In fuga oltre la rete - a settant'anni dall'armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella confederazione - Archivio della ...

Pagina creata da Margherita Colella
 
CONTINUA A LEGGERE
In fuga oltre la rete - a settant'anni dall'armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella confederazione - Archivio della ...
38
                                                     incontri ravvicinati

                                                    A settant’anni dall’armistizio italiano
                                                    le figure storiche che cercarono la salvezza
                                                    nella Confederazione

a cura di
Guido Codoni                                        In fuga oltre la rete
     In Italia, l’8 settembre 1943
     venne radiodiffusa la notizia
     dell’armistizio. Il Paese piombò nel
     caos, anche a causa dell’abbandono
     della capitale, senza lasciare
     disposizioni, della famiglia reale,
     di alcuni ministri e dei gradi
     maggiori delle forze armate. Nel
     giro di ventiquattr’ore l’esercito
     italiano si dissolse. Tagliata in
     due dall’avanzata alleata, la parte
     centro-settentrionale si ritrovò
     in balia dei tedeschi. Migliaia di
     italiani cercarono allora la salvezza
     nella Confederazione.

P
         er una settimana, dopo la capitola-
         zione, dal 9 al 16 settembre, l’inte-
         ro confine rimase sguarnito perché
         chi lo pattugliava abbandonò le po-
stazioni, addirittura in parte espatriando.
    La grande massa, circa 10 mila uomi-
ni, arrivò nella notte tra il 16 e il 17 set-
tembre. Questo perché il 15 settembre               Il certificato di rifugiato di Amintore Fanfani.
si diffuse il panico fra chi poteva essere
chiamato alle armi: Mussolini (dopo il suo          Amintore Fanfani (1908-1999)                            Tra costoro, alcuni giornalisti del «Cor-
arresto, il 12 settembre venne liberato da          Tenente di fanteria di stanza a Viggiù, si          riere della Sera» che dopo l’8 settembre non
un commando di paracadutisti tedeschi),             rifugiò in Svizzera il 17 settembre 1943 en-        avevano aderito al nuovo corso imposto da
infatti, emanò degli ordini del giorno con          trando da Saltrio con altri militari; insie-        Mussolini e dai nazisti occupanti. Indro
i quali preannunciò la costituzione del             me a loro fu ospitato nel cortile dell’ospe-        Montanelli raggiunse la Svizzera, dopo al-
Partito fascista repubblicano e ordinò il           dale di Mendrisio. Di ritorno in Italia nel         cuni mesi di clandestinità, l’arresto, il car-
ritorno al combattimento a fianco della             1945, venne eletto deputato fino a diventa-         cere e l’«evasione». Il 14 agosto 1944, alle
Germania, pena il deferimento ai tribunali          re ministro in vari Governi democristiani           undici del mattino, alla frontiera italo-elve-
militari.                                           e poi ad assumere lui stesso la presidenza          tica tre uomini e due donne arrivarono al
    «Nella storia dei rifugiati, Seseglio, la mi-   del Governo. Divenne segretario della De-           «Costone di Stabio». Tra questi Montanelli,
nuscola frazione del Comune di Pedrinate, ha        mocrazia Cristiana e presiedette il Senato.         che dichiarò di essere stato «organizzatore
grande importanza; pari a quella del Laghet-                                                            di bande di partigiani». Scortati «a mezzo
to (Pedrinate), di Pignora (Novazzano), del         Indro Montanelli (1909-2001)                        truppa», giunsero al Lazzaretto di Chiasso
Gaggiolo (Stabio), della Maiocca (Chiasso), di      Dopo l’armistizio dell’Italia con gli angloa-       per il controllo sanitario, obbligatorio per
Roggiana (Vacallo), località tutte ai margini del   mericani e l’occupazione tedesca, ripararo-         chi chiedeva asilo. Il capoposto di Stabio
Comasco e del Varesotto, in terreno aperto o        no nella Confederazione elvetica circa 30           trasmise per telefono alla direzione delle
quasi; alla mano, per entrare clandestinamente      mila militari italiani e 15 mila civili, tra i      dogane a Berna e per scritto al comando
nel nostro paese», scrisse Antonio Bolzani1.        quali 6 mila ebrei-italiani, apolidi, stranieri,    guardie a Lugano, l’identità dei profughi e
    Il fotografo Christian Schiefer2, che si        centinaia di «politici», poi molti partigiani.      i motivi della loro fuga.
