In fuga oltre la rete - a settant'anni dall'armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella confederazione - Archivio della ...
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38 incontri ravvicinati A settant’anni dall’armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella Confederazione a cura di Guido Codoni In fuga oltre la rete In Italia, l’8 settembre 1943 venne radiodiffusa la notizia dell’armistizio. Il Paese piombò nel caos, anche a causa dell’abbandono della capitale, senza lasciare disposizioni, della famiglia reale, di alcuni ministri e dei gradi maggiori delle forze armate. Nel giro di ventiquattr’ore l’esercito italiano si dissolse. Tagliata in due dall’avanzata alleata, la parte centro-settentrionale si ritrovò in balia dei tedeschi. Migliaia di italiani cercarono allora la salvezza nella Confederazione. P er una settimana, dopo la capitola- zione, dal 9 al 16 settembre, l’inte- ro confine rimase sguarnito perché chi lo pattugliava abbandonò le po- stazioni, addirittura in parte espatriando. La grande massa, circa 10 mila uomi- ni, arrivò nella notte tra il 16 e il 17 set- tembre. Questo perché il 15 settembre Il certificato di rifugiato di Amintore Fanfani. si diffuse il panico fra chi poteva essere chiamato alle armi: Mussolini (dopo il suo Amintore Fanfani (1908-1999) Tra costoro, alcuni giornalisti del «Cor- arresto, il 12 settembre venne liberato da Tenente di fanteria di stanza a Viggiù, si riere della Sera» che dopo l’8 settembre non un commando di paracadutisti tedeschi), rifugiò in Svizzera il 17 settembre 1943 en- avevano aderito al nuovo corso imposto da infatti, emanò degli ordini del giorno con trando da Saltrio con altri militari; insie- Mussolini e dai nazisti occupanti. Indro i quali preannunciò la costituzione del me a loro fu ospitato nel cortile dell’ospe- Montanelli raggiunse la Svizzera, dopo al- Partito fascista repubblicano e ordinò il dale di Mendrisio. Di ritorno in Italia nel cuni mesi di clandestinità, l’arresto, il car- ritorno al combattimento a fianco della 1945, venne eletto deputato fino a diventa- cere e l’«evasione». Il 14 agosto 1944, alle Germania, pena il deferimento ai tribunali re ministro in vari Governi democristiani undici del mattino, alla frontiera italo-elve- militari. e poi ad assumere lui stesso la presidenza tica tre uomini e due donne arrivarono al «Nella storia dei rifugiati, Seseglio, la mi- del Governo. Divenne segretario della De- «Costone di Stabio». Tra questi Montanelli, nuscola frazione del Comune di Pedrinate, ha mocrazia Cristiana e presiedette il Senato. che dichiarò di essere stato «organizzatore grande importanza; pari a quella del Laghet- di bande di partigiani». Scortati «a mezzo to (Pedrinate), di Pignora (Novazzano), del Indro Montanelli (1909-2001) truppa», giunsero al Lazzaretto di Chiasso Gaggiolo (Stabio), della Maiocca (Chiasso), di Dopo l’armistizio dell’Italia con gli angloa- per il controllo sanitario, obbligatorio per Roggiana (Vacallo), località tutte ai margini del mericani e l’occupazione tedesca, ripararo- chi chiedeva asilo. Il capoposto di Stabio Comasco e del Varesotto, in terreno aperto o no nella Confederazione elvetica circa 30 trasmise per telefono alla direzione delle quasi; alla mano, per entrare clandestinamente mila militari italiani e 15 mila civili, tra i dogane a Berna e per scritto al comando nel nostro paese», scrisse Antonio Bolzani1. quali 6 mila ebrei-italiani, apolidi, stranieri, guardie a Lugano, l’identità dei profughi e Il fotografo Christian Schiefer2, che si centinaia di «politici», poi molti partigiani. i motivi della loro fuga. trovava a Stabio, documentò l’evento, ri- Tra gli espatriati per motivi politici, molti Ma come raggiunsero il territorio della evocato in ottobre con conferenze e una gli intellettuali antifascisti costretti alla fu- Confederazione? «Attraverso le vie provvi- mostra. Quest’ultima, oltre agli scatti del ga per essersi esposti nei «quarantacinque denziali», scrisse Giovanni Barbareschi, il fotografo Schiefer, ha dedicato un angolo giorni» del Governo Badoglio (seguito alla sacerdote che li accompagnò. Provviden- a personaggi famosi entrati da Stabio o che caduta del regime fascista il 25 luglio) o poi ziali sì, è il caso di dirlo, perché l’ingresso con questo paese hanno avuto a che fare. per il rifiuto a collaborare con i tedeschi e avvenne di mattina, senza ostacoli, anzi, Vediamoli. con i fascisti tornati al potere. con la benevolenza delle guardie tedesche.
