La Politica di Coesione 2014 - 2020 Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
La Politica di Coesione 2014 – 2020 Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea La politica di coesione 2014 – 2020 è il più importante strumento finanziario dell’UE per l’investimento finalizzato a produrre crescita e occupazione e a ridurre il divario tra i paesi membri dell’Unione Europea. Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie L 347 del 20 dicembre 2013 i Regolamenti sui Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) che forniscono le disposizioni in materia di investimenti della politica di coesione per il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020. Le nuove nome si strutturano in: 1 Regolamento recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (Reg. (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, Base giuridica del 17 dicembre 2013); 5 Regolamenti specifici relativi a ciascun fondo: Reg. (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l’obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006; Reg. (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio; Reg. (UE) n. 1300/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo di coesione che abroga il regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio; Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio; Reg. (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativo al Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga i regolamenti (CE) n. 2328/2003, (CE) n. 861/2006, (CE) n. 1198/2006 e (CE) n. 1
791/2007 del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1255/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio; 2 Regolamenti specifici sulla cooperazione territoriale e sul GECT: Reg. (UE) n. 1299/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea; Reg. (UE) n. 1302/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 che modifica il Reg. (CE) n. 1082/2006 relativo a un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) per quanto concerne il chiarimento, la semplificazione e il miglioramento delle norme in tema di costituzione e funzionamento di tali gruppi; Nella GUUE del 20/12/2013, inoltre, è pubblicato anche il Regolamento (UE, EURATOM) n. 1311/2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014/2020. E’ possibile visionare i testi integrali dei regolamenti sopra citati cliccando su questo link. Come adottato dal Regolamento (UE, EURATOM) n. 1311/2013 del Consiglio del 2 dicembre 2013, la Politica di Coesione economica, sociale e territoriale conta un investimento pari a poco più di 325 miliardi di euro negli Stati membri e nelle loro regioni e città per realizzare gli obiettivi su scala unionale in tema di crescita e occupazione nonché per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico, alla dipendenza energetica e all’esclusione sociale. Nel Quadro finanziario pluriennale 2014 – 2020 risulta essere la fonte di finanziamento pubblico europeo più importante e oltre all’importo sopra citato, bisogna tenere conto del contributo nazionale degli Stati membri e dell'effetto di leva degli strumenti finanziari, l'impatto complessivo dovrebbe superare i 500 miliardi di euro. La riforma della politica di coesione massimizzerà l'impatto di questi investimenti Descrizione adattati ai bisogni individuali delle regioni e città. Gli elementi chiave della riforma sono: 1. Investire in tutte le regioni dell'UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo: regioni meno sviluppate (PIL < 75% della media UE-27) regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media UE-27) regioni più sviluppate (PIL > 90% della media UE-27) 2. Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: gli investimenti a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) verranno concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a 2
