INFORMATICA MUSICALE Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio - Caltanissetta
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¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Informatica musicale Informatica musicale è una materia vastissima che Argomenti principali: collega due grandi mondi e che ne implica diversi altri fra cui il più importante è l’acustica. Considerata la mole enorme delle conoscenze - Audio analogico/digitale inerenti questi ambiti sarà necessario concentrare l’attenzione su alcuni argomenti fondamentali per - Hardware/Software creare le condizioni utili affinché si possa intraprendere un percorso cosciente di utilizzo delle risorse tecnologiche e un corretto background - Cavi, microfoni, mixer, diffusori culturale per affrontare le continue scoperte che avvengono nel campo della tecnologia applicata - Tecniche di ripresa microfonica alla musica. Indispensabile sarà l’approccio bi- lingue legato all’inglese poiché molti termini si - Tecniche di missaggio audio prestano a fraintendimenti e spesso per una ricerca efficace sono unicamente in lingua inglese.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Audio analogico e digitale Nel mondo dell’informatica musicale tutto ciò che riguarda la Il segnale audio analogico, definito anche musica e il suono viene definito AUDIO. Occorre però sempre avere segnale continuo, differisce dal segnale audio in mente e distinguere i due grandi settori dell’audio, che digitale, chiamato anche discreto, per la sua infinita possibilità di individuare due punti, per corrispondono a due modi diversi di tradurre il suono, quello quanto vicini, al suo interno. L’audio digitale analogico (ad esempio nastro magnetico, vinile) e quello digitale infatti per quanto ad alta definizione prevede (ad esempio cd, dvd, file audio). sempre uno “scalino” tra un campione ed un altro. Più in generale si intende sempre per analogico il suono non convertito in numeri, quindi tutte le varie fasi prima e dopo la I parametri dell’audio digitale che permettono conversione A/D e D/A. di ridurre questi intervalli di campionamento nei due assi della frequenza e dell’ampiezza sono ¨ Es. Il suono emesso da una voce che canta è analogico, viene trasdotto da un microfono in segnale rispettivamente la frequenza di campionamento elettrico e rimane analogico, passa attraverso un cavo rimanendo analogico e così pure passando dentro un reverbero a molla, arriva a una scheda audio e nello specifico attraverso il circuito di e la risoluzione in bit. conversione analogico/digitale che trasforma il segnale elettrico in segnale numerico, da quel momento in poi viene trattato dal computer come segnale digitale, una volta elaborato viene I moderni convertitori A/D (analogico-digitali) mandato alla riproduzione, uscendo dalla scheda audio viene nuovamente trasformato in analogico consentono di acquisire un segnale audio a e arriva attraverso i cavi all’interno dei diffusori che a loro volta trasducono il segnale da elettrico frequenze di campionamento che arrivano fino a in meccanico attraverso l’oscillazione dei coni mantenendo la definizione di suono analogico. 192khz/sec e con bitrate a 64bit (385 db).
Esempio visuale del “viaggio” sonoro dalla ripresa alla riproduzione In questo caso gli effetti utilizzati sono digitali, ma possono essere benissimo anche o solo analogici e venire inseriti sia prima che dopo la conversione in digitale.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Formati audio digitale ¨ Una volta convertito, il segnale audio in digitale FORMATI NON COMPRESSI rappresenta un contenuto che ha però bisogno di una Il segnale così come acquisito si presenta nella sua convenzione utilizzata dal calcolatore per leggere, forma originale, i formati di riferimento in questo caso scrivere e interpretarlo. Questo accade per tutti i tipi di sono il formato WAVE con estensione .wav e file, ogni formato viene definito comunemente tramite l’equivalente Apple AIFF con estensione . aiff l’estensione (es. formato jpeg estensione .jpg). FORMATI COMPRESSI ¨ Nel caso dei formati audio esistono diverse categorie di formato: non compressi, compressi con perdita dati I formati compressi nascono dall’esigenza di ridurre e compressi senza perdita di dati. l’impiego di spazio di memoria. Per fare ciò vengono utilizzati dei codec, vale a dire dei software capaci di ¨ E’ importante conoscere bene e identificare subito che codificare dati per memorizzare e in questo caso tipo di file si sta utilizzando, sia in fase di ascolto che di comprimere. Esistono formati compressi con perdita di modifica o acquisizione poiché le differenze possono dati (lossy) il più utilizzato è l’.mp3 e senza perdita di essere determinanti. dati (lossless) come il .flac o il .ape
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Compressi e non FORMATI COMPRESSI LOSSY FORMATI COMPRESSI LOSSLESS FORMATI NON COMPRESSI MP3 estensione .mp3, il più famoso dei formati FLAC compressi lossy, bitrate variabile di solito Free Lossless Audio Codec è un diffuso codec WAVE 32 bit o 64 bit utilizzato 128kb/s o 192 kb/s audio libero raggiunge compressioni importanti, I normali file wave hanno un limite di dell'ordine del 30-50% dimensione pari a 2 GB, il formato wave64 AAC versione dell’MPG-4 (equivale nei fatti a M4A) consente invece di creare file con a parità di compressione, garantisce una qualità APE (Monkey Audio; .ape): Formato che permette dimensione superiore ai 2 GB. sonora migliore dell’MP3 standard ed è utilizzato, di ridurre di circa il 50% lo spazio occupato Estensione .wav fra gli altri, dalla Apple per iTunes. dalla nostra musica (in certi casi anche di più) AIFF MPC (PPEGplus, MPEG+, MP+) estensione .mpc senza alcuna perdita in qualità. Un altro formato, equivalente al wave ma o .mp+ o mpp algoritmo di compressione open realizzato dalla Apple è l’ (Audio source. Secondo molti test garantisce qualità LA (Lossless Audio: .la): Il formato no-lossy che audio migliore rispetto all’MP3 comprime di più. La conversione in questo Interchange File Format). Estensioni: .aif, .aiff, .snd REAL AUDIO estensione .ra formato è lentissima, però ottiene la migliore Adatto ad alti rapporti di compressione. Utilizzato spesso per l’ascolto in streaming e nella compressione in assoluto rete in genere. Bassa qualità
