IL TORDO BOTTACCIO TURDUS PHILOMELOS A CASTEL FUSANO (RNSLR - ROMA): STATUS E FENOLOGIA
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U.D.I. XXXIX: 51-57 (2014) Stefano De Vita (1), Massimo Biondi (1) Il tordo bottaccio Turdus philomelos a Castel Fusano (RNSLR - Roma): status e fenologia Riassunto – La ricerca prende in esame lo status del Tordo bottaccio Turdus philomelos in un'area campione del Centro Italia, Castel Fusano (Roma), all’interno della “Riserva Naturale Statale del Li- torale Romano” (RNSLR) tramite l’utilizzo di punti fissi di avvistamento diurno e di ascolto notturno per complessivi 14 anni e 1760 ore trascorse sul campo. Le popolazioni locali appaiono costanti nel tempo con un picco durante la migrazione post-nuziale (ottobre-novembre). La popolazione svernante appare scarsa. Regolare e abbondante la migrazione primaverile. Parole chiave: Tordo bottaccio, Turdus philomelos, migrazione, svernamento, Castel Fusano, RN- SLR. Abstract – The Song Thrush Turdus philomelos at Castel Fusano (RNSLR - Rome): status and phe- nology. This research has been carried out in order to estimate the local status and migration flight of Song Thrush by means of diurnal and nocturnal sessions (14 years and 1760 hours). The local popu- lation seems to be constant in time with a post-nuptial peak during October and November. Winter- ing population is scarce while the species seems quite regular and abundant during spring migration. Key words: Song Thrush, Turdus philomelos, migration, wintering, Castel Fusano, RNSLR. Introduzione tili e Monte Rufeno, mentre la distribuzio- Specie politipica a distribuzione eurosi- ne sui maggiori rilievi appenninici risulta birica il Tordo bottaccio Turdus philome- più continua sia nel Reatino che sui Monti lus in Italia risulta una specie migratrice Simbruini ed Ernici (Brunelli et al. 2011). nidificante sulle Alpi, scarsa e localizza- Svernante regolare e dispersivo, il Tordo ta sugli Appennini specialmente nel setto- bottaccio in inverno frequenta un gran nu- re centrale con nuclei disgiunti e poco stu- mero di ambienti, anche costieri, fatta ec- diati in zone extra-appenniniche di Tosca- cezione per le aree intensamente coltivate na, Lazio e Puglia garganica ed un limite e prive di copertura arborea/arbustiva con riproduttivo lungo la dorsale appenninica predilezione di oliveti, arbusteti e boschi calabrese tra il Pollino e la Sila (Brichet- misti (Biondi et al. 1999). ti e Fracasso 2008). Tuttavia, nel recente Nuovo Atlante del Lazio, la specie appa- Area di Studio e Metodi re in netto incremento (50%) e in espan- Lo studio è stato condotto nel Parco Ur- sione in nuove aree come i Monti Lucre- bano “Pineta di Castel Fusano” (1000 ha) (1) GAROL Via Ificrate 39, 00124 Roma e-mail: stefano.devita@libero.it – 51 –
U.D.I. 2014, XXXIX caratterizzato da ambienti a macchia me- ria: 07.00-10.00; 24.00-02.00) registrando diterranea e boschi di conifere e querce tutti gli individui osservati/ascoltati (N = sempreverdi. L’area di studio è compresa 14.932 individui di cui 9.169 rilevati du- all’interno della “Riserva Naturale Statale rante la fascia oraria diurna). del Litorale Romano” (RNSLR) una del- In Tabella 1 vengono presentati i dati le aree protette del Lazio costiero con più dei conteggi diurni suddivisi per decadi: si elevato grado di antropizzazione, fortissi- evince che i primi individui in migrazio- mo disturbo ed impatto ambientale di va- ne post-nuziale compaiono non prima del- rio genere. La RNSLR, tuttavia, presenta la IIIa decade di settembre, i loro numero è ancora delle vaste aree naturali ad alta va- scarso con 33 individui totali, una media di lenza ecologica adatte per molte specie di appena 2,36 ind./mese; min 0 - max 8 in- uccelli e tra questi il Tordo bottaccio tro- dividui/decade (DS ± 2,35) e la frequenza va un ambiente idoneo ed adeguate risorse irregolare (57% delle annate di studio). trofiche sia durante le fasi migratorie che Il flusso maggiore si registra quindi in durante lo svernamento. Nello specifico ottobre con 3.183 individui totali, una me- l’area di studio (circa 1 km2) è quella posta dia di 227,3 ind./mese; min 7 - max 197 in- a Sud del Parco di Castel Fusano tra la co- dividui/decade (DS ± 52,17 ) nella IIa de- sta ed il confine della Riserva Presidenzia- cade del 2009. le di Castelporziano. L’aspetto vegetazio- I valori dei numeri per decadi (Tabella nale comprende ancora fasce sequenziali 1) evidenziano che la migrazione post-nu- caratterizzate da macchia bassa mediterra- ziale appare localmente intensificarsi dalla nea, macchia alta mediterranea, boschi mi- Ia di ottobre e disegna “un picco bimodale” sti di conifere e querce sempreverdi. molto evidente tra la IIa decade di ottobre Abbiamo monitorato la presenza del- e la Ia di novembre. Successivamente (dal- la specie sul lungo periodo (14 anni) tra la IIa decade di novembre) la migrazione il 1° settembre e il 30 aprile di ogni anno post-nuziale si interrompe bruscamente. (2000-2014) tramite la tecnica dei “pun- Lo svernamento vero e proprio si svolge ti fissi di osservazione” effettuati durante dalla Ia decade di dicembre fino alla IIIa de- le ore diurne (N = 336) per 1.008 ore di cade di gennaio con un numero di presenze osservazione (fascia oraria 07.00-10.00). decisamente basso per le potenzialità am- Poiché la specie è essenzialmente un mi- bientali dell’area (questo trend negativo è gratore notturno abbiamo