bassa emissione di carbonio, a seconda della categoria della regione (meno sviluppata: 50%, in transizione: 60% e più sviluppata: 80%). Circa 100 miliardi di euro saranno consacrati a questi settori, dei quali almeno 23 miliardi di euro serviranno a sostenere il passaggio a un'economia a bassa emissione di carbonio (efficienza energetica ed energie rinnovabili). In relazione a ciò le risorse del FESR saranno soggette a un'opportuna ripartizione (regioni meno sviluppate: 12%, in transizione: 15% e più sviluppate: 20%). Circa 66 miliardi di euro saranno consacrati alla priorità Reti transeuropee di trasporto nonché a progetti per l'infrastruttura ambientale chiave per il tramite del Fondo di coesione. Grazie al Fondo sociale europeo (FSE) la politica di coesione recherà un contributo significativo alle priorità unionali nel campo dell'occupazione, ad esempio mediante azioni di formazione e di apprendimento permanente, di istruzione e di inclusione sociale (almeno il 20% dell'FSE sarà stabilito in funzione delle esigenze di ciascuno Stato membro dovrà essere impiegato per questo obbiettivo). Lo stanziamento minimo per l'FSE sarà stabilito da ciascuno Stato membro, con un minimo predefinito, per un totale di almeno 70 miliardi di euro. La nuova iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, del valore di almeno 6 miliardi di euro, correlata all'FSE, sosterrà l'implementazione della garanzia per i giovani. 3. Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i paesi e le regioni dovranno annunciare sin dall'inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e identificare esattamente in che modo misureranno i progressi compiuti in direzione di tali obiettivi. Ciò consentirà il monitoraggio regolare e la discussione sull'uso delle risorse finanziarie. Ciò significherà che per i programmi che presentano migliori risultati potranno essere resi disponibili finanziamenti addizionali (attraverso la cosiddetta "riserva di efficacia ed efficienza") verso la fine del periodo. 4. Definire di condizioni prima che i finanziamenti vengano convogliati in modo da assicurare investimenti più efficaci: ad esempio, le strategie di "specializzazione intelligente" volte a identificare i punti di forza particolari e le potenzialità, le riforme favorevoli all'imprenditoria, le strategie dei trasporti, le misure per migliorare i sistemi di appalti pubblici, il rispetto delle normative ambientali, le strategie di lotta contro la disoccupazione e contro la dispersione scolastica o quelle a promozione della parità tra i generi e della non-discriminazione sono tutte precondizioni irrinunciabili. 5. Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni: un quadro strategico comune costituirà la base per un migliore coordinamento tra i Fondi 3
strutturali e di investimento europei (FESR, Fondo di coesione e FSE nella loro qualità dei tre fondi che partecipano alla politica di coesione nonché il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo per la pesca). Tale quadro consentirà inoltre di assicurare un migliore collegamento con altri strumenti unionali come Orizzonte 2020, il meccanismo per collegare l'Europa e il programma per l'occupazione e l'innovazione sociale. 6. Ridurre la burocrazia e semplificare l'uso degli investimenti unionali attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici, oneri di rendicontazione più mirati e un maggior uso delle tecnologie digitali ("e-cohesion"). 7. Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città, al di là degli altri tipi di spesa consacrata alle zone urbane. 8. Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri. Assicurare inoltre che strategie macroregionali come quella danubiana e del Baltico siano sostenute dai programmi nazionali e regionali. 9. Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell'UE: i programmi dovranno essere coerenti con i programmi di riforma nazionali e dovrebbero affrontare le riforme pertinenti identificate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo. Se del caso la Commissione può chiedere agli Stati membri, facendo leva sulla cosiddetta clausola di "condizionalità macroeconomica", di modificare i programmi per sostenere le principali riforme strutturali. In ultima istanza la Commissione può sospendere l'erogazione dei finanziamenti se le raccomandazioni economiche venissero violate ripetutamente e gravemente. 10. Incoraggiare l'uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito: i prestiti, le garanzie e il capitale netto/di ventura riceveranno un sostegno dai fondi dell'UE sulla base di regole comuni, allargando le possibilità del loro uso e erogando incentivi (ad esempio, tassi di cofinanziamento più elevati). L'accento posto sui prestiti piuttosto che sulle sovvenzioni dovrebbe migliorare la qualità dei progetti e scoraggiare la dipendenza dalle sovvenzioni. Proprio attraverso questo importante strumento d’investimento, che porta in sé una cospicua dote finanziaria, l’Unione Europea realizzerà gli obiettivi della strategia Europa 2020 e cioè: crescita e occupazione, lotta 4
