Giudicedonna.it Numero 1/2020 - L'Atlante di anatomia di Eduard Pernkopf firmato a Vienna dai nazisti. Memoria e intelligenza.
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giudicedonna.it Numero 1/2020 L’Atlante di anatomia di Eduard Pernkopf firmato a Vienna dai nazisti. Memoria e intelligenza. Sabina Passamonti, 1 SOMMARIO :1. Premessa. -2. Il mio Atlante di anatomia. -3. Il problema dell’Atlante. -4. Eduard Pernkopf: anatomia e nazismo all’Università di Vienna. -5. Le tre principali responsabilità di Pernkopf. – 5.1.L’uso esorbitante di cadaveri. -5.2. Appropriazione di cadavere. -5.3. Aggravante: duplicazione, imitazione o plagio. – 6. L’adesione al partito nazista e l’igiene razziale negli studi di medicina. – 6.1. Il principio del Führer. - 6.2. Il principio del Führer nell’Atlante. - 6.3. La disumanizzazione nell’Atlante. -6.4. Il principio del Führer nella medicina. -6.5. L’Igiene razziale nella Facoltà di Medicina. -7. La distruzione del capitale umano, sociale ed economico della Facoltà di Medicina di Vienna. -7.1. La cacciata di professori e studenti. -7.2. La cacciata degli studenti stranieri. -8. Pernkopf in fuga da sé stesso. 1. Premessa. La serie annuale del Convegno “Convivere con Auschwitz” dell’Università di Trieste vuole non solo onorare la memoria delle vittime del nazismo, ma anche scrutare nel presente le tracce persistenti di quel passato. Il caso dell’Atlante di anatomia topografica di Eduard Pernkopf dimostra come un prodotto della medicina nazista sia sfuggito alla censura per almeno mezzo secolo dopo il 1945 ed ancora oggi rappresenti emblematicamente la Weltanschauung nazista. Il mio contributo al Convegno “Convivere con Auschwitz” vuole non solo ricordare la matrice nazista dell’Atlante, ma aggiungere un’analisi delle responsabilità dell’autore dell’Atlante. Quest’ultimo passaggio non serve ad additare un colpevole, ma piuttosto ad interrogarci se noi siamo veramente preparati a riconoscere i segni della disumanizzazione che fu tipica del nazismo e, quindi, se siamo capaci di vigilare all’interno delle nostre istituzioni e professioni con strumenti concettuali efficaci a non 1 Relazione della prof. Sabina Passamonti, Docente di Biochimica - Università degli Studi di Trieste, svolta al 7° Convegno “Convivere con Auschwitz” tenutosi il 22 gennaio 2020, all’ Università di Trieste, Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione. https://www.units.it/sites/default/files/media/documenti/notizie/loc_ auschwitz_2020.pdf
giudicedonna.it Numero 1/2020 ripetere simili fatali errori. Senza questa intelligenza, il rischio di essere complici di atti contro l’umanità sarà sempre alto. 2. Il mio Atlante di anatomia. L’Atlante, in edizione italiana a cura di Piccin Padova, 1963, è stato il libro che ho usato per studiare l’anatomia, consigliato per la sua alta qualità grafica e scientifica. Nell’agosto 2019 ritrovo il mio Atlante nelle notizie della BBC-Sciencenews diffuse su Twitter: “The Nazi book of anatomy still used by surgeons” (Fig.1), il libro di anatomia nazista ancora usato dai chirurghi. Non ho mai visto una testata giornalistica battere una notizia su un libro di testo di medicina, e mai avrei potuto immaginare che all’Università di Trieste si fosse consigliato agli studenti un “Nazi book”. Allora ho studiato il caso, scoprendo che Eduard Pernkopf era professore di anatomia all’Università di Vienna, la cui Scuola di medicina è stata all’avanguardia scientifica all’inizio del ‘900. Fig. 1 - Notizia del 19 agosto 2019. 