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Standard Audio Digitale SAMPLE RATE o FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO Rappresenta il numero di volte in cui la frequenza del suono viene campionata al secondo dal circuito di Sample and Hold di un ADC (convertitore analogico/digitale). Lo standard di campionamento del CD audio è di 44.100hz, lo standard che invece viene utilizzato nelle applicazioni audiovisive (DVD) è di 48.000hz. BIT RATE o RISOLUZIONE IN BIT Rappresenta la definizione dinamica e identifica in quanti gradini viene suddiviso l’ampiezza d’onda (dB) Gli standard per la risoluzione in bit vanno dal 16 bit (96 dB) del formato CD audio, ai 24 bit (144 dB) dei DVD fino ai 64 bit (385 dB) che rappresentano il massimo ma ancora non concretamente applicati a formati particolarmente diffusi.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Audio Multicanale Altro parametro determinante per l’audio digitale è il numero di canali contenuti dal file. I più utilizzati sono il monofonico (1ch), lo stereofonico (2ch), la quadrifonia (4ch) e il surround (5.1ch) o (7.1ch)
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Hardware e Software I termini inglesi di hardware e software potrebbero essere tradotti vagamente con le parole attrezzature e applicativi. Anche in questo caso, vista la moltitudine di utilizzi e possibilità, spesso i termini vengono estesi anche a elementi che analizzeremo singolarmente in seguito. Per il momento è bene tracciare uno schema basilare dei principali elementi indispensabili per lavorare con l’audio digitale. Per hardware audio si intendono tutti i componenti fisici di un personal computer (o più modernamente di tutti i dispositivi di calcolo anche portatili come laptop, tablet, smartphone) e in particolar modo il componente dedicato al suono, l’interfaccia audio. Per quanto riguarda il software oltre ai codec di gestione audio si intende principalmente i programmi chiamati sequencer e altri applicativi quali plug-in di effettistica o librerie di suoni digitali VST, o anche i linguaggi di programmazione audio come CSOUND, oltre che ovviamente i sistemi operativi, i programmi di conversione ed i programmi di condivisione.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio D.A.W. Digital Audio Workstation L’insieme di attrezzature hardware e software necessarie per realizzare una macchina che permetta di lavorare con l’audio digitale viene chiamata D.A.W. (Digital Audio Workstation). Nei tempi moderni anche un semplice smartphone può svolgere l’insieme delle funzioni una D.A.W. ma in realtà una D.A.W. professionale può arrivare anche a costare centinaia di migliaia di euro. Nella maggior parte dei casi oggi una D.A.W. è formata principalmente da un computer, una scheda audio, software di sequencing, delle cuffie, dei monitor da ascolto vicino, una tastiera o un controller midi, un mixer e in alcuni casi effettistica analogica (es. compressori, equalizzatori, reverberi..) Elaborare progetti di audio digitale è uno dei compiti più difficili e intensivi che si possano richiedere ad un computer, è per questo che è richiesto sempre un calcolatore up-to- date.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Il computer Andiamo ad analizzare brevemente i singoli componenti consigliati per una D.A.W. nel 2018. CPU, la CPU è il cuore del sistema di calcolo ad oggi i sistemi più performanti sono basati sulla tecnologia Intel i9 o i7 o AMD Ryzen, i prezzi arrivano a variare dai 150 ai 1500€ MOTHERBOARD, la scheda madre è la base su cui tutti i componenti vengono collegati e attraverso la quale tutto viene trasmesso, le marche di riferimento sono ASUS, ASROCK E MSI i prezzi variano da 70 a 250€ GPU, la scheda video si occupa ovviamente della gestione della grafica e può risultare determinante qualora si dovesse lavorare a progetti audio/visivi, marchi consigliati GeForce e Radeon i prezzi vanno dai 200 ai 2800€ RAM, la memoria volatile vi permette di aprire i programmi e tenerli aperti e performanti fino al salvataggio, marche consigliate Crucial, Corsair e Kingston, consigliato setup minimo 16/32gb, prezzi da 150 a 700 €
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Il computer SSD, la memoria fissa, lo spazio interno dedicato al sistema operativo ed ai software, è pratica comune utilizzare per questo scopo i dischi a stato solido perché più veloci ed affidabili, oltre che silenziosi. Marchi consigliati Samsung, WD, Intel, capacità minima 250/500gb prezzi dai 150 ai 1000€ HDD, l’archiviazione esterna è indispensabile per conservare i progetti su cui si lavorerà, marchi consigliati Seagate, WD, Toshiba, capacità dai 2 agli 8 TB prezzi dai 50 ai 250€ CASE, per contenere tutti questi elementi è necessario un contenitore che sia all’altezza: robusto, insonorizzato e ben ventilato. Marchi Cooler Master, Corsair, Fractal, prezzi dai 50 ai 250€ MONITOR, se pur possa sembrare strano per lavorare con l’audio è importante avere uno o più monitor per una visuale ben ampia, in modo da poter controllare le diverse finestre di gestione contemporaneamente. Minimo 27 pollici, marchi consigliati Asus, Acer, Benq, LG prezzi da 250 a 1000€