trovava a Stabio, documentò l’evento, ri-           Tra gli espatriati per motivi politici, molti           Ma come raggiunsero il territorio della
evocato in ottobre con conferenze e una             gli intellettuali antifascisti costretti alla fu-   Confederazione? «Attraverso le vie provvi-
mostra. Quest’ultima, oltre agli scatti del         ga per essersi esposti nei «quarantacinque          denziali», scrisse Giovanni Barbareschi, il
fotografo Schiefer, ha dedicato un angolo           giorni» del Governo Badoglio (seguito alla          sacerdote che li accompagnò. Provviden-
a personaggi famosi entrati da Stabio o che         caduta del regime fascista il 25 luglio) o poi      ziali sì, è il caso di dirlo, perché l’ingresso
con questo paese hanno avuto a che fare.            per il rifiuto a collaborare con i tedeschi e       avvenne di mattina, senza ostacoli, anzi,
Vediamoli.                                          con i fascisti tornati al potere.                   con la benevolenza delle guardie tedesche.
In fuga oltre la rete - a settant'anni dall'armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella confederazione - Archivio della ...
39

Non andò così liscia ad altri fuggiaschi che
dall’Italia, da un anno, a migliaia tentava-
no il passaggio nella Svizzera libera e neu-
trale per chiedere asilo.
    Per ebrei e antifascisti, ricercati da re-
pubblichini e tedeschi, la sola via di fuga
era l’espatrio clandestino. Un reato puni-
to da una legislazione severa, inasprita a
partire dal 1940 per lo stato di guerra, e
resa severissima nell’autunno 1943 dopo
l’occupazione nazista dell’Italia centro-set-
tentrionale. Anche il semplice avvicinarsi
al confine era un rischio. Pattuglie perlu-
stravano le strade alla ricerca di renitenti,
disertori e partigiani. Chi voleva passare in
Svizzera doveva trovare assistenza da gen-
te del posto, «spalloni» o contrabbandieri;
per chi veniva da lontano, occorrevano in-
termediari, organizzazioni e collegamenti.          La prima pagina del Diario di Fanfani con l’arrivo a Rapperswil.
Montanelli dovette sottostare all’interna-
mento, stabilito per tutti i rifugiati civili       «rosea» e del Giro, allora anziano e desi-             Con lo scoppio della Seconda guer-
dalle norme federali. Rientrò in Italia il 22       deroso di passare il testimone a un giova-        ra mondiale, la Mondadori fu costretta
maggio 1945, dopo nove mesi: due trascor-           ne capace ed entusiasta. Torriani riuscì a        a trasferire i suoi stabilimenti ad Arona,
si a Lugano tra «quarantena» e soggiorno            polarizzare gli interessi di investitori, enti    e aiutò i propri impiegati e amici di raz-
obbligato, quasi cinque a Davos e due a             pubblici e privati e dei media, facendo rag-      za ebraica a sfuggire alle persecuzioni.
Berna in «internamento libero». Tornato in          giungere al Giro alti livelli di notorietà.       Il 9.9.43 soppresse tutte le pubblicazioni
Italia alla fine del conflitto, Montanelli si                                                         della propria casa e rifiutò di collaborare
affermò come giornalista, saggista e com-           Arnoldo Mondadori (1889-1971)                     con le autorità tedesche. Coi suoi atteg-
mediografo italiano.                                Dopo la quinta elementare interruppe gli          giamenti provocò la requisizione di tutti i
    Fu per circa quattro decenni la bandie-         studi e iniziò a lavorare prima in una dro-       suoi stabilimenti.
ra del primo quotidiano italiano, il Corriere       gheria e successivamente come venditore                L’11 novembre 1943 Arnoldo entrò
della Sera, e per vent’anni condusse un im-         ambulante a Mantova. Per la sua abilità           da Pignora di Novazzano, guidato da un
portante quotidiano d’opinione da lui stes-         venne soprannominato Incantabiss (incan-          contrabbandiere, con due valigie e una
so fondato, il Giornale. Fu pure autore di          tatore di serpenti). Passato a lavorare in        cartella di carte compromettenti. Scrive la
libri di storia cui arrise un vasto successo.       una cartoleria come tipografo, nel 1907           figlia Mimma: «Papà prende le sue valigie
                                                    realizzò… Luce!, un periodico di ispirazio-       di documenti e vien fatto sdraiare sotto un
Vincenzo Torriani (1918-1996)                       ne socialista, dando inizio all’attività che lo
Chiamato alle armi, si rifugiò in Svizzera.         rese famoso in Italia e nel mondo.
