Inf@direct - Provincia di Campobasso
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Inf@direct Mensile di informazione europea a cura del Centro di informazione Europe Direct della Provincia di Campobasso Anno XI - n. 11 – novembre 2018 Newsletter cofinanziata da UE Commissione Europea DG COMM nell’ambito della Convenzione Quadro di Partenariato n. 6/2016 COMM/ROM/ED/2018-2020 tra l’UE Commissione Europea DG Comunicazione Rappresentanza in Italia e la Provincia di Campobasso - Centro di informazione Europe Direct
In questo numero Focus sul Corpo europeo di Solidarietà Chi siamo Direttamente Il Centro di Informazione Europe dall’Europa… Direct MOLISE si trova a piano terra Focus sul Piano di della sede della Provincia di investimenti Junker Campobasso, in via Roma 47. Il Centro, con il coordinamento della Consultazioni Rappresentanza della Commissione pubbliche europee: europea in Italia, contribuisce a Diciamo la nostra !! far conoscere meglio, a livello locale, l’operato dell’Unione europea.. Il Bandi, concorsi, corsi, Centro promuove eventi ed attività di tirocini, progetti, formazione rivolte ad associazioni, Servizio volontario scuole e Enti locali, organizza europeo, servizio seminari, dibattiti e incontri con volontario l’obiettivo di ridurre le distanze tra internazionale, campi l'Europa e i cittadini, rendendo di lavoro accessibili argomenti spesso riservati Bandi ed opportunità agli addetti ai lavori. nel settore agricolo- Siamo aperti tutti i giorni, dal lunedì al forestale e della venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00. pesca Inoltre nei pomeriggi del lunedì e del Parità e pari mercoledì dalle ore 15,30 alle ore opportunità 18,30. Abbiamo a disposizione due postazioni multimediali con I servizi ai cittadini collegamento internet free e una nell’UE – YOUR biblioteca con pubblicazioni su diverse EUROPE tematiche europee. Vi aspettiamo!!!!
Corpo Europeo di Solidarietà Dal suo lancio nel dicembre 2016 ad oggi il Corpo europeo di solidarietà ha raggiunto i 64 mila iscritti, giovani che hanno espresso il loro interesse ad impegnarsi in attività di solidarietà in Europa. Il 66% degli iscritti è di sesso femminile e il 74% ha optato per tutte e tre le possibilità offerte da Corpo europeo: volontariato, lavoro, tirocinio. I giovani italiani sono al secondo posto per numero di iscritti, dietro agli spagnoli e prima dei francesi, con poco meno di 10 mila iscritti. Quasi 5 mila persone hanno già avuto modo di attivarsi in progetti su tematiche varie, come ambiente, cultura, servizi sociali, assistenza a rifugiati, migranti, bambini o anziani. Attualmente la maggioranza dei progetti è finanziata dal Programma Erasmus+, nello specifico tramite il Servizio volontario europeo, e riguarda i volontari; ma Corpo europeo di solidarietà è più della sola esperienza di volontariato: è anche occasione per i giovani per sviluppare competenze e accrescere le proprie prospettive professionali attraverso opportunità di lavoro o tirocinio. L’Italia risulta essere il secondo Paese ospitante per numero di giovani impegnati in attività di Corpo europeo. Promemoria per le organizzazioni Le istituzioni europee sono a lavoro per approvare a breve la base legale del Corpo Europeo di Solidarietà e con essa dotare il nuovo Programma di budget proprio; l’obiettivo è lanciare la Call for proposal in luglio e fissare per ottobre la prima scadenza per la presentazione di proposte progettuali. Il nuovo Programma assorbirà le attività di volontariato di Erasmus+ (ex SVE) attualmente in essere. L’agenzia Nazione Giovani, ANG ha già comunicato alle organizzazioni che dal primo round di selezione del 2018 è divenuto obbligatorio che i volontari europei attivi nei progetti Erasmus+ siano iscritti a Corpo Europeo di Solidarietà e reclutati attraverso il tool PASS. L’accreditamento per le attività di volontariato (ex SVE) con scadenza 31/12/2020 sarà valido per partecipare allo strand volontariato di Corpo Europeo di Solidarietà; non appena avverrà l'approvazione della base legale del nuovo Programma, gli accreditamenti in scadenza dovranno essere rinnovati seguendo le nuove procedure che saranno comunicate sul sito di ANG. Promemoria per i volontari L’iscrizione al Database Corpo europeo di solidarietà è importante e obbligatoria per poter prendere parte ai progetti di volontariato (ex SVE) 2018 realizzati nei Paesi aderenti al Programma Erasmus+: costituirà un input di riflessione sull’importanza del volontariato come esperienza di crescita, di acquisizione di competenze e di presa di coscienza sul ruolo di ciascuno nella società, a livello locale, nazionale, europeo, internazionale. Ma non solo. L’iscrizione consente di accedere ad una serie di opportunità e servizi pensati per i giovani volontari, quali: • accesso alla nascente Community; • corsi online; • opportunità di tirocinio e lavoro previste dal futuro Programma; • Solidarity Projects, opportunità per gruppi di giovani di proporre progetti su iniziative da intraprendere a livello locale. Inoltre, se impegnati in un progetto di volontariato in Erasmus+ per il quale si è stati selezionati attraverso Corpo Europeo di Solidarietà, si ha la possibilità di ricevere, oltre allo Youthpass, il Certificato ESC. Info ed approfondimenti qui: http://www.agenziagiovani.it/news/173-corpo-europeo-di-solidarieta/2980-organizzazioni-volontari- corpo-europeo-di-solidarieta-un-promemoria-guardando-al-futuro
Direttamente dall’Europa #Stavolta voto “Sperare in un futuro migliore non è abbastanza: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Per questo stavolta non ti chiediamo solo di votare, ma di convincere le persone intorno a te ad andare a votare. Se votiamo tutti, vinciamo tutti." Con questo slogan il Parlamento europeo ha presentato la campagna “This time I’m voting” che mira a sensibilizzare i cittadini europei alla partecipazione al voto in vista delle prossime Elezioni europee del maggio 2019. L’obiettivo è che la gente arrivi a questo importante appuntamento con più consapevolezza di cosa significhi essere cittadini europei e di quali sono i risultati tangibili che l’Europa unita ha portato per i suoi cittadini. Programma di lavoro della Commissione 2019: 15 iniziative da portare a casa Il programma di lavoro 2019 è incentrato soltanto su 15 nuove iniziative. La Commissione segnala inoltre 45 proposte prioritarie in sospeso di cui chiede l'adozione al Parlamento europeo e al Consiglio prima delle elezioni europee. La Commissione europea ha presentato il 23 ottobre il programma di lavoro per il 2019 in cui fissa tre principali priorità per il prossimo anno: il rapido raggiungimento di un accordo sulle proposte legislative già presentate per realizzare le sue dieci priorità politiche, l'adozione di alcune nuove iniziative per affrontare le sfide in sospeso e la presentazione di varie iniziative che racchiudono una prospettiva per il futuro di un'Unione a 27 per rafforzare le fondamenta per un'Europa forte, unita e sovrana. Il Presidente Jean-Claude Juncker ha dichiarato: "Tra sette mesi esatti, in occasione delle elezioni europee, l'Europa avrà con gli elettori l'appuntamento più importante dell'ultima generazione. Invito il Parlamento europeo e il Consiglio ad adottare le proposte presentate dalla Commissione negli ultimi quattro anni. Ai cittadini non interessano le proposte, ma le leggi in vigore che conferiscono loro diritti. Non potremmo dare agli elettori che si recheranno alle urne il prossimo anno un messaggio migliore della dimostrazione che quest'Unione realizza risultati concreti per loro." Il primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: "La Commissione si è sempre concentrata