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Interfaccia audio Siamo arrivati al centro focale 1 Tipologia di collegamento dell’hardware per l’audio digitale, la scheda 2 Numero e tipologia di Ingressi/Uscite o interfaccia audio. Inizialmente e tutt’ora 3 Formato semplicemente integrata in sistemi non 4 Performance dedicati all’audio professionale; negli ultimi 5 Compatibilità anni è letteralmente esplosa per potenzialità e varietà, oggi infatti non è strano trovare delle schede audio integrate direttamente nei mixer o addirittura in pedalini multi-effetto. Andiamo a vedere alcune caratteristiche determinanti per la scelta corretta dell’interfaccia audio da utilizzare.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Interfaccia audio 1 Tipologia di collegamento E’ importante scegliere la propria scheda audio in base al tipo di connessione presente nel pc che possediamo o nel caso in cui l’acquisto venga fatto in simultanea considerare quale connessione sia più veloce e longeva. Le connessioni possibili ad oggi in ordine di velocità sono USB, Firewire, Thunderbolt e PCIE. 2 Numero e tipologia di Ingressi/Uscite Fondamentale è anche il numero e la tipologia di connessioni presenti sull’interfaccia, perché da queste dipendono le possibilità di utilizzo, gli I/O possono essere analogici o digitali, MIDI, combo, preamplificati o non, possiamo avere una o più uscite dedicate all’ascolto in cuffia, ma soprattutto variano nel numero. Solitamente maggiore è il numero delle connessioni più alto è il prezzo, è bene anche considerare che un ingresso preamplificato da solo è molto più costoso di un ingresso di linea.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Interfaccia audio 3 Formato Un altro aspetto da considerare è il formato, le schede infatti possono avere diversi formati in base all’utilizzo richiesto, desktop per chi ne fa un utilizzo casalingo, rack-mounted per chi è intenzionato a farne un utilizzo live e quindi immagina di inserirlo dentro un flight case per protezione e comodità di trasporto, l’ultimo formato è legato alla connessione PCIE che non prevede infatti uno chassis ed è dunque indirizzato per un utilizzo costante all’interno dello stesso pc fisso. Per quanto riguarda il formato è dunque bene considerare la robustezza e la trasportabilità. 4 Performance La performance è determinante e incide profondamente sul piano economico, alcuni fattori che influiscono sulla performance di una scheda sono la capacità di avere una bassa latenza, la qualità dei preamplificatori e dei convertitori AD/ DA e la capacità di produrre file ad alta definizione in bit e sample rate.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Interfaccia audio 5 Compatibilità Con il discorso compatibilità introduciamo anche il prossimo capitolo che riguarderà il software, in generale quasi tutte le interfacce audio si interfacciano senza problemi con tutte i software di sequencing, ma bisogna sempre tenere d’occhio anche questa evenienza perché ad esempio il software ProTools fino a qualche anno fa lavorava solo con l’interfaccia dedicata. Nel discorso compatibilità va considerato anche quanto le case delle interfacce vadano aggiornando i driver di interfacciamento con i SO, può accadere per qualche interfaccia datata che abbia problemi ad essere riconosciuta dai nuovi release dei SO. Ad oggi le marche per le interfacce audio consigliate ad un livello semi-pro o professionale sono: Focusrite, RME, Presonus, Apogee, Antelope, MOTU, Avid, UA, M- Audio.. I costi variano dai 100 agli oltre 2000€
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Software I software per l’elaborazione audio possono differire in maniera sostanziale fra di loro: acquisizione da supporto, didattica, sequencing, plug-ins, analisi, scrittura e notazione, composizione, gioco, lettori, sintesi, visualizzazione grafica, orchestrazione virtuale, composizione automatica, campionamento, editing, conversione e molti altri. Concentreremo la nostra attenzione su quelli che possiamo considerare gli strumenti più potenti che incorporano in realtà molti dei software citati in un solo ambiente di lavoro, motivo per cui a loro volta vengono chiamando DAW loro stessi anche se il nome corretto e adatto ad evitare fraintendimenti è sequencers.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Sequencer I software per il sequencing sono programmi utili a registrare, modificare o produrre file audio, che possono essere non solo brani musicali ma anche parlati o effetti sonori. Ai primordi potevano essere integrate in sistemi hardware, o in parte lo sono tutt’oggi in piccoli sistemi autosufficienti, ultimi utilizzi sui dispositivi mobili prendono il nome di MAW Mobile Audio Workstation. Gli utilizzi di un sequencer sono basati sulla possibilità di un controllo di tracce multiple, un sistema più o meno complesso di mix e un settore dedicato al routing per effetti, plug-ins e per controllare i diversi canali delle interfacce audio. Ulteriori possibilità sono quelle di scrivere musica in MIDI, programmare delle automazioni, modificare le tracce a livelli molto minuziosi e complessi e utilizzare il sequencer come uno strumento musicale, sia per il controllo dal vivo attraverso un controller midi simile a uno strumento, sia attraverso il lancio e la modifica in tempo reale di basi o piccole tracce.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Sequencer Esistono moltissimi software dedicati al sequencing, alcuni sono gratuiti fra questi il più diffuso è Audacity, altri funzionano solo su determinati sistemi operativi e ognuno ha delle caratteristiche che differendo anche lievemente dagli altri permettono un utilizzo più o meno specialistico pur mantenendo quasi tutte le varie possibilità operative classiche. Ableton Live è il software che recentemente vive la maggiore diffusione ed è il più indicato per l’utilizzo appunto dal vivo nella mondo della musica elettronica. Pro Tools è il sequencer per eccellenza, considerato lo standard della produzione di audio digitale mondiale da sempre. Cubase è fra i più indicati per l’utilizzo del MIDI e quindi per la programmazione di VST e orchestrazioni virtuali, così come Nuendo con qualche attenzione in più per l’audiovisivo. Logic Pro è più indicato per le produzioni prettamente audio e ha un importante database di suoni campionati. Altri consigliati sono Audacity, Reaper, Digital Performer, Fl Studio..