Forte dei contatti con organismi studente-               Nel 1912 ad Ostiglia fondò «La Socia-
schi dell’epoca, fu promotore di incontri e         le», embrione di quella che diventerà la
raduni tra i connazionali nei campi elvetici        casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
e protagonista di operazioni di «traghetta-         Nei primi anni di attività, Mondadori si
mento» da una parte all’altra del confine.          specializzò nella produzione di testi scola-
     Pierino Bernasconi di Ligornetto lo            stici.
conobbe in quel periodo. «Mio fratello era               Terminata la guerra, nel 1921 trasferì la
amico di Vincenzo Torriani, che diventerà per       casa editrice a Milano, considerata la capi-
tanti anni responsabile del Giro d’Italia di ci-    tale culturale del Paese. La sua fama andò
clismo. Faceva propaganda per l’Azione Cat-         sempre crescendo e tra il 1920 e il 1930
tolica; era nella Svizzera Interna e ogni tanto     diede il via a diverse collane di libri. Dello
veniva da noi a mangiare polenta e mortadella.      stesso periodo sono anche i Gialli, prima
Capitò una volta che doveva prendere il treno       collana dedicata ai polizieschi, e L’Enciclo-
per tornare al di là delle Alpi e perse la posta.   pedia dei Ragazzi.
Allora io lo portai alla stazione di Mendrisio           Nel 1933 creò la collana Medusa, aperta
sulla canna della bicicletta. Avevo 12/13 anni».    alle opere dei grandi autori della letteratu-
     Rientrato in Italia, Torriani si occu-         ra internazionale. Due anni dopo Arnoldo
pò della ripresa della pubblicazione della          Mondadori entrò in contatto con Walt Di-
«Gazzetta dello Sport», dell’organizzazio-          sney, stipulando il primo grande accordo
ne di eventi cittadini a Milano e della ri-         internazionale sottoscritto da un’azienda
organizzazione del Giro d’Italia sospeso a          italiana in campo editoriale. Da questo mo-
causa della Seconda guerra mondiale. En-            mento il nome di Mondadori fu associato
trò così a far parte dello staff di Armando         in Italia alle celebri creazioni per ragazzi      Lettera di ringraziamento di Mondadori
Cougnet, cofondatore sin dal 1909 della             della Disney.                                     a uno stabiese che lo ospitò.
In fuga oltre la rete - a settant'anni dall'armistizio italiano le figure storiche che cercarono la salvezza nella confederazione - Archivio della ...
40

cespuglio. “Vede”, gli dicono, “là c’è un bu-
co nella rete, fatto apposta per lei. Quando
le diciamo: via! Lei si infila nel buco e buo-
na fortuna”. Al segnale, papà si alza, corre
come può con le sue valigie, si infila nel-
la rete, anzi si incastra, metà in Svizzera,
metà in Italia, e non riesce più a muoversi.
“Chi va là?”, dice una dura voce straniera,
e papà si vede una canna di fucile davanti
alla faccia. Superato l’attimo di sincope, ra-
giona: se il fucile è davanti a me, non può
essere un tedesco. Infatti è un soldato sviz-
zero, che impietosito lo tira dentro il suo
paese!».
     Troverà ospitalità a Stabio. Lo compro-
va un documento col quale Mondadori rin-
grazia chi lo ospitò. Dopo il 25 aprile 1945
tornò in Italia. Ripresa l’attività, nacquero
nuove collane come i Classici contemporanei
italiani e i Classici contemporanei stranieri.
     Nel 1965 la Mondadori diede vita a
una vera e propria rivoluzione, quella degli
Oscar. Per la prima volta i libri, in formato
tascabile, si compravano in edicola, ogni
settimana un titolo. Fu un grande successo
commerciale. Nel 1968 lasciò la presidenza
della casa editrice al figlio Giorgio.

