una direzione molto partico- lare perché la sua produzione si anda- va sempre più spostando verso gli smalti per filo che hanno caratteristiche atipiche. Intanto di regola non sono pig- mentati, quindi escludono certe lavora- zioni degli smalti usuali; infatti, sono costituiti da soluzioni di resine in vari solventi, con l’aggiunta di catalizzatori e addotti. Inoltre buona parte dei sol- venti e delle resine usate sono diversi da quelli delle normali aziende di verni- ci e in queste non sono necessari (o lo sono meno) un buon numero di lavora- zioni e d’impianti connessi alla prepara- La fabbrica di vernici Siva a Torino zione di resine fabbricate in Siva. Va poi detto che ragioni tecnologiche e di esportava molto in tutti i continenti. Per cati, ne è stato il protagonista. La sua mercato spingono a studiare e a tenta- questo si è cominciato a lavorare in un carica di direttore generale lo portava a re di fabbricare in azienda certe mate- modo diverso, ad affinare un certo tipo interessarsi di tutto anche se, quando rie prime e certi intermedi che entrano di ricerca, a dotare il laboratorio di ap- poteva, delegava ad altri la parte con- nella formulazione di queste resine. Ati- parecchiatura sempre aggiornata, ad tabile e i rapporti con la clientela. Pen- pico è anche il modo di applicazione assumere personale più qualificato, ad so fossero attività a lui meno congenia- degli smalti. Il loro mercato si svolge a aggiornare continuamente la strumen- li. Seguiva invece a fondo il settore tec- livello internazionale. Infatti, la Siva tazione per la produzione portandola a nico-scientifico. un notevole livello e a studiare Quando è andato in pensione ha la- Una pittura “catalizzatore” di memoria storica e installare impianti più com- sciato un’azienda d’importanza interna- plessi e più sofisticati. Mi viene zionale, evoluta, con una ricerca pro- Galeotti vivendo in Inghilterra da molti anni tiene un da dire che l’azienda è diven- pria di notevole livello. legame con il nostro Paese nella realizzazione di studi tata, in un certo senso, “più Quindi direi che il suo è stato non sol- su personalità importanti della nostra cultura. Dei chimica”. tanto un importante apporto scientifico, diversi commenti sulla pittura di Galeotti mi sono Perciò le resine che ho già indi- ma anche un altrettanto importante ap- rimasti impressi quelli scritti da Giorgio Origlia nel cato sono state studiate e mo- porto tecnico. Infatti, Levi conosceva catalogo della sua mostra su Primo Levi tenutasi ad dificate. Accanto a queste ne profondamente la chimica e la amava. Asti nel 1994: “La pittura di Renzo Galeotti è un sono state messe a punto di Ma amava dello stesso amore la tecnica catalizzatore di memoria storica offerta ad un mondo nuove: poliuretaniche, fenoli- in generale e quelle tecniche manuali che non vuole ricordare”. Poi, continua il che modificate, ureiche. È stato delle quali prima parlavo. commentatore, ”questo pittore appartato che emana terminato lo studio della polie- Non tocca a me esporre un aspetto riflessione etica, coraggio civile tolleranza e fedeltà alla sterimmide che, prodotta in della sua etica già illustrato in pagine molte versioni e varianti, è sta- intensissime. Osserverò soltanto che, ragione e alle ragioni dello spirito sembra dire: l’arte è ta molto importante per l’azien- se considerava la sfida quotidiana alla tale solo se riesce a intervenire nella vita contribuendo da. È stato avviato lo studio natura come una delle più nobili attività a ricrearla”. della poliammidoimmide, porta- dell’uomo, nello stesso tempo sembra- Si è chiesto Galeotti perché Levi è così importante per to a termine quando Primo Levi va attratto da quelle attività che lo met- noi chimici. Io credo che sia perché è uno dei pochi ad aveva già lasciato il lavoro. tevano direttamente, fisicamente direi, essere uscito dal nostro mondo chiuso per parlare di Va poi aggiunto che, col tem- a contatto con l’oggetto della sfida; con chimica agli altri, realizzando le più belle pagine della po, la gamma degli smalti pro- poche mediazioni strumentali, se possi- letteratura italiana. dotti è stata molto ampliata. bile anche senza. Per questo, credo, Anche questa rivista vorrebbe essere, con queste era così sensibile a problemi come pagine di Testimonianze, una memoria storica della Quale parte ha avuto Levi in quello del ferro e del naufrago. chimica italiana. quest’evoluzione? Si tratta di una mia personale impres- Ferruccio Trifirò Insieme al titolare e fondatore sione, che non intacca l’alta opinione dell’azienda, Silla Federico Ac- che ho della sua preparazione scientifi- Chimica & Industria - Maggio 2001 3