39 Non andò così liscia ad altri fuggiaschi che dall’Italia, da un anno, a migliaia tentava- no il passaggio nella Svizzera libera e neu- trale per chiedere asilo. Per ebrei e antifascisti, ricercati da re- pubblichini e tedeschi, la sola via di fuga era l’espatrio clandestino. Un reato puni- to da una legislazione severa, inasprita a partire dal 1940 per lo stato di guerra, e resa severissima nell’autunno 1943 dopo l’occupazione nazista dell’Italia centro-set- tentrionale. Anche il semplice avvicinarsi al confine era un rischio. Pattuglie perlu- stravano le strade alla ricerca di renitenti, disertori e partigiani. Chi voleva passare in Svizzera doveva trovare assistenza da gen- te del posto, «spalloni» o contrabbandieri; per chi veniva da lontano, occorrevano in- termediari, organizzazioni e collegamenti. La prima pagina del Diario di Fanfani con l’arrivo a Rapperswil. Montanelli dovette sottostare all’interna- mento, stabilito per tutti i rifugiati civili «rosea» e del Giro, allora anziano e desi- Con lo scoppio della Seconda guer- dalle norme federali. Rientrò in Italia il 22 deroso di passare il testimone a un giova- ra mondiale, la Mondadori fu costretta maggio 1945, dopo nove mesi: due trascor- ne capace ed entusiasta. Torriani riuscì a a trasferire i suoi stabilimenti ad Arona, si a Lugano tra «quarantena» e soggiorno polarizzare gli interessi di investitori, enti e aiutò i propri impiegati e amici di raz- obbligato, quasi cinque a Davos e due a pubblici e privati e dei media, facendo rag- za ebraica a sfuggire alle persecuzioni. Berna in «internamento libero». Tornato in giungere al Giro alti livelli di notorietà. Il 9.9.43 soppresse tutte le pubblicazioni Italia alla fine del conflitto, Montanelli si della propria casa e rifiutò di collaborare affermò come giornalista, saggista e com- Arnoldo Mondadori (1889-1971) con le autorità tedesche. Coi suoi atteg- mediografo italiano. Dopo la quinta elementare interruppe gli giamenti provocò la requisizione di tutti i Fu per circa quattro decenni la bandie- studi e iniziò a lavorare prima in una dro- suoi stabilimenti. ra del primo quotidiano italiano, il Corriere gheria e successivamente come venditore L’11 novembre 1943 Arnoldo entrò della Sera, e per vent’anni condusse un im- ambulante a Mantova. Per la sua abilità da Pignora di Novazzano, guidato da un portante quotidiano d’opinione da lui stes- venne soprannominato Incantabiss (incan- contrabbandiere, con due valigie e una so fondato, il Giornale. Fu pure autore di tatore di serpenti). Passato a lavorare in cartella di carte compromettenti. Scrive la libri di storia cui arrise un vasto successo. una cartoleria come tipografo, nel 1907 figlia Mimma: «Papà prende le sue valigie realizzò… Luce!, un periodico di ispirazio- di documenti e vien fatto sdraiare sotto un Vincenzo Torriani (1918-1996) ne socialista, dando inizio all’attività che lo Chiamato alle armi, si rifugiò in Svizzera. rese famoso in Italia e nel mondo. Forte dei contatti con organismi studente- Nel 1912 ad Ostiglia fondò «La Socia- schi dell’epoca, fu promotore di incontri e le», embrione di quella che diventerà la raduni tra i connazionali nei campi elvetici casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. e protagonista di operazioni di «traghetta- Nei primi anni di attività, Mondadori si mento» da una parte all’altra del confine. specializzò nella produzione di testi scola- Pierino Bernasconi di Ligornetto lo stici. conobbe in quel periodo. «Mio fratello