Interven' di educazione alla salute
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Interven' di educazione alla salute
Educazione alla salute (EAS) Ø "L'educazione alla salute comprende le opportunità di apprendimento costruite consapevolmenente… ideate per conoscere meglio la salute, per migliorare le cognizioni, e per sviluppare quelle capacità di vita che contribuiscono alla salute del singolo e della comunità.”(OMS, 1998) Ø L'educazione alla salute principalmente di trasmettere informazioni in merito ai determinanti della salute. Ø L'educazione alla salute rappresenta uno dei principali approcci d'intervento della promozione della salute. 2
Educazione alla salute Creazione nella popolazione di una coscienza sanitaria ü attraverso la diffusione delle misure e delle cognizioni atte a mantenere e p r o m u o v e r e l o s t a t o d i s a l u t e dell’individuo e della collettività 3
Educazione alla salute Ø Acquisire coscienza della propria salute Ø Aumentare le conoscenze Ø Raggiungere consapevolezza Ø Essere dispos' ad un cambiamento di abitudini Ø Acquisire la capacità di prendere decisioni Ø Realizzare un cambiamento di comportamen' Ø Promuovere una modificazione sociale 4
Educazione alla salute -‐ Un esempio: Educazione contro il fumo di sigareEa Ø Acquisire coscienza della propria salute es. So che fumare mi fa male Ø Aumentare le conoscenze es. Conosco gli effeK del fumo su di me Ø Raggiungere consapevolezza es. So che fumo e sono preoccupato Ø Essere dispos7 ad un cambiamento di abitudini es. Credo sia importante cominciare a fumare di meno 5
Educazione alla salute -‐ finalità Un esempio: Educazione contro il fumo Ø Acquisire la capacità di prendere decisioni es. Fumerò solamente 5 sigare>e al giorno Ø Realizzare un cambiamento di comportamen7 es. Fumerò meno di quanto non fossi abituato a fare Ø Promuovere una modificazione sociale es. Aumento delle imposte sulle sigare>e es. Proibizione della pubblicità delle sigare>e es. Promozione sociale di comportamen7 salutari 6
Presupposto fondamentale Presupposto indispensabile per la EAS è riuscire a trovare un correEo inserimento nella cultura delle popolazioni oggeEo di intervento in modo tale da poter indurre le modifiche del comportamento che possano incidere su aEeggiamen' e scelte dell’individuo e della comunità Øabitudini, costumi ØaEeggiamen' socialmente acceEa'i 7
In qualsiasi 7po di intervento di educazione alla salute, la proge>azione prevede un certo numero di fasi che, schema7camente, potrebbero venire così riassunte: 1. iden7ficazione dei bisogni 2. iden7ficazione dei des7natari 3. definizione delle finalità educa7ve 4. formulazione degli obieKvi 5. selezione dei contenu7, tempi, metodi e sussidi 6. definizione delle risorse necessarie (umane e materiali) 7. realizzazione dell’intervento 8. valutazione dei risulta7 8
• Questa semplice elencazione potrebbe indurre a ritenere che queste diversi fasi si succedano come semplici tappe di un percorso lineare. • Nella realtà ogni scelta compiuta in una qualsiasi delle fasi elencate finisce col determinare (o perlomeno con l’influenzare) gran parte delle altre fasi e nel medesimo tempo viene influenzata da esse. • Le diverse fasi, dunque, vanno sempre intese come fortemente interdipenden7 tra loro. 9
1. L’iden7ficazione dei bisogni Il presupposto indispensabile per realizzare qualsiasi intervento di educazione alla salute è che sia presente un bisogno • espresso (…dai des7natari) • o soltanto percepito (…dagli operatori). 10
• Aver iden7ficato un bisogno di educazione alla salute significa aver già risposto perlomeno a questo genere di domande: 1. Vi è un qualche problema riguardante la salute della popolazione in generale (o la salute di uno specifico gruppo di persone)? Di quale problema si traEa? 2. E’ davvero un problema rilevante, tale da dar luogo ad un bisogno di intervento di educazione alla salute ? 11