Luigi Berlusconi (1908-1989)
Militare nella riserva, entrò il 17 settembre
1943 con altri. Ecco cosa annota nel suo
Diario: «L’entrata in territorio svizzero è sta-
ta abbastanza semplice. Favoriti dalle nostre
guardie di frontiera che ci dettero le necessarie
indicazioni, passammo in Svizzera attraverso
una piccola apertura della rete di confine. Era      Una pagina del Diario di Luigi Berlusconi.
già quasi buio! Avevo lasciato dietro a me il
mio patrio suolo con tutti gli affetti più cari; e   dola di fare il possibile per farla giungere ad       Caduto Mussolini, fu tra coloro che
il mio esilio cominciava! Il dolore che sino allo-   Oltrona. La notte era fredda e ci fu un tem-      tentarono invano di convincere il coman-
ra avevo soffocato in me dovette avere uno sfo-      porale»3.                                         dante della piazza di Milano a resistere
go materiale. Ormai più nessuno dei miei gen-            Funzionario di banca, poi direttore del-      all’occupazione tedesca e a difendere la
tili accompagnatori era presente; più nessuno        la Banca Rasini di Milano, presidente della       città facendo distribuire armi agli operai e
poteva riferire ai miei cari che io avevo pianto;    Edilnord, affiancò il figlio Silvio nelle sue     formando una «Guardia nazionale» inqua-
… e piansi. Gino e Armando mi fecero corag-          attività.                                         drata da ufficiali dell’esercito.
gio. Dopo dieci minuti di strada ci trovammo                                                               Quando l’anziano senatore si rese
in una piazzetta fra altri fuggiaschi. Gli abi-      Luigi Gasparotto (1873-1964)                      conto che ormai le sorti della città erano
tanti del luogo ci accoglievano con affettuosità,    Il padre, che combatté con Garibaldi, lo          segnate, tornò a Cantello e distrusse carte
quasi con entusiasmo. Tutti avevano parole di        educò agli ideali democratici e laici propri      compromettenti.
incoraggiamento e di conforto. Dopo circa una        della tradizione risorgimentale. Laureatosi,          Capito che era giunto il momento di
mezz’oretta vennero dei soldati oriundi della        si trasferì a Milano dove esercitò l’avvoca-      darsi alla macchia, venne accompagnato
Svizzera tedesca, e ci portarono in un paesino       tura. Nel 1913 fu eletto alla Camera in rap-      dalle stesse guardie di confine, che lo cono-
denominato San Paolo [San Pietro]. Durante il        presentanza del Partito radicale.                 scevano e stimavano nella zona del valico
tragitto passammo fra gruppi di abitanti del              Durante la Prima guerra mondiale             di Gaggiolo. Fatti pochi passi in territorio
luogo che ci trattavano come loro fratelli. È        combatté al fronte. Rieletto nel 1921, di-        elvetico, una canna di fucile interruppe il
durante questo tragitto che una certa signorina      venne vicepresidente della Camera. Fu poi         suo espatrio. Le guardie di frontiera sviz-
Bice Bernasconi ci diede il suo indirizzo, auto-     chiamato a reggere il Dicastero della guer-       zere, dopo aver constatato che non aveva
rizzandoci a scriverle qualora avessimo avuto        ra dove rimase fino al 1922. Verso il fasci-      le carte in regola per varcare il confine, lo
bisogno. A San Paolo sostammo sul piazzale           smo mostrò dapprima indulgenza e soltan-          riaccompagnarono in terra italiana.
della chiesa, ed è qui, sotto i porticati e nella    to l’assassinio di Matteotti gli fece aprire          Il mattino dopo inforcò la bicicletta e
chiesetta stessa, che pernottammo. È in questa       gli occhi sulla sua reale natura; dal 1928 si     partì in compagnia dell’uccellatore del suo
chiesetta che scrissi una lettera a mia moglie       astenne da qualsiasi forma di attività politi-    roccolo. I due ciclisti, evitando le pattuglie
consegnandola poi ad una signora incarican-          ca e ritornò a esercitare l’avvocatura.           tedesche che stavano occupando tutti i
41

punti strategici, riuscirono ad attraversare         da scrivere portatile chiamata MP1, e suo          Anche all’interno della fabbrica l’atmosfe-
l’Adda e con grande fatica risalirono sino           presidente nel 1938.                               ra era diverso: durante le pause i dipenden-
ai 1’200 metri di una località dove vennero              Si oppose al regime fascista. Partecipò        ti potevano servirsi delle biblioteche, ascol-
accolti da amici fidati che li rifocillano e li      con Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro        tare concerti, seguire dibattiti, e non c’era
nascondono.                                          Pertini e altri alla liberazione di Filippo Tu-    una divisione netta tra ingegneri e operai,
     Il 15 settembre, uno dei collaboratori          rati (lui era alla guida dell’auto che portò       in modo che conoscenze e competenze fos-
di suo figlio Leopoldo, partigiano, riuscì a         Rosselli fuori dal Paese). Durante gli anni        sero alla portata di tutti.