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Cavi e connettori l trasporto del segnale audio è affidato a dei cavi che possono avere diverse caratteristiche di connessione e presupporre l’utilizzo di adattatori per le più svariate connessioni. Consideriamo che ogni cavo ha una sua versione maschile e una femminile, di solito il maschile trasporta il segnale e il femminile lo riceve e può essere integrato in un supporto. Una principale differenza si può evincere tra cavi analogici (MINIJACK, JACK, XLR) e cavi digitali (AES3, SPDIF, ADAT, MADI). Altra importante differenziazione è quella che separa i mondi delle connessioni analogiche cosiddette sbilanciate (JACK MONO) da quelle bilanciate (JACK STEREO, XLR). Ultima menzione è per i cavi di potenza con connettori Speakon o Jack servono per collegare gli amplificatori ai diffusori
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Cavi analogici CAVO JACK o TRS Esistono diversi tipi di cavi Jack: mono, stereo, tricanale.. Possono differire anche nel diametro: 6,5mm (ampli, casse, mixer, strumenti..) 3,5 mm (lettori mp3, lettori cd, auricolari..). Si differenziano anche per la loro forma: dritti o a pipa. Mono (un solo canale) e Stereo (due canali, destro e sinistro) Il tipo di segnale può essere: Sbilanciato: Massa- Segnale Bilanciato: Massa- Polo caldo (canale sinistro) – Polo freddo (canale destro) CAVO XLR (CANNON) Utilizzato comunemente per le connessioni dell’audio professionale. Comunemente chiamato Cannon per via del costruttore originale, la Cannon Electric. Nella sua versione a tre poli Pin1 =massa, Pin2 =Polo caldo, Pin 3 Polo freddo. Normalmente usato per le linee audio bilanciate ed è il più impiegato per il collegamento dei microfoni. CAVI MULTIPLI Spesso i cavi analogici vengono anche raggruppati comodità con singole o doppie connessioni DSUB per studio o in STAGE BOX per i live.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Cavi digitali Il cavo digitale è appositamente studiato per trasportare segnale audio digitale, ovvero in formato numerico, ed esiste in due diversi tipi: 1. Elettrico chiamato anche coassiale con connettore tipicamente RCA 2. Ottico con connettore tipicamente TOSLINK I protocolli digitali principali sono quattro: 1. AES3 o AES/EBU – connettore XLR, n° ch 2 2. S/PDIF – connettore TOSLINK, n° ch 2 3. ADAT – connettore TOSLINK, n° ch 2/4/8 4. MADI – connettore BNC coax o SC ottico, n°ch 28, 56, 64
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni I microfoni sono dei trasduttori che permettono la conversione delle onde di pressione sonora in segnale elettrico. Le principali categorie di microfoni sono: microfoni dinamici, microfoni a condensatore (diaframma stretto o diaframma largo), radiomicrofoni, microfoni a nastro, piezo. I microfoni differiscono anche dal loro angolo di ripresa (diagramma polare), vale a dire la direzionalità di acquisizione sonora. In alcuni di essi è possibile ottenere diverse angolazioni di ripresa utilizzando uno switch on board, altri sono pensati per applicazioni dedicate, come i microfoni binaurali o i microfoni unidirezionali. Altro parametro caratterizzante è la risposta in frequenza, vale a dire la capacità di risposta lineare a sollecitazioni nello spettro che va dai suoni più gravi ai più acuti.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni Bisogna però approfondire qualche parametro, partiamo dalla differenza fra diaframma stretto e largo, solitamente utilizzata soltanto per i microfoni a condensatore è importante per individuare anche esteticamente i microfoni. Il diaframma stretto di solito corrisponde a microfoni a forma di ‘penna’, il diaframma largo invece corrisponde ai microfoni a parallelepipedo, il primo inoltre tende ad essere molto più fedele al pattern polare alle diverse frequenze anche se con una potenza in ingresso lievemente inferiore. Solitamente i microfoni vengono dotati di una scheda tecnica dalla quale si evincono oltre le risposte alla varie frequenze per i pattern polari, anche la risposta in frequenza a diverse distanze, considerando anche l’importante effetto prossimità che spesso tende e a enfatizzare fastidiosamente alcune fasce di frequenze.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni esempio di risposta in frequenza dei microfoni di famosi modelli di smartphone
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni dinamici Microfoni dinamici Il microfono dinamico è strutturalmente simile ad un piccolissimo altoparlante, con funzionamento inverso: sfrutta il fenomeno dell'induzione elettromagnetica per convertire il movimento di una membrana in forza elettromotrice, il movimento della bobina mobile in un campo magnetico genera una corrente elettrica proporzionale all'ampiezza dei movimenti dell'avvolgimento e quindi alla magnitudo del segnale acustico. Le caratteristiche di robustezza, economicità e alta resistenza agli inneschi rendono di questi microfoni l’ideale per gli spettacoli dal vivo. I più utilizzati sono: gli Shure SM57 e SM58 e beta58, e il beta 52, gli Electrovoice RE20, AKG D112, Sennheiser MD421...
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni a condensatore Microfoni a condensatore Il microfono a condensatore è un tipo di microfono che sfrutta l’effetto capacitivo. Ritenuto qualitativamente migliore perché più sensibile alle sollecitazioni, tuttavia la capsula non ha un grande rendimento per cui è necessaria all’interno del microfono la presenza di un preamplificatore per alzare il livello del segnale generato, il quale però necessita di essere alimentato dal cavo (48v o phantom). Esistono però anche i microfoni ad elettrete che avendo la capsula prepolarizzata non necessitano di alimentazione phantom. Le caratteristiche di qualità e fragilità fanno di questi microfoni l’ideale per gli studi di registrazione. Alcuni modelli particolarmente utilizzati sono: Neumann U87 e U89, Akg C414, Rode NT1, AudioTechnica 2050..
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Microfoni a nastro Microfoni a nastro I microfoni a nastro utilizzano un sottile ed ondulato nastro di metallo sospeso in un campo magnetico per generare segnale elettrico. Di solito questi microfoni sono bi-direzionali in quanto il nastro è aperto da entrambi i lati, non necessitano di alimentazione phantom (potenzialmente deleteria) ma spesso hanno un trasformatore esterno. I modelli più datati sono molto delicati, la tecnologia costruttiva ha compiuto passi da gigante e ha reso questi microfoni molto più resistenti, unici per quanto riguarda la resa sonora e la risposta in frequenza. L’utilizzo primario è in studio per le voci parlate, il cantato e gli strumenti acustici. Modelli più diffusi: Beyerdynamic 160s, Royer r-121, RCA type 77-DX, Coles 4038..