integrato la rac- probabilmente dovuto al notevole disturbo colta dei dati diurni con alcuni “punti fis- antropico registrato in loco ) e appare mol- si di ascolto” nelle ore notturne (N = 336) to scarso contrariamente a quanto avviene per 672 ore di rilevamento (fascia oraria in alcune regioni centrali, come la Toscana 24.00-02.00). e la Sardegna, (Andreotti et al. 2010) che probabilmente presentano habitat naturali Risultati più vasti e meno disturbati di quello da noi Abbiamo effettuato un totale di 1.760 prescelto come area di studio. ore di osservazione/ascolto (fascia ora- La Figura 1 ci permette di osservare la – 52 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 1 – I risultati dei punti fissi di osservazione diurni suddivisi per decadi (N = 336/9.169 individui). settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile 2000 1 decade 11 129 11 12 2 decade 157 17 3 decade 3 47 14 2001 1 decade 7 151 13 12 13 17 2 decade 41 8 65 3 decade 1 69 14 14 118 2002 1 decade 19 11 7 18 13 2 decade 54 11 3 84 3 decade 8 21 5 71 2003 1 decade 17 11 111 12 2 decade 87 14 24 24 47 3 decade 147 4 11 2004 1 decade 13 71 74 9 2 decade 79 17 68 3 decade 5 151 28 17 5 3 37 2005 1 decade 27 117 68 5 2 decade 161 45 15 81 3 decade 32 19 27 15 18 2006 1 decade 13 142 15 12 119 11 2 decade 121 62 19 84 3 decade 56 14 12 32 35 2007 1 decade 28 167 21 11 1 37 9 2 decade 97 41 13 6 79 3 decade 71 8 37 2 2 37 2008 1 decade 21 137 21 11 45 37 2 decade 112 102 13 17 68 16 3 decade 3 93 71 17 29 21 2009 1 decade 38 148 31 7 31 21 2 decade 197 19 5 5 57 3 decade 7 104 26 16 68 2010 1 decade 41 113 21 44 15 2 decade 97 8 31 1 62 4 3 decade 72 14 3 27 2011 1 decade 67 127 24 37 5 continua – 53 –
U.D.I. 2014, XXXIX settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile 2 decade 114 21 61 61 3 decade 41 72 29 14 2012 1 decade 75 97 58 67 45 18 2 decade 147 63 28 41 21 87 3 decade 3 131 17 38 72 21 2013 1 decade 51 106 3 8 4 64 8 2 decade 192 54 13 81 3 decade 3 64 19 7 2014 1 decade 18 42 24 2 decade 11 97 7 3 decade 25 TOT 33 3183 2088 559 486 335 2254 231 DS ± 2,35 52,17 52,95 15,61 12,73 20,96 29,79 8,35 distribuzione mensile degli individui otte- marzo e l’esaurirsi del fenomeno ad aprile nuta tramite i 2 diversi metodi di conteg- entro la Ia o IIa decade (vedi anche Tabella gio, dopo la fine del passo autunnale (no- 1 e Tabella 2). vembre) la specie sverna ed i movimenti La Figura 2 sottolinea la fase dello sver- riprendono tra la fine di gennaio e febbra- namento e la ripresa del passo pre-nuziale io con un picco migratorio primaverile in a febbraio. 6000 5000 4000 3000 notturni diurni 2000 1000 0 set ott nov dic gen feb mar apr Figura 1 – Andamento globale mensile dei conteggi diurni e notturni espresso come n° totale di individui. – 54 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 2 – I risultati dei punti fissi di ascolto notturni suddivisi per decadi (N = 336/5.763 individui). settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile 2000 1 decade 81 2 decade 67 3 decade 21 2001 1 decade 71 27 2 decade 41 3 decade 37 72 2002 1 decade 28 5 61 2 decade 36 52 3 decade 45 2003 1 decade 74 18 57 2 decade 67 28 3 decade 94 89 3 2004 1 decade 28 39 2 decade 97 74 3 decade 106 27 2005 1 decade 77 31 2 decade 85 42 3 decade 64 47 2006 1 decade 57 85 69 2 decade 81 27 39 3 decade 107 98 12 18 2007 1 decade 31 49 18 2 decade 65 31 61 3 decade 154 46 41 2008 1 decade 79 64 31 2 decade 59 58 7 3 3 decade 47 11 26 12 7 2009 1 decade 73 68 26 2 decade 95 14 3 decade 109 8 18 2010 1 decade 63 27 2 decade 41 16 3 decade 191 2011 1 decade 87 71 continua – 55 –
U.D.I. 2014, XXXIX settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile 2 decade 75 5 47 3 decade 68 38 2012 1 decade 96 67 29 36 2 decade 193 7 11 47 3 decade 28 65 3 2013 1 decade 167 63 43 2 decade 74 24 21 37 3 decade 136 2014 1 decade 29 2 decade 36 56 3 decade 67 4 TOT 0 2889 973 0 11 597 1265 28 DS ± - 43,41 27,58 - 0 26,83 19,84 7,76 L’assenza della specie durante le fa- gratore notturno, abbiamo constatato che sce notturne per tutto dicembre e gennaio durante i mesi di dicembre e gennaio du- (fatta eccezione per 11 individui contattati rante la notte non sono stati rilevati richia- nella IIIa decade di gennaio 2012) (Tabel- mi di contatto (il classico “zirlo”) che di la 2) suggerisce che gli individui di Turdus solito questa specie emette in volo nottur- philomelos da noi osservati durante le ore no. Al contrario nelle ore diurne ne è sta- diurne siano attribuibili a soggetti svernan- ta accertata la presenza, questo fa suppor- ti nell’area di studio (Figura 2). Infatti il re che non ci siano tordi bottacci in movi- Tordo bottaccio è essenzialmente un mi- mento migratorio. Di contro nei mesi di ot- 1000 800 notturni 600 diurni 400 200 0 dicembre gennaio febbraio Figura 2 – Periodo invernale, conteggi diurni e notturni espresso come n° totale di individui. – 56 –