. . Testimonianze Mi può raccontare un episodio riguardante un lavoro che avete fatto insieme? Le racconterò di un insuccesso. Ero sta- to assunto da poco e Levi mi aveva pre- so con sé per tentare la produzione dell’anidride trimellitica che serviva per fabbricare le nostre resine e che si vole- va evitare di comprare. S’intendeva pre- pararla per ossidazione dello pseudocu- mene a temperatura piuttosto alta, a una pressione di 20-25 atmosfere. Abbiamo messo a punto un piccolo reattore di acciaio e abbiamo fatto una serie di prove. Improvvisamente si è avuta una violenta esplosione, con tanto di vetri rotti, crepe nel muro e incendio. Io ero solo, ma Levi è accorso e ha pre- so in mano la situazione: mentre opera- va mi dava istruzioni con rapidità e cal- ma e ha trovato modo di spiegarmi co- me bisogna comportarsi col fuoco. Quello che mi ha stupito è stata la cal- ma, perché nelle piccole cose lui era Gli essiccatori progettati da Primo Levi emotivo. Bastava che in strada scop- piasse la gomma a un camion perché si ca e della perizia con cui si dedicava la riproduzione del modellino in scala, precipitasse in laboratorio allarmato. all’innovazione. È certo che non faceva con piccole modifiche. Eppure nelle cose gravi… distinzioni di rango fra scienza e tecno- Per esempio una volta si era posta la In seguito questa produzione si è rivela- logia e che, se era necessario, applica- necessità di precipitare una resina dal- ta poco conveniente da un punto di vi- va e insegnava volentieri anche le vec- la sua soluzione in acido acetico, per sta economico e l’idea è stata accanto- chie tecniche manuali. Ed era bello ve- aggiunta d’acqua, sotto violenta agita- nata. derlo al lavoro: ogni cosa al suo posto, zione. Fece le prove con un frullatore, Quando Levi è andato in pensione, gli tutto ispirava razionalità e ordine. l’elettrodomestico che si usa in cucina abbiamo regalato una piccola bacheca Quando fu promotore dell’acquisto del per fare i frullati. A risultati acquisiti fe- contenente un campioncino per ciascu- primo gascromatografo e del primo ce costruire in grande, in acciaio, la ri- na delle realizzazioni tecniche che face- spettrofotometro a raggi infrarossi, lo produzione del modellino, senza varia- vano capo a lui: per l’anidride trimellitica fece perché era ben convinto della loro re la forma del recipiente, né quella del c’era una provetta rotta e annerita. utilità e seppe farli rendere a fondo. rotore, introducendo solo poche varia- Ricordo che ci ha riso. Tuttavia mantenne sempre nei loro zioni. Utilizzò questo impianto in produ- confronti un’aria, un atteggiamento un zione, poi ne fece costruire un altro e Come si è realizzata la po’ freddi. Secondo me gli sottraevano per molti anni la lavorazione fu esegui- modernizzazione dell’azienda? un pezzo del suo mondo, s’intromette- ta dai due precipitatori funzionanti in Del potenziamento del laboratorio ho vano in qualche misura fra lui e la natu- parallelo. già detto. Sono anche state messe a ra. Naturalmente si trattava di una rea- Un altro esempio è l’essiccatore ripro- punto nuove lavorazioni e nuove tecno- zione emotiva, non razionale. dotto in questo articolo: un recipiente ci- logie di produzione, sono stati costruiti lindrico nella parte inferiore e conico nuovi impianti: colonne di distillazione Mi può illustrare, con qualche nella parte superiore, coibentato, con il frazionata e di estrazione; impianti di esempio, come affrontava e risolveva fondo costituito da una rete. setacciatura, di lavaggio, di frantuma- i problemi? Dall’alto si caricava il prodotto da essic- zione e macinazione delle resine; di Nei primi tempi, quando era costretto a care, una resina in polvere che faceva trattamento delle polveri, di miscelazio- costruirsi tutto in casa, o quasi, Levi im- pensare alla segatura umida. ne e di depurazione. Il reparto di produ- provvisava spesso in laboratorio, con Una ventola convogliava aria calda zione delle resine è stato arricchito di mezzi di fortuna, modellini di nuovi im- dall’alto e la faceva uscire dal basso e, nuovi reattori, sono stati installati auto- pianti che voleva studiare (tra l’altro sa- al grado d’essiccazione desiderato, si matismi, messi a punto saggi, procedu- peva foggiare bene il vetro a caldo); op- scaricava il prodotto. re e strumentazione per il controllo del- pure adattava apparecchiature che po- Per la produzione si usavano sei im- la produzione. Per fare tutto questo, Le- teva procurarsi facilmente. pianti uguali, di questo tipo, che erano vi, che conosceva bene il suo lavoro e Quando otteneva risultati soddisfacenti la riproduzione in scala del modellino che si rendeva conto di non essere un si faceva costruire dalle maestranze sperimentato in laboratorio e costruito impiantista, ci ha affiancato a degli spe- dell’azienda oppure da artigiani locali, per sovrapposizione di un imbuto da la- cialisti. E man mano la Siva ha cambia- l’impianto vero e proprio che spesso era boratorio a un recipiente cilindrico. to volto. 4 Chimica & Industria - Maggio 2001