sulle problematiche che possono essere risolte soltanto mediante un'azione europea collettiva. Il programma di lavoro non contiene sorprese: abbiamo presentato tutte le proposte necessarie, ma occorre adesso che vengano accolte e che il loro impatto positivo possa esprimersi concretamente. Guardiamo inoltre avanti con iniziative volte a garantire che l'Unione a 27 di domani sia portatrice di una visione ottimistica per un futuro equo e sostenibile per tutti gli Europei." Il programma di lavoro 2019 si incentra soltanto su 15 nuove iniziative e su altre 10 nuove valutazioni REFIT volte a rivedere la normativa esistente e garantire che sia ancora adeguata al suo scopo. Per garantire la centralità dei risultati, il programma di lavoro della Commissione elenca inoltre 45 proposte prioritarie in sospeso nell'ambito della dichiarazione comune sulle priorità legislative di cui chiede l'adozione al Parlamento europeo e al Consiglio prima delle elezioni europee. La Commissione suggerisce inoltre di ritirare o abrogare 17 proposte in sospeso o normative vigenti. La Commissione ha già avanzato tutte le proposte legislative necessarie per realizzare le dieci priorità della Commissione Juncker. Finora è stato raggiunto un accordo con il Parlamento europeo e il Consiglio su circa la metà di tali proposte e un ulteriore venti percento è a un buon punto nell'iter legislativo. La priorità per il prossimo anno è di ottenere il via libera per il maggior numero possibile di proposte in sospeso. La Commissione presenterà inoltre alcune nuove iniziative, in particolare per offrire ai cittadini europei solide prospettive per il futuro: un documento di riflessione su come garantire un'Europa sostenibile per le generazioni future, un piano coordinato sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale in Europa, proporremo un piano d'azione contro la disinformazione e una raccomandazione per istituire una cartella clinica elettronica europea. Inoltre verranno valutate le barriere che ancora ostacolano il mercato unico, proponendo idee per rimuoverle, e verrà presentata una strategia sugli interferenti endocrini. Al fine di completare l'Unione dell'energia e affrontare i cambiamenti climatici, verrà presentata una strategia a lungo termine per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e redatta una relazione sullo stato dell'Unione dell'energia e del piano d'azione sulle batterie. La Commissione sosterrà inoltre la necessità del voto a maggioranza qualificata nei settori dell'energia, del clima, della tassazione e delle politiche sociali. Rafforzeremo ulteriormente il quadro sullo Stato di diritto, il ruolo internazionale dell'euro, riferiremo sui progressi della reciprocità dei visti e presenteremo idee per "Comunicare l'Europa". Saranno infine necessarie alcune misure per adattare l'acquis dell'UE al contesto della Brexit. La Commissione europea adatterà gli obiettivi di efficienza energetica all'UE a 27, avanzerà le proposte necessarie per i visti per i cittadini del Regno Unito dopo la Brexit e presenterà, prima della fine del 2018, alcuni atti delegati e legislativi necessari Ogni anno la Commissione adotta un programma di lavoro in cui sono elencate le azioni che prevede di realizzare nell'anno successivo. Il programma di lavoro informa i cittadini e i colegislatori degli impegni politici in termini di presentazione di nuove iniziative, ritiro di proposte in sospeso e riesame della normativa UE vigente. La preparazione del programma di lavoro della Commissione 2019 è stata arricchita con consultazioni con il Parlamento europeo e il Consiglio nel contesto dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" e dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento e la Commissione ed è stata basata sulla lettera di intenti inviata dal presidente Juncker e dal primo vicepresidente Timmermans il 12 settembre dopo il discorso del presidente sullo stato dell'Unione.
La Commissione Juncker è stata eletta dal Parlamento europeo sulla base di chiari orientamenti politici. Le 10 priorità costituiscono la cornice della programmazione annuale della Commissione. Dall'insediamento della Commissione Juncker, i programmi di lavoro annuali si sono incentrati su alcune iniziative chiave con un chiaro valore aggiunto dell'UE e necessarie per attuare le priorità concordate. I programmi annuali della Commissione Juncker non hanno previsto più di 26 iniziative prioritarie all'anno, rispetto alle circa cento dell'ultimo anno prima della nomina del presidente Juncker. Fonte: Rappresentanza in Italia della Commissione europea Garanzia per i giovani cinque anni dopo: lezioni apprese La ripresa economica in corso nell’UE ha portato a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro per i giovani europei. Il sistema di garanzia per i giovani sta dando il suo contributo aumentando le opportunità di occupazione. Gli ultimi dati Eurostat mostrano che il tasso di disoccupazione giovanile è sceso dal 18,7 % nel 2016 al 16,8 % entro la fine del 2017. Dopo il picco del 23,9 % registrato dopo la crisi finanziaria del 2008, la disoccupazione giovanile è scesa a poco più di un punto percentuale sopra il tasso prima del 2008 (15,1 %), il che dimostra i progressi positivi compiuti in questo settore negli ultimi cinque anni. Il sistema di garanzia per i giovani svolge un ruolo fondamentale in questo progresso da quando gli Stati membri dell’UE si sono impegnati ad attuarlo in una raccomandazione del Consiglio dell’aprile 2013. Con l’obiettivo di offrire a tutti i giovani di età inferiore ai 25 anni un’offerta di lavoro, un’istruzione continua, un apprendistato o un tirocinio di buona qualità entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine degli studi, il programma «Garanzia per i giovani» ha contribuito a migliorare la vita di milioni di giovani europei. È sostenuto dall’Iniziativa per l’occupazione giovanile, il principale programma di finanziamento dell’UE che ne facilita l’attuazione.