3. Il problema dell’Atlante. L’opera di Pernkopf è stata pubblicata dall’editore Urban & Schwarzenberg con il titolo Topographische Anatomie des Menschen (Atlante di Anatomia Umana Topografica). Essa raccoglieva più di 800 magnifiche tavole illustrate ad acquarello (Fig.2). L’Atlante, venduto in edizioni tedesca, americana, spagnola, giapponese, greca e italiana, pubblicate fino a metà degli anni ’90, è presente nelle biblioteche di tutte le università, ma non è più in commercio. Infatti, tra il 1985 e il 1995 la comunità scientifica venne a sapere che Eduard Pernkopf era stato il preside nazista della Facoltà di Medicina di Vienna dal 1938 al 1943, che la sua squadra di disegnatori aveva cosparso le tavole illustrate di simboli nazisti (Fig. 3), e che i cadaveri derivavano da esecuzioni di dissidenti politici, tra cui alcuni ebrei, della città di Vienna. 2
giudicedonna.it Numero 1/2020 Fig. 2 - Collezione di firme e simboli nazisti nell’Atlante di Anatomia di E. Pernkopf. Fig. 3 – Fig. 238 del vol 1 dell'Atlante di Anatomia di E. Pernkopf (1963, ed. Piccin, Padova) 4. Eduard Pernkopf: anatomia e nazismo all’Università di Vienna. Nato nel 1888 in un villaggio austriaco, Pernkopf si laureò in medicina all’Università di Vienna nel 1912 e sviluppò la sua carriera con il prof. Ferdinand Hochstetter, dal quale ereditò la direzione del Secondo Istituto di Anatomia dell’Università di Vienna nel 1933. Nello stesso anno, Pernkopf s’iscrisse al partito nazista tedesco e l’anno dopo si affiliò alla Sturmabteilung, le camicie brune, sebbene fosse vietato in Austria. Pochi giorni dopo l’Anschluss dell’11 marzo 1938, Pernkopf fu nominato preside facente funzioni Dal 1943 alla fine della guerra, egli fu Rektor Magnificus dell’Università di Vienna, nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione del Reich (REM) a Berlino. Nel maggio 1945 egli perse gli incarichi e il ruolo accademico e nell’agosto dello stesso anno fu trovato dagli americani a Salisburgo e condotto al campo di Glasenbach (presso Salisburgo) per la denazificazione dei criminali. Dopo tre anni, l’ufficio del governo regionale di Salisburgo chiuse il suo processo per crimini nazisti, accogliendo il suo appello di cancellare l’accusa di gravi crimini di guerra, 3
giudicedonna.it Numero 1/2020 lasciando solo quella per reati minori. Pur senza ruoli accademici, fu comunque ospitato presso l’Istituto di Neurologia per continuare il suo lavoro di compilazione dell’Atlante. Morì a causa di un ictus il 17 aprile 1955. 5. Le tre principali responsabilità di Pernkopf Pernkopf ha tre grandi responsabilità: l’uso dei cadaveri, l’adesione al partito nazista e alla sua ideologia di sterminio, e la distruzione del capitale umano, sociale ed economico della Facoltà di Medicina di Vienna. 5.1. L’uso esorbitante di cadaveri. Anche se all’epoca le regole di acquisizione dei cadaveri per gli studi di anatomia erano diverse da quelle del dopoguerra, la deontologia medica ha dei principi che valgono dal tempo di Ippocrate, tra cui i più rilevanti per questa discussione sono: “Mi asterrò dal recare danno e ingiustizia” e “Non somministrerò ad alcuno, per quanto richiesto, un farmaco mortale, né prenderò mai l’iniziativa di offrire un simile consiglio”. Nel 1995, l’Autorità israeliana per la memoria dei martiri e degli eroi, Yad Vashem, chiese all’Università di Vienna di indagare sull’identità dei cadaveri e sulle cause di morte. La relazione dell’Università di Vienna sull’indagine storica riporta che 1377 corpi di oppositori politici, che subirono la pena capitale presso il tribunale locale, erano stati consegnati all’Istituto di Anatomia, ma solo un numero esiguo era di ebrei. L’uso dei