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Mixer Il mixer è il cuore di un sistema audio, sia per il live che per lo studio di registrazione, e consente di miscelare e modificare più segnali audio contemporaneamente. I mixer possono essere analogici, digitali o virtuali, ed in alcuni casi fungere anche da interfaccia audio, elemento determinante è il numero di ingressi e di uscite (aux o main) che permettono alla macchina di miscelare più segnali e quindi di avere maggiori possibilità di impiego. In alcuni casi i mixer sono dotati anche di un effettistica integrata che consente l’elaborazione del segnale direttamente on-board. Qualora questa non sia presente è pratica diffusa utilizzare un sistema chiamato out-board di natura analogica o in alternativa una serie di plug-ins che svolgono la medesima funzione tramite algoritmi digitali.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Channel strip E’ pratica corretta e funzionale 1. INGRESSO può essere un connettore XLR, Jack o considerare il mixer un insieme di combo strip, vale a dire una sequenza di 2. GAIN controllo di guadagno che permette di regolare possibilità di lavoro su ogni singolo la sensibilità di ingresso del segnale canale in ingresso. 3. EQUALIZZATORE può presentare varianti a seconda Ciascuna strip varia nel contenuto del modello ma è sempre basato su una serie di filtri che da modello a modello, alcune svolgono la funzione di accentuare o diminuire il volume caratteristiche principali sono presenti comunque nella maggior di determinate frequenze all’interno del segnale in parte dei mixer. Nonostante la ingresso comune semplicità strutturale le 4. AUX controlla la quantità di segnale da inviare alle possibilità di costruzione sono uscite secondarie moltissime e i prezzi di conseguenza 5. PAN regola la quantità di segnale nel panorama variano dalle centinaia alle decine stereo – destra/sinistra di migliaia di euro. Le case 6. SOLO / MUTE pulsanti che permettono di attivare o costruttrici più diffuse sono: disattivare il singolo canale e/o di disattivare o attivare Allen&Heat, Alesis, DiGiCo, Mackie, tutti i rimanenti Midas, Soundcraft, Tascam, 7. FADER O LEVEL regola il livello o volume del segnale Yamaha.. primario di uscita
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Diffusori I diffusori sono dei trasduttori che trasformano segnale elettrico in onde di pressione sonora. I diffusori si diversificano principalmente fra diffusori attivi (i quali contengono al proprio interno l’amplificatore) e diffusori passivi i quali hanno bisogno di essere collegati ad un amplificatore esterno. Importante il numero e la tipologia di connessioni, altro elemento caratterizzante è il numero di coni presenti nel diffusore (chiamati anche vie) che ne può determinare anche la tipologia qualora siano coni singoli (es. subwoofer) e dal diametro degli stessi che ne determinano anche dimensioni e utilizzo o classe: Class 1 – cono 4,5 ’’ per piccoli ambienti Class 2 – cono da 5 a 8’’ per piccoli/medi ambienti chiusi Class 3 - cono da 6,5 a 12’’ per spazi medi all’aperto Class 4 – cono da 10 a 15’’ per grandi spazi all’aperto
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Diffusori Solitamente i monitor per ascolto da interni vengono anche definiti nearfield per ambienti piccoli, midfield per ambienti medi e farfield per ambienti grandi. La misura dei coni influisce anche su dimensioni e peso, importante anche per l’eventuale necessità di trasporto nell’utilizzo dal vivo. Altro elemento caratterizzante è la tipologia costruttiva: a tromba, bass reflex o a sospensione pneumatica. Altro elemento importante spesso fonte di fraintendimenti è la potenza nominale (o continua) e di picco. Altri elementi variabili sono l’impedenza (es. 4, 8, 16 ohms), la frequenza del crossover (il crossover è il meccanismo che suddivide lo spettro delle frequenze in zone inviandole ai relativi coni), la linearità frequenziale vale a dire la resa in tutte le fasce di frequenza e il maxSPL vale a dire il volume massimo tollerato. Anche in questo caso i prezzi variano in maniera importante e vanno dalle centinaia alle migliaia di euro. Le case costruttrici più diffuse sono: Bose, Celestion, Electro-Voice, JBL, KRK, Martin, Meyer, RCF, QSC, Yamaha...
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Cuffie Un paragrafo va dedicato alle cuffie, uno strumento molto diffuso su diversi livelli, non solo per l’ascolto ma anche a livello professionale sia per i musicisti che per gli ingegneri del suono. Le cuffie altro non sono che due piccoli altoparlanti posizionati direttamente a contatto con le orecchie, le peculiarità rispetto all’ascolto tradizionale sono: isolamento dalle fonti sonore esterne, più o meno a seconda del modello, e una resa del panorama stereo molto più definita. Le caratteristiche determinanti sono la forma e la struttura, le cuffie possono essere infatti: circumaurali (che inglobano per intero l’orecchio) o sopra-aurali (poggiate sull’orecchio); aperte, semi-aperte o chiuse a seconda della quantità di isolamento (spesso maggior isolamento corrisponde a meno qualità per questo si tende a usare cuffie chiuse per acquisire e aperte per mixare). Sconsigliato in genere l’utilizzo degli auricolari in quanto essendo inseriti direttamente dentro il padiglione auricolare sono potenzialmente molto nocivi all’udito. Da menzionare gli in-ear-monitor (IEM) utilizzati nei live, sono degli auricolari ad alta qualità, spesso realizzati su misura. Di recente scoperta ed utilizzo le cuffie a cancellazione di fase capace di ridurre il rumore esterno del 99% e le cuffie con collegamento bluetooth o wi-fi. I prezzi variano dai 50/100€ fino anche a 2000€, le marche più importanti sono: Akg, Sony, Sennheiser, Shure, Beyerdynamic..
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di ripresa microfonica Il microfono rappresenta forse l’elemento più influente nella storia della musica dell’ultimo secolo e non solo, il microfono ha permesso infatti di documentare una serie infinita di realtà sonore, ciò ha comportato una serie di studi e sperimentazioni sull’utilizzo di questo strumento che presentano ancora enormi margini di ricerca. Andremo ad analizzare una serie di caratteristiche delle varie tecniche più diffuse: • Variabili • Posizionamento • Distanza • Tecniche stereo Rimandiamo lo studio dettagliato dei suggerimenti strumento per strumento a documentazioni specifiche, raccomandata in generale la scelta dei microfoni considerando l’escursione frequenziale della sorgente sonora e preferibile usare pochi microfoni piuttosto che troppi.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di ripresa - Variabili Esistono un’ infinità di schemi e consigli su come scegliere e posizionare i vari microfoni, il consiglio però è quello di prendersi del tempo e seguire il proprio orecchio poiché le seguenti variabili di base circa la sessione di registrazione/ amplificazione possono essere determinanti: 1 Grandezza, materiali costruttivi, reverbero naturale, presenza di altre fonti sonore del luogo 2 Marca, modello, dettagli peculiari, modalità esecutive dello strumento 3 Gusto, tipologia di produzione, approccio creativo del genere musicale La consapevolezza di queste variabili e la capacità di applicare in maniera corretta e/o creativa le conoscenze dell’acustica, delle caratteristiche dei microfoni e delle possibilità di post-produzione possono indirizzare in maniera efficace la sessione.