Risultati conseguiti finora Secondo gli ultimi dati della Commissione europea: dal 2014 più di 5 milioni di giovani hanno aderito ogni anno ai sistemi di garanzia per i giovani; dal 2014 più di 3,5 milioni di giovani hanno accettato ogni anno un’offerta di lavoro, di studio, tirocinio o apprendistato; dal 2013 vi sono 2,2 milioni di giovani disoccupati in meno nell’UE e 1,4 milioni di giovani in meno che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano (NEET); la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano è scesa dal 13,2 % nel 2012 al 10,9 % nel 2017. Migliori prassi Lo scorso anno la Commissione ha realizzato una banca dati di pratiche promettenti a sostegno dei giovani nel loro passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. La maggior parte di questi programmi riceve un sostegno finanziario dall’Iniziativa per l’occupazione giovanile e dal Fondo sociale europeo. Alcune di queste pratiche sono state sotto i riflettori in occasioni dello Youth Guarantee Learning Forum *Forum sull’apprendimento della garanzia per i giovani+ dello scorso anno. Organizzato dalla Commissione a Bruxelles, il forum ha consentito lo scambio e l’apprendimento reciproco tra professionisti, mediante la condivisione di informazioni sulle diverse misure adottate nel contesto della garanzia per i giovani. I mediatori per i giovani: la storia di successo bulgara L’iniziativa della Bulgaria relativa ai mediatori per i giovani è stata una delle pratiche ispiratrici messe in evidenza durante lo Youth Guarantee Learning Forum. L’obiettivo primario è di identificare i giovani NEET che non sono iscritti al Servizio pubblico per l’impiego (SPI) bulgaro, contattarli e informarli dei servizi di orientamento professionale e delle opportunità di istruzione, occupazione o formazione. Per fornire questi servizi, i mediatori per i giovani vengono dapprima selezionati e ricevono una formazione sulle modalità per raggiungere i NEET e comunicare con loro nonché su come fornire informazioni e sostegno per l’attivazione. I mediatori per i giovani apprendono inoltre a interagire con i datori di lavoro e gli istituti che si occupano di formazione. Al termine della formazione, il futuro mediatore per i giovani viene messo in contatto con il mediatore del lavoro dello SPI locale e con un rappresentante dell’ispettorato dell’istruzione locale al fine di instaurare contatti con le istituzioni formali. Il persistere delle sfide Nonostante questi risultati e il continuo calo del tasso complessivo di disoccupazione nell’UE-28, la disoccupazione giovanile rimane elevata in molti Stati membri. La Commissione riconosce l’importanza di stabilire contatti con le regioni e i giovani più bisognosi. Uno dei modi fondamentali in cui la Commissione intende raggiungere questo obiettivo è mediante il varo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Il FSE+, che sarà operativo dal 2021 al 2027, comprenderà l’Iniziativa per l’occupazione giovanile insieme ad altri fondi e programmi della Commissione, come il Fondo sociale europeo. Il nuovo fondo è concepito per permettere all’UE e agli Stati membri di fornire un sostegno più integrato e mirato alle persone di tutta Europa, compresi i giovani. Questo sostegno contribuirà a fornire alle persone le competenze e l’esperienza di cui hanno bisogno per avere successo in un mercato del lavoro in rapida evoluzione e spesso difficile. Vi saranno cambiamenti anche a livello di programma: gli Stati membri dell’UE dovranno destinare almeno il 10 % dei loro finanziamenti FSE+ al sostegno dell’occupazione giovanile e dell’inserimento dei giovani sul mercato del lavoro. Con una dotazione complessiva proposta di 101,2 miliardi di EUR per il periodo di programmazione, l’FSE+ ha un notevole potenziale per
aiutare i giovani europei ad avere successo. «L’Europa vuole dare più potere ai suoi cittadini», ha concluso la commissaria Marianne Thyssen, parlando della logica alla base del FSE+. «I nostri nuovi fondi sociali, flessibili e semplificati, sono incentrati sull’investimento nelle persone: intendono garantire che queste dispongano delle competenze adeguate, che godano di una protezione sociale moderna adattata alle nuove forme di lavoro e che dimostrino solidarietà nei confronti di coloro che ne hanno più bisogno». Fonte Eures L’UE celebra 60 anni di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e 50 anni di libera circolazione dei lavoratori © EU A 60 anni dall'introduzione della normativa UE sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e a 50 anni dai regolamenti che hanno istituito la libera circolazione dei lavoratori, oggi la Commissione inaugura una nuova campagna per celebrare le tappe principali dell'integrazione europea. In occasione dell'avvio della campagna, Marianne Thyssen, Commissaria per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: "La libera circolazione è più di un diritto fondamentale sancito nei trattati, è una realtà concreta, sfruttata da milioni di persone. Una realtà che non si è concretizzata dall'oggi al domani, ma che ha richiesto una normativa ad hoc e salvaguardie adeguate. Oggi, mentre continuiamo a perfezionare le norme, ricordiamo le prime tappe legislative fondamentali. Abbiamo alcune proposte sul tavolo volte a stabilire norme chiare, eque e applicabili per assicurare una mobilità equa dei lavoratori. Nelle prossime settimane mi prodigherò affinché queste proposte siano approvate e diventino realtà". La libera circolazione è una delle conquiste più apprezzate dell'Unione Europea. Dal proprio insediamento nel 2014, la Commissione Juncker si è impegnata molto per agevolare la libera circolazione dei lavoratori e tutelarne i diritti, per evitare il dumping sociale e per dotare le autorità nazionali degli strumenti necessari a contrastare i rischi di abuso e i casi di frode.