3. Chi ha deciso che vi è bisogno di intervenire? 4. Sulla base di quali elemen' è stato deciso che vi è bisogno di intervenire? es.: sulla base da' epidemiologici locali? -‐ di opinioni o impressioni di operatori sanitari? -‐ di indicazioni norma've? -‐ di un clima di allarme colto nella popolazione o nei mass-‐media?…. 5. 12
5. Il problema di salute sul quale si intende intervenire, è un problema che in qualche modo riguarda • i comportamen7 che contribuiscono a rendere le persone maggiormente esposte a quel problema di salute, • oppure comportamen7 che, se ado>a7, contribuirebbero invece a salvaguardare di più la salute? 13
6. Che cosa sappiamo riguardo alla reale diffusione di ques' comportamen' nella nostra realtà locale? Quali categorie di persone ne sono coinvolte in modo par'colare? 7. Si traEa di comportamen' alla cui modificazione potrebbe contribuire l’educazione alla salute? L’educazione alla salute può davvero dare risposta al bisogno? 14
Questa fase della progeEazione richiede conoscenze di: • Bisogni sanitari della popolazione • Epidemiologia malaKe infeKve • Epidemiologia patologie cronicodegenera7ve • Epidemiologia inciden7 domes7ci, stradali, lavora7vi • … … … … 15
2. L'iden'ficazione dei des'natari Definire e delimitare lo specifico gruppo di soggeK a cui l’intervento intende rivolgersi (gruppo target), significa precisare • chi sono i des'natari, • quan' sono, • quali sono le loro caraEeris'che socio-‐demografiche, valori, cultura ed abitudini che li contraddis'nguono. 16
• I des'natari dell'azione educa'va non sempre coincidono necessariamente con quella categoria di persone di cui intendiamo tutelare o promuovere la salute. • Esistono infaK due principali categorie di des7natari, quelli direK e quelli indireK. es. le inizia've di educazione alla salute sul tema degli inciden' in età pediatrica vengono rivolte ai genitori (des'natari direK dell’intervento) per tutelare i loro figli (des'natari indireK dell’intervento). 17
Quesi7-‐ Definire il gruppo target • Quali sono le caraEeris'che socio-‐demografiche del gruppo target e la sua dimensione numerica? • Quali sono i mo'vi che hanno indirizzato la scelta proprio su quel gruppo? • Quante sono le persone che si prevede di raggiungere con il progeEo? • Quali sono le modalità aEraverso le quali si pensa di contaEare, reclutare e mo'vare il gruppo dei des'natari dell’intervento? 18
Quesi7 • Quali strategie verranno adoEate per evitare che il gruppo target abbandoni il programma? • L’intervento può essere des'nato ad un gruppo che non coincide con il reale target. In questo caso sarebbe bene definire comunque le caraEeris'che del gruppo che rappresenta l’ulteriore target. Es . se il programma è tarato sugli insegnan' di una scuola che si propongono di fare da tramite verso un gruppo a rischio di studen' è bene descrivere anche questo gruppo di des'natari. 19
3. La definizione delle finalità educa've • Rispondere alla domanda “che cosa vogliamo o>enere con il nostro intervento?”, significa averne chiaro lo scopo, cioè capire bene quali finalità educa've si intendono perseguire. • Avere ben chiaro l’obieKvo dell’intervento agevola di molto tuEe le altre decisioni riguardan' cosa è necessario fare e come è opportuno farlo. 20
• Nel caso di un intervento volto alla prevenzione della diffusione del virus HIV, una volta iden'fica' i bisogni di intervento (es.: prevenire la diffusione del virus per via sessuale) ed i des'natari a cui intendiamo rivolgerci (es.: studen' di scuola secondaria) la prima cosa da fare è anzituEo capire bene q u a l i fi n a l i t à e d u c a 7 v e i n t e n d i a m o perseguire. 21
che cosa vogliamo oEenere? • che migliori il loro patrimonio di conoscenze riguardo alle modalità di trasmissione del virus? • che gli studen' siano genericamente consapevoli del rischio AIDS? • che comincino a capire che il rischio di rimanere infeK li riguarda da vicino? • che riescano a riconoscere le situazioni in cui un rapporto sessuale può cos'tuire una fonte di rischio? • che si convincano di avere rappor' sessuali più consapevoli? • che imparino come va usato un profilaKco? 22