corpi dei giustiziati per studi anatomici era previsto da norme emanate nel 1931 in Austria e nel 1939 nel Reich. Nell’Austria annessa, dove la pena capitale era eseguita anche per piccoli reati, il numero di cadaveri disponibili era cresciuto a dismisura (Fig.4). Questa fornitura all’Istituto di Pernkopf era chiaramente in conflitto con il principio di giustizia di Ippocrate: per esempio, la pena capitale inflitta per aver ascoltato notizie da radio straniere o per piccoli reati di mercato nero era contraria a qualsiasi principio di proporzione tra colpa e pena e quindi profondamente ingiusta e disumana. 4
giudicedonna.it Numero 1/2020 Fig. 4-L'allestimento dei resti dei giustiziati per i preparati anatomici 5.2. Appropriazione di cadaveri. Nei sotterranei dell’Istituto di Anatomia di Pernkopf, i cadaveri o loro parti erano conservati in vasche riempite di formalina, con la previsione di usarli in futuro. In questo modo, Pernkopf volle diventare il proprietario esclusivo di quei resti, creando un caso speciale di schiavitù, che dura non quanto la vita dello schiavo, ma quanto quella del suo padrone o addirittura dei suoi eredi, che ne possiedono i resti. Questi resti furono usati da Pernkopf anche dopo la guerra, come se la catastrofe, che il “suo” nazismo causò alla Germania e all’Austria, alla sua città e persino al suo Istituto (Fig. 5), non lo avesse portato ad adeguare il suo agire professionale, ritornando alle radici dell’etica medica comprese nel giuramento d’Ippocrate. Fig.5 –L'Istituto di Anatomia dopo il bombardamento dell'aviazione americana del 5 febbraio 1945 5
giudicedonna.it Numero 1/2020 5.3. Aggravante: duplicazione, imitazione o plagio. Ad aggravare il caso, si deve rilevare che il valore dell’opera, ancorché assolutamente scientifica in quanto fedele riproduzione della realtà, è prevalentemente estetico e non c’erano altre condizioni di necessità, come per esempio il supremo bene pubblico, di produrre un nuovo manuale. Infatti, i maestri viennesi di anatomia (come Ferdinand Hochstetter, Julius Tandler e Emil Zuckerkandl) avevano pubblicato diversi libri di testo di ottima qualità. Zuckerkandl pubblicò nel 1904 un’opera affine alla sua, per aspetto e utilizzo a supporto della chirurgia, le cui tavole erano a colori! Sicuramente l’opera di Pernkopf migliorava il livello di dettaglio anatomico e l’interesse perdurevole dell’editore testimonia eloquentemente il valore del nuovo Atlante topografico nel mercato dell’editoria scientifica. Tuttavia, questa valutazione è in parte estranea ad argomenti di qualità e novità scientifica. Si dovrebbe confrontare sistematicamente l’opera di Zuckerkandl con quella di Pernkopf, per trovare autentiche novità ed escludere il plagio. 6. L’adesione al partito nazista e l’igiene razziale negli studi di medicina. Da nazista convinto, Pernkopf non solo si fece promotore d’idee politiche, scientifiche e razziali perverse, ma le fece prevalere in modo arbitrario, dimostrandosi trasgressivo rispetto alle norme codificate e quelle “d’onore”. Pernkopf s’iscrisse al partito nazista già nel 1933, così sfidando le norme vigenti fino al 1938, che vietavano l’affiliazione al partito nazista, messo fuori legge dal governo dopo gravissimi atti terroristici. Si potrebbe ipotizzare che Pernkopf, mentre dirigeva l’Istituto di Anatomia da nazista clandestino, fosse influenzato da un clima d’incertezza in merito al rigore o tempestività con cui si dovevano osservare le diverse disposizioni di legge, per esempio per difetto di un chiaro indirizzo superiore. I fatti però contraddicono quest’ipotesi, poiché il “suo” preside, Egon Ranzi, vigilava, espellendo studenti scoperti di essere iscritti al partito nazista. Piuttosto, si deve osservare che la sua tessera nazista gli fu utile per conquistare una posizione negli organi direttivi della Società tedesca di Anatomia, quando probabilmente non aveva ancora raggiunto un elevato profilo scientifico. Dopo l’Anschluss, Pernkopf sprigionò il furore sovversivo contro Ranzi, Arzt e Kerl, medici e professori come Pernkopf, ma prima di lui 6