raggiungerlo. Poldo organizzò il suo espa-           del conflitto bellico, dovette riparare in             Alla fine del 1945 pubblicò il suo libro
trio nella Repubblica Elvetica. Il 14 settem-        Svizzera da dove si mantenne in contatto           «L’ordine politico delle comunità» nel qua-
bre Gasparotto passò dal Gaggiolo di Sta-            con la Resistenza.                                 le sono espresse quelle idee che supporte-
bio. Nel suo diario racconta: «Ma il varco è             Rientrato, riprese le redini dell’azienda.     ranno il Movimento Comunità fondato a
chiuso, l’agente di servizio, un siciliano ignaro    Alle sue capacità manageriali, che portaro-        Torino nel 1948. Nel 1949 Olivetti si con-
anche della lingua italiana, si rifiuta di apri-     no la Olivetti a essere la prima azienda del       vertì al cattolicesimo «per la convinzione
re. E allora? Si corre al vicino ponticello del
torrente; si apre un buco nella rete sottostan-
te, proprio mentre arriva la sentinella che vi si
piazza sopra e grida: “Sparo! Sparo!”. “Aspet-
ta un po’” rispondono gli svizzeri. “Sparo! Spa-
ro!”. “Aspetta; sparerai dopo”. Ma, intanto, io
sono scivolato per il buco sul letto del torrente,
sotto le gambe della sentinella; in terra amica.
La sentinella non sparò».
     La sua casa di campagna a Cantello
venne perquisita dalle truppe tedesche e
neofasciste. A Lugano Luigi fu accolto in
casa di Guglielmo Canevascini, consigliere
di Stato per il partito socialista. Gasparot-
to in Ticino collaborò attivamente, insie-
me con altri fuorusciti italiani, all’opera
di soccorso e di assistenza alla repubblica
partigiana della Val d’Ossola. Alla Resi-
stenza pagò il suo tributo di sangue: il 22
giugno 1944, il figlio Poldo, comandante
delle formazioni partigiane lombarde di
Giustizia e Libertà, venne ucciso dai tede-
schi nel campo di concentramento di Fos-             Il certificato d’ammissione di Olivetti e della sua segretaria reca il timbro del «posto» di Stabio.
soli, presso Carpi.
     Rientrato in Italia nel 1945, Luigi fu          mondo nel settore dei prodotti per ufficio,        della sua superiore teologia». Nel 1950
ministro dell’Aeronautica nel Governo                unì un’instancabile sete di ricerca e di spe-      espose la sua visione del primato in campo
appena sorto, quale rappresentante del               rimentazione su come si potesse armoniz-           politico dell’Urbanistica e della Pianifica-
Partito democratico del lavoro, erede del-           zare lo sviluppo industriale con l’afferma-        zione. L’urbanistica fu solo una delle tante
la tradizione radicale e social riformista,          zione dei diritti umani e con la democrazia        passioni di Olivetti che si interessò di sto-
facendo pure parte di successivi governi.            partecipativa, dentro e fuori la fabbrica.         ria, filosofia, letteratura ed arte.