era Terminata la guerra, nel 1921 trasferì la amico di Vincenzo Torriani, che diventerà per casa editrice a Milano, considerata la capi- tanti anni responsabile del Giro d’Italia di ci- tale culturale del Paese. La sua fama andò clismo. Faceva propaganda per l’Azione Cat- sempre crescendo e tra il 1920 e il 1930 tolica; era nella Svizzera Interna e ogni tanto diede il via a diverse collane di libri. Dello veniva da noi a mangiare polenta e mortadella. stesso periodo sono anche i Gialli, prima Capitò una volta che doveva prendere il treno collana dedicata ai polizieschi, e L’Enciclo- per tornare al di là delle Alpi e perse la posta. pedia dei Ragazzi. Allora io lo portai alla stazione di Mendrisio Nel 1933 creò la collana Medusa, aperta sulla canna della bicicletta. Avevo 12/13 anni». alle opere dei grandi autori della letteratu- Rientrato in Italia, Torriani si occu- ra internazionale. Due anni dopo Arnoldo pò della ripresa della pubblicazione della Mondadori entrò in contatto con Walt Di- «Gazzetta dello Sport», dell’organizzazio- sney, stipulando il primo grande accordo ne di eventi cittadini a Milano e della ri- internazionale sottoscritto da un’azienda organizzazione del Giro d’Italia sospeso a italiana in campo editoriale. Da questo mo- causa della Seconda guerra mondiale. En- mento il nome di Mondadori fu associato trò così a far parte dello staff di Armando in Italia alle celebri creazioni per ragazzi Lettera di ringraziamento di Mondadori Cougnet, cofondatore sin dal 1909 della della Disney. a uno stabiese che lo ospitò.
40 cespuglio. “Vede”, gli dicono, “là c’è un bu- co nella rete, fatto apposta per lei. Quando le diciamo: via! Lei si infila nel buco e buo- na fortuna”. Al segnale, papà si alza, corre come può con le sue valigie, si infila nel- la rete, anzi si incastra, metà in Svizzera, metà in Italia, e non riesce più a muoversi. “Chi va là?”, dice una dura voce straniera, e papà si vede una canna di fucile davanti alla faccia. Superato l’attimo di sincope, ra- giona: se il fucile è davanti a me, non può essere un tedesco. Infatti è un soldato sviz- zero, che impietosito lo tira dentro il suo paese!». Troverà ospitalità a Stabio. Lo compro- va un documento col quale Mondadori rin- grazia chi lo ospitò. Dopo il 25 aprile 1945 tornò in Italia. Ripresa l’attività, nacquero nuove collane come i Classici contemporanei italiani e i Classici contemporanei stranieri. Nel 1965 la Mondadori diede vita a una vera e propria rivoluzione, quella degli Oscar. Per la prima volta i libri, in formato tascabile, si compravano in edicola, ogni settimana un titolo. Fu un grande successo commerciale. Nel 1968 lasciò la presidenza della casa editrice al figlio Giorgio. Luigi Berlusconi (1908-1989) Militare nella riserva, entrò il 17 settembre 1943 con altri. Ecco cosa annota nel suo Diario: «L’entrata in territorio svizzero è sta- ta abbastanza semplice. Favoriti dalle nostre guardie di frontiera che ci dettero le necessarie indicazioni, passammo in Svizzera attraverso una piccola apertura della rete di confine. Era Una pagina del Diario di Luigi Berlusconi. già quasi buio! Avevo lasciato dietro a me il mio patrio suolo con tutti gli affetti più cari; e dola di fare il possibile per farla giungere ad Caduto Mussolini, fu tra coloro che il mio esilio cominciava! Il dolore che sino allo- Oltrona. La notte era fredda e ci fu un tem- tentarono invano di convincere il coman- ra avevo soffocato in me dovette avere uno sfo- porale»3. dante della piazza