4. La formulazione degli obieKvi • Formulare gli obieKvi di un intervento di EAS consiste nel definire e specificare con maggiore precisione la finalità educa7va verso cui vogliamo tendere. • Porre gli obieKvi significa esplicitare cosa si intende cambiare e suggerisce di programmare l’intervento suddividendolo in sequenze, con obieKvi ridoK e facilmente verificabili. 23
UN OBIETTIVO BEN FORMULATO E'.... • Congruente con la finalità educa7va. Dato che gli obieKvi cos'tuiscono una specificazione più precisa dello scopo indicato dalla finalità educa'va, essi devono mantenere un legame logico e dire>o con quella finalità da cui discendono. • Realis7co. Per formulare obieKvi raggiungibili, va tenuto conto della situazione di partenza dei des7natari e delle risorse disponibili per realizzare l'intervento. 24
ObieKvi di un intervento di Educazione alla Salute • Modificare le conoscenze: aEraverso una buona informazione capillare, intensa e prolungata. • Modificare gli a>eggiamen7: processo molto complesso che si può aEuare aEraverso meccanismi interaKvi di colloquio, even' sociali esplica'vi, ecc.. • Modificare i comportamen7: processo ancora più complesso richiede consapevolezza ed interiorizzazione 25
5. Selezione dei contenu', tempi, metodi e sussidi • Scegliere una metodologia significa ricorrere, in maniera mo'vata e ragionata, a modalità e sussidi idonei al raggiungimento di obieKvi. • Nel caso di un intervento di educazione alla salute significa stabilire in modo preciso come verranno affronta' i contenu' del progeEo e come ci si muoverà a favore della realizzazione del percorso volto al raggiungimento degli obieKvi. 26
Può essere d’aiuto rispondere alle seguen7 domande: • Come si svolgerà l’intervento? • In che cosa consisterà? • Quali fasi realizza've dovrà rispeEare? • Quali metodiche saranno u'lizzate? • Quali strumen', materiali, sussidi, risorse logis'che sono necessari per la realizzazione delle aKvità previste dal progeEo? 27
Occorre tenere presente che: • il valore dei metodi e dei sussidi è sempre rela7vo: non esistono metodi migliori o peggiori in senso assoluto, ma occorre piuEosto soffermarsi sulla dis'nzione delle caraEeris'che e dei vantaggi di un metodo e di un sussidio a seconda dell’obieKvo che intendiamo raggiungere; • la scelta più opportuna è spesso fru>o di una mediazione tra esigenze e scopi diversi: in mol' casi, infaK, si traEa di operare organizzando una varietà di metodi e sussidi, per perseguire obieKvi diversi e cercando di creare un equilibrio che sia rispeEoso di tuEe le diverse esigenze educa've che intendiamo soddisfare; • la scelta più opportuna deve tenere conto del 7po dei des7natari. 28
PRINCIPALI METODI • Campagna informa'va • Distribuzione materiale • Conferenze e lezioni • Lavori di gruppo, giochi di ruolo, gruppi di discussione e addestramento • Colloquio individuale, counseling 29
PRINCIPALI SUSSIDI • Volan'ni, opuscoli • Poster, manifes' • Diaposi've • Presentazioni con il computer • DVD • Programmi informa'ci, mul'mediali o interaKvi • Kit DidaKci 30
Metodi di a>uazione di un intervento • Metodo bidirezionale: scambio aKvo fra docente e discente aEraverso ü colloqui ü discussioni ü dibaK' ü lavori di gruppo • Metodo unidirezionale: non esiste scambio ü comunicazione di massa: stampa, cinema, radio, televisione 31
contenuto del messaggio: • chiaro • completo • correEo
Messaggio efficace • è compreso • acquista significato per le persone alle quali è rivolto • aKva nelle persone alle quali è rivolto comportamen' • viene u'lizzato per affrontare un problema, decidere
COME lo diciamo? Il linguaggio per aumentare la probabilità che il messaggio arrivi al nostro target in modo efficace, dobbiamo u'lizzare un linguaggio adaEo adeguare il linguaggio al target
Comunicazione indireEa (mass media -‐ opuscoli -‐ leEere -‐ sito internet) comunicazione ad una via: prevede come unica possibilità la ricezione delle informazioni da parte di uno o più riceven' comunicazione unidirezionale EMITTENTE RICEVENTE Non esiste un contesto informa'vo condiviso che comprende i significa' dell’emiEente e del ricevente Non c’è feedback. Non c’è relazione.