Abbiamo proposto diverse iniziative che vanno in questa direzione, quali la revisione della direttiva relativa al distacco dei lavoratori, l'aggiornamento del coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e la proposta di un'autorità europea del lavoro. Maggiori informazioni sulla campagna sono reperibili qui. Fonte: Rappresentanza in Italia della Commissione europea #UEverofalso - L'UE uccide i nostri prodotti tipici: sarà vero? Marchi di protezione agroalimentare UE: quali sono e come funzionano? Grazie ad uno specifico sistema di identificazione e tutela, l’UE protegge i prodotti tipici e tradizionali provenienti da diversi territori all’interno dei suoi confini. Denominazione di origine protetta (DOP), indicazione geografica protetta (IGP) e specialità tradizionale garantita (STG) sono i tre marchi europei di qualità che vengono attribuiti al " made in" nel settore agroalimentare: DOP e IGP in particolare prevedono un’applicazione puntuale di regole di produzione, di cui sia provata l’origine storica nel territorio dichiarato nella denominazione. Il marchio STG non è invece necessariamente legato ad un determinato territorio. Vogliamo mangiare italiano! Per colpa dell’UE non sappiamo più da dove proviene e cosa c’è nel cibo delle nostre tradizioni. Falso. Esistono prodotti quali il Parmigiano Reggiano, il prosciutto San Daniele o l’aceto tradizionale balsamico di Modena, che godono, insieme ad altri 167 prodotti italiani registrati, del marchio di protezione DOP dell’UE. Questo significa che quel prodotto deve essere originario di un determinato luogo e che le sue qualità o caratteristiche sono legate ad un particolare ambiente geografico, incluse le fasi della sua produzione.I marchi di qualità UE godono di una protezione che può essere fatta valere su tutto il territorio dell’Unione e sono stati ideati anche per contrastare le contraffazioni. Esistono poi prodotti tradizionali per i quali una parte della produzione può avvenire altrove, senza pregiudicare il prodotto. In questo caso saranno inclusi
tra i marchi IGP. Tra i 126 prodotti IGP italiani, la bresaola della Valtellina o la finocchiona, ad esempio, non perdono la loro specificità se la carne non proviene da una specifica area geografica. La pizza è uno dei prodotti italiani più conosciuti ma l’UE non la tutela. Falso. La pizza napoletana e la mozzarella sono gli unici due prodotti italiani che godono del marchio STG. Si tratta di una particolare denominazione che identifica un prodotto caratterizzato in una determinata tradizione dalla ricetta e dal metodo di produzione. Questo prodotto, così come quelli necessari alla sua produzione, non sono necessariamente originari di una determinata zona geografica, ma grazie a questo marchio la storia di queste due colonne portanti della cucina italiana non sarà distorta, così come la loro ricetta. L’UE non ci permette di produrre formaggi o salumi tipici perché violano le regole sanitarie. Falso! I marchi d'eccellenza sono tutelati in tutto il territorio interno all'UE attraverso DOP e IGP. Ciò garantisce che i prodotti sotto questo marchio non siano sottoposti ad alcune normative comunitarie in materia, ad esempio, di sanità, igiene, produzione e conservazione dei prodotti. Godono invece di condizioni speciali che garantiscono il mantenimento degli standard di produzione tradizionali: è il caso, ad esempio, di alcuni formaggi o salumi che, a causa del loro particolare processo di stagionatura, rischierebbero di essere posti fuori commercio. L’UE non protegge il nostro "made in" dalla contraffazione. Falso. Lo scopo dei marchi DOP, IGP e STG è proprio quello di tutelare le eccellenze dalla contraffazione e favorire la cooperazione tra gli Stati membri, al fine di rendere i prodotti protetti più competitivi e più difficili da contraffare . Nel novembre del 2013, su segnalazione di alcuni consumatori, l’Italia chiese al Regno Unito un accertamento riguardo a un caso di contraffazione di Prosciutto San Daniele, uno dei prodotti DOP italiani più conosciuti. Il reato fu accertato e la commercializzazione del prodotto contraffatto sospesa proprio grazie al Regolamento UE sulla protezione dei marchi IGP e DOP. In Italia i nostri prodotti sono tutelati, ma all'estero ci copiano! Falso. All’interno di tutti i paesi UE valgono le stesse regole di protezione che valgono in Italia. Per i Paesi extra-UE, la Commissione lavora per garantire che, all'interno degli accordi commerciali internazionali, siano inserite norme a tutela dei prodotti di eccellenza europei. È il caso dell'accordo con il Canada, che protegge 143 indicazioni geografiche europee (di cui 41 prodotti DOP e IGP italiani). Lo stesso vale per l'accordo con il Giappone, che protegge più di 200 indicazioni geografiche europee. Grazie a questi accordi, prodotti come il Grana Padano o il Prosciutto di Parma possono essere più facilmente conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Ma gli accordi internazionali non fermano del tutto imitazioni come il “Parmesan” Vero. Gli accordi commerciali stipulati dall’UE faticano in alcuni paesi a contrastare il cosiddetto fenomeno dell’“Italian sounding”. I giochi di parole rendono infatti difficile la soluzione giudiziaria di controversie in materia di tutela dei marchi. Tuttavia, la liberalizzazione del commercio verso
paesi extra-UE di una gamma di prodotti DOP e IGP europei, contraddistinti da un marchio di eccellenza, attribuisce al produttore due vantaggi: l’abbassamento dei costi di esportazione e la credibilità di un marchio di origine in grado di influenzare positivamente il consumatore. Due elementi che permettono ai prodotti italiani ed europei di conquistare fette sempre più importanti di mercato nel settore agroalimentare, a dispetto delle imitazioni. Allo stesso tempo, mentre i prodotti europei arrivano sulle tavole di tutto il mondo, le loro imitazioni non possono essere importate, grazie alle maggiori tutele presenti all’interno dell’Unione. Per saperne di più: - Direzione Generale agricoltura e sviluppo rurale · Identifica la politica di promozione e protezione della qualità dei prodotti agricoli dell'UE · Fornisce gli standard di valutazione per i consumatori e i produttori agricoli dentro l'UE · Identifica i marchi protetti: DOP e IGP - lista dei cibi protetti · Fornisce la lista completa dei prodotti IGP e DOP · Provvede al costante aggiornamento della lista - Loghi IGP DOP · Dà un'identificazione visiva dei loghi protetti dall'UE - Regolamento europeo del novembre 2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari Fonte: Rappresentanza in Italia della Commissione europea Erasmus+: 3 miliardi di euro previsti per il 2019, da investire nei giovani europei e per contribuire a creare Università europee La Commissione ha pubblicato il suo invito a presentare proposte 2019 per il programma Erasmus+. Dei 3 miliardi di euro di bilancio previsti per il prossimo anno, 30 milioni sono stati stanziati per le Università europeeSi tratta di una nuova iniziativa approvata dai leader dell'Unione europea in occasione del vertice sociale di Göteborg del novembre 2017, che si inserisce tra gli sforzi per dare vita a uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025. Tibor Navracsics, Commissario per l'Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, ha affermato: "A un anno di distanza, la Commissione europea sta mantenendo l'impegno assunto con gli Stati membri di costruire uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025. Ci impegniamo per un'Europa in cui l'apprendimento, lo studio e la ricerca non siano ostacolati dalle frontiere. Non vogliamo muri a intralciare l'eccellenza, l'innovazione e l'inclusione nel settore dell'istruzione. Le Università europee hanno un potenziale concreto per trasformare il panorama dell'istruzione superiore in Europa, e sono orgoglioso del forte impulso che stiamo dando loro attraverso il programma Erasmus+." L'invito a presentare proposte 2019 nell'ambito del programma Erasmus+ Qualsiasi organismo, pubblico o privato, attivo nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport può richiedere finanziamenti nell'ambito dell'invito a presentare proposte 2019 per il programma Erasmus+. Possono inoltre fare domanda i gruppi di giovani attivi nell'ambito dell'animazione socioeducativa, anche se non costituiscono un'organizzazione