contro i cambiamenti climatici e riduzione della dipendenza energetica, della povertà e dell’esclusione sociale. Questi investimenti verranno incanalati soprattutto verso quattro settori: Ricerca e innovazione; Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); Potenziamento della competitività delle piccole e medie imprese (PMI); Sostegno a favore della transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio. In virtù di questo allineamento con la Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, tutti i Fondi strutturali e di investimento europei perseguono 11 obiettivi tematici che sono: 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; 2. Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, Nonché l'impiego e la qualità delle medesime; 3. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura; 4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; 5. Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; 6. Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse 7. Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete; 8. Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; 9. Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione; 10. Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente; 11. Rafforzare la capacità delle amministrazioni pubbliche e degli stakeholders e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente, Assistenza tecnica. 5
(milioni di EUR - prezzi 2011) Fonte: Regolamento (UE, EURATOM) n. 1311/2013, che stabilisce il quadro finanziario STANZIAMENTI DI IMPEGNO 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 TOT 1. Crescita intelligente ed inclusiva 60.283 61.725 62.771 64.238 65.528 67.214 69.004 450.763 1a: Competitività per la crescita e l'occupazione 15.605 16.321 16.726 17.693 18.490 19.700 21.079 125.614 1b: Coesione economica, sociale e territoriale 44.678 45.404 46.045 46.545 47.038 47.514 47.925 325.149 Quadro finanziario pluriennale (UE-28) 2. Crescita sostenibile: risorse naturali 55.883 55.060 54.261 53.448 52.466 51.503 50.558 373.179 di cui: spese connesse al mercato/pagamenti diretti 41.585 40.989 40.421 39.837 39.079 38.335 37.605 277.851 pluriennale per il periodo 2014/2020 3. Sicurezza e cittadinanza 2.053 2.075 2.154 2.232 2.312 2.391 2.469 15.686 4. Ruolo mondiale dell'Europa 7.854 8.083 8.281 8.375 8.553 8.764 8.794 58.704 5. Amministrazione 8.218 8.385 8.589 8.807 9.007 9.206 9.417 61.629 di cui: spesa amministrativa delle istituzioni 6.649 6.791 6.955 7.110 7.278 7.425 7.590 49.798 6. Compensazioni 27 0 0 0 0 0 0 27 TOTALE STANZIAMENTI DI IMPEGNO 134.318 135.328 136.056 137.100 137.866 139.078 140.242 959.988 in percentuale dell'RNL 1,03% 1,02% 10,,% 1,00% 0,99% 0,98% 0,98% 1,00% TOTALE STANZIAMENTI DI PAGAMENTO 128.030 131.095 131.046 126.777 129.778 130.893 130.781 908.400 in percentuale dell'RNL 0,98% 0,98% 0,97% 0,92% 0,93% 0,93% 0,93% 0,91% Margine disponibile 0,25% 0,25% 0,26% 0,31% 0,30% 0,30% 0,32% 0,28% Massimale delle risorse proprie in percentuale dell'RNL 1,23% 1,23% 1,23% 1,23% 1,23% 1,23% 1,23% 1,23% 6
Nuove regole: Rispetto alla programmazione precedente, il periodo 2014-2020, la politica di coesione è caratterizzata da due obiettivi: Investimenti in Favore della Crescita e dell’Occupazione (IFCO), obiettivo generale che trova applicazione su tutto il territorio dell’Unione, con un’articolazione differenziata in relazione alle tre categorie di Regioni: o regioni meno sviluppate (PIL < 75% della media UE-27) o regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media UE-27) o regioni più sviluppate (PIL > 90% della media UE-27) Come funziona Vengono, pertanto, inglobati gli obiettivi della programmazione 2007-2013 Convergenza e Competitività regionale e occupazione. Cooperazione Territoriale Europea (CTE) rimane confermato e viene e disposizioni specifiche in merito vengono stabilite dal Regolamento (UE) 1299/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea. Per facilitare, quindi, il processo di programmazione a livello di Stati membri e di regioni, la Commissione ha istituito un quadro strategico comune (QSC). Come definito dall’Allegato I del Regolamento generale, “al fine di massimizzare il contributo dei fondi SIE alla strategia dell'Unione per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, nonché la missione specifica di ciascun fondo SIE, compresa 7