Comunicazione direEa colloquio telefonico comunicazione a due vie: è prevista l’interazione tra due persone mediante il solo canale udi'vo senza vedersi EMITTENTE RICEVENTE C’è feedback -‐ C’è relazione
Comunicazione direEa colloquio faccia a faccia Interven7 nelle scuole EMITTENTE RICEVENTE C’è feedback -‐ C’è relazione
Nel colloquio faccia a faccia… ü interazione tra operatore e persona ü è possibile capire: ü la percezione di ogni singola persona ü il vissuto personale ü le informazioni recepite ü le aree deboli ü rapporto di fiducia e collaborazione ü aKvare le risorse personali e il processo decisionale
La prassi comunica'va ogni comunicazione: • ha un aspeEo di contenuto: il COSA della comunicazione Comunicazione verbale • uno di relazione, di processo che riguarda le modalità: Comunicazione il COME della comunicazione non verbale Comunicazione paraverbale Il non verbale e il paraverbale predomina sul verbale e può fornire il 50 - 70% del contenuto del messaggio
QUANDO lo diciamo? I tempi • scelta del momento per iniziare ad informare la popolazione • data d’inizio e termine di una campagna informa'va • pianificazione delle risposte di un “Numero verde” predisposto • tempo dedicato alla persona in un colloquio faccia a faccia o telefonico o agli interven' che coinvolgono contemporaneamente più persone
6. Definizione delle risorse necessarie Risorse umane • Per pianificare in modo preciso ogni intervento di educazione alla salute e poter anche fare una previsione di spesa, fin dalla fase di progeEazione è importante concordare precisamente chi interverrà nella realizzazione del proge>o e facendo che cosa. • Ciò significa determinare anche di quali professionalità e competenze è necessario l’apporto in ciascuna delle fasi del progeEo. 41
Quesi7 • Chi svolgerà l’intervento e quali sono le qualifiche richieste? • Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? • Chi finanzia il proge>o e a quanto ammonta il budget a disposizione? • Quali ulteriori risorse sono rese disponibili in termini di personale, organizzazione, spazi, materiali? • Cosa può essere di ostacolo alla realizzazione del proge>o e alla sua valutazione? 42
Risorse materiali • Fin dalla fase di progeEazione è importante stabilire l’eventuale necessità di materiale di documentazione, aErezzature e strumen', pubblicazione e diffusione di prodoK della ricerca, spese di segreteria e organizzazione, ecc….. 43
Sistemi di rilevazione dei da' • Interviste direEe e/o misurazioni direEe (personali ed ambientali): – interviste telefoniche – interviste vis a vis • Ques'onari autocompila' • Da' bibliografici • Lavori di gruppo 44
Piano di lavoro 45
Ruolo dell’operatore • L’operatore deve sapere cosa valutare, cioè deve stabilire quali sono i risulta' che egli si aEende dal suo lavoro. • L’operatore deve decidere in che modo valutare, vale a dire stabilire i parametri sui quali condurrà la sua osservazione. • L’operatore deve chiarire in che modo interpretare i da' raccol'. 46
Valutazione Cosa si intende per valutazione? • l’insieme delle aKvità u'li per esprimere un giudizio argomentato tramite procedure di ricerca valuta'va • la ricerca valuta7va ne cos'tuisce l’elemento essenziale ed imprescindibile di affidabilità delle procedure • la valutazione è stre>amente collegata alle procedure, metodiche, strumen7 usa7 che possono condizionare l’ a>endibilità del giudizio medesimo. 47
Valutare un progeEo o un programma significa • raccogliere, analizzare ed interpretare in modo sistema'co da' e informazioni su come si procede alla realizzazione dell’intervento e su quali sono i suoi effeK; • le informazioni oEenute possono essere u'lizzate per modificare, confermare o abbandonare il progeEo realizzato; • la valutazione può essere eseguita da un valutatore esterno oppure dal responsabile del progeEo. 48
La valutazione risponde ai seguen' quesi': • Quale è la natura e la portata del problema? • Quali azioni possono modificare il problema? • Chi sono i des7natari (target)dell’intervento? • L’azione raggiunge il gruppo target? • L’intervento viene a>uato secondo il protocollo stabilito? • L’intervento è efficace? Rispondere a ques7 quesi7 consente di dis7nguere i progeK di prevenzione efficaci da quelli inefficaci. 49