di Milano a resistere go materiale. Ormai più nessuno dei miei gen- Funzionario di banca, poi direttore del- all’occupazione tedesca e a difendere la tili accompagnatori era presente; più nessuno la Banca Rasini di Milano, presidente della città facendo distribuire armi agli operai e poteva riferire ai miei cari che io avevo pianto; Edilnord, affiancò il figlio Silvio nelle sue formando una «Guardia nazionale» inqua- … e piansi. Gino e Armando mi fecero corag- attività. drata da ufficiali dell’esercito. gio. Dopo dieci minuti di strada ci trovammo Quando l’anziano senatore si rese in una piazzetta fra altri fuggiaschi. Gli abi- Luigi Gasparotto (1873-1964) conto che ormai le sorti della città erano tanti del luogo ci accoglievano con affettuosità, Il padre, che combatté con Garibaldi, lo segnate, tornò a Cantello e distrusse carte quasi con entusiasmo. Tutti avevano parole di educò agli ideali democratici e laici propri compromettenti. incoraggiamento e di conforto. Dopo circa una della tradizione risorgimentale. Laureatosi, Capito che era giunto il momento di mezz’oretta vennero dei soldati oriundi della si trasferì a Milano dove esercitò l’avvoca- darsi alla macchia, venne accompagnato Svizzera tedesca, e ci portarono in un paesino tura. Nel 1913 fu eletto alla Camera in rap- dalle stesse guardie di confine, che lo cono- denominato San Paolo [San Pietro]. Durante il presentanza del Partito radicale. scevano e stimavano nella zona del valico tragitto passammo fra gruppi di abitanti del Durante la Prima guerra mondiale di Gaggiolo. Fatti pochi passi in territorio luogo che ci trattavano come loro fratelli. È combatté al fronte. Rieletto nel 1921, di- elvetico, una canna di fucile interruppe il durante questo tragitto che una certa signorina venne vicepresidente della Camera. Fu poi suo espatrio. Le guardie di frontiera sviz- Bice Bernasconi ci diede il suo indirizzo, auto- chiamato a reggere il Dicastero della guer- zere, dopo aver constatato che non aveva rizzandoci a scriverle qualora avessimo avuto ra dove rimase fino al 1922. Verso il fasci- le carte in regola per varcare il confine, lo bisogno. A San Paolo sostammo sul piazzale smo mostrò dapprima indulgenza e soltan- riaccompagnarono in terra italiana. della chiesa, ed è qui, sotto i porticati e nella to l’assassinio di Matteotti gli fece aprire Il mattino dopo inforcò la bicicletta e chiesetta stessa, che pernottammo. È in questa gli occhi sulla sua reale natura; dal 1928 si partì in compagnia dell’uccellatore del suo chiesetta che scrissi una lettera a mia moglie astenne da qualsiasi forma di attività politi- roccolo. I due ciclisti, evitando le pattuglie consegnandola poi ad una signora incarican- ca e ritornò a esercitare l’avvocatura. tedesche che stavano occupando tutti i
41 punti strategici, riuscirono ad attraversare da scrivere portatile chiamata MP1, e suo Anche all’interno della fabbrica l’atmosfe- l’Adda e con grande fatica risalirono sino presidente nel 1938. ra era diverso: durante le pause i dipenden- ai 1’200 metri di una località dove vennero Si oppose al regime fascista. Partecipò ti potevano servirsi delle biblioteche, ascol- accolti da amici fidati che li rifocillano e li con Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro tare concerti, seguire dibattiti, e non c’era nascondono. Pertini e altri alla liberazione di Filippo Tu- una divisione netta tra ingegneri e operai, Il 15 settembre, uno dei collaboratori rati (lui era alla guida dell’auto che portò