U.D.I. 2014, XXXIX tobre, novembre, febbraio, marzo ed apri- giusto compromesso per garantire la con- le, durante le ore notturne era frequentissi- servazione di questa specie. mo udire il richiamo di contatto emesso in Particolare attenzione va posta a certe volo. pratiche venatorie tipo “lo scaccio” (cac- cia vagante) effettuato da fossi e vallette, Conclusioni in particolare nei mesi delicati di sverna- Rispetto all’andamento stagionale delle mento avanzato, per questo si consiglia nel riprese italiane di soggetti inanellati all’e- mese di gennaio il solo prelievo da appo- stero (N = 1.272) (Volponi e Spina 2008) stamento. l’area, pur manifestando un andamento migratorio post-riproduttivo sostanzial- Bibliografia mente sovrapponibile, sembrerebbe diver- – Andreotti A., Pirrello S., Tomasini S., Merli F. 2010. I Tordi in Italia. Biologia e conserva- gere dai dati nazionali specialmente du- zione delle specie del genere Turdus. Il Tordo rante lo svernamento che evidenzia invece ISPRA Rapporti 123: 67-81. picchi invernali a partire dalla IIIa decade – Biondi M., Guerrieri G., Pietrelli L. 1999. A di gennaio da noi localmente non riscon- tlante degli Uccelli presenti in inverno lungo trati. la fascia costiera del Lazio (1992-95). Alula 6: 66. Inoltre, prendendo in esame il periodo – Brunelli M., Sarrocco S., Corbi F., Sorace A., pre-nuziale, i dati ottenuti localmente evi- Boano A., De Felici S., Guerrieri G., Meschini denziano sostanzialmente l’inizio dei mo- A. e Roma S. (a cura di) 2011. Nuovo Atlan- vimenti migratori dal mese di febbraio. te degli Uccelli Nidificanti nel Lazio. Edizioni Il Tordo bottaccio è una specie conside- ARP (Agenzia Regionale Parchi), Roma, pp. 464. rata in ottimo stato di conservazione e per- – Brichetti P., Fracasso G. 2008. Ornitologia ita- tanto non inserita in alcuna lista di prote- liana Vol. 5 - Turdidae-Cisticolidae - Alberto zione. Ciò ne consente il prelievo venato- Perdisa Editore. rio in base alla Legge 157/92, solitamente – Spina F., Volponi S. 2008. Atlante della Mi- nel periodo compreso fra la terza domeni- grazione degli Uccelli in Italia. 2. Passerifor- mi. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del ca di settembre ed il 31 gennaio. Di conse- Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la guenza si ritiene che un prelievo venatorio Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). che rispetti questo arco temporale sia un Tipografia SCR-Roma. 632 pp. – 57 –
U.D.I. XXXIX: 58-70 (2014) Marco Trotta (1) ANALISI DEI CAMBIAMENTI DELLA COMUNITÀ ORNITICA NIDIFICANTE NELLA RISERVA NATURALE DI DECIMA-MALAFEDE (LAZIO): 1999 e 2012 Riassunto – Nella stagione riproduttiva 2012 è stato effettuato un censimento quantitativo dell’avi- fauna nidificante nella Riserva Naturale di Decima-Malafede. I risultati di questa indagine sono stati confrontati con quelli ottenuti nel censimento del 1999. L’uso intensivo del territorio e le trasforma- zioni ambientali, sono le principali cause del forte decremento delle specie legate ai coltivi e agli am- bienti di pascolo. Il mosaico agricolo e il bosco deciduo mantengono le comunità ornitiche più ricche e complesse sebbene, rispetto al 1999, nei mosaici agricoli alcune specie di interesse conservazionisti- co risultano in forte declino (Tortora Streptopelia turtur, Allodola Alauda arvensis, Averla capirossa Lanius senator, Passera d’Italia Passer italiae e Passera mattugia Passer montanus). Parole chiave: comunità ornitica nidificante, Riserva Naturale Decima-Malafede, Lazio, Italia cen- trale. Abstract – Analysis of changes in breeding bird community in the Natural Reserve of Decima- Malafede (Central Italy): 1999 and 2012. In the season 2012 a quantitative census was carried out for birds breeding in the Natural Reserve of Decima-Malafede. The results of this study have been compared with the census of 1999. The intensive land use and environmental changes, are the main causes of the strong decrease of many species in the croplands and pasture environments. The agri- cultural mosaics and deciduous forest confirm the bird community richer and more complex although, compared to 1999, in agricultural mosaics some species of conservation interest are in strong decline (Turtle dove, Skylark, Woodchat Shrike, House sparrow, Tree sparrow). Key words: breeding bird community, Natural Reserve of Decima-Malafede, Latium, Central Italy. Introduzione vi in periodo riproduttivo, le pratiche agri- Negli ultimi vent’anni la Riserva Na- cole intensive e la bonifica di zone umide, turale di Decima-Malafede ha subito ag- hanno determinato nel tempo un impoveri- gressioni di vario genere: discariche abu- mento del territorio. Si è reso quindi neces- sive, inquinamento dei corsi d’acqua, con- sario, a distanza di 13 anni (Trotta 2000), sumo del suolo e cementificazione. A ciò, un nuovo censimento delle specie nidifi- si è unito anche un uso del territorio poco canti, con l’obiettivo di analizzare i cam- attento alle tematiche ambientali; la capi- biamenti della comunità ornitica e valuta- tozzatura di alberi centenari durante la pu- re lo stato di conservazione degli ambienti litura degli argini dei fossi, i tagli boschi- che caratterizzano la Riserva. (1) Via di S. Felicola 99 - 00134 Roma; marcotrot@gmail.com – 58 –