Tipi di valutazione • Valutazione di processo • Valutazione di risultato • Valutazione di qualità 50
Valutazione di processo • Analizza le modalità di aEuazione dell’intervento di prevenzione e come questo si sviluppa anche rispeEo alle reazioni del gruppo dei des7natari. • Descrive i modi in cui l’intervento di prevenzione si va sviluppando, aiuta a stabilire se la fase di pianificazione è adeguata e se il gruppo target è stato raggiunto. • La valutazione di processo raccogliendo tuEe le informazioni sugli esi' posi'vi o nega'vi, fornisce le informazioni u'li a confermare, migliorare o modificare l’intervento di prevenzione realizzato. 51
Valutazione di processo • valutazione dell’aumento delle conoscenze aEraverso ques'onari o interviste • valutazione del cambiamento degli aEeggiamen' aEraverso l’osservazione dei cambiamen' • valutazione del cambiamento dei comportamen' aEraverso registrazioni con'nue del comportamento dell’utente, interviste periodiche di controllo 52
Pianificazione della valutazione di processo • EffeEuando la valutazione di processo, bisogna decidere quali variabili selezionare e quali indicatori considerare. • Può essere u'le rispondere ai quesi' pos' indicando che cosa si vuole misurare, come e in quale momento. 53
Quesi7 • Quali sono le variabili e gli indicatori che si ri'ene forniranno informazioni u'li su come si sviluppa l’intervento? • Quale 'po di informazioni (quan'ta'va o qualita'va) si intende raccogliere per la valutazione di processo? • Quali metodi e strumen' si u'lizzeranno? (ques'onari, interviste, strumen' di osservazione) • Dove, come e con che frequenza saranno raccol' i da'? • Chi fornirà ed elaborerà le informazioni rela've alla valutazione di processo? • Come si intende programmare l’analisi dei da' raccol'? 54
Valutazione della realizzazione dell’intervento di prevenzione • La descrizione dell’esecuzione e dello sviluppo dell’intervento devono coprire tuEe le aKvità effeKvamente svolte. Ciò consente di valutare gli eventuali scar' esisten' fra il progeEo così come era stato pianificato ed il modo in cui è stato realizzato. • Si traEa di verificare l’adesione al progeEo originario, i cambiamen7 ina>esi e quelli che si sono resi necessari (v. cambiamen7 volontari). 55
Quesi' • Quali strategie, strumen' e metodi sono sta' effeKvamente implementa'? • Quali fon' di da', strumen' e metodi sono sta' u'lizza' per valutare l’aEuazione dell’intervento? • Quali risorse sono state effeKvamente impiegate? 56
Valutazione: Il gruppo dei des7natari • Centrale nella valutazione di processo è verificare se il gruppo dei des7natari è stato raggiunto dalle azioni svolte all’interno del progeEo di prevenzione. • RispeEo al gruppo dei des'natari si traEa di fornire indicazioni circa il numero dei partecipan', la loro età, genere, livello di scolarizzazione e altre variabili che si ritengono importan'. 57
Quesi' • Quante persone sono state effeKvamente raggiunte dall’intervento di prevenzione? • Quali erano le caraEeris'che socio-‐ demografiche della popolazione raggiunta dall’intervento di prevenzione? • Come sono state raccolte le informazioni? 58
Valutazione dell’ Esposizione • Consiste nell’esaminare se e quanto il gruppo dei des'natari è stato raggiunto dalle azioni svolte all’interno del programma di prevenzione. Quesi7 • Come è stata misurata l’esposizione del gruppo dei des'natari al programma? • Quali sono le fon' consultate per ricavare i da', quali strumen' e quali indicatori sono sta' effeKvamente u'lizza'? • Quale è stata la durata effeKva del programma di prevenzione e quan' interven' sono sta' effeEua'? • In quale misura è stato raggiunto il gruppo dei des'natari? 59
La qualità dell’intervento di prevenzione • Oltre a valutare il modo in cui è stato effeEuato l’intervento è opportuno anche valutare l’efficacia delle strategie che si sono u7lizzate. • La qualità dell’intervento può essere espressa in termini di reazioni ed aEeggiamen' del gruppo dei des'natari nei confron' del progeEo stesso come ad esempio approvazione, grado di iden7ficazione, coinvolgimento, vantaggi personali. 60