giudicedonna.it Numero 1/2020 anche presidi e rettori. Furono imprigionati, costretti alle dimissioni forzate e umiliati per essersi opposti al nazismo, pur da posizioni politiche pan-germaniche e anti-semite, ma fedeli alla Chiesa cattolica e allo Stato. 6.1. Il principio del Führer. Il 26 aprile 1938, nel suo discorso inaugurale da preside, egli impose a docenti e studenti il giuramento di fedeltà al Führer (Fig.6), introducendo così il Principio del Führer all’Università, prima libera nella ricerca e nella didattica, per garanzia costituzionale. Fig.6 - Conferenza inaugurale del preside E. Pernkopf all'Università di Vienna nel 1938. Il momento del giuramento a Hitler Per capire che cosa fosse, si deve accedere alle fonti compilate dalle vittime dei nazisti, come la Holocaust Encyclopedia, che spiega: “Questa linea di autorità extra-legale, nota come "Esecutivo del Führer" (Führerexekutiv) o "Principio del Führer" (Führerprinzip) si estendeva attraverso le file del partito nazista, delle SS, della burocrazia statale e delle forze armate. Ha permesso [omissis] di operare al di fuori della legge quando necessario per raggiungere gli obiettivi ideologici del regime, mantenendo la finzione di aderire alle norme legali. La nozione di "Principio del Führer" è stata spesso fraintesa da osservatori sia interni che stranieri, nonché da alcuni nazisti stessi per indicare l'obbedienza assoluta ai propri superiori. Come intendeva la leadership nazista, il concetto incarnava l'obbedienza ma implicava anche l'uso di una notevole immaginazione e iniziativa. Ciò ha permesso a un individuo che era certo di "lavorare per il Führer" di aggirare il suo superiore in determinate 7
giudicedonna.it Numero 1/2020 circostanze in cui le misure da lui proposte o prese dimostravano una migliore comprensione degli obiettivi a lungo termine del regime nazista”. Questa definizione ci aiuta a capire che il principio del Führer non era solo uno strumento per l’esercizio autoritario del potere, ma anche un dispositivo pseudo-razionale (ipocrita) per giustificare l’abuso del potere, attraverso l’eventuale e imprevedibile infrazione di regole e norme, e persino quelle della coscienza. In sintesi: obbedire al capo e trasgredire per il capo. 6.2. Il principio del Führer nell’Atlante. Segno di ubbidienza al Principio del Führer è stato firmare le illustrazioni con emblemi nazisti. Così Pernkopf ha diffuso il messaggio che morire e far morire per servire da modello o preparato anatomico per i suoi disegnatori fosse accettabile soggettivamente e legittimo oggettivamente, anche al di fuori dei protocolli stabiliti dalla legge del 1939. Il Principio del Führerci fa ipotizzare che i primi due volumi, pubblicati nel 1937 e 1941, potessero essere usati per guidare gli esperimenti nei campi di concentramento, che coinvolsero circa 25.000 vittime. Infatti, è certo che l’opera di Pernkopf fosse ben nota al Ministero dell’Istruzione del Reich (REM), che nominò Pernkopf preside nel 1938 e rettore nel 1943. Attraverso il canale del governo del Führer, l’Atlante avrebbe potuto essere distribuito ai medici dei campi di concentramento. In conclusione, la firma nazista sulle tavole del suo Atlante carica Pernkopf di potenziali responsabilità, impossibili da accertare, ma molto plausibili in linea teorica e proprio il principio del Führer consente di attraversare velocemente il limite tra teoria e realtà. 