Nel 1953 venne invitato ad accettare la              Ivrea negli anni Cinquanta richiamò una                Nel 1953 aprì una fabbrica di macchine
presidenza del Senato, ma preferì rinuncia-          quantità straordinaria di intellettuali che        calcolatrici a Pozzuoli offrendo posti di la-
re a un incarico che, vista l’età avanzata e         operavano in differenti campi disciplinari,        voro con salari sopra le medie e assistenza
le sue non buone condizioni di salute, gli           inseguendo il progetto di una sintesi tra          alle famiglie degli operai la cui produttività
appariva troppo gravoso. Dopo poco più               cultura tecnico-scientifica e cultura uma-         in questo stabilimento superò quella dei
di un anno, il Gasparotto moriva nella sua           nistica.                                           colleghi nella fabbrica di Ivrea. Nel 1956
casa di campagna di Cantello.                            Olivetti riuscì a creare un’esperienza di      fu eletto sindaco di Ivrea e due anni dopo
                                                     fabbrica nuova e unica al mondo in un pe-          ottenne due seggi in Parlamento candidan-
Adriano Olivetti (1901-1960)                         riodo storico in cui si fronteggiavano due         dosi con il Movimento Comunità. Il suo
La Rai gli ha di recente dedicato una fic-           grandi potenze: capitalismo e comunismo.           voto fu rilevante per la fiducia al Governo
tion. Il padre Camillo era ebreo, e la madre         Credeva che fosse possibile stabilire un           Fanfani. Il 27 febbraio 1960 morì improv-
Luisa Revel, valdese.                                equilibrio tra solidarietà sociale e profitto,     visamente durante un viaggio in treno da
    Nel 1924 conseguì la laurea in ingegne-          tanto che l’organizzazione del lavoro com-         Milano a Losanna a causa di una trombo-
ria chimica al Politecnico di Torino e, dopo         prendeva un’idea di felicità che generava          si cerebrale: al momento del suo decesso
un soggiorno di studio negli Stati Uniti,            efficienza. Gli operai vivevano in condizio-       l’azienda fondata dal padre e da lui per
entrò, nel 1926, nella fabbrica paterna ove          ni migliori rispetto alle altre grandi fabbri-     lungo tempo diretta vantava una presenza
fece le prime esperienze come operaio. Di-           che italiane: ricevevano salari più alti, vi       su tutti i maggiori mercati internazionali,
venne direttore della Società Olivetti nel           erano asili e abitazioni vicino alla fabbrica      con circa 36 mila dipendenti, di cui oltre la
1932, anno in cui lanciò la prima macchina           che rispettavano la bellezza dell’ambiente.        metà all’estero.
42

Edda Ciano (1910-1995)
Edda era la figlia primogenita di Benito
Mussolini.
     Nel ’30 sposò Gian Galeazzo Ciano,
da cui ebbe tre figli. Le nozze segnarono
l’avvio dell’ascesa politica del marito come
«delfino» di Mussolini. Dopo una parentesi
in diplomazia, Ciano divenne ministro de-
gli Esteri.
     Filotedesca, Edda appoggiò sempre le
posizioni del padre sulla guerra.
     Di personalità intraprendente e irre-
quieta, aveva comportamenti da lei stessa
in seguito definiti «da maschiaccio», che la
portarono non di rado a scontrarsi con il
potente padre che, a tale proposito, pare
ebbe a dire: «Sono riuscito a sottomettere l’I-
talia, ma non riuscirò mai a sottomettere mia
figlia». Il suo carattere indomito si manife-
stò già da bambina (portata a studiare nel
collegio delle signorine «bene», si ritirò do-                                                         Dall’alto: l’albergo «Madonnina» a Cantello,
po poco), poi da ragazza (fu una delle pri-                                                            la camera dove dormì la Ciano,
me donne a portare i pantaloni e il bikini),                                                           Edda e Galeazzo Ciano.
e da adulta (tradì – ricambiata – il marito,
fumava, giocava d’azzardo).                                                                            albergo e con il favore delle tenebre, con il
     Il 25 luglio 1943 Ciano votò l’Ordine                                                             marchese Pucci fu nascosta sotto uno strato
del giorno Grandi di sfiducia a Mussolini,                                                             di fieno, su un carro agricolo trainato da buoi,
un voto che gli costò l’accusa di alto tra-                                                            guidato da un contadino del luogo e attraver-
dimento e che diede inizio alla personale                                                              so strade di campagna fu condotta al confine.
tragedia di Edda, la quale condusse una                                                                Edda ed il marchese riuscirono ad oltrepassare
dura battaglia solitaria per salvare la vita                                                           il confine e forse riuscirono anche a contattare
del marito, cercando di barattarla con I dia-                                                          emissari del governo britannico. Ma, evidente-
ri del medesimo, fortemente critici verso la                                                           mente, il tentativo fallì.