Quesi7 • Chi ha fornito le indicazioni in merito alla qualità dell’intervento? • Quali indicatori e strumen' sono sta' effeKvamente u'lizza' per valutare la qualità dell’intervento? • Quali sono i risulta' della valutazione ? 61
Discussione dei risulta7 della valutazione di processo • Così come si è proceduto nella fase di pianificazione si dovranno analizzare e interpretare i risulta' della valutazione di processo. • Ques' risulta' possono essere u'lizza' anche per studi compara'vi con altri progeK analoghi e studi affini. • L’analisi svolta potrebbe aprire nuove prospeKve per gli interven' in campo preven'vo. 62
Quesi' • L’aEuazione del programma di prevenzione corrisponde alla pianificazione prevista? Quali sono le ragioni di eventuali discrepanze? • Qual è l’impaEo di queste discrepanze sul programma di prevenzione? • Quali sono i pun' di forza e di debolezza del programma? Se possibile si confron'no i risulta' oEenu' con quelli di altri interven' analoghi. • Ci sono suggerimen' per la realizzazione oKmale di programmi di prevenzione simili a quello realizzato? • Ci sono suggerimen' per la valutazione di processo di programmi preven'vi come quello realizzato? 63
Check list della valutazione di processo • Come si è programmato di effeEuare la valutazione di processo? • Che cosa è effeKvamente accaduto durante l’intervento? • Quante persone sono state effeKvamente raggiunte? • In che misura è stato raggiunto il gruppo dei des7natari? • In che misura l’intervento effeEuato viene considerato soddisfacente? • Rilevare l’eventuale scarto fra quanto pianificato e quanto aEuato nel programma. 64
Valutazione di Risultato • La valutazione di risultato riguarda gli effeK del programma di prevenzione sul gruppo target. • Si propone quindi di meEere in evidenza se l’intervento abbia effeKvamente raggiunto gli obieKvi prefissa' e quindi se, in quanto tale, possa essere riproposto, modificato o abbandonato. • Il modo in cui viene effeEuata questa parte della valutazione ha una influenza notevole sulla qualità dei risulta' oEenu'. 65
Pianificazione della valutazione di risultato o di outcome • Per evitare di influenzare le modalità di aEuazione previste dalla programmazione del progeEo, la pianificazione della valutazione di risultato va effeEuata prima che l’intervento abbia inizio. • I quesi' che seguono sono alla base di una buona pianificazione della valutazione di outcome. 66
Quesi7 e suggerimen7 • Quali sono gli indicatori di risultato scel7 e perché? • Le informazioni sui risulta7 vengono raccolte seguendo un metodo qualita'vo o quan'ta'vo? • Quali indicatori e strumen7 si pensa di u7lizzare per la raccolta delle informazioni? 67
Quesi7 e suggerimen7 • Gli strumen7 u7lizza7 sono valida7 ? Sono sta7 esegui7 test di faKbilità per me>erli a punto? • Da quali fon7, quando e con quale frequenza si intendono raccogliere le informazioni sui risulta7 dell’intervento? • Come verranno analizzate le informazioni raccolte? • Quali metodi sta's'ci sono considera7 adegua7 alla qualità del proge>o e dei da7 raccol7? 68
La valutazione dei risulta7 • Valutare significa raccogliere ed esaminare da' che ci consentano di stabilire se il nostro è stato davvero un buon intervento, cioè sapere se e in che misura aEraverso di esso siamo davvero riusci' a raggiungere ciò che volevamo oEenere. • Per sapere se l'intervento di educazione alla salute è stato realmente efficace, l'unico mezzo a disposizione è quello di andare a valutare se nei des7natari si sono realmente prodo>e quelle modificazioni (nelle conoscenze, negli a>eggiamen7, nelle abilità...) che avevamo originariamente descri>o a>raverso la formulazione degli obieKvi. 69
Quesi' • Quale piano di valutazione dell’outcome è stato stabilito? • Quali strumen7 sono sta7 u7lizza7? • Come sono sta7 raccol7 i da7, da chi, quando e con quali metodi? • Come sono sta7 analizza7 i da7 e quale 7po di analisi sta7s7ca è stata u7lizzata? 70