giovanile. Oltre all'invito a presentare proposte, oggi la Commissione ha pubblicato anche la guida del programma Erasmus+ in tutte le lingue ufficiali dell'UE. La guida contiene informazioni dettagliate su tutte le opportunità per studenti, personale, tirocinanti, insegnanti, volontari e altre categorie disponibili nell'ambito di Erasmus+ per il 2019. 30 milioni di euro per le università europee Nel quadro della creazione di uno spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, la Commissione ha proposto di istituire Università europee nell'Unione europea. Nell’ambito dell'invito a presentare proposte 2019, la Commissione intende avviare un programma pilota a sostegno di sei alleanze tra università europee, ciascuna composta di un minimo di 3 istituti di istruzione superiore di 3 paesi, al fine di promuovere una più forte identità europea, incoraggiando nel contempo l'eccellenza e contribuendo a rendere più competitivi gli istituti di istruzione superiore europei. Gli interessati devono presentare domanda di sovvenzione all'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura entro il 28 febbraio 2019 per le alleanze che hanno inizio tra il 1º settembre e il 1º dicembre dello stesso anno. Un secondo invito pilota dovrebbe seguire l'anno prossimo, con una piena attuazione dell'iniziativa prevista nell'ambito del prossimo bilancio a lungo termine dell'UE, a partire dal 2021. L'obiettivo è istituire una ventina di Università europee entro il 2024. Contesto In occasione del vertice sociale di Göteborg del novembre 2017, i leader dell’Unione europea hanno delineato una visione per l'Europa in grado di sfruttare appieno il potenziale dell'istruzione e della cultura per creare una forza lavoro resiliente, giustizia sociale, cittadinanza attiva e un'esperienza dell'identità europea in tutta la sua diversità. Sostenere la creazione di Università europee contribuirà al conseguimento di questo obiettivo, mettendo insieme una nuova generazione di europei capaci di lavorare e di cooperare in diverse culture europee e mondiali, in diverse lingue, e al di là delle frontiere, dei settori e delle discipline accademiche. Fonte: Rappresentanza in Italia della Commissione europea Parere della Commissione europea sul progetto di piano di bilancio per l'Italia del 2019 La Commissione ha pubblicato un parere sul progetto di piano di bilancio italiano per il 2019. Chiede che l'Italia presenti un progetto di bilancio rivisto al più presto, e in ogni caso entro tre settimane dalla decisione odierna. Questa è la prima volta che la Commissione adotta tale parere. La valutazione della Commissione è che il progetto di piano di bilancio non è in linea con la raccomandazione del Consiglio indirizzata all'Italia nel luglio 2018. L'Italia prevede un deterioramento del saldo strutturale per il 2019 pari allo 0,8% del PIL, mentre il Consiglio ha
raccomandato un miglioramento dello 0,6% del PIL. La Commissione ritiene che il progetto di piano di bilancio 2019 presentato dall'Italia per il 2019 presenti una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine concordato. Ciò è dovuto a un ampio deterioramento previsto del saldo strutturale e ad un tasso di crescita della spesa pubblica, al netto delle misure discrezionali sul reddito e di una tantum, che sono ben al di sopra del tasso di riferimento. Inoltre, vi sono notevoli rischi al ribasso per le proiezioni presentate nel progetto di piano di bilancio, che potrebbe aggravare la situazione. L'istituto italiano di controllo fiscale indipendente (Ufficio Parlamentare di Bilancio) non ha approvato le previsioni macroeconomiche alla base del progetto di bilancio del 2019. L'espansione fiscale programmata, unita ai rischi al ribasso per la crescita del PIL nominale, mette in pericolo la riduzione del rapporto debito pubblico / PIL ancora elevato, in particolare il requisito, concordato da tutti gli Stati membri, di abbassare il debito verso il 60% del PIL valore di riferimento del trattato. L'alto debito rimane una grande vulnerabilità per l'economia. La Commissione osserva inoltre che il progetto di piano di bilancio non è in linea con gli impegni presentati dall'Italia nel suo programma di stabilità dell'aprile 2018. Nel suo programma di stabilità, l'Italia ha annunciato che avrebbe fissato un disavanzo dello 0,8% del PIL nel 2019. Il 2019 il progetto di piano di bilancio prevede che il disavanzo pubblico aumenterà sensibilmente al 2,4% del PIL nel 2019, tre volte superiore a quanto inizialmente previsto. Cosa consigliò esattamente il Consiglio all'Italia? L'Italia è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Il 13 luglio 2018 il Consiglio, Italia compresa, ha raccomandato all'unanimità che l'Italia garantisca che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi lo 0,1% nel 2019, corrispondente ad un aggiustamento strutturale annuale dello 0,6% del PIL. Tale raccomandazione era stata inoltre avallata dal Consiglio europeo del 28 giugno 2018. Perché lo scenario macroeconomico è problematico? Le norme dell'UE stabiliscono che le previsioni macroeconomiche sottostanti i progetti di piani di bilancio devono essere preparate o approvate da un organismo indipendente. Questo non è il caso per l'Italia. L'Ufficio di bilancio parlamentare, l'ente indipendente di controllo fiscale italiano, non ha convalidato le proiezioni macroeconomiche sottese allo scenario politico italiano per il 2019, "poiché si trovano al di fuori della gamma di valori accettabili sulla base delle informazioni attualmente disponibili" e sono pertanto soggette a notevoli ribassi rischi. Hai preso in considerazione le opinioni del governo italiano? La Commissione ha consultato l'Italia con una lettera inviata il 18 ottobre 2018, chiedendo ulteriori informazioni. Le osservazioni della risposta dell'Italia del 22 ottobre 2018 sono state prese in considerazione nel parere della Commissione. La Commissione si aspetta che l'Italia cambi le sue priorità di bilancio? L'Italia, come tutti gli altri Stati membri, ha il diritto di scegliere le sue priorità di bilancio: investire di più nelle infrastrutture, distribuire un reddito universale o concentrarsi sull'eliminazione della povertà. Il ruolo della Commissione consiste nel valutare se l'Italia rispetta gli impegni fiscali che essa stessa ha assunto prima degli altri Stati membri: la raccomandazione rivolta all'Italia in merito ai requisiti del patto di stabilità e crescita è stata, come per tutti gli Stati membri, approvata all'unanimità da il Consiglio europeo del 28 giugno 2018 e adottato dal Consiglio dell'Unione europea il 13 luglio 2018, compresa l'Italia.