la coesione economica, sociale e territoriale, è necessario garantire che gli impegni politici assunti nel contesto della strategia dell'Unione per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva siano sostenuti da investimenti tramite i fondi SIE e da altri strumenti dell'Unione. Pertanto, il quadro strategico comune (QSC), a norma dell'articolo 10 e in linea con le priorità e gli obiettivi definiti nei regolamenti specifici di ciascun fondo, fornisce orientamenti strategici al fine di conseguire un approccio di sviluppo integrato utilizzando i fondi SIE in coordinamento con altri strumenti e politiche dell'Unione, in linea con gli obiettivi strategici e con gli obiettivi principali della strategia dell'Unione per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e, ove appropriato, con le iniziative faro, tenendo conto delle principali sfide a territoriali e degli specifici contesti nazionali, regionali e locali”. In base al QSC, ogni Stato membro dovrebbe elaborare un accordo di partenariato in collaborazione con i partner e in dialogo con la Commissione. L'accordo di partenariato dovrebbe trasferire gli elementi contenuti nel QSC nel contesto nazionale e stabilire solidi impegni per il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione attraverso la programmazione dei Fondi SIE. L'accordo di partenariato dovrebbe definire le modalità per garantire l'allineamento con la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nonché con le missioni specifiche di ciascun Fondo, conformemente ai rispettivi obiettivi in virtù del trattato, le modalità per garantire un'efficace e efficiente attuazione dei Fondi SIE e le disposizioni relative all'applicazione del principio di partenariato nonché di un approccio integrato allo sviluppo territoriale. Per quel che riguarda l’Italia la programmazione dei fondi ha avuto avvio in dicembre 2012 con la pubblicazione del documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”, a cui le amministrazioni centrali e regionali hanno fatto riferimento nella stesura dei rispettivi Programmi Operativi Nazioanali (PON) e Regionali (POR). Successivamente, in base a tale documento, il 9 dicembre 2013 è stata presentata alla Commissione la prima bozza di accordo di partenariato che recepisce gli esiti del confronto finalizzato ad individuare risultati attesi e azioni per ciascun obiettivo tematico. Durante il periodo dicembre 2013 – aprile 2014 i colloqui informali con la Commissione Europea sono proseguiti (e la CE stessa ha fornito osservazioni) fino alla presentazione della versione finale presentata il 22 aprile 2014. L’Accordo di Partenariato, in linea con le indicazioni e i regolamenti, ha assunto come obiettivi di riferimento gli 11 obiettivi tematici e, sebbene la salute non abbia un obiettivo tematico dedicato, il tema salute può rientrare negli obiettivi sotto descritti: Ob. 2: il risultato atteso n. 2.2 prevede la digitalizzazione dei processi amministrativi e la diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili della PA offerti a cittadini e imprese. Questo risultato riguarda in special modo gli interventi di innovazione tecnologica in sanità che possano garantire gli standard di sicurezza e protezione dati anche razionalizzando i Data Center Pubblici. Tra le azioni indicate vi sono la realizzazione di servizi di e- Government interoperabili e integrati (joined-up services) e progettati con cittadini e imprese, soluzioni di e-procurement riguardanti, in particolare, la 8
sanità elettronica e la telemedicina. Ob. 9: o il risultato atteso 9.3 prevede l’aumento, il consolidamento o la qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini e dei servizi di cura rivolti a persone con limitazione dell’autonomia e il potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali come implementazione dei buoni servizio, formazione di assistenti familiari e registri di accreditamento, sostegno e potenziamento della rete di servizi sociosanitari territoriali non ospedalieri; o il risultato atteso 9.5 prevede la riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione delle persone senza dimora e delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti, in coerenza con la strategia nazionale di integrazione dei rom. Questa strategia nazionale di integrazione per queste popolazioni è quindi una