6.3. La disumanizzazione nell’Atlante. Sebbene gli emblemi nazisti siano stati rimossi nelle edizioni post- belliche dell’Atlante, ancorché alcuni residui appaiano nell’edizione italiana del 1963 (per es., Batke 44, Fig. 3), il carattere nazista dell’opera resta indelebile. Un tratto distintivo della disumanizzazione dell’Atlante di Pernkopf, che può notare anche un inesperto, è la firma che i disegnatori hanno apposto sulla maggior parte dei preparati anatomici. Quest’atto di vandalismo vorrebbe indicare che i miseri resti erano diventati loro proprietà, in virtù di un loro superiore potere, che derivò dalla loro convinzione e fedeltà nazista. 8
giudicedonna.it Numero 1/2020 6.4. Il principio del Führer nella medicina. Nel 1938, Pernkopf proclamò alla sua Facoltà che i medici “devono mettere la professione medica al servizio del nazionalsocialismo”, e perciò non dei malati. Pernkopf è responsabile, con l’imposto giuramento di fedeltà di docenti e studenti al Führer, di aver subordinato i dettati del giuramento di Ippocrate al Principio del Führer, mentre doveva essere viceversa. Perciò i medici erano dispensati dal rispettare il principio “Mi asterrò dal recare danno e ingiustizia” e potevano essere addirittura puniti per alto tradimento del Führer, se lo avessero osservato, a dispetto di ordini nazisti opposti. È così che tutta la professione medica nel Terzo Reich è stata travolta moralmente e trascinata a crimini medici efferati. 6.5. L’Igiene razziale nella Facoltà di Medicina. Il Principio del Führer aprì anche la strada ai crimini medici legati all’attuazione del programma di Igiene razziale, che aveva le sue basi nel Darwinismo sociale. L’ideologia nazista si proponeva di accelerare l’evoluzione naturale per creare un popolo sano e libero di difetti fisici. Subito dopo l’Anschluss, il governo cittadino aveva avviato il piano d’igiene razziale, creando un’anagrafe di 320.000 persone, circa il 15% della popolazione di Vienna, considerate “razzialmente inferiori” e quindi da sopprimere. Quasi tutte furono sterilizzate e circa 25.000 furono uccise con il programma di eutanasia. Questi sono crimini efferati, poiché la morte è stata inflitta non a persone colpevoli di azioni da loro pensate e deliberate, ma a persone sfortunate, vittime del caso o di condizioni ambientali avverse: colpevoli di essere vittime e nati o diventati sub-umani (Untermenschen). Queste persone erano più bisognose di altre e ciò per loro fu fatale. 7. La distruzione del capitale umano, sociale ed economico della Facoltà di Medicina di Vienna. 7.1. La cacciata di professori e studenti. L’espulsione immediata di circa il 55% dei docenti di medicina nel 1938, poi continuata fino al 1945, ha inflitto alla Scuola di Medicina di 9
giudicedonna.it Numero 1/2020 Vienna una ferita mortale, chiudendo, di fatto, il periodo d’oro della medicina viennese, con un’epocale diaspora intellettuale. Tra le eminenze fuggite in altri Paesi, si possono ricordare: Max Perutz, premio Nobel dell'anno 1962 e fondatore dell’Istituto di Biologia Molecolare a Cambridge nel Regno Unito, dove hanno lavorato 15 premi Nobel; Eric Kandel, Premio Nobel dell'anno 2000; Otto Loewi, premio Nobel dell'anno 1936; Carl Djerassi, inventore della pillola contraccettiva; Eugene Braunwald, che all’Università di Harvard ha coordinato la redazione del più importante libro di medicina interna; Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi. Il danno culturale ed economico causato alla città di Vienna e all’Austria dalla cacciata di questi medici e professori è incalcolabile. 