• I da7 ineren7 la valutazione di risultato possono essere ricava7 coinvolgendo tuK i componen7 del gruppo target o ricorrendo ad un campione ed in tal caso bisognerà indicarne le cara>eris7che, le strategie di reclutamento e il livello di adesione. 71
Quesi7 • Come è stato individuato e reclutato il campione? • Quali sono le cara>eris7che socio-‐ demografiche del campione? • Il campione è rappresenta7vo? • E’ stato possibile individuare quante persone hanno abbandonato il programma e per quale mo7vo? 72
I risulta' • L’analisi dei risulta' a seconda dei mezzi a disposizione e delle competenze tecniche può avvenire u'lizzando analisi di 'po sta's'co o aEraverso la stesura di relazioni. • In ogni caso l’aEenzione va focalizzata sui seguen' quesi'. 73
Quesi7 • In che modo l’intervento ha influenzato il comportamento dei membri del gruppo target? • Quale influenza ha avuto l’intervento sulle variabili considerate all’interno del gruppo target? • Il programma ha influenzato in modo diverso i vari soEogruppi? (maschi e femmine, ceto sociale, fasce di età, ecc.) 74
Discussione dei da7 della valutazione di risultato • Si procede all’analizzare ed interpretazione dei da' della valutazione di risultato. • I risulta' oEenu' possono essere u'lizza' anche per studi compara'vi con altri progeK analoghi e studi affini. 75
Quesi7 e suggerimen7 • L’intervento ha raggiunto i risulta7 a>esi? Vanno discusse le eventuali differenze fra i risulta7 a>esi e i risulta7 osserva7, approfondendo le possibili cause e le eventuali conseguenze. • Quali sono a giudizio del gruppo che ha condo>o la ricerca i risulta7 più significa7vi? E’ opportuno comparare i risulta7 o>enu7 con altri studi analoghi. • I risulta7 osserva7 sono riconducibili all’intervento realizzato? Esistono altri modi di interpretarli? 76
Quesi7 e suggerimen7 • Quale spiegazione viene data degli eventuali risulta7 nega7vi? • Quali sono i suggerimen7 che si possono trarre per realizzare altri programmi di prevenzione? • Quali suggerimen7 si possono dare per realizzare protocolli di valutazione di risultato da applicare a programmi di prevenzione? 77
Check list della valutazione di risultato o di outcome • Come è stata programmata la valutazione di risultato? • Come è stata effeKvamente eseguita la valutazione di outcome? • Da chi sono state raccolte le informazioni sui risulta' oEenu'? • In che misura l’intervento ha avuto effeK sul gruppo target? • In che misura il programma realizzato ha raggiunto lo scopo? • Una volta conclusa la valutazione dell’intervento, bisogna scegliere il modo migliore per diffondere i risulta' oEenu'. 78
La valutazione di efficacia • Viene u'lizzata per accertare se e in che misura si sono davvero realizzate quelle modificazioni descriEe nei nostri obieKvi, ma la valutazione di efficacia può essere accompagnata anche da altri livelli di valutazione, come ad esempio: • la valutazione di impa1o, che consiste nella quan'ficazione dei des'natari effeKvamente raggiun' dalla nostra inizia'va. 79
• la valutazione di successo percepito, che consiste nel verificare ciò che i des'natari riferiscono in ordine al loro gradimento dell'inizia'va (es. rilevazione della soddisfazione dei des'natari); • la valutazione di stabilità dei mutamen6 prodo7, che consiste nel ripetere una o più valutazioni ad una certa distanza di tempo dalla fine dell'intervento, così da sapere se e in che misura le modificazioni registrate al termine dell'inizia'va permangono stabili o, viceversa, tendono ad aEenuarsi; • valutazione di trasferibilità e riproducibilità del modello d’intervento, ovvero verificare in quale misura l’intero progeEo ed il suo sviluppo realizza'vo sono sta' documenta' in modo idoneo a rendere tal esperienza replicabile in altre realtà (o nella stessa realtà da parte di soggeK diversi). 80
Valutazione di qualità • Efficacia (raggiungimento dell’obieKvo desiderato) risulta'/obieKvi specifici = 1 – teorica (efficacy) – pra'ca (effec'veness) • Efficienza (rendimento, produKvità) – risulta'/risorse (capacità di una en'tà di oEenere gli stessi risulta' con < consumo di risorse) – prestazioni/risorse (capacità di produrre prestazioni con il minimo di risorse) 81
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