in modo che conoscenze e competenze fos- di suo figlio Leopoldo, partigiano, riuscì a Rosselli fuori dal Paese). Durante gli anni sero alla portata di tutti. raggiungerlo. Poldo organizzò il suo espa- del conflitto bellico, dovette riparare in Alla fine del 1945 pubblicò il suo libro trio nella Repubblica Elvetica. Il 14 settem- Svizzera da dove si mantenne in contatto «L’ordine politico delle comunità» nel qua- bre Gasparotto passò dal Gaggiolo di Sta- con la Resistenza. le sono espresse quelle idee che supporte- bio. Nel suo diario racconta: «Ma il varco è Rientrato, riprese le redini dell’azienda. ranno il Movimento Comunità fondato a chiuso, l’agente di servizio, un siciliano ignaro Alle sue capacità manageriali, che portaro- Torino nel 1948. Nel 1949 Olivetti si con- anche della lingua italiana, si rifiuta di apri- no la Olivetti a essere la prima azienda del vertì al cattolicesimo «per la convinzione re. E allora? Si corre al vicino ponticello del torrente; si apre un buco nella rete sottostan- te, proprio mentre arriva la sentinella che vi si piazza sopra e grida: “Sparo! Sparo!”. “Aspet- ta un po’” rispondono gli svizzeri. “Sparo! Spa- ro!”. “Aspetta; sparerai dopo”. Ma, intanto, io sono scivolato per il buco sul letto del torrente, sotto le gambe della sentinella; in terra amica. La sentinella non sparò». La sua casa di campagna a Cantello venne perquisita dalle truppe tedesche e neofasciste. A Lugano Luigi fu accolto in casa di Guglielmo Canevascini, consigliere di Stato per il partito socialista. Gasparot- to in Ticino collaborò attivamente, insie- me con altri fuorusciti italiani, all’opera di soccorso e di assistenza alla repubblica partigiana della Val d’Ossola. Alla Resi- stenza pagò il suo tributo di sangue: il 22 giugno 1944, il figlio Poldo, comandante delle formazioni partigiane lombarde di Giustizia e Libertà, venne ucciso dai tede- schi nel campo di concentramento di Fos- Il certificato d’ammissione di Olivetti e della sua segretaria reca il timbro del «posto» di Stabio. soli, presso Carpi. Rientrato in Italia nel 1945, Luigi fu mondo nel settore dei prodotti per ufficio, della sua superiore teologia». Nel 1950 ministro dell’Aeronautica nel Governo unì un’instancabile sete di ricerca e di spe- espose la sua visione del primato in campo appena sorto, quale rappresentante del rimentazione su come si potesse armoniz- politico dell’Urbanistica e della Pianifica- Partito democratico del lavoro, erede del- zare lo sviluppo industriale con l’afferma- zione. L’urbanistica fu solo una delle tante la tradizione radicale e social riformista, zione dei diritti umani e con la democrazia passioni di Olivetti che si interessò di sto- facendo pure parte di successivi governi. partecipativa, dentro e fuori la fabbrica. ria, filosofia, letteratura ed arte. Nel 1953 venne invitato ad accettare la Ivrea negli anni Cinquanta richiamò una Nel 1953 aprì una fabbrica di macchine presidenza del Senato, ma preferì rinuncia- quantità straordinaria di intellettuali che calcolatrici a Pozzuoli offrendo posti di la- re a un incarico che, vista l’età avanzata e operavano in differenti campi disciplinari, voro con salari sopra le medie e assistenza le sue non buone condizioni di salute, gli inseguendo il progetto di una sintesi tra alle famiglie degli operai la cui produttività appariva troppo gravoso. Dopo poco più cultura tecnico-scientifica e cultura uma- in questo stabilimento superò quella dei di un anno, il Gasparotto moriva nella sua