7.2. La cacciata degli studenti stranieri. Vienna era meta di studenti stranieri, attratti dalla possibilità di fare pratica e lezioni private con illustri docenti. Per 40 anni prima del 1938, circa 32.000 studenti americani vennero a studiare a Vienna. Solo nell’anno 1936, questi studenti stranieri pagarono le tasse universitarie per circa 2.5 milioni di euro e contribuirono alla vivacità commerciale della città. Nel 1938 tutto questo cessò, anche perché la maggior parte degli studenti stranieri era ebrea. 8. Pernkopf in fuga da sé stesso. Queste riflessioni indicano che la principale questione etica del caso Pernkopf, che riguarda l’identità dei cadaveri usati per i modelli anatomici prima della guerra, è circondata da molte altre responsabilità di ampia portata personale, sociale e storica. Pernkopf ci appare come persona posseduta da un’ambizione personale sproporzionata alle sue effettive capacità, dato che fece della sua fedeltà incondizionata a figure esterne, come il suo riverito maestro Ferdinand Hochstetter o poi il partito nazista, il mezzo per la sua scalata sociale nell’Università, nella sua società scientifica e nella città di Vienna. Il suo cinico e vile opportunismo è stato anche messo agli atti, quando si trovò davanti al tribunale che lo dovette giudicare per il suo passato nazista. Egli si difese minimizzando la sua adesione al nazismo, dicendo, 10
giudicedonna.it Numero 1/2020 per esempio, che fu sì iscritto al partito nazista dal 1933, senza però aver pagato le quote associative o dichiarando che la sua adesione alle camicie brune nel ruolo direttivo fu un automatismo attuato a sua insaputa dal partito nazista! Non stupisce perciò che il Giuramento di Ippocrate non avesse alcun significato per questi nazisti della prima ora. Iconografia FIGURA 1 - https://www.bbc.com/news/health-49294861 FIGURA 2 – Tratto dal volume di Proprietà dell’autrice. FIGURA 3 - Tratto da: Yee, A., Zubovic, E., Yu, J., Ray, S., Hildebrandt, S., Seidelman, W. E., et al. (2019). Ethical considerations in the use of Pernkopf’s Atlas of Anatomy: A surgical case study. Surgery 165, 860–867. FIGURA 4 - Tratto da: Spann, G. (1998). Untersuchungen zur Anatomischen Wissenschaft in Wien 1938-1945. pag. 48. https://www.doew.at/cms/download/3of0q/spann_jb_1999.pdf FIGURA 5 - https://geschichte.univie.ac.at/de/bilder/universitaet-wien-anatomisches- institut-bombenschaeden-0 FIGURA 6 – https://geschichte.univie.ac.at/en/images/inaugural-lecture-dean-eduard- pernkopf-wearing-sa-uniform-after-reopening-university-vienna Bibliografia (principali fonti) -Schütz, W. (2018). “Anschluss” 1938—what do we still feel? in Anschluss 1938: Aftermath on Medicine and Society, eds. W. Schütz, L. Erker, O. Rathkolb, and H. Sitte (Wiener klinische wochenschrift-), 279–341. doi:10.1007/s00508-018-1366-4. -Hildebrandt, S. (2016). The anatomy of murder: Ethical transgressions and anatomical science during the Third Reich. Berghahn Books. -Carstens, P. (2012). Revisiting the infamous Pernkopf anatomy atlas: historical lessons for medical law and ethics. Fundamina A J. Leg. Hist. 18, 23–49. -Vienna, M. U. of (2020a). A World Leader for Centuries: The History of MedUni Vienna. Med. Univ. Vienna.Availableat: https://www.meduniwien.ac.at/web/en/about- us/history/ [Accessed February 1, 2020]. 11
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