Germania. Edda ebbe furiosi scontri con il                                                                  Quando ormai la Ciano e il Pucci erano
Duce, nonché con la madre Rachele, nel                                                                 lontani da Cantello e dall’Italia, i tedeschi sco-
tentativo di salvare il marito dalla condan-                                                           prirono di essere stati ingannati e per cercare
na a morte seguita al Processo di Verona,                                                              informazioni arrestarono Angelo Broggi, pro-
nel 1944. Rimasta definitivamente sola,                                                                prietario dell’albergo, e don Angelo. Entrambi
dopo la fucilazione del marito, avvenuta                                                               vennero portati a Milano, rinchiusi nel carcere
l’11 gennaio 1944, Edda si rifugiò in Sviz-                                                            di San Vittore e sottoposti a stressanti interro-
zera, ospitata, coi figli, nel piccolo conven-                                                         gatori. Don Angelo fu anche torturato.
to delle suore domenicane di Neggio.                                                                        Per personale intervento del cardinale di
     Edda Ciano era entrata in Svizzera, da            «Se avesse ceduto i diari agli inglesi, loro,   Milano, Ildefonso Schuster, furono rilasciati.
Stabio, il 9.1.44. Tragico e avventuroso fu       attraverso i canali diplomatici e politici, sareb-        Quella tremenda esperienza, però, lasciò
quell’episodio. L’8 gennaio, in compagnia         bero riusciti a convincere Mussolini a concede-      un segno indelebile in don Angelo che, sei anni
di Emilio Pucci, futuro celebre stilista di       re la grazia a Galeazzo Ciano. È in questo fran-     dopo morì a seguito delle percosse e delle tortu-
moda, si recò a Cantello col solo obiettivo       gente che si inserisce la figura di don Angelo       re di cui fu vittima durante la detenzione.
di salvare la vita di Galeazzo, contro la vo-     Griffanti che aiutava, nella missione pastorale           Pochi giorni dopo, l’11 gennaio, all’alba,
lontà del padre Benito e di quella degli alle-    e sacerdotale il fratello don Ambrogio, parroco      Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi fascisti ven-
ati tedeschi, che volevano vedere morto il        di Ligurno, frazione di Cantello.                    nero fucilati a Verona.
gerarca per il suo tradimento nei confronti            Don Angelo fu contattato dal marchese                Non ci fu nulla da fare. Mussolini si rifiu-
del fascismo.                                     Pucci e dalla Contessa Ciano alla ricerca di un      tò di concedere la grazia al genero e, con quel
     A Cantello, più precisamente all’Al-         aiuto per l’espatrio. È a lui che il marchese Puc-   gesto, perse l’amore della figlia, che solo dopo
bergo «La Madonnina», una ex stazione             ci ed Edda Ciano devono la vita, visto che con       molti anni gli perdonò di averle ucciso il mari-
di posta trasformata in hotel, Edda dormì         uno stratagemma riuscì a sviare le ricerche e le     to. Quante cose sarebbero cambiate se a Can-
una notte, prima di attraversare il confine       perquisizioni dei soldati tedeschi che presidia-     tello, quella notte tra l’8 e il 9 gennaio, Edda
svizzero, portando con sé documenti im-           vano la zona di confine.                             Ciano fosse riuscita a barattare con i diari la
portantissimi, che avrebbe voluto cedere,              Fu don Angelo, a portare il marchese in         vita di Galeazzo».
per avere in cambio salva la vita del ma-         parrocchia e a travestirlo da frate suscitando le         Dopo quattro mesi dalla fine della guer-
rito. L’ingegner Emilio Brusa di Cantello,        perplessità del fratello verso il comportamento      ra e dalla fucilazione di Mussolini, dietro
secondo quanto a lui riferito da testimoni        del “religioso”.                                     richiesta del Governo italiano, gli svizzeri
del tempo, racconta:                                   Edda, dopo aver trascorso qualche ora in        fecero uscire Edda dal Paese. Venne con-
43

dannata a due anni di confino sull’isola di     Dovette dare 51 monete d’oro (27 sterline        carlo al sig. Soldati stesso. Così, avvertito
Lipari. Dopo un anno beneficiò dell’amni-       e 24 marenghi) ed in più l’obbligo di dare       quest’oggi da parte di un agente della Poli-
stia e si ricongiunse ai figli.                 allo chauffeur per il viaggio Stabio-Lugano      zia dell’Esercito, mi affrettai a consegnare
                                                mille franchi che poi non pagò. Raffaele         a questo Ufficio il plico di lettere». Caro-
Carolina Ciano (1883)                           Soldati denunciò il fatto alla Polizia che       lina Ciano venne riaccompagnata al con-
All’alba del 4.4.45 la signora Carolina vedo-   provvide alla identificazione di questa per-     fine il 7.7.45.
va fu Costanzo Ciano e madre di Galeazzo        sona, procedendo al suo arresto, a quello
varcò clandestinamente il confine svizzero      del complice e al sequestro delle 51 monete      NOTE
nella località di Gaggiolo-Stabio. Veniva da    d’oro.                                           1. In Oltre la rete, di Antonio Bolzani, Società edi-
Varese dove si era stabilita da undici me-          A Lugano la Ciano venne scoperta e           trice nazionale, 1946.
si. Il passaggio in Svizzera – si legge in un   riconosciuta.                                    2. Christian Schiefer (Davos 1896, Lugano 1998)
                                                                                                 tra il 1939 e il ’45 fu fotoreporter militare nel «Ser-
verbale – avvenne nelle vicinanze di Stabio         Il Consiglio federale decise di «non ac-     vizio stampa e radio». Le sue immagini in bianco
per opera di contrabbandieri italiani che       cordare asilo in Isvizzera alla signora Cia-     e nero realizzate durante il secondo conflitto mon-
l’accompagnarono sino alla rete, aiutando-      no», con la raccomandazione che fosse «da        diale permettono a chi oggi le guarda di cogliere,
la a entrare su territorio svizzero e quindi    respingere immediatamente», suscitando           oltre le azioni legate alla guerra, anche aspetti di
abbandonandola. Per questa operazione           comunque indignazione. La Ciano aveva            vita quotidiana. Nell’aprile del 1945, quale inviato
                                                                                                 della Schweizer Illustrierte, Schiefer realizzò alcuni
dovette sborsare 300 mila lire.                 con sé le lettere del figlio Galeazzo dal car-   degli scatti più celebri della Liberazione di Milano:
     Sola, stanca e abbattuta la vedova Cia-    cere di Verona che vennero trattenute in         quelli dei cadaveri di Benito Mussolini e Claretta
no si inoltrò, non vista, sulla strada che      Svizzera. «La contessa Ciano – testimonia-       Petacci, appesi a testa in giù a Piazzale Loreto.
dal confine conduce a Stabio paese, ma          va Gianfranco Farinelli, ospite dai Soldati      3. In: In Terra d’asilo, di Renata Broggini, Società
sentendosi venir meno bussò alla porta di       – consegnava allora a me personalmente           editrice il Mulino, 1993.
una casa colonica e chiese ospitalità. Le fu    un plico di lettere che la stessa sigillava in   Altri testi consultati:
offerta una seggiola, ma poi ebbe inizio ai     una busta che allego in atti. Trattasi di let-   – Passaggio in Svizzera, l’anno nascosto di Indro Mon-
suoi danni una brutta pagina della nostra       tere personali di suo figlio, il defunto Conte   tanelli, di Renata Broggini, Feltrinelli, 2007;
storia di samaritani. Chiese di per poter       Galeazzo Ciano. La consegna di detti scritti     – Leopoldo Gasparotto, alpinista e partigiano, di
giungere sino a Lugano presso la famiglia       avvenne per timore che andassero a finire        Ruggero Meles, Hoepli, 2011;
                                                                                                 – Diari, di Amintore Fanfani, Rubbettino, 2011/12;
Soldati. Le promisero aiuto per condurla        in mani estranee. Il sig. Soldati non era a      – La guerra vista dal Ticino, 1939-1945, a cura Villi
da Stabio a Lugano senza dare nell’occhio       conoscenza di questo fatto e pure da parte       Hermann e Antonio Mariotti, Casagrande;
della Polizia, ma dietro un forte compenso.     mia non ci pensai nemmeno di comuni-             – internet.

                             società commercianti
Puoi anche leggere