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di ripresa - Posizionamento Un buon posizionamento del microfono può avere una resa superiore ad un suono ripreso malamente ed editato in post-produzione, ecco dunque alcuni aspetti generali ma determinanti nel corretto posizionamento dei microfoni: 1 Distanza dalla fonte sonora Per la quale bisogna considerare: volume ottenuto, effetti di prossimità indesiderati, suoni estranei non voluti, nella ripresa dal vivo rischio feedback (effetto Larsen), necessità particolari dovute a riprese video in simultanea 2 Angolazione rispetto alla fonte sonora Per l’angolazione è determinante considerare il tipo di onda sonora prodotta dallo strumento e il funzionamento dello stesso, da dove parte il suono e come si propaga 3 Differenze di fase rispetto ad altri microfoni utilizzati Qualora vengano utilizzati più microfoni simultaneamente si potrebbero verificare nella riproduzione cancellazioni di fase non volute 4 Attitudini e libertà di movimento dell’esecutore Anche se sembrerà scontato spesso viene sottovalutata la necessità dell’esecutore, per caratteristiche proprie o dello strumento, di eseguire dei movimenti che possono portarlo a variare la posizione rispetto all’angolo di ripresa del microfono o addirittura ad andare a collidere con lo stesso, determinando in fase di registrazione disturbi non voluti che potrebbero risultare fatali
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di ripresa - Distanza Tecniche base riguardanti la distanza dalla fonte sonora: 1 Close miking: i microfoni vengono posizionati a breve distanza dalla fonte sonora, ottenendo un suono non reverberato e riducendo i suoni indesiderati. 2 Ambient: suono ambientale, solitamente un microfono a condensatore viene posizionato distante dalla fonte sonora puntando ad ottenere un suono naturale che riproduce fedelmente l’ambiente in cui viene effettuata la ripresa. 3 Room miking: è la combinazione delle prime due tecniche, spesso utilizzato per la ripresa delle chitarre accompagnamento nel rock, permette di bilanciare i due suoni separatamente 4 Accent or spot miking: può accadere che la tecnica precedente renda complesso il balancing a causa delle due diverse rese ambientali, per questo motivo il microfono close viene posizionato a distanza ragionevole e successivamente bilanciato in fase di missaggio 5 Utilizzo strumentale dei microfoni: tecnica sperimentale, prevede l’utilizzo non convenzionale dei microfoni, possono essere utilizzati dei microfoni in movimento o inseriti dentro oggetti non convenzionali come dei tubi o delle scatole...
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di ripresa - Stereo Come abbiamo visto esistono diverse X-Y tecniche di ripresa microfonica per registrare La tecnica X-Y prevede l’utilizzo di due cardiodi ed amplificare fonti sonore (musicali, parlato, dello stesso modello e marca con le capsule effetti sonori..) una delle più popolari è posizionate in maniera coincidente e sfalsate l’una quella del microfonaggio stereo. Questa dall’altra di un angolo dai 90 ai 135 gradi, anche tecnica di utilizzare due o più microfoni per questa tecnica prevede il posizionamento pannato nel ricreare l’immagine stereofonica rende panorama stereo. I rischi di cancellazione di fase sono profondità e spazialità alla ripresa. Tre limitati dalla vicinanza dei microfoni, consigliata per delle più popolari sono: la tecnica A/B o una fonte sonora non molto distanziata. spaced pair , la X-Y e la Mid-Side M/S. M/S A/B o SPACED PAIR La tecnica mid-side prevede l’utilizzo di un cardiode La tecnica A/B prevede l’utilizzo di due centrale e di un microfono bi-direzionale utilizzato microfoni cardiodi o omnidirezionali in linea a fuori asse di 90° per la ripresa laterale, i due segnali una distanza variabile l’uno dall’altro vengono mandati a una matrice M/S che bilancia il posizionati in maniera separata sul panorama livello fra centrale e laterali e duplica il segnale stereo. Questa tecnica è rischiosa per la laterale invertendo di fase uno dei due. Quasi nulla cancellazione di fase, consigliato un segnale cancellazione di fase, tecnica complessa ma molto mono di riferimento. versatile.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Registrazione multitraccia e in tempo reale Il procedimento di registrazione può La registrazione in tempo reale avvenire in due modalità: registrazione multi- prevede invece l’acquisizione traccia e in tempo reale. simultanea di tutte le fonti sonore, questo evento può svolgersi Il ruolo delle tecnologie di registrazione durante una rappresentazione dal multi-traccia è quello di fornire un certo vivo ma anche in uno studio grado ulteriore di flessibilità al procedimento musicale. A differenza della di registrazione, permettendo di registrare le registrazione multi-traccia spesso molteplici sorgenti sonore e di riascoltarle da le tracce vengono acquisite in tracce singole in tempo non reale, nell'ambito poche take, determinante in della produzione, le tracce saranno infatti questa tecnica è l’utilizzo di stanze isolate e indipendenti l’una dall’altra e ogni separate o l’utilizzo di microfoni esecutore potrà registrare più parti o la molto direzionali e poco sensibili. stessa parte in diversi momenti. I punti a tutte tecniche che vanno a limitare l’ingresso delle altre fonti sonore sulla traccia di favore di questa tecnica sono l’assenza di riferimento. In alcuni casi si preferisce registrare con microfoni ambientali riducendo la contaminazioni di altre sorgenti sonore non possibilità di andare a intervenire sul singolo esecutore ed affidandosi alla qualità del volute e la possibilità di ridurre drasticamente suono originale e all’abilità degli esecutori. I punti a favore di questa tecnica sono la gli errori di esecuzione e il numero di canali e maggiore naturalezza dovuta all’interplay reale e la velocità di produzione. microfoni.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Home Recording Computer, sequencer, interfaccia audio, La posizione d’ascolto è diffusori nearfield, microfoni, cavi, cuffie.. fino determinante, deve infatti essere a questo momento abbiamo elencato la centrale rispetto alla stanza maggior parte dei componenti principali di (almeno 100cm dal m uro uno studio di registrazione casalingo, sia esso posteriore) formare un triangolo per divertimento che per lavoro, con costi rettangolo con i diffusori di decisamente ridotti rispetto ai grandi studio riferimento, posizionati ad altezza professionali si possono ottenere dei risultati orecchio con l’ausilio di sostegni sorprendenti. Passiamo a dare dunque regolabili (preferibile avere una qualche suggerimento per la realizzazione di sedia su ruote e con altezza uno studio casalingo. Considerate già variabile). Il posizionamento dei acquistate le attrezzature necessarie, in base diffusori è determinante per al proprio budget e alle proprie necessità, l’equilibrio dell’ascolto non solo partiamo dalle caratteristiche della stanza. per quanto riguarda il panorama La stanza dell’home recording dovrebbe stereo ma anche per la resa avere delle misure minime di 3x4mt, frequenziale. Consigliato c o n s i g l i a t e fo r m e i r r e g o l a r i ( c u b i , posizionare i diffusori equidistante parallelepipedi da evitare o in generale dai muri laterali (70/100 cm) e pareti parallele), verificare una posteriori (almeno 50/70cm). insonorizzazione sufficiente con le stanze Infine consigliato un minimo di adiacenti. trattamento acustico come da foto.