Perché il caso italiano è diverso dagli altri paesi? Perché non hai chiesto ad altri paesi di rivedere i loro piani? L'Italia prevede un peggioramento del saldo strutturale per il 2019 pari allo 0,8% del PIL, mentre il Consiglio, tra cui l'Italia, ha raccomandato un miglioramento strutturale dello 0,6% del PIL. Innanzitutto, la raccomandazione del Consiglio all'Italia richiede un miglioramento fiscale nel 2019: date le dimensioni del debito italiano e la ripresa economica in corso, questo è il momento giusto per adeguare e ricostruire i buffer di bilancio a livello nazionale. Le autorità italiane hanno deciso di optare per un progetto di piano di bilancio con un impatto netto crescente del deficit di circa l'1,2%. Mentre in passato è accaduto che gli Stati membri realizzassero un aggiustamento fiscale inferiore a quello richiesto dal Consiglio, non vi sono casi di ampia espansione fiscale quando ai paesi veniva raccomandato di effettuare uno sforzo di bilancio. In secondo luogo, secondo i piani propri dell'Italia, il divario tra il previsto deterioramento fiscale e l'adeguamento raccomandato dal Consiglio ammonterebbe all'1,4% del PIL. Un divario così ampio rispetto al requisito del Consiglio, basato sui piani degli Stati membri, non ha precedenti dall'introduzione del processo concordato congiuntamente per la valutazione dei progetti di piani di bilancio per gli Stati membri dell'area dell'euro nel 2013. Dove sta l'Italia per quanto riguarda il debito pubblico? Il rapporto debito pubblico / PIL dell'Italia, al 131,2% nel 2017, è il secondo più grande dell'Unione europea in termini relativi e uno dei più grandi al mondo. Nel 2017, ha rappresentato un onere medio di € 37.000 per abitante. L'ampio stock di debito pubblico priva l'Italia dello spazio fiscale di cui ha bisogno per stabilizzare la sua economia in caso di shock macroeconomici e rappresenta un onere intergenerazionale che pesa sul tenore di vita dei futuri italiani. Il fatto che i costi del servizio del debito assorbano una quantità considerevole di risorse pubbliche in Italia rispetto al resto dell'area dell'euro penalizza anche la spesa produttiva del paese. La spesa per interessi dell'Italia si è attestata nel 2017 a circa 65,5 miliardi di euro, pari al 3,8% del PIL, che era sostanzialmente la stessa quantità di risorse pubbliche dedicate all'istruzione. Inoltre, un ampio debito pubblico, in assenza di politiche fiscali prudenti, potrebbe anche amplificare l'effetto degli shock di fiducia dei mercati sui rendimenti dei titoli sovrani, con un impatto negativo proporzionalmente maggiore sia sul conto interessi pagato dal paese, sia sul costo complessivo del finanziamento per l'economia reale. Quali sono le circostanze economiche rilevanti per l'opinione di oggi? L'economia italiana è caratterizzata da una crescita debole e da dinamiche di produttività rispetto alla media dell'Unione europea, con conseguenze occupazionali e sociali negative. Promuovere la crescita potenziale e affrontare una stagnazione duratura della produttività richiede una strategia di riforma globale. Tuttavia, le misure incluse nel progetto di bilancio 2019 indicano anche un rischio di retrocessione delle riforme che l'Italia aveva adottato in linea con le passate raccomandazioni specifiche per paese, nonché per quanto riguarda gli aspetti strutturali di bilancio delle raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018. In che modo l'Italia ha beneficiato della flessibilità del patto di stabilità e crescita? L'Italia è stata il principale beneficiario della flessibilità applicata nel patto di stabilità e crescita negli ultimi anni, per un importo dell'ordine di 30 miliardi di euro (pari all'1,8% del PIL) tra il 2015 e il 2018. Ciò è dovuto a una varietà di fattori, tra cui cattive condizioni economiche, sostegno a riforme strutturali e investimenti, e "eventi insoliti" legati alle minacce alla sicurezza, alla crisi dei rifugiati e ai terremoti. In quale altro modo l'UE ha sostenuto l'Italia?
L'Italia è il secondo maggior beneficiario del piano Juncker, il piano di investimenti per l'Europa iniziato a fine 2014. In tale contesto, il finanziamento totale in Italia ha raggiunto gli 8,9 miliardi di euro, che dovrebbero generare oltre 50 miliardi di euro di nuovi investimenti. Inoltre, l'Italia è il secondo più grande beneficiario dei fondi strutturali e di investimento europei, con 44,7 miliardi di euro di sostegno dell'Unione nel periodo 2014-2020, che rappresenta una media di 735 euro a persona dal bilancio dell'Unione. Quali sono i prossimi passi? In base alle norme applicabili che gli Stati membri hanno concordato congiuntamente (articolo 7, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 473/773), il governo italiano dispone ora di tre settimane per presentare un progetto di bilancio riveduto. La Commissione valuterà tale piano e pubblicherà un parere entro la fine di novembre. La Commissione intende pubblicare le previsioni economiche per l'autunno l'8 novembre 2018. Per maggiori informazioni La Commissione europea invita l'Italia a presentare un progetto di bilancio riveduto per il 2019 Bozze di piani di bilancio 2019 Regolamento (UE) n. 473/2013 Anno europeo del patrimonio culturale: a che punto siamo?? Vertice di Bruxelles del Consiglio dell’economia e Finanze del 5 Novembre
Il 5 di novembre i Ministri dell' Economia dell'Eurozona, il Vicepresidente Dombrovskis e il Commissario Moscovici in qualità di rappresentanti della Commissione europea, hanno discusso della valutazione in corso dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2019 e del parere formale espresso dalla Commissione in merito al documento programmatico di bilancio dell'Italia. L'eurogruppo ha ricordato l'importanza di avere finanze pubbliche sane e la necessità che esse siano coordinate con il patto di stabilità e di crescita. E' una condizione indispensabile per garantire una crescita economica durevole ed il buon funzionamento dell' Unione Economica e Monetaria (UEM). I Ministri si augurano che l'Italia voglia collaborare strettamente con la Commissione per la revisione del bilancio. WiFi4EU | Wi-fi gratuito per gli europei Con l’iniziativa WiFI4EU la Commissione europea intende promuovere le connessioni wi-fi gratuite per i cittadini e i visitatori in spazi pubblici quali parchi, piazze, edifici pubblici, biblioteche, musei e centri sanitari in tutta l'Europa. L’invito a presentare candidature per il 2018 è stato aperto il 7 novembre alle ore 13,00 e terminerà il 9 novembre alle ore 18.00. L'iniziativa è accessibile mediante procedure semplici e non burocratiche, quali domande online, pagamenti