nistica. colleghi nella fabbrica di Ivrea. Nel 1956 casa di campagna di Cantello. Olivetti riuscì a creare un’esperienza di fu eletto sindaco di Ivrea e due anni dopo fabbrica nuova e unica al mondo in un pe- ottenne due seggi in Parlamento candidan- Adriano Olivetti (1901-1960) riodo storico in cui si fronteggiavano due dosi con il Movimento Comunità. Il suo La Rai gli ha di recente dedicato una fic- grandi potenze: capitalismo e comunismo. voto fu rilevante per la fiducia al Governo tion. Il padre Camillo era ebreo, e la madre Credeva che fosse possibile stabilire un Fanfani. Il 27 febbraio 1960 morì improv- Luisa Revel, valdese. equilibrio tra solidarietà sociale e profitto, visamente durante un viaggio in treno da Nel 1924 conseguì la laurea in ingegne- tanto che l’organizzazione del lavoro com- Milano a Losanna a causa di una trombo- ria chimica al Politecnico di Torino e, dopo prendeva un’idea di felicità che generava si cerebrale: al momento del suo decesso un soggiorno di studio negli Stati Uniti, efficienza. Gli operai vivevano in condizio- l’azienda fondata dal padre e da lui per entrò, nel 1926, nella fabbrica paterna ove ni migliori rispetto alle altre grandi fabbri- lungo tempo diretta vantava una presenza fece le prime esperienze come operaio. Di- che italiane: ricevevano salari più alti, vi su tutti i maggiori mercati internazionali, venne direttore della Società Olivetti nel erano asili e abitazioni vicino alla fabbrica con circa 36 mila dipendenti, di cui oltre la 1932, anno in cui lanciò la prima macchina che rispettavano la bellezza dell’ambiente. metà all’estero.
42 Edda Ciano (1910-1995) Edda era la figlia primogenita di Benito Mussolini. Nel ’30 sposò Gian Galeazzo Ciano, da cui ebbe tre figli. Le nozze segnarono l’avvio dell’ascesa politica del marito come «delfino» di Mussolini. Dopo una parentesi in diplomazia, Ciano divenne ministro de- gli Esteri. Filotedesca, Edda appoggiò sempre le posizioni del padre sulla guerra. Di personalità intraprendente e irre- quieta, aveva comportamenti da lei stessa in seguito definiti «da maschiaccio», che la portarono non di rado a scontrarsi con il potente padre che, a tale proposito, pare ebbe a dire: «Sono riuscito a sottomettere l’I- talia, ma non riuscirò mai a sottomettere mia figlia». Il suo carattere indomito si manife- stò già da bambina (portata a studiare nel collegio delle signorine «bene», si ritirò do- Dall’alto: l’albergo «Madonnina» a Cantello, po poco), poi da ragazza (fu una delle pri- la camera dove dormì la Ciano, me donne a portare i pantaloni e il bikini), Edda e Galeazzo Ciano. e da adulta (tradì – ricambiata – il marito, fumava, giocava d’azzardo). albergo e con il favore delle tenebre, con il Il 25 luglio 1943 Ciano votò l’Ordine marchese Pucci fu nascosta sotto uno strato del giorno Grandi di sfiducia a Mussolini, di fieno, su un carro agricolo trainato da buoi, un voto che gli costò l’accusa di alto tra- guidato da un contadino del luogo e attraver- dimento e che diede inizio alla personale so strade di campagna fu condotta al confine. tragedia di Edda, la quale condusse una Edda ed il marchese riuscirono ad oltrepassare dura battaglia solitaria per salvare la vita il confine e forse riuscirono anche a contattare del marito, cercando di barattarla con I dia- emissari del governo britannico. Ma, evidente- ri del medesimo, fortemente critici verso la mente, il tentativo fallì. Germania. Edda ebbe furiosi scontri con il Quando ormai la Ciano e il Pucci erano