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di missaggio audio Come per il posizionamento dei microfoni non esiste la tecnica perfetta di missaggio, ogni fonico ha un suo gusto e spesso varia in funzione delle richieste da parte della produzione e degli esecutori. Esistono due mondi distinti nel missaggio, quello dal vivo e quello in studio che coincidono quasi totalmente tranne che nel fatto che nel secondo caso non sapendo l’impianto di destinazione bisogna creare un mix bilanciato in modo da suonare bene in quante più tipologie di diffusori possibili. Altro caso è quello del missaggio ‘da palco’ che gestisce il suono sui diffusori (stage monitor) dei musicisti durante il live. Di seguito alcuni consigli per un buon approccio al mix: 1 Preparazione - spesso sottovalutata è una fase fondamentale serve a creare ordine che tornerà utilissimo nel momento in cui il lavoro entrerà nel vivo. Nominare tracce e canali, preparare patch di ingressi e uscite, cartelle per gruppi.. 2 Controllo e correzione fasi – Spesso, durante l’acquisizione il posizionamento di più microfoni su una fonte, si viene a generare una inversione o uno slittamento di fase che si può correggere rispettivamente con il pulsante di inversione di polarità Ø o modificando manualmente la posizione delle tracce. Le cancellazioni di fase (comb filter) possono anche essere utilizzate come una equalizzazione passiva. 3 Ascolto e analisi del contenuto di base, si inizia a immaginare il tipo di interventi e se necessario andare ad ascoltare mix simili già esistenti di ‘riferimento’
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Tecniche di missaggio audio 4 Preparare dei gruppi di controllo, solitamente nella musica pop, rock, jazz si assegnano le categorie per stems così suddivisi batteria e basso, voci, chitarre, tastiere ed effetti sonori, un ultimo gruppo si può utilizzare per la quantità di rientro dall’effettistica. In generale si può considerare di suddividere i gruppi per categorie affini a livello funzionale all’interno del progetto musicale in modo da gestirli comodamente. 5 A questo punto parte il vero e proprio mix con editing, regolazione dei livelli e l’utilizzo degli effetti utili a rendere efficaci i propri interventi, solitamente immancabili interventi di equalizzazione, posizionamento sul panorama stereo, compressione, automazioni e aggiunta di ambiente tramite l’utilizzo di reverberi. 6 L’importanza del riposo, considerate almeno 15 minuti ogni due ore di lavoro sono indispensabili per riposare l’ascolto sia a livello fisico del sistema uditivo che del sistema nervoso e per la concentrazione su quello che si sta facendo, tenendo sempre a mente (o con l’ausilio di appunti) i vari passaggi compiuti. 7 Finito il lavoro di rifinitura si prepara il lavoro di salvataggio definitivo con back-up e mixdown secondo i parametri richiesti da chi commissiona il lavoro.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori ed effetti Come abbiamo visto per missaggio si intende l’arte di miscelare, equalizzare, ottimizzare volumi, timbro e spazialità di suoni diversi fra loro provenienti generalmente da strumenti o fonti diverse, siano essi registrati su un supporto analogico o digitale multi-traccia o direttamente dal vivo durante concerti, spettacoli teatrali e rappresentazioni. Aspetto determinante del missaggio è l’utilizzo di processori ed effetti (siano essi analogici o digitali) i quali possono essere suddivisi in quattro categorie: 1 Processori di dinamica: Compressori, Espansori, Gate, Limiter 2 Processori di frequenze Equalizzatori, Filtri 3 Processori di ritardo Reverberi, Delay 4 Effettistica Distorsione, Pitch shift
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di dinamica La compressione della gamma dinamica è il processo che modifica l’intervallo dinamico di un segnale audio e viene utilizzata in moltissime occasioni, sia dal vivo che in studio. La famiglia dei processori di dinamica è formata principalmente da: compressore, espansore, gate e limiter. L’utilizzo di questi processori è strettamente collegato all’utilizzo di visualizzatori del volume chiamati anche meter e nello specifico di meter che considerino sia il volume di picco che i volumi in RMS (livello medio) la distanza fra questi valori viene chiamata headroom. L’utilizzo dell’intensità in musica è determinante e in alcuni generi musicali, più che in altri, l’utilizzo del compressore se fatto in maniera errata può arrecare enormi danni alla resa complessiva del brano. Il compressore è un automatismo di volume che va a modificarsi in funzione di parametri preassegnati e può agire in due direzioni: verso il basso (downward compression) andando a ridurre suoni più forti di una certa soglia (treshold), la quantità di riduzione è chiamata ratio e si esprime in rapporti (es 2:!, 3:1) maggiore è il rapporto di compressione più diventa evidente l’intervento del compressore (soft-hard knee) nel caso della ratio infinito a uno abbiamo un caso particolare estremo di compressione che viene chiamato limiter. verso l’alto (upward compression) è un meccanismo analogo ma inverso che aumenta il volume di suoni al di sotto di una certa soglia rendendoli più facilmente percepibili. Entrambi questi aspetti del compressore riducono l’escursione dinamica del segnale audio.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di dinamica L’espansore opera in maniera inversa rispetto al compressore e a sua volta si divide in due operazioni possibili: espansione verso l’alto aumenta il volume di un segnale al di sopra di una certa soglia, verso il basso diminuisce il volume di un segnale al di sotto di una certa soglia. Il gate fa parte della famiglia degli espansori, e inversamente al limiter permette il passaggio del segnale solo ed esclusivamente al di sopra di una certa soglia, utile per escludere fonti secondarie non volute da un segnale. Ulteriore utilizzo del compressore è quello denominato de-esser, utilizzato sulle voci per ridurre le sibilanti, realizzato abbinando un compressore ad un equalizzatore impostato sulle frequenze incriminate. Entrambe le forme di expander aumentano il range dinamico. L’utilizzo del compressore è determinante anche in ambienti come: comunicazioni radio, delle trasmissioni radiofoniche, negli apparecchi o protesi acustiche, etc.. L’utilizzo smodato dei sistemi di compressione (in fase di mastering) nell’industria musicale ha portato a quella che viene definita loudness war ovvero la tendenza a produrre musica con livelli di volume progressivamente più alti dovuti alla riduzione di gamma dinamica a favore di un RMS sempre più vicino allo zero dB (massimo volume digitale).