effettuati con buoni e requisiti di controllo leggeri. L'iniziativa WiFi4EU, con un bilancio di 120 milioni di euro tra il 2017 e il 2019, favorirà l’installazione di dispositivi per il wi-fi all’avanguardia nei centri della vita comunitaria. I progetti saranno selezionati in base all'ordine di presentazione. I promotori dei progetti che chiedono di partecipare all'iniziativa dovrebbero proporre di attrezzare le zone in cui non esiste ancora un hotspot wi-fi pubblico o privato gratuito con caratteristiche simili. I primi 2 800 comuni che parteciperanno al bando riceveranno un buono WIFI4EU e a ogni Stato membro saranno garantiti almeno 15 buoni. Il buono WiFi4EU prevede un importo fisso di 15 000 euro per ciascun comune. I comuni che ricevono i buoni sceglieranno i “centri della vita pubblica” in cui gli hotspot WiFi4EU (punti di accesso senza fili) saranno installati. I buoni dell’iniziativa WiFi4EU possono essere utilizzati anche per finanziare parzialmente un progetto di valore superiore. Nei prossimi due anni saranno pubblicati altri tre bandi WIFI4EU, circa uno ogni sei mesi. Le reti finanziate da WIFI4EU saranno gratuite, senza pubblicità e senza raccolta di dati personali. I finanziamenti saranno destinati a reti che non duplicano offerte preesistenti, private o pubbliche, di qualità analoga. Per partecipare: https://www.wifi4eu.eu/#/home 2019: urne aperte per il rinnovo del Parlamento europeo Stavolta sperare in un futuro migliore non è abbastanza: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Se votiamo tutti, vinciamo tutti. #stavoltavoto #thistimeimvoting Questo è lo slogan della nuova campagna promossa dal Parlamento europeo per rendere tutti noi consapevoli dell’importanza di andare al voto nel 2019 per il rinnovo di questo importantissimo organo dell’Unione europea. Solo sperare in un futuro migliore non è abbastanza: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Mai come ora il nostro impegno personale è fondamentale per far capire alle istituzioni europee quello che vogliamo davvero che facciano per noi. Non solo dobbiamo impegnarci in prima persona andando alle urne ma possiamo convincere gli altri a votare, perché Se votiamo tutti, vinciamo tutti. Segui la procedura che ti viene suggerita su https://www.thistimeimvoting.eu/. Verrai aggiornato su tutte le novità che riguardano le elezioni, Se condividi sui social, saprai anche quante persone hanno aderito al tuo invito.
Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo nel 2019 si terranno nei 27 stati membri dell'Unione europea (per la prima volta non parteciperà il Regno Unito per l'uscita dall'UE dopo la Brexit). Le elezioni sono a suffragio universale e devono essere tenute ogni cinque anni nel primo fine settimana disponibile al termine del precedente mandato elettorale. Nel 2014 si sono tenute dal 22 al 25 maggio, nel 2019 dal 23 al 26 maggio. Ogni Stato membro dell'Unione europea avrà la libertà di definire in quali e per quanti giorni tenere le urne aperte nel proprio territorio, sempre nei limiti temporali individuati. E’ possibile anche scegliere dei giorni abituali: l’Italia e la Germania scelgono sempre la domenica ad esempio. Lo spoglio dei voti inizierà in contemporanea alle 23.00 del 26 maggio, in modo tale da rendere lo scrutinio simultaneo in tutta l'Unione. Le elezioni europee del 2019 rappresenteranno la nona tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, la prima risale al 1979. In tutti gli Stati membri l'età prevista per esercitare il diritto di voto è 18 anni, tranne in Austria, dove è 16 anni. Votare è obbligatorio in quattro Stati membri (Belgio, Lussemburgo, Cipro e Grecia); l'obbligo si applica tanto ai cittadini dello Stato membro quanto ai cittadini di altri Stati membri dell'UE registrati. In occasione delle elezioni al Parlamento europeo ogni cittadino dell'Unione residente in uno Stato membro di cui non è cittadino ha il diritto di voto nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato (articolo 22 del TFUE). Tuttavia, la nozione di residenza varia ancora da uno Stato membro all'altro. Stati come l’Estonia, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Polonia, la Romania e la Slovenia richiedono il domicilio o la residenza abituale sul territorio elettorale. Altri invece, come Cipro, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Slovacchia, Svezia, richiedono che vi si soggiorni abitualmente, altri ancora che si sia iscritti all'anagrafe (Belgio, Repubblica ceca). Nessuno può presentarsi come candidato in più di uno Stato membro nel corso delle stesse elezioni. L'età minima per candidarsi alle elezioni è di 18 anni nella maggior parte degli Stati membri; fanno eccezione il Belgio, la Bulgaria, Cipro, la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Irlanda, la Lettonia, la Lituania, la Polonia e la Slovacchia (21), la Romania (23), l'Italia e la Grecia (25).
Piano europeo degli investimenti investEU Questi i progetti finanziati in Italia con il Piano Europeo degli investimenti Assistenza sanitaria di alta qualità che porta benefici economici L’ISMETT – Istituto Mediterraneo per Trapianti e Terapie ad alta specializzazione – è la prima struttura ospedaliera e sanitaria in Italia ad essere stata costruita esclusivamente per trapianti e per la cura delle insufficienze terminali di organi vitali. È riconosciuto in tutta Europa come un punto di riferimento per la comunità medica, ma è anche un motore economico a livello regionale. Garanzie finanziarie dalla Regione Sicilia e dall’UE hanno permesso di aumentare la qualità dei servizi offerti da ISMETT. La rinascita di un museo porta benefici culturali ed economici Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria è da sempre un fiore all’occhiello per l’intera Regione, ma per molti anni le cattive condizioni dell’edificio ne hanno limitato il potenziale. Un progetto di riqualificazione della sua sede, sostenuto dall’amministrazione regionale della Calabria e dall’UE, ha ridato vita al museo. Occupazione per il settore dell’assistenza domestica Il settore dell’assistenza domestica può essere problematico: chi riceve questo servizio è spesso nelle mani di persone impreparate, mentre molti assistenti fanno fatica a integrarsi e a trovare lavoro legalmente. Per superare questi ostacoli, la Regione Piemonte assieme all’UE ha sviluppato un programma che unisce politiche per le pari opportunità, lavoro e formazione professionale, con un beneficio diretto per più di 26.000 persone.