Duce, nonché con la madre Rachele, nel lontani da Cantello e dall’Italia, i tedeschi sco- tentativo di salvare il marito dalla condan- prirono di essere stati ingannati e per cercare na a morte seguita al Processo di Verona, informazioni arrestarono Angelo Broggi, pro- nel 1944. Rimasta definitivamente sola, prietario dell’albergo, e don Angelo. Entrambi dopo la fucilazione del marito, avvenuta vennero portati a Milano, rinchiusi nel carcere l’11 gennaio 1944, Edda si rifugiò in Sviz- di San Vittore e sottoposti a stressanti interro- zera, ospitata, coi figli, nel piccolo conven- gatori. Don Angelo fu anche torturato. to delle suore domenicane di Neggio. Per personale intervento del cardinale di Edda Ciano era entrata in Svizzera, da «Se avesse ceduto i diari agli inglesi, loro, Milano, Ildefonso Schuster, furono rilasciati. Stabio, il 9.1.44. Tragico e avventuroso fu attraverso i canali diplomatici e politici, sareb- Quella tremenda esperienza, però, lasciò quell’episodio. L’8 gennaio, in compagnia bero riusciti a convincere Mussolini a concede- un segno indelebile in don Angelo che, sei anni di Emilio Pucci, futuro celebre stilista di re la grazia a Galeazzo Ciano. È in questo fran- dopo morì a seguito delle percosse e delle tortu- moda, si recò a Cantello col solo obiettivo gente che si inserisce la figura di don Angelo re di cui fu vittima durante la detenzione. di salvare la vita di Galeazzo, contro la vo- Griffanti che aiutava, nella missione pastorale Pochi giorni dopo, l’11 gennaio, all’alba, lontà del padre Benito e di quella degli alle- e sacerdotale il fratello don Ambrogio, parroco Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi fascisti ven- ati tedeschi, che volevano vedere morto il di Ligurno, frazione di Cantello. nero fucilati a Verona. gerarca per il suo tradimento nei confronti Don Angelo fu contattato dal marchese Non ci fu nulla da fare. Mussolini si rifiu- del fascismo. Pucci e dalla Contessa Ciano alla ricerca di un tò di concedere la grazia al genero e, con quel A Cantello, più precisamente all’Al- aiuto per l’espatrio. È a lui che il marchese Puc- gesto, perse l’amore della figlia, che solo dopo bergo «La Madonnina», una ex stazione ci ed Edda Ciano devono la vita, visto che con molti anni gli perdonò di averle ucciso il mari- di posta trasformata in hotel, Edda dormì uno stratagemma riuscì a sviare le ricerche e le to. Quante cose sarebbero cambiate se a Can- una notte, prima di attraversare il confine perquisizioni dei soldati tedeschi che presidia- tello, quella notte tra l’8 e il 9 gennaio, Edda svizzero, portando con sé documenti im- vano la zona di confine. Ciano fosse riuscita a barattare con i diari la portantissimi, che avrebbe voluto cedere, Fu don Angelo, a portare il marchese in vita di Galeazzo». per avere in cambio salva la vita del ma- parrocchia e a travestirlo da frate suscitando le Dopo quattro mesi dalla fine della guer- rito. L’ingegner Emilio Brusa di Cantello, perplessità del fratello verso il comportamento ra e dalla fucilazione di Mussolini, dietro secondo quanto a lui riferito da testimoni del “religioso”. richiesta del Governo italiano, gli svizzeri del tempo, racconta: Edda, dopo aver trascorso qualche ora in fecero uscire Edda dal Paese. Venne con-