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di frequenze - EQ L’equalizzazione è una tecnica di trattamento dei segnali audio e avviene attraverso un procedimento di filtraggio. L’equalizzatore (anche EQ) è la forma più comune di elaborazione del segnale e permette di controllare le ampiezze relative alle varie frequenze della banda sonora (20hz-20khz), modificando così contenuto armonico e timbrico di un suono registrato. Può essere utilizzato per correggere problemi dovuti a una ripresa effettuata non correttamente, per alterare un suono con scopi creativi, amalgamare meglio diverse fonti sonore, definire meglio l’ambito di frequenze di un determinato segnale. Gli equalizzatori possono essere grafici o parametrici, i primi suddividono l’intero spettro musicale in più porzioni (fino a 31) ognuna controllata da un cursore che può attutire o accentuare ogni singolo range di frequenze, nel caso dei parametrici è un insieme di filtri ognuno dei quali può essere regolato tramite dei parametri per ‘sintonizzare’ una determinata banda di frequenze.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di frequenze - Filtri L’ammontare dell’incremento o dell’attenuazione per le frequenze confinanti alla frequenza sulla quale si agisce è determinato dalla scelta di una curva di tipo shelving chiamata anche campanatura o Q. Questo funzionamento è consentito sia a livello analogico che digitale dall’utilizzo dei filtri a campanatura, altri filtri utilizzati frequentemente per l’equalizzazione sono i filtri passa-alto e passa-basso. Come indica il nome stesso sono dei filtri che effettuano un decremento rispettivamente delle frequenze basse e delle frequenze alte, in funzione di una curva o pendenza che può essere più o meno accentuata. Come vediamo dall’immagine la combinazione dei due filtri realizza un filtro passa-banda, selezionando così una porzione centrale dello spettro.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di ritardo Questo tipo di processori è grandemente utilizzato in quasi tutte le applicazioni, spesso si trova anche integrato all’interno di sistemi di amplificazione sia in analogico che in digitale, parliamo dei processori di ritardo meccanismi capaci di dare spazialità ai suoni.. Il principio di funzionamento di questi processori è la ripetizione del segnale a una determinata distanza, questa distanza può variare da pochi millisecondi fino a diversi secondi, il rapporto che intercorre fra a distanza tra i due suoni e la grandezza dello spazio sonoro che vanno a ricreare è direttamente proporzionale. Nel caso di breve distanza si parla di riverbero, nel caso in cui la distanza fra un suono e l’altro renda i due suoni distintamente percepibili si parla di delay.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di ritardo - Reverbero Per simulare l’effetto del riverbero sono state implementate nel tempo diverse soluzioni. Riverbero a nastro Un particolare registratore/riproduttore a nastro magnetico, con possibilità di variare la distanza. Gli apparecchi sono però ingombranti e il suono soffre di fruscii. Riverbero a molla Tuttora fra i più utilizzati, il segnale passa tramite un trasduttore attraverso una spirale meccanica (la molla), all’altro capo della molla un trasduttore equivalente reimmette il segnale nel circuito. Il limite di questo sistema è la durata e la vulnerabilità agli urti. Riverbero digitale Il segnale viene digitalizzato ed elaborato da software che con diverse funzioni possono restituire il segnale anche a distanze di tempo notevoli. Risulta il più performante nell’ottica qualità e comodità, anche se perde il fascino dell’analogico.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Processori di ritardo - Delay Il delay (in italiano eco) è un effetto utilizzato per modificare il suono riproducendolo a una distanza di tempo sufficiente da distinguerlo dall’originale. Le possibilità di controllo sono: distanza temporale del o dei ritardi, numero di ritardi (feedback) solitamente espresso in percentuale e volume dei suoni ritardati anche questo espresso spesso in percentuale. Introdotto dai compositori di musica elettronica e commercializzato negli anni 50 questo processore come il reverbero ha subito una evoluzione tecnologica: Delay a nastro Echoplex, Space Echo, Echosonic sono famosi delay a nastro magnetico, un motore elettrico ruota il nastro registrato mentre altri meccanismi ne regolano i parametri, spesso valvolari spesso soffrivano del deterioramento dei nastri e della fragilità costruttiva. Delay a stato solido Nato nella metà degli anni ’70 e utilizzato massivamente dalla casa BOSS, è basato su un circuito analogico e risente rispetto ai delay digitali di mancanza di flessibilità anche se alcuni modelli vengono ancora preferiti per il suono più ‘caldo’ e ‘naturale’ Delay digitali Anche in questo caso i punti a favore dei prodotti digitali sono tanti, dal costo alla estrema versatilità, presente in alcuni casi anche il reverse delay.
¨ Corso accademico a cura del Prof. Rosario Tomarchio Effettistica In questo ultimo paragrafo parleremo di alcuni fra i più utilizzati degli ormai innumerevoli ulteriori processori, non fanno parte di una categoria comune ma il loro utilizzo per diffusione e resa rende necessaria l’analisi. Avremmo potuto parlare anche di altri effetti quali il chorus, il flanger, il phaser, il wah-wah ma pur essendo effetti interessanti passano in secondo piano essendo quasi esclusivamente orientati all’utilizzo su chitarre elettriche. Parleremo invece di due effetti che hanno avuto fortuna in diversi ambiti musicali e non solo, distorsione e pitch shift: La distorsione è l’alterazione della forma originale di un oggetto ed essendo comune in molte realtà (immagini, suoni, informazioni..) è stata spesso utilizzata nel mondo dell’audio per rendere uno specifico effetto di straniamento o disturbo come effetto ma viene utilizzata anche in fase di mastering in lievi quantità per aggiungere parziali armoniche utili al ‘calore’ dell’impasto sonoro. Il pitch-shift è un effetto che permette di variare in altezza la frequenza di un suono, spesso sottovalutato dai più ma è alla base di alcune delle applicazioni più utilizzate nella produzione audio contemporanea: auto- tune, audio-design per la realizzazione di effetti e voci per film, trasposizione di musica registrata...
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