. . Testimonianze E i vecchi impianti? Certamente, in confronto coi nuovi, da- vano un senso di rudimentale. Tant’è che, negli anni Ottanta, quando Levi era già in pensione, abbiamo deciso di so- stituirli e io ho seguito direttamente il problema. Abbiamo fatto prove e abbia- mo chiamato dei fornitori che a loro vol- ta, hanno sperimentato i loro impianti. Ebbene, non siamo riusciti a sostituirli! Forse, in generale, potevano conside- rarsi superati, ma per quei particolari prodotti e per quelle particolari lavora- zioni erano ancora il meglio sia per l’effi- cienza, sia per il consumo energetico. E sono rimasti. Con rammarico dei fornito- ri. Levi lo ha mai saputo? Un giorno è tornato in azienda per un’in- tervista. Ho aspettato che fosse solo e gli ho detto: “Sa, dottore, che ho cercato di fare fuori i suoi vecchi impianti e che non ci sono riuscito?”. Mi ha fatto un sorriso felice. Si è fatto spiegare tutto, si Il campo di concentramento di Auschwitz è un po’ commosso e mi ha raccontato del frullatore, del sistema recipiente ci- Ricordo che una volta gli ho prestato “Il senso dell’umorismo, forse non cono- lindrico-imbuto, di cose che già sapevo formaggio e i vermi” di Carlo Ginzburg: sceva l’arte di suscitare l’allegria gene- e di altre che ignoravo. Questo, per me, un libro affascinante e profondo che ri- rale, ma a questa amava associarsi. A è un caro ricordo perché è stata l’ultima costruisce la vicenda (vera) di un mu- questa e anche ad altre forme di convi- volta che l’ho visto. gnaio del seicento, il quale, mettendo a vialità, cui partecipava con sorriso timi- frutto le proprie letture, si costruisce una do e beato. Ha lasciato in tutti un buon ricordo? sua cosmologia, una sua cosmogonia, Si. Aveva un gran desiderio di calore una sua teologia e una sua scala di va- Che cosa rimane di ciò che Levi ha umano, secondo me, anche se non lo lori. Siccome si tratta di idee non orto- fatto nell’industria? dava a vedere. S’affezionava alle perso- dosse e siccome non si trattiene dal Purtroppo gli impianti non ci sono più. ne e alle cose. A volte, già in pensione, parlarne, finirà sul rogo. Levi l’ha letto e La Siva ha chiuso. Sono stati tutti de- mi telefonava per sapere come stava un me l’ha restituito entusiasta. Trovava moliti. Sul posto sarà costruito un altro qualche dipendente. Non tornava volen- che quel personaggio fosse meraviglio- stabilimento, credo. Ed è un peccato tieri in Siva perché diceva che la vista so: “Un eroe della cultura, come lo sono perché, oltre che testimonianze, erano dei cambiamenti gli faceva “venire il ma- Don Ferrante e il sarto dei Promessi parte del mondo culturale di Levi. Però, gone”. Sposi”. Ora mi pare basti ricordare que- pur non avendo seguito la demolizione ste due figure del romanzo e la bonaria finale (al momento della chiusura ero E com’era nei rapporti di lavoro? ironia con la quale il Manzoni le descri- già in pensione), ho partecipato anch’io Serio e educato. Non teneva segreti e ve, per avere un’idea dei criteri di giudi- all’abbattimento di alcuni di quei vecchi spiegava con cura le ragioni di tutto zio di Levi. impianti, per fare posto a nuove lavora- quello che si faceva. Ma il tratto princi- zioni in luogo di altre superate. Certa- pale erano il desiderio, il gusto del lavo- Quindi sul lavoro era una persona mente ciò è stato molto triste, ma come ro ben fatto. Del resto ha scritto molto seria e qualche volta severa. si fa a cristallizzare la situazione di in proposito. Su questo punto e sul Si. A patto di non pensarlo col cipiglio. un’azienda, ad interromperne l’evoluzio- compiere il proprio dovere pretendeva Era un uomo di pace, non amava gli ne? Di problemi di questo genere si era molto da sé e dagli altri, era intimamen- scontri di personalità e faceva il possibi- parlato con Levi e lui conveniva che, da- te severo. le per smussare i punti di attrito fra le vanti a scelte analoghe, il primo posto Non accettava per niente chi millantava persone. Si esprimeva usualmente con va dato all’innovazione, all’occupazione. e chi faceva l’arrogante. In quei casi si tono dolce, con lui era possibile scher- Comunque penso che molti ricordi ma- chiudeva in silenzi tenaci ed espressivi. zare e si rideva spesso. teriali siano rimasti. Considerava grave non conoscere il proprio mestiere. Nello stesso tempo Si rideva? E che cos’altro è rimasto? non pareva giudicare l’attività dei suoi Come lei sa, la fabbrica è luogo di ten- Il suo apporto scientifico, il suo contribu- simili dai successi ottenuti, ma dall’im- sione e di fatica, ma è anche una comu- to al progresso tecnico, la sua lezione di pegno, dall’entusiasmo che mettevano nità che offre l’opportunità di fare grandi vita, tanti ricordi affettuosi, la tristezza di nel misurarsi coi problemi. risate. Ora Levi, pur dotato di un fine non rivederlo più. Chimica & Industria - Maggio 2001 5
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