Pompei: Preservare la storia per valorizzare il territorio 105 milioni di euro di investimenti per interventi di conservazione e restauro del Parco archeologico di Pompei - uno dei più importanti al mondo e il più esteso - riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo è il Grande Progetto Pompei, cofinanziato dall’Unione europea con 78 milioni di euro, per la riqualificazione dell’antica città romana e lo sviluppo economico del territorio, grazie alla promozione del turismo e dell’indotto locale L'integrazione passa per il lavoro Grazie all'istruzione e al lavoro gli immigrati possono integrarsi nella società finlandese. Il progetto "Social Impact Bond" (SIB) ha lo scopo di aiutare 2 500 immigrati a trovare lavoro e fornire ai settori caratterizzati da carenza di manodopera i lavoratori di cui hanno bisogno. Il progetto, che durerà dal 2016 al 2019, dovrebbe far risparmiare allo Stato 28 milioni di euro entro la fine del 2022 grazie alla riduzione della spesa per il welfare e l'integrazione e all'aumento del gettito fiscale. Dare credito per creare imprese La Regione Marche ha scommesso sulle idee per combattere la disoccupazione. Attraverso il Prestito d’Onore, la Regione ha potuto concedere piccoli finanziamenti a persone senza lavoro, ma con un progetto imprenditoriale. Grazie anche all’offerta di strumenti formativi e servizi di assistenza tecnica gratuiti, tra il 2006 ed il 2015 il Prestito d’Onore ha permesso la creazione di 1.355 nuove imprese nel territorio marchigiano. Un trampolino di lancio per l’hi-tech dell’Emilia-Romagna Ricerca industriale, sviluppo sperimentale e trasferimento di tecnologie: sono solo alcuni dei punti forti del progetto per la promozione di 10 Tecnopoli nella Regione Emilia-Romagna, finanziato anche dall’UE. Il progetto ha portato alla firma di oltre 3.000 contratti tra imprese e laboratori, trasformando la regione in uno dei più grandi centri d’innovazione dell’UE.
Concorsi, corsi, tirocini, progetti, Servizio volontario europeo, servizio volontario internazionale, campi di lavoro Trovare lavoro grazie all'Ue Se in Italia le opportunità scarseggiano per i giovani, questo non vuol dire che oltre confine non ci siano delle possibilità interessanti. Tra le varie iniziative proposte dall'Unione Europea, sono tre i progetti che mirano ad aiutare giovani e meno giovani a trovare un lavoro nell'Ue. Si tratta di YfEj (Your first Eures job) dedicato ai giovani tra i 18 e i 35 anni, Reactive per gli over 35 e Drop’pin @EURES, per promuovere tirocini e corsi di formazione. Andiamo a vedere nel dettaglio come funzionano e come è possibile accedere a queste iniziative. Your first Eures job: lavoro per i giovani tra i 18 e i 35 anni Il progetto Your first Eures job, raggiungibile attraverso il Portale Europeo della Mobilità professionale, mira ad aiutare i giovani tra i 18 e i 35 anni, nati in uno dei 28 Stati dell'Ue (a cui vanno aggiunti Norvegia e Islanda), a trovare un lavoro in uno dei Paesi dell'Unione europea. Allo stesso tempo il progetto aiuta anche i datori di lavoro, che in questo modo possono trovare le giuste risorse per le posizioni che non riescono ad occupare. La Piattaforma EUJOB4EU raccoglie in un unico luogo il curriculum di giovani candidati in cerca di lavoro e le offerte di impiego o tirocinio dei datori di lavoro europei. Il servizio assolve tutte le fasi, dalle informazioni al reclutamento, fino al matching tra i candidati e la posizione più adatta alle loro conoscenze. YfEj è uno degli strumenti realizzati dalla Commissione Europea per contrastare la disoccupazione in Europa e per potervi accedere bisogna essere in possesso dei seguenti requisiti:
Nazionalità di uno dei 28 paesi membri dell’UE + Islanda e Norvegia; Età compresa tra i 18-35 anni; Legalmente residenti in uno dei 28 paesi membri dell’UE + Islanda e Norvegia; Essere alla ricerca di un lavoro/tirocinio in uno dei 28 paesi membri dell’UE + Islanda e Norvegia. Invece, per quanto riguarda le piccole o medie imprese che offrono opportunità di lavoro, l'unico requisito necessario è avere una sede all'interno dei 28 Paesi dell'Ue, più Norvegia e Islanda. La vera 'forza' di Your first Eures job sta nella sicurezza di trovare un'occupazione a norma di legge, che rispetti tutti i criteri di necessari attraverso le seguenti modalità: Contratto della durata minima di 6 mesi, impiego full-time o part-time (con un monte ore minimo non inferiore al 50% dell’equivalente full-time); Sede in uno dei 28 paesi membri dell’UE + Islanda e Norvegia diverso dal paese di residenza del candidato; Essere conforme alla legislazione nazionale in materia di lavoro e protezione sociale ed assicurare protezione e benefici adeguati; Assicurare retribuzione e contratto scritto; Per tirocinio: fornire gli strumenti per l’apprendimento e la formazione di specifiche abilità sul posto di lavoro con relativo rilascio di certificato/dichiarazione che attesti l’effettiva acquisizione di competenze e abilità alla fine dell’incarico. Un progetto che ha nella mobilità europea la sua prima prerogativa, un fattore che oltre a combattere il fenomeno della disoccupazione, punta a migliorare e fortificare l'integrazione tra popoli di diverse nazionalità e il senso di appartenenza. Più che di cervelli in fuga, sarebbe meglio parlare di cervelli in circolo. Per accedere all'iniziativa, inserire il proprio curriculum, osservare le opportunità lavorative e proporre la propria candidatura basta collegarsi al Portale Eures e accedere alla sezione per i candidati. Reactivate: lavoro per gli over 35 Ma il fenomeno della disoccupazione e la ricerca di un lavoro stabile non sono problemi che riguardano soltanto i giovani, proprio per questo l'Unione europea ha ideato “Reactivate”, un programma di mobilità lavorativa rivolto ai cittadini con più di 35 anni e ai datori di lavoro che cercano personale over 35. Il progetto assicura che le organizzazioni e aziende con sede in un Paese dell’Ue e che partecipano al programma offrano un contratto di lavoro/apprendistato/tirocinio per una durata minima di 6 mesi, che prevede una remunerazione e che rispetta la legislazione fiscale e del lavoro del loro paese. Per i candidati, gli unici requisiti necessari sono la nazionalità e la residenza in uno dei 28 Paesi Ue, un'età superiore ai 35 anni e la necessità di trovare e accettare un'opportunità lavorativa in un Paese europeo. Reactivate è un progetto Pilota coordinato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programme for Employment and Social Innovation "EaSI" 2014-2020 e per avere maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito http://ec.europa.eu/social/easi. Come per YfEj, Reactivate offre diversi servizi sia per i candidati che per i datori di lavoro. Servizi per i candidati: Orientamento professionale e supporto nella preparazione della propria candidatura; Sviluppo delle competenze professionali: opportunità formative (sulle competenze trasversali e le conoscenze linguistiche), bilancio delle competenze, informazioni sulle offerte di lavoro; Accesso a offerte di lavoro europee: pubblicazione di opportunità lavorative a livello europeo, partecipazione a giornate di recruitment, partecipazione a pre-selezioni attraverso la Piattaforma di Reactivate, organizzazione di colloqui di lavoro;
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