precondizione; Ob. 11: questo obiettivo intende sostenere azioni che migliorino la qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, soprattutto per quel che riguarda i servizi sociali e le politiche sociali e sanitarie. Opportunità di finanziamento Il regolamento (UE) 1299/2013 prevede che le risorse vengano ripartite, su tutto il territorio europeo, come segue: a) 74,05% (6.626.631.760 €) per la cooperazione transfrontaliera; b) 20,36% (1.821.627.570 €) per la cooperazione transnazionale; c) 05,59% (500.000.000 €) per la cooperazione interregionale. L’obiettivo Cooperazione Territoriale Europea incoraggia i territori di diversi Stati membri a cooperare mediante la realizzazione di progetti congiunti, lo scambio di esperienze e la costruzione di reti. Le componenti della CTE sono tre: Regioni 1. La cooperazione transfrontaliera ammissibili Tra i suoi obiettivi la cooperazione transfrontaliera ha quello di promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità, sostenere la mobilità dei lavoratori mediante l’integrazione dei mercati del lavoro e promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà. I Programmi Operativi specifici dedicati in Italia alla cooperazione transfrontaliera e le relative aree ammissibili sono: ITALIA – FRANCIA MARITTIMO: Liguria (Genova, Imperia, La Spezia, Savona), Regione Sardegna (Sassari, Nuoro, Cagliari, Oristano, Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias), Toscana (Massa-Carrara, Lucca, Livorno, Grosseto; ITALIA – FRANCIA ALCOTRA: Piemonte (Torino, Cuneo), Valle d’Aosta, Liguria (Imperia); ITALIA – SLOVENIA: Friuli Venezia Giulia (Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste), 9
Veneto (Venezia); ITALIA – SVIZZERA: Valle d’Aosta, Lombardia (Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Como, Lecco, Sondrio), Piemonte (Biella, Vercelli, Novara), P. Autonoma di Bolzano; ITALIA – AUSTRIA: Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia (Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste), Veneto (Vicenza, Belluno, Treviso; ITALIA – CROAZIA: Friuli Venezia Giulia (Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste), Regione Veneto (Venezia, Rovigo, Padova), Emilia Romagna (Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini), Marche (Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo), Abruzzo, (Teramo, Pescara, Chieti) Molise, (Campobasso) Puglia (Brindisi, Lecce, Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani); ITALIA – MALTA: Sicilia (Trapani, Palermo, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania, Ragusa, Siracusa); GRECIA – ITALIA: Puglia (Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia, Barletta Andria Trani; Cooperazione Transfrontaliera esterna: ENI – MED: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana; ENI ITALIA – TUNISIA : Sicilia; IPA ITALIA – ALBANIA – MONTENEGRO: Puglia, Molise 2. La cooperazione transnazionale La cooperazione transnazionale mira a rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate mediante lo sviluppo e il coordinamento di strategie macroregionali e concernenti i bacini marittimi. I Programmi operativi e le aree ammissibili sono: ALPINE SPACE: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria; CENTRAL EUROPE: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli- Venezia Giulia, Emilia- Romagna; MEDITERRANEO: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia- Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto, Valle d’Aosta; ADRIATIC IONIAN: Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Friuli- Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. 3. La cooperazione interregionale. La cooperazione interregionale mira a rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate in ottica di: i) diffondere buone prassi e competenze; ii) promuovere lo scambio di esperienze al fine di rafforzare l’efficacia dei programmi di CTE; iii) rafforzare la base di conoscenze per consolidare l’efficacia della politica di coesione e conseguire gli obiettivi tematici. I Programmi Operativi che coinvolgeranno tutte le regioni dei 28 Stati Membri 10
sono: URBACT; ESPON; INTERACT; INTERREG EUROPE. www.europa.eu http://www.dps.gov.it/it/politiche_e_attivita/programmazione_2014- Link 2020/Cooperazione_territoriale_europea/Cooperazione_territoriale_europea.html http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_it.cfm 11
Puoi anche leggere