43 dannata a due anni di confino sull’isola di Dovette dare 51 monete d’oro (27 sterline carlo al sig. Soldati stesso. Così, avvertito Lipari. Dopo un anno beneficiò dell’amni- e 24 marenghi) ed in più l’obbligo di dare quest’oggi da parte di un agente della Poli- stia e si ricongiunse ai figli. allo chauffeur per il viaggio Stabio-Lugano zia dell’Esercito, mi affrettai a consegnare mille franchi che poi non pagò. Raffaele a questo Ufficio il plico di lettere». Caro- Carolina Ciano (1883) Soldati denunciò il fatto alla Polizia che lina Ciano venne riaccompagnata al con- All’alba del 4.4.45 la signora Carolina vedo- provvide alla identificazione di questa per- fine il 7.7.45. va fu Costanzo Ciano e madre di Galeazzo sona, procedendo al suo arresto, a quello varcò clandestinamente il confine svizzero del complice e al sequestro delle 51 monete NOTE nella località di Gaggiolo-Stabio. Veniva da d’oro. 1. In Oltre la rete, di Antonio Bolzani, Società edi- Varese dove si era stabilita da undici me- A Lugano la Ciano venne scoperta e trice nazionale, 1946. si. Il passaggio in Svizzera – si legge in un riconosciuta. 2. Christian Schiefer (Davos 1896, Lugano 1998) tra il 1939 e il ’45 fu fotoreporter militare nel «Ser- verbale – avvenne nelle vicinanze di Stabio Il Consiglio federale decise di «non ac- vizio stampa e radio». Le sue immagini in bianco per opera di contrabbandieri italiani che cordare asilo in Isvizzera alla signora Cia- e nero realizzate durante il secondo conflitto mon- l’accompagnarono sino alla rete, aiutando- no», con la raccomandazione che fosse «da diale permettono a chi oggi le guarda di cogliere, la a entrare su territorio svizzero e quindi respingere immediatamente», suscitando oltre le azioni legate alla guerra, anche aspetti di abbandonandola. Per questa operazione comunque indignazione. La Ciano aveva vita quotidiana. Nell’aprile del 1945, quale inviato della Schweizer Illustrierte, Schiefer realizzò alcuni dovette sborsare 300 mila lire. con sé le lettere del figlio Galeazzo dal car- degli scatti più celebri della Liberazione di Milano: Sola, stanca e abbattuta la vedova Cia- cere di Verona che vennero trattenute in quelli dei cadaveri di Benito Mussolini e Claretta no si inoltrò, non vista, sulla strada che Svizzera. «La contessa Ciano – testimonia- Petacci, appesi a testa in giù a Piazzale Loreto. dal confine conduce a Stabio paese, ma va Gianfranco Farinelli, ospite dai Soldati 3. In: In Terra d’asilo, di Renata Broggini, Società sentendosi venir meno bussò alla porta di – consegnava allora a me personalmente editrice il Mulino, 1993. una casa colonica e chiese ospitalità. Le fu un plico di lettere che la stessa sigillava in Altri testi consultati: offerta una seggiola, ma poi ebbe inizio ai una busta che allego in atti. Trattasi di let- – Passaggio in Svizzera, l’anno nascosto di Indro Mon- suoi danni una brutta pagina della nostra tere personali di suo figlio, il defunto Conte tanelli, di Renata Broggini, Feltrinelli, 2007; storia di samaritani. Chiese di per poter Galeazzo Ciano. La consegna di detti scritti – Leopoldo Gasparotto, alpinista e partigiano, di giungere sino a Lugano presso la famiglia avvenne per timore che andassero a finire Ruggero Meles, Hoepli, 2011; – Diari, di Amintore Fanfani, Rubbettino, 2011/12; Soldati. Le promisero aiuto per condurla in mani estranee. Il sig. Soldati non era a – La guerra vista dal Ticino, 1939-1945, a cura Villi da Stabio a Lugano senza dare nell’occhio conoscenza di questo fatto e pure da parte Hermann e Antonio Mariotti, Casagrande; della Polizia, ma dietro un forte compenso. mia non ci pensai nemmeno di comuni- – internet. società commercianti
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