U.D.I. 2014, XXXIX Area di studio e metodi bianco Salix alba. Per il censimento dell’a- La Riserva naturale di Decima Malafe- vifauna è stato applicato il metodo I.P.A. de è l’area protetta più estesa del sistema di (Indice Puntuale di Abbondanza) (Blondel Riserve Naturali gestito dall’Ente Roma- et al. 1970), campionando tutti gli indivi- Natura. Istituita nel 1997, si estende a sud dui all’interno di un raggio di 100 metri dal di Roma per circa 62 Km2, i confini set- rilevatore. Sono state condotte due sessio- tentrionali sono delimitati dal Grande Rac- ni di rilevamento nel corso della stagione cordo Anulare, quelli meridionali dal co- riproduttiva 2012: I-II decade di aprile e mune di Pomezia. Le aree agricole, su cui II-III decade di giugno. I punti di ascolto, si praticano principalmente colture inten- della durata di 10 minuti e distribuiti negli sive, occupano il 62% del territorio, 250 ambienti predominanti della Riserva (Ta- ettari sono destinati alle coltivazioni bio- bella 1), sono stati gli stessi eseguiti nella logiche. Nella Riserva Naturale di Decima stagione riproduttiva 1999 (Trotta 2000). Malafede sono comprese le maggiori aree A distanza di 13 anni non è stato possibi- boschive dell’Agro Romano, in continuità le visitare 12 stazioni, rispetto al preceden- con quelle dell’adiacente Tenuta Presiden- te studio sono stati quindi eseguiti 61 pun- ziale di Castelporziano. I querceti si svi- ti di ascolto anzichè 73; per consentire un luppano su oltre il 12% della superficie, la confronto tra i valori degli indici ecologi- restante parte del territorio è occupata dai ci applicati nei due censimenti, le 12 sta- complessi residenziali (circa il 6%), dalla zioni sono state escluse dall’analisi. I dati macchia mediterranea e dagli arbusteti di relativi alla Rondine Hirundo rustica sono transizione (140 ettari); 400 ettari spetta- stati scartati poiché gli Irundidi erano stati no ai prati stabili. Lungo il Fosso di Ma- esclusi dal censimento del 1999. lafede, che incide l’area protetta con anda- Gli indici di comunità applicati sono mento NO-SE, sono presenti frammenti di stati i seguenti: boschi igrofili a Ontano nero Alnus gluti- Stot = ricchezza totale: numero totale di nosa, Pioppo bianco Populus alba e Salice specie registrate; Tabella 1 – Numero di stazioni eseguite nella R.N. di Decima-Malafede suddivise per ambiente. Ambiente N° stazioni A Coltivi intensivi 6 B Pascoli 5 C Mosaici agricoli 18 D Macchia mediterranea 7 E Aree a vegetazione boschiva in evoluzione 14 F Bosco deciduo 6 G Bosco di sughere 5 – 59 –
U.D.I. 2014, XXXIX Smed = ricchezza media: il rapporto tra la indice di equipartizione (J’), dove J’ = sommatoria del numero di specie regi- H/lnS (Lloyd e Ghelardi 1964; Pielou strato nelle singole stazioni e il nume- 1966); ro delle stazioni eseguite in ciascun am- Nd = numero di specie dominanti: pi ≥ 0,05 biente; (Turcek 1956) dove pi è la frequenza re- Abbondanza totale = la sommatoria delle lativa di ogni specie; coppie censite in ciascuna tipologia am- %NP = percentuale di specie non Passe- bientale; si considera 1 coppia nel caso riformi. di individui contattati in attività territo- riale e 0,5 coppie per gli altri; Risultati e Discussione Abbondanza media = il rapporto tra la sommatoria delle coppie censite nelle Coltivi intensivi singole stazioni e il numero delle sta- Gli indici di comunità registrati nei col- zioni eseguite in ciascun ambiente; si tivi intensivi mostrano un aumento mar- considera 1 coppia nel caso di indivi- cato della ricchezza e un incremento più dui contattati in attività territoriale e 0,5 contenuto dell’abbondanza (Tabella 2). coppie per gli altri; In questo ambiente sono state contattate indice di diversità (H’), dove H’ = – Σ pi 11 nuove specie mentre quattro non sono lnpi, dove pi è la proporzione di indivi- state confermate: Quaglia Coturnix cotur- dui appartenenti alla specie i-esima sul nix, Calandrella Calandrella brachydacty- totale degli individui di tutte le specie la, Gruccione Merops apiaster e Verdo- (Shannon e Weaver 1963); ne Carduelis chloris (Tabella 3). In alcu- Tabella 2 – Parametri della comunità ornitica nidificante nella Riserva Naturale Regionale di Decima- Malafede (coltivi intensivi = A; pascoli = B; mosaici agricoli = C; macchia mediterranea = D; aree a ve- getazione boschiva e arbustiva in evoluzione = E; bosco deciduo = F; bosco di sughera = G). 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 Ambiente A A B B C C D D E E F F G G N° stazioni 6 6 5 5 18 18 7 7 14 14 6 6 5 5 Stot 22 15 23 18 38 40 21 18 34 31 26 24 16 25 smed 9,8 7,2 10,6 8,2 13,7 13,8 9,7 11,5 11,4 13,0 13,7 11,5 9,2 11,4 Abbondanza totale 68,5 57,0 65,5 47,5 275,0 320,5 71,0 95,0 185,0 233,0 111,0 105,5 57,0 73,0 Abbondanza media 11,4 9,5 13,1 9,5 15,3 17,8 10,1 13,6 13,2 16,6 18,5 17,6 11,4 14,6 H' totale 2,59 2,25 2,68 2,46 3,24 3,14 2,69 2,58 2,95 2,90 2,81 2,68 2,37 2,69 J' totale 0,84 0,83 0,85 0,85 0,89 0,85 0,88 0,89 0,84 0,84 0,86 0,84 0,85 0,84 Nd - N° specie dominanti 7 8 3 6 6 4 6 9 6 8 6 8 8 5 % NP 18,18 20,00 8,70 5,56 21,05 20,00 23,81 16,67 26,47 16,13 26,92 25,00 12,50 12,00 – 60 –
U.D.I. 2014, XXXIX ne stazioni lo sviluppo di arbusti, cespugli una sensibile diminuzione della frequenza e siepi di confine, ha diversificato la strut- e dell’abbondanza: dal 100% di frequen- tura ambientale favorendo la riproduzione za (5 stazioni su 5) registrato per entrambe di piccoli passeriformi, tra cui la Capine- nel 1999, si è passati al 60% per la Cap- ra Sylvia atricapilla, l’Occhiocotto Sylvia pellaccia e al 40% per l’Allodola nel 2012. melanocephala e la Sterpazzolina Sylvia Oltre ai due alaudidi non risultano più do- cantillans. La presenza del Cuculo Cucu- minanti il Beccamoschino, il Cardellino e lus canorus, assente nel 1999, potrebbe es- lo Strillozzo Emberiza calandra, l’unica sere correlata al loro arrivo, i Silvidi so- specie dominante in entrambi i censimenti no infatti la famiglia più rappresentata tra è la Cornacchia grigia Corvus cornix (Ta- quelle parassitate dal Cuculo (Campobello bella 3). Lo Storno, contattato in una sola e Spencer 2009). La Cappellaccia Galeri- stazione nel 1999, è la specie che mostra da cristata e la Passera d’Italia Passer ita- l’incremento maggiore di abbondanza e di liae fanno registrare l’incremento maggio- frequenza. re di abbondanza mentre l’Allodola Alau- da arvensis, il Beccamoschino Cisticola Mosaici agricoli juncidis e il Cardellino Carduelis cardue- Nei mosaici agricoli il valore dell’ab- lis mostrano il decremento più consistente. bondanza, confrontato con quello ottenuto Tra le specie dominanti non compare più nel 1999, risulta più elevato, i restanti pa- il Beccamoschino e si aggiunge lo Storno rametri ecologi non evidenziano differen- Sturnus vulgaris, non rilevato nei coltivi ze sostanziali (Tabella 2). Sono state censi- intensivi nel precedente censimento (Ta- te tre nuove specie, il Picchio verde Picus bella 3). viridis, la Cinciarella Cyanistes caeruleus e la Ghiandaia Garrulus glandarius; cin- Pascoli que sono state quelle non confermate: Cu- Nei pascoli il confronto tra gli indi- culo, Sterpazzola Sylvia communis, Pen- ci di comunità registrati nel 1999 e nel dolino Remiz pendulinus, Averla piccola 2012 evidenzia un sensibile decremento Lanius collurio e Taccola Corvus monedu- dell’ abbondanza e della ricchezza (Ta- la (Tabella 3). L’Averla capirossa Lanius bella 2). Rispetto alla precedente indagi- senator, il Fringuello Fringilla coelebs e il ne sono state contattate due nuove specie Verdone sono le specie che evidenziano il (Ballerina bianca Motacilla alba e Saltim- decremento dell’abbondanza più marcato, palo Saxicola torquatus), sette sono inve- meno evidente la diminuzione di Allodola, ce quelle non confermate: Tortora Strep- Ballerina bianca, Passera d’Italia, Passe- topelia turtur, Scricciolo Troglodytes tro- ra mattugia Passer montanus e Verzellino glodytes, Usignolo Luscinia megarhyn- Serinus serinus. Da segnalare il sensibile chos, Usignolo di fiume Cettia cetti, Cana- incremento dello Storno, sia in termini di pino Hippolais polyglotta, Sterpazzolina e abbondanza che di frequenza, un risultato Pigliamosche Muscicapa striata (Tabella che conferma il trend registrato durante il 3). La Cappellaccia e l’Allodola mostrano periodo 2000-2012 nel monitoraggio degli – 61 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 3 – Elenco delle specie censite e abbondanza totale per ciascuna tipologia ambientale (coltivi in- tensivi = A; pascoli = B; mosaici agricoli = C; macchia mediterranea = D; aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione = E; bosco deciduo = F; bosco di sughera = G); in grassetto le specie dominanti (pi > = 0,05) (Turcek, 1956). 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 Ambiente A A B B C C D D E E F F G G Coturnix coturnix 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Phasianus colchicus 1,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Milvus migrans 1,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,0 1,0 0,0 1,0 1,0 0,0 0,0 Accipiter nisus 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Falco tinnunculus 0,0 0,0 0,5 0,5 3,0 4,0 0,0 0,0 0,5 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Streptopelia turtur 1,0 0,0 1,5 0,0 10,5 5,0 5,0 8,0 8,5 7,0 3,0 4,0 2,0 2,0 Streptopelia decaocto 0,0 0,0 0,0 0,0 1,5 1,0 0,0 0,0 0,0 3,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cuculus canorus 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 4,0 2,0 5,0 1,5 0,0 1,0 1,5 0,0 1,0 Merops apiaster 0,0 0,5 0,0 0,0 0,5 1,5 0,0 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Upupa epops 0,0 0,0 0,0 0,0 1,5 1,0 0,0 0,0 1,0 1,5 0,0 0,0 0,0 0,0 Jynx torquilla 0,0 0,0 0,0 0,0 2,0 2,0 1,0 0,0 1,0 4,5 2,0 1,0 0,0 1,0 Dendrocopos major 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 1,0 0,0 0,5 1,5 0,0 1,5 1,0 0,0 0,0 Dendrocopos minor 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 1,0 0,0 0,0 Picus viridis 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,0 0,0 0,0 0,5 0,0 0,5 0,0 1,0 0,0 Calandrella brachydactyla 0,0 3,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Galerida cristata 9,0 4,5 3,0 7,0 6,0 9,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Alauda arvensis 7,5 17,0 2,0 8,0 5,0 10,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Motacilla alba 0,0 0,0 0,0 1,0 1,5 4,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Troglodytes troglodytes 1,0 0,0 1,0 0,0 7,0 7,0 2,0 7,0 19,0 27,0 13,0 16,0 6,5 11,5 Erithacus rubecula 0,0 0,0 0,0 0,0 2,0 1,0 7,0 1,0 4,0 3,5 3,5 6,0 1,0 1,0 Luscinia megarhynchos 0,0 0,0 1,0 0,0 16,5 14,0 3,5 11,0 18,0 23,0 5,5 2,0 8,0 10,5 Saxicola torquatus 0,5 0,5 0,0 1,5 5,5 6,0 0,0 0,0 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Turdus merula 0,0 0,0 1,5 0,5 20,5 14,0 3,5 7,5 17,5 17,5 13,5 12,0 3,5 2,0 Cettia cetti 0,0 0,0 2,0 0,0 13,5 13,0 0,0 0,0 2,5 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Cisticola juncidis 2,5 6,0 3,0 2,5 12,0 16,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Hippolais polyglotta 1,0 0,0 1,5 0,0 6,5 7,0 0,0 0,0 0,5 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Sylvia atricapilla 1,5 0,0 2,0 1,0 18,0 20,0 13,5 14,5 28,0 37,5 17,5 18,0 15,0 13,0 Sylvia communis 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Sylvia cantillans 1,0 0,0 2,5 0,0 7,5 1,0 9,0 13,0 9,0 9,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Sylvia melanocephala 0,5 0,0 0,0 0,0 3,5 2,5 6,0 5,0 3,0 3,5 1,5 0,0 1,0 1,0 Regulus ignicapilla 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 0,0 3,0 1,5 2,0 1,0 1,0 1,0 continua – 62 –
U.D.I. 2014, XXXIX 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 2012 1999 Ambiente A A B B C C D D E E F F G G Muscicapa striata 0,0 0,0 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0 1,0 0,0 1,5 Aegithalos caudatus 0,0 0,0 0,0 0,0 1,5 1,0 2,0 1,5 2,0 3,5 3,5 2,0 0,5 0,5 Cyanistes caeruleus 0,5 0,0 0,0 0,0 4,0 0,0 2,5 3,0 11,0 5,0 7,5 8,0 3,0 2,0 Parus major 0,0 0,0 0,0 0,0 5,5 9,5 3,0 8,0 7,5 12,5 7,0 8,0 3,0 4,0 Sitta europaea 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 6,0 0,0 0,5 Certhia brachydactyla 0,0 0,0 0,0 0,0 1,5 0,5 0,0 0,0 2,0 1,0 4,5 1,0 5,5 2,5 Remiz pendulinus 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Oriolus oriolus 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0 1,0 0,0 2,0 1,0 0,0 0,0 Lanius collurio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,5 0,0 0,0 0,5 0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 Lanius senator 0,5 0,0 0,0 0,0 0,5 2,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Garrulus glandarius 0,0 0,0 0,0 0,0 3,0 0,0 1,5 1,0 2,0 5,0 3,5 4,0 2,0 0,5 Corvus monedula 0,0 0,0 3,0 1,0 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Corvus cornix 7,0 4,0 8,0 8,5 12,5 15,0 0,0 0,0 6,5 7,0 0,5 0,5 0,0 1,0 Sturnus vulgaris 3,5 0,0 17,5 1,5 22,5 2,0 1,0 0,0 1,0 2,0 1,0 0,0 0,0 1,0 Passer italiae 11,5 3,5 5,0 2,0 28,0 55,5 0,0 0,0 5,5 3,5 0,0 0,0 0,0 0,5 Passer montanus 7,0 4,5 2,0 1,0 6,5 12,5 0,0 0,0 0,5 0,5 0,0 0,0 0,0 1,0 Fringilla coelebs 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 6,0 4,5 2,0 6,0 12,0 10,0 6,5 3,0 6,5 Serinus serinus 2,5 2,0 2,5 1,0 13,0 26,0 0,5 2,0 11,0 14,5 3,0 2,0 0,0 3,0 Carduelis chloris 0,0 0,5 1,5 0,5 5,0 19,0 0,0 0,0 7,0 14,5 0,0 1,0 1,0 2,5 Carduelis carduelis 0,5 1,5 0,5 2,5 14,0 10,0 0,0 0,0 0,0 7,0 0,0 0,0 0,0 2,0 Emberiza cirlus 0,0 0,0 1,0 1,0 3,0 2,5 0,0 2,0 0,0 1,0 1,0 0,0 0,0 0,0 Emberiza calandra 7,0 7,5 2,5 6,5 8,0 9,5 1,0 3,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 uccelli comuni nidificanti nel Lazio (Rete golo nero Emberiza cirlus), rispetto al cen- Rurale Nazionale e LIPU, 2013). simento del 1999 ne sono state invece cen- site sei nuove, di cui tre non passeriformi: Macchia mediterranea Nibbio bruno, Sparviere Accipiter nisus e Gli indici di comunità registrati nel Torcicollo Jynx torquilla (Tabella 3). La 2012 mostrano un numero più elevato di riproduzione del Nibbio bruno è stata ac- non passeriformi e una ricchezza maggio- certata in un settore della macchia medi- re, tuttavia il numero inferiore di specie terranea a maggiore sviluppo verticale, di- dominanti indica una minore omogeneità stante circa 400 metri dalla stazione in cui del popolamento ornitico (Tabella 2). Le è stato contattato in questa indagine (dati specie non confermate sono due (Picchio ined.); lo Sparviere non risulta tra le specie rosso maggiore Dendrocopos major e Zi- nidificanti nella Riserva e, prima di questo – 63 –
U.D.I. 2014, XXXIX studio, era stato osservato esclusivamente questo ambiente non è stata confermata la in periodo autunno-invernale (Trotta 2000; presenza del Pigliamosche e del Verdo- Sarrocco et al. 2002). Queste interessanti ne, si aggiungono invece il Picchio verde, osservazioni sono state favorite dall’ubica- lo Storno e lo Zigolo nero. Il Picchio mu- zione delle formazioni boschive indagate, ratore Sitta europaea è la specie che mo- la macchia mediterranea si sviluppa infatti stra la diminuzione di abbondanza più evi- a ridosso del Sito di Importanza Comuni- dente, l’Usignolo, il Rampichino Certhia taria “Sughereta di Castel di Decima”, un brachydactyla e il Fringuello fanno regi- complesso forestale di elevato pregio natu- strare invece un aumento marcato (Tabel- ralistico. la 3). Il decremento del Picchio muratore, assente nel 2012 in quattro stazioni su sei, Aree a vegetazione boschiva in evoluzione potrebbe avere favorito l’espansione del Nelle aree a vegetazione boschiva in Rampichino; quest’ultimo, contattato nel- evoluzione si registra un sensibile decre- le stazioni abbandonate dal Picchio mura- mento dell’abbondanza e una ricchezza tore, ha fatto registrare nel bosco deciduo specifica più elevata (Tabella 2). Sono sta- un forte incremento della frequenza: dal te contattate sei nuove specie, di cui quattro 16,7% (1 stazione su 6) all’83,3% (5 sta- non passeriformi: Nibbio bruno, Gruccio- zioni su 6). Le due specie, ecologicamente ne Picchio rosso maggiore e Picchio ver- affini, mostrano un’ampia sovrapposizione de; tre sono invece quelle non conferma- di nicchia (Matthysen 1998), sono inoltre te: Pigliamosche, Cardellino e Zigolo nero noti in letteratura comportamenti aggressi- (Tabella 3). L’incremento delle specie non vi del Picchio muratore nei confronti del passeriformi è da associare alla presenza in Rampichino che ne evidenziano la posizio- alcune stazioni di elementi arborei di no- ne subordinata (Nour et al. 2007). tevoli dimensioni, nonché dall’evoluzione della vegetazione verso uno stadio più ma- Bosco di sughera turo. Il Torcicollo è la specie che mostra Nel bosco di sughera i dati raccolti nel il decremento più marcato. La competizio- 2012 evidenziano una diminuzione marca- ne interspecifica potrebbe essere la causa ta della ricchezza e dell’abbondanza, an- di questa contrazione, correlata all’arrivo che l’indice di diversità mostra un lieve del Picchio rosso maggiore e del Picchio decremento (Tabella 2). Il Picchio verde è verde (Michalek e Miettinen 2003); i due l’unica specie nuova contattata, dieci so- picidi, assenti nel 1999, sono stati contatta- no invece quelle non confermate: Cuculo, ti in due delle tre stazioni abbandonate dal Torcicollo, Pigliamosche, Picchio murato- Torcicollo. re, Cornacchia grigia, Storno, Passera d’I- talia, Passera mattugia, Verzellino e Car- Bosco deciduo dellino. Alle specie dominanti nel 1999 I valori degli indici di comunità rile- (Scricciolo, Usignolo, Capinera, Cincialle- vati nel bosco deciduo non si discostano gra Parus major e Fringuello) si aggiungo- da quelli ottenuti nel 1999 (Tabella 2). In no il Merlo Turdus merula, la Cinciarella – 64 –
U.D.I. 2014, XXXIX e il Rampichino (Tabella 3). I rilievi sono 2013). Per quanto riguarda le specie di in- stati eseguiti nella porzione a libero acces- teresse conservazionistico, si registra una so della Sughereta di Vallerano, un settore diminuzione dell’abbondanza complessiva del bosco che negli ultimi 15 anni ha subi- del 7,1% (Tabella 6); anche in questo caso to una riduzione di superficie a causa della il decremento, ad eccezione di Pigliamo- realizzazione di edifici residenziali e infra- sche e Torcicollo, riguarda principalmente strutture. La semplicità del popolamento le specie legate ad ambienti aperti. Delle ornitico, oltre che dalla struttura del bosco 19 specie a priorità di conservazione, solo (coetaniforme con numerose piante filate il Nibbio bruno, la Tortora, il Picchio ver- o sottoposte a causa dell’elevata densità), de e lo Storno fanno registrare un aumen- potrebbe essere determinata dall’aumen- to. Escludendo il Nibbio bruno, specie non to dell’effetto margine indotto dalla matri- inserita nel programma di monitoraggio, ce antropizzata limitrofa (Saunders et al. questo risultato è in linea con i dati nazio- 1991). nali rilevati nell’ambito del progetto MI- TO (Rete Rurale Nazionale e LIPU 2011). Analisi abbondanza complessiva e specie di interesse conservazionistico Conclusioni Il confronto tra il censimento del 1999 e L’analisi dei dati raccolti evidenzia la quello del 2012 evidenzia differenze signi- situazione critica in cui versano le specie ficative nella distribuzione dell’abbondan- legate agli ambienti agricoli. A distanza di za tra i sette ambienti indagati (χ2 = 14,9, tredici anni si registra un impoverimento g.l. = 6, P < 0,025). L’analisi dei valori delle comunità ornitiche dei pascoli e dei complessivi di abbondanza mostra un de- coltivi; in questi ambienti, tra le specie do- cremento superiore al 50% per 12 specie, minanti, compaiono un numero maggiore la metà di esse di interesse conservazioni- di specie generaliste che hanno sostituito stico; le specie che hanno fatto registrare quelle a minore valenza ecologica. Tra le un incremento superiore al 50% sono set- probabili cause lo sfruttamento intensivo te, di cui sei legate ad ambienti foresta- dei pascoli, l’aumento delle monocolture li: Nibbio bruno, Picchio rosso maggiore, intensive e la banalizzazione del territorio. Picchio verde, Fiorrancino Regulus ignica- Emblematico il caso della Calandrella, che pilla, Cinciarella, Rampichino e Rigogolo nel 1999 compariva tra le specie dominan- Oriolus oriolus; a queste va aggiunto an- ti nei coltivi intensivi e in questa indagi- che il Picchio verde, non censito nel 1999 ne non è stata censita. Anche laddove so- (Tabella 4). A distanza di tredici anni, il no presenti elementi tradizionali come sie- valore complessivo dell’abbondanza degli pi, cespugli e lembi boscati, la situazione uccelli di ambiente agricolo è diminuito non è migliore; nei mosaici agricoli alcu- del 15,2% (Tabella 5), risultato in accor- ne specie, relativamente comuni nel 1999, do con i dati raccolti nel Lazio tra il 2000 non sono più presenti (Cuculo), altre sono e il 2012 nel programma di monitorag- pressoché scomparse (Averla capirossa) o gio MITO (Rete Rurale Nazionale e LIPU hanno dimezzato l’abbondanza (Tortora, – 65 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 4 – Abbondanza complessiva di ciascuna specie nei sette ambienti indagati e frequenza di contat- to nelle stazioni; viene riportata anche la differenza in percentuale tra i valori di abbondanza complessiva registrati nel 1999 e nel 2012. 2012 1999 2012 1999 Abbondanza Abbondanza Frequenza Frequenza Increm./ Specie complessiva complessiva stazioni (%) stazioni (%) Decrem. (%) Coturnix coturnix 0,0 1,0 0,0 1,6 -100,0 Phasianus colchicus 1,0 1,0 3,3 1,6 0,0 Milvus migrans 4,0 1,0 9,8 1,6 +300 Accipiter nisus 0,5 0,0 1,6 0,0 0,0 Falco tinnunculus 4,0 5,5 11,5 11,5 -27,3 Streptopelia turtur 31,5 26,0 47,5 37,7 +21,2 Streptopelia decaocto 1,5 1,0 3,3 1,6 +50,0 Cuculus canorus 5,0 14,5 6,6 21,3 -65,5 Merops apiaster 1,5 2,0 3,3 4,9 -25,0 Upupa epops 2,5 2,5 6,6 4,9 0,0 Jynx torquilla 6,0 8,5 13,1 11,5 -29,4 Dendrocopos major 4,0 2,5 13,1 4,9 +60,0 Dendrocopos minor 1,0 1,0 3,3 1,6 0,0 Picus viridis 2,5 0,0 6,6 0,0 * Calandrella brachydactyla 0,0 3,0 0,0 1,6 -100,0 Galerida cristata 18,0 21,0 23,0 29,5 -14,3 Alauda arvensis 14,5 35,0 13,1 29,5 -58,6 Motacilla alba 1,5 5,0 4,9 9,8 -70,0 Troglodytes troglodytes 49,5 68,5 54,1 59,0 -27,7 Erithacus rubecula 17,5 12,5 31,1 18,0 +40,0 Luscinia megarhynchos 52,5 60,5 62,3 57,4 -13,2 Saxicola torquatus 6,5 8,0 13,1 19,7 -18,8 Turdus merula 60,0 53,5 75,4 72,1 +12,1 Cettia cetti 18,0 14,0 23,0 14,8 +28,6 Cisticola juncidis 17,5 24,5 21,3 32,8 -28,6 Hippolais polyglotta 9,5 9,0 18,0 16,4 +5,6 Sylvia atricapilla 95,5 104,0 80,3 67,0 -8,2 Sylvia communis 0,0 1,0 0,0 1,6 -100,0 Sylvia cantillans 29,0 23,0 42,6 27,9 +26,1 Sylvia melanocephala 15,5 12,0 31,1 23,0 +29,2 Regulus ignicapilla 6,5 3,5 13,1 4,9 +85,7 continua – 66 –
U.D.I. 2014, XXXIX 2012 1999 2012 1999 Abbondanza Abbondanza Frequenza Frequenza Increm./ Specie complessiva complessiva stazioni (%) stazioni (%) Decrem. (%) Muscicapa striata 0,5 3,5 1,6 6,6 -85,7 Aegithalos caudatus 9,5 8,5 21,3 16,4 +11,8 Cyanistes caeruleus 28,5 18,0 47,5 29,5 +58,3 Parus major 26,0 42,0 41,0 57,4 -38,1 Sitta europaea 1,0 6,5 3,3 9,8 -84,6 Certhia brachydactyla 13,5 5,0 24,6 9,8 +170,0 Remiz pendulinus 0,0 1,0 0,0 1,6 -100,0 Oriolus oriolus 4,0 1,0 6,6 1,6 +300,0 Lanius collurio 0,5 2,0 1,6 4,9 -75,0 Lanius senator 1,0 2,5 3,3 4,9 -60,0 Garrulus glandarius 12,0 10,5 31,1 21,3 +14,3 Corvus monedula 3,0 2,0 1,6 3,3 +50,0 Corvus cornix 34,5 36,0 29,5 55,7 -4,2 Sturnus vulgaris 46,5 6,5 37,7 11,5 +615,4 Passer italiae 50,0 65,0 41,0 47,5 -23,1 Passer montanus 16,0 19,5 26,2 29,5 -17,9 Fringilla coelebs 24,5 33,0 31,1 44,3 -25,8 Serinus serinus 32,5 50,5 42,6 52,5 -35,6 Carduelis chloris 14,5 38,0 19,7 47,5 -61,8 Carduelis carduelis 15,0 23,0 11,5 41,0 -34,8 Emberiza cirlus 5,0 6,5 6,6 11,5 -23,1 Emberiza calandra 18,5 26,5 21,3 29,5 -30,2 * non censita nel 1999 Allodola, Passera d’Italia, Passera mattu- Alla luce di quanto emerso in questa in- gia e Verzellino). Diversamente da quan- dagine appare evidente la necessità di at- to registrato nel bosco di sughera, il buono tuare pratiche sostenibili per la gestione stato di conservazione del complesso Ca- del territorio agro-forestale. Sarebbe inol- tavanni-Macchiagrande di Trigoria e del- tre auspicabile promuovere programmi di la Macchia di Capocotta, ha consentito che monitoraggio delle popolazioni ornitiche, nei boschi decidui e nella macchia medi- ciò consentirebbe di seguire l’evoluzione terranea fossero mantenuti valori elevati ambientale degli ecosistemi coltivati al fi- di ricchezza, diversità e percentuale di non ne di intraprendere le opportune azioni di passeriformi. tutela e conservazione. – 67 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 5 – Elenco delle specie di ambiente agricolo incluse nell’indicatore Farmland Bird Index (Rete Rurale Nazionale e LIPU 2013); viene riportata per ciascuna specie la differenza in percentuale tra i va- lori di abbondanza registrati nel 1999 e nel 2012. Abbondanza Abbondanza Increm./ complessiva complessiva Decrem. (%) 2012 1999 Falco tinnunculus 4,0 5,5 -27,3 Streptopelia turtur 31,5 26,0 +21,2 Upupa epops 2,5 2,5 0,0 Calandrella brachydactyla 0,0 3,0 -100 Galerida cristata 18,0 21,0 -14,3 Alauda arvensis 14,5 35,0 -58,6 Motacilla alba 1,5 5,0 -70,0 Luscinia megarhynchos 52,5 60,5 -13,2 Saxicola torquatus 6,5 8,0 -18,8 Cettia cetti 18,0 14,0 28,6 Cisticola juncidis 17,5 24,5 -28,6 Hippolais polyglotta 9,5 9,0 +5,6 Sylvia melanocephala 15,5 12,0 +29,2 Lanius collurio 0,5 2,0 -75,0 Lanius senator 1,0 2,5 -60,0 Corvus corone 34,5 36,0 -4,2 Sturnus vulgaris 46,5 6,5 +615,4 Passer italiae 50,0 65,0 -23,1 Passer montanus 16,0 19,5 -17,9 Serinus serinus 32,5 50,5 -35,6 Carduelis chloris 14,5 38,0 -61,8 Carduelis carduelis 15,0 23,0 -34,8 Emberiza cirlus 5,0 6,5 -23,1 Emberiza calandra 18,5 26,5 -30,2 TOTALE 425,5 502,0 -15,2 – 68 –
U.D.I. 2014, XXXIX Tabella 6 – Elenco delle specie a priorità di conservazione rilevate nella Riserva di Decima Malafede; viene riportata per ciascuna specie la differenza in percentuale tra i valori di abbondanza complessiva registrati nel 1999 e nel 2012. All. 1: specie inserite nell’All.1 della Dir. 2009/147/CE; SPEC 1-3 (BirdLife International 2004); LRI e LRL: specie incluse rispettivamente nelle categorie di interesse della Lista Rossa nazionale (Peronace et al. 2012) e della Lista Rossa regionale (Calvario et al. 2011). All. 1 SPEC LRI LRI Abbondanza Abbondanza Increm./ 1-3 complessiva complessiva Decrem. (%) 2012 1999 Coturnix coturnix X 0,0 3,0 -100 Milvus migrans X X X 4,0 1,0 +300,0 Falco tinnunculus X 4,0 5,5 -27,3 Streptopelia turtur X 31,5 26,0 +21,2 Merops apiaster X 1,5 2,0 -25,0 Upupa epops X 2,5 2,5 0,0 Jynx torquilla X X 6,0 8,5 -29,4 Picus viridis X 2,5 0,0 * Calandrella brachydactyla X X X X 0,0 3,0 -100 Galerida cristata X 18,0 21,0 -14,3 Alauda arvensis X X 14,5 35,0 -58,6 Saxicola torquatus X 6,5 8,0 -18,8 Muscicapa striata X 0,5 3,5 -85,7 Lanius collurio X X X 0,5 2,0 -75,0 Lanius senator X X 1,0 2,5 -60,0 Sturnus vulgaris X 46,5 6,5 +615,4 Passer italiae X 50,0 65,0 -23,1 Passer montanus X X 16,0 19,5 -17,9 Emberiza calandra X 18,5 26,5 -30,2 TOTALE 3 17 8 2 224,0 241,0 -7,1 * non censita nel 1999 Bibliografia (I.P.A.) ou des relevés d’avifaune pour stations – BirdLife International 2004. Birds in Europe: d’ecoute. Alauda, 38: 55-71. population estimates, trends and conservation – Calvario E., Brunelli M., Sarrocco S., Bulgari- status. Cambridge, UK: BirdLife International. ni F., Fraticelli F. e Sorace A (a cura di) 2011. (BirdLife Conservation Series N. 12). Lista Rossa degli uccelli nidificanti nel Lazio. – Blondel J., Ferry C., Frochot B. 1970. Le me- In: Brunelli M., Corbi F., Sarrocco S., Sorace thode des Indices Ponctuels d’Abondance A., De Felici S., Boano